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Autore: Fabb5000    04/04/2017    2 recensioni
Sono passati parecchi anni da quando Lyon, Stefano, Anna e Mario giocavano a Minecraft e, insieme a quei tempi, si è conclusa anche la FailCraft. Ora Lyon, ormai ultracentenario, conscio che ormai non gli resta molto tempo, decide di rivelare alla sua nipote sedicenne la sua vera storia, ovvero quella che successe dopo gli avvenimenti di "A caccia di Herobrine"; la storia che lo rese un eroe non solo in Minecraft, ma in tutti i mondi, e che va tramandata alle generazione future prima della fine. La storia di come lui, Stefano, Anna e Mario salvarono tutti gli universi da una terribile piaga. [[Consigliabile, ma non indispensabile, legge il prologo]]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'FailCraft in real life'
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Gea ansimò, stravolta per lo sforzo.

Si trovava in una minuscola stanza, senza finestre né altre aperture, se non per una piccola porticina che però era chiusa da chiavistelli possenti che nemmeno la magia poteva spezzare.

Dai muri pendevano pesanti catene che le avvolgevano le mani e i piedi. Accanto a lei, semicoscienti, c'erano Herobrine e Silente, anche loro legati, anche se probabilmente non bene come lei.

Nella sua mano brillava una fievole luce che stava assorbendo la sua energia secondo per secondo. La dea era piegata in due per li sforzo, ma sapeva che, semza quella luce, Herobrine e Silente sarebbero stati schiacciati e uccisi dalla densa oscurità che avvolgeva la fortezza.

Mai si era trovata nella sua vita in una posizione tanto spiacevole, e mai aveva provato una tale sensazione di terrore. Solo durante la prima guerra contro Null si era sentita così, ma almeno allora c'erano gli altri dei ad aiutarla. Ora invece no. Era sola, e da lei dipendevano le vite di due suoi sudditi.

Da quando era stata portata a Minas Morgul un mese prima né le due creature, né i guerrieri-mostro, né tantomeno Null si erano mai fatti vedere. Inizialmente Gea aveva apprezzato la cosa, ma poi aveva scoperto che sarebbe stato molto meglio se il suo nemico avesse spalancato quella porta e l'avrebbe torturata a morte. L'attesa era snervante.

Gea sapeva che, quando avesse deciso di farsi vivo, Null le avrebbe fatto chissà cosa, per poi ucciderla nel peggiore dei modi; ma tutto ciò non era nulla comparato al terrore che si provava nell'attendere il necrologio. Non a caso i terrestri utilizzavano spesso l'elemento aspettativa nelle loro storie fantastiche o horror : l'attesa del mostro faceva molta più paura del mostro stesso.

Ansimò di nuovo per lo sforzo, poi chiuse gli occhi, cercando di concentrarci. Ma mentre lo faceva sentì una voce crudele accanto a sé : -Rinash taran somma tuu ... ("Sono quasi tentato di lasciarti in vita ...")-

La dea sobbalzò e riaprì gli occhi; non era più nella cella, e non era più legata. Stava nella pianura di fronte a Minas Morgul, ed era in piedi, in posizione di combattimento. Dietro di lei stavano gli otto dei più importanti, e di fronte si stagliava l'enorme sagoma oscura di Null. -... gorgia nat rum goo ... ("Fosse solo per vederti soffrire ...")- disse questi. -... nat rum laag ... nat crompt yis nac et yos broon naft ... (".... osservare come la distruzione del tuo mondo ti distrugge ... osservare come corrompe il tuo cuore e ti porta alla pazzia ...")-

Gea sobbalzò, e si ritrovò di nuovo nella cella. Era stata una visione. Non la prima e non l'ultima di una lunga serie.

Improvvisamente sentì l'oscurità acquietarsi e poté finalmente porre fine all'incantesimo. La luce sulla sua mano si spense e lei cadde a terra.

-Ghean, Ghean, Ghean ... ("Gea, Gea, Gea ...")-

Questa volta non era una visione. La dea alzò la testa e vide nell'ombra della cella due immensi occhi rossi simili a braci ardenti. Non c'era dubbio di chi fossero. -Vattene subito-

Null esplose in una risata fredda e malvagia, che le fece accapponare la pelle : -Yous canmot fought shh ("Non puoi combattere l'oscurità ")- disse. -Grottak nuf tal giin ... ("Persino ora ti affievolisci ...")-

Un lungo tentacolo nero la afferrò per il mento. Gea rabbrividì a quel contatto. -A shii boronod shii ... kosh tar guun ("Una luce in mezzo all'oscurità ... che prima o poi deve spegnersi")-

La dea ringhiò in direzione del suo interlocutore : -Tu sarai sconfitto. È nella tua natura-

Null scoppiò a ridere : -Gorj ... Gus ma mens, guns ma moo ... show Gus ma moo, ruguns ma mens! ("Sciocca ... Ove c'è la luce ci sono sempre le tenebre e le ombre ... ma dove ci sono le tenebre e le ombre, non è detto che debba esserci anche la luce!")-

Gea iniziò a sentirsi stanca. Decise di porre fine a quel ridicolo colloquio : -Cosa vuoi da me?-

Null sorrise : -Gosh nar toggh? ("Chi ti dice che sono qui per te?")-

E detto ciò allungò un tentacolo e afferrò Herobrine per la vita, strappando le pesanti catene e trainando lo verso di sé. Il dio cerco di opporre resistenza, ma riusciva a malapena a sollevare un braccio.

Gea lo guardò terrorizzata : -Che cosa vuoi fare?-

Null ghignò : -Crosh nag tuung ("Ridargli la sua vera natura folle")- e detto ciò da uno dei tentacoli si sprigionò una raffica di fulmini che colpirono Herobrine in pieno volto. Un istante dopo il dio cadde a terra.

-Herobrine ...- mormorò Gea, ma quando questi si rialzò rimase a bocca aperta. Metà del suo busto e della sua testa erano cosparsi di una sostanza nerastra e l'occhio destro era divenuto violaceo. Sulla bocca si apriva un ghigno feroce.

-Grosn, Herobraian ... ("Addio, Herobrine ...")- mormorò Null. -Gushnar, Enderbraian! ("Benvenuto, Enderbrine!")-

-Cosa gli hai fatto?- urlò Gea vedendo il dio voltarsi e dirigersi verso la porta come se fosse una marionetta.

-Shinur taang ("Gli ho ridato parte della sua pazzia")- rispose Null. -Runk fall in ... kol tar nuunc. Sogliant ronk sertan ("Quello che aveva perso ... più un poco del mio controllo mentale. Ora sarà mio servo")-

Dagli occhi di Gea scese una lacrima. Cercò per l'ennesima volta di farlo ragionare : -Ti prego, ascoltami. So quale rancore tu provi, credimi, ma la colpa non è di tutti noi. Non puoi distruggerli tutti solo per ... per una inutile vendetta. E non pensare che questo darà pace al tuo cuore-

Allora improvvisamente Null cambiò espressione : divemne freddo e gli occhi si inasprirono. La voce divenne sottile e crudele, viscida come un serpente, tanto che uncuteva paura da tutti i pori : -Losh Pluriversaan gor tuung, sak nii ... ("Il vostro Pluriverso ha distrutto il mio, e ora io mi vendico ...")- disse. -... loshn ura kaan, nyk tal krinn nuun ... nec samting growm dess ... ("... lo giuro sulla mia vita, niente potrà distogliersi dalla mia vendetta ... neanche da una singola parte di essa ...")-

Detto ciò Null si tramutò nuovamente in fumo nero e uscì dalla stanza. Al di fuori Gea lo sentì dire : -In grotta nii ("È tutta tua")-

Un istante dopo la porta si aprì e entrò la creatura viola, imponente e massiccia, che la fissava con un ghigno. Nelle mani teneva vari strumenti di tortura. -Ci rivediamo- disse ridendo.

Gea lo guardò con aria di sfida : -Bene ... fa del tuo peggio, Thanos-
   
 
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