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Autore: Clarrianne Donavon    02/04/2017    1 recensioni
[Ozlice]
Alice è tormentata da un incubo ricorrente su Oz. Quando il sogno minaccia di realizzarsi, decide di evitare il ragazzo e si comporta in modo scostante con lui. Oz non capisce che cosa stia succedendo alla sua Chain, non vuole darsi per vinto.
Ma poi, si tratta di un incubo o di un ricordo?
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice, Altri, Oz Vessalius
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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not a ghosts' story
 

I know you, the look in your eyes is so familiar a gleam
 
Erano trascorsi diversi giorni.
Sharon e Break osservavano da una delle grandi finestre del salone i ragazzi all’esterno, in attesa di Gil e della carrozza che li avrebbe condotti all’Accademia di Lutwig per il loro recente incarico.
« Secondo te cos’hanno quei due? » mormorò Sharon a bassa voce, nonostante non ci fosse nessun’altro nella stanza a parte lei e Break. Ad ogni modo, Break si tolse il lecca lecca dalla bocca  e fissò il suo sguardo rubino su Oz ed Alice: i due erano in piedi, uno di fianco all’altro, ma insolitamente lontani e silenziosi.
A dire il vero, a guardarli in viso anche da quella distanza era chiaro che entrambi desideravano trovarsi altrove – forse in qualsiasi altro posto, piuttosto che lì dov’erano.
Un sorrisetto carico d’ironia curvò le labbra di Break: « Alice ha sempre l’aspetto di qualcuno a cui è stato ammazzato il gatto, non trovi? ». Sharon spalancò la bocca per l’indignazione ed incrociò le braccia al petto. « E’ sempre così difficile capire quando qualcosa non va in lei » continuò Break facendo spallucce, per poi rimettersi il lecca lecca in bocca. « Ma guarda Oz » lo esortò la ragazza, restia a lasciar perdere.
Break era d’accordo con Sharon, ma non voleva dirlo esplicitamente. La ragazza usava preoccuparsi per qualsiasi cosa, e quei due avrebbero comunque risolto i loro problemi nel giro di qualche ora. Accadeva sempre così. « Sarà turbato per qualcosa » liquidò così la faccenda, tirando le tende della finestra con un unico rapido gesto.
 
***
 
Oz stava giocando con i sassolini della ghiaia sotto le sue scarpe. O meglio, aveva creato una buca a forza di strusciare i piedi per terra. Alice comunque sembrava intenzionata a non spiccicare una singola parola – sebbene Oz fosse abbastanza sicuro che il rumore dei sassolini che strisciavano sotto le suole le stesse dando fastidio. Erano ormai tre giorni che non avevano una vera conversazione.
O meglio, da quella volta. In realtà non gli rivolgeva la parola già da diversi giorni prima.
Come suo solito, cercò di osservarla di nascosto, facendo un paio di passi indietro fino a sedersi sul muretto che circondava certe aiuole. Alice non diede neanche segno di aver notato il suo movimento: rimase semplicemente lì, in piedi, innaturalmente inerme, a fissare un punto non meglio precisato oltre i cancelli della Magione. La carrozza era già arrivata, aspettavano solamente Gil – che decise di fare il suo ingresso proprio in quel momento, correndo verso di loro tenendosi una mano sul cappello, il mantello scuro che gli svolazzava attorno alle spalle dandogli l’aspetto di un buffo pipistrello.
Oz ridacchiò ed i suoi occhi verdi corsero immediatamente al volto di Alice, per verificare che anche lei avesse avuto quel pensiero – ma la Chain fissava Gil avvicinarsi con lo stesso disinteresse che si prova per qualcosa che sta succedendo in un qualche luogo remoto e lontanissimo da loro.
« Finalmente! » sbottò quando Gil si fermò a pochi passi da loro.
Da quando aveva smesso di rivolgergli la parola, tre giorni prima, sembrava che il nuovo passatempo preferito di Alice fosse tormentare Gil – il che era anche uno dei passatempi preferiti da Oz, subito dopo il passare del tempo con lei.
« Diamoci una mossa, così riusciamo a tornare per cena » ordinò la Chain, salendo sulla carrozza per prima, senza guardare in faccia nessuno. Gil stava sbraitando qualcosa in risposta, ma Oz si era assentato un momento, nel fissare le profonde occhiaie violacee sotto gli occhi di Alice. Da quanto tempo non dormiva?
Partirono pochi attimi dopo che i due giovani ebbero preso posto – e nell’abitacolo sarebbe sceso il silenzio, non fosse stato per Gil. Teneva tra le mani un fascicolo che portava sul fronte il simbolo dell’Accademia Lutwig, e diverse fotografie in bianco e nero con annotazioni ai margini.
« L’accademia ha perso dodici studenti, dall’inizio di quest’anno » stava dicendo in tono professionale, passando le fotografie ad Alice ed Oz.
« Perso in che senso? » domandarono contemporaneamente i due.
Gli occhi di Oz saettarono in quelli di Alice, e dentro vi lessero un profondo rammarico – un secondo dopo la Chain riabbassò lo sguardo sulla foto che aveva tra le mani, tornando nel suo religioso silenzio.
« Significa che sono scomparsi. Hanno presentato tutti delle lettere di dismissione » precisò Gil, mostrando i fascicoli ad Oz.
« Ma… la calligrafia è sempre la stessa » protestò il biondino, confuso.
« Esattamente » Gil gli sorrise « inoltre, gli ultimi due studenti che hanno lasciato l’Accademia sono semplicemente scomparsi nel giro di una notte, assieme ai loro effetti personali »
Alice ascoltava tutto molto attentamente, facendo altrettanta attenzione ad evitare di guardare Oz. Di tanto in tanto annuiva, perché Gil le stava dedicando della fastidiosissime occhiate preoccupate.
« Stiamo cercando un contraente illegale? » domandò Oz, poco convinto.
Alice sbuffò, rubando un fascicolo dalle mani del suo contraente con un gesto repentino.
« Sono lavori puliti » disse  « troppo puliti per essere opera di un Chain » contestò infine, restituendo i fogli ormai disordinati a Gil.
« Perché i Chain non mangiano esseri umani facendoli sparire dalla faccia della terra senza lasciare alcuna traccia, vero? » la rimbeccò il ragazzo dai capelli corvini, ironicamente.
« Quello che Alice vuole dire » iniziò Oz, con esitazione « è che un Chain si lascerebbe dietro almeno del sangue, qualche testimone. Impossibile che ci sia un Chain in Accademia di cui nessuno sa niente »
« E’ per questo che Pandora ci ha chiesto di indagare » si arrese Gil, chiudendo definitivamente il materiale dandogli da Break e riponendolo sotto i sedili.
 
***
 
Non appena Oz scese dalla carrozza, Ada si gettò tra le braccia del fratello, avvolgendolo in un abbraccio carico d’affetto. Troppo affetto, a parere di qualcuno che se ne stava in disparte osservando la facciata dell’edificio per mantenere la sua espressione neutra. Gil invece guardava i due fratelli sorridendo: Oz era visibilmente sollevato alla vista della sorella. E Ada… beh, suo fratello era sempre stato il suo super eroe.
« Gil-sama! » senza preavviso, Ada allungò una mano verso di lui e lo tirò nell’abbraccio. Oz  rideva sotto i baffi nel vedere il rossore che colorava le guance del suo servo. Come accadeva sempre, cercò con gli occhi Alice, ma lei dava ancora loro le spalle.
« Entriamo » mormorò sovrappensiero, sciogliendo finalmente l’abbraccio.
Ada era troppo contenta di vedere il fratello per notare che qualcosa lo turbava, ma a Gil non sfuggiva niente.
Fissava la schiena di Alice, domandandosi che cosa diamine fosse successo tra lei ed Oz di così grave da giustificare il suo comportamento tanto distaccato. Mentre camminavano lungo gli antichi dormitori dell’Accademia, Oz continuava ad intrattenere una conversazione piacevole con Ada, ma si leggeva dalla sfumatura di tristezza che aveva negli occhi quanto in realtà fosse distratto.
Gil lasciò che i fratelli Vessalius si attardassero dietro di lui, e si affiancò ad Alice.
« Ehi,stupido coniglio »
« Mh? » Alice lo degnò di un’occhiata di sufficienza, ma questa volta la sua espressione era estremamente concentrata. Gil si guardò attorno con preoccupazione. « Senti qualcosa? » le chiese, serio.
Alice alzò le spalle, incrociando le braccia dietro la testa, assumendo la posa della menefreghista che era – ma Gil notò che quella posizione inusuale non era altro che  uno stratagemma che le permise di guardarsi rapidamente alle spalle senza rivelare il suo reale interesse.
Ada fece strada al piccolo gruppo fino ai dormitori femminili:  Gil camminava tutto irrigidito mentre Oz sembrava perfettamente a suo agio. Tuttavia, la maggior parte delle attenzioni femminili erano rivolte verso Gil: dopotutto, Oz aveva l’aspetto di un quindicenne.
Quando arrivarono alla camera di Ada, Oz notò che Alice osservava tutto con estremo interesse, facendo scorrere gli occhi su ogni libro, mensola, e fogli di appunti sparsi sulla scrivania. Ada era veramente disordinata.
« Sedetevi pure sul letto » li invitò la biondina, rimanendo in piedi di fronte alla porta.
Alice ignorò l’invito e si sedette a gambe incrociate sulla scrivania, attirando lo sguardo incuriosito di Ada e quello indispettito di Gil. « Siediti tu sul letto » replicò Alice, nel suo tono non-sono-educata-ma-mi-sto-sforzando. Oz non poté evitare di sorridere. Per lo meno, prima che il ricordo di quella sera gli tornasse in mente. « Allora, Ada, puoi dirci che cosa sta succedendo in Accademia? Hai visto qualcosa? » le domandò il ragazzo dai capelli corvini, sorridendole incoraggiante.
Ada si sedette accanto ad Oz, sembrava non poter fare a meno di gravitare attorno a quel fratello che vedeva così poco, come un bislacco satellite biondo e timido.
« Uhm, certamente, Gil-sama. L’Accademia è infestata dai fantasmi »
A quest’affermazione seguirono alcuni attimi di silenzio, finché Alice non si decise a chiedere: « Fantasmi? Intendi, persone morte? » domandò, sopprimendo una nota di entusiasmo.
« I fantasmi non esistono » dichiarò con decisione Gil, cercando l’appoggio di Oz con lo sguardo.
« E’ così, Ada. » confermò titubante, quasi gli dispiacesse contraddire la sorella.
Ada di imbronciò appena, poi prese un respiro profondo. « Tu mi credi, Alice? » si rivolse direttamente all’unica altra ragazza nella stanza. Alice si irrigidì, sorpresa. La sorella di Oz non le era proprio simpatica, ma ora la stava guardando con quei suoi occhi così verdi, così simili a quelli del fratello…
Si rivolse a Gil. « Non è mai stato dimostrato che i fantasmi non esistono »
Il ragazzo dagli occhi dorati aveva l’aria di uno che voleva battere la testa contro il muro: « Non è mai stato dimostrato neppure il contrario » obiettò invece, tentando di mantenere un tono leggero – anche se perdere la calma con Alice era così semplice.
« Io ti credo, Ada » sbottò Alice, ignorando completamente quanto appena detto da Gil.
« Grazie, Alice-sama! » esordì Ada con rinnovato ardore, stringendo la mano in un pugno.
Le sopracciglia di Oz e di Gil scattarono verso l’alto quasi all’unisono.
« Ammettiamo che questo fantasma esista » ammise alla fine Gil, pur non credendoci « per quale motivo se la prenderebbe con gli studenti di quest’Accademia? »
« Ottima domanda » si complimentò Oz sottovoce.
« E’ il fantasma di una ragazza che morì cento anni fa durante la tragedia di Sabriet »
Questa volta, solo per un momento, Alice ed Oz si cercarono contemporaneamente, incatenandosi lo sguardo a vicenda. « Il terremoto arrivò a colpire anche quest’Accademia, sapete? La zona dei dormitori andò completamente distrutta e a quanto pare lei era l’unica ancora nei corridoi quando successe. »
Alice decise che il racconto di Ada metteva i brividi, a prescindere dalla sua veridicità.
« A volte, durante la notte » qui la voce di Ada si abbassò di qualche decibel, ed Alice, Oz e Gil si fecero più avanti per ascoltare « la si sente ancora piangere e correre per questi corridoi! »
Gil ne aveva abbastanza. « D’accordo » disse, rialzandosi in piedi « voglio incontrare il Preside e fargli qualche domanda. Parlare con le famiglie dei ragazzi » i suoi occhi dorati si soffermarono per un momento su quelli violacei di Alice. « Voi due » concluse, di malavoglia « andate a fare qualche domanda in giro. Ada, mi mostri la strada? »
Oz ed Alice si irrigidirono,incapaci di guardarsi l’un l’altra, mentre Ada annuiva, felice di poter essere d’aiuto, e seguì Gil fuori dalla stanza. « Fate attenzione a non perdervi, l’Accademia è molto grande! » si rassicurò, prima di salutare ed uscire definitivamente dalla camera.
 

 
****

 Buonsalve :3
Ecco il secondo capitolo, spero che stuzzichi la curiosità di qualcuno e la voglia di leggere il prossimo :3 che è già pronto. 
Maa secondo voi cos'è successo tra Oz e Alice? Siete almeno un po' curiosi? :D
Oggi mi porto avanti col quarto. Come ogni volta che inizio a scrivere, anche questa storia si è trasformata in qualcos'altro che non avevo assolutamente previsto, ma la piega che ha preso la trama mi piace tanto e non vedo l'ora di portare avanti la storia :) 
Ringrazio chi ha letto lo scorso capitolo, spero che vi sia piaciuto e sopratutto spero vi piacerà questo!
A presto, 
Clarrianne Donavon

 
   
 
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