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Autore: hart    01/04/2017    2 recensioni
Nella Foresta Incantata c’è un nuovo Oscuro che farà da guida alla giovane Regina. Ma non tutto è come sembra. Il passato potrebbe cambiare il futuro, o forse è il contrario.
SwanQueen what if con accenni alla sesta serie.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Regina mise a letto Henry dopo avergli dato il bacio della buonanotte. Si diresse verso la sua stanza e si mise a letto. Tuttavia non riusciva a dormire. Il pensiero di Emma e di quello che aveva fatto la faceva restare sveglia " Emma.." sussurrò
Emma spalancò gli occhi nel buio della casa dei genitori. Sentì la voce di Regina chiamarla come se avesse avuto il pugnale in mano. Scomparve dal letto e riapparve, vestita, accanto a quello del sindaco.
«Emma?Che fai qui?» chiese la mora sollevandosi appena, dopo un attimo di sorpresa.
 L'Oscuro aggrottò appena la fronte. I capelli bianchi erano ancora legati nella stretta crocchia di trecce dietro alla sua nuca.
«Mi hai chiamata tu.» disse, come se fosse ovvio.
«Io...Non volevo scusa.» rispose l’altra guardandola negli occhi con un accenno di allarme.
Le palpebre di Emma si tirarono appena.
«Stai bene?» le chiese con la voce più bassa, la preoccupazione che si rifletteva nel suo sguardo.
 «Meglio di te...credo..» Regina accennò un sorriso «Sono solo confusa...»
 Emma si avvicinò e si sedette sul bordo del letto. La confidenza che aveva acquisito con la Regina del passato negli anni trascorsi lì non le fece pensare a come avrebbe potuto prenderla la Regina del presente. 
«Cosa ricordi?» le chiese a voce bassa, per non svegliare Henry.
 Regina si sistemò vicino a lei, lanciandole un’occhiata stranita; la camicia da notte azzurra lasciava poco l'immaginazione.
«Ricordo te nella Foresta Incantata, mi hai insegnato la magia, mi hai fatto lanciare il sortilegio....e poi la stessa cosa ma con Rumple...i miei ricordi sono confusi...»
Emma distolse lo sguardo da lei, annuendo piano, pensierosa.
«Ecco perché...» sussurrò tra sé. «Sono successe entrambe le cose.» 
Si voltò poi a guardare Regina negli occhi.
«Mi dispiace.» disse piano, sincera, il senso di colpa intenso e pressante negli occhi grigi. «Ho dovuto fare cose... orribili ma... Era l'unico modo.»
Regina strinse la sua mano «So, come ti senti...Ma vorrei sapere perché l'hai fatto....»
Emma sospirò. La guardò negli occhi, esitante. Parlarne significava ammettere che... Ma non poteva mentirle. Non avrebbe avuto senso. Tuttavia il suo cuore martellava nel petto, spaventato.
«Te l'ho detto. Mi hai salvato la vita, e io ho fatto lo stesso con te.» mormorò, le guance che si coloravano appena.
«Sei tornata ad essere l'Oscuro, sei tornata indietro...» ribatté la mora «Perchè non mi hai impedito di lanciare il sortilegio?»
«Perché non sarebbe nato Henry.» sussurrò Emma, gli occhi che si riempivano di lacrime. «E... non è andata così. Sono prima tornata indietro, e poi sono diventata l'Oscuro.» continuò. Scivolò una lacrima sul suo viso. «Ho ucciso Gold... Rumplestiltskin. Sapevo dove teneva il pugnale. L'avevo letto nel libro, prima di... partire.» confessò, un peso enorme sul cuore macchiato. «Non sapevo come altro fare...»
 Senza pensare, Regina si avvicinò a lei e le asciugò la lacrima che era scivolata sul suo viso.
«Emma...io non ti giudico. Sono l'ultima persona che può farlo. Ma non mi hai ancora detto il motivo che ti ha spinto a tornare indietro...»
Emma rimase ferma, abituata ormai alla vicinanza e al contatto con lei. Non a quel gesto, certo, ma il calore della sua pelle le era così familiare ormai che non la scompose. 
«Tu.» sussurrò, le lacrime che continuavano a scendere nonostante l'intervento di Regina. «Sei...» non riuscì a dirlo, e seppe che non ce l'avrebbe mai fatta. Distolse per un attimo lo sguardo da lei. Solo per un attimo. «Te lo mostrerò. Domani, insieme agli altri.» disse rialzandosi di scatto. Il cuore pulsava come una ferita aperta.
«Sei così per colpa mia ...di nuovo?» chiese la donna alzandosi e mettendosi di fronte a lei. «Emma, non scappare...»
Emma guardò a terra per un lungo momento. Sospirò, poi riuscì a guardarla di nuovo.
«Non è colpa tua. Sarei anche potuta rimanere la Salvatrice. Ma non sarei riuscita a fare quello che dovevo.» spiegò, la voce spezzata dal dolore che evidentemente provava. «Come avrei potuto starti accanto come Emma? Con tua madre lì, sarei durata meno di un giorno. E non volevo che... che vivessi tutto quello. Ma... avevo bisogno del sortilegio per Henry. A Neverland hai detto che avresti rifatto tutto per lui, quindi... E io il sortilegio non potevo lanciarlo..» La sua spiegazione erano parole confuse, veloci, sovrapposte.
«Emma calmati...» Regina intervenne, prendendole le mani tra le sue «Capisco... credo... Ma cosa ha scatenato tutto questo? Deve essere successo qualcosa e vorrei che tu me lo dicessi...» le chiese in un sussurro.
Emma scosse il capo e si staccò da lei. 
«Ti prego, Regina...» sussurrò, gli occhi pieni di lacrime bollenti. «Non riesco a parlarne. Lascia che te lo mostri domani, così... dovrò riviverlo una volta sola. Ti prego, io non sono forte come te...»
La mora fece un passo indietro, rigida.
«Sei più forte di me, ma capisco che tu non voglia dirmelo...Buonanotte Emma.» replicò, improvvisamente fredda.
Emma aprì la bocca per protestare, ma poi ci ripensò. Svanì nel vortice nero del suo potere.
Regina la guardò svanire, un misto di delusione e rabbia nei suoi occhi scuri.
   
 
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