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Autore: Heavensent    18/03/2017    3 recensioni
SPOILER per chi non ha visto decima e undicesima stagione.
Davanti alla proposta della Morte, Dean accetta la soluzione che gli sembra la più ovvia. Farsi mandare in un luogo lontano per far sì che il Marchio non faccia più del male a nessuno.
Dean sparisce nel nulla, accettando di andare via per sempre, per non fare più del male né a se stesso né agli altri. Sam e Castiel non si arrendono, e lo cercano ovunque. Dean però non sa nemmeno più della loro esistenza.
Riusciranno a trovare il cacciatore? E soprattutto, sarà lo stesso Dean che conoscevano?
DESTIEL, ma non nei primi capitoli. E' una what if ma anche una missing moment tra la decima e l'undicesima stagione.
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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9.

Castiel si addormentò poco prima dell'alba, e dopo alcune ore si risvegliò più intontito di prima. Memore del fatto di aver perso (sperava, momentaneamente) i suoi poteri, pensò fosse meglio lavarsi. Cercò uno dei bagni del bunker e si fece una lunga doccia che lo portò a pensare alla sera prima. Sperava vivamente di non aver spaventato Dean con le sue parole. Forse avrebbe dovuto lasciar perdere, lasciare che la cosa passasse inosservata e senza un rumore..e invece no, aveva dovuto dirglielo per forza, con il rischio di perderlo in quella condizione da smemorato. Si asciugò velocemente e si vestì, uscì dal bagno con i capelli ancora leggermente umidi. Trovò Dean in cucina che quando lo vide sussultò, quasi spaventato, ma poi gli sorrise timidamente. Dean, timido?

-Ehi- disse- ti sei alzato tardi.

-che ore sono?-chiese Castiel sentendo distintamente i crampi della fame.

-Ormai mezzogiorno. Penso sia meglio preparare qualcosa da mangiare.

Castiel mugolò un cenno d'assenso, e Dean continuò a parlare:-Ah ha chiamato Sam. Per questo sera dovrebbe arrivare da Crowley e....

-Rowena- lo aiutò Castiel.

-Rowena, giusto...e ha detto di tenerci pronti.

Castiel annuì e affiancò Dean nella preparazione del pranzo, che stava diventando più un brunch fatto di un po' tutto quello che c'era nel frigo. Non molto in realtà: pancetta, altre verdure, la frutta di Sam, uova che pensarono bene di fare in tutti i modi, latte.

La discussione del giorno precedente sembrava accantonata, momentaneamente dimenticata. Castiel era particolarmente imbranato, non aveva mai cucinato, nemmeno quando era stato umano per un po'. Dean rise nel vedere le sue espressioni sbigottite, la sua curiosità davanti agli arnesi da cucina e il massimo fu quando gli chiese di “sbattere le uova” e Castiel, con due uova ognuna in una mano, le aveva fatte scontrare tra loro in un movimento secco, impiastricciandosi di uova e guscio.

Dean ancora ridendo aprì il rubinetto dell'acqua e afferrò le mani di Castiel mettendole sotto il getto, poi quasi ritrasse le proprie mani come scottato:-Scusa, immagino che sappia lavarti da solo le mani.

Castiel annuì, leggermente dispiaciuto di quel distacco, ma si sciacquò le mani, dopo di che senza incidenti altrettanto mastodontici finirono di preparare il brunch. Si sedettero e cominciarono a mangiare, inizialmente in silenzio.

Dean dopo un po' di schiarì la voce:-Ehi Cas. Mi dispiace per come mi sono scaldato stanotte. Tu non hai colpa di niente se quella cosa è successa...

Castiel scosse la testa, bevve un sorso di succo d'arancia e si schiarì la voce a sua volta:-Non c'è problema Dean. E' normale che tu ti senta a disagio in questa situazione, avendo ricordi che ti dicono prevalentemente che tu amavi Lisa. Ovviamente vedi te stesso legato mentalmente e fisicamente a una donna e bè, penso saresti stato stupito anche se il mio tramite fosse stato una donna. In fondo non mi conosci.

Dean rimase senza parole dopo quel discorso senza sosta di Castiel, che aveva ripreso a mangiare come se niente fosse. Non sembrava particolarmente turbato.

-Già, esatto..-mormorò soltanto il cacciatore, che smise di mangiare del tutto giocando con gli avanzi nel piatto.

Dopo il pranzo si occuparono di riordinare insieme, bisognava tenersi pronti per l'incantesimo di quella sera. Castiel riuscì abbastanza facilmente a lavare i piatti, che per fortuna non erano tanti, e a riporli nell'apposito scolapiatti. Quando si voltò si trovò davanti Dean, e si spaventò,indietreggiando verso il lavabo e poggiandoci le mani. Sospirò e poi sorrise:-Dean, mi spaventi. Cosa c'è?

Inclinò la testa ingenuamente, fissando la bocca di Dean, che distrattamente aveva inumidito le proprie labbra con la lingua:-Io..devo capire- gli disse solamente. Gli prese il viso fra le mani e posò le labbra sulle sue. Il bacio era goffo, rigido, rude e duro. Castiel rimase con gli occhi sbarrati per qualche istante, le mani umide ancora poggiate sul lavabo dietro di lui, Dean che aveva chiuso gli occhi e in maniera impacciata cercava di rendere quel bacio confortevole. Castiel si riprese dopo qualche istante, sbattè le palpebre più volte e portò le mani sui fianchi di Dean, passandole dolcemente sulla sua maglietta. Dean sembrò rilassarsi appena, ammorbidì le labbra contro le sue e le schiuse, e Castiel cercò la sua lingua. Dean si lasciò andare facendo scivolare le mani sul collo di Castiel, accarezzandolo con delicatezza. Castiel approfondì il bacio con l'irruenza di un adolescente inesperto e impaziente. Dean rise a quell'entusiasmo e si staccò piano, dovette riprendere fiato nonostante la brevità del bacio. Si allontanò, si passò la mano sugli occhi, poi sulle labbra, fissò il pavimento. Castiel osservava ogni suo movimento, mentre il suo respiro per l'eccitazione si era fatto veloce. L'angelo deglutì, preoccupato. Aveva sbagliato qualcosa? Dean era pentito?

-Dean?-cercò di attirare la sua attenzione, il biondo alzò lo sguardo verso di lui.

-E' stato..-stava sorridendo e stava per dire qualcos'altro, quando il telefono di Dean cominciò a vibrare sul tavolo. Lo afferrò e rispose.

-Sam? Sì, ok. Ci teniamo pronti.- richiuse la chiamata e guardò Castiel- è il momento della verità.

 

**

 

Per precauzione Crowley era stato bloccato grazie a un proiettile anti-demone. Si era solo lamentato del vestito rovinato ma per il resto stava seduto tranquillo mentre Jody lo teneva sotto controllo, pronto a innaffiarlo di acqua santa in caso avesse dato problemi. Sam invece aveva seguito Rowena passo passo nella preparazione dell'incantesimo. Ovviamente aveva rimesso in chiaro che se il Marchio non fosse sparito davvero questa volta, Lucifero avrebbe definitivamente spodestato Crowley. Non che Rowena sembrasse veramente preoccupata della cosa: la preoccupava più il proiettile anti-strega che Sam le puntava alla tempia. A ogni lieve movimento che faceva sentiva il freddo della canna della pistola premerle sulla pelle, e rabbrividiva. Era capace comunque di mantenere la sua innata eleganza e il suo contegno: non avrebbe dato soddisfazione a quello Spilungone.

-State facendo un grosso errore- aveva mormorato tremante poco prima di lasciar andare l'ultimo ingrediente.

-Questo lo vedrò io-commentò Sam freddo, premendo ancora di più la pistola contro la tempia della donna- sbrigati.

Jody osservò preoccupata Sam, certo quella era una strega e il ragazzo era preoccupato per suo fratello. Ma la cacciatrice poteva vederne perfettamente l'impazienza, la stanchezza, la spossatezza. Sam Winchester era infinitamente stanco: del Marchio, di streghe, di demoni, della Morte che per poco non gli portava via il fratello. Ed era quella la soluzione giusta? Sarebbe servito tutto questo a far tornare quello che era suo fratello?

Nell'incertezza Sam doveva fare solamente tutto ciò che era possibile.

 

**

 

Le luci del bunker cominciarono a sfrigolare. Dean e Castiel credevano che fosse arrivato il momento della verità e della risoluzione dell'incantesimo. Castiel era di fronte a Dean e, all'improvviso, sbarrò gli occhi, guardando qualcosa alle spalle del cacciatore.

-Che succede Cas?-chiese Dean, e prima che potesse rispondere si voltò. Gli si presentò davanti la figura di un uomo che non aveva mai visto, ma che nel profondo gli sembrava di conoscere. Era anziano, magro, indossava un lungo cappotto nero e si poggiava su un bastone, lo guardava impassibile:-Dean, Dean...-mormorò con una voce pacata e raggelante- proprio non ce la fai tu a rispettare i patti eh?

Dean si voltò verso Castiel, interrogativo.

Castiel deglutì:-E' la Morte, Dean.

  
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