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Autore: Aelliexy    04/04/2017    0 recensioni
Nell'intenzione: tre piccolissime WHAT IF? sul trio: Ambra, Li e Charlotte - non necessariamente in quest'ordine.
Si parte con la flashfic di Li, dal titolo Messaggio.
Si prosegue con la flashfic di Ambra, dal titolo Baci.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ambra, Charlotte, Lì
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alla fine ho deciso di terminare qui questa luuunga storia (lunga più che altro perché ho impiegato tre anni a terminarla -u-'').
Buona lettura e grazie per essere arrivate fino a qui. <3


Serata da Vincent's
- nemmeno l'una -



Ambra è Ambra, e non potrebbe mai cambiare con la testardaggine che si ritrova. Tuttavia, riflettendo, Ambra non ha dalla sua la testardaggine come scusa, semplicemente è troppo piena di sé.
"Ambra dobbiamo andare" dice. Bussa nuovamente cercando di farsi sentire da sopra la musica di sottofondo - che comunque è assordante - e cercando di non ascoltare i rumori di lingue che si intrecciano e si sfiorano e di saliva che viene scambiata.
"Ambra!" grida e batte più forte la porta. Sente un mormorio e una risata maschile. Poi niente. Non proviene più alcun suono. L'avranno sentita?
"Ambra, ci sei?" domanda sussurrando. Spera in una risposta affermativa, spera che l'amica apra la porta e assieme si allontanino da quella stanza angusta e opprimente.
Un gemito. Il tono è basso, profondo, inconfondibilmente maschile. Sembra che stia godendo intensamente, l'intervallo di tempo tra un gemito e l'altro diventa via via più breve e il respiro è più pesante. Lo si sente chiaramente inspirare ed espirare con la bocca. Presto, ancora qualche attimo, forse solo un secondo, o un millesimo di esso e...
No. Non rimarrà ad ascoltare Ambra mentre pratica sesso orale a un ragazzo in un bagno fetido. E non desidera sentire Ambra che porta all'apice un altro. Solamente sapere cosa stanno facendo le provoca nausea e una sensazione che ci sia qualcosa di tremendamente sbagliato in questo.
"Per favore... " sussurra. Da qualche parte della sua testa c'è una vocina che le ordina di urlare, gridare per far sapere della sua presenza; ma non riesce. Il cuore inizia a pompare più velocemente per l'agitazione, la pancia comincia a farsi via via più piatta e il livello di ossigeno nel corpo diminuire, sicché - inconsciamente - ha arrestato la respirazione per non dover più annusare il disgustoso odore che impregna il bagno "basta".
Aria, necessita di un soffio di vento e di aria non viziata. Si gira e cammina, volta a destra e si ritrova nel locale.
Aria, con assoluta certezza avverte che ne ha bisogno. Accellera il passo guardando fissa l'uscita, non sente la musica e nemmeno le proteste delle persone quando li sfiora o li spintona. Ha le orecchie tappate e la vista focalizzata sulla porta.
Aria, presto.
Presto, aria. Anche se è solo per un secondo, le va bene lo stesso. Va bene perché può non trattenere più il fiato in quanto non riesce a sopportare l'idea di stare respirando la stessa aria che respira Ambra mentre fa non l'amore e nemmeno il sesso, semplicemente mentre fa la troia e viene scopata. Perché di sicuro ora sono andati oltre, o andranno oltre.
Attraversa il locale, scansa qualche ragazzo, si introfula in uno spazio tra due ragazze, raggiunge la porta e sorpassa le due guardie accanto. Esce.
"Ehi! Ma ce ne andiamo? È così presto! Non è nemmeno l'una!"
Aria.
Non c'è vento. E fuori fa più caldo che all'interno dove c'è il climatizzatore. L'afa delle ore serali è scomparso, molto probabilmente ritornerà l'indomani, ma almeno per il momento si sta bene. Compie profonde inspirazioni ed espira lentamente con la bocca, come se fino a pochi minuti fa stesse correndo ed ora ha appena smesso.
"Si può sapere perché mi hai disturbata?" domanda qualcuno dietro di lei. La voce sembra familiare e anche il tono irritato e altezzoso utilizzato. Però non vuole riconoscerla, non ancora. Se riuscisse a rimandare tutto quanto anche solo di un minuto, forse il tempo sarebbe abbastanza affinché lei si calmi. "Mi ascolti quando ti parlo?!" grida Ambra comparendo ai suoi occhi.
I capelli sono raccolti in una coda malfatta e sulle labbra il rossetto è sparito – cancellato. Le guance sono più rosse del solito e il merito non è del fard. Nemmeno gli occhi sono privi di cambiamento, anche quelli sono mutati: leggermente appannati nello stesso modo di quando ha appena finito di piangere, ma lei non può aver pianto in una situazione del genere. È più probabile che siano appannati dal piacere.
"Certo che siete proprio delle gran belle teste di ... quel che è! Per avermi lasciata indietro. E si può sapere perché non hai recuperato tu le nostre borse, Ambra, visto che uscivi proprio dal bagno? Ma no, era meglio se - quasi dall'altra parte del locale, tra l'altro – mi urlavi di andarli a prendere in quel bagno puzzolente di merda. E di chi è stata la gran bella idea di portarli in bagno!? Giuro che se domani noto anche un solo graffio o una macchia alla mia MK io... "
Ambra rotea gli occhi e rivolge a An un'occhiataccia. "Io non ho detto niente della mia Chanel che stai quasi trascinando, vuoi che inizi?" minaccia " e alza quel braccio molle!" conclude liquidando la questione. "Charlotte, stai bene?" domanda riportando l'attenzione su di lei.
"Charlotte, Charlotte, sempre lei o tu. E io? Non conto niente?"
"An, finiscila. Quanto hai bevuto?"
"Finiscila tu! Ci chiami e noi dobbiamo venire. Veniamo e tu ti allontani con un ragazzo che nemmeno conoscevi un secondo fa. Ci prendi per il culo?!"
"An Li!"
"Stronza! Perché mi hai chiamata in quel modo!? Lo sai benissimo che lo odio. Lo fai apposta?"
"Se è l'unico modo che ho per farti tacere sì! E ora vuoi stare zitta per un secondo? Non vedi che Lotte sembra avere uno dei suoi attacchi?"
"No! Non sto zitta. Sono stufa di essere quella che sta zitta."
"An. So che sei ubriaca ma se continui ancora ti prometto che te ne pentirai!"
"E perché dovrei pentirmi? Mi farai qualcosa? Cosa? Eh?"
"Basta!" grida spazientita "Smettetela tutte e due. An, ho lasciato io le borse in bagno. Io... " spiega Charlotte " ero in bagno quando non mi sono sentita bene e le ho dimenticate lì. Colpa mia". Poi, prosegue "Ambra, lo hai detto tu che è ubriaca, quindi lasciala stare; quando si accorgerà che nessuno le sta badando, smetterà. E domani ritornerà come prima" poi, in un tono più conciliante "An, dammi la mia borsa. Forza, andiamo a casa."
"No!" protesta An.
Sospira. "Dai, dammele. Ti porto a casa mia e... "
"Col cazzo che ti do le chiavi. Tu non guidi questa sera. Guarda che ho capito, sai?!"
"Come... ?" domanda confusa.
"An, ora basta. Mi hai stufata. Dai quelle maledette chiavi a Charlotte ed andiamocene a casa. Ridammi anche la mia Chanel." dice e, quasi strappandolo dalle mani di An, si riprende la borsa.
Lanciando sguardi di fuoco, se così si possono definire le occhiate di una ragazza che sta – forse – delirando per colpa del troppo alcool ingerito, An consegna a Charlotte la sua borsa. ''Charl, faresti meglio a trovarti un ragazzo. Ti aiuterebbe con i tuoi attacchi'' dice prima di allontanarsi verso la macchina sostata di fronte, nel parcheggio che il locale condivideva con il supermercato ora chiuso.
"Certo che delle volte è proprio una rompi-palle" commenta Ambra con un tono basso, leggero -forse anche leggermente affettuoso.
"E tu sei una stronza, sai?" ribatte ignorando completamente l'ultima sentenza di An. Che vorrà dire?
"Certo che lo so! Altrimenti non sarei io, ti pare?" afferma seria. Poi sorride.
Charlotte la guarda, la scruta. "Già, non saresti tu." Poche volte Ambra sorride in questo modo, e quando lo fa, sembra che siano ritornate ai loro giochi da bambine. Un sorriso birichino prima di compiere qualche azione cattiva per il proprio tornaconto o divertimento. Ma questa sera c'è qualcosa di stonato. Fissa attentamente il volto di Ambra. Avanza di un passo, allunga la mano e le tocca i capelli. Sono soffici e sa, semplicemente lo sa pur non sentendo niente dalla distanza dov'è, che i capelli profumano di vaniglia. Ambra ogni mattina si spruzza qualche goccia di profumo tra i capelli. Le piace odorare la vaniglia quando li muove. Sa, pur non vedendolo a causa della scarsa luce dei lampioni, che i capelli di Ambra sono più dorati del grano e più brillanti dell'oro. E sapere che ora sono stretti in una comunissima coda di cavallo, fatta male e con ciocche che cadono sulla nuca suscita inquietudine e qualcosa di simile al disgusto. Con quell'aspetto trasandato e quel trucco sbavato Ambra non è altro che una squallida puttana. Ma l'apparenza non inganna più di tanto, in fondo Ambra puttana lo è; negli ultimi tempi in particolar modo, solo, non è squallida. Questo mai. Ambra deve essere Ambra, deve esserlo in ogni momento. Sempre rivolgerà a tutti quel suo sguardo sprezzante e sorriderà con quel sorriso che più pare un ghigno di soddisfazione. Ambra ora è rivoltante.
"... Lotte?" sussurra Ambra. Le parole si formano sulle sue labbra ora troppo opache e bianche, prive di rossetto. Rivoltante. "Ti senti bene? Sicura di riuscire a guidare?" domanda con quel tono così tipicamente da Ambra. Sembra che domandi, mentre in realtà chiede più una conferma, appare preoccupata, ma in realtà è più un tono di sfida come se non la ritenesse capace di far ciò.
"Che aspetto orribile che hai!"
Ambra assottiglia gli occhi e scosta la sua mano con un colpetto. Irritata dal commento sul suo aspetto. "E chi vuoi che veda?" risponde.
"Se ci fosse qui Castiel ti comporteresti diversamente" pensa con rabbia Charlotte, accorgendosi che, forse per colpa dell'alcool ancora in corpo, non è riuscita a tenerlo per sè il pensiero.
"Fottiti Charlote. Fottiti." sussurra Ambra. Arrabbiata, si gira battendo forte i tacchi sul cemento e producendo due tonfi acuti uno dopo l'altro; successivamente giungono quasi immediatamente altri due tonfi e quando sembra che il quinto tonfo sia prossimo, arriva un nuovo suono, non fa più ton, ma tin. È un tinfo che scatta improvvisamente e imprigiona il tonfo in un suo arto.
Charlotte ha la guancia sinistra che sfiora quella destra di Ambra e il petto premuto contro la schiena. I tacchi di Ambra sono vicinissimi ai sandali di Charlotte. Il braccio sinistro di Charlotte è rimasto incastrato tra i loro corpi ed impedisce che essi aderiscano completamente. Le due ragazze sono alla stessa altezza e se si girassero sarebbero perfettamente allineate in ogni parte del loro corpo.
Rimangono così per qualche secondo. Ambra si sente confusa, Charlotte questa sera deve aver esagerato anche lei con l'alcool e se così è, forse è meglio che chiamino tutte un taxi. Lei non ha la patente, An è ubriaca e Charlotte non è in sè; almeno in questo modo evitano un incidente e lei non desidera morire per una precauzione non presa. Sì, forse faranno così. Prima però deve cercare di capire cos'abbia Lotte. E' la prima volta che reagisce in questo modo. Qualche problema a casa? A scuola sicuramente no; con lei come sua amica, nessuno potrebbe pensare di prenderla di mira. Prima dovrebbero affrontare lei e lei non si fa battere tanto facilmente. Ma se è un problema di famiglia, perché non le ha detto niente quando si erano incontrate all'inizio serata? Da quando non dice subito quel che le passa per la testa? E' strano! Charlotte non tace mai su niente e non le risparmia nessuna critica o rimprovero. Detesta ammetterlo ma la Charlotte di questa sera la teme. Si comporta troppo diversamente dal suo solito che lei non riesce a capire come debba comportarsi con lei o come debba reagire. Anche ora, o poco fa, che l'ha bloccata con un braccio e stretta al suo corpo. Ed ora non accenna a fare nessuna mossa a parte fare profonde inspirazioni ed espirazioni, come se stia cercando di calmarsi.
"Sicura di guidare? Chiamiamo un taxi per farci portare a casa tua e riprendiamo la tua macchina domani."
Charlotte pensa che la soluzione proposta da Ambra sia perfetta. Infatti, pur non sentendo molto gli effetti degli alcolici, non sente di avere la testa abbastanza lucida per poter guidare. Le sembra, ogni tanto, di sentir la testa girare. Alle volte sembra che stia dondolando. E avverte delle fitte intense che dall'estremità del capezzolo attraversano l'epidermide del seno generando un dolore che le fa stringere i denti e aggrottare la fronte, poi le fitte si disperdono in una qualche cavità del torace e forse è per questo che ha il ritmo cardiaco accelerato. Colpa delle fitte. Che stia sviluppando una qualche forma di tumore? No, non vuole pensarci. Non ha senso! Lei è giovane, deve essere qualcos'altro o forse è solo la sua immaginazione. Anche se, e ne è sicurissima, le fitte sono reali. Così come è reale la fastidiosissima coda di Ambra. Lei sta meglio con i capelli sciolti. Ambra è Ambra se ha una massa morbida e profumata alla vaniglia di capelli che le incorniciano il viso e che mettono in risalto gli occhi di quella tonalità imprecisa tra il verde delle foglie degli alberi in primavera, quando stanno germogliando e l'azzurro-verde di quelle acque oceaniche dove si intravede il fondale marino. Fondatamente Ambra ha gli occhi verdi, ma definirli solo verdi sembra sciocco. Così spesso, tra di sé, li ha denominati gli occhi di Ambra, perché solo Ambra ha degli occhi di questo colore. E Ambra deve avere anche le labbra perennemente lucide di rossetto.
"Resta ferma, devo fare una cosa" dice mentre lascia il polso dell'altra ragazza "Dammi la tua borsa" ordina.
"A che ti serve?" chiede perplessa.
Charlotte prende la Chanel bianca e vi fruga dentro alla ricerca del pacchetto di salviettine struccanti. Ne prende una.
"Chiudi gli occhi" dopodiché inizia a passare la salviettina sulle labbra di Ambra, piano e leggera, ma tante e tante volte per cancellare le tracce di baci appassionati e forse qualcos'altro di più. Quando crede che il risultato sia soddisfacente, fruga nuovamente nella borsa e ne trae un rossetto. Toglie il tappo.
"Apri la bocca" delicatamente preme il rossetto sulle labbra e segue la linea delle labbra inferiori. Quando arriva alla fine, riporta il rossetto al centro e da qualche colpetto, rendendo il colore più vivido lì. Sulle labbra superiori passa velocemente il rossetto e non si sofferma ulteriolmente. Cerca nella borsa e trova la matita per labbra. E' tentata a utilizzarla, ma teme di fare un brutto lavoro, così lascia perdere e si mette alla ricerca del gloss.
Ecco, ora Ambra è un po' più Ambra. Pensa osservando il suo volto. Manca ancora una cosa, però.
"Tieni, prendi" dice restituendo la borsa.
Allunga la mano e scioglie i capelli liberandoli. Immediatamente qualche ciocca va ad incorniciare il suo viso. Completamente immerge le mani nella chioma. E si vergogna di sè stessa e delle sue mani. Sente la morbidezza dei capelli di Ambra in netto contrasto con i palmi e i polpastrelli ruvidi e secchi suoi. Si fa fretta e sistema la chioma al meglio delle sue capacità.
Si conoscono dalle scuole elementari e in tanti anni di amicizia, questa è la prima volta che ha di fronte una Charlotte così. Ma pur non capendo il perché di questo suo atteggiamento, Ambra non accenna a fermarla. E comunque, sta solo aiutandola a truccarsi. Certo, la scoccia non poco perché lei di certo non ha bisogno di aiuto in questo. E poi a quell'ora di notte non ne vede il motivo, presto ritorneranno a casa e andranno a letto. Ovviamente, sarebbe cosa ben diversa se per strada incontrasse Castiel o qualche bel ragazzo, in questo caso ringrazierebbe Charlotte. Comunque, non è che la cosa la disturbi più di tanto e se aiuta Charlotte a ritornare in sè... tanto vale lasciarla fare. Ma poi si sarebbe vendicata un po' per questo suo tono autoritario e questi ordini che continua a darle. Lei non si fa mettere i piedi in testa da nessuno!
"Dai, vieni, raggiungiamo An che ormai starà sbuffando di rabbia." dice Charlotte alla fine '' e forse dovrei ascoltare An... ''
Sul serio, l'indomani si sarebbe vendicata un poco.
Lei è Ambra e non accetta ordini!






  
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