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Autore: Petricor75    31/03/2017    1 recensioni
Questa fanfiction è una serie di oneshot, non seguono uno stile rigido e si muove tra missing moments, intermezzi tra episodi, scene particolari viste negli episodi, Xena e Gabs POV, sono narrati in diverse forme, l'intento è esplorare a modo mio i pensieri, le emozioni e l'evoluzione sia dei due personaggi che della loro storia d'amore. Ringrazio le mie beta, AwkwardArtist e GirlWithChakram. Sono graditi i feedbaks, di qualsiasi tipo, grazie. Disclaimer: ma ce n'è ancora bisogno?
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO DODICI - THE GREATER GOOD

Il ghigno sul tuo viso, più che minaccioso, lo chiamerei estremamente divertente, se non fosse che stai facendo volteggiare abilmente la tua staffa un po' troppo vicino al mio cavallo. Devo ammettere che hai acquistato una sorprendente padronanza con la tua arma amazzone. Ma in questo momento sei troppo esaltata da te stessa, lo capisco dalla tensione dei tuoi muscoli, lo vedo da come respiri, meglio mettere fine alla cosa, prima che tu ti faccia prendere dalla 'foga della battaglia'. Il mio fischio è sufficiente perché Argo capisca che può intervenire, un calcio delle sue potenti zampe ti strappa la staffa dalle mani, che dopo vari volteggi in aria, finisce dritta nel mio pugno. Inutile che tu avanzi la scusa che hai bisogno di esercitarti, ragazzina, non vicino al mio cavallo! "È che ad Argo non piaccio.", certo, ragazzina, se ti eserciti nelle sue vicinanze e la punti come bersaglio… "A volte devi essere paziente con le cose che ti danno fastidio.", dico mentre accarezzo il muso della giumenta. "Oh ma non ho detto che mi dà fastidio.", si affretta a rispondermi il bardo. La squadro da capo a piedi, mascherando il divertimento con una faccia severa, "Non stavo mica parlando con te.", Argo mi dà manforte con un bel nitrito e a Gabrielle non resta che accettare la sconfitta verbale. "Sii carina.", sussurro alla mia bestia e dopo aver dato istruzioni a Gabrielle, le affido l'animale e mi allontano.

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Hah, se non fosse che è nel pieno di una battaglia comincerei a saltellare su e giù per la sua brillante idea! È la prima volta che la vedo fare una mossa simile! Dei! È stata spettacolare! Ce li aveva tutti intorno, dieci, venti brutti ceffi, ma la mia guerriera ha allargato le braccia, serrato i pugni ed ha cominciato a roteare su sé stessa, come se fosse un Chakram vivente! Li ha atterrati tutti! Uno dopo l'altro! Bam, bam bam! Ad una velocità impressionante! Ben fatto, Xena! Ora, con la spada in pugno, quel prepotente e bruto di Talmadeus non ha scampo! Hah, Xena a volte è un po' perfida coi suoi avversari, le piace giocare con la sua preda, prolunga la battaglia di proposito, adora stare sul campo di battaglia, e io adoro guardarla combattere, emana quasi una luce, mentre si muove fluida e brandisce la sua arma, come se fosse un'estensione del suo corpo, più che un attrezzo forgiato da mani esperte… Sì però dai, Xena… adesso dacci un taglio, non mi sembra il caso di drammatizzare così tanto… dopo qualche attimo di dubbio, sento un brivido corrermi lungo la schiena, qualcosa non va!

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Il veleno sta facendo effetto prima e più in fretta del previsto, lo sforzo della battaglia deve averlo fatto circolare più velocemente, avrei dovuto prevederlo, siano dannati gli dei! La forza nelle mie gambe è svanita del tutto ed ho la vista annebbiata, la spada mi è scivolata di mano, Talmadeus si avvicina, torreggiando su di me, brandendo la sua arma ed io sono a corto di idee! Odo Gabrielle gridare poco lontano, vorrei dirle di lasciar perdere, di allontanarsi, ma non mi ascolterebbe, forse, se lo distrae, posso ancora riprendermi e inventarmi qualcosa. "Io sono l'uomo che ha ucciso Xena!", grida fiero sopra di me il tiranno. Poi accade qualcosa che ha dell'incredibile!

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"Questo è stato un momento davvero stupido per tenermi nascosto qualcosa!", Gabrielle è veramente fuori di sé, e ammetto che ha assolutamente ragione, e lo sa anche lei, perché credo sia la prima volta che usa un tono tanto deciso con me, ne sono quasi impressionata. "Non sapevo quanto veleno ci fosse su quel dardo.", cerco di giustificarmi, "Non importa! Anche se ci fosse stata solo una possibilità di stare male avresti dovuto dirmelo! Potevi rimanerci!", alza il tono, frustrata da ciò che è appena accaduto. "Gabrielle… Arrabbiati dopo.", non devo avere una bella cera, perché dopo avermi osservata, cambia subito tono, consapevole del mio stato.

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Vuole che cavalchi Argo, da sola, che mi presenti all'accampamento di Talmadeus fingendomi lei, in modo da far credere a lui e ai suoi uomini che Xena è in perfetta salute. Le sue pelli mi stanno larghe e mi sento buffa e goffa, mi aspetto che mi prenda in giro, ma è tutt'altro che in vena di scherzi, e non credo che sia solo perché non è in forma di per sé, prima, quando Salmoneus ci ha lasciate sole, mi ha detto che è orgogliosa di me per come ho agito quando l'ho tirata fuori dai guai, mi ha dato istruzioni su come dovrei comportarmi e mi ha detto che a nessun altro affiderebbe questo compito, che io so come si comporterebbe lei, più di chiunque altro, e che questo mi servirà per aggiustare il tiro quando avrò a che fare con Talmadeus. Credevo che sarei stata più nervosa, al pensiero di questa missione, ma indossare le pelli di Xena… c'è qualcosa di intimo in questo, è come se parte della sua presenza, della sua essenza, fossero in questi stessi abiti da battaglia, mi sostengono, mi danno coraggio. Anche il mio approccio ad Argo è diverso, più deciso, meno spaventato, la tratto come farebbe Xena… o almeno, ci provo. Adesso sono io Xena. Coraggio, Xena, andiamo!

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Nonostante il piano di Xena abbia funzionato, lei insiste per un altro attacco diretto, al suo campo, in modo che desista completamente dal vendicarsi di Salmoneus per la truffa delle armi. Vorrei che la smettesse di pensare agli altri, ma lei mi fa capire il vero motivo per cui siamo qui, il motivo per cui viaggiamo per difendere persone da tiranni come Talmadeus, dalla persona che lei stessa era prima. Lei lo chiama Il Bene Più Grande. Mi dice di rimanere concentrata sull'obiettivo, di focalizzarmi sulla missione e cancellare dalla mia mente tutti i pensieri che potrebbero distrarmi, compresa lei, ed il fatto che potrebbe morire, non lo ha detto chiaramente, ma l'ho capito da come mi ha parlato… ma io so che alla fine andrà tutto bene. Xena starà meglio quando tornerò, l'effetto del veleno sarà svanito e lei sarà la solita di sempre, giusto?

"Gabrielle? Se dovesse succedere... voglio essere riportata a casa ed essere sepolta vicino a mio fratello Lyceus.", perdonami, ragazzina, questo non è quello che dovrei dirti dopo averti parlato di quanto sia importante la concentrazione, ma è una cosa di cui devi essere consapevole, potrei non essere qui quando tornerai. "Ora vai… sarò ancora qui quando farai ritorno."

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Per il Tartaro, che cosa credevo di fare? Se solo avessi seguito alla lettera le sue istruzioni adesso non ci troveremmo in questo tremendo pasticcio. "Attaccali con il fuoco e allontanati mentre sono impegnati a non far bruciare l'accampamento.", mi aveva detto, ma io no! Io ho voluto strafare e sono piombata all'attacco su Argo! Meno male che mi ha salvata lei menando calci a destra e a manca! Ma ora siamo davvero nei guai! "Xena! Xena siamo nei pasticci!", grido entrando nel locale in tutta fretta. "Aspetta un attimo.", mi intima Salmoneus con un'espressione marmorea. "Salmoneus, levati di torno!", "Aspetta un attimo!", mi blocca per le spalle, deciso e serio come mai l'ho visto. Il silenzio intorno mi colpisce come un pugno allo stomaco. "No…", non può essere vero… ma che cos'è, uno scherzo di cattivo gusto? Mi guardo in giro e finalmente prendo coscienza delle persone del villaggio che ci circondano, sono tutte qui, Xena aveva ordinato a Salmoneus di farle ritirare tutte nelle proprie capanne. Non voglio credere a ciò che tutti mi stanno dicendo con questo silenzio. Avanzo con le gambe molli, nella direzione in cui la gente mi apre la strada, guardo ognuno di loro con una sola domanda muta, "È uno scherzo, vero?", occhi neri, marroni, blu, verdi e dei più svariati colori si abbassano non appena i miei vi si posano. Davanti a me, il giaciglio dove l'ho lasciata prima di partire per l'accampamento del tiranno. Una figura giace inerme sotto una coperta dalla fattura grezza. Deve esserci un errore, quella là sotto non può essere Xena, continuo a ripetermi, cercando ci calcolare le misure della sagoma alla quale mi sto avvicinando. Certo che è un errore, mi dico sicura, adesso alzo questo telo e certamente scoprirò che è stato solo un errore, un maledetto errore del Tartaro. La mia mano trema, il suo largo bracciale da guerra mi scivola verso la mano, le mie dita afferrano delicatamente il tessuto, mi dimentico di respirare e mi rendo conto che non la voglio alzare, questa coperta… ma devo, devo farlo. Lei lo farebbe, per me…

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Il tuo viso è come congelato in un'espressione di serenità assoluta, non ci sono più sospetti a cui potersi aggrappare, sei davvero tu, la figura senza vita davanti a me. Mi inginocchio vicino al tuo ultimo giaciglio, prima che le gambe mi cedano del tutto. Il silenzio intorno a noi è qualcosa di assordante. Ignoro il doloroso nodo alla gola che mi impedisce di respirare normalmente, ignoro il martellare furioso del mio cuore nella testa, nelle orecchie, nel petto, nello stomaco. Lascia che ti osservi come non mi sono mai sentita in diritto di fare, per paura che te ne accorgessi, che fossi seccata dalla mia esagerata ammirazione. Lascia che possa conservare nel mio cuore e nella mia mente ogni più piccolo particolare del tuo viso, perché voglio poterlo ricordare per sempre. La tua pelle è ancora rosea e vellutata, i tuoi lineamenti sono perfetti, sei bellissima, Xena. Perché mi hai lasciata sola? Le mie dita si posano delicate sulla tua pelle fresca, per togliere via un residuo di polvere dalla tua palpebra chiusa, il mio pugno si stringe su una ciocca dei tuoi capelli corvini. Sembri in pace, finalmente, nessun accenno di tensione sulla linea delle tue labbra ancora rosse, perfette. Mi sento così piccola di fronte a te, adesso più che mai... che cosa dovrei fare, ora?

Salmoneus mi fa notare la sua presenza, cerco di riprendere il controllo, mentre ricaccio le lacrime prossime a palesarsi, ti liscio la ciocca ancora nella mia mano, sistemandola ordinatamente sulla tua spalla, la guido, verso il tuo seno, continuo a giocarci, accarezzandola con tutta la premura di cui sono capace, cercando di trarne un conforto che però non arriva. Nel profondo della mia mente un'unica preghiera preme ancora, nella speranza di essere accolta dagli dei. Per favore, svegliati. Attendo, illudendomi... ma non accade nulla... non accadrà, vero Xena? No... va bene, Xena... ti perdono... ti auguro la pace, adesso. Mi sporgo dolcemente verso di te e ti poso un bacio delicato sulla guancia, vorrei che il tempo si fermasse qui. E non ripartisse mai più. Ma il tempo non si ferma. La mia fronte si posa sulla tua, mentre una sola lacrima di sconfitta totale mi scivola giù dal viso, nascosta al mondo intero, tranne che a noi due.

Salmoneus mi mette premura, mentre ti guardo, chiedendoti risposte che non hai, che non puoi più darmi. Adesso devo pensarci io. In un secondo mi ricompongo e indosso la tua maschera. I miei ordini sono chiari e perentori, non so nemmeno da dove provengano. 

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Sfogo la mia rabbia su quest'albero come se potessi abbatterlo a forza di colpi di staffa, residui di corteccia mi si scagliano sul viso ad ogni carica, mi finiscono negli occhi e in bocca, mentre urlo per lo sforzo, l'ira e il dolore che mi mangiano da dentro. Dentro le tue vesti sono completamente fradicia di sudore, sento le goccioline scivolarmi sulla pancia da sotto il seno, fino a disperdersi un una piccola pozza bagnata, in un punto di contatto tra la mia e la tua pelle. Su questo, mi focalizzo, sul conforto che sento se penso ai tuoi abiti che ho indosso io, mi faccio calmare dal contatto, immaginando che tu mi stia stringendo e che in realtà le pelli che sento addosso a me siano fatte di te. Mi accascio a terra, con la schiena appoggiata al tronco che ho appena martoriato. "Devo concentrarmi... devo concentrarmi... Xena dice che devo rimanere concentrata.", sussurro a corto d'aria come un mantra. Lascio che le lacrime scendano finalmente libere, con la testa tra le mani, fino a che qualcosa mi distrae dal mio isolamento doloroso. Il calore del suo respiro e la sensazione vellutata del suo roseo muso a contatto con la mia pelle. "Oh, Argo...", le parlo, commossa dal suo gesto inaspettato. Le gratto con affetto il mento, "Siamo solo tu ed io adesso..."

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"Era il tuo ultimo desiderio.", mi risponde con naturalezza quando le mostro la mia riconoscenza per aver tentato di riportarmi a casa, mi sorride con calore, contenta di riavermi con sé, "Dopo tutto quello che mi hai dato e dopo tutte le volte che mi hai salvato la vita, andrei fino al Tartaro e ritorno se servisse.", mi spiega serena. "Mi sono sempre chiesta come avrei fatto, adesso so che in un modo o nell'altro tornerò a casa, un giorno. Grazie a te.", grazie a te, ragazzina. "Cambiamo argomento, sto diventando troppo sensibile quando si tratta di te.", mi dice con fare timido, prima di voltarsi e allontanarsi a passo deciso verso le campagne. Beh, questa è una sorpresa inaspettata. Tu sei sensibile per natura, Gabrielle, non solo quando si tratta di me... Alt, ha detto troppo sensibile... "E noi questo non lo vogliamo, vero?", tento di sdrammatizzare, non so bene se a suo o a mio beneficio.

Hai proprio una gran fretta di allontanarti da questo villaggio, eh, ragazzina? Continui a precedermi di almeno dieci passi, ogni tanto rallenti l'andatura e ti vedo che con la coda dell'occhio controlli se ci sono ancora. Ma resti avanti, come se volessi nascondermi quanto tutto questo ti abbia sconvolto, sai che se iniziassimo a chiacchierare non potrai fare a meno di tirarla fuori, questa cosa e allora resti a distanza di sicurezza. "Gabrielle... stai cercando di liberarti di me?", scherzo ansimando, "No perché... ci stai riuscendo.", fingo una stanchezza che in realtà non è poi così reale, a dispetto del veleno che sto smaltendo, e mi siedo sulla prima roccia che trovo. Parliamone ragazzina, voglio raccontarti cosa mi è successo. Ti guardo tornare sui tuoi passi, non mi chiedi cosa non va, solo ti inginocchi davanti a me e mi offri dell'acqua, evitando il mio sguardo.

"So che te l'ho già detto, ma te lo ripeto... sono orgogliosa di come hai affrontato tutto.", scuoti il capo nel tentativo di farmi stare zitta. "Io ti ho sentita.", ti dico in tono dolce, mi guardi di traverso, incerta di aver udito bene. "Quando ero quasi morta, io ti ho sentita, qui dentro.", ti ripeto, premendo una mano sul mio petto, resti in silenzio, nell'attesa che continui. Aggrotto la fronte, cercando le parole più adatte a spiegare qualcosa di inspiegabile. "Non vedevo nulla, non sentivo nulla, non avevo percezione del mio corpo, né di quello che mi succedeva intorno, ma percepivo costantemente delle emozioni, e sentivo che erano le tue emozioni.", ti poso una mano sulla guancia, "le ho sentite tutte, l'incredulità, la paura, il dolore, la rabbia, lo smarrimento… lo so quanto è stata dura per te, e nonostante tutto, non ti sei fatta sopraffare... avrei tanto voluto poter fare qualcosa per te, ci ho provato, poi ad un certo punto ho sentito il tuo coraggio...", lei scoppia in lacrime improvvisamente, alza gli occhi al cielo respirando tra un singhiozzo e l'altro, la tiro verso di me e l'accolgo in un abbraccio a cui non vorrebbe arrendersi, ma poi lo fa. "Non lo fare mai più!", mi ordina con foce strozzata. "Ci proverò." Le sussurro massaggiandole i capelli fino a che si calma. "Credo di averti sentita ad un certo punto, sai?", mi dice dopo un po', tirando su col naso. "Sì?", mi scosto, per guardarla negli occhi, incuriosita. Mi racconta del suo momento di crisi e di Argo, e ad ogni parola un pezzettino di dolore viene sostituito da uno di sollievo e di speranza.

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Nota dell'autore: La scena tra Gabrielle e Argo non è di mia invenzione, è tratta dallo script originale, fu tagliata in fase di montaggio.
   
 
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