Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: BambuBaoBab    29/03/2017    0 recensioni
Ad approdo del Re, dove ogni spada viene sguainata per onore ed ogni trama viene tessuta per tornaconto personale, un nuovo personaggio viene portato nella Fortezza Rossa, un personaggio che non è granché interessato all'una o all'altra cosa.
In effetti nemmeno io so bene che cosa ci faccia li...
Genere: Drammatico, Erotico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Podrick Payne, Sandor Clegane, Tyrion Lannister, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ordini e Disordini

 

Quando i tre entrarono  nella Sala del Trono, il Re si alzò di scatto, sollevando una balestra che pesava quanto una sua gamba.

Un ghigno beffardo, quasi famelico, gli deformò il viso simmetrico e gli occhi celesti si iniettarono di perfidia.

Kayla non lo aveva mai visto prima, ma, come aveva imparato negli anni, l’aspetto di una persona non è sempre indicatore di ciò che essa ha dell’animo. E poteva sentire lontano dieci metri il fetore dell’anima di quel ragazzino.

 

« Ecco la traditrice del reame! »  sbraitò il Re

 

La giovane fece per rispondere all’accusa ma fu trascinata a terra da una freccia che si incastonò tra la dura pietra del pavimento della Sala del Trono  e il vaporoso vestito ricamato.

Mentre sul viso del biondo ragazzo si ergeva trionfale un sorriso, gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime.

Kayla fece un passo verso di lei ma il Mastino la trattenne stringendole un braccio. Il tocco della mano fredda guantata sulla sua pelle la fecero sussultare.

 

«Lasciami andare…» protestò a denti stretti mentre il Re camminava lento verso la sua vittima preferita.

 « Non fare sciocchezze, lui non le farà del male ma fidati che non esiterà un istante a farti esplodere il cranio con una di quelle. » ringhiò lui accennando all’enorme freccia.

« Non le farà del male? » chiese lei incredula, tentando di non alzare la voce.

 

Il brusio della corte era incessante , ma a rimbombare nell’immensa stanza erano i passi del ragazzo, lenti ed inesorabili come lo scoccare dei secondi.

 

L’uomo prima di rispondere non poté trattenere un sospiro.

« Non troppo spero.»

« Mio Signore , io sono solo fedele a te! » urlò Sansa, rompendo il silenzio, con la voce rotta dal pianto.

« Con tutte le atrocità che sta attuando tuo fratello come posso crederti?! » rispose lui chinandosi verso di lei. Sebbene fosse solo un ragazzino, la sua figura era minacciosa al pari di quella dei mostri che popolano le fiabe più spaventose.

 « Io non vedo mio fratello da mesi mio Re! » singhiozzò la ragazza « Non posso pagare per le sue colpe! »

 

Il pianto ruppe la sua implorazione, mentre chinava il capo, distogliendo gli occhi dalla balestra che lui le puntò nuovamente addosso. In una parte del suo cuore sperava che la freccia scoccasse, solo per strapparla via a tutto quel dolore.

 

Jeoffrey sospirò mentre con un cenno del capo invitò uno dei suoi a recitare della vittoria del Giovane Lupo su un accampamento Lannister.  Le accuse, atroci e fantasiose, sgomentarono la corte, dalla quale il brusio di disappunto si alzò, più alto e chiaro.

 

Kayla si voltò di scatto, incredula, e incontrò lo sguardo del Mastino, i cui occhi fumosi le risposero solo con frustrata rassegnazione.

 

Sansa piangeva sommessamente e lui le prese il viso tra le dita  giovani, che mai avevano assaporato neppure la percezione di un vero scontro.

 

« Hai sentito quanto male ha fatto tuo fratello, lurida Stark? »

 

Senza nemmeno lasciarle il tempo di rispondere la colpì violentemente con il corpo della balestra stendendola a terra.

« Lasciala stare ! » urlò la guerriera, fiondandosi sul ragazzino, divincolatasi dalla presa del Mastino.

 

La paura attraversò il viso angelico di quel mostro ma ser Merryl le tagliò la strada sfoderando la spada

Lei rispose sguainandole entrambe . La Guardia Reale fece un passo indietro e si calò l’elmo.

Un sorriso attraversò il viso della donna, che girò intorno al cavaliere come una tigre accerchia la sua preda.

 

« Chi diavolo sei tu? >> urlò il Re puntandole la balestra contro.

« Non fatele del male mio Re! >> implorò Sansa spaventata.

 

Il Re sorrise e rispose con un cenno del capo, e come un perfetto cane ammaestrato sir Merryl si gettò sulla donna. Le spade si incrociavano ma la forza del cavaliere era ben sostenuta dall’ agilità della pirata.

 

Jeoffrey,  insoddisfatto, sollevò Sansa da terra e la fece voltare verso l’entrata e verso i due guerrieri. Davanti a lei il Mastino che la guardava tentando di nascondere i suoi pensieri più iracondi, strinse di nascosto la presa sull’ elsa del pugnale.

Il Re, con ferocia, afferrò un lembo del suo vestito e lo stracciò di netto. La veste cadde lasciandole solo la tunica dalla quale si intravedeva ogni sua forma.

 

« Ma allora voi Stark non avete davvero la pelliccia! » sghignazzò il giovane , seguito dalla corte

 

Kayla diede una spallata al cavaliere che cadde a terra e si gettò sui due ragazzini. In quell’istante il giovane fece scattare la balestra che frustò l’aria.

La freccia manco il bersaglio ed andò a conficcarsi nell’arco dell’entrata, a pochi centimetri dalla faccia di Tyrion.

 

« Che sta succedendo qui?  » ruggì il Lannister verso la folla di cortigiani che stavano assistendo allo spettacolo.

« Ve ne state qui a osservare una ragazzina che viene oltraggiata in tale maniera!  >> il disprezzo nella sua voce era più affilato di mille spade  « AIUTATELA ! >>

Jeoffrey lasciò la ragazza che cadde a terra e si voltò verso il Trono.

 

Kayla si chinò accanto a Sansa e furono raggiunte dal Mastino che coprì la giovane con la sua sudicia Cappa bianca.

Gli occhi viola si levarono su di lui brucianti di collera.

Come scottato, lui si dileguò lasciandole al centro della Sala.

 

« Mi dispiace Sansa » sussurrò la donna stringendola

« Sei stata coraggiosa a difendermi, avrebbe potuto ucciderti. » rispose la giovane stringendosi addosso il mantello.

 

Bronn e Tyrion entrarono nella Sala del Trono, dirigendosi senza indugio verso il Re, che codardamente stava cercando rifugio ed autorevolezza sul seggio.

 

« Lei è solo una traditrice! >> piagnucolò la testa coronata, intimorita dallo sguardo severo dello zio.

« IDIOTA!  >> urlò il nano; era incredibile che da un simile corpicino potesse uscire un tale rombo.

« Non osare insultare il Re! >> abbaiò di rimando la Guardia Reale, brandendo nuovamente la spada.

« Ma io non lo sto insultando…>> replicò il nano sarcastico « sto solo spiegando quanto irresponsabile sia la sua condotta e quanto sia breve la vita dei Re che non pensano alla gravità delle loro azioni! >>

« Questa è una minaccia! >>

« Oh no, sir Merryl. Chiedere a Bronn di infilzarti come uno spiedino se solo oserai aprire nuovamente il becco, questa è una minaccia. E a giudicare da come stava andando lo scontro con una donna, direi che è una minaccia fondata >>

Il mormorio di disappunto echeggiò e quando il soldato incrociò gli occhi con il famelico mercenario, decise di non proseguire oltre il diverbio.

 

« Io sono il Re! >> riprese il giovane « e la sua famiglia è una famiglia di traditori! >>

« Lei non ha colpa  di ciò che fanno i suoi famigliari. Come io non ho colpa dei tuoi comportamenti crudeli e reprensibili…eppure, da zio e da Primo Cavaliere, non posso far altro che vergognarmene. >> concluse il nano.

E mentre sulla Sala aleggiava un silenzio tombale, Tyrion girò su se stesso e uscì dalla Sala del Trono, seguito da Kayla, Bronn e Sansa.

 

La giovane Stark tremava come una foglia,  con ancora l’immagine della scintillante balestra ad occuparle la mente.

- Portala nelle sue stanza – chiese Tyrion alla guerriera – e fa in modo che vi resti.

 

 

 

Sandor Clegane stava in piedi davanti alla porta del Re. Sentiva degli strani rumori al suo interno e non riusciva a capire cosa, le due puttane e il Re, stessero combinando.

Di certo se ci fosse stato lui li dentro con loro i suoni che sarebbero provenuti dalla stanza sarebbero stati ben diversi.

Le puttane erano di natura accondiscendenti, ma molte erano spaventare dalla sua stazza e dal suo viso, eppure nei bordelli dei Lannister erano sempre tutte molto contente di vederlo.

Chiuse per un attimo gli occhi, complice la stanchezza della giornata, e si appoggiò all’ umido muro di pietra.

In quell’istante qualcosa di duro e pesante lo colpì in pieno viso, facendolo barcollare per qualche passo.  Ringhiando si girò e una figura agile e veloce gli balzò addosso scaraventandolo per terra.

La nuca batte così forte da annebbiargli la vista non permettendogli di riconoscere subito il suo assalitore. Un pugno lo colpì sullo zigomo, facendogli chiudere di nuovo gli occhi e allora l’aggressore parlò.

 

« Quello era il tuo concetto di “non le faranno del male” ? >>

 

Riconobbe la voce all’istante sebbene l’avesse sentita solo poche volte.  Con uno scatto rotolò su se stesso, sorprendendola e sbattendola a terra.

 

« Che cazzo vuoi da me? >> ringhiò il Mastino afferrandole i polsi che stavano per sferrare degli altri colpi.

 « Sei un bugiardo. Mi sono fidata e per poco quel matto del Re non la ammazzava! >>

Istintivamente lui le portò la mano guantata sulla bocca.

« Sei impazzita? Questa è la stanza del Re! >>

 

Gli occhi di lei saettarono verso la porta impietriti e poi tornarono a scavare in quelli dell’ uomo.

I capelli lunghi e la barba gli nascondevano quasi completamente il volto lasciando liberi solo lo sguardo. La mole del Mastino premeva sul suo corpo e quasi non respirava con la mano a coprirle la bocca. Tentò di divincolarsi, ma come aveva già capito dal loro primo incontro, non aveva speranze contro di lui.

 

« Non gridare e ti lascio. >> ringhiò

Lei annuì e lui si sollevò sui gomiti permettendole un profondo respiro. Il petto le si alzò di scatto sfiorando l’armatura del guerriero.

« Mi sono fidata…>> ansimò lei, riprendendo fiato.

« Poteva andare peggio. Sarei intervenuto se le cose si fossero messe davvero male. Ormai io li conosco i loro capricci >>

« Capricci?  >> chiese lei sollevando la testa, annullando quasi la distanza tra i due visi.

 

La cicatrice ora era più visibile, livida e bitorzoluta. Non che le facesse molto effetto. Per mare vi era ogni sorta di creature ed ogni sorta di uomo, con tutte le malformazioni e menomazioni esistenti. Non era facilmente impressionabile. Anche se la stazza e la forza di quel guerriero continuavano ad agitarla.

 

« Non so da dove tu venga… ma qui le cose funzionano così. Quelli con le corone comandano, quelli con le spade ubbidiscono. Quelli senza nulla pregano.

« Pregano per cosa? >>

« Pregano che nessuno un giorno comandi quelli come noi di ucciderli. >>

« Io non ucciderei qualcuno solo perché mi viene ordinato. >>

 

Prima di rispondere un ghigno attraversò il viso dell’ uomo. L’odore della pelle di lei gli entrò nel naso, disorientandolo per un istante.

 

« Eppure stavi per uccidere il Re. >> sussurrò lui.

« No, volevo solo difendere Sansa >>

« Perché qualcuno te lo ha ordinato… bene, il mio ordine è difendere il Re.  Quindi se non fosse arrivato il nano, probabilmente oggi ti avrei uccisa. >>

 

A quelle parole il guerriero sentì il corpo della donna irrigidirsi e lentamente lei posò di nuovo la testa sul pavimento freddo.

 

« Oppure io avrei ucciso te. >> rispose lei.

« Vuoi appurarlo adesso? >> chiese lui stringendole i polsi. Le placche in metallo le si conficcarono nella carne ed entrambi sentirono un caldo rivolo di sangue scenderle lungo il braccio.

Il sottile strato d’aria che divideva i loro visi sembrò infiammarsi dei loro sguardi, mentre il respiro di entrambi si faceva più affannoso per lo sforzo o per il dolore.

 

Un urlò proveniente dalla camera li distrasse facendo allentare la presa al Mastino.

 

« Che succede li dentro? >> chiese lei.

« Nulla che ti riguarda…>> rispose lui alzandosi. Le porse la mano e la tirò su come fosse senza peso.

« Chi c’è con il Re? >> insistette lei senza mollargli il braccio.

Lui si divincolò e sospirando rispose.

« Nessuno per cui valga la pena morire. >>

 

E voltandole le spalle si incamminò per il buio del corridoio.  Lei rivolse ancora uno sguardo alla porta e rabbrividendo seguì il Mastino.

   
 
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