Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: effie_    24/03/2017    2 recensioni
(Cap.13) Nel mentre lo guardava, la giovane Evans capì che Potter era esattamente come tutti gli altri, se non peggio. Senza uno stuolo di oche adoranti non si sentiva completo ed era certa che una volta alla settimana ne scegliesse una a cui far provare il paradiso, per poi mollarla dopo tre giorni con la stessa noncuranza di un vaso rotto. Era davvero un essere abominevole.
(Cap.26) - Ce la caveremo, Potter?
- Certo che sì. Alla fine, Evans, siamo una bella coppia. Tu sei tante cose belle messe assieme e io tanti disastri collegati. Direi che così ci completiamo. Anche perché voglio incasinarti la vita nel modo più dolce possibile.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una volta fuori dal raggio d’azione dei Serperverde, Lily, James, Sirius e Alice, ormai tornati normali, si concessero di fermarsi qualche istante a riprendere fiato. In teoria sarebbero dovuti ritornare immediatamente al bagno dei Prefetti e cambiarsi, ma erano ancora così sconvolti dalle rivelazioni ricevute e dalla corsa fatta che si accasciarono contro il muro di pietra nei pressi del terzo piano e rimasero in silenzio per alcuni minuti, senza riuscire a muoversi.
<< Credete che ci abbiano scoperti? >> domandò ad un tratto Sirius.
<< No >> gli rispose sicura Alice << Tu e James avete recitato al meglio la vostra parte e Bellatrix non ha sospettato nulla >>.
<< Ma Lily è andata a sbattere contro Piton mentre si stava trasformando…>>.
<< L’ho trascinata via in tempo >> lo rassicurò James << Forse lì mi sono un po’ tradito, ma che importa? Ora toccherà al vero Avery e alla vera Isabella spiegare se hanno o no una relazione segreta >>.
Lily, appoggiata per metà al corpo di James, allungò un braccio e gli strinse forte una mano; se non fosse stato per lui, Severus l’avrebbe certamente smascherata, dato che non sarebbe riuscita a muoversi di un solo centimetro. Come sempre, James era il suo salvatore.
<< Ragazzi…come la mettiamo con Remus? Voglio dire…dite che Rodolphus parlasse sul serio quando ha detto di Mulciber e…Mary? >>.
<< Non credo scherzasse, Alice >> sospirò amaramente Sirius. La sola idea lo faceva ancora rabbrividire << Non scherzava riguardo a Marlene >>.
<< Remus non deve sapere >> stabilì James << Non so se riuscirebbe a sopportarlo. Poi magari Mulciber non ha fatto nulla. Se invece fosse…fosse successo, sarà compito di Mary…dirglielo >>.
Per quanto le sue parole sembrassero molto ingiuste, nessuno degli altri tre trovò nulla da obiettare. Ora l’unica cosa importante era salvare Mary dalle grinfie del Signore Oscuro, al resto avrebbero pensato dopo.
Erano proprio sul punto di alzarsi per tornare al bagno dei Prefetti, quando una voce esclamò << Fermi dove siete! >>.
Sirius spalancò gli occhi e si picchiò una mano sulla fronte << Non ci credo…con tutto quello che è successo, ci siamo dimenticati di Gazza! >>.
<< Lasciate fare a me >> ridacchiò James << Io e lui siamo vecchi amici >>.
<< Forse dovrei parlarci io, che sono una Caposcuola…>> intervenne Lily.
<< E perché io no? Lasciami l’onore, per una volta. Questa battaglia non ti riguarda >>.
Prima che Lily o Alice potessero fermarlo, James si sbracciò in direzione del custode e urlò con quanta voce aveva in corpo << Ehilà, Gazza! >>.
<< Non ti muovere, Potter! >>.
<< E chi si sta muovendo? >>.
Il custode li raggiunse con il fiatone dopo la lunga corsa e la sua insopportabile gatta, Mrs Purr, gli era alle calcagna.
<< State facendo qualcosa di proibito, non è così? Questa volta non riuscirai a sfuggirmi, Potter! >>.
<< Immagino che ora sia il momento in cui inizi a minacciarmi con il solito repertorio di punizioni…>>.
<< E squartamenti…>> gli fece eco Sirius.
<< E orribili torture…>>.
<< Ci appenderai per i polsi? >>.
<< Fate silenzio! >> strillò Gazza, esasperato.
<< Dimmi, su quali basi vorresti darci una punizione? >> continuò James << Siamo solo quattro studenti in giro come tutti gli altri >>.
<< Il coprifuoco è scattato mezz’ora fa >>.
<< Nel caso ti sia sfuggito, io e Lily Evans siamo i Capiscuola. Abbiamo beccato Sirius Black e Alice Prewett fuori oltre l’orario e li stavamo giusto portando dalla McGranitt >>.
<< E perché avete le divise da Serpeverde? >>.
<< Oh, ma possibile che tu non sia mai informato su nulla?! E dire che dovresti sapere tutto di questa scuola! Per festeggiare la fine degli esami, agli studenti è concesso portare per un giorno la divisa della Casa che ritengono più disgustosa. Ah, vedo che anche tu hai scelto Serpeverde, dunque >>.
Lily, Alice e Sirius non riuscirono a trattenersi e scoppiarono a ridere. Dopo tutto quello che era successo, sentire James che prendeva in giro Gazza era così simile alla normalità che non poterono fare a meno di sentirsi sollevati. Il povero custode divenne viola di rabbia. Irritato dal fatto di non avere apparentemente motivi per incriminarli, notò uno strano foglio che sbucava dalla tasca della divisa di James, così si slanciò in avanti e lo afferrò.
<< E questo cos’è, Potter? >>.
Sirius trasalì, ma James cercò con tutte le sue forze di restare impassibile << Solo un foglio di pergamena di riserva >>.
Gazza se lo rigirò fra le mani << Scommetto che è pieno di magia oscura…>>.
<< Per le mutande di Merlino, non dirmi che sei davvero così stupido da pensarlo >>.
Il custode se lo avvicinò al naso adunco, lo studiò da ogni angolazione possibile, ma non successe nulla. Allora, perplesso, afferrò la bacchetta e cominciò a premere su di esso, finché la risata sguaiata di James non lo interruppe.
<< Gazza, devo ricordarti che sei un magonò? >>.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Il custode grugnì di rabbia e si allontanò sbuffando come un toro inferocito, tuttavia portò via con sé anche il misterioso foglio di pergamena.
<< James! >> esclamò Lily, preoccupata. Aveva visto la Mappa del Malandrino in azione e, se fosse dovuta cadere nelle mani sbagliate…
<< Tranquilla, Lily >> si affrettò a rassicurarla Sirius << Gazza non scoprirà mai come aprirla, è progettata per far sì che solo uno studente possa farlo, con le parole giuste, ovviamente. Se anche dovesse portarla da un professore…Remus ha ideato un trucchetto divertente >>.
<< Prima o poi andremo a riprenderla >> commentò James << Ora ci conviene tornare di corsa ai bagni dei Prefetti. Di sicuro Marlene, Remmy e Coda staranno morendo di preoccupazione >>.
Il giovane Potter non si sbagliava: non appena raggiunsero i bagni, i tre amici si fiondarono letteralmente su di loro, ansiosi di sapere che cosa avessero scoperto e i motivi per cui avessero tardato così tanto. Remus quasi si sciolse dal sollievo nel sentire che Mary era ancora viva e vegeta e non si accorse nemmeno nel fatto che gli amici cercarono di non guardarlo troppo negli occhi nel mentre glielo dicevano. Solo Marlene intuì qualcosa e sfiorò leggermente il braccio di Sirius, ma lui le mimò con le labbra un “dopo” e si sforzò di mantenere un’espressione neutra. Peter rimase costernato dal fatto che Gazza avesse requisito la Mappa del Malandrino, ma James lo rassicurò dicendo che appena possibile si sarebbe fatto mettere in punizione e l’avrebbe recuperata.
Una volta tornati con gli abiti di Grifondoro, andarono a liberare gli altri compagni a guardia dei Serpeverde ancora svenuti e poi ritornarono tutti insieme alla Sala Comune, consapevoli del fatto che ora avrebbero dovuto organizzare un piano per penetrare a villa Lestrange.



Quella notte, ogni cosa sembrava tranquilla attorno ai confini della villa. A quasi tutti i babbani della zona quel vasto campo che si trovava nei sobborghi di Londra appariva solamente come un enorme terreno mai utilizzato, tuttavia la recinzione elettrificata con la scritta “Pericolo” aveva sempre messo sull’attenti chiunque avesse cercato di oltrepassarla. Non potevano sapere che, bel celata dietro strati di barriere magiche, si trovava una villa immensa, con tanto di giardino pieno di sculture, colonne mastodontiche e alte finestre ricoperte da spesse tende color rosso scuro.
<< Beh >> commentò James sottovoce << Casa mia è più bella >>.
Le sue parole si persero nell’aria grazie al vento che spirava quella notte, ma Lily lo fulminò lo stesso con un’occhiataccia. Poi Marlene, che si era assunta il ruolo di capo generale dell’operazione, fecero loro cenno di seguirla.
Lasciare Hogwarts non era stato facile. La prima idea che era venuta a tutti loro era stata quella di confondere Lumacorno e utilizzare il suo camino con la metro polvere, esattamente come facevano i Serpeverde, tuttavia poi si erano ricordati del fatto che in quel modo sarebbero piombati esattamente nel salotto di casa Lestrange e addio all’effetto sorpresa. Il loro obiettivo era soffiargli Mary da sotto il naso senza che nemmeno se ne accorgessero, motivo per cui ci voleva qualcuno che fosse stato alla villa svariate volte e conoscesse a menadito tutti i suoi passaggi segreti.
Ecco perché Marlene, nonostante le proteste di Sirius, si era aggregata al gruppo. Infatti era stato deciso che Lily, James, Sirius e Remus avrebbero partecipato alla missione di salvataggio, mentre gli altri sarebbero rimasti a guardia dei Serpeverde al castello. Così, l’unica soluzione che era venuta in mente a James era stata il Quidditch. Sulle prime Lily e Marlene non avevano ben compreso che cosa volesse dire, finché James non aveva chiamato la sua scopa con un incantesimo e allora tutto era stato chiaro. Remus, che non sapeva minimamente volare, era salito insieme a James, Sirius aveva portato Lily e Marlene aveva guidato da sola, dato che poi sarebbe stato suo compito portare Mary.
Nascosero le scope nei cespugli che crescevano attorno al giardino della villa, dopodiché seguirono Marlene e sgattaiolarono oltre l’angolo della casa, in una sorta di piccolo vicolo che doveva essere usato per l’immondizia, visto che vi albergavano scatoloni vuoti pieni di cibo marcio e bottiglie vuote.
<< Che ci facciamo qui? >> sibilò Sirius a Marlene.
<< Tempo fa, quando eravamo piccoli, io e Rodolphus avevamo scoperto un passaggio segreto che conduceva all’interno della casa. Ricordo che era circa qui…ma deve essere coperto dai rifiuti >>.
<< Lasciate fare a me >>.
Prima che qualcuno potesse fermarlo, Remus si avvicinò agli scatoloni e li spostò con un calcio; alcune bottiglie ancora integre caddero a terra e si frantumarono in mille pezzi.
<< Remus! >> soffiò Lily, terrorizzata << Non fare tutto questo rumore! >>.
<< Non me ne frega niente del rumore. Voglio salvare la mia fidanzata il prima possibile e se questo è l’unico modo…>>.
James lo trattenne prima che potesse scagliare un altro calcio e lo obbligò a guardarlo. L’amico aveva il volto lucido di sudore e gli occhi rossi, come se non fosse in grado di poter sostenere ulteriori sofferenze.
<< Ascoltami, Remmy. Anche noi vogliamo salvare Mary così come lo vuoi tu, ma vogliamo anche uscirne vivi. Se venissimo scoperti…non esiteranno ad ucciderci. Lo capisci? >>.
<< Allora sbrighiamoci >>.
Senza ulteriori esitazioni, Lily estrasse la bacchetta e mormorò a fior di labbra un veloce incantesimo di spostamento, che rimosse gran parte della spazzatura senza creare altri danni. In un attimo fu ben visibile una piccola grata di ferro, con le sbarre sottili ricoperte da un leggero strato di ruggine, appena sufficiente per il passaggio di una persona.
<< Ci siamo >> disse Marlene. Prese a sua volta la bacchetta e la grata si spostò con un semplice tocco.
<< Vado io per primo >> si offrì James.
Il ragazzo si infilò nell’apertura con una mossa felina e Lily trattenne il respiro, aspettandosi di sentire un suo urlo di dolore, o di stupore…ma non accadde nulla. Avvertì appena il sordo rumore dei suoi piedi che atterravano su qualcosa di solido e qualche istante dopo la sua voce li avvisò che avevano via libera. Sirius e Remus si calarono subito dopo, poi fu il turno delle ragazze. Lily si tappò il naso nel mentre si infilava nel buco e cercò di non pensare alla quantità di regole che aveva infranto da quando si era messa con James Potter. Cadde attraverso l’apertura e un secondo dopo James la prese al volo, sostenendola fra le braccia più del necessario.
<< Stai bene? >> le sussurrò.
<< Sì. Ho solo…paura >>.
<< Non temere. Ci sono io al tuo fianco. Sempre >>.
Per un momento furono immersi nell'oscurità più totale. Per quei corridoi bui soffiava un'aria calda e umida, pesante, che li investì in piena faccia. Inebetiti, si bloccarono senza riuscire ad avanzare, mentre il terrore del buio li assaliva e le loro narici si riempivano di odori strani.
<< Coraggio, ragazzi >> sussurrò James.
Lily avvertì una mano stringere forte la sua, e non le serviva la luce per sapere di chi era. Il coraggio le rimontò subito nel petto e stabilì che non si sarebbe mai pentita della decisione di stare insieme a lui, perché quello era il suo destino. Una volta che anche Marlene li ebbe raggiunti, i cinque ragazzi afferrarono le bacchette e illuminarono quello che pareva essere un grosso condotto di scarico, in modo da aiutare Marlene a capire dove si trovassero. Il soffitto era basso e pieno di crepe, senza contare che l’aria era stantia, come se quel posto non vedesse la luce da secoli.
<< Dovremmo essere nei sotterranei >> annuciò sicura Marlene << Quando io e Rodolphus ci siamo avventurati quaggiù, le nostre madri ci hanno sgridati severamente perché dicevano che era pericoloso. Allora noi abbiamo capito subito che era il punto dove si trovano le segrete >>.
Sirius le si affiancò << Tutti questi ricordi insieme a Rodolphus Lestrange non mi piacciono per niente >>.
<< Da piccolo era diverso >> commentò la fanciulla, perdendosi un attimo nella memoria << Non era…il Mangiamorte che è ora >>.
<< Come mio fratello >> commentò amaramente Felpato.
Proseguirono imperterriti lungo i corridoi, cercando di farsi coraggio a vicenda. Per quanto cercasse di impedirselo e mostrarsi coraggiosa, Lily tremava come una foglia, sobbalzando ad ogni rumore, e solo la presa salda di James riusciva a trattenerla dall’avere un attacco di panico o di claustrofobia. Ad un certo punto, quando il buio divenne talmente intenso da stordirli e farli procedere a tentoni nonostante la fioca luce delle bacchette, vennero investiti dalla luce fiammeggiante di alcune torce, segno che erano finalmente arrivati alle celle. Il sollievo fu tale che scoppiarono a ridere senza riuscire a trattenersi, ma se se pentirono all'istante.
Le sale immense, sepolte per anni, i corridoi, tutto sembrava vivere di vita propria, come un organismo gigantesco e malevolo, che restituì l'eco delle loro risate in maniera inquietante. Il silenzio che seguì fu poi talmente profondo che ne furono assordati e Lily avvertì un brivido freddo correrle lungo la spina dorsale. Anche se ora riuscivano a vedere di nuovo, si avanzava a fatica, calpestando insetti giganteschi che scricchiolavano sotto i loro piedi e scivolando sulla terra viscida e informe. Nelle narici avevano un tanfo di marcio e di morte, che si mescolava a quello nauseabondo del fango in cui sprofondavano fino alle caviglie.
<< Avrebbero anche potuto dare una ripulita, ogni tanto >> borbottò Sirius, disgustato << E poi dicono che i Babbani sono sporchi >>.
Iniziarono a perlustrare le celle in modo febbrile, fermandosi anche parecchie volte nel caso fossero riusciti a sentire i lamenti di Mary. Un senso di angoscia li spronava a continuare, dato che tutti si rendevano conto della gravità della loro posizione: cinque maghi freschi di diploma che erano appena penetrati clandestinamente in una villa antica di secoli, la quale non solo pullulava di assassini esperti, ma dove forse si trovava anche il Signore Oscuro in persona.
Improvvisamente Remus gemette << Mary! >>.
Prima che chiunque potesse fermarlo, si mise a correre verso la fine del corridoio. Gli amici, senza sapere bene cosa fare, lo seguirono. Con il cuore in gola, sicuro di essere sulla pista giusta, il ragazzo si lanciò nella direzione che gli suggeriva il cuore.
Aveva sentito un lamento. Per quanto flebile e appena accennato, tuttavia era riuscito a sentirlo grazie all’udito più fine da Lupo Mannaro e ora non aveva dubbi sul fatto che Mary si trovasse da quella parte. Si fermò davanti ad una cella con aria impietrita e attese che anche gli altri lo raggiungessero.
<< E’ qui >> mormorò a James, con il cuore che gli batteva forte nel petto << Quella è Mary…>>.
Oltre le pesanti sbarre, si intravedeva a malapena una piccola figura sdraiata sul duro pavimento di pietra, con i lunghi capelli biondi sparsi attorno. Indossava soltanto una camicetta e la gonna della divisa da Grifondoro, che tuttavia era stata stracciata e qua e là era ricoperta da alcune macchie scure.
<< Spostatevi >> con un’insolita durezza, Lily si fece largo fra gli amici e pronunciò << Alohomora! >>.
Le sbarre della cella si spalancarono all’istante e Lily e Remus si fiondarono all’interno, senza più badare alla prudenza.
<< Mary >> gemette Lily, cadendo in ginocchio accanto all'amica << Non puoi essere morta...>>.
Remus appoggiò la bacchetta accanto a sé, prese Mary per le spalle e la scrollò. Il volto della fanciulla era bianco e freddo come l'alabastro, anche se su uno degli zigomi spiccavano ancora i segni delle percosse. La divisa di Hogwarts era stata ridotta a brandelli, incrostata di fango rappreso e sangue scuro. Le labbra erano quasi viola, tutte screpolate, gli occhi chiusi, come se stesse dormendo. Senza ulteriori indugi, il ragazzo le posò due dita alla base del collo e, non appena avvertì che il sangue pulsava ancora, gli occhi gli si riempirono di lacrime.
<< Mary? Tesoro, mi senti? >>.
Sotto i loro sguardi stupefatti, Mary mosse prima un paio di dita, poi scosse la testa e un flebile lamento le uscì dalle labbra. Improvvisamente spalancò gli occhi azzurri con aria impaurita e a quel punto tutti dimenticarono che si trovavano nelle celle dei Lestrange e corsero da lei.
<< Mary! >> gemette di nuovo Remus, con il magone. Era così felice di vederla che quasi non riusciva a parlare.
La fanciulla tentò invano di mettersi seduta, ma era ancora molto debole, così i ragazzi l’aiutarono subito. Lily l’abbraccio di slancio, senza riuscire a trattenersi, nel mentre gli occhi stupefatti di Mary guizzavano dalla cella aperta ai loro volti gioiosi e pieni di lacrime.
<< Che…che cosa ci fate qui? >> domandò loro con voce roca.
<< Siamo venuti a salvarti, ovviamente >> le rispose Lily.
<< Voi non…non dovevate…è pericoloso…>>.
Mary sospirò profondamente e rabbrividì, stringendosi nei brandelli di divisa insanguinata, così Remus si levò all’istante il suo maglione e si affrettò a passarglielo sulle spalle. Poi fece per darle un bacio, ma gli occhi di Mary si riempirono di lacrime e si allontanò da lui di scatto, terrorizzata.
<< Che ti prende? >> le domandò Remus, perplesso << Sono io…>>.
<< Probabilmente è ancora sotto shock >> intervenne Lily in sua difesa, senza smettere di sorridere << Non è così, Mary? Ma ora è tutto finito >>.
<< Ragazzi, dovremmo andare >> disse a quel punto Marlene << Dobbiamo tornare al castello prima che spunti il sole >>.
<< Giusto. Mary cara, riesci a camminare? >>.
La giovane Macdonald provò a sollevarsi in piedi, ma fu subito assalita dalle vertigini, così James e Remus si affrettarono ad andarle vicino per aiutarla. Non appena le mani dei due ragazzi la sfiorarono, Mary lanciò un acuto strillo di terrore, si scostò con violenza da loro e cadde di nuovo a terra. Prima che chiunque di loro potesse provare ad interpretare il suo bizzarro comportamento, scoppiò in un pianto irrefrenabile.
<< Faccio io >> disse Lily ai due ragazzi.
Con delicatezza, come se si stesse avvicinando ad un animale selvatico, Lily accarezzò dolcemente la testa di Mary, la prese per le spalle e la aiutò a tirarsi su. L’amica si irrigidì per qualche istante e per un secondo Lily temette una nuova crisi, ma poi il suo corpo si rilassò e accettò di lasciarsi tirare in piedi, aggrappandosi a lei con tutte le sue forze. Marlene fu subito accanto a loro per aiutarle e i ragazzi, vedendo che non era successo nulla, si strinsero attorno a loro come per formare una sorta di scudo protettivo.
<< C’è qualcosa che non va >> borbottò Sirius a James, nel mentre aiutavano Mary << E’ stato troppo facile >>.
<< Ben detto, Black >> esclamò ad un tratto una voce strascicata.
I cinque ragazzi si irrigidono sul posto, senza più osare azzardare alcun movimento. Conoscevano tutti quella voce e ciò significava soltanto una cosa: erano in trappola.



Alto, lunghi capelli color biondo platino che gli arrivavano fino alle spalle, occhi azzurri gelidi e portamento suberbo derivante dalla consapevolezza delle proprie origini pure; accanto a lui un altro giovane di pochi anni più grande, altrettanto alto e altrettanto crudele, con una gran massa di ricci corvini, molto somigliante a quella del fratello minore.
Tutti e cinque i Grifondoro non ci misero molto a riconoscere le fattezze di Lucius Malfoy e Rabastan Lestrange. La loro nomina a Mangiamorte si poteva ammirare fresca fresca sul braccio destro, dove spiccava in bella mostra il Marchio Nero, utilizzato per chiamare il loro signore.
<< Bene, bene, bene >> continuò Lucius Malfoy, grattandosi il mento e studiandoli con uno scintillio divertito negli occhi << Non pensavo che ci avreste messo così poco. Ero convinto che avremmo dovuto tenere la Nata Babbana prigioniera per settimane, prima che poteste capire dove fosse…e invece mi avete favorevolmente stupito >>.
<< Questo vuol dire che ho vinto la scommessa >> ridacchiò Rabastan con la sua voce gutturale. Poi i suoi occhi individuarono una figura dai capelli neri che conosceva molto bene << Ciao, Marlene. Ti ricordi di me? >>.
Per tutta risposta, la fanciulla sputò ai suoi piedi e Rabastan scoppiò a ridere, ma tutta la sua ilarità scomparve non appena vide Sirius circondarle la vita con un braccio in maniera possessiva. << Oooh, ti sei consolata in fretta, vedo. Ho sempre detto a mio fratello che eri solamente una puttana >>.
<< Bada a come parli, Lestrange >> ringhiò Sirius, senza riuscire a trattenersi.
<< Che spavalderia, giovane Black. Che dici, Lucius? Invitiamo i ragazzi a far baldoria con noi? >>.
<< Perché no, Rab >> Malfoy si voltò verso il corridoio e urlò << Ehi, ragazzi! Venite, c’è da divertirsi! >>.
In men che non si dica, diverse forme nere, vestite allo stesso modo di Lucius e Rabastan, affiorarono dal nulla, circondandoli e bloccando loro ogni possibile via di fuga. Indossavano tutti lo stesso identico mantello nero con il cappuccio, tipico dei Mangiamorte, e improvvisamente i cinque ragazzi si ritrovarono con sette bacchette puntate contro. A Lily sfuggì un gemito di terrore e si strinse di più a James, ma il ragazzo non riuscì a trovare nessun modo di confortarla: erano in trappola, e per giunta in svantaggio numerico. Nella sua mente, le probabilità di uscirne vivi si assottigliarono fin quasi a scomparire, così pensò di iniziare a parlare per avere il tempo di studiare un piano di fuga.
<< Perché non ci spiegate che cos’ha di tanto speciale questa ragazza? >> domandò loro, sperando di riuscire a distrarli << Alla fine, è una Mezzosangue come gli altri. Perché vi serve proprio lei? >>.
<< Quanta eloquenza, Potter >> commentò Lucius Malfoy, sorridendo freddamente << La ragazza serve agli scopi del Signore Oscuro, ti basti questo >>.
<< Scommetto che neanche voi sapete perché la vuole >> insistè Ramoso. Mosse lentamente un piede di lato, sperando di beccare quello di Sirius o Remus << Voglio dire, non è frustrante? Vi lascia entrare nella cerchia dei suoi fedelissimi…e poi non vi dice nemmeno che piani ha per una semplice Nata Babbana >>.
<< Non giocare con noi, Potter >> lo minacciò Rabastan << Il Signore Oscuro ci tiene in gran considerazione >>.
<< Oh, non lo metto in dubbio >> replicò sarcasticamente James, per metà concentrato sulla conversazione e per metà a cercare di toccare Sirius. Finalmente individuò il suo piede e lo pestò per attirare la sua attenzione. L’amico trattenne a stento un gemito di dolore, ma si inclinò verso di lui in maniera impercettibile.
<< Che cosa c’è? >> gli bisbigliò.
<< Ma come siamo maleducati, Lucius! Potter, qui c’è qualuno che conosci già. Ti rammenta qualcosa il nostro caro amico Antonin Dolohov? >>.
Per un attimo, James dimenticò completamente il suo piano << Cosa? >>.
Lily, Sirius e Remus trattennero bruscamente il fiato quando dall’oscurità emerse uno dei Mangiamorte che poco prima li aveva circondati. Si tolse il cappuccio con un sorriso arrogante sul volto e la mascella di James si irrigì, contraendosi per la rabbia.
<< Non vuoi sapere quali sono state le ultime parole del tuo amato padre, quando l’ho ucciso? >> Dolohov alzò gli occhi al cielo, come se stesse cercando di ricordare << Com’era? Ah, sì…un sacco di urla, lui che mi supplicava di risparmiarlo…>>.
<< James >> sussurrò Lily, voltandosi disperata a guardarlo << James, non ascoltarlo…vuole solo provocarti…>>.
<< Senti quanto è saggia la tua ragazza, Potter. Ma io sono certo che tu voglia sentire gli ultimi minuti di tuo padre >>.
<< Mio padre >> ringhiò James, ignorando Lily e mantenendo gli occhi fissi su Dolohov << Non avrebbe mai supplicato >>.
<< No, hai ragione. Tuo padre era un uomo coraggioso, te lo concedo >>.
<< Che tu hai assassinato alle spalle, come un vero codardo! >>.
Tutti i Mangiamorte scoppiarono a ridere e fu in quel momento che James ne approfittò per sussurrare al suo migliore amico << Schiantesimo…quando dico ora…passaparola…>>.
<< Sul serio, Potter, sei così divertente! >> esclamò Rabastan << Davvero pensavi che avremmo potuto tollerare ancora a lungo un ficcanaso come Charlus Potter? Così amico dei Mezzosangue…paladino dei deboli e degli oppressi…>>.
<< Mio padre era un uomo giusto ed è morto da eroe >> alle sue spalle, James avvertì Sirius mormorare il suo messaggio anche agli altri << Mentre voi siete soltanto un ammasso di vigliacchi >>.
<< E dicci, il tuo caro padre come…>>.
<< ORA! >> urlò James.
Alle sue spalle, quattro voci diverse gridarono << Stupeficium! >>.
Le maledizioni rimbalzarono dappertutto e i Mangiamorte furono costretti a gettarsi a terra per evitarle; questo diede campo libero ai Grifondoro, così James agguantò Lily e la trascinò via, proteggendosi la testa con un braccio nel mentre gli incantesimi volavano in aria. Dal polverone emerse uno degli scagnozzi di Rabastan, che gli pareva si chiamasse Rookwood, e si lanciò su di lui, ma James gli tirò una gomitata sul volto. Intorno a loro c’era l’inferno: dappertutto provenivano urla, gemiti di dolore, schianti…
L’unica via di fuga era andare al piano di sopra, così i cinque ragazzi salirono in fretta le scale e si ritrovarono in un magnifico salotto, con tanto di arazzi e tappeti che parevano antichissimi, il tutto illuminando da uno stupefacente lampadario di cristallo.
Dal piano di sotto si udirono le urla di Lucius Malfoy << Dobbiamo organizzarci! Rabastan, tu va’ a sinistra, Travers, controlla l’ingresso, Nott e Rookwood, andate in sala…Dolohov, con me! >>.
<< Dobbiamo uscire da qui! >> gemette Marlene.
Uno zampillo di luce rossa per poco non la colpì. Si gettarono tutti a terra, ma Nott riuscì a schivare l’incantesimo di Sirius e puntò la bacchetta contro Lily, che in quel momento si stava alzando in piedi per prendere meglio la mira.
<< Avada…>>.
James si buttò contro di lui appena in tempo, atterrandolo e facendogli sbagliare il colpo. Si sedette sopra di lui e gli strappò la bacchetta di mano, dopodiché gli mollò un pugno sul volto con tutta la forza che aveva.
<< La mia ragazza non si tocca, brutto bastardo! >>.
<< Ram, attento! >> urlò Sirius.
James balzò in piedi e schivò appena in tempo uno schiantesimo di Malfoy, che stava arrivando insieme a tutta la combriccola. Il giovane Potter strinse forte la bacchetta e in pochi istanti si scatenò l’inferno: Remus mise in salvo Mary, che nel frattempo era svenuta di nuovo, e poi iniziò a duellare con Travers; Marlene si occupò di Rabastan, mentre Lily e Sirius schiantarono Nott e cercarono di colpire anche Malfoy. Ne mancava solo uno…
<< Allora, Potter >> disse Dolohov, lisciando la bacchetta << Che ne dici di pareggiare i conti? >>.
<< Con piacere! Stupeficium! >>.
Dolohov scartò di lato e si riparò dietro un’elegante poltrona rivestita di velluto. Anche James si nascose dietro un armadietto di cristallo e si strinse forte la bacchetta al petto. Quell’uomo aveva ucciso suo padre. Doveva morire, non c’erano dubbi. Tanto, nessuno di loro ne sarebbe uscito vivo, dunque il minimo che poteva fare era portare l’assassino di Charlus Potter con sé…
Stava appunto per girarsi e andare incontro a morte certa, quando improvvisamente ci fu una grossa esplosione e tutto si colorò di bianco.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: effie_