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Autore: Roberta_Bavia    02/04/2017    0 recensioni
Un semplice tocco può catturarci e cambiarci.
Bellamy Blake lo scoprirà presto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Finn Collins, John Murphy, Wells Jaha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA MANO DEL DESTINO

 
“Credono che il principe sia morto. Se lo crederanno anche della principessa non verranno mai.”
Il piano di Bellamy Blake per impedire l’arrivo del suo popolo sulla Terra era semplice: doveva sbarazzarsi di Clarke Griffiths…o meglio, doveva inscenarne la morte.
Solo a quel punto sarebbe stato veramente libero.
“Le prenderò quel bracciale a costo di tagliarle la mano.”
 

Quella che per lui era una missione suicida sembrava dare a Clarke una ragione per metterlo in difficoltà.
Stavano andando incontro al pericolo per uno sconosciuto. Quell’idiota era già morto, e lui lo sapeva.
Ma non poteva farsi vedere debole o spaventato, non quando con lui si trovava anche Murphy.
Non si fidava di lui. In realtà non si fidava di nessuno.
Ma non avrebbe permesso a due privilegiati di mandare a monte i suoi piani, e il suo aiuto era indispensabile.

 
Si affrettò, avvicinandosi a Clarke e Wells.
“Piano” disse, estraendo la pistola, “Che fretta c’è? Nessuno sopravvive ad una lancia nel cuore.”
Guardò per un attimo la bionda, stupendosi di quanto fosse calma in quel momento.
Mentre Murphy e Wells discutevano, le si avvicinò, prendendole il braccio.
“Appena ti togli il bracciale possiamo andare.” le disse, ammiccando leggermente, sperando di non dover usare le maniere forti.
Clarke libero il braccio dalla sua presa, con stizza.
“Sull’Arca penseranno che sarò morta solo quando sarò morta, chiaro?” gli rispose lei, sfidandolo con il solo sguardo.
Un germoglio di rabbia si fece strada fino al suo viso, su cui apparve però un sorriso diabolico. Non poteva perdere la pazienza. Non poteva abbassare la corazza che si era costruito intorno dal suo arrivo sulla Terra.
“Principessa coraggiosa.”

 
Bene, avrebbe dovuto usare la forza.
Murphy avrebbe tenuto occupato Wells, mentre lui l’avrebbe bloccata per sfilarle finalmente il bracciale.
Iniziò ad avvicinarsi a lei, facendo piccoli passi ma, prima di avere il tempo di fare qualunque cosa, una voce dietro di lui li interruppe.
“Trova un soprannome anche per te.”
Ed eccolo arrivare, il grande eroe, “Spacewalker”. Si allontanò leggermente da Clarke, guardò Finn con voluto distacco e diede un’altra occhiata alla ragazza, fissandola mentre andava via.

 
-Così non va…- pensò Bellamy. Doveva escogitare qualcos’altro.
Si erano divisi per lavorare su più tracce. Cosa si aspettavano di trovare, non lo sapeva.
Tutto quello a cui riusciva a pensare era di isolare al più presto Clarke. Se fossero riusciti a contattare l’Arca avrebbero scoperto il suo segreto, avrebbero capito in che modo era riuscito a salire sulla navicella.
Sarebbe stato etichettato, “Assassino”.
No, non l’avrebbe permesso. Dannato Finn, aveva mandato all’aria tutto.

 
Camminavano da ore, Finn e Clarke in testa, quando si ritrovano improvvisamente di fronte ad una radura. Uno spettacolo sconvolgente si presentò ai loro occhi.
“Oddio, Jasper” sospirò Clarke, affrettandosi verso di lui con Bellamy alle calcagna.
Jasper si muoveva leggermente, aveva una strana patina verdognola in mezzo al petto ed era quasi irriconoscibile per il pallore del volto.
Bellamy dimenticò la sua missione…dimenticò tutto.
In quel momento, l’unica cosa che vedeva era un ragazzino in punto di morte legato ad un albero.
“Che diavolo è questo?” disse, a metà tra il preoccupato e lo spaventato.
Accanto a lui, Clarke fece un passo avanti, e una voragine si aprì ai suoi piedi.


Senza pensare, il moro si protese. Le loro mani si intrecciarono l’una al polso dell’altro, e tutto quello che aveva provato prima divenne annebbiato.
Intorno a loro, le grida degli altri sembravano come sfocate.
Quello che era il suo obiettivo, in un attimo era cambiato. Il bracciale stretto intorno al polso di Clarke non contava più nulla, ora che il suo sguardo castano era intrecciato all’azzurro degli occhi di lei.
Una leggera tensione si fece strada sul suo volto, un tipo di sensazione che non aveva mai provato prima d’allora.
“Tirami su” dicevano gli occhi imploranti di lei, ma lui a malapena sentiva le braccia tanto era concetrato a guardarla in volto.
La sensazione della sua mano sul polso, del suo viso così vicino al suo eppure così lontano lo intontivano e non riusciva a distogliere lo sguardo.
Espirò leggermente, e qualche secondo dopo il mondo prese di nuovo forma.
Finn, Wells e Murphy si avvicinarono per aiutare Bellamy a tirare fuori Clarke da quella trappola mortale.

 
Si guardarono per una frazione di secondo.
In quell’attimo, il moro lesse negli occhi di lei un misto di sollievo, sorpresa e gratitudine.
“Di nulla”, le disse con gli occhi, mentre si voltava cercando di respingere un’inspiegabile sensazione di euforia.


                                
   
 
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