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Autore: Lady Five    05/04/2017    5 recensioni
Dopo la fine della brutta faccenda di Noo, l'equipaggio dell'Arcadia, finalmente riunito, riprende la solita vita vagabonda nello spazio. Con qualche piccolo cambiamento.
Ma la “routine”, per quanto piratesca, non si addice proprio ad Harlock e alla sua ciurma. Così, un po' per caso, un po' per scelta, si lasciano trascinare in una nuova avventura, sulle tracce di un antichissimo mistero e di un'oscura profezia. Con esiti assolutamente imprevedibili.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La questione della profezia aveva tormentato Harlock tutta la notte. Soprattutto era irritato con Raflesia, che non gli aveva rivelato subito di che cosa si trattasse. Era irragionevole prendersela con lei, ne era cosciente, ma, nonostante questo, decise di tornare appena possibile sulla Dorcas e parlarne di nuovo con la regina. Per non fare troppo viaggi avanti e indietro, però, volle aspettare che Yattaran avesse finito di esaminare il computer e il comlink di Lavinia. Forse ricorrere all'aiuto del computer centrale avrebbe accelerato le cose, ma non voleva offendere il suo primo ufficiale. Andò nel suo laboratorio e si rese conto di averlo sottovalutato.
Yattaran non era nemmeno andato a dormire e così aveva già i risultati.
“Buongiorno capitano! - lo salutò allegramente - Nel computer della Mazoniana non mi sembra ci sia nulla di rilevante. In ogni caso, ho riversato tutti i file in questa chiavetta, così puoi mostrarli a Raflesia, se vuoi, sicuramente lei è in grado di valutarli meglio di noi. Nel comlink invece sono rimaste in memoria le ultime chiamate. Di solito questi trasmettitori hanno un raggio relativamente modesto, questo invece era molto sofisticato. La maggior parte, infatti, sono comunicazioni interne alla Dorcas, ma ce ne sono alcune che provengono da una frequenza esterna e molto lontana, non proveniente da un'altra nave mazoniana, per intenderci... ecco, ti ho segnato i codici.”
“Vuoi dire che, attraverso questi codici, si può provare a comunicare con i presunti mandanti di Lavinia?”
“In teoria sì.”
“Perfetto! Forse ci siamo, finalmente! Sei il solito geniaccio, Yattaran! Vado subito sulla Dorcas. Tu invece vattene a dormire, lascio il comando a Kei.”
Mentre compiva l'ennesimo viaggio verso l'ammiraglia di Raflesia, Harlock elaborò un possibile piano per far uscire allo scoperto i loro nemici.
Quando chiese di poter incontrare Raflesia, gli fu risposto che la regina aveva convocato da poco il Consiglio Supremo e non voleva essere disturbata per alcun motivo.
Così ha deciso di esporre al Consiglio Supremo la situazione... pensò.
In fondo, non le restava molto scelta... poteva anche essere un modo per scoprire eventuali complici della traditrice. Si trovò a pensare che la Raflesia di un tempo sarebbe ricorsa subito ad arresti di massa e torture... forse l'errore commesso con Gudrun l'aveva frenata. O forse, come sosteneva Meeme, era davvero cambiata. Già, Gudrun.
Il capitano, anche per ingannare l'attesa, andò a trovare il dottor Zero. Lo trovò occupatissimo, come al solito, ma molto felice. Forse perché, finalmente, dopo tanto tempo, faceva davvero il medico e non si limitava a ricucire ferite di pistole laser.
“Oh, capitano! Quale buon vento!” lo salutò.
“Sono passato a salutarla. Come va qui?”
“Tutto benissimo! A proposito, quando torna Mayu? Il suo aiuto mi era davvero utile!”
“Presto, spero... Appena la situazione qui si sarà chiarita... Vorrei vedere Gudrun, se possibile...”
“Ormai stava bene, l'ho dimessa stamattina. Darragh l'ha accompagnata nel loro alloggio.”
Harlock si fece indicare dove si trovava. Anche se aveva già parlato con Raflesia, voleva farle alcune domande.
La donna lo accolse con grande cordialità, mentre Darragh chiese subito di Mayu.
“Lei sta bene... Appena qui sarà tutto sistemato, potrà tornare. Intanto... ehm... se vuoi, puoi venire a trovarla sull'Arcadia. Lei ne sarebbe molto felice.”
Al ragazzo si illuminarono gli occhi.
“Anch'io! Grazie, signore!”
Ad Harlock era costato parecchio fare quell'invito. Continuava a pensare che non fosse una buona idea incoraggiare un affetto destinato a finire molto presto... ma Mayu ci teneva tanto, e lui non era più capace di negarle nulla che potesse renderla felice. L'aveva già fatto troppe volte in passato...
“Vorrei parlare un attimo con lei di quello che è successo, Gudrun.”
Darragh capì al volo e tornò al suo lavoro all'ospedale.
La Mazoniana fece accomodare Harlock su una poltrona e si sedette di fronte a lui.
“Non credo di avere avuto ancora l'occasione di ringraziarla per avermi salvato la vita, capitano. Senza il suo tempestivo intervento non sarei qua a parlare con lei.”
“Mi sono solo trovato nel posto giusto al momento giusto - si schermì Harlock come al solito - Piuttosto, Gudrun: perché, secondo lei, Lavinia ha cercato di ucciderla?”
“Mi creda, ci ho pensato a lungo... e ne ho parlato molto anche con sua maestà. Ma l'unica spiegazione che mi sono data è che volesse in qualche modo far ricadere la colpa di tutto su di me, e farsi passare per colei che aveva sventato una pericolosa congiura, allontanando così ogni sospetto e aumentando ulteriormente il suo prestigio e il suo potere.”
“Certo, è molto probabile che sia così... Lei invece non aveva mai sospettato di Lavinia? Non era a conoscenza di qualcosa che potesse nuocerle o smascherarla?”
“No, assolutamente. Era la più intima collaboratrice della regina, era impensabile anche solo immaginare che … Sono rimasta anch'io scioccata da quanto ha fatto.”
Harlock tacque per alcuni secondi, riflettendo.
“Raflesia mi ha detto che, secondo lei, Lavinia non aveva complici interni... Perché è giunta a questa conclusione?”
“Io e lei lavoravamo spesso a stretto contatto. Ho cercato di riportare alla mente tutto quello che avevo visto fare o dire da Lavinia negli ultimi tempi, le decisioni prese, le persone con cui interagiva... ma non ho ricordato nulla di strano. Potrei sbagliarmi, naturalmente. Potrebbe essere stata solamente molto abile e astuta.”
“Raflesia si è decisa a convocare il Consiglio Supremo. Anche se potrebbe essere rischioso, non potevate pensare di gestire la situazione da sole. Ed è importante che la regina dimostri pubblicamente di avere tutto sotto controllo. Non l'avrà avvertita perché probabilmente la crede ancora in ospedale. Non ho ancora avuto modo di parlarne con lei, ma un mio ufficiale ha analizzato il contenuto del computer e del comlink trovati nell'alloggio di Lavinia e … potrebbero esserci sviluppi interessanti.”
Gudrun avrebbe voluto saperne di più, ma era giusto che Harlock riferisse prima alla sovrana.
“Lo spero tanto! Quest'ultimo evento è stato davvero un brutto colpo per la nostra regina, come se non avessimo già abbastanza problemi!”
“Lo posso immaginare... Ora vado a vedere se Raflesia ha finito... vorrei che fosse presente anche lei, Gudrun, al nostro colloquio. Non credo che sua maestà avrà nulla in contrario.”
Harlock tornò alla sala del Consiglio Supremo. Le consigliere stavano uscendo in quel momento, parlando tra loro con aria grave. Qualcuna gli rivolse perfino un cenno di saluto.
Chiese il permesso di entrare.
“Vieni avanti, Harlock...”
Raflesia era ancora seduta sul suo scranno, a capo della lunga tavola. Aveva un'aria piuttosto afflitta.
“Che cosa è successo?”
“Il Consiglio Supremo ha deliberato una serie di arresti: a parte Gudrun, chiunque abbia avuto a che fare con Lavinia dovrà essere imprigionato e interrogato. In quest'ordine. Purtroppo non avevo argomenti per oppormi... ne va della nostra sicurezza, capisci?”
“Mi aspettavo che potesse succedere... ma ho delle novità! Yattaran ha scoperto qualcosa che potrebbe farci fare dei grossi passi in avanti, ma dobbiamo giocarcela bene! Andiamo a parlarne nell'alloggio di Gudrun... Zero l'ha dimessa e lì è più probabile che non ci senta nessuno. Ma prima vorrei chiederti una cosa, Raflesia... Quella profezia... perché non mi hai rivelato prima che cosa dicesse esattamente?”
Raflesia lo guardò perplessa.
“Non lo ritenevo importante... è solo una diceria che si tramanda da secoli, forse millenni... appartenente a un'epoca dominata dalla superstizione e dall'irrazionalità... non ho mai creduto che fosse vera... fino all'altro giorno, di fronte alle parole di Clarice... per la prima volta ho pensato che il nostro salvatore potesse esistere davvero... e che fossi tu, Harlock! In fondo... è quello che stai facendo, no?”
“No! - esclamò lui con voce insolitamente dura - Io vi sto aiutando, non vi sto salvando! E l'ho deciso io, non qualche stupida profezia del passato!”
“Ma se pensi alle circostanze che ci hanno fatto incontrare di nuovo... non sono incredibili? Tu non credi nel destino, Harlock?”
L'uomo tacque. Gli tornarono in mente le parole di Meeme: “Ma adesso il destino ti ha messo ancora sulla loro strada... Io non credo sia un caso.”
Il destino... Non ci aveva mai pensato davvero, o forse sì, ma lo aveva sempre percepito come ostile... qualcosa che lo aveva strappato alla sua vita precedente, costringendolo a vagare nello spazio senza meta per poter essere libero... e gli aveva portato via Maya, Tochiro, Esmeralda...
“Avete scoperto qualcosa ieri, in proposito, leggendo il codice?”
“No... ci sono solo frasi apparentemente senza senso. Nulla che possa identificare il nostro eroe.”
Meno male!
“Però Clarice ha detto che, dopo la morte dell'imperatore, per molto tempo circolò la leggenda che un giorno sarebbe tornato per riportare ordine e pace nel mondo...” *1
“Sì, me ne aveva parlato... Ti rendi conto anche tu che è un'assurdità, vero?”
“Magari non lui direttamente... magari un suo discendente...”
Ancora?
“Raflesia, io ho fatto di tutto, tranne che portare ordine e pace nel mondo, ti assicuro! Questa storia ha dato alla testa a tutti quanti! Faremmo meglio a concentrarci sui problemi reali, che sono parecchi. Andiamo da Gudrun!”
Nell'alloggio di Gudrun, Harlock consegnò a Raflesia il comlink di Lavinia e la chiavetta che gli aveva dato Yattaran.
“Qui ci sono i file presenti nel computer di Lavinia. Secondo il mio primo ufficiale, non hanno nulla di sospetto, ma naturalmente voi siete in grado di valutarlo meglio. Nel comlink, invece, sono rimaste tracciate alcune comunicazioni esterne alla Dorcas. Con i codici che ha copiato Yattaran possiamo provare a fare quelle chiamate... sperando che siano dirette a coloro che stiamo cercando... Ma dobbiamo pianificare bene le nostre mosse.”
Negli occhi di Raflesia si accese una nuova luce.
“Come pensavi di agire?” chiese.
“Noi non sappiamo se loro siano a conoscenza della sorte di Lavinia. Quindi la mia idea è questa: fingere che uno di noi sia un suo complice. È meglio che Raflesia non si esponga, almeno per il momento. Quanto a me, capirebbero facilmente che non sono Mazoniano...” oltre al fatto che da voi i maschi contano quanto il due di picche... ma questo non lo disse.
“Gudrun... se la sentirebbe di farlo lei? So che è ancora convalescente, ma purtroppo dobbiamo agire il prima possibile... Prepareremo un piano dettagliato, cercando di prevenire ogni loro possibile domanda od obiezione, e noi saremo qui, pronti a intervenire in qualunque momento. Cosa ne pensate?”
Le due donne si scambiarono uno sguardo e Gudrun fece un cenno di assenso.
“Non si preoccupi per me. Lo farò, capitano” disse semplicemente.
“Bene. Per prima cosa dobbiamo imbastire una storia credibile. Abbiamo da scrivere?”
Gudrun prese il suo tablet e, per prima cosa, scaricarono il contenuto della chiavetta.
Raflesia vi diede una rapida scorsa.
“Bisognerebbe esaminarli con più calma, ma al primo colpo d'occhio mi pare che non ci sia nulla di strano... si tratta di documenti ufficiali, che riguardano l'organizzazione della Dorcas e dell'esercito... insomma, relativi ai compiti principali di Lavinia. Comunque mi riservo di controllarli uno per uno più tardi.”
Harlock e le due Mazoniane trascorsero le due ore successive a ipotizzare tutti gli scenari che si sarebbero potuti aprire facendo quelle chiamate. Alla fine, sembrò loro di aver tracciato un quadro abbastanza realistico. Gudrun studiò per bene la sua parte e, dopo diverse prove e continui perfezionamenti, decisero che era giunto il momento. Finalmente avrebbero scoperto la reale identità e gli intenti dei loro nemici senza volto!
“Bene, signore, siamo pronti? - Harlock attese un cenno di assenso da parte delle due donne - Procediamo!”
Il capitano digitò sul comlink uno dei codici scoperti da Yattaran. Dopo un'attesa carica di tensione, che a loro parve lunghissima ma che non durò più di alcuni secondi, una voce femminile rispose, nella lingua intergalattica:
“Qui Alphaville. Parla pure, agente Edera”.

 

 

 

 

1 Vero. Cioè, è vero che circolò a lungo questa voce.

  
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