E’
arrivato il gran giorno.
Oggi Sonoko coronerà il suo sogno d’amore con
Makoto. Non potrei essere più
felice per lei, anche se a dire la verità un po’
la invidio. Lei ha trovato
l’amore della sua vita e adesso stanno per promettersi di
amarsi per sempre. Io
invece, l’amore della vita l’ho perso per sempre.
Tomoaki si
è offerto di venirmi a prendere, ed io per cortesia ho
accettato.
“Ran
noi siamo tutti pronti! Tu che fai? Anche il dottor
Araide è già arrivato”
“Arrivo
arrivo”
Per
l’occasione ho scelto un vestito lungo di un giallo
delicato, leggermente stretto in vita, con delle spalline che ricadono
leggere
su le spalle. I capelli invece li ho arricciati e intrecciati sulla
nuca con un
piccolo nastro bianco.
Non appena
scendo le scale mi trovo subito davanti Tomoaki.
Lui indossa un completo nero classico, con una camicia bianca e al
collo un
papillon intonato alla giacca e ai pantaloni.
“Wow
Ran. Sei una dea”
Non posso fare a
meno di arrossire di fronte a quel
complimento così spontaneo.
“Ti
ringrazio. Anche tu stai molto bene”
“Ehi
ehi, a dopo le smancerie. Siamo in ritardo!” interviene
mio padre
“Andiamo”
aggiunge Tomoaki mentre mi offre il braccio
“Andiamo”
gli sorrido.
Non appena
arriviamo, vengo colpita dalla location. Si tratta
di un’enorme salone all’interno di un vecchio
castello, adornato con fiori di
pesco e nastri intonati in ogni dove.
Prendiamo
posto, io vicino al parroco, essendo la testimone, mentre i miei
genitori e
Tomoaki si siedono alcune file di sedie più indietro.
Osservo Makoto mentre
aspetta la sua sposa: è davvero emozionato, ed io lo sono
altrettanto per loro.
Dopo pochi minuti sentiamo le prime note della marcia nuziale mentre la
sposa
si fa avanti tra le file degli invitati. Indossa un abito bianco senza
spalline,
mentre i capelli sono raccolti in uno chignon con dei piccoli boccoli
che le
cadono in modo disordinato. E’ davvero bellissima.
Finita la
cerimonia ci spostiamo nella sala ricevimento in cui
sono collocati decide e decine di tavoli ornati secondo lo stile della
location. Durante il buffet, tra la folla, individuo il dottor Agasa e
i
giovani detective. Vado per salutarli, quando da lontano noto una
figura
familiare: Shinichi. Sta conversando con il padre di Sonoko ed io ne
approfitto
per osservarlo. Indossa un completo blu scuro che gli cade alla
perfezione, e
una camicia bianca leggermente sbottonata sul collo. E’
bellissimo.
Purtroppo
lui si accorge di me; all’istante tolgo lo sguardo, cercando
di trovare
qualcosa da fare per fingere indifferenza. La tattica però
fallisce miseramente,
e infatti pochi secondi dopo me lo ritrovo a fianco. Mi volto per
guardarlo e
il cuore mi si blocca nel petto. Non posso continuare a permettere che
mi faccia
questo effetto. Non è giusto.
“Ran”
“Ciao
Shinichi”
“Sei
bellissima”
Così
non mi aiuti Shinichi.
“Ti
ringrazio”
“Mi
dispiace che tu sia costretta a vedermi ma mi sembrava
scortese rifiutare l’invito di Sonoko”
“L’ho
detto io a Sonoko di invitarti, per cui non
preoccuparti. In fondo siete amici da molto tempo, è giusto
così”
“Capisco”
“Shinichi”
Ad un tratto mi
ritrovo accanto il dottor Araide che mi
poggia una mano sul fianco come a volere marcare il
territorio… E purtroppo non
mi sfugge lo sguardo di Shinichi mentre lo fa.
“Salve
dottor Araide”
“Ho
saputo che sei da poco tornato dall’America”
“Già
proprio così”
In quel momento
arriva Sonoko ad interrompere il discorso.
“Ragazzi
grazie di essere venuti. Non sapete quanto mi
rendiate felici. Ran, posso parlarti un secondo?”
E
così dicendo mi trascina via.
“Ti ho
vista in difficoltà e così sono venuta a
soccorrerti”
“Ti
ringrazio, non sapevo come comportarmi”
“Il
dottorino sta cominciando a prendersi delle confidenze
vedo”
“Sì,
senza la mia approvazione per altro. E’ come se avesse
voluto dire a Shinichi di starsene alla larga”
“A
proposito di Shinichi, sta venendo verso di noi proprio
adesso”
“Ran,
posso parlarti un secondo?”
Sonoko mi spinge
verso di lui prima che possa replicare.
“Andate
pure tanto io le ho già detto quello che dovevo”
sogghigna.
Shinichi mi
prende per mano e mi porta nel meraviglioso
giardino fuori dalla sala del ricevimento.
“Cosa
c’è tra te e il dottor Araide?”
“Niente
che ti riguardi”
“Ti
prego Ran, io sto impazzendo. Sono andato via perché
sapevo di averti ferita irrimediabilmente e non potevo sopportare di
vederti
senza poterti stare accanto. Ho cercato di dimenticarti, ma non
è possibile.
Noi siamo legati e lo saremo sempre, lo sai anche tu. Ran
io…”
Prima che possa
terminare la frase, mio padre ci interrompe
correndo verso di noi con fare molto agitato.
“Shinichi!!
Dobbiamo andare Shinichi!”
“Che
hai fatto papà?”
“Mi ha
appena telefonato l’ispettore. Hanno scoperto il covo
dei falsari di cui seguiamo le tracce da mesi. Dobbiamo andare
lì, adesso”
Ecco qual era il
caso tanto complicato a cui si riferiva mio
padre.
“Adesso?
E il matrimonio?”
“Mi
dispiace ma non possiamo fare altrimenti”
Shinichi si gira
verso di me con uno sguardo malinconico.
“Devo
andare, ma più tardi parleremo. Promettimelo”
Di fronte a
quegli occhi la mia forza di volontà si frantuma.
“Va
bene,
te lo prometto”
Rimango per
alcuni minuti in giardino ad osservare mio padre
e Shinichi mentre se ne vanno. Dopo poco mi raggiunge Sonoko.
“Ran
ma dove sono andati Shinichi e tuo padre? Tra poco
c’è
il taglio della torta”
“Mi
dispiace Sonoko. Poco fa l’ispettore Megure ha telefonato
a mio padre dicendogli che erano vicini a catturare una banda che
inseguivano
da tempo, per cui è dovuto scappare via, e Shinichi con lui
visto che aiutava
nelle indagini”
“Capisco.
Vabè non preoccuparti, il dovere prima di tutto.
Piuttosto, cosa voleva dirti Shinichi?”
“Te lo
racconterò domani. Oggi è il tuo giorno, a me ci
penseremo”
“Va
bene ma non oltre domani sappilo!”
“Sisi
va bene”
le dico scherzosamente.
La festa va
avanti senza intoppi fino alla sera. E’ stato
tutto bellissimo: il taglio della torta, l’apertura dei
regali, il tiro del
bouquet… che ovviamente è finito in mano mia. Non
mi sono sfuggiti, per altro,
gli sguardi complici tra Sonoko e mia madre; insieme ne combinerebbero
una più
del diavolo.
Visto che
mio padre è dovuto andare via, Tomoaki si è
offerto gentilmente di accompagnare
a casa sia me che mia madre, con molta approvazione da parte di lei.
“Grazie
Tomoaki. Ci vediamo lunedì allo studio”
“Certo,
a lunedì. Arrivederci signora Mouri”
“Arrivederci
dottor Araide”
“Ran
quel ragazzo è un vero gentiluomo ed è anche di
bell’aspetto. Io fossi in te non me lo lascerei
scappare”
“Mamma
abbiamo già fatto questo discorso, ricordi?”
“E va
bene come non detto”
Ad un tratto
squilla il telefono di casa.
“Si?
Casa Mouri. Cosa?? Sei ferito, cos’è
successo?”
Il tono di mia
madre mi mette subito in allerta. Ho paura che
sia successo qualcosa a papà.
“O mio
Dio. In che ospedale? Sì veniamo subito”
Le mie paure ad
un tratto si fanno concrete.
“Mamma
che è successo?? Papà è stato
ferito??”
“Non
papà, Ran. Hanno sparato a Shinichi”