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Autore: Blue Owl    25/03/2017    3 recensioni
AU. Viaggi nel tempo. Piton torna indietro nel tempo, con la consapevolezza di ciò che accadrà nel caso in cui fallisse. Senza più serbare rancore, cerca di modellare Harry per renderlo il più grande mago di tutti i tempi, a partire dal giorno in cui Hagrid condusse Harry a Diagon Alley.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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To Shape and Change - Modellare e cambiare
di Blueowl

tradotto da Mezzo_E_Mezzo


Rinuncia: né io né l’autrice possediamo Harry Potter.

Capitolo 5: [Lessons] Lezioni

Harry si svegliò il mattino seguente, desiderando di avere ancora qualche ora di sonno ma sapendo che era ora di prepararsi. Stiracchiandosi, si sporse ad accarezzare la testa di Edvige prima di prendere i propri vestiti. Come il Professor Piton gli aveva raccomandato, portava sempre addosso i suoi foderi con le bacchette e anche Coral. La catenina d’argento era intorno al suo collo. Harry non se l’era mai tolta da quando l’insegnante di pozioni gliela aveva data.
Prima di andare a letto la sera prima, avevano avuto una riunione nella Sala Comune, che era situata nei sotterranei del castello. Avevano incontrato la Professoressa Pomona Sprite, e ad Harry era piaciuta immediatamente. Era diretta e gentile, e aveva chiarito che loro erano tutti Hufflepuff, e come tali dovevano trattare tutti correttamente ed equamente. Harry aveva apprezzato lo sforzo della professoressa per far sì che la Casa lo trattasse normalmente, sebbene sapesse che ci sarebbe voluto del tempo prima che smettessero di fissarlo. Sperò che non ce ne sarebbe voluto troppo.
La colazione era una faccenda interessante, la varietà di cibo lo sorprese. Si domandò quanti cuochi avesse Hogwarts, ma poi suppose che tutto questo poteva essere frutto di magia. Ignorando gli sguardi curiosi e i sussurri non proprio discreti, Harry si portò la tazza alle labbra.
«Urgh,» boccheggiò, mentre il saporaccio della Pozione Assorbente gli riempiva la lingua.
Si voltò immediatamente e guardò il Professor Piton che era seduto al tavolo degli insegnanti. Il professore stava già guardando dritto verso di lui. I loro occhi si incrociarono, l’insegnante di pozioni mimò molto chiaramente una parola con le labbra: “bevi”.
Harry obbedì rapidamente, scolandosi la pozione. Mentre rimetteva giù la tazza, la guardò con meraviglia mentre si riempiva di un altro liquido. Certo che fosse il Distillato del Nutrimento, lo bevve tutto di nuovo, e ripeté la cosa quando si riempì ancora con la Pozione dell’Utilizzo.
«Wow, Harry. Molta sete?» Chiese Cedric, avendo visto che beveva la seconda e la terza tazza.
«Già,» rispose, prima di bere una quarta volta per togliersi il saporaccio dalla bocca.
Neville scoccò ad Harry un’occhiata curiosa, ma non disse nulla. Poco dopo, la Professoressa Sprite venne al tavolo e diede loro il programma delle lezioni.
«Fantastico, abbiamo Pozioni per prima!» Esclamò Harry piuttosto allegramente.
Ricevette diversi sguardi orripilati e confusi.
«Che c’è?» Chiese, adesso anche lui confuso.
Molti dei ragazzi più grandi scossero la testa. «Vedrai,» disse uno di loro.
Harry osservò Cedric, volendo una spiegazione. Esitando, Cedric replicò. «Beh, vedi, Harry, il Professor Piton è… beh, può essere molto severo e talvolta… un po’ rude. Non penso che ci sia mai stato un anno in cui non abbia fatto scoppiare a piangere qualche ragazzino del primo anno. Qualche volta riesce a scombussolare anche qualcuno degli studenti più grandi.»
Harry fece una smorfia. Il Professore gli era sembrato severo a Diagon Alley, certo, e alcune delle cose che gli aveva detto erano state molto dirette e brutalmente oneste, ma non riusciva davvero a immaginare che quell’uomo potesse essere del tutto spregevole. Beh… forse poteva esserlo con qualcuno come Dudley, ed era stato probabilmente aggressivo con i Dursley in quella piccola discussione a cui Harry non aveva assistito. Loro l’avevano sicuramente lasciato in pace in seguito e gli avevano dato un’alimentazione completa ad ogni pasto. Ed Harry suppose che l’insegnante di pozioni dovesse apparire un po’ intimidatorio, alto e vestito tutto di nero.
Osservò Neville che aveva uno sguardo abbastanza orripilato.
«Dovremo solo fare del nostro meglio e vedere,» fece Harry. «Ma credo che il Professor Piton sia grande.»
«O-okay, Harry,» disse Neville, sebbene apparisse ancora un po’ a disagio.

O o O o O

Severus aspettò che tutti i ragazzi del primo anno fossero entrati prima di fare un passo fuori dal suo angolo nascosto ed entrare nella stanza, il mantello che si gonfiava dietro di lui.
«Siete qui per imparare la delicata scienza e l'arte esatta delle Pozioni,» iniziò. Scannerizzò le facce davanti a lui, il cuore che gli si serrava leggermente mentre ricordava alcune delle loro morti.
Susan Bones era stata assassinata da Voldemort stesso dopo che aveva tirato giù due dei suoi vice.
Era accaduto quasi un anno dopo la caduta di Hogwarts.
Justin Finch-Fletchey era stato morso da Nagini dopo aver difeso la sua famiglia in un attacco.
E Hannah Abbott aveva ceduto a una maledizione ricevuta da Lucius Malfoy tre giorni prima.
Si schiarì la gola, riuscendo in qualche modo a guardare severamente tutti loro. «Poiché non ci sarà alcuna sciocca bacchetta da sventolare qui, la maggior parte di voi troverà difficile credere che questa sia magia. Dato ciò, non mi aspetto che molti di voi capiscano la bellezza di calderoni che sobbollono piano con le loro esalazioni luccicanti o il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane con l’abilità di salvare una vita o prenderla… Posso insegnarvi come imbottigliare la fama, la gloria, e anche… mettere un limite alla morte. La sola domanda è… siete dei fannulloni buoni a nulla, o avete la volontà e la capacità di imparare una delle magie più potenti che esistano?»
Severus quasi sorrise. Aveva la loro totale e indivisa attenzione, sebbene notò che solo Harry stava prendendo appunti su ciò che diceva.
Ricacciò indietro con forza il rimpianto che formicolava in fondo alla sua mente. Il ragazzo era stato interessato anche la prima volta all’inizio, e lui aveva rovinato tutto – solo a causa di un insignificante litigio adolescenziale che non era riuscito a perdonare o a buttarsi alle spalle quella volta.
Andò avanti con l’appello, senza fermarsi per niente quando lesse il nome di Harry, come aveva fatto l’ultima volta. Quindi iniziò la lezione, spiegando che cosa avrebbero dovuto fare dopo aver preso l’equipaggiamento ed essersi messi in coppia. Fortunatamente, non avrebbero fatto pozioni in quella lezione. Avrebbero imparato come usare gli strumenti e le tecniche necessarie a tagliare appropriatamente gli ingredienti a pezzi grossi, a cubetti, a fette e a pezzettini.
Harry e Neville stavano lavorando bene insieme, ma Severus sapeva che invece Zacharias Smith, che stava lavorando dietro di loro con un Ravenclaw, avrebbe avuto bisogno di essere osservato con attenzione. Era un ragazzo malvagio il cui solo tratto dominante era la codardia.
Severus decise di rivelare un po’ della propria stessa malvagità se il Signor Smith avesse deciso di agire scioccamente durante la sua lezione. Lo aveva fatto l’ultima volta, dopo tutto, e almeno lui avrebbe potuto liberarsi di un po’ delle proprie emozioni negative senza sentirsi troppo in colpa.
«P-professor Piton?» Chiese un Ravenclaw, alzando la mano.
«Sì, Signor Duncan?» Domandò, voltandosi verso il banco dove si trovava lo studente.
«Questi coltelli perderanno mai l’affilatezza? I coltelli Babbani si consumano e mi chiedevo...» Si interruppe e deglutì. Evidentemente, aveva sentito voci sui presunti legami del Professore coi purosangue e su pregiudizi contro i nati babbani e tutti i non-Slytherin.
«No, Signor Duncan, normalmente rimangono affilati. Potrebbero corrodersi, però, se li userai per tagliare alcune piante acide o se ci versassi sopra delle pozioni aggressive.»
«Oh, okay, Professore, grazie,» fece lui, col sollievo che rifluiva in lui quando l’insegnante di pozioni non reagì come si era aspettato.
Il Professore si voltò, camminando intorno agli altri banchi per assicurarsi che gli Hufflepuff stessero tagliando gli ingredienti correttamente.
Sorpassò Harry e Neville, cogliendo di sfuggita Coral che si affacciava dalla manica di Harry mentre il ragazzo cominciava a usare la tecnica necessaria a rompere una certa noce. La osservò mentre sibilava qualcosa al ragazzo, e lui annuì con un piccolo sorriso, aggiustando un po’ la presa sullo strumento in un gesto più corretto. Harry sibilò una risposta che Severus interpretò come un ‘grazie’.
Tornando sul davanti dell’aula, Severus corresse alcuni degli studenti mentre passava.
«Professor Piton?»
Si voltò, stavolta trovando il Signor Smith con la mano alzata.
«Sì, Signor Smith,» disse.
«Potter ha portato il suo famiglio serpente. Ma non sono vietati gli animali a lezione?» Fece la spia lui.
Severus assottigliò gli occhi. Smith ghignò, inconscio del fatto che aveva appena invitato l’ira del Professore, credendo di aver messo Harry nei guai.
«Signor Smith, dimmi, hai forse l’impressione che io non sappia ogni singolo fatto che accade nella mia aula, minuscolo o grande, nascosto o evidente?» Domandò, il tono di voce pericolosamente senza emozione.
«Ehm… no, Signore. Ho solo pensato-» Si fermò quando l’insegnante di pozioni fece un passo in avanti, torreggiando sul suo banco e chinandosi su di lui.
«O forse trovi divertente essere un insopportabile spione?»
«N-no, io ho s-solo pensato che l-lei dovesse s-sapere che P-potter-» Cominciò, volendo tirarsi indietro, ma incapace perché troppo spaventato.
«Non-dirmi-bugie,» Disse il professore pericolosamente, l’aria intorno a lui formicolante di magia rabbiosa. «Volevi metterlo nei guai, niente di più. Non c’era alcun pensiero giudizioso o nient’altro di simile. Non tollero un comportamento del genere. È deplorevole.» Severus osservò il banco di lavoro di fronte a Smith, trovandolo confusionario, e gli appunti che il ragazzo aveva preso erano orrendamente disordinati. Smith non aveva nessuna scusa per tutto ciò. Era cresciuto in una casa di maghi, e una anche prestigiosa.
Era ora di mettere alla prova questo principino viziato.
«Dimmi, Signor Smith, che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?»
Smith deglutì, incapace di rispondere. Non ne aveva idea.
«Non lo sai? Bene, proviamo di nuovo. Dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi un bezoar?»
Smith abbassò gli occhi.
«E qual è la differenza tra l'Aconitum napellus e l'Aconitum lycoctonum?»
«I-io non lo so, Signore.»
«Peccato. Chiaramente, dovresti concentrarti sui tuoi studi invece che sugli animali dei tuoi compagni,» affermò, prima di voltarsi ad affrontare Harry.
Harry si raddrizzò, preparandosi per una ramanzina. Sì, il professore gli aveva detto di portare Coral ovunque, ma forse avrebbe dovuto assicurarsi che Coral rimanesse nella sua manica così non avrebbe distratto altri studenti.
«Signor Potter, dove cercherebbe un bezoar?»
Harry si morse il labbro inferiore. «Nello stomaco di una capra, Signore.» Lo aveva letto verso la fine del primo capitolo del testo di pozioni.
«Aconitum napellus e Aconitum lycoctonum – qual’è la differenza?»
«Solo il nome. Sono la stessa pianta, professore.»
«Che cosa ottengo se aggiungo radice di asfodelo in polvere in un infuso di artemisia?»
«Una potente pozione soporifera, si chiama...» Harry fece una pausa, chiudendo gli occhi per provare a ricordare. Lo aveva letto diverse settimane prima.
«Distillato della… Distillato della Morte Vivente.»
«Corretto, Signor Potter. Un’altra domanda. Dove hai ottenuto queste informazioni?»
«Nel primo capitolo di “Infusi e pozioni magiche”, Signore.»
Severus annuì con approvazione. «Quindici punti ad Hufflepuff per non essere uno stupido.»
La lezione continuò e finì senza ulteriori incidenti.

O o O o O

«Hey, Potter, come è andata a Pozioni?» Chiese Draco quando Harry entrò nell’aula di Incantesimi con Neville.
«Alla grande,» rispose Harry, «Anche se ho capito che cosa intendono quando dicono che lui può essere molto severo.» Draco rise. «Sì, ma è bravo, vero?»
Harry annuì, mentre alcuni degli Slytherin guardavano Draco sorpresi. Aveva detto loro che era amico di Harry Potter, ma non gli avevano creduto.
Harry e Neville finirono per sedersi dietro Draco, Vincent e Greg. Erano in fondo all’aula e vicino al muro. L’aula aveva i banchi posti su delle gradinate che scendevano verso la cattedra, per far sì che gli studenti guardassero verso il basso dove il professore poteva più facilmente fare dimostrazioni di incantesimi.
Draco si girò sulla sedia, visto che la lezione non era iniziata e il professore non si era ancora visto. Salutò Coral, che si stava affacciando con la testa fuori dalla manica di Harry.
«Ho sentito che qualcuno si è messo nei guai per aver segnalato Coral al Professor Piton,» fece Draco.
«Oh, si è già saputo?» Domandò Harry, sporgendosi sul banco per parlargli meglio visto che era un po’ più in basso rispetto a lui.
«Stai scherzando? Un ragazzo del primo anno di Ravenclaw rideva così forte raccontandolo durante la lezione di Difesa Contro le Arti Oscure che è stato facile capire che cosa era successo mentre lui e i suoi amici rifacevano la scenetta.»
Harry allungò un’occhiata a Zacharias Smith, che si trovava vicino al fondo dell’aula. Era chiaro che non fosse allegro e che in realtà stava ribollendo. Per fortuna, era abbastanza lontano da non poter sentire la loro conversazione, ma probabilmente sapeva che la storia stava già circolando.
Harry annuì piano, prima di decidere di cambiare argomento. «Com’era Difesa Contro le Arti Oscure?»
«In realtà è stata davvero deludente. Raptor ha paura della sua stessa ombra, e balbetta così tanto che è quasi impossibile capire qualsiasi cosa dica, e quello che sono riuscito a capire è noioso. Penso che mi metterò a leggere solo il libro e ignorerò qualsiasi cosa provi ad insegnarci,» rispose Draco. «Il Professor Piton ci ha detto che qualche volta è la cosa migliore da fare; garantito che stava parlando di Storia della Magia.»
«Okay, grazie dei consigli,» fece Harry.
«Figurati. C’è qualcosa che dovrei sapere su Pozioni?»
«Assicurati di leggere il primo capitolo prima della lezione. A Diagon Alley, il professore mi aveva avvisato di leggere sempre un capitolo prima di ogni lezione.»
Draco annuì. «Lo farò.»
Proprio allora, il Professor Vitious entrò, facendo iniziare la loro prima lezione di Incantesimi.
Draco e i suoi due amici si voltarono in avanti mentre il professore faceva l’appello.

O o O o O

Severus si sedette per pranzo mentre gli studenti iniziavano a riversarsi nella Sala Grande. Non l’avrebbe mai ammesso con nessuno, ma era bello avere di nuovo il castello pieno… Per lui, erano passati quasi tre anni da quando Hogwarts era stata così. Gli era mancata.
Profondamente.
Tornare alla routine dell’insegnamento poi era proprio un’altra cosa. Sapeva che i suoi studenti più grandi avevano notato che c’era qualcosa di diverso, ma sperò che fosse un cambiamento non troppo grande da fargli fare commenti con gli altri professori.
Si riscosse, realizzando che anche se lo avessero fatto presente ai suoi colleghi, non c’era niente di male nel cambiamento. L’unico fattore negativo era il fatto che avrebbe attirato su di sé dell’attenzione indesiderata. Avrebbero cominciato a fare domande, chiedendosi come mai aveva alterato il suo programma delle lezioni e aveva aggiustato il modo in cui insegnava determinate cose.
Erano già diventati abbastanza sospettosi durante la riunione dei Capo-Casa qualche settimana prima. Non voleva davvero affrontare ulteriori complicazioni. Ma, ammise con riluttanza, avrebbe dovuto farlo a breve, e non poteva evitarlo. Perché il cambiamento maggiore, che avrebbero senza dubbio notato, anche se nessuno studente gliene avesse riferito, era la mancanza di ragazzi del primo anno in lacrime.
Di sicuro, aveva fatto a pezzi Smith come una tigre spietata, ma era stato giustificato (almeno più di quanto fosse stato in passato con altri studenti).
Non era stato come uno dei suoi antichi assalti verbali, in cui avrebbe schiantato l’autostima dello studente contro il muro e l’avrebbe martellata fino a far rimanere nient’altro che lacrime.
Sospirò silenziosamente. La mancanza di matricole piangenti sarebbe stata la sua rovina.

O o O o O

Harry entrò nell’aula di DADA* seguendo Neville e Susan Bones. Rapidamente, l’aula si riempì di ragazzi del primo anno di Hufflepuff e Gryffindor.
Era il secondo giorno di lezione e Harry era impaziente di imparare di più sulla magia.
Harry si guardò intorno, notando un ragazzo dai capelli rosso fiamma che sedeva vicino a un altro dai capelli castani, al banco accanto al suo e di Neville. C’erano altri due ragazzi Gryffindor dietro di loro. Le ragazze Gryffindor avevano preso le sedie nella parte più remota dell’aula, e l’unica cosa che Harry riuscì a vedere di loro era che stavano tutte evitando una ragazza dai capelli crespi, che finì per mettersi più vicino ai ragazzi Gryffindor. Stava al momento leggendo il testo di DADA ed era la stessa ragazza che aveva detto che i serpenti non erano sulla lista degli animali permessi.
«Davvero, Weasley, non riesco a credere che tu abbia portato il tuo ratto in classe,» esclamò la ragazza dai capelli crespi, smettendo di leggere il libro e guardando il ragazzo coi capelli rossi al banco di fianco al suo.
«Fatti gli affari tuoi, Granger, non sto infrangendo le regole,» rispose lui, irritato.
Lei sbuffò. «Onestamente, vorrei non aver detto nulla sulle regole che ho letto,» sbuffò.
Harry sollevò un sopracciglio.
«Sarà meglio se il tuo ratto non disturberà la lezione,» continuò lei. Harry si chiese se si rendeva conto di quanto era dispotica. «Altrimenti, potresti far perdere dei punti a Gryffindor.»
«Sta solo dormendo, quindi piantala di essere così assillante. E comunque non è il tuo animale,» disse lui, voltandole la schiena e accarezzando il suo ratto - che mise sul banco vicino al libro di testo.
Harry tornò a guardare Neville, vedendo che entrambi trovavano interessante lo scambio tra i due Gryffindor.
«Mi chiedo a quali regole si riferisca esattamente,» disse Harry piano.
«Padma Patil di Ravenclaw mi ha detto che la Granger ha controllato le regole sugli animali dopo che ha sentito che il Professor Piton ti aveva permesso di tenere Coral in aula,» disse Susan Bones, sporgendosi verso di loro dal banco che condivideva con Justin.
«Questa cosa l’ha preoccupata così tanto?» Domandò Harry a bassa voce.
Susan fece spallucce. «Così sembra, e poi ha informato i Gryffindor che il regolamento dice che gli animali sono permessi in aula, ma non possono interrompere la spiegazione o disturbare la lezione.»
Harry annuì. «Grazie, Susan.»
«Figurati.»
Harry si voltò verso il davanti dell’aula mentre il professore di DADA usciva dal suo ufficio e si metteva davanti alla lavagna.
«B-buon g-giorn-no rag-gazzi.» Cominciò.
Harry ricordò all’istante l’avvertimento di Draco di ignorare la spiegazione e di mettersi a leggere, invece.
«Q-questa s-sarà la v-vos-tra p-p-prima le-lezione in D-difesa C-con-tro le A-arti O-oscure.»
Harry sbatté le palpebre. Draco aveva ragione. Guardò Neville, che stava senza dubbio ricordando le parole di Draco del giorno prima.
La lezione, o piuttosto il caos balbettante, continuò da lì. Harry riuscì a malapena ad aspettare fino all’ora di pranzo, specialmente quando cominciò ad avere mal di testa. Si domandò se fosse causato dall’ascoltare il balbettio del Professor Raptor o se fosse qualcos’altro, sebbene il fatto che gli dolesse la cicatrice non aveva alcun senso.
Finalmente, la lezione finì, e tutti si alzarono e iniziarono ad uscire.
Harry udì brevemente il balbettante professore chiamare il nome di Weasley, e si chiese se fosse a causa del ratto - dopotutto, i ratti non erano nella lista canonica degli animali e poteva essere considerato esotico. Senza guardarsi indietro, Harry si diresse alla Sala Grande con gli altri Hufflepuff, sperando che la sua emicrania svanisse.

O o O o O

La prima settimana giunse al termine e Harry non riusciva a credere a quanto fosse passata in fretta. Era particolarmente grato ora di essersi portato avanti con lo studio e di aver fatto come il Professor Piton gli aveva suggerito. I compiti erano molto più facili con quel lavoro alle spalle, e la sua calligrafia era di gran lunga una delle migliori di tutti i suoi compagni di anno. Era abbastanza sicuro che avrebbe preso almeno un Accettabile in tutti i suoi compiti.
Gli piaceva la maggior parte dei suoi corsi. Trasfigurazioni, aveva deciso, era divertente solo se si trasfiguravano oggetti ed elementi. Non era entusiasta della prospettiva di incantare animali e trasformarli. Gli sembrava che fosse sbagliato, per qualche ragione. Incantesimi sembrava piuttosto promettente, e non vedeva davvero l’ora di addentrarsi negli incantesimi più avanzati, come quelli che animavano gli oggetti. Erbologia era rilassante. Gli ricordava le giornate trascorse nel cortile dei Dursley a fare giardinaggio. Neville aveva un talento naturale, e i due lavoravano felicemente in coppia durante le lezioni con Ravenclaw. Pozioni era ovviamente la sua materia preferita, e anche Neville si scoprì interessato, specialmente quando il Professor Piton commentò che Erbologia era molto utile per Pozioni, e che qualcuno che desiderasse essere un esperto in pozioni avrebbe dovuto essere preparato in Erbologia, o altrimenti sarebbe stato destinato al fallimento.
Le due materie che non gli piacevano erano Difesa Contro le Arti Oscure e Storia della Magia. Entrambe erano incredibilmente noiose, e, soprattutto, continuava a soffrire di strani mal di testa in DADA. Strani perché sembrava sempre che il dolore fosse accentrato nella sua cicatrice.
Non lo aveva ancora realmente detto a nessuno, eccetto Coral, sebbene avesse brevemente menzionato con Neville che aveva delle emicranie, ma senza approfondire oltre. Coral gli aveva detto che doveva parlarne con qualcuno, ma onestamente lui non sapeva come, e poi a chi avrebbe dovuto dirlo? E che cosa gli avrebbe detto - “Ogni volta che entro nell’aula di DADA mi fa male la cicatrice, oh, e qualche volta anche nella Sala Grande?”
Ma, suppose che avrebbe potuto dirlo al Professor Piton. Lui lo avrebbe perlomeno ascoltato e forse sarebbe stato in grado di dirgli che cosa fare. Auspicabilmente. Voleva anche chiedere al professore altre cose su cui era curioso. Coral era del tutto d’accordo.
Forse sarebbe potuto andare da lui l’indomani, dopo aver fatto visita ad Hagrid? Hagrid gli aveva mandato una nota il giorno prima, invitandolo per il tè.
«A che cosa pensi, Harry?» Domandò Neville, avvicinandosi e sedendosi vicino a lui sul sofà.
La Sala Comune era vuota perché erano quasi tutti usciti fuori visto che le lezioni per quella settimana erano finite.
Harry si strofinò brevemente la cicatrice. Neville vi scoccò una breve occhiata, un po’ preoccupato.
«Stai bene? Hai di nuovo mal di testa?» Domandò.
Harry annuì. Erano appena tornati dal pranzo. «È davvero strano. Ho notato che succede solo a DADA e qualche volta nella Sala Grande. Non so che cosa lo stia causando.»
«Magari sei allergico a qualcosa. Forse a un certo tipo di cibo o a qualcos’altro che c’è anche in DADA? Sai, c’è un sacco di aglio in quell’aula, e l’aglio è spesso usato in cucina,» disse lui.
Harry scosse la testa. «Non penso che sia l’aglio. L’ho usato per cucinare un sacco di volte. Ma forse è qualcos’altro di simile. Ma non è solo un mal di testa. È la mia cicatrice. È come se mi pulsasse, e poi il mal di testa si diffonde da lì. Non lo so, magari è un avvertimento di qualche tipo.»
Neville fece una smorfia. «Beh, non pensi che dovresti dirlo a qualcuno? Ti ha mai fatto male prima?»
«Non mi ha mai fatto male prima, ma sì, lo dirò al Professor Piton quando ne avrò l’opportunità. Forse lui può spiegarmi che cosa significa. Chi lo sa, magari è un’erba strana che reagisce alle cicatrici maledette o una cosa del genere?»
«Forse. Ma magari dovresti dirlo anche alla Professoressa Sprite. Voglio di-»
«Dirmi che cosa, cari?» Una voce gentile domandò da dietro di loro.
«Professoressa Sprite!» Harry non riuscì a evitare di gemere mentre si voltava.
«Scusatemi se vi ho spaventati, Signori Potter e Paciock, e non avevo intenzione di origliare, ma che cos’è che dovreste dirmi?» Chiese lei, l’espressione dolce che le dava un’aura amorevole.
Neville guardò Harry, incerto.
«Ho bisogno di parlare col Professor Piton a proposito di una cosa,» disse lui evasivamente.
Non voleva dire tutto così, adesso, lei avrebbe pensato che era pazzo!
«A proposito di che cosa, caro?» Domandò lei, girando attorno al sofà per sedersi sulla poltrona davanti a loro.
«Beh, umh...»
Perché era così difficile? Si chiese. Non voleva mentire, ma non si sentiva davvero a proprio agio nel dirglielo. Aveva già avuto abbastanza fegato da dirlo a Neville qualche minuto prima.
:Chiedile di accompagnarti quando andrai dal Professor Piton: Suggerì Coral, spuntando con la testa fuori dalla manica.
Harry fu piacevolmente sorpreso dalla mancanza di sorpresa della Sprite. Al contrario, lei li guardò come se si aspettasse che Coral sarebbe improvvisamente comparsa. Aspettò pazientemente.
:Pensi che lei mi crederà?: Chiese Harry piano.
:Non le hai dato alcuna ragione per non farlo: puntualizzò Coral. :Percepisco che lei è una persona di cui ti puoi fidare per questa faccenda:
Harry tornò a guardare la sua Capo Casa. Era davvero una figura confortante. Certo, non appariva forte o intimidatoria come il Professor Piton, ma sembrava qualcuno che potesse essere coraggioso e potente quando era necessario che lo fosse, a dispetto della bassa statura e della corporatura grassottella.
«Potrebbe accompagnarmi a parlare dal Professor Piton?» Chiese Harry. «Io-uh… non voglio spiegare la cosa più volte.»
«Certo,» acconsentì lei, alzandosi. «Che ne dici se andiamo ora? So che al momento è nel suo ufficio, e adesso sarebbe un buon momento per fargli visita.»
«Oh, okay.» Anche Harry si alzò, guardando Neville.
«Penso che sarà meglio che io aspetti qui, Harry,» disse lui, timidamente.
«D’accordo.» Harry non sapeva se sentirsi sollevato o no per la ritirata di Neville.
«Finirò i miei compiti di Pozioni, così quando torni possiamo riguardarli insieme e sarò sicuro di non aver dimenticato niente,» commentò lui con un sorriso esitante.
La Professoressa Sprite li guardò orgogliosa. Amava quando vedeva i suoi ‘Puff’ che lavoravano sodo per i loro compiti.
Harry annuì, prima di guardare la Professoressa di Erbologia. «Sono pronto, Professoressa.»
Così uscirono dalla Sala Comune gialla e nera e scesero nei sotterranei verso l’ufficio di Piton.

O o O o O

Harry guardò la Sprite mentre scendevano.
:La professoressa gentile è curiosa nei tuoi riguardi: Disse Coral. :È anche preoccupata:
Harry abbassò gli occhi a Coral, trovandola che saettava con la lingua al di sopra della sua mano. Teneva spesso inconsciamente il braccio sollevato contro di sé ora, così Coral era sempre molto vicina. Non voleva che qualcuno la urtasse accidentalmente quando entrava e usciva dalle lezioni.
«Che cosa ne pensi di Hogwarts, Signor Potter?» Chiese la Professoressa Sprite.
«È grandiosa, anche meglio di quanto avessi letto in “Storia di Hogwarts”,» rispose lui.
La Sprite sorrise. «Vedo che stai stringendo amicizia col Signor Paciock. Lo hai incontrato sul treno?»
«Sì. Aveva perso il suo rospo, Trevor, e Coral mi ha detto dov’era.»
La Sprite guardò Coral, che aveva la testa visibile, scoccandole un’occhiata. «È un serpente magnifico,» disse, ridacchiando quando Coral sollevò la testa con orgoglio.
«Sì,» concordò Harry, «anche se un po’ vanitosa.»
:Ehy, non è vero:
Okay, allora ti infatui con facilità:
:“Infatui”? Non è una parola grossa per un ragazzino della tua età?:
:L’ho letta nel libro sul controllo della magia interiore che mi ha dato il Professor Piton: Fece spallucce, prima di accorgersi che stava avendo una conversazione esclusiva e stava ignorando la paffuta professoressa al suo fianco. «Mi scusi, Professoressa.»
«Oh, non c’è problema, caro. Suppongo che non le sia piaciuto essere stata chiamata vanitosa?»
Harry rise. «No.»
Mentre parlavano, arrivarono nell’aula di pozioni ed entrarono, prima di dirigersi verso destra dove si trovava l’ufficio di Piton. Indirizzando a Harry un sorriso rassicurante, la Sprite bussò.
«Avanti,» sentirono il Professore attraverso la porta.
Harry entrò per primo, con la professoressa subito dietro. Severus alzò gli occhi dal proprio lavoro. Con una spintarella, Harry continuò ad avanzare fin quando giunse davanti alla scrivania.
«Signor Potter?» Chiese il Capo di Slytherin, facendo diverse domande solamente con quelle due parole.
Harry scoccò un’occhiata alla sua Capo Casa, a disagio. «Um… Sto avendo dei mal di testa… strani mal di testa,» cominciò.
Severus fece una smorfia.
«Oh caro, davvero?» Chiese la Sprite, preoccupata. «Perché non sei andato in Infermeria?»
«Questi… sono diversi,» mormorò Harry.
«Che cosa intendi?» Domandò Piton.
«Beh, mi succede solo nella Sala Grande o a Difesa Contro le Arti Oscure, ed è...» Harry fece una pausa e si toccò la cicatrice. «È la mia cicatrice. Mi fa male e poi il dolore si allarga. L’ho detto a Coral e Neville, e loro mi hanno detto che avrei dovuto dirlo a qualcuno, così io...» Harry arrossì. «Ho pensato che avrei dovuto dirlo a lei. Magari lei può capire a che cosa sono allergico, essendo un Insegnante di Pozioni e tutto il resto.»
«Possibile.» Severus incrociò lo sguardo con la Sprite e tirò fuori la bacchetta. «Signor Potter, gira intorno alla scrivania per me.» Harry lo fece, del tutto fiducioso, sebbene curioso.
«Ora lancerò su di te alcuni incantesimi diagnostici,» affermò, prima di farlo.
La Sprite guardava attentamente.
«Hmm, sì, rilevo prove residue di un’emicrania recente, ma non assomiglia ad alcun mal di testa che abbia mai esaminato prima. E la tua cicatrice è indubbiamente la fonte del problema.»
La Sprite fece un passo in avanti. «Ma che cosa lo sta causando, Severus? Non penserai…?»
Harry osservava la loro interazione con interesse. Severus non rispose, ma assottigliò gli occhi, sollevando di nuovo la bacchetta. «Vorrei provare una cosa, Signor Potter, ma ho bisogno del tuo consenso.»
Le sopracciglia della Sprite si sollevarono moltissimo. «Severus, di sicuro questo non è necessario.»
«Mi permetterà come minimo di identificare le possibili cause come lo stress, l’affaticamento, dei danni cerebrali, veleno, maledizioni, e anche alcune magie oscure.» Severus riportò gli occhi a Harry.
«Che cosa mi farà?» Chiese Harry, incerto.
«Sfiorerò la superficie della tua mente. Non entrerò nei tuoi ricordi, ma coglierò un accenno di ciò che è accaduto alla tua mente da quando la scuola è iniziata. Immaginalo come un ispettore che cammina intorno al perimetro di una casa - e la casa è la tua mente.»
Harry sollevò lo sguardo alla Sprite.
«La decisione è tua, Signor Potter,» disse lei, «potrebbe darci delle risposte, ma potrebbe anche rivelarsi un approccio abbastanza invasivo. Dai il tuo consenso solo se sei a tuo agio.»
Harry guardò Coral.
:Mi fido del Professor Piton: Affermò lei.
«Bene, se ci aiuterà a capire che cosa sta succedendo… okay, acconsento.» Disse Harry, guardando Severus prima di mordersi un labbro. Sperò di non star commettendo uno sbaglio.
«Molto bene. Ti avverto, avrai mal di testa dopo, ma sarà peggiore se cercherai di opporti - quindi non farlo. Pronto?» Severus fissava Harry dritto negli occhi e lui annuì. «Legilimens.»
Harry sentì una pressione crescergli davanti alla fronte, prima che la pressione si diffondesse. Si sentì confuso, lucido, ma non del tutto. Dovette combattere con il senso di allarme crescente in lui mentre sentiva una presenza solidificarsi nella sua mente, simile al cappello parlante, ma molto, molto più forte. Sapeva che era il Professor Piton, ma questo non rendeva la cosa meno strana. Sentiva il professore sfiorare la sua mente, muovendosi sulla superficie come lui aveva detto che avrebbe fatto. Era l’esperienza più bizzarra che Harry avesse mai provato. E quindi finì. Gli occhi tornarono a fuoco, e trovarono l’Insegnante di Pozioni che si fregava le tempie con un’aria molto sospettosa e sconvolta.
«Professore?» Chiese Harry.
La Sprite osservava con ansia.
Finalmente, Severus parlò. «Qualcuno ha tentato di entrare nella mente del Signor Potter, e hanno già fatto allarmanti progressi.»
La Sprite boccheggiò, posando rapidamente una mano rassicurante sulla spalla di Harry. «Devo chiamare il Preside, Severus?»
L’insegnante di pozioni annuì senza esitazione. «Sì, deve sapere subito di questa faccenda.»
«Qualcuno sta tentando di entrare nella mia testa?» Gridò Harry, comprensibilmente sconvolto.
:Chi sono? Li ucciderò! Nessuno può provare a fare una cosa del genere al mio Harry! Li morderò! Gli caverò gli occhi! Come osano?: sibilò Coral, livida.
Harry era innegabilmente terrificato. Come si supponeva che si proteggesse da ciò? E chi lo stava facendo, e perché?
«Non preoccuparti, Signor Potter, il Preside risolverà tutto,» disse la Sprite, prima di dirigersi al camino e a chiamare: «Ufficio del Preside!» Scomparve in un lampo di fiamme verdi.


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Note della traduttrice:

* La sigla inglese per “Difesa contro le Arti Oscure” (Defense Against Dark Arts).


Grazie a chi legge e a chi recensisce!
A presto con il prossimo capitolo, L’ira del Preside.




   
 
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