Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: _ChocolateKookie_    22/03/2017    2 recensioni
In una delle tante giornate di pulizia di primavera una ragazza sta scegliendo cosa portare in soffitta
dei suoi vecchi giochi, e tra essi, nello scatolone colmo ricompaiono i suoi vecchi amici d'infanzia; ne afferra uno
tra le mani, per sentire quella consistenza morbidosa che avevano un tempo.
Ciascuno aveva un proprio nome e una caratteristica diversa rispetto ad un altro.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 4 Uno spiraglio di luce che arrivava dritto al viso di Hye-jin le fece aprire gli occhi, della serata precedente ricordava di essere tornata a casa stanca morta e di essere piombata sul divano. Si sollevò mettendosi seduta e solo in quel momento si accorse di non essere sul divano, ma sul suo letto. Si sentì confusa per un istante e provò ad immaginare a come sarebbe riuscita ad arrivare fin lì, era forse sonnambula? Quel pensiero le balenò per un po' nella testa, ma decise di non pensarci più, così si infilò le ciabatte che strascicava a terra e si diresse verso quella che doveva essere la sua cucina. In lontananza vide una figura, poggiata contro il muro, le sembrò molto famigliare. Si fece due domande su come una persona a lei sconosciuta fosse in casa sua. "Buongiorno" esordì il ragazzo mostrando uno dei suoi sorrisi migliori.

Hye-jin si strofinò gli occhi una volta, e poi un'altra volta ancora, ma questa figura continuava a comparire. "T-tu chi sei?" chiese titubante e con voce bassa. Sempre con il suo solito sorriso stampato in faccia si avvicinò alla ragazza, poggiandole una mano sulla spalla stringendola lievemente. "Sono il tuo peluche Hoseok, il tuo buon umore" ultimamente, stavano succedendo molte cose strane e a Hye-jin tornò alla mente l'episodio del locale, di quei quattro ragazzi. Cercando di ricordare e di sforzare la mente provò a rammentare i visi dei quattro, e spalancò la bocca non appena si ricordò di Hoseok. Non ci stava capendo più niente, si spiegava di come fosse possibile.

"Cosa sta succedendo? Tu sei solo un peluche, non puoi essere reale" rispose la ragazza con i suoi occhi lucidi.
"So che adesso potrai sentirti confusa, ma noi siamo reali" il ragazzo si fece serio, e fu lì che si sentì ancor più confusa per via della sua serietà.

Tolse bruscamente la mano di lui poggiata sulla sua spalla "È impossibile. Nulla di tutto ciò è reale, ti dimostrerò che i miei peluche sono in camera" in fretta e furia si diresse nella sua camera, si girò a destra e sinistra nel tentativo di individuarli, rovistò nell'armadio e sotto al letto; aveva messo a soqquadro tutta la stanza ma dei peluche non c'è ne era traccia, sembravano come volatilizzati. "Sono più che sicura di averli lasciati qui l'ultima volta" si ripeté a bassa voce riprendendo a cercare. Nel frattempo i quattro ragazzi si pararono davanti alla porta della sua stanza, aspettarono che lei si accorgesse di loro, ma sembrava talmente presa che non li degnò nemmeno di uno sguardo.

"Hye-jin siamo qui" sbottò con tono quasi brusco Yoongi, che fino a poco tempo fa stava attendendo un suo sguardo. La ragazza si voltò verso la voce in questione e quando li vide si sentì cedere. Li guardo e realizzò che quelle facce erano le stesse del locale. Si sollevò da terra e con passo lento si avvicinò ai quattro ragazzi, si ritrovò di fronte a Jimin, gli sfiorò una guancia per sentire se fosse davvero reale. "Siete umani?" chiese.

"Be' in realtà possiamo trasformarci da peluche a umani e viceversa, ma in questo momento si siamo umani" rispose Hoseok.
"Ho qualcosa che non va forse?" domandò Hye-jin abbassando gli occhi a terra.
"Cosa vuoi dire?" domandarono in coro Yoongi e Jimin che dall'inizio tennero lo sguardo puntato su di lei.
"Ho qualche problema mentale forse? O ho le allucinazioni?"
"Non hai nessun tipo di problema" rispose Jimin rassicurandola "È reale" continuò quest'ultimo. Hye-jin sembrava ancora scettica all'idea di credere a tali, passò di fianco ai ragazzi e tornò al piano inferiore. I quattro la seguirono fino al divano dove lei si sedette.

JungKook che tutto il tempo era stato a guardare, decise che quello era il momento giusto per agire. Le si avvicinò e la abbracciò saldamente. La strinse a sé più forte che poteva senza soffocarla, cercando di trasmetterla quanto più affetto possibile. Gli altri ragazzi si riguardarono fra loro turbati dal comportamento così espansivo del minore, in quanto era solito imbarazzarsi.
Il ragazzo si allontanò pian piano da Hye-jin e la afferrò per le spalle guardandola dritta in viso, gli restò difficile farlo, non era in grado di reggere lo sguardo per così tanto tempo; era consueto abbassare lo sguardo, in tale modo si sentiva sollevato e non era costretto a fissare gli occhi dell'altro, sopratutto se la persona in questione era Hye-jin. Cercò di provarci ugualmente doveva farcela per forza, oramai si era messo in gioco. Gli era complicato persino spiccicare una parola di senso compiuto, più ci provava più le parole gli morivano in gola, ingoiava ripetutamente la saliva e tentò di fare mente locale prima di aprire bocca.

"Spero che in questo modo hai potuto capire che sono reale, hai sentito le mie braccia e il mio corpo abbracciarti. Non dimenticare tutti gli abbracci che mi hai dato, potremmo continuare ancora...e non da semplice animale di pezza, ma da umano. Due braccia sono sempre meglio rispetto a delle zampe no?" JungKook riuscì a tirar fuori quello che la sua mente in quel lasso di tempo aveva pensato, ma con gli occhi un po' lucidi e il naso gocciolante. Sembrò commuoversi anche Hye-jin che le sorrise debolmente, gli afferrò il mento con due dita scoprendo il suo viso, e mentre una lacrima scendeva cautamente dal viso del ragazzo, Hye-jin provvedette a toglierla passandoci il pollice e accarezzando la sua guancia.

"Ora dovrei intervenire io consolazione"
"Si da il caso che è anche il mio turno caro Jimin visto che sono il buon umore, solo io posso renderla felice" si glorificò Hoseok.
"Mi sento escluso in questo contesto" esordì Yoongi, mostrando il labbro inferiore per sfoderare un broncio ben visibile.
"Non metterti in disparte dormiglione, ho bisogno di te per fare sonni tranquilli" asserì Hye-jin. Yoongi sembrò rasserenarsi a quelle parole, non riusciva a tenere il broncio a lungo tempo quando proferiva parola lei. Hoseok spalancò le braccia per sollecitare gli altri ad un abbraccio di gruppo, compresa Hye-jin che non si tirò indietro. Si strinsero e quasi non si schiacciarono tra loro.

 A interrompere l'abbraccio fu proprio la ragazza stessa "Ragazzi, io ho fame" enunciò, seguito da un brontolio allo stomaco; Hye-jin diventò paonazzo in viso quando tutti e quattro scoppiarono a ridere buttandosi a terra con le lacrime agli occhi. La ragazza corse in cucina per togliere l'imbarazzo provato e per cucinarsi qualcosa. I quattro la osservarono ai fornelli con un adorabile grembiule legato con un fiocco alla vita. In cerchio osservarono increduli il piatto poggiato sul tavolo, e fiutarono per sentire l'odore dell'alimento in questione. Secondo l'olfatto di JungKook sembrò qualcosa di estremamente gustoso e cercò di immaginarne il sapore.

"È pollo!" enunciò Hye-jin, "Volete assaggiarlo?" domandò. I quattro si guardarono, volevano prendere le stesse decisioni. Erano in dubbio, in fondo non conoscevano gli alimenti degli essere umani e provarli equivaleva a qualcosa di nuovo. "Si" pronunciarono tutti e quattro all'unisono poco dopo. La ragazza prese le bacchette insegnando a ognuno di loro il modo corretto per adoperarle, ma ai quattro ragazzi sembrò un' impresa quasi ardua. Non riuscivano a tenere allineate le bacchette e ogni qualvolta afferravano un cibo, queste si incrociavano. JungKook sembrò essere ad un passo dal divorare il boccone che aveva tra i due bastoncini, e proprio mentre lo stava sollevando per portarlo alla bocca cadde per la quinta volta.

"Perché è così complicato?" domandò Jimin ormai stanco, battendo la testa sul tavolino; era esausto di provare e riprovare.
"Forse perché non abbiamo mai imparato ad usarle, testa quadra!" asserì Yoongi che per l'ennesima volta stava sollevando l'ennesimo boccone, che fallì miseramente. Si rassegnarono all'idea di mangiare con le bacchette. "Perché dobbiamo usare le bacchette quando abbiamo le mani" fu di nuovo Yoongi a parlare e a quell'affermazione parvero illuminarsi tutti, come se quella fosse stata l'unica soluzione. In sincrono si fiondarono sulla pietanza, ognuno con il rispettivo boccone nel piatto. Quel cibo sembrò smuovere le papille gustative di tutti e quattro, era di loro gradimento e se ne meravigliarono anche loro stessi; a tal punto da riempirsi il piatto per la seconda volta.
 
  
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