Pensavate fosse finita eh?
E invece no! :P
Buona lettura! ;)
ps1: lo so che ultimamente la scrittura si modifica nel corso del capitolo, ma vi giuro che non dipende da me -.-' (anzi, è una cosa che mi scoccia parecchio ma non so come fare!)
ps2: c'è davvero MOLTA carne al fuoco
5 Dicembre 1802, Istituto di Durmstrang, Ufficio del Preside
Willhelm non riusciva proprio a stare fermo.
Nonostante lo sguardo penetrante di suo zio, quel piede continuava a
muoversi, scalciando leggermente la scrivania e dondolando avanti e
indietro, a dimostrazione di tutto il suo nervosismo.
"Mi dica zio, quando pensava di rendermelo noto, esattamente?" Domandò con una punta di sarcasmo neanche tanto velata.
Non sapeva perchè se la stava prendendo così tanto per una sciocchezza simile.
In fondo, avrebbe dovuto immaginarselo.
Quasi come leggendogli nel pensiero - Elijah era un ottimo legimens, quindi in realtà non era neanche un'ipotesi così improbabile - il preside di Durmstrang sorrise divertito. "Siete promessi sposi Will... cosa ti aspettavi esattamente? E poi, mancano ancora 20 giorni al ballo."
Ma Will non intendeva fargliela passare liscia. Per quel motivo schermò la mente prima di parlare di nuovo
"Un conto è essere promessi sposi, un altro è fare le cose senza avvisare. E se io avessi già invitato qualcun altra allo Yule Ball?"
Per un attimo, vide lo spettro di un dubbio attraversare il volto del preside prima che questo si riprendesse.
"E chi avresti invitato?" Domandò alla fine, quasi incuriosito dalla piega che aveva assunto la conversazione.
"Helene." Rispose Will senza ragionare, pronunciando il primo nome che gli venne in mente.
E accorgendosi subito di stare facendo una enorme bastardata.
Sapeva da secoli della cotta che la ragazza aveva per lui - non che fosse stato difficile notarla.
Ma sfruttarla in quel modo non era degno neanche di Jacob.
Senza contare che quella sparata avrebbe potuto mettere in guai seri la
ragazza - Elijah era pur sempre il Preside di Durmstrang e lei una sua
studentessa.
Ma era troppo tardi per tornare indietro. E non aveva proprio voglia di andare al ballo con Erika.
In effetti, non aveva proprio voglia di andare al ballo.
Solo l'idea di vedere suo fratello con Bianca gli dava il voltastomaco.
Ma restò fermo immobile, impassibile, aspettando che suo zio digerisse la notizia.
"La Sauer?" Domandò Elijah dopo qualche secondo di silenzio, perplesso.
"Proprio lei." Confermò Will "L'ho invitata circa due settimane
fa." Continuò a mentire spudoratamente "E non mi va di ritirare
la parola data solo perchè qualcuno
mi ha avvisato in ritardo." Con uno scatto si alzò in piedi
"Direi che la nostra conversazione è terminata. Vada a fare un
giro a Durm Sburg." Concluse con un inchino.
Senza aspettare che Elijah lo congedasse, Willhelm uscì velocemente dalla porta.
Doveva trovare Helene il prima possibile.
E sperare che nel frattempo non avesse accettato l'invito di qualcun altro.
Ne andava della sua credibilità.
-*-*-*-
Istituto di Durmstrang, Biblioteca
Liam arrestò di colpo i suoi passi, rischiando così di far cadere a terra alcuni dei pesanti tomi che teneva tra le braccia.
Era convinto di essere il solo studente presente nel Castello, ma a quanto pareva le cose non stavano affatto così: lì in biblioteca, a pochi metri da lui, intenta nella lettura di un libro voluminoso, si trovava anche Bianca Grimm.
Sorridendo leggermente per quella sorpresa inaspettata, il ragazzo si diresse nella direzione della cacciatrice, schiarendo leggermente la voce non appena si trovò a pochi passi dal suo tavolo.
"Ciao Liam." Lo salutò lei con voce annoiata, senza alzare lo sguardo dal libro. "Cosa ci fai qui? Ero convinta foste tutti a Durm Sburg." Commentò piatta, come se lo stesse chiedendo più per dovere che non per reale interesse.
Il ragazzo si strinse le spalle, appoggiando i libri sulla parte del tavolo vuota. "Durm Sburg non fa per me." Si limitò a rispondere "Non vado spesso neanche a Ilver Town. Ma vedo che non sono l'unico."
"Ho visto quel villaggio talmente tante volte che ormai potrei andarci in giro bendata." Commentò Bianca facendo spallucce e distogliendo per qualche secondo lo sguardo dal libro di testo per spostarlo su Liam "Tu invece non sei neanche un po' curioso?"
"No." Replicò però lui "E poi qui si trovano cose molto più interessanti di un vecchio villaggio di maghi." Aggiunse facendole un occhiolino.
Bianca, di fronte a quella sfrontatezza, si irrigidì appena. "Non vedo cosa ci possa essere di così interessante in una vecchia biblioteca polverosa." Rispose algida.
"La figlia del Preside finalmente senza le sue due guardie del corpo, per esempio?" Le rispose divertito Liam "E' difficile immaginarti senza i tuoi due cugini."
Per qualche secondo il silenzio si propagò tra i due, prima che Liam decidesse di interromperlo.
"Pertanto tantovale che io ci provi: vuoi venire al Ballo con me?" Domandò tutto d'un fiato.
Per un attimo, Bianca strabuzzò gli occhi, totalmente sorpresa da quella proposta inaspettata.
"Grazie per l'invito, ma vado già con Jacob." Rispose alla fine piatta.
"Immaginavo. Ma l'occasione di trovarti da sola è più unica che rara: dovevo almeno provarci." Si giustificò Liam scuotendo la testa "Peccato."
---------------------
Villaggio di Durm Sburg
"Kath?" La chiamò Kyle con un gemito frustrato, dopo aver riposto sullo scaffale l'ennesimo libro della giornata.
"Sì?" Rispose lei con un sorriso, avvicinandosi.
"Dimmi che almeno le tue ricerche stanno dando qualche risultato!"
Borbottò lui sconsolato "Perchè le mie sono un totale
fiasco."
"In realtà non ho ancora capito cosa devo cercare esattamente."
Rispose la ragazza con un sospiro "Quindi non posso dire di avere
trovato qualcosa di utile. Però sono fiduciosa." Concluse con un
sorriso luminoso.
"Vuoi
provare a darmi una mano?" Aggiunse dopo un po', vedendo il dirawong
sempre più sconsolato. "Magari un parere esterno può
essere utile!"
"Volentieri." Rispose Kyle illuminandosi.
Kathleen, a quel punto, si sedette ad un tavolino, tirando fuori dalla borsa un foglio di pergamena. "Ecco, guarda anche tu!"
Il ragazzo si sedette accanto a lei, scrutando il foglio.
"Ehm... cosa dovrei guardare esattamente?" Domandò perplesso. "Quella pergamena è totalmente bianca!"
"Esattamente." Confermò Kathleen. "Eppure, le istruzioni per la seconda prova sono scritte qua. E non si tratta di inchiostro invisibile: ci ho già provato. Avresti altre idee?"
Tyler e Reyna stavano ormai camminando per Durm Sburg a braccetto da un bel po'.
Dopo
un giro insieme in tutti i posti caratteristici del villaggio - era
stata più che altro Reyna a portare in giro Tyler - si erano
recati a pranzo alla locanda Luci Fatate, dove si erano ritrovati per
caso insieme ad altri loro compagni di scuola.
E subito dopo avevano ripreso a girare, senza una meta precisa, semplicemente chiaccherando per conoscersi un po' meglio.
Da qualche minuto però, alle nuvole grige si erano sostituiti i primi fiocchi di neve.
"Tu che ne dici?" Aveva domandato Tyler dopo aver allungato una mano guantata per afferrarne uno. "Rientriamo al Castello o restiamo ancora in giro?"
Reyna alzò il viso per scrutare attentamente il cielo.
Non le sembrava ci fossero le premesse per una nevica turbolenta, di
quelle che si sarebbero presto trasformate in vere e proprie
tormente - aveva imparato a riconoscerle ormai -, tuttavia quella
giornata l'aveva parecchio stancata.
Per quel motivo optò per ritornare al castello.
"Che ne dici se, appena arriviamo là, ti porto nelle cucine e ci
facciamo fare una cioccolata calda dagli elfi?" Domandò con un
sorriso al suo accompagnatore.
"Dico che, in tal caso, non vedo l'ora di tornare al Castello!" Le rispose Tyler sorridendo.
Forse fu un bene che entrambi fossero già sulla via del ritorno.
Nessuno dei due si ritrovò così in mezzo a ciò che successe poco dopo.
-*-*-*-
"HELENE!"
Sentendo
il suo nome gridato in quel modo, sia la rossa che Camille si
bloccarono in mezzo alla stradina, vedendo così Willhelm Grimm
avanzare verso di loro - un po' correndo e un po' scivolando sul
ghiaccio, senza però mai volare a terra.
Immediatamente la tedesca - davanti allo sguardo curioso e attento
della Serpecorno - si ritrovò a sorridere e ad arrossire.
"Ciao Will!" Trillò allegramente, non solo aspettandolo ferma in
mezzo alla strada, ma addirittura facendo dietro front per andargli
incontro.
Ormai
la curiosità di Camille era alle stelle, per quel motivo,
nonostante qualcosa le dicesse che quelli non erano assolutamente
affari suoi, rimase comunque ad osservare la scena.
"Ti devo chiedere una cosa!" Sentì così pronunciare la voce del ragazzo "Hai già un accompagnatore per il ballo?"
L'americana, davanti a quella richiesta, spalancò la bocca sorpresa.
E dire che Livvy nell'ultima settimana non aveva fatto altro che affermare sicura che Will avrebbe invitato lei per il ballo!
Evidentemente aveva fatto i conti senza l'oste...
Helene invece, a quella domanda, divenne rossa quanto i suoi capelli.
"Io... ehm... no... non ancora!" Riuscì a balbettare a malapena, dopo qualche secondo di titubanza.
"Ottimo!" Rispose Will sorridendo in maniera affabile "Posso avere l'onore di averti come accompagnatrice allora?"
A quella domanda diretta, la Sauer strabuzzò gli occhi incredula.
Era un sogno che si stava realizzando!
"Certo! Assolutamente sì! Ne sarei felicissima, oltre che
alquanto onorata!" Trillò allegramente, arrossendo se
possibile ancora di più.
"Onore mio!" Rispose Will. "Ti ringrazio!"
Dopo
un veloce baciamano per lei e un breve inchino rivolto a Camille,
così come era comparso il giovane Grimm scomparve nel nulla.
"Per gli Dei! Non ci posso credere!" Commentò Helene, con un sorriso enorme.
"Sono felice per te." Le rispose l'americana con un piccolo sorriso. Era davvero felice per lei.
Il problema era un altro: come lo avrebbe detto a Livvy?
Scambiandosi un cenno di intesa con Chris, Trys rallentò leggermente il passo.
"Clementine?" Domandò alla ragazza che si trovava pochi metri
più avanti rispetto a lui, a braccetto con Elizabeth. "Posso...
ehm... posso chiederti una cosa?" Iniziò titubante.
La ragazza, dopo aver rallentato a sua volta il passo, si voltò nella sua direzione, fino a fermarsi del tutto.
"Ma certo! Dimmi." Lo invitò a proseguire oltre, incuriosita.
Nel
frattempo sia Christopher che Elizabeth, intuendo quale potesse essere
la domanda, si allontanarono leggermente dai due per lasciare loro la
giusta privacy.
Si diressero così verso un piccolo ponticello di legno, sotto il
quale scorreva il fiume che bagnava il villaggio, in quel momento
completamente ghiacciato.
"Il nome di questo fiume è Dorfluss, letteralmente 'il fiume del
borgo'." Spiegò Chris indicandolo alla ragazza e salendo sul
ponte.
"Ecco..."
Iniziò Trys sentendo la gola diventargli completamente secca,
mentre Clementine lo guardava curiosa, anche se con un piccolo sorriso.
"Ti volevo chiedere..." Continuò a tentennare, sentendo tutta la
sua determinazione venire meno.
"Sì?" Lo incoraggiò lei, senza però sbilanciarsi.
"... hai già un accompagnatore per il ballo?" Riuscì finalmente a sputare fuori Trystifer, quasi in un sussurro.
Da quando era entrato a Durmstrang era sempre stato preso in giro per il suo essere mezzosangue. Aveva davvero paura che anche quella ragazza potesse avere pregiudizi in tal senso.
"No, non ancora." Rispose Clementine, mentre il suo sorriso si allargava man mano. Allora aveva indovinato!
"Allora... ti andrebbe di venire con me?" Riuscì a chiedere alla
fine Trys, incrociando le dita dietro alla schiena con la speranza di
avere una risposta positiva.
"Molto volentieri. Grazie per avermi invitato!" Rispose subito
l'australiana allegramente. "E grazie anche per aver accompagnato me e
Lizzie in giro oggi." Aggiunse "Siete davvero delle ottime guide."
"E' stato davvero un piacere." Replicò Trystifer altrettanto allegro "Anzi, se volete, vi facciamo vedere anche l'ultima parte: è subito dopo il pon..."
L'alastyn non riuscì però a finire la frase.
Un enorme boato attraversò il villaggio, scuotendo la terra con la stessa potenza di un terremoto.
E davanti agli occhi impotenti di tutti, un'enorme crepa si aprì
nel terreno, raggiungendo il ponte sul quale si trovava Christopher.
Fu un attimo: prima il kelpie era sopra al ponte.
Tre secondi dopo il ponte non esisteva più.
E Christopher era precipitato nell'acqua ghiacciata.
-*-*-*-
Intorno a loro c'era solo silenzio.
O forse era Sascha che, di punto in bianco, aveva smesso di prestare attenzione a ciò che la circondava.
Se continuava a camminare, era solo per la presa forte e salda che Jacob esercitava sul suo braccio, mentre la trascinava per Durm Sburg percorrendo al contrario la strada che li aveva condotti fin lì.
Ormai, nella sua testa, c'era spazio solo per le parole che le aveva rivolto quella vecchia inquietante.
Non fidarti della atserof.
Che diavolo era? Cosa significava?
Quando ci entrerai di tua volontà, sarà la tua fine.
Intendeva dire che quando sarebbe entrata in quella cosa misteriosa sarebbe morta?
Cos'era quella signora, una veggente? Oppure solo un'ubriacona?
Sembrava che il Grimm si fidasse profondamente di lei.
Quindi quello per lei cos'era stato, un avvertimento? Una profezia? Una mera condanna?
Sarà la tua fine.
Era talmente immersa nei suoi pensieri, che non si accorse di nulla.
Almeno finchè non sentì un rombo talmente forte che venne per forza distolta dai suoi pensieri.
E subito dopo Jacob la buttò a terra, mentre un lampo colorato passava velocemente sulle loro teste, schiantandosi contro ad un muro lì vicino.
"Ma cosa...?" Esclamò sorpresa, rivolta al nulla.
Jacob, imprecando, era già rotolato di lato, su se stesso, slittando così poco più avanti.
Lasciando la presa sul suo braccio.
Ancora frastornata, vide il ragazzo estrarre la bacchetta, puntarla su una figura lì vicino e buttarla gambe all'aria.
E in un attimo di lucidità, si rese conto di avere un'occasione irripetibile a portata di mano: il Grimm non stava prestando la minima attenzione a lei e tutt'intorno c'era solo caos.
Poteva approfittare della situazione per fuggire.
Per quel motivo, appena le sembrò che Jacob fosse in difficoltà - era impegnato da solo contro tre uomini - si appiattì contro la parete di una casa, indietreggiando lentamente.
E vedendo che lui continuava a non prestarle attenzione, si diede alla fuga.
-*-*-*-
"Lizzie! Lizzie! Cosa stai facendo?" Domandò Clementine allarmata, vedendo i gesti frenetici della sua amica.
"Non ho tempo per stare a spiegarti Clem!" Esclamò però lei, continuando a spogliarsi e cercando di non focalizzare la sua attenzione su Trys, che la guardava con occhi sbarrati, incapace di articolare un qualsiasi suono. "Aiutami a togliere la gonna piuttosto!"
"Non vorrai mica buttarti nell'acqua ghiacciata!" Esclamò incredula la serpente arcobaleno "Lizzie, non sarai mica impazzita vero? Quel ragazzo lo conosci appena!"
"Clem, fidati di me per favore." La supplicò però Elizabeth "So quello che faccio."
Senza perdere altro tempo, la bunyip strappò - con l'ausilio della magia - l'ultimo pezzo di tessuto che le intralciava i movimenti, poi si tuffò in acqua, mentre sia Trys che Clem trattenevano il fiato, non riuscendo a capire il perchè di quella pazzia.
Per qualche secondo nessuno dei due si mosse, vedendo anche la testa della ragazza scomparire sotto il pelo dell'acqua.
Si resero conto di aver trattenuto il respiro solo più tardi, quando videro Elizabeth riaffiorare, trasportando tra le braccia il corpo svenuto e pallidissimo di Chris.
Ma non era più la stessa Elizabeth: al posto delle gambe, aveva una coda argentata.
-*-*-*-
Istituto di Durmstrang, sera
"Ecco Black aiutami! Controlla che i tuoi compagni ci siano tutti." Le aveva ordinato Elijah, teso e preoccupato come Reyna non l'aveva mai visto, dando alla ragazza un foglio di pergamena con la lista di tutti gli studenti di Durmstrang che in quella giornata si erano recati a Durm Sburg. "Fai la stessa cosa anche tu Jones." Aveva confermato David, apprestandosi a fare la medesima cosa con il suo caposcuola. "Ogni minima cosa, per favore, riferiscimela."Fu così che la kelpie trovò il suo compagno di casa, Chris, avvolto in una pesantissima coperta di lana, ancora sconvolto per la nuotatina fuori programma nel Dorfluss.
Così come Tyler incappò invece in Patton, che continuava a vantarsi di avere salvato la vita da solo ad almeno dieci ragazze.
Il Caposcuola, ridendo sotto ai baffi, passò velocemente oltre: a poca distanza dal wampus si trovava infatti Willhelm Grimm, probabilmente il vero autore del salvataggio. Che aveva tutta l'aria di voler strozzare l'americano.
Alla fine dei conti, fortunatamente, sembrò che nessuno fosse scomparso.
Almeno finchè Charlotte non ebbe finito di controllare i suoi studenti.
Una ragazza di Murrinh - Patha era scomparsa.
Janet Cox. Una medium.
Un'altra sondereith.
-*-*-*-
“Liv!”
“Pssss, Livvy!”
“Dai Livvy rispondimi!” Più passava il tempo e
più la tuonoalato si chiudeva in sé stessa, pensando ed
immaginando Will con un’altra ragazza… era un qualcosa che
non poteva accettare: Cammie lo aveva capito e cercava in ogni modo di
farla reagire.
“Cam! Vuoi finirla? A sentire te bisbigliare di continuo
sbaglio a scrivere il rotolo di pergamena sulla Luna per domani!”
Sbottò la Ravenwood quando non riuscì più a
rimanere in silenzio di fronte al continuo parlare dell’amica.
Erano
quasi le dieci di sera e le due ragazze si erano rintanate nella loro
stanza subito dopo la cena, anche se il coprifuoco non sarebbe scattato
prima delle undici.
“Ne
ho abbastanza di questo coso che sa solo muovere le maree e far
diventar lupi mannari gli uomini! Vado in bagno e poi a letto, le
ultime righe le copio da te domani prima di consegnarlo.”
Sentenziò Camille, arrendendosi di fronte al mutismo assoluto
dell'amica e uscendo così dalla stanza.
“CAMMIE! ASPETTA! CAMMIE!”
Sentendosi chiamare e riconoscendo la voce, la ragazza si girò
su se stessa, trovandosi così davanti a Patton, che le
correva incontro con un allegro sorriso.
“Pat? Che ci fai qui a quest’ora?" Domandò
curiosa, mentre dentro di sè iniziava a pregare che il ragazzo
non fosse di nuovo lì per tentare di invitare Livvy al ballo.
Non era decisamente il momento migliore.
“Ho
una idea da proporti!" Esclamò il wampus, gonfiando il petto in
modo da sembrare ancora più autoritario e forte di quanto fosse
veramente. Il ragazzo si aspettò degli elogi per il suo operando
che però tardarono ad arrivare e, di conseguenza, prese di nuovo
la parola mettendo fine a quel momento di silenzio decisamente
imbarazzante. “Beh… Stamattina ti ho salvata, dimostrando
a quei due stolti di Liam e Tyler come si combatte e come si difende
una povera donzella e quindi… che ne dici di venire con me al ballo?
Così, se ci sarà ancora una volta un attacco farò
vedere qual è la vera forza di un mago di Ilvermorny.” Il
monologo di Pat finì ma Cam rimase con la bocca leggermente
aperta, quasi in trance, non sapendo esattamente come comportarsi.
“Camille? Ci sei?” Provò a scuoterla il Wampus dopo
un po', vedendo che la risposta tardava ad arrivare. "So che la
proposta per te debba essere scioccante, data la fortuna che stai
avendo nel ricevere un mio invito, ma..."
“Pat… io… MA OVVIO CHE ACCETTO!” Rispose
infine la ragazza, cercando di mascherare con una mano l'attacco di
risarola che le era venuto assistendo allo spettacolino messo su del
ragazzo.
Almeno lascierà in pace Livvy.
Patton,
quella sera, tornò nel suo dormitorio con un sorriso a trentadue
denti, non vedendo l'ora di riferire a Liam che era stato lui a vincere
la scommessa, accaparrandosi per primo una dama.
Dopotutto lo diceva sempre anche
Sogno: nessuno è meglio di Patton Powell. E chi mai sarebbe
stato capace di contraddire un corvo?
Mentre aspettava che Camille ritornasse dal bagno, Livvy ragionava, persa nei propri pensieri.
Quanto tempo mancava al ballo? Troppo poco e lei non aveva ancora un accompagnatore.
La speranza di vedersi sulla pista da ballo insieme a Will era ormai naufragata: non sapeva più dove sbattere la testa.
Aveva
sempre detto che o l'avrebbe accompagnata Will oppure non si sarebbe
fatta accompagnare da nessun altro, sicurissima com'era che lui glielo
avrebbe chiesto.
Ma Willhelm Grimm non l'aveva invitata.
E lei non aveva fatto i conti con un altro particolare: era una Campionessa e, come tale, doveva per forza aprire le danze.
Semplicemente, non poteva in alcun modo andare da sola.
Non era pentita di avere rifiutato Patton quella mattina, ma se
non avesse trovato una soluzione in fretta forse si sarebbe trovata
costretta a cambiare idea sul wampus. E a lei non piaceva tornare sui
suoi passi.
Mentre era immersa in quei ragionamenti, un leggero TOC TOC alla porta la distrasse.
Estraendo la bacchetta - ormai, con quei continui attacchi, non si sentiva al sicuro neanche lì dentro - Livvy si avviò verso la porta.
"Chi è?" Domandò senza aprire.
"Livvy! Sono Liam!" Rispose la voce del ragazzo.
Socchiudendo appena la porta, la ragazza continuò a puntargli la bacchetta contro. "Se sei veramente tu, dimmi cos'è successo al terzo anno a Ernest Filmen." Domandò guardinga.
"E' stato appeso a testa in giù nel corridoio del quarto piano, subito dopo la lezione di incantesimi, perchè aveva provato a baciare la ragazza di Julian Moore." Rispose pacato Liam, alzando le mani in aria come ad indicare che veniva in pace. "Ho superato il test?" Domandò poi con un piccolo sorriso divertito.
Immediatamente Livvy abbassò la bacchetta e aprì la porta del tutto. "Di questi tempi non si sa mai." Si giustificò. "Dimmi pure."
"Senti… mi stavo chiedevo se... beh... Insomma, vuoi andare al ballo con me?” Domandò il wampus.
La ragazza si bloccò interdetta sulla porta per qualche secondo, sbattendo le palpebre perplessa.
E dire che fino a pochi secondi prima si stava disperando proprio per quel motivo!
Probabilmente quella era la sua unica opportunità per essere accompagnata da qualcuno di decente.
“Certo,
perché no.” Sospirò alla fine, togliendo
così un peso dalle proprie spalle: almeno aveva un
accompagnatore, anche se non era esattamente ciò che più
desiderava.
Era così presa dalle proprie riflessioni che non si
accorse che nel frattempo il Caposcuola, dopo aver ricevuto il suo
consenso, le aveva rivolto un breve ringraziamento e un inchino, prima
di avviarsi nuovamente nel corridoio.
Con un altro sospiro, richiuse la porta dietro di sè, mettendosi ad aspettare il ritorno di Camille.
-*-*-*-
Sascha non aveva idea di quanto tempo fosse passato dalla sua fuga.
Stava correndo nel bosco, senza mai fermarsi, cercando di orientarsi con i suoi sensi, più sviluppati di quelli umani.
Ormai era buio.
Il sole era tramontanto da parecchio e faceva sempre più freddo. Da pochissimo aveva anche iniziato a nevicare.
Rallentando leggermente la corsa, ma senza mai fermarsi nonostante non avesse più fiato, si portò le mani alla bacca e ci soffiò sopra, cercando di scaldarle con il suo stesso fiato.
Doveva continuare a muoversi.
Se lo stava ormai ripetendo come un mantra per convincersi a non fermarsi mai, ma iniziava a non crederci neanche lei.
Dove era finita davvero?
Qual era la strada per tornare a casa?
Non lo sapeva, non ne aveva la minima idea.
Senza accorgersene, rallentò il passo e si guardò attorno per cercare di orientarsi, mentre il suo stomaco brontolava sempre più forte.
Ma era troppo buio per vedere.
All'improvviso, qualcosa alle sue spalle la buttò a terra.
Presa alla sprovvista, cacciò un urlo e riuscì a malapena a coprirsi il viso con le braccia, in un inutile tentativo di proteggerlo. Finendo per graffiarsi sia i gomiti che le ginocchia.
Cercò di ribellarsi con tutte le sue forze, anche strillando per palesare la sua contrarietà, ma chiunque fosse sembrava non fare caso ai suoi tentativi di ribellione.
Le portò le braccia in alto, sopra alla testa, e contemporaneamente un peso si affossò sulle sue gambe, impedendole di scalciare.
Era letteralmente bloccata.
"Se non la smetti di ribellarti, le gambe te le rompo." La minacciò la voce di Jacob, leggermente affannata "Così la prossima volta neanche ci provi a scappare. Sono stato chiaro, lupetta?"
Cercando di soffocare le lacrime, che però continuavano a scendere - copiose e traditrici - Sascha cercò di ribellarsi ancora una volta.
Tentativo facilmente stroncato da Jacob, che sfruttò le sue mosse per immobilizzarla ancora di più.
"Sono un cacciatore, non riuscirai mai a sfuggirmi." Commentò divertito "E in passato ho ucciso per molto meno. Andiamo." Le disse prima di strattonarla violentemente per farla rialzare in piedi e iniziando a trascinarla di nuovo con sè camminando.
"Allora uccidimi." Lo pregò lei tra le lacrime, dopo aver mosso qualche passo tremante, rifiutandosi di proseguire oltre "Sono prigioniera da non so quanto... la mia vita non ha più un senso." Singhiozzò, mentre la sua voce rimbombava nella piccola radura nella quale erano appena sbucati, dove continuavano a cadere leggeri i fiocchi di neve.
Non si accorse che la presa del ragazzo su di lei si era allentata finchè non si trovò a crollare in ginocchio - sconquassata dai singhiozzi - tra la terra, la neve e le radici.
"Uccidimi e facciamola finita."
Il Grimm la scrutò per un attimo, quasi come per soppesare la sua richiesta. "Magari un giorno lo farò. Ma, almeno per ora, mi servi viva. Muoviti." Le ordinò prima di afferrarla nuovamente per un braccio e ricominciare a trascinarla.
Sascha neanche provò più a ribellarsi.
Non ne aveva più le forze.
------------------------
Per chi se lo stia chiedendo, Janet Cox è uno degli OC che avevo scartato all'inizio.
Domande della settimana:
1) faccio un capitolo intermedio o passo direttamente al Ballo?
2) avete capito quali sono le prime fiabe? (chi le indovina tutte per primo ha diritto ad un bonus!)