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Autore: Cassie chan    06/06/2009    12 recensioni
ATTENZIONE: non tiene conto degli eventi del settimo libro...!!Sono passati alcuni anni dalla fine della guerra, ed Hermione Jane Granger vive estromessa dal suo mondo, quello della magia, a causa di una condanna ricevuta tempo prima. Fidanzata delusa, disoccupata cronica, cinica perenne, Hermione ormai dispera dell'arrivo del principe azzurro. Ma quando arriva, non è facile riconoscerlo nelle fattezze affascinanti ma DECISAMENTE irritanti di Draco Lucius Malfoy, specie se babbano anche lui... ma la vita è decisamente strana e può anche capitare che ci si imbatta in una piccola fiaba, proprio quando si credeva di vivere in un incubo...:) PUBBLICAZIONE CAPITOLO 51 : 14 LUGLIO 2020
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Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'THE "HAVE A LITTLE FAIRY TALE" SAGA. ' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Stavolta i ringraziamenti e le risposte varie le metto all’inizio così non passano inosservate

Stavolta i ringraziamenti e le risposte varie le metto all’inizio così non passano inosservate!! Allora prima di tutto ringrazio le persone che hanno recensito questa storia, e cioè Lights, Nefene, cy17_love e Francy_hurt_16… per una persona come me, che vorrebbe in un ipotetico futuro, perlomeno tentare di diventare una scrittrice, le recensioni sono molto importanti… e non perché sia affamata di lodi e riconoscimenti, ma perché voglio sapere che c’è che piace nella mia storia e cosa no, per potermi migliorare ogni giorno; accetto quindi serenamente critiche e osservazioni. Perché queste storie per me sono un modo per esercitarmi a quando davvero scriverò qualcosa di solo mio.

Questa premessa è per un’inevitabile osservazione fatta visitando il mio account… questa storia ha 22 recensioni, ma ben 23 persone che la mettono nei loro preferiti, e 14 che la seguono… inevitabilmente molti l’hanno solo letta e non commentata, e questa è una cosa che non mi è mai successa con le mie altre storie, in cui perlomeno le recensioni erano sempre di più dei preferiti, a testimonianza che solo alcune persone, nonostante mi avessero lasciato un commento, considerassero questa o quella storia una delle migliori che avevano letto. Ora dove va a parare questo discorso? Al fatto che mi piacerebbe ricevere anche da queste persone un minuscolo commento che mi spiegasse perché questa storia è tra le vostre preferite… a me serve tanto saperlo, e ripeto non voglio complimenti falsi o lodi… voglio solo che mi dite che ne pensate, visto che per me è così importante.

Ovviamente io non posso obbligare nessuno.

E non posso basarmi su questo. Era solo un appunto.

Ed è anche l’ultima volta che dico una cosa del genere.

Continuerò a scrivere questa storia e a ringraziare sia chi la legge solamente che chi, con mia grande gioia, la recensisce.

Ma non dirlo, se lo pensavo, non sarebbe stato da me…

Quindi ora vi lascio al capitolo 7 di questa storia che ha sempre un nome da fiaba…

Stavolta “Foresta Incantata”…

Grazie a tutti per l’attenzione!!

Cassie…

 

Capitolo 7 – Enchanted wood

 

Sobbalzo nel sonno, rizzandomi immediatamente a sedere, mentre il letto trema dalle sue fondamenta. Un terremoto! O mio Dio! Casa mia è costruita sull’argilla, devo andare a mettermi sotto l’arco di una porta! O era nei pressi di un muro portante? O mio Dio, o mio Dio, non me lo ricordo! Un attimo, non sono a casa mia, ma a casa di Malfoy! Vai a vedere che quello vive in una trappola sismica!!! Mi stropiccio velocemente gli occhi, cercando di tornare lucida dalla fase comatosa di sonno leggero in cui ero, e mi preparo a saltare fuori dal letto come una saetta impazzita. Poi, in quattro secondi netti, realizzo che non c’è nessun terremoto.

“Seth, ma perché diamine stai saltando sul mio letto?!!!” urlo arrabbiata al suo indirizzo. D’accordo, tecnicamente il letto è suo, ma quella che ci sta (anzi stava!) dormendo dentro, sono io!!!

Seth smette all’istante di saltellare da seduto sul materasso, dicendomi con aria infastidita: “Tu non ti svegliavi!”. Sembra un bambino di 5 anni, la mattina di Natale… è abbastanza inquietante come cosa, considerando che sarà alto 1m e 85…

“La prossima volta, mettimi un bomba H sotto il letto… magari farai anche meno danno…” commento scocciata, proprio come una mamma annoiata e che voleva solamente continuare a dormire. Mi liscio con le mani i capelli che hanno preso la tangenziale per la sciatteria, lo avverto passandoci le dita attraverso, sono ispidi ed elettrici come quando ero ad Hogwarts, ed avevo una specie di pagliaio in testa; come facevo ad andarmene in giro così, proprio non lo so... guardo distrattamente la finestra, ancora avvolta dalle mie memorie infantili. Solo allora mi rendo conto che le tende bianche sono piene di luce e che dalla finestra aperta mi giunge anche il frastuono del traffico e della gente che cammina per strada. Un attimo, d’accordo la City e tutto il resto, il traffico a qualsiasi ora del giorno, ma… che cavolo di ore sono??

“Che ore sono, Seth?”.

“Le dieci e mezzo…” mi risponde lui disinvolto, come se mi avesse detto semplicemente che anche stamattina il sole è sorto e che anche il cielo è rimasto azzurro, come il giorno prima.

“Come, le dieci e mezzo??!!” sbraito interdetta, non appena metabolizzo effettivamente l’orario. Mi alzo dal letto e inizio furiosamente a raccogliere la mia roba, cercando al contempo di vestirmi alla bell’e meglio: “Malf, cioè… Danny aveva detto che dovevo andarmene alle sei! Ora capisco perché mi hai svegliata! Se mi trova qui, mi squarta, anche se conoscendolo, sicuramente già mi avrebbe ucciso… forse, liberando qualche mostro da qualche camera segreta… un bel Basilisco, che so… cioè, insomma, un mostro con un nome strano… chissà come mi è venuto questo basi-qualche cosa… ma forse Danny non si è ancora svegliato, eh Seth?! Faccio ancora in tempo ad andarmene! La prossima volta, hai la piena autorizzazione ad usare anche le armi batteriologiche! Dovrebbero essere illegali e tutto il resto, ma forse qualche fornitore iracheno te le fa pagare poco… o iraniano, o siriano, o quello che è… Bin Laden di che paese è?!”.

“Hermione! Ma che cavolo stai dicendo??!! Stoppati!!”. Seth urla, esasperato, slanciandosi su di me e mettendomi una mano sulla bocca. Blocca così il mio fiume di parole, ma anche la mia operazione di vestizione: il mio vestito azzurro, peraltro spiegazzato dalla sera prima, mi rimane infilato solo per la testa, circondando il collo come una specie di buffa collana. Sembro Luna Lovegood il giorno di Halloween, cosa alquanto terrorizzante. Seth rimane con la mano premuta sulle mie labbra, mentre prosegue con voce calma: “Adesso rilassati e soprattutto RESPIRA!… Danny sa perfettamente che sei ancora qui, quindi non c’è di che preoccuparti… allora, non hai fame? Vuoi fare colazione?”.

“… ome olaione…?”.

“Eh? Che hai detto?”.

Roteo gli occhi con aria ovvia, facendo ampiamente intendere che sia il più grande merluzzo della storia, e lui finalmente si decide a farmi recuperare le mie (peraltro, ineccepibili) doti dialettiche, staccando la sua mano dalla mia bocca.

“Ho detto, come colazione??!!” ripeto con le mani poggiate sui fianchi “Guarda che ieri sera ho rischiato la vita anche più di quanto non abbia fatto con Voldem, cioè…” balbetto, accidenti a me e alla mia bocca larga! Ma ancora non ho capito come funzionano queste conversazioni?! Non sono più la babbana perfetta di prima, ahimè!

“Insomma, non pensare che io possa scendere tutta tranquilla e fare colazione con Danny… ieri sera è stato solamente un caso…” mi riprendo in calcio d’angolo. O Dio, adesso penso anche in termini calcistici. Che schifo, che schifo, che schifo!!! Ormai sto definitivamente partendo per la follia!

“Il caso, a quanto pare, si ripeterà spesso…” risponde Seth con espressione gongolante.

Distratta, chiedo: “Che vuoi dire?”.

Lui, tronfio di sé, gonfia il petto e dice: “Per merito mio, Danny ha deciso di assumerti. Sei la nuova cameriera… non è stato facile, ma, senza falsa modestia, ho un grande ascendente su Danny molto più di Summer, checché ne dica lei…”.

Prima che riprenda con le sue ciarle prolisse, riesco a balbettare, pallida come un fantasma: “C-che c-cosa h-hai detto?”.

Lui mi guarda con espressione confusa e ripete, stavolta più calmo: “Danny ha deciso di assumerti, Herm. A quanto pare, non ti odia così tanto…”.

“Sì che mi odia, invece!” inveisco testarda “Non capisci? Deve essere una trappola! Chissà che cosa vuole da me!!!”.

“Ma dai!! Ma sei veramente paranoica!” brontola Seth, dandomi una piccola spallata “Forse sei tu che lo odi ancora, ma per Danny deve essere una cosa superata… è così nobile di cuore!”.

“Sì, nobile di cuore come un’anaconda… ti stritolano, ma almeno non ti fanno agonizzare sotto l’effetto di un veleno… sì, nobile e misericordioso come un’anaconda…” dico, soddisfatta del mio calzante paragone e del fatto che l’espressione cuoriforme di Seth si è dissolta all’istante.

“Pensala come ti pare… ma, intanto, Danny ti ha assunta…” ribatte lui, meno fiero di sé, ma convinto comunque che con l’ultima battuta, l’abbia avuta vinta. In effetti, la situazione gli darebbe ragione… ma non ha mai avuto a che fare con Hermione Jane Granger! E nemmeno con Draco Lucius Malfoy, dicendola tutta. Insomma, io solamente so che cosa posso aspettarmi da quel sadico. Tutti sono indifesi contro di lui, tranne me! E’ una missione vera e propria la mia, salvare il mondo da Malfoy e dalle sue trovate! Vabbé, non proprio salvare il mondo, ma insomma almeno l’Inghilterra… sicuramente i membri di questo pub! Devo assolutamente smascherare la sua trovata di infimo livello strategico… infimo sì, perché scommetto che smascherarlo sarà di una facilità impressionante. Non sto sempre parlando del furetto rimbalzante?! E io, con lui, l’ho sempre avuta vinta… in un modo alquanto contorto e poco evidente, ma sono sicurissima di questo! Ci manca anche scoprire che Malfoy, una sola e singola volta, mi abbia battuto in qualcosa… nella guerra, è anche passato dalla nostra parte, dalla mia parte! Ho vinto anche allora, no?!! Io, da quella parte, ci sono sempre stata.

Mi calmo, respirando profondamente, per poi chiedere, ostentando indifferenza: “Mi spieghi come sarebbe andata la cosa?”.

Seth abbandona la sua espressione delusa di poco prima, causata dalla mia mancanza assoluta di gratitudine per lui, e sorride a trentadue denti. Credo che, se potesse, inizierebbe di nuovo a saltellare. Mi viene da sorridere, ma mi trattengo. Devo essere lucida per cogliere ogni particolare, solo così potrò incastrare Malfoy e il suo piano da quattro soldi. Anzi, da due soldi! Quattro sono troppi!

“Ieri sera… ricordi quando siamo usciti?” inizia Seth, sedendosi sul letto.

Lo imito ed annuisco.

“Gli ho chiesto di farti restare per la notte… come puoi immaginare, non era assolutamente d’accordo. Gli ho chiesto se era perché non ti sopportava, e lui mi ha risposto che non erano fatti miei… insomma, come sempre. Al che, gli detto che era un problema suo, se non si sapeva trattenere in tua presenza… gli ho detto che era una cosa molto infantile, che comunque ormai i tempi della scuola erano belli che passati, e che, in ogni caso, tu eri mia ospite… quindi, con o senza il suo consenso, saresti rimasta… era solo educazione il mio chiedergli se gli andasse bene…”.

“Bravo Seth!” commento, sinceramente colpita. Ci vuole fegato per parlare così a Malfoy, indossasse anche le vesti del più mite Danny Ryan.

“Lo so, lo so…” riprende lui orgoglioso “A quel punto, stavo tornando dentro, ma lui mi ha richiamato indietro. Mi ha chiesto se sapevo perché eri rimasta lì fuori dal locale per tutta la mattinata…”.

“E a lui che gliene importa?!” sbotto “Non dirmi che gli hai detto tutto!”.

“Certo che no, tesoro…” mi rassicura lui, poggiandomi fraternamente una mano sul ginocchio “Anche perché formalmente io no dovrei nemmeno sapere che ti sei lasciata con il tuo ragazzo… non me l’hai mica detto, no?”, mi strizza l’occhio e io, mio malgrado, mi ritrovo a sorridere, mentre lui continua:  “Quindi mi ha chiesto se era vero che cercassi un lavoro… e gli ho risposto di sì. Gli ho ribadito che prendere te sarebbe stata la scelta migliore, visto che ti conosceva. So che, odiandovi così tanto, la questione poteva diventare controproducente, ma alla fine si tratta solo di lavoro… e la tua situazione, da quello che mi è sembrato di intuire, non è tanto rosea da permetterti di buttare all’aria un’occasione del genere… insomma, ce l’avresti messa tutta, questo gli ho detto. Inoltre, ma questa è solamente una mia impressione, sembri una ragazza scrupolosa ed attenta, forse un po’ troppo nervosa, ma comunque credo che faresti un ottimo lavoro…”.

“E lui, Danny intendo, che cosa ha detto?” chiedo con un filo di voce. So perfettamente come è finita questa conversazione, Malfoy ha detto di sì, ma non voglio perdermi alcuna piccola sfumatura. Come se fosse talmente incredibile da non sembrare vero… un autentico miracolo capita una volta ogni mille anni, quindi chi se lo perderebbe?!

“Mi ha detto che ci avrebbe pensato e mi avrebbe risposto stamattina…” mi risponde Seth “… e mi ha pregato, intanto, di non dirti niente fin quando non avesse deciso che cosa fare… poi, stamani, appena mi sono alzato, mi ha detto che andava bene…”.

“Solo questo? Che andava… bene?!” chiedo un po’ perplessa. Non è solo perplessità, me ne rendo conto io stessa mentre sto parlando. E’ anche altro… delusione quasi, anche se sembra incredibile. Sono delusa che Malfoy non abbia detto altro, che semmai non abbia assentito sul fatto che io sia scrupolosa ed attenta, per esempio. O che per lui sia una cosa normale, scontata ed ovvia, come invece non è per me. Sono delusa sì, delusa di sembrare solamente io quella attaccata al passato, mentre a lui basta dire un: “Va bene…”. Forse sono più delusa da me stessa che da lui. Delusa dal mio continuare a cercare una trappola, un qualcosa che non va. E se davvero fosse tutto a posto? Un brivido di freddo mi attraversa la schiena. No, semplicemente non può essere così facile. Né per me, né tantomeno per lui.

“Che altro avrebbe dovuto dire, scusa?!” risponde Seth, un po’ stizzito. Comprendo che alla fine ha perfettamente ragione, perlomeno dal suo punto di vista: “Non ti puoi mica aspettare i tappeti rossi e i petali di rosa per aria, no?”.

“Certo che no, lo so perfettamente… ma la situazione non mi quadra…” medito tra me e me, più che con Seth.

“Ti quadri o no, hai bisogno di questo lavoro…” mi dice sinceramente lui, appoggiando la schiena alla spalliera del letto e sedendosi a gambe incrociate “Come ti ho detto, sarebbe solamente lavoro… non devi essere amica di Danny, né fartelo piacere per forza. E poi ci sarei sempre io, April e gli altri… togli Corinne e Lorna, sono tutti a posto… ti troveresti bene…”.

Resto in silenzio, mordicchiandomi l’unghia del pollice e cercando di schiarirmi per quanto possibile la mente. Non può essere vero… insomma, andiamo! quello arriverebbe ad assumere un troll piuttosto che me! No, no… deve essere una trappola… chissà che cosa ha in mente… schiavizzarmi, vendermi come bottino di guerra alla Lega dei Purosangue sopravvissuti… e chi lo sa! E’ una mente così perversa e deviata! Forse quelli della sua risma vogliono utilizzarci al posto degli Elfi domestici! Sì, e viene a rompere proprio a me! E comunque, mi dimentico sempre, per quanto sia assurdo, che Malfoy è un babbano, adesso. E i babbani non sanno nemmeno che significa la parola “mezzosangue”. Come giustificherebbe la mia condanna alla schiavitù nel suo pub? E poi… trappola… a che razza di trappola potrebbe destinarmi? Almeno per il momento, mi sembra che non voglia niente di particolare da me, era solo preoccupato che io sapessi di Serenity, cosa, ancora non lo so. Sì, tutto questo va bene… ma accettare?! Capisco la forza della disperazione e tutto il resto, ma questa sarebbe la forza della depravazione! Non so forse le infinite vessazioni che sarò costretta a subire, se lavorerò per lui?!! Certo che le so, e quelle che non so, le posso facilmente immaginare! Insomma, accettare equivarrebbe a mettersi a braccia spalancate davanti ad un serpente ed implorarlo di morderti, pezzo dopo pezzo. Fossi matta! Una volta, ci avevo pensato, ma due! Uno impara sempre dai propri errori, no? Quindi, non se ne parla proprio! A costo di finire sotto i ponti e di fare l’elemosina, o anche tutte e due le cose assieme! No, no, e poi no! Però, intanto, un lavoro finalmente… soldi… affitto pagato… e poi adesso che non c’è neanche Dean…

Prima che mi ritornino le lacrime agli occhi, pensando a lui, distolgo la mia mente con la prima domanda che mi viene in mente: “Quanto sarebbe la paga?”, sperando inconsciamente che sia talmente bassa da farmi desistere.

Seth mi guarda con una luce tenue entusiasta, prima di mormorare in risposta alla mia domanda: “La paga della cameriera normale sarebbe di 700 sterline… “.

700 sterline?! Conoscendo Malfoy, pensavo una sterlina e mezzo ogni venticinque anni. Non è tantissimo, ma comunque è una discreta cifra… e comunque passare dal nulla assoluto ad una qualunque somma di denaro, è comunque un bel risultato. Certo, devo cambiare casa, ma non è mica una cosa negativa… addio, signora Sanchez!!!

“Ma per te diventerebbero di più… diciamo sulle 900…” aggiunge titubante Seth, guardandomi di sottecchi.

“900?! E perché?!” chiedo interessata. Magari, in questo, sta la trappola… perché, in caso contrario, se Malfoy si è anche messo a fare beneficenza, è la volta buona che chiamo un esorcista.

“Danny ha da tempo un… progetto, chiamiamolo così…” mi spiega Seth “La clientela del Petite Peste è una clientela giovane… ragazzi tra i venti e i trenta, perlopiù… il ristorante è frequentato, ma non tantissimo… dobbiamo cercare di attrarre le persone over40, quelle che di solito non mettono piede qui perché terrorizzate dal fracasso della discoteca… fracasso che nemmeno esiste…”.

Immagino perché… farà anche la parte del babbano, ma con mezzi normali, non si sarebbero mai potuti mettere assieme un pub, un ristorante ed una discoteca senza l’ovvietà del frastuono di quest’ultima. Me l’ero già chiesta la prima volta che avevo messo piede qui. Ma poi, vedendo Malfoy, avevo trovato la risposta: un incantesimo Insonorizzante. Ne avevo persino avvertito qualche debole traccia, entrando. Doveva essere molto forte. In fondo, Malfoy non doveva essere stato completamente idiota da lasciare completamente la magia. Al posto suo, credo che avrei fatto la stessa cosa, altrimenti questo locale non avrebbe mai fatto fortuna. In fondo, mantengono parecchio personale… a cui potrei aggiungermi anch’io… a quest’ultima considerazione, ripresto attenzione alle parole di Seth.

“L’idea di Danny è quella di inaugurare almeno per qualche giorno alla settimana, un servizio di colazione e di brunch, in modo da tenere aperto il locale più a lungo durante la mattinata. Attirare riunioni d’affari, pranzi veloci, studenti e cose simili… “.

“E me ne dovrei occupare io?”.

“Io e te… il problema è uno solo…”. Seth sta diventando ancora più titubante di prima, e questo mi sembra abbastanza sospetto. Che cosa può esserci di peggio dell’offerta di lavoro in sé? Vuoi vedere che c’ho visto giusto? Altro che chiacchiere… la trappola c’è e deve essere qui…

“Quale sarebbe il problema?” chiedo con innocenza. Fintissima, ovviamente.

Seth, incoraggiato dalla mia docilità, prosegue con un profondo sospiro: “Per essere funzionale, il servizio dovrebbe cominciare presto… verso le sette e mezzo, le otto… insomma, considera che la sera qui si finisce tardi… almeno alle due… e tu abiti dall’altra parte della città. Dovresti alzarti presto, alle quattro, almeno. Non andare nemmeno a dormire, quindi…”.

“Arriva al punto, Seth…” sibilo con un atroce sospetto nella testa. Il sospetto è talmente atroce da non sembrare vero. e quindi automaticamente, diventa talmente reale da farmi raggelare.

Lui tentenna ancora per un po’, guarda fuori dalla finestra, si mette ad osservare una mosca che lotta inutilmente contro il vetro della stessa finestra, poi si decide a dire con voce incerta: “Per rendere la cosa fattibile, noi due dovremmo essere entrambi qui… iniziare ad aprire già verso le sette… per fartela breve…”, un nuovo sospiro, oddio deve essere proprio come ho capito… se è così, lo ammazzo, davvero. Lo ammazzo…

“Dovresti dormire qui… da me e da Danny… per almeno tre - quattro sere alla settimana… staccheresti prima, verso mezzanotte… e alle sei ti alzeresti…” sputa alla fine fuori.

Lo ammazzerò. E’esattamente come avevo pensato… ma che cavolo si è messo in testa quel malato di mente?!!! Questa me la deve spiegare quella specie di furetto contorto! Prima mi caccia, poi mi ospita, poi mi offre anche un lavoro, ma con la condizione che io debba vivere per metà di una settimana con lui! Ma siamo pazzi?!! Tre o persino quattro giorni interi con lui, mattina, pomeriggio, sera e notte con lui!!! Non se ne parla proprio! Ma comunque mi deve spiegare il suo scatto cervellotico! Come se ne è uscito???!!! Ormai ne sono certa: Malfoy deve volere qualcosa da me, qualcosa di veramente assurdo, ma sicuramente qualcosa. E, conoscendolo, non può essere né il piacere della mia presenza, né la mia efficienza lavorativa, tantomeno la mia inesistente esperienza nel campo. Quello vuole qualcosa e, conoscendolo, sarà sicuramente qualcosa per cui rischierò la vita, la dignità o l’orgoglio. Oppure no… credo tutte e tre le cose assieme in ordine differenziato. 

“Non ci penso neanche!” replico lapidaria a seguito delle mie riflessioni “Già, l’idea di lavorare qui con lui, mi alletta come una carie ai denti! Ora dovrei anche vivere con lui! L’hai avuta tu questa meravigliosa idea?!”. La mia domanda è chiaramente sottointesa ad avere una risposta positiva; se è stato Seth ad avere questa idea, magari Malfoy lo prenderà a pedate… in caso contrario… non ci voglio nemmeno pensare… sarà qualcun altro ad essere preso a pedate.

Seth evidentemente si spaventa per la mia espressione decisamente truce e si ritrae, spaventato. Meno male… se si è spaventato, evidentemente l’ha pensata lui sta panzana. Comunque, fa bene a spaventarsi! Se è stato davvero lui, lo appendo al soffitto per le caviglie, era una tortura di voga nelle prigioni medioevali della Provenza. E faceva un male cane, insomma è perfetta allo scopo. Ma anche quelle moderne in stile Abu Ghraib, mi tentano alquanto…

“Non sono stato io…” piagnucola lui, allontanandosi ancora di più da me “E’ stato Danny… l’idea è stata sua… mi ha anche detto che, se non avresti accettato questa clausola, non ti avrebbe assunto…”.

“CHE COSA HA DETTO, QUELLA SPECIE DI MENTECATTO??!!!” urlo, gettando all’aria il vestito che ho ancora attorno al collo e alzandomi con passo marziale dal letto. Adesso mi sente!!! Oh sì che mi sente! Io non mi faccio prendere in giro da un borioso arrogante come lui, che si diverte a giocare con le vite e con il tempo delle persone per suo personale ed anche discutibile divertimento. Se qui nessuno gli dice quello che pensa, ha trovato pane per i suoi denti! Mi aveva detto in maniera alquanto chiara e limpida che stamattina ognuno sarebbe tornato alla sua vita, lasciando in pace quella dell’altro. Che cosa, non si è accorto che il sole è sorto? Che aspetta a lasciarmi in pace?!

Apro la porta di scatto, ripercorrendo le scale all’indietro rispetto alla sera prima. Sono infatti abbastanza convinta che, a quest’ora, Malfoy sia già di sotto a sistemare i suoi affari (molto probabilmente loschi!); da quando eravamo ad Hogwarts infatti, si alza molto presto di mattina. Lo so che stona con la sua immagine di principe dei lussi e dei agi, ma è proprio così. Mi fu confermato anche una notte a Grimmuald Place, quando ormai alle luci dell’alba, mi alzai da letto dopo una notte insonne. E lo trovai in cucina che mangiucchiava dei cornflakes. Inutile dire come finì quell’incontro, come sempre talaltro, ci prendemmo ad insulti e io finii per mangiarmi una mela in giardino, con un’ulcera nervosa di quinto grado e con le orecchie che fumavano, da sola poi, in barba ai Mangiamorte in piena libertà. Alle dieci e mezzo passate, deve essere sicuramente sveglio, a meno che nella sua vita da Danny Ryan, non abbia cambiato anche questa abitudine. Male che vada, me ne ritorno di sopra, spalanco la porta di casa sua e gli conficco degli spilli negli occhi. No, troppo cruento. Sono una ragazza delicata, in fondo, e quello che ho visto in guerra mi è bastato. Badile in fronte? Troppo stancante. Decapitazione? Bleah, troppo sangue. Topicida? E che faccio fin quando fa effetto? Ma certo! La soluzione è sempre davanti agli occhi e uno non se ne accorge… acido solforico! Risolvo anche il problema delle tracce da nascondere! Se Voldemort mi avesse preso come Mangiamorte, minimo sarebbe durato dodici secoli in più.

Appena scesa di sotto, mi guardo attorno nella sala ristorante deserta. Deve essere nella zona pub. Con l’eleganza di un facocero nella giungla amazzonica, mi incammino in quella direzione. E finalmente lo vedo. Seduto dietro al bancone del pub, con una pila di fogli davanti agli occhi, già vestito di tutto punto con una felpa azzurra che fa risaltare i suoi capelli chiari ed un paio di jeans scuri. Stranamente, porta anche un paio di occhiali dalla montatura di metallo, evidentemente gli servono per leggere. Ma chissenefrega della vista dei Malfoy! Se si fossero sposati con dei Mezzosangue, avrebbero perfezionato il loro Dna, come si fa con i cani! I bastardini sono più intelligenti e resistenti dei cani di razza! Tié! Non sembra essersi accorto del mio arrivo, sembra preso dalle sue cose. Meglio, posso sorprenderlo alle spalle! Vabbé gli arriverò di fronte, ma  questi sono dettagli. Lo sorprenderò lo stesso!

“Malfoy!” inveisco contro di lui, avvicinandomi al bancone con aria omicida e battendo le mani su di esso “Si può sapere che diamine ti è saltato in mente?! Che cosa vuoi da me, eh? Dillo almeno! Ti ho già detto che di Serenity non so niente, che c’è mi vuoi controllare a vista?! Come ti è venuta questa brillante idea del vivere assieme, eh?!! E non mi dire che è stato Seth! Lui non c’entra niente! E’ una cosa tra me e te, no? E allora, affrontiamola noi due, dannazione!”.

Fermo il vomito di parole, respirando a fatica, una mano sul torace che si abbassa e si rialza velocemente. Resto qualche secondo ad aspettare, pronta ad essere sommersa da una sfilza di insulti sottilmente sussurrati. Che, però, non arrivano. Mi arrischio a sollevare lo sguardo, che era rimasto basso, come a proteggermi dalla sua probabile aggressività. Ma, invece, Malfoy non mi risponde per niente. Rimane immobile a fissarmi, come se non mi vedesse neppure e stesse guardando qualcosa alle sue spalle. Qualcosa che, per inciso, lo terrorizza. E’ infatti impallidito, per quanto lui possa impallidire, biancastro com’è, e sembra persino sudare freddo. Possibile che io l’abbia terrorizzato così tanto? Sarebbe una cosa stupenda, ovviamente, ma sono abbastanza realistica da capire che non è una cosa tanto facile e che non sono in uno dei miei meravigliosi sogni. Quelli, per esempio, dove sono ancora il Capo degli Auror e contemporaneamente la Preside di Hogwarts e il Primo Ministro Inglese; nemmeno quelli dove, da qualche notte, sono tornata ad essere la fidanzata di Dean Thomas. E neanche quelli dove appendo la testa di Malfoy sul mio caminetto come un trofeo di caccia (questo l’ho sognato stanotte)… questa è la realtà, quindi… non sono più il Capo degli Auror, non voglio più essere la Preside di Hogwarts, non sarò mai il Primo Ministro inglese e molto probabilmente nemmeno più la fidanzata di Dean Thomas. E, se la mia vista non mi inganna, qui non c’è nemmeno un caminetto, quindi nemmeno la terza opzione è corretta. Essendo questa davvero la realtà, l’unica cosa che può aver terrorizzato Malfoy non sono io. E sarà dietro di me… mi giro lentamente su me stessa ed assumo in un nanosecondo la stessa espressione di Malfoy. Ci sono troppe somiglianze tra me e lui, ultimamente. L’unica differenza è che, non avendo io un colorito cadaverico come il suo, divento al contrario rosso pomodoro maturo, ritraendomi su me stessa. E non sono nemmeno terrorizzata, piuttosto… imbarazzata come mai in vita mia!!! Ecco, l’aggettivo corretto! La mia faccia raggiunge la gradazione cromatica del cianotico, quando mi ricordo dei capelli a nido di vespa e della maglia da calcio rossa. Magra consolazione, il vestito azzurro appeso al mio collo perlomeno l’ho gettato all’aria poco prima. Rimango immobile, cosciente dei tre paia d’occhi che mi stanno fissando, sperando nella mia mente che spariscano e che me li sia solamente immaginati. Ma Malfoy ha avuto la stessa reazione, quindi…

A rompere il silenzio di tomba che si è creato, come è prevedibile, è Summer, battendo sul tempo sia me che Malfoy, oltre che Trey ed April, gli altri due spettatori della scena.

“Che diamine ci fa lei ancora qui?!!” erompe con voce acuta e stridula. La vedo anche stringere i pugni e fare qualche passo. Oddio, questa adesso mi picchia! Quelle più raffinate e composte, sono sempre le più represse e, quindi, quelle che fanno più male. Ma perché diamine non ho aspettato prima di scendere?! Nella maggior parte della mia vita, ho il difetto di pensare troppo ed, invece, quando c’è di mezzo Malfoy, faccio sempre tutto il contrario, diventando totalmente illogica ed irrazionale. Che strano… un dejà vu, qualcuno mi ha parlato di qualcosa del genere… ma chissene… sto rischiando la vita e penso ai mie cortocircuiti mentali?!!

“Smettila, Summer… non è come pensi…” la voce leggera e quasi casuale di Malfoy genera un involontario ed inatteso brivido di freddo sulla mia schiena. Non è come pensi… le sue ultime parole sono come un fuoco d’artificio nel cielo, una sorta di messaggio subliminale diretto alla mia persona. Che potrebbe pensare Summer? Certo, una cosa sola. Che ho dormito da Malfoy, cosa vera… ma, soprattutto, che potrei aver dormito con Malfoy, cosa falsissima, ma che lei potrebbe invece considerare ampiamente. Siamo stati compagni di scuola, no? Sono qui alle dieci di mattina, no? Con una maglia da calcio addosso e con i capelli spettinati, no? Ho appena detto a Malfoy che è una cosa tra me e lui e di affrontarla noi due assieme, NO???!!!! Insomma, è cristallino cosa lei pensa… ed, alla fine, non me ne sto anche con lo sguardo basso, come se mi sentissi in colpa??? Sollevo il viso, riassumendo un’espressione dignitosa e guardandola dall’alto in basso come mi riesce tanto bene. Ignoro le bocche ad “o” di April e Trey, le cui mascelle stanno per incontrare il pavimento, e mi concentro su Summer. Penso a cosa dire prima di aprire bocca e modulo la voce in un accento naturale e scontato: “Non è come pensi… sarà possibile come cosa, nella stessa giornata in cui i dinosauri andranno al centro commerciale e le auto funzioneranno grazie allo zucchero di canna, quindi, come puoi intuire, non è decisamente come pensi… a meno che uno stegosauro non ti abbia appena fatto il pieno di zucchero alla macchina…”.

“Non fare la spiritosa del cavolo… e comunque non stavo parlando con te…” replica lei, gelida, guardando oltre di me, chiaramente verso Malfoy.

Prima che apra bocca, un piccolo spostamento d’aria mi avverte del fatto che Malfoy si è alzato ed è alle mie spalle. Un duello verbale e lui sembra quasi coprirmi le spalle, che strana coincidenza…

“Sarei il primo a dire alla Granger di non aprire bocca con gioia e giubilo del mio apparato uditivo…” commenta lui, lo vedo con la coda dell’occhio incrociare le braccia “Ma ha ragione… non è mia gradita ospite, ma di Seth…”.

“Volesse il cielo…” mugugno io in risposta, incrociando a mia volta le braccia.

“Di Seth?!” chiede Summer quasi istupidita “E che c’entra lui adesso?”.

Ecco, e che c’entra Seth adesso, infatti?! E Danny che io conosco, non Seth…

“In una assurda e contorta maniera, Seth la trova simpatica…” risponde Malfoy velocemente, sorprendendomi con la sua prontezza di riflessi, quanto si tratta di mentire è un vero maestro “Sono usciti assieme ieri sera e si è fatto tardi… quindi lui l’ha ospitata a casa…”, di fronte alla mia faccia inebetita, mugugna a denti stretti: “… non è vero, Hermione?”.

“Ma certo…” simulo un forzato sorriso al suo secondo chiamarmi per nome in due giorni.

Guardo Summer con la coda dell’occhio e, perlomeno apparentemente, sembra essersi calmata. Le narici smettono di fremere e, allo stesso modo, il suo volto torna limpido e sereno, dopo che le chiazze rosse che lo avevano ricoperto per la rabbia se ne sono andate così come erano venute. April e Trey, alle sue spalle, dopo aver ragionevolmente supposto che non ci sia nient’altro sotto, se ne tornano alle loro faccende, la prima riprende a ramazzare per terra, mentre il secondo continua a compilare la sua scaletta di canzoni per la serata. Rilascio un sospiro di sollievo, nello stesso momento in cui sento Malfoy alle mie spalle respirare a sua volta. Per questa volta, è andata bene.

Trasalgo, mentre una presa d’acciaio mi stringe violentemente il braccio. L’ho conosciuta fin troppe volte in questi giorni e ne sto avendo abbastanza. Mi metterei ad urlare come una pazza di nuovo, ma temo più Summer che Malfoy allo stadio attuale delle cose. E, dato che lei adesso è occupata con Trey, non voglio attirare nuovamente la sua attenzione. Quindi, me ne sto zitta e mi faccio trascinare per l’ennesima volta da Malfoy. Il primo giorno che l’ho rivisto, era camera sua, e adesso le cucine deserte, il copione è leggermente cambiato, almeno in quanto ad ambientazione. Evidentemente Lawrence non è ancora arrivato, è tutto in ordine, dalle pentole perfettamente lucide alle stoviglie pulite e poste in fila. Sospiro, ritrovandomi Malfoy di fronte.

“Ma che c’è, Granger, hai qualche problema?! Vuoi forse rovinarmi la vita?!” inveisce lui contro di me, sbattendomi decisamente poco gentilmente contro il muro di fronte a lui. Il piccolo ma comunque percettibile, dolore alla schiena mi fa ritornare in me dallo stato di passività indotto dal terrore reverenziale per Summer.

“Io ho qualche problema?! IO?!! E tu?!! Che cos’è questa storia dell’assumermi, eh? E del farmi vivere qui, poi? Che c’è, ti sei impazzito?!” gli rispondo a muso duro, ma sottovoce esattamente come lui. E’ quasi comico fare discussione in questa maniera, senza urlare. Mi ricorda le lezioni della McGranitt, quando gli ringhiavo insulti su insulti, cercando di non farmi beccare dalla professoressa.

“Lo sapevo! Come sempre, su una cosa hai costruito sopra un intero film giallo… l’ho detto a Seth, ma lui… niente! Figuriamoci, se mi dà retta…  adesso doveva anche venirgli la mania di aiutare la Granger…” commenta a denti stretti, malevolo.

“Andiamo Malfoy… io e te lo sappiamo perfettamente che non sei così… arrendevole…” borbotto accondiscendente con l’ombra di un piccolo sorriso sul volto, conscia di avere ogni ragione di questo mondo “Non avresti mai fatto una cosa solamente perché te l’ha chiesto Seth… quindi, mi darai ragione quando penso che c’è qualcos’altro sotto, no?”, vedendo che mi guarda ancora insofferente, aggiungo sbuffando: “Insomma, Malfoy al posto mio, tu ti fideresti se ti offrissi un lavoro?”.

“Assolutamente no…” mi dice lui sfacciatamente, incrociando di nuovo le braccia e riducendo gli occhi a due fessure, come se davvero gli stessi facendo una proposta del genere, assolutamente abominevole per le sue orecchie.

“E allora perché dovrei farlo io, scusa?!” gli rispondo interdetta, aggrottando un sopracciglio.

“Granger, la cosa che ti sfugge è che io non ti ho chiesto di fidarti di me… e nemmeno mi sembra di averti implorato di accettare questo lavoro… di cameriere, ne potrei trovare a decine…”.

“E allora perché l’hai proposto a me?!” sbotto insofferente. E’assurda tutta questa situazione, come sempre quando sono con lui. Lancia il sasso e poi tira indietro la mano. E’davvero snervante, specie appena svegli e senza una goccia di succo d’ananas nelle vene.

Lo vedo sospirare e ritrarsi leggermente, incrocio le braccia aspettando la sua risposta. La quale, tarda ad arrivare per parecchi secondi, cosa che mi fa innervosire ancora di più, se mai possibile. E, inoltre, conferma perlomeno alle mie orecchie che ci sia qualcosa sotto.

Dopo aver studiato completamente l’arredo della cucina e la sua planimetria, lo sguardo plumbeo di Malfoy si decide a ritornare su di me. E’ calmo, imperturbabile, come sempre. E’ perfettamente capace di non lasciare trasparire alcun tipo di emozione, non so come, ma lo fa. Eppure, io lo conosco. Da anni, anche se in una maniera alquanto contorta. Da sua nemica naturale, ma alla fine credo che i nemici siano quelli che ti conoscono meglio. Un nemico ti studia a fondo per scorgere ogni tua debolezza; invece un amico è intimamente terrorizzato dall’idea di trovarne una in te, tale da farlo desistere dallo starti vicino. Quindi, credo di conoscerlo bene Malfoy, le sue espressioni, i suoi gesti e i suoi sguardi. Solo quelli di ieri sera erano un po’ diversi dal solito, ma li imputo al fatto che non sono propriamente suoi, ma di Danny Ryan, del personaggio che si è costruito in questi anni. Ora, infatti, so perfettamente che sta per dire qualcosa che gli costa molto. Le sue mani impercettibilmente sono affondate nelle tasche dei pantaloni, intravedo solo i pollici sul orlo delle tasche stesse, che martellano sulla stoffa. E’ nervoso, quindi. Lo sguardo si è fatto più terso, meno nebbioso del solito; evidentemente sta cercando di essere sincero, o di darmi comunque questa impressione. A non darmela, però, totalmente a bere, è la giugulare che vedo pulsare sotto la sua pelle. Per un attimo, mi distraggo, incantata quasi dal premere della vena contro la barriera della pelle. Una vena che pulsa, il cuore che batte… forte, il cuore che batte forte.

E’ così strano associare la parola cuore a Malfoy, come dire, che so, inferno e angelo. So perfettamente che, almeno anatomicamente, Malfoy un cuore deve averlo. Eppure, mi sembra strano. E rimango immobile a fissare il suo collo, manco fossi un vampiro affamato di sangue umano. Lo stesso sangue, che rende le sue guance un po’ più rosee. Forse sta anche arrossendo… Malfoy che arrossisce, sì come no. Starà solo per scoppiare dalla rabbia, anche la tachicardia ne è un chiaro segnale. Che scema che sono, e mi ci metto anche a fantasticare. Malfoy può essere cambiato, ma non così tanto… e bisogna dire che io sono decisamente paranoica…

Lo vedo deglutire nervosamente un paio di volte, arricciando le labbra sottili in una smorfia, quasi come se le stesse parole che sta per dire fossero assenzio nella sua bocca. Dio, e poi quella che non si lascia alle spalle i conflitti, sarei io a dire di Seth… mentre lui… com’era? il nobile di cuore, già, me ne ero scordata. Bleah…!

“Non credevo che tu veramente cercassi un lavoro…” inizia con tono di voce quasi sommesso, non decidendosi ancora a guardarmi in faccia, deve essere davvero tremendo per lui dirmi delle cose civili! Sto letteralmente andando in brodo di giuggiole! Devo godermi al meglio questo momento, e poi proiettarmelo nel cervello a scadenze regolari! Credo che sarà un efficacissimo antidepressivo! Inclino la testa di lato, continuando attentamente ad ascoltarlo.

“Credevo che fossi qui per chissà quale indagine su di me e su Serenity… ma, come ho potuto constatare, di lei non sai niente, quindi… al contempo, però, mi sembrava abbastanza improbabile che la perfettina signorina Granger fosse stata destituita dal suo perfettissimo impiego…”, finalmente si decide a guardarmi, scrutandomi con espressione indagatrice, ma io tento di mantenere il mio viso pulito e tranquillo, non gli dirò nulla nemmeno sotto tortura. Compresolo, continua:  “… ma, se effettivamente stanno così le cose, se effettivamente sei senza lavoro, sarei uno stupido a non assumerti. Per prima cosa, se sei veramente così disperata, prenderai a cuore il lavoro, cosa di cui ho bisogno in questo periodo. Seconda cosa, sei comunque un’ex Auror, qualcosa la sai fare, no? E la cameriera, anche per una come te, non può essere una cosa più difficile…”.

“Troppi complimenti tutti assieme, Malfoy…” dico caustica. Mi sembrava strano il suo scatto troppo longevo di civiltà, è pur sempre fermo cerebralmente all’età del bronzo.

“Terza cosa, assumendoti, Seth la smetterà di darmi il tormento, anche perché ho il serio sospetto che licenzierà ogni cameriera che metterà piede qui dopo di te, solamente per farmi dispetto…” continua, come se non mi avesse sentito, il suo viso si inarca in un’espressione gongolante “… quarta cosa, essere il tuo capo, darti degli ordini con te che sei costretta a rispettarli… è una cosa che non è nemmeno lontanamente immaginabile come piacevole…”. Ride trasognato tra sé e sé per un po’. Ora capisco perché tutti quei Mangiamorte appaiano sempre così soddisfatti… se uno gli sta sulle scatole, lo uccidono, esattamente come vorrei fare adesso io con Malfoy, ma poi penso alla legge, alla prigione, a Seth che si impicca, al rimorso perpetuo...certo che la rettitudine è decisamente sfiancante. E frustrante, aggiungo. L’avete mai visto un Mangiamorte depresso? E invece mi ci incammino a grandi passi verso la depressione… anche perché so quasi perfettamente che sto per accettare, come una povera idiota. Se la necessità fa l’uomo ladro, credo che la disperazione e il fatto di essere stata lasciata dal proprio ragazzo, fa una donna decisamente tendente al suicidio.

Cerco di allontanare dalla conversazione il momento in cui dovrò dargli la mia risposta, chiedendogli: “Mi fai capire una cosa? Come mai ti è venuta questa geniale idea del servizio di colazione e di brunch con l’altrettanto geniale clausola che, se non accetto questa condizione, non mi assumi proprio?”.

“Granger, non mi spingo al punto che tu possa capire le complicate dinamiche manageriali…” mi dice, guardandomi con insopportabile e falsissima aria di comprensione frammista a pietà “Ma, dovendo assumere un’altra cameriera, devo ammortizzare i costi… e, avendone bisogno per quel dannato party, devo comunque rimanere in attivo, no? Se questo posto non è ancora fallito, qualche motivo ci sarà… non mi piace vantarmi…”, al mio sollevare gli occhi al cielo, corregge il tiro: “…d’accordo, mi piace alquanto vantarmi… ma comunque questo posto sta in piedi grazie a me…”.

“E grazie, suppongo, ai vari Incantesimi sparsi per il locale… oltre a quello Insonorizzante, ce ne sono altri?” commento noncurante, cercando così di assorbire la sua ammissione di presunzione. Adesso, si rende anche conto dei suoi difetti… dove arriveremo di questo passo?

“No che non ce sono…” mi risponde, irritato evidentemente che la sua grande trovata sia stata così miseramente smascherata “E’ l’unica traccia di magia ed era vitalmente necessaria…dunque l’eroico capo degli Auror se n’è immediatamente accorto? Era alquanto prevedibile…”.

Soprassiedo sul tono disgustato ed, assieme, ironico con cui ha pronunciato l’aggettivo eroico, e mi limito ad annuire con il capo, evitando qualsiasi genere di commento malevolo. In fondo, voglio spicciarmi ad uscire da questa situazione assurda, sono pur sempre in piedi davanti a lui con questa maledetta maglia da calcio addosso. E scommetto anche che i miei capelli sono ormai talmente crespi ed elettrici da assomigliare a Melanie B delle Spice Girls. Insomma, devo riassumere in tempi brevi un aspetto decente, ho fatto il pieno di figuracce per almeno quattro o cinque reincarnazioni. Ciò, però, implica necessariamente velocizzare i tempi sulla mia risposta alla sua offerta di lavoro. E questo momento sarà da sottoporre ad un potente Incantesimo di memoria, non appena avrò di nuovo i miei poteri. Tanto, per non correre il rischio di traumi permanenti ed incubi continui…

“D’accordo, Malfoy…” pronuncio a denti stretti, guardando altrove.

“D’accordo, che?!”.

E certo! Non potevo dirlo una volta sola, no! Fosse per lui, lo dovrei ripetere a vita come un carillon rotto. Lo spio con la coda dell’occhio e lo vedo con la faccia sadicamente soddisfatta. Sono quasi tentata di dire di no, salvando il mio orgoglio ed andandomene a testa alta, ma ho già ampiamente notato che l’orgoglio non è un buon sostentamento alimentare. Quindi, avanti con la crocifissione di me stessa e della mia dignità, abbondantemente iniziata con il supplizio della mia sanità mentale e con la flagellazione della mia intelligenza, quando avevo già deciso di accettare nel momento in cui Seth me l’aveva detto.

Arrossisco da testa a piedi ed abbasso lo sguardo, mugugnando: “D’accordo, lavorerò qui…”.

“Che cosa hai detto, Granger? Un raffica di vento mi ha impedito di sentire…” dice lui con faccia da finto santarellino, mettendosi una mano dietro l’orecchio e sporgendosi verso di me con aria da vecchio attore compassato.

Ah, è così! Adesso, ti faccio vedere io che significa scherzare con Hermione Jane Granger!

Mi sporgo a mia volta verso di lui, precisamente verso il suo orecchio destro inarcato nella mia direzione, e, in meno di un secondo netto, gli urlo nell’orecchio con tutto il fiato che ho in gola: “Ho deciso di accettare Malfoy!!!!!”.

Nemmeno la Callas al vertice della sua carriera avrebbe sparato un acuto del genere. Sono veramente fenomenale! Incrocio soddisfatta le braccia al petto, mentre osservo soddisfatta Malfoy che, per il contraccolpo, è finito dall’altra parte della stanza, la schiena contro un tavolo di metallo e una mano premuta contro l’orecchio frastornato.

“Ma che ti sei impazzita, Granger?!” mi urla Malfoy, guardandomi storto e stringendo gli occhi in due fessure malevole.

Mi trattengo dallo scoppiare a ridere, concedendo alle mie labbra solo una lieve piega ironica in stile “Te la sei cercata, sottospecie di malfuretto rimbalzante!”. La soddisfazione soffia leggera nel mio umore, fino a rendermi del tutto appagata e contenta, nonostante stia sempre indossando una maledetta maglia da calcio ed abbia sempre i capelli a riccio. Non mi accadeva da tempo di essere così soddisfatta, certo in una maniera contorta ed alquanto perversa, ma chissene… è decisamente bello sentirsi così. Avevo scordato come ci si sentiva. E mi sembra contraddittorio per la mia stessa indole e per quella che è stata la mia vita fino a questo momento, che questa sensazione benefica mi derivi da Malfoy. Anni fa, da lui ho avuto paradossalmente la distruzione proprio di quei momenti, e adesso è stato lui a crearne uno del genere. Sento sulla schiena un brivido caldo travolgermi e mi stringo nelle spalle, decisamente a disagio con me stessa. Mi sorprendo del pensiero che io stessa ho avuto e che non avrei creduto mai di poter avere… non sarà poi tanto male lavorare qui…  scuoto il capo violentemente, suscitando la sorpresa malcelata di Malfoy, che mi osserva aggrottando le sopracciglia. Mi ripeto nella mente che l’essere contenta di lavorare qui, è solo un deviazione perversa della mia mente che gode a maltrattare Malfoy, in modo da riprendersi delle sue sciagure presenti. E poi c’è sempre la delicata questione che ho bisogno di questo lavoro, no? In tal modo, mi convinco della totale innocenza nel mio stato d’animo attuale e il mio passo ritorna fermo, mentre esco dalla cucina.

“Sarà sempre così da questo momento in poi, vero?” la voce di Malfoy raggiunge le mie orecchie in modo quasi carezzevole. Deglutisco rumorosamente senza guardarlo, dandogli ancora le spalle, mentre un inquietante rossore raggiunge le mie gote. Che cavolo mi prende?! La sua voce, accidenti… la sua voce… nostalgia che, come un’onda, sbatte sulle pareti della mia anima, sulle stanze del mio cuore, sui muri della mia mente, logorandoli e rendendomi inerme. Basta, basta, basta!! Com’era? Ecco, deviazione perversa e sadica della mia mente e bisogno estremo di lavorare, eccola qua… perfetta ed ineccepibile giustificazione…

La sua forza logica spinge il mio volto, ormai sereno, a girarsi verso Malfoy e a pronunciare con la voce ferma e tranquilla: “Sarà anche peggio, Malfoy…”. Trovo dentro di me persino l’ombra di un sorriso. Sorriso gemello al suo, velato come il mio. Mi chiudo la porta alle spalle, un magone dentro.

Sarà peggio per tutti e due, vero? Perché nessuno dei due sa cosa aspettarsi dall’altro.

O meglio, lo sappiamo perfettamente cosa aspettarci l’uno dall’altra.

E questo la rende la cosa peggiore del mondo.

Quello che, però, non sappiamo è per quale assurda ragione entrambi abbiamo accettato la cosa peggiore del mondo.

 

   
 
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