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Autore: lmpaoli94    25/03/2017    0 recensioni
Era lì seduta in quel letto d’ospedale. Era ferma immobile. Da troppo tempo non si muoveva. Era quasi un anno che era in coma per colpa di un brutto incidente stradale. I genitori e tutti i familiari non avevano mai perso la speranza. Nemmeno il suo ragazzo Roberto che stava sempre accanto a lei nella certezza che un giorno si fosse risvegliata… Ma un giorno l’arrivo di una ragazza sconosciuta in ospedale che ha avuto lo stesso incidente della sua amata, gli avrebbe cambiato l’esistenza.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24°
 
«Dannazione! Me ne devo andare immediatamente da qui! Quel pazzo potrebbe uccidere la mia fidanzata da un momento all’altro»> disse Roberto al suo compagno di cella Mark mentre stavano ancora elaborando un piano di fuga.
 Quando Roberto apprese da sua madre dell’uccisione di Angelo Ruvini che poteva ricollegarsi al tentato omicidio di qualche settimana fa’ nei suoi confronti, era divenuto impaziente e intrattabile.
Nemmeno Mark, che li legava una salda amicizia, poteva più sopportarlo.
«Mi dispiace Roberto, vorrei farti uscire, ma non riesco a trovare un piccolo sbocco per fuggire»
«Mark, credo di essere impazzito del tutto!»
«Ma dai? Meno male che te ne rendi conto da solo! È tutto il giorno che non fai altro che scassarmi!» «Mettiti nei miei panni! Come ti sentiresti se la tua ragazza è in pericolo di vita perché là fuori c’è un cecchino spietato che potrebbe farla fuori in qualunque momento?!»
«Ma chi ti ha detto che potrebbe uccidere proprio la tua ragazza?»
«Il mio istinto» ribattè semplicemente Il giovane uomo che non faceva altro che impensierire e innervosire Mark.
«E ci si può fidare del tuo istinto?»
«Certo! Non mi ha mai tradito e sono sicuro che non lo farà nemmeno ora!»
«Forse sarebbe meglio aspettare fino a domani pomeriggio quando usciremo in cortile. Se non ricordo male, in un’area precisa, c’è la possibilità che un pezzo di muro crolli per la troppa umidità degli ultimi giorni. Mettiamoci anche lo smog e l’inquinamento e siamo apposto»
«Credi davvero che alcune parti del muro della prigione si potrebbero sgretolare?»
«Sì. Questa prigione ha quasi un secolo di vita e La muraglia che la circonda non è più come una volta» «Quindi ho una possibilità anche uscendo da questa cella!»
«Mmh no, non credo. Queste pareti sono molto nuove. Credo che questa parte di prigione sia stata ristrutturata di recente»
« «Ehi, ehi! Avanti! Non ti ho mai visto mollare prima d’ora!» mormorò Mark per rinvigorire il suo compagno di cella.
«Tu, che conosci questa prigione come le tue tasche, se non riesci a trovare un punto debole, io non ho nessuna speranza»
«C’è sempre una speranza! Aspetta e vedrai»
«Cosa dovrei aspettare? Che mi cadi il miracolo dal cielo?»
Subito dopo che Roberto sembrava sul punto di non avere più nessuna speranza, sentì un forte rumore di passi avvicinarsi alla sua cella.
«Lo senti? Chi sta arrivando da queste parti?»
«Finalmente!» disse Mark mormorando tra sé.
«Che cosa hai detto?»
Davanti alla cella comparvero due uomini muscolosi e alti come grattacieli.
«E voi chi siete?» domandò Roberto spaventato.
«Tu devi essere Roberto. Salve, il mio nome è Rocco. E questo è il mio ormai ex compagno di cella Giacomo» disse il primo prigioniero facendo le presentazioni come se fossero tra una festa di amici.
«Ehi Mark!» gridò Giacomo.
«Abbassa la voce! Vuoi per caso farci scoprire?»
«Assolutamente no! Abbiamo operato settimane per riuscire a scassinare la nostra cella e far sì che nessuna guardia giri nelle vicinanze»
«Ma di cosa state blaterando? Tu per caso le conosci, Mark?»
«Certo che li conosco! Sono i miei due fratelli»
«Accidenti!» disse visibilmente sorpreso il giovane Roberto che accanto a loro due, sembrava una sardina. «Mark ci ha parlato molto di te…»
«Rocco, non è il momento di dare spiegazioni! Le hai prese le chiavi che aprono questa cella?»
«Sì, penso di avere preso quelle giuste»
«Come pensi?!» ringhiò Mark con fare minaccioso.
«È l’unico mazzo di chiavi che siamo riusciti a trovare»
«Ok va bene. Infilate una chiave alla volta e scopriamo se riusciamo a trovare quella giusta»
Per fortuna, dopo vari tentativi che potevano compromettere la loro fuga, riuscirono a trovare la chiave giusta e in pochi secondi,  erano fuori nei corridoi che correvano come dei dannati senza fare il minimo rumore.
Riuscirono ad arrivare senza problemi nel cortile, aggirando un mucchio di guardie che avevano il turno di salvaguardare il perimetro.
«Ok ci siamo. Ora dobbiamo finire di fare un buco nel muro e saremmo finalmente liberi»
Essi si trovavano nella parte del cortile che Mark aveva descritto a Roberto.
«Mark, non ce la facciamo a romperlo con l’unico martello che siamo riusciti a ricavare»
«Dobbiamo riuscirci per forza! Non voglio marcire in prigione un giorno di più!»
La forza di volontà del caposquadra, ebbe la meglio sul muro che doveva demolire.
«Ce l’abbiamo fatta! Sei un grande Mark!» disse fiero di lui Roberto.
Purtroppo il buco nel muro fece scattare l’allarme della prigione e i quattro uomini dovettero correre a gambe levate e separarsi per depistare al meglio l’inseguimento della polizia e nascondersi nel primo posto che per loro sarebbe stato sicuro.
«Bene, qui non ci troveranno. Ci siete tutti?» mormorò Giacomo dopo che si erano rifugiati in una casa abbandonata.
«Sì fratello. C’è anche Roberto che è visibilmente sfinito» rispose ironico Rocco.
«Oh mio Dio! Non avevo mai corso così velocemente in tutta la mia vita!»
«Questo vuol dire che sei fuori forma. Dovevi allenarti di più durante il tuo soggiorno in prigione. A quest’ora non avresti avuto problemi» ribattè ironico e con tono sollevato Mark.
«Tu la fai facile! Perché non mi hai mai detto che tu avevi dei fratelli e che insieme a loro avevi in serbo un piano di evasione?»
«Sinceramente? Non mi fidavo pienamente di te. Quando mi hai detto che avevi fatto amicizia con due criminali della peggior specie, avevo paura che gli avresti spifferato tutto e quindi ho preferito tacere. La cautela prima di tutto. Non potevo permettere che questo piano fallisse»
«Sì, anche perché non credo che avremo avuto un’altra possibilità» disse Rocco prendendo la parola a scapito del fratello maggiore.
«E avremmo passato tutta la vita in cella di punizione»
«Non mi ci fare pensare, Giacomo»
«Beh, la cosa che più conta è che ora siamo fuori»
«Eh già…» disse Roberto con tono pensieroso e cupo.
«Ehi Roberto, cosa ti prende?»
«Devo andare in ospedale per misurarmi con Rebecca. È più di un anno che non vedo i suoi bellissimi occhi» «Devi proprio volergli bene a quella ragazza»
«Non sai quanto, Giacomo»
«Prima che ci separiamo definitivamente, ti vorremmo dare una cosa»
«Un regalo per me? Ragazzi, non ce n’era bisogno!» rispose Roberto dopo aver ritrovato il sorriso.
«E chi ti ha detto che è per te?»
i tre fratelli, non si capisce come, tirarono fuori dalle loro tasche una rosa rossa per uno.
«Ecco, questa è per te»
«Delle rose rosse? E dove le avete prese?»
«Mentre fuggivamo dalla polizia, abbiamo rotto con un sasso la vetrata di un fioraio qui vicino e abbiamo preso una rosa ciascuno»
«Ahahah siete unici, ragazzi!» ribattè divertito il giovane ragazzo.
«Beh, non se il primo che ce lo dice» rispose Mark che aveva gradito il complimento del suo ex compagno. «Ah, e non dire alla tua fidanzata che siamo stati noi a darti quelle rose, ok?»
«Va bene Rocco»
«Ormai credo che la polizia l’abbiamo seminata. Non ci resta altro che tornare a casa, fare i bagagli e via per una nuova vita»
«Dove avete intenzione di andare?»
«Il nostro sogno sarebbe andare in Brasile, ma visto che non disponiamo di un Jet privato, basterà arrivare in auto viaggiando per tutta la notte fino in Spagna e poi vedremo col da farsi»
«Se non ci hanno svaligiato casa, passeremo di lì e prenderemo tutto l’occorrente»
«Davvero un bel piano ragazzi. Vi auguro il meglio per essere felici»
«E noi ti auguriamo lo stesso, per te Roberto»
Dopo che Mark pronunciò quella frase che sapeva di addio, i tre uomini abbracciarono Roberto che per loro era divenuto il loro migliore amico.
«Mi raccomando Roberto, stai attento a te, intesi?»
«Tranquillo Mark! Chi vuoi che mi scalfisca?»
«Nemmeno un meteorite potrebbe farlo!» ribattè il Mark con tono sorridente.
«Ah, se avrai sistemato il tutto con la tua ragazza, potresti fare un salto in Spagna e cercarci. Ti assicuro che è una terra magnifica»
«Prima dovremmo arrivarci in Spagna, non trovi Giacomo?» mormorò Rocco facendo sentire il fratello un vero stupido.
«Ah, giusto…»
«Stammi bene Roberto e… Buona fortuna»
«Anche a tutti voi»
E dopo l’ennesimo saluto, le strade dei tre fratelli e di Roberto si separarono definitivamente.
A Mark, Rocco e Giacomo li aspettava una vita fatta di mille avventure, ma a Roberto spettava una notte fatta di molti pericoli.
   
 
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