Fanfic su attori > Jake Gyllenhaal
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Autore: GPM    27/03/2017    0 recensioni
Giulia, una ragazza italiana di ventuno anni, dopo un anno passato a lasciare l'università e facendo lavori che non le piacciono, decide di mettersi in viaggio verso gli Stati Uniti d'America, per godersi una meritata vacanza in compagnia dell'amica Isabelle;
Le ragazze si troveranno a contatto con diversi artisti e celebrità di Hollywood che faranno capire loro che nonostante soldi e fama la vita non è proprio così idilliaca.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il mio tour cinematografico, è stato a dir poco fantastico, la guida è stata simpaticissima e molto disponibile nei miei confronti, devo dire che avevo passato un bellissimo pomeriggio in compagnia solo di me stessa, di Marlon Brando, Marylin Monroe, James Dean, John Travolta, Tom Hanks, e molti altre sagome di attori che erano presenti negli studi. Decisi quindi che era l'ora di tornare in hotel, arrivata nella suite non c'era nessuna traccia di Isabelle, forse era al bar di sotto.

Mi feci una doccia veloce e mi cambiai. Misi un vestito rosso con le bretelle, volevo sentirmi anche io una diva hollywoodiana ma l'effetto era molto diverso infatti sembravo un pompiere finito male. Ad ogni modo, scesi di sotto mentre nell'ascensore mi guardavo e ricontrollavo allo specchio, appena varcai le porte del marchingegno sali e scendi, ecco che trovo Isabelle intenta a bere come una spugna.


"Hei, ma che diavolo stai facendo? Non dovevamo andare a cena?"


"Scusami amichetta, ma questo barman era così carino che non ho potuto resistere e ho cominciato a prendere da bere"


"Tu guarda a cosa mi tocca assistere, sei così disperata da continuare ad ordinare da bere solo per farti fare qualche sorrisetto?"


"Se mi porterà nel suo letto si" esclamò senza ritegno


"Bene allora è deciso adesso ti riporto in camera"

"No! Non puoi decidere tu per me Giulia, lo so che tu hai sofferto ma non significa che anche gli altri debbano smettere di divertirsi!" urlò.


Rimasi a bocca aperta, non sapevo davvero cosa rispondere, e dire che di solito sono una logorroica cronica.


"Hai ragione Isabelle, io non sono tua madre e quindi non posso permettermi di dire nulla, ma perfavore promettimi che starai attenta e ti prego dimmi che non sei ubriaca ma solo brilla"


"Guardami" disse "Sono nel pieno delle mie facoltà fisiche e cognitive"


"D'accordo, io me ne vado a cena se ti serve qualcosa sono nel ristorante dell'hotel"


"Ciao G! E miraccomando non fare nulla che io non farei!"



Andai a sedermi in un tavolo all'angolo, mentre aspettavo il cameriere, continuavo a pensare alle dure parole di Isabelle, io voglio divertirmi certo, è solo che voglio andarci con i piedi di piombo tutto qui.

Arrivò il cameriere che mi consigliò un hamburger e da bere ovviamente mi feci portare una bella pinta di birra rossa, la mia preferita.

Mentre mangiavo, mi sentivo un pò osservata, certo per come ero vestita può darsi, il mio abito era rosso Valentino, un pò come quello di Jessica Rabbit, solo che a me con quell'hamburger e birra sul tavolino non faceva lo stesso effetto femme fatale.

Un uomo di fronte al tavolo mi stava fissando, i suoi occhi azzurri mi ricordavano il cielo irlandese dopo la pioggia, barba incolta che mi faceva impazzire, camicia celeste che metteva perfettamente in risalto i suoi occhi cerulei, jeans attillati ma non troppo sulle gambe muscolose ma magre, spalle larghe e torace largo. Oh mio Dio, pensai. Ma è uno schianto.

Mi stava sorridendo e sorrisi anche io, d'un tratto si alzò e venne verso di me.

"Posso signorina?" chiese


"Ehm, certo, prego" dissi


"Sa, non ho mai visto una donna bella come lei, prendere un' hamburger e scolarsi una birra come ha appena fatto."


Rimasi un pò perplessa, e l'unica cosa che mi uscì fu


"Bè, si lo ammetto non sono il massimo della finezza ma al posto delle carote e dei sedani di cui si nutrono le modelle che pascolano specie qui ad L.A. a me piace mangiare cibo vero e tenermi in forma, non sarò sicuramente una modella ma mi vado bene così".

Mi guardava fisso, e scoppiò in una risata fragorosa che mise allegria anche a me.


"Sa, a me non piacciono particolarmente le modelle.. preferisco le donne vere." disse con un sorriso malizioso

Sorrisi, a quello splendido uomo che avevo di fronte finchè il mio cervello cominciò a darmi input, e flash, oh cavolo, ma lui è.. lui è.. Jake Gyllenhaal!

Oh santo cielo, quando questa la racconterò ad Isabelle le prenderà un accidenti.

Feci finta di nulla, come se la situazione fosse tutta sotto controllo quando in realtà il mio viso era diventato dello stesso colore del vestito.

"Molto piacere io sono Giulia Fitzpatrick" dissi con un sorriso.


"Ciao Giulia, io sono Jacob Gyllenhaal, ma puoi chiamarmi Jake" rispose.


Stavo iperventilando, ero a cena con il mio attore preferito e pergiunta mi trovava attraente, ma dovevo calmarmi e tornare lucida.

"Di dove sei Giulia?" mi chiese


"Sono Italiana, abito in una regione del centro Italia, mia madre è italiana e mio padre è irlandese.

"Amo l'Italia, ci sono stato troppe poche volte, vorrei visitarla meglio" esclamò


"Bè magari potrei farti da guida in qualche occasione" dissi scherzando.


"Senti, Giulia, posso offrirti da bere? Conosco un fantastico locale sulla spiaggia che fa dei drink magnifici ti va?"


"Si, perchè no" esclamai


Era tutta una scena in realtà nel mio cervello si stava festeggiando il quattro luglio. Ero completamente su di giri.

Mi portò allo Sky Bar, un locale elegante da un'atmosfera così piacevole che mi sembrava di fluttuare, luci soffuse una piscina interna e tavolini con morbide poltroncine bianche e candele.

Jake mi fece accomodare da vero gentiluomo e mi chiese cosa volessi ordinare, ovviamente essendo una donna adoro la serie tv Sex and The City, quindi sfoggiai la Carrie Bradshaw in me e dissi


"Un Cosmopolitan perfavore" mi sorrise e andò verso il bancone, mentre aspettavo che tornasse mi sentivo davvero fortunata, quello splendido uomo, aveva adocchiato, me, e in quel locale, lì nel bel mezzo della vita di Los Angeles, io Giulia Fitzpatrick arrossii, e mi sentii felice, come non lo ero da tempo.

   
 
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