Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Fonissa    05/04/2017    1 recensioni
*Dal primo capitolo*
Era si alza in piedi e fa cenno a Nico di avvicinarsi. Lui cammina fino a mettersi affianco a me. La Dea fa dei strani gesti con le mani e si vede un bagliore provenire dalla pancia di Nico.
“Ecco fatto.” Dice Era freddamente. Io e il figlio di Ade ci guardiamo. Siamo increduli, ma anche felici, anzi, più che felici, stra-felici.
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

Mi sveglio di soprassalto, a causa dei pianti di Sea. Un paio di secondi dopo Nico, steso al mio fianco, scatta a sedere con il viso pallido. Entrambi ci guardiamo per un istante, per poi avvicinarci alla culla. Prendo Sea in braccio, iniziando a cullarlo.

"Dai piccolo, stai tranquillo... ma all'ospedale non faceva così." esclamo con una punta di preoccupazione.

"Forse perchè è la prima notte che passa qui? Cioè, non è abituato?" mi chiede Nico, come se io potessi saperlo.

"Non è che si sente male? Dovremmo chiamare Darcy?"

"Percy... sono le tre di notte. Non credo che possiamo disturbarla a quest'ora solo perchè Sea piange."

"Ma potete chiedere a me." esclama una voce, facendomi girare la testa di scatto. Mia madre ci sta guardando, leggermente divertita dalla scena.

"Scusa se ti abbiamo svegliato, mamma."

"Non è stata colpa vostra... dai, ora cerlo di calmarlo io. Voi osservate con attenzione eh."

Con delicatezza passo Sea a mia madre, che lo prende con esperienza inziando a girare per la stanza, mentre gli sussurra parole dolci cullandolo a ritmo. Dopo un paio di minuti il bambino inizia a calmarsi, o almeno a non urlare più, e mia madre gli allunga il ciuccio e una copertina azzurra, per poi darlo in braccio a Nico.

"Grazie..." dice questo, continuandolo a cullare per farlo addormentare.

"Non c'è bisogno di ringraziarmi, ho fatto solo il mio dovere di nonna -risponde mia madre calcando con fierezza la parola 'nonna'- ma è meglio se vi abituate. Se Sea è simile a Percy nel comportamento così come nell'aspetto, piangerà ogni notte."

"Che gioia. -esclama Nico con sarcasmo- aspetta, Percy piangeva molto?"

"Si! Era un vero piagnone!"

Il figlio di Ade mi guarda, trattenendosi dal scoppiare a ridere solo per non svegliare Sea che si è appena addormentato, mentre io alzo gli occhi al cielo.

"Grazie mamma, è sempre un piacere parlare di queste cose con te."

"Prego figlio. Comunque, ora che l'allarme pianto è passato è meglio che torniamo tutti a dormire. Buonanotte." detto ciò, Sally esce, chiudendosi la porta alle spalle. Nico appoggia delicatamente Sea nella culla, poi torniamo anche noi a letto.

La mattina dopo ci alziamo verso le otto e mezza in modo da avere il tempo di preparare il biberon a Sea. Nico inizia a versare il latte nel pentolino sul fornello e io sorrido a quella scena.

"Sai, quando ci siamo fidanzati, la nostra prima estate non me la immaginavo così." dico pensieroso.

"Che intendi?"

"Dai, hai capito: immaginavo di svegliarci tardi, magari nella casa di Poseidone al campo Mezzosangue, svolgere tutte le attività insieme, andarcene in qualche posto appartato o sulla spiaggia... non di certo di dovermi alzare presto per preparare la colazione a nostro figlio."

"E invece questo è meglio o peggio di quello che ti eri immaginato?"mi chiede Nico e riesco a sentire il tremolio della sua voce. Mi avvicino pian piano a lui, fino ad abbracciarlo da dietro poggiando il mio mento sui suoi capelli.

"Non potrei chiedere niente di meglio."

Si gira verso di me, con il sorriso sulle labbra. Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo e poi ci scambiano un lieve bacio. Ma prima di poterlo approfondire, veniamo interrotti dal pianto di Sea.

"Finisci di preparare qui, io vado a prenderlo." dice Nico, liberandosi delicatamente dal mio abbraccio e sparendo in camera nostra. Io continuo a preparare il latte, ancora sorridendo. Proprio mentre sto controllando la temperatura del biberon pieno di latte e Nico sta ritornando in cucina con Sea tra le braccia, arriva mia madre, con la sua divisa del negozio di dolci.

"Buongiorno mamma." esclamo, mentre mi siedo e Nico mi passa Sea.

"Buongiorno Sally." dice Nico, sedendosi al mio fianco.

"Buongiorno anche a voi, ragazzi. Io sto andando a lavoro, ma tranquilli, Paul rimane qui. Se avete bisogno di una mano potete chiedere a lui."

"Ehm... Paul sa come occuparsi di un neonato?" chiedo tibutante.

"Non ha esperienza diretta, ma è pur sempre più grande di voi. Se proprio siete in difficoltà, conosci i miei orari di pausa."

Probabilmente ha aggiunto quell'ultima frase vendendo la mia espressione non proprio serena. La vedo prendere la borsa per poi uscire dopo averci salutato. Un paio di minuti dopo arriva Paul, ancor insonnolito e col pigiama, che ci saluta con un sorriso e inizia a prepararsi un caffè. Io, nel frattempo, inizio a far digerire Sea.

"Mamma ha detto che potevamo chiedere a te se ci serviva una mano con Sea." dico tenendo gli occhi fissi sul bambino. Paul quasi si strozza col suo caffè.

"Oh, ehm, certo. Per quanto posso esservi utile, s'intende..." risponde, mentre io e Nico ci guardiamo ridacchiando. Ma proprio in quel momento, Sea rigurgita parte del suo latte, sporcando completamente sia la sua tutina sia la mia maglia. Nico lo prende velocemente, attento a non sporcarsi, mentre io guardo il mio pigiama ormai rovinato.

"Oh, andiamo! Non potevi vomitare quando era il turno di Nico?" esclamo con finta rabbia, anche sapendo che Sea non può capirmi. Il figlio di Ade mi guarda trattenendosi dal ridere.

"Beh, forse una cosa posso farla -interviene Paul- vado a prepararvi l'occorrente per pulire Sea. Percy, tu nel frattempo puoi iniziare a buttare quel pigiama." finisce ridendo.

Proprio quando avevamo appena finito di ripulire Sea e mi ero infilato una vecchia tuta, qualcuno bussa alla porta. Vado ad aprire, trovandomi davanti Hazel e Annabeth che mi guardano sorridenti. In fondo dovevo aspettarmelo: in ospedale, i nostri amici hanno potuto vedere Sea poche volte, e solo dalla sua incubatrice.

"Buongiorno ragazze." dico, facendo segno di entrare. Si accomodano entrambe sul divano, guardandosi intorno. Annabeth prende una delle copertine di Sea che era poggiata sul divano, guardandomi con un sopracciglio alzato.

"Copertine abbandonate, ciucci sparsi qua e là... e sbaglio, o quello che vedo sul tavolo della cucina è un biberon? -domanda ironicamente, intravendendo la cucina dalla porta aperta- siete proprio super impegnati, eh? Meno male che non siamo venuti tutti in massa."

"Dov'è il mio nipotino?" domanda invece Hazel, calcando sulla parola 'nipotino'. Il ruolo di zia deve piacerle davvero molto.

"E di tuo fratello non ti importa?" le domanda la figlia di Atena per prenderla in giro. Le guance di Hazel si tingono di rosso.

"Certo che mi importa! Ci mancherebbe! Solo che voglio vedere Sea, ovviamente." risponde con imbarazzo. Scoppio a ridere, sedendomi sul bracciolo del divano a fianco a lei.

"Nico è impegnato a vestire Sea in camera nostra. Abbiamo avuto un piccolo allarme vomito questa mattina a colazione."

Appena dico ciò, Nico spunta in salotto con Sea in braccio, guardandomi con finta rabbia.

"Certo, lasciamo pure da solo a vestire nostro figlio mentre tu chiacchieri tranquillamente."

Mi alzo, avvicinandomi a lui e lasciandogli un bacio tra i capelli scuri.

"Sapevo che potevi cavartela da solo." dico, facendolo arrossire. Le due ragazze ci osservano per qualche instante, per poi guardarsi tra di loro e sorridere. Subito dopo si alzano, venendo verso di noi e osservando il neonato.

"Ti assomiglia proprio tanto, Percy." esclama Annabeth. Ormai ho perso il conto di quante persone me lo hanno fatto notare.

"Posso..." inizia Hazel, senza però finire la frase. Ma Nico deve aver capito le intenzioni della sorella, poiché le porge Sea aiutandola a capire come reggerlo.

"Ciao piccolino, io sono la zia Hazel. Piacere di conoscerti." sussurra, e Sea stringe la mano intorno al suo indice. A Hazel scappa una lacrime, ma nessuno dei tre decide di farglielo notare. Annabeth mi trascina in cucina, lasciando soli i due fratelli insieme a Sea.

"Lasciamoli un po' da soli. Anche perché... devo parlarti di una cosa."

Il sorriso mi si spegne non appena Annabeth pronuncia quella frase. Quando dice una cosa del genere, vuol dire che mi aspetterà un discorso non facile da sopportare.

"Cosa è successo?"

"Sally mi ha detto che avete intenzione di saltare un altro anno di scuola."

Mi accascio su una delle sedie, sospirando. Era ovvio che Annabeth volesse parlarmi di ciò."

"Anny, quando inizierà la scuola, Sea non avrà nemmeno un mese di vita..."

"Lo so, ti capisco. Ma Percy, hai già perso un anno! Per non parlare di Nico, che probabilmente non le ha nemmeno iniziate le superiori."

"Ma vorrebbe dire sacrificare troppo tempo. Se Sea fosse stato più grande, ci sarei andato, lo sai... in più mia madre lavora e Paul anche. E non intendo assumere nessuna Baby-sitter, anche perché le spese graverebbero su loro due."

"Quindi volete fare le mamme casalinghe per un intero anno?"

"Non saremo delle mamme casalinghe... saremo dei padri casalinghi."

Annabeth sbuffa, massaggiandosi la testa con le mani. Quasi posso vedere il suo cervello lavorare per trovare una specie di accordo.

"E se rientraste qualche mese dopo, verso novembre o dicembre? Poi vi potrei dare una mano a recuperare il programma." propone, assottigliando gli occhi, e so di non avere altra scelta.

"Rimane il problema di a chi affidare Sea... e hai pensato anche a questo, giusto?" aggiungo, vedendola sogghignare.

"Ho parlato con Mellie, la moglie del Coach Hedge... ha detto che vi aiuterebbe volentieri, gratis, a patto che nel frattempo possa badare anche al piccolo Chuck. Mi sembra un buon compromesso, no?"

Per qualche minuto, valuto l'idea di far crescere Sea insieme al figlio di Hedge. Ma sotto l'occhio attento di Mellie non dovrebbero esserci problemi, giusto?

"Okay, va bene. Solo... devo parlarne con Nico, ovviamente."

Annabeth da una sbirciata in salotto, per poi ridacchiare.

"Gliene sta già parlando Hazel. E lasciamelo dire, Nico sembra d'accordo."

"Ci avete separati per attaccarci singolarmente!"

La figlia di Atena alza gli occhi al cielo.

"Stiamo parlando del vostro futuro, non di una battaglia!"

Appena nomina la parola 'futuro', alcune immagini mi attraversano la mente, pensieri su cui avevo già ragionato. Annabeth deve essersene accorta, poiché la sua espressione si fa più seria mentre si siede al mio fianco.

"Cosa succede?"

"Sai, ultimamente ho pensato... ho diciotto anni e ho già un figlio. Quando io avrò, diciamo, ottantotto anni, Sea ne avrà settanta... sarò in grado di vedere i miei bisnipoti?"

Annabeth strabuzza gli occhi, si gira per qualche instante, come a non voler farsi vedere in viso, e poi si rigira verso di me.

"Penso che tu sia andato troppo oltre... pensa più al presente, okay?"

"Okay."

 

 

*ANGOLO AUTRICE*
I pensieri sul futuro che si fa Percy alla fine sono presi dai veri pensieri che si faceva mia nonna, avendo partorito la prima figlia ad appena diciassette anni.

Bonus: c'è un motivo preciso per cui, dopo quell'affermazione, Annabeth non vuole farsi vedere in faccia. E' abbastanza complicato forse, ma se riuscite a capire vi dono un biscotto. :3

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Fonissa