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Autore: LordPando    27/03/2017    2 recensioni
ALERT! STORIA INTERATTIVA CHE PERÒ AVRÀ ANCHE PERSONAGGI DA ME INVENTATI, DUNQUE…
Bene. Bene. Bene.
Questa è l’introduzione, l’incipit, il proemio di una fanfiction sull’opera di Cassandra Clare: Shadowhunters. La mia è una storia di amore e morte, di OC (original crachters) e di individui di dubbia morale, è una storia di lotta per il potere e la felicità e per alcuni della morte. Alla fine si troveranno le schede da mandare a me come messaggio privato.
Ma ora occhio, che andiamo ad incominciare!
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo 4
Madlene, Drake, Zoe ed Anthony
 
Drake e Madlene si guardarono. —E così noi siamo i primi, eh?— disse lei. La vampira appariva tesa ma pronta. Indossava un completo aderente nero che faceva risaltare ancora di più la sua bellezza. Lei e lo stregone stavano uno acanto all’altra, pronti ad uscire dal portone della casa di Bradford. A loro era toccato l’Upper East Side, ultimamente sempre più pieno di attività demoniaca.
  L’altro assentì e con uno schiocco di dita fece aprire il portone. —Esci.— disse. Il suo tono di voce era secco, la camminata svelta e sicura. Sapevano entrambi che Drake avrebbe potuto aprire un Portale, ma non voleva. Sapevano entrambi che sarebbe stato un errore strategico enorme, senza paragoni: avrebbero evitato di sorvegliare lungo il tragitto ed avrebbero inutilmente attirato l’attenzione dei passanti, che fossero parte del mondo delle Ombre o no. Quindi procedevano senza parlare né guardarsi in faccia ed aspettando di arrivare. Avevano deciso di cominciare col prendere informazioni da una bettola idi fate rinnegate ed alcolizzate, sperando che fossero abbastanza brille per  fornire informazioni utili ma abbastanza ubriache per non aggirare la verità.
  —Sai per che ora dobbiamo rientrare?
  —Penso che appena tu rischierai di essere bruciata dovremmo essere dentro casa.— Nella voce né negli occhi del Figlio di Lilith c’era l’ammirazione che si era notata anche a due chilometri di distanza durante la festicciola, ma solo una concentrazione quasi cinica ai dettagli: Buccia di banana schiacciata al bordo della strada, dall’odore di suola si direbbe pochi minuti fa. Ma non abbiamo visto chi è stato, dunque deve aver svoltato nel vicolo a sinistra. Il vicolo esce in una sede di alcuni Figli della Luna, dunque è probabile che un Mannaro sia passato di qua. Se invece fosse stato un mondano deve essersi recato verso la propria casa, di ritorno da una cena… leggera, o non avrebbe mangiato frutta per la strada. Ne si deduce che non venisse da una festa e quindi non fosse ubriaco. Dall’assenza di feste nella zona, credo che sarà difficile passare inosservati.  Pensieri simili giravano nella testa dello stregone, fino a quando non venne fermato da Madlene. —Che cosa succede?— chiese. Non era irritato né spaventato, ma semplicemente tranquillo.
  —Odore di sangue.
  —Provenienza?
  —Vicolo a destra, Lupi, quattro.
  —Che si fa?
  —Non credo avremmo possibilità di nasconderci, ma d fuggire o combattere…
  —O negoziare. So che sei una vampira,— rispose all’eloquente occhiata di lei —Ma non credo che spargere sangue ci aiuterebbe: nonostante stiamo aiutando di loro membri il Conclave non sarebbe molto contento di quattro cadaveri.
  —Hai ragione. Procediamo.— Mentre i due Nascosti si avviavano comparvero i quattro Figli della Luna. Uno di loro era alto e massiccio, mentre tre erano bassi e gracili. Il quartetto era coperto di ferite che grondavano fiotti di sangue risvegliando l’appetito della Figlia della Notte. —Salve, lupi.
  All’udire la voce di Madlene i quattro si voltarono. Avevano sul volto arie truci, ma erano evidentemente incuranti che se ci fosse stato qualche mondano nelle vicinanze avrebbero rischiato molto. Quello grosso rispose con un ringhio di pura rabbia, era evidente che la vista di una vampira non era certo quello che di più avrebbe desiderato. Ma all’improvviso il mannaro sgranò gli occhi guardando alle spalle dei due e, trasformandosi come i sui compagni, prese a fuggire.
  —Dietro di te!— disse Madlene, voltandosi anche lei e spingendo a terra lo stregone.
  —Cosa succede?
  —Demone!— La ragazza scattò e con un salto raggiunse lo scorpione dalla testa di serpente che aveva quasi ucciso Drake. Quest’ultimo teneva a freno il mostro con un incantesimo mentre Madlene ne dilaniava le carni con le zane facendo attenzione a non ustionarsi con il sangue. —Abbastanza scarsino… mi chiedo chi lo abbia mandato qui. —Abbastanza scarsino… mi chiedo chi lo abbia mandato qui.
  —Probabilmente nessuno, penso sia arrivato dalla sua dimensione.
  —Proprio davanti a noi per attaccare te? Sembra una spiegazione campata per aria.
  —Per una volta si è dimostrata più intelligente di te, Drake.— Disse una voce che lo stregone avrebbe riconosciuto fra mille e più. Una voce il cui possessore aveva accudito, amato come un padre… ma senza una madre al suo fianco era riuscito a fare poco. La voce terribile e gentile, da vampiro, di Matthew Bourie.
  —Figliolo… vedo che accogli bene il tuo padre adottivo! E per di più mi chiami per nome. Non ricordi quello che ti dissi, centinaia di anni or sono?
  —Ovviamente, Drake, ma si dia il caso che come non sono il tuo figlio biologico ora non lo sarò mai. La mia unica madre e la notte.
  —E sarebbe anche lei che ti ha allevato fino a che non sei scappato di casa?— chiese lo stregone. I de Nascosti si guardavano con aria di sfida, uno più teso dell’altro ma al contempo sicuri di sé. Madlene squadrò prima uno e poi l’altro mentre capiva sempre meglio il rapporto fra i due.
  —Chi è la bella Figlia della Notte che ti accompagna, Drake? Ho una nuova “mamma”?
  —Non mi interessa il tuo padre adottivo, ragazzino… anche se penso tu abbia almeno trecento anni. Drake non scherza sull’età.— Poi si rivolse allo stregone. —Da quanto ho capito lo hai adottato da quando era piccolissimo ed è stato trasformato a… quattordici anni? Si direbbe in questo modo a giudicare dal suo aspetto. La mia domanda è: Perché è qui? Hai qualche conto in sospeso con lui?
  —Non credo che ce ne siano di alcun tipo, probabilmente voleva solo parlare con noi… o sbaglio?
  —Perspicace come sempre padre. Sono qui per parlarvi della Nephilim che il mio servo ha quasi ucciso. Tessa Shaine, giusto?
  —Esatto. Anche se non mi aspettavo ci fossi tu, dietro quella storia. Non eri in Europa?
  —Sono tornato, come vedi. Non hai nulla da dirmi dopo tutto questo tempo? Nemmeno vuoi presentarmi a questa donna?
  —Sono capace di presentarmi da sola: Madlene Corelle, vampira da trecento anni, amica di un gruppo di Nascosti e Nephilim, ex capo del Clan di Chicago.
 —Quale onore. E che cosa ci fa qui con mio padre?
  —Indaghiamo per conto di un Nephilim sulla sua parabatai la cui gamba è stata tranciata solo un giorno fa.
  —Matthew, non pensi che sia maleducato non presentarti ad una signora?
  —Non sei più in posizione di parlarmi con questo tono, Drake! Comunque…— disse, tornandosi a rivolgere alla vampira. —Matthew Bourie, vampiro di prima classe da circa cinquecento anni, per quattordici figlio adottivo dello stregone qui presente. Dopo la mia trasformazione, però, o deciso di allontanarmi dalla mia casa.
  —Ha sempre avuto la stoffa per fare il vampiro.— borbottò Drake con una falsa voce orgogliosa. —Parla chiaro. Che cosa ci fai qui?
  —Molto divertente… e comunque sappiate che sono qui soltanto per voi… e per palarvi di quello che sta per succedere. Il mio attacco non aveva come obbiettivo altro se non allertare i Nephilim. Quel gruppo di figli dell’Angelo con cui hai a che fare, Drake, parleranno con il Conclave ed anche se non riferiranno tutto nei minimi dettagli, esso si allerterà. Gli Shadowhunters inizieranno le ricerche di un responsabile… ed il mio scopo è trovarlo. È per questo che sono tornato nelle Americhe.
  —Dal tuo discorso sembra che la sorte degli Shadowhunters ti stia davvero a cuore… —Disse Madlene, fissando negli occhi il vampiro. —Ma non ho mai conosciuto tanti vampiri che fossero sinceri in questa loro idea. Perché fai tutto questo?
  —È semplice, diffidenti.— disse Matthew, sputando quelle parole in faccia allo stregone. Il figlio di Lilith aveva avuto la bontà di fare silenzio e non pronunciare battute sarcastiche, ma tutti sapevano che quella pace non sarebbe durata a lungo.
  —Non credo che tu possa chiamarmi «diffidente» dopo che ti ho creduto circa… sempre. E soprattutto, non credo nemmeno che ti interessi qualcosa del bene dei Nephilim.
  —E su questo hai ragione. Ma come te, io sono un egoista: mi interessa il bene di me stesso. È per questo che sto facendo tutto ciò. Sappiamo entrambi che c’è qualcuno più potente di noi dietro questa storia. E sappiamo entrambi che se ci sarà guerra i primi ad averne colpa saremo ni Nascosti.
  —In quegli anni ti ho insegnato bene le politiche dei Nephilim. Ma tu che cosa sai? Parli di Guerra e come me ne hai vissute tante… dimmi che cosa sai.— sorprendentemente il tono dello stregone si era fatto serio. Tutti i presenti sapevano che se gli immortali prevedevano guerra, guerra sarebbe stata. Ma contro chi? Quel silenzio teso e carico di comande fi spezzato da un grido.
  —UN DEMONE MASTODONTE!— strillò Madlene di fronte all’elefante antropomorfo che era comparso lì davanti.
 
Zoe Alexandra Fairchild ed il suo ragazzo si erano avviati da poco dalla casa del gentilissimo stregone che li ospitava. Già il freddo si insinuava lentamente sotto la tenuta da Nephilim che copriva la ragazza, mentre questa rabbrividiva.
  —Hai freddo?— chiese il Lupo. Guardò con dolcezza la Nephilim mentre la nebbia dell’Upper West Side li circondava. Ringraziò Lilith che non era molto sensibile alla temperatura e togliendosi la ciacca la pose sulle spalle della ragazza.
  —Grazie.— sussurrò lei, visibilmente sollevata. —Ma…
  —Io non avverto il freddo, se è questo che mi stai per chiedere.
  —Mi fa piacere.
  —Anche a me.
   I due rimasero per un attimo a guardarsi in silenzio, fermi. Nessuno dei due sapeva bene che cosa dire, dunque si guardarono intorno. Nessuno nei paraggi. Anthony cinse le spalle di Zoe con un braccio forte, muscoloso. Il ragazzo si ritrovò a pensare a Drake, il suo amico con il fisico di un lanciatore di coriandoli e sghignazzò.
  —Perché ridi?— chiese con voce tranquilla la ragazza.
  —Pensavo ai muscoli del nostro amico stregone.
  —Già.— la ragazza ridacchiò. —Per fortuna è della sua specie, o nel Mondo Invisibile sarebbe già stato spacciato…
  —Non sei molto gentile.
  —A lui non importa… o almeno, saprebbe come rispondere, quindi ora che siam lontani dalle sue battute sarcastiche…— sorrise maliziosa.
  Il Figlio Della Luna chinò la testa. —Siamo sul lavoro…
  —Già. Stavo pensando,— fece lei allontanandosi di mezzo passo. —a come quel James parla di Tessa.
  —Tu e lei vi conoscete?
  —No, ma conosco Lottie, come sai, il cui cugino è fidanzato con il fratello del parabatai di Rei, una delle migliori amiche di Tessa.
  —Mi sono perso a Lottie.
  I due continuarono a guardarsi. Avevano ripreso a camminare lentamente mentre la nebbia si diradava. Entrambi guardavano davanti a sé come per controllare eventuali presenze demoniache, nonostante sapessero che era difficile se ne trovassero: il sensore di Zoe stava zitto e senza quel rumorino e quella luce ammonitrice, era impossibile che in giro ci fosse attività demoniaca.
  —Perché siamo qui se non ci sono demoni?
  —Demoni non vuol dire Nascosti.
  —La tua compagna Nephilim ha ragione!— disse una voce alle loro spalle. Era una voce dura, raschiante, che però aveva la musicalità tipica del Popolo Fatato. —Io e mio fratello vi seguiamo già da alcuni minuti… o almeno minuti su questa terra.
  —Yggr, saresti così gentile da spiegare a questa coppia felice che cosa ci facciamo qua?— sibilò una seconda fata. Come il fratello era molto basso ma entrambi avevano due cinture che gli traversavano il petto piene di coltelli, pugnali e daghe. I due fratelli erano rossi ed avevano un sorriso malizioso sui volti.
  —Subito. Signori Nephilim, siamo qui come delegazione del popolo fatato perché chiediamo di violare gli Accordi: un Nephilim ha mietuto vite nella nostra corte e noi ne conosciamo il nome. Per questo il nostro Popolo vuole vendetta. So che non sarebbe propriamente violare la Legge, ma già siamo stati punii ingiustamente da voi.— Aveva un tono formale, come se stesse parlando di una causa matrimoniale. —Inoltre siamo venuti a sapere da fonti che non intendiamo nominare che questo Nephilim ha anche scatenato demoni sui suoi simili.
  Immediatamente quelle parole risvegliarono l’attenzione dei due. —Cosa… hai detto che sapevi il suo nome! Diccelo, in fretta!
  Yggr aprì la bocca per parlare, ma la sua testa e quella del fratello caddero a terra, mozzate. —UN DEMONE MASTODONTE!— gridò Zoe. E la battaglia ebbe inizio.
 

Spazio autore

Scusate! Faccio, schifo, lo so, avrei dovuto aggiornare, ma in questi giorni sono stato impegnato a:
  1. farmi gli affari miei e
  2. a scrivere una storia Fantasy che sto per aggiornare (per chi fosse interessato a sapere come vi ho traditi: Le Terre Del Cielo)
Dunque tollerate la mia imperdonabilità e… lasciatemi scusare anche per un altro motivo: in questo capitolo non ho inserito i vostri OC ma spero che nonostante questo mi possiate lasciare un commentino piccino picciò. Eh? Dai. Per favore, vi giuro che dalla prossima volta tornano! Promesso! E prometto anche che aggiornerò più in fretta, quindi… alla prossima!
LordPando
   
 
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