SECRET WARS
Capitolo 1
L’aria sulla Waverider
era alquanto tesa e questo nessuno poteva negarlo. Rip
era tornato quello di prima, ma non si poteva dire lo stesso delle dinamiche
del gruppo che nonostante si sforzasse a non darlo a vedere, faticava a trovare
una nuova stabilità in quella situazione. Da quando lo avevano perso e Sarah
aveva preso il comando e con l’aggiunta di Nata e Amaya erano andati lentamente
tutti a creare un loro equilibrio che una volta stabilizzato era stato messo
alla prova dalle azioni disdicevoli del loro ex capitano per scoprire poi che
erano dovute a niente di meno che un lavaggio del cervello.
Ora tutto era tornato alla normalità, ma solo apparentemente. Rip lo sapeva bene, lo notava da come tutti lo osservavano
sempre con una nota di sospetto nello sguardo o da come non riuscisse a
scambiare più di due parole che non fossero strettamente legate alla missione
con il resto dei suoi compagni. Lui si vergognava delle sue azioni e loro
sembravano non perdonarlo per le stesse.
C’era una tacito accordo di ignorare la realtà e far funzionare al meglio
le cose per il bene della missione, ma senza successo.
Uno dei momenti preferiti di Rip diveniva dunque
la notte, in cui poteva girovagare per i ponti della nave senza la costante
sensazione di essere osservato o di sentirsi a disagio. Sorseggiava la sua
tazza di tè e si dilungava in lunghissime chiacchierate con Gideon,
seppur quella notte era diversa. Da solo nel suo studio –e di Sara- stava leggendo
il diario di bordo, assorto in flashback di ciò che aveva fatto che cercava di
ignorare. Ecco anche il motivo per cui dormiva poco, per non dover far i conti
costantemente con gli incubi che gli ricordavano i suoi errori e il peggiore di
tutti era stato ciò che aveva fatto a Sara… un qualcosa che nemmeno volendo
riusciva a dimenticare, perché gli bastava incrociare il suo sguardo
incredibilmente azzurro per rimembrare l’orrore delle sue gesta.
Rip
sbatté velocemente due volte le palpebre come a volerne scacciare il pensiero e
mise da parte il diario di bordo. Era solito concedersene qualche pagina a
notte fonda per scoprire cosa il team aveva affrontato in sua assenza e
meravigliandosi ogni volta di quanto Sara fosse una strabiliante capitano,
molto meglio di lui.
Un sorriso compiaciuto, ma al contempo amaro, gli si disegnò sulle labbra
nel momento in cui Gideon attirò la sua attenzione.
«Capitano Hunter»
«Sì Gideon?»
Rip aveva
appena fatto scorrere la sedia all’indietro, deciso ad alzarsi e tornare nel
suo alloggio per cercare di dormire almeno qualche ora, quando il tono grave della
A.I. della Waverider gli fece intendere che non lo
stava trattenendo per una semplice chiacchierata.
«Ricorda che mi ha chiesto di tenere sotto controllo la linea temporale?
Soprattutto quella futura?»
Come non avrebbe potuto? Lui sapeva di Flashpoint,
sapeva del messaggio del Barry del futuro, ma lo aveva nascosto alla squadra
nella speranza che non ci fosse necessità di doverne discutere. Tuttavia quando
Sara gli aveva parlato dei Conquistatori e di come durante quell’evento
parlando con Barry questo aveva confermato le sue azioni… Rip
non poteva più far finta di niente e dunque doveva scoprire se i suoi dubbi
stavano divenendo realtà.
«Sì lo ricordo bene. Hai trovato qualcosa?»
Rip tornò
a sedersi più comodamente e mettendo da parte la tazza di tè si sporse sulla scrivania,
gomiti ben piantati sulla piana di legno e tutta l’attenzione alla voce di Gideon.
«Temo di sì. Le conseguenze di Flashpoint si
stanno cementificando, non parliamo più di un futuro incerto in continuo
mutamente, ma di cambiamenti che si stanno stabilizzando e… ho paura che questo
la coinvolga da vicino Capitano…»
Un’espressione stranita si disegnò sul volto di Rip.
A lui? Come era possibile? Dubitava di avere una certa qual importanza nella
linea temporale futura, tanto meno perché dubitava che la sua vita avrebbe mai
potuto in qualche modo cambiare. Era chiaro ormai come il sole che dopo Miranda
e Jonas e il suo fallimento nei loro confronti, non avrebbe mai proseguito la
sua esistenza in quel senso. Ormai la Waverider e la
missione era tutto ciò che gli era rimasto.
La mattina successiva Rip era già in piedi da un
po’ o forse era meglio dire che non era proprio andato a dormire. Gideon non si era allungata in spiegazioni, gli aveva
lasciato una foto, un luogo e un’epoca e con quelle poche informazioni Rip aveva capito fin da subito che si sarebbero dovuti dirigeri lì per scoprire in che modo e quanto gli eventi di
Flashpoint si stavano cementificando nel tempo. Così
con una strana ansia addosso che non sapeva spiegare, era rimasto sul ponte di
comando a fissare la foto della ragazza che Gideon
gli aveva fornito, trovando nella sua espressione un qualcosa di familiare, ma
dovuto a cosa? E perché lei sembrava così importante e centrale in tutta quella
storia?
Non si era nemmeno reso conto delle ore che erano passate, tanto che quando
il resto del team giunse sul ponte di comando lo trovò lì… intento e perso nei
suoi pensieri.
«Buongiorno Rip!»
Esclamò una Sara confusa e stranita, mentre andandogli incontro lo guardò
come a intimargli di lasciargli il posto di comando. Avevano ancora difficoltà
a gestire quella situazione, ma per ora Rip la
lasciava fare, come farle continuare a guidare la Waverider.
Tuttavia il comportamento in parte scherzoso di Sara si bloccò quando notò
l’espressione greve di Rip e l’attenzione quasi
morbosa che stava dando a una foto che stringeva tra le dita.
«Chi è?»
«La nostra missione di oggi»
Disse lapidario, prima di alzarsi e dirigersi al centro del ponte di
comando, lì dove la testa digitale di Gideon
comparve. Intorno a lei il resto del team, tutti con un’espressione alquanto
confusa sul viso, mentre davano tutta la loro attenzione a Rip.
Forse per la prima volta priva di tutta quella paura o sfiducia che nell’ultimo
tempo non riuscivano a nascondere.
«Mi sembra alquanto scosso Signor Hunter…» osservò Stein sistemandosi gli
occhiali.
«Si tratta di Flashpoint…»
«Flashpoint?» rimarcò Jax
scambiandosi un’occhiata d’intesa con il professore.
«Pensavo che fossimo focalizzati sulla League of Doom
e questa fosse storia vecchia…»
Notò Ray grattandosi il capo, ricordando che dopo
averne parlato con Barry la faccenda pareva morta lì.
«Vorrei tanto che fosse così Signor Palmer, ma ho chiesto a Gideon di tenere d’occhio la linea temporale da quando il
Barry del futuro mi ha mandato quel messaggio… Non ve ne parlai perché allora
era solo una possibilità…»
«Ma da quando Barry la confermata… il futuro sta subendo conseguenze Rip?»
Gli chiese Sara sinceramente allarmata, voltandosi completamente verso di
lui. Ma forse era una domanda stupida. Lo avevano già notato con il figlio di Diggle, che a quanto pare era una bambina prima… insomma
cambiamenti del genere non potevano non creare possibili terremoti temporali.
«Peggio, si sta cementificando. A quanto pare Flashpoint
non è solo una realtà parallela che ha creato, ma ormai l’unica realtà
esistente per noi… le sue conseguenze non sono blande, anzi con il passare del
tempo stanno diventando profonde e definitive…»
«Barry nel messaggio parlava di una guerra che stava per arrivare, una in
cui saresti stato chiamato a farne parte e di non fidarti di nessuno, nemmeno
di lui…»
Rimembrò Jax ripetendo quasi le stesse parole che
nella registrazione aveva ascoltato. Si passò nervosamente una mano davanti la
bocca, mentre Nate con la braccia incrociate al petto lanciò per un attimo uno
sguardo fugace ad Amaya che chiese schietta: «E’ arrivato quel momento
Capitano?»
«Ho paura proprio di sì…»
«Allora sia! Gideon imposta le coordinate,
andiamo nel futuro!» esclamò con estrema decisione Sara.
«Agli ordini Capitano. Central City, 2042. Luogo e data impostata, pronti a
partire»
Tutti presero velocemente posto, Rip come sempre
accanto a Sara al posto di comando e pronta a pilotare la Waverider.
Ma quella volta c’era qualcosa di diverso, la data era molto vicina e le contrindicazioni
di incontrare sé stessi erano altissime eppure sembrava che non avessero altra
scelta e poi c’era qualcos’altro… quella ragazza.
«E lei?» chiese sottovoce Sara riferendosi alla foto che Rip poco prima stava guardando e che ad inizio riunione
aveva nascosto nella tasca interna della giacca.
«Non lo so Sara. So solo che è importante…»
La donna annuì, non chiese altro, perché non ne aveva bisogno.
«… e per qualche ragione lo è anche per me»
Torno al mondo delle Fan Fiction dopo 6 anni e lo
faccio piena di emozione e anche nervosismo. In questo lunghissimo tempo mi
sono dedicata sempre alla scrittura, ma a storie originali che ad oggi sono
diventati due libri editi. La mia collaborazione con la mia casa editrice
prosegue e anche le mie storie, ma le fan fiction è dove tutto è iniziato… dove
la mia passione per lo scrivere è nata, cresciuta e maturata.
Quindi con questa avventura dedicata al fandom di “Legend’s of Tomorrow”
spero di non deludervi e anzi al contrario di emozionarvi e portarvi insieme a
me in un modo ricco di emozioni e sensazioni.