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Autore: Red_and_blue96    02/04/2017    0 recensioni
Mimì scosse la testa e lo lasciò perdere, ma quello che tenne bene a mente fu il colore degli occhi del ragazzo: un verde chiarissimo mischiato all’azzurro circondato da una tonalità più scura. Mimì aveva, infatti, un debole per gli occhi chiari...
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano le 20 precise quando Mimì rientrò a casa, con un enorme domanda a cui rispondere entro qualche secondo. “Ci vado o no? Vabbè è solo una cena…”
Avvisò subito i genitori che avrebbe cenato fuori con una compagna del liceo e scappò in camera sua per prepararsi…ma cosa indossare?
Era chiaro, non voleva fare colpo su di lui ma non era nemmeno invitata al McDonald! Era un ristorantino di lusso quello… optò, quindi, per un completo pantalone a palazzo e top nero, con sopra una giacca blu elettrico.
 
A qualche chilometro di distanza, Pablo aveva appena parcheggiato la sua BMW M6 colore blu notte, scese e, appoggiandosi allo sportello appena chiuso, si accese una sigaretta, nell’attesa che arrivasse la sua compagna di cena… dopo una decina di minuti, e dopo aver spento la seconda sigaretta della serata, una macchina rossa, una Punto precisamente, si parcheggiò al suo fianco:
“Buonasera.” Salutò Mimì timidamente. Pablo le sorrise e prendendole una mano, la portò verso le sue labbra, senza però toccarla poi rispose con un semplice “ A lei, signorina”. Porse, poi, il braccio, al quale Mimì si aggrappò per paura di cadere per via dei tacchi, e si diressero verso il locale.
 
Mentre erano seduti a uno dei numerosi tavoli e attendevano il cameriere e i menù, Mimì si guardava intorno: notò un bellissimo acquario che subito catturò la sua attenzione.
“Sirenetta, ti piacciono gli acquari?” chiese lui. Mimì non capì subito il motivo di quel soprannome poi si ricordò della tinta fatta due settimane prima.
“Mi rilassano”
In quel momento arrivò il cameriere…
 
“Sai perché ti ho invitata?” domandò ad un tratto Pablo.
“Proprio no, dimmelo”
“Ovviamente sei davvero carina, e poi volevo farti staccare un po’ da questa vita fatta solo di lavoro, lavoro, lavoro” esordì lui. Alla ragazza la risposta non piacque affatto.
“La mia vita non è solo lavoro! Cosa pretendi di sapere di me e della mia vita? Ci conosciamo, se così possiamo dire, da nemmeno 12 ore!” disse tagliente, guardandolo di traverso, tornando poi a mangiare.
Pablo prese un respiro profondò e tornò al suo piatto.
 
Terminata la cena, i due ragazzi si diressero sul lungomare li vicino e presero posto su una panchina di legno, posizionata verso il mare, completamente nascosto dal buio della notte.
“Puoi perdonarmi per prima, Flaminia?” chiese Pablo fissando il buio di fronte a sé e cacciando il fumo dell’ennesima sigaretta.
Mimì sorrise e scosse la testa ridacchiando un po’. Lui si voltò verso di lei, capendo di essere stato perdonato.
“Fumi?” chiese girandosi completamente verso di lei.
“Ogni tanto ne rubo un tiro alla mia amica”
Lui portò la mano con la sigaretta verso le labbra di lei, che si sporse di poco per aspirare. Improvvisamente, si sentì avvolta dai brividi, causati dal contatto con le dita di lui, che nel frattempo, la guardava intensamente.
Quando Mimì soffiò via il fumo, a Pablo fu difficile trattenere un gemito: era così sexy ai suoi occhi mentre fumava.

“Parlami di te. Cosa fai oltre a seguire tuo padre?” chiese la rossa.
“Di giorno sono un aspirante geometra, la sera invece mi alleno con la squadra locale di calcio” sorrise fiero di quella sua passione. Anche a Mimì piaceva moltissimo il calcio!
“Visto che a te piace pure, verresti al campo domani pomeriggio? C’è la partita” invitò lui. Lei accettò volentieri. Ormai era entrata in sintonia con quel ragazzo praticamente sconosciuto.
 
“Grazie per la cena e per la chiacchierata” disse lei appoggiandosi alla fiancata della sua auto. Pablo la copiò appoggiandosi alla sua BMW. Poi le accarezzò il viso… non l’avesse mai fatto! Mimì sgranò gli occhi e spinse via la sua mano. Corse subito verso il lato guida dell’auto, ma Pablo la fermò in tempo:
“Che ho fatto?” chiese rammaricato. Mimì sospirò. “Non era colpa sua” pensò. E per farglielo capire, con mano tremante, ricambiò la carezza sul viso di lui.
“Scusa ancora, stasera sbaglio tutto!” si scusò lui.
“Sarò presente alla partita!” cambiò discorso per rincuorarlo.
 
Osservando i due ragazzi, non si vedeva la grande differenza che in realtà li rendeva l’uno l’opposto dell’altra. In breve:
- Pablo Lorenzini, 20 anni, figlio del migliore geometra della regione e della famosissima ballerina, di origine spagnole, Helena. Viveva da sempre nella lussuosa e confortevole villetta progettata dal padre e arredata da una vasta gamma di articoli di lusso!

-Flaminia Corsi, 20 anni, figlia di un semplice operaio e di una casalinga come tante. Viveva in un modesto appartamento, parte di uno dei tanti condomini che caratterizzavano il quartiere di periferia. Lavorava da quando aveva compiuto 18 anni, sentendosi in dovere di aiutare la famiglia e con la speranza di riscattare la sua infanzia composta da tanti desideri, mai realizzati perché economicamente impossibile.
Per quanto opposti e cresciuti in ambienti diversi, i due ragazzi vollero approfondire la loro conoscenza…


Fu per questo che Mimì si trovava al campo sportivo, seduta in mezzo agli altri tifosi. Quando le squadre fecero il loro ingresso sul prato, Mimì si accorse che Pablo era addirittura il capitano!
Il primo tempo e quasi tutto il secondo non furono emozionanti. Risultato 0-0. All’improvviso un azione fallosa nei confronti di un attaccante locale costrinse l’arbitro a dare un rigore. Indovinate chi si presentò sul dischetto?
  
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