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Autore: Pimpi95    06/04/2017    0 recensioni
Naruto, seduto in riva al mare, si trovava di fronte ad uno spettacolo che spesso contemplava. Ogni volta che cercava una risposta, il tramonto era lì che lo fissava. Quei colori caldi, il rosso e l'arancione in particolare, li sentiva bene sulla sua pelle, quasi a confortarlo dolcemente. Il ragazzo si rese conto, solo allora, della somiglianza che c'era tra Gaara, Temari, Kankuro e quel gioco di luci che il sole regalava ogni giorno. Erano uguali. Il tramonto, che si manifesta per poco tempo, per quanto si possa tentare di raggiungerlo o toccarlo è impossibile; così come Gaara e i suoi fratelli. Li vedeva raramente, ma soprattutto erano irraggiungibili. Pur continuando a camminare speditamente, Naruto si accorgeva di restare sempre indietro, mentre i tre avanzavano oltre le sue possibilità. Tutte le volte che lui provava a raggiungerli, questi si allontanavano. Proprio come il sole che, al calare delle tenebre, scompare.
Ho cambiato la presentazione perché quella precedente era provvisoria, comunque questa parte della storia accadrà molto più in là nei capitoli. Spero di avervi incuriosito :).
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Cap. 5 – Segreti intoccabili



La sala del cinema era pronta per ospitare i pochi e selezionati spettatori che avrebbero avuto la fortuna di assistere, in anteprima, al nuovo film interpretato dalle due celebri star Asami e Shuichi del villaggio della Rosa. Gli invitati speciali, ovvero i cinque Kage dei cinque grandi paesi ninja, erano arrivati a Konoha accompagnati dalle loro rispettive guardie del corpo e Tsunade li faceva da guida verso il cinema.

Durante il tragitto, tuttavia, Gaara si fermò ad osservare un negozio pieno di fiori e le margherite erano in bella mostra quasi a suscitare in lui il ricordo di quel sogno ricorrente dove la bambina dai capelli d’oro, che lo tormentava da giorni, si presentava circondata dagli stessi fiori. Il rosso perciò si staccò dal gruppo e indisturbato si avvicinò alle margherite per osservarle più da vicino, erano davvero molto curate e si complimentò con il gestore del negozio, ma una voce a pochi passi da lui lo costrinse a girarsi. Un intero mazzo di rose rosse volarono disordinate nell’aria e Gaara prontamente le raccolse una ad una con la sua sabbia di scorta, ritrovandosi in mano delle rose. La proprietaria di quel mazzo di fiori era proprio Asami che riconoscendo il ragazzo da lontano aveva perso l’equilibrio e anche quelle rose regalatele da un fan.

Asami era talmente rossa in volto che anche gli occhiali da sole faticavano a nasconderle l’imbarazzo. Gaara non capiva lo strano comportamento della ragazza e ovviamente non poteva sapere la sua identità, però sentiva dentro di se di averla già incontrata prima.

- Ti ringrazio per aver recuperato queste rose per me. – disse Asami che doveva sbrigarsi ad allontanarsi da quella situazione imbarazzante. Non si era accorta fino ad allora che poteva percepire i battiti del suo cuore, riempito di emozioni intense e tristi per il ragazzo che aveva rivisto. Doveva mettere in conto quelle sensazioni perché le avrebbe provate ancora.

Gaara si era dimenticato per qualche secondo di avere ancora in mano i fiori e con molta naturalezza li riconsegnò ad Asami – Fai attenzione. Sono molto belli, ma ci vuole poco per rovinarli completamente. –

Prima che potesse mostrarsi in lacrime, Asami recuperò le rose facendo attenzione a non sfiorare la sua mano e a non guardarlo dritto negli occhi, si allontanò in fretta senza voltarsi.

Gaara non aveva domande su quella ragazza, non aveva nemmeno incrociato i suoi occhi eppure la sua presenza lo aveva reso più sereno del solito.

Temari e Kankuro gli corsero incontro per capire come mai fosse rimasto indietro e ovviamente raccontò dell’accaduto. Intanto Naruto notò i fratelli del deserto, mentre si accingeva ad entrare nel cinema e li incrociò strada facendo.

Gli sguardi di Naruto e Gaara si incontrarono subito e il rosso pareva abbastanza infastidito.

- Non so se hai saputo che nel film ci siamo anche io e Sasuke. Vorrei che non ci fossero risse tra di noi, ok? –

- Sappiamo perfettamente delle vostre apparizioni nel film, visto che tutti i giornali di Konoha ne hanno fatto pubblicità. – fece Temari.

- In effetti non voglio immaginare quanti problemi abbiate dato nella realizzazione di questo lungometraggio. – cercava di provocare Kankuro e il biondo s’irritò non poco.

- Sempre molto simpatici voi due, eh? -

- Adesso basta. – Gaara fermò la discussione tra i ragazzi e continuò – Capisco che tu ci tenga molto al tuo amico Uchiha e che sei preoccupato per lui, ma non avere timore. Non ho intenzione di dare spettacolo inutilmente. Sai come la penso su di lui, ma non mi permetterei mai di scatenare una lite per una stupidaggine e inoltre…Sasuke non è l’unica persona al mondo o perlomeno, non per quanto mi riguarda. Perciò adesso non mi interessa minimamente. –

Naruto si voltò da un’altra parte e procedette spedito ad avviarsi nel cinema entrando da una delle porte laterali perché non voleva rivedere quei tre.

Nel prendere posto Temari fece caso a Shikamaru e anche lui le sorrise – E’ la prima volta che guardate un film al cinema? –

- Si, ho notato che queste sedie morbide sono proprio comode. –

- Già, immagino che siederai con i tuoi fratelli. –

- Immagini bene, perché? – Temari aveva il sospetto che il ragazzo volesse sedere insieme a lei, ma non poteva certo farglielo notare e così l’imbarazzo era arrivato sul viso di entrambi.

- Per caso hai visto Naruto? Lo stavo cercando perché mi aveva chiesto di riservargli dei posti in prima fila. – si affrettò a cambiare argomento, il ninja.

- Si, in effetti poco fa l’ho visto e non ero da sola. –

- Non mi dire che anche Gaara si è imbattuto in Naruto! Accidenti! –

- Beh, sai una cosa? Pensavo che avrei dovuto dividerli o una cosa simile. Invece quello maturo è stato proprio mio fratello. –

- Sono sollevato, comunque ultimamente lo vedo molto strano Naruto. Forse ha a che fare con il litigio tra lui e tuo fratello. –

Temari non voleva parlare di quel biondino, ma pensare che persino Shikamaru fosse preoccupato; doveva essere una cosa seria.

- Ah! Ho visto Naruto. Scusa, ma ti devo salutare perché se non lo raggiungo adesso mi sfuggirà di nuovo. Ci vediamo dopo! –

- Ok. – tirò un sospiro la ragazza. Era felice di aver parlato un po’ con lui.

Quando le luci si spensero il film cominciò, partendo da riprese mozzafiato di luoghi mai visti ad Asami, la protagonista, che riempiva lo schermo di primi piani da urlo.

Temari fissava curiosa il viso della ragazza e dava colpetti a Kankuro per chiedergli se anche a lui pareva di conoscerla. È vero che Asami era una star mondiale, ma Temari aveva la sensazione di conoscere molto bene quell’attrice al di là della sua popolarità. Forse si erano incontrate in passato e non lo ricordava, voleva delle conferme.

Il fratello a fianco poteva dire di capire ciò che provava Temari a vedere Asami, ma anche Kankuro percepiva un vuoto nella sua memoria riguardo quella ragazza.

Gaara era incantato dal volto di Asami e pensò alla ragazza che aveva incrociato prima di entrare nel cinema. Erano la stessa persona, capì al volo il rosso. Quello che sperava era di poterle parlare ancora perché i suoi occhi verdi non smettevano di ammirare gli occhi azzurro chiaro di Asami. Quelle stesse iridi e il perfetto taglio di occhi che assomigliava a quello della bambina che affollava i suoi sogni.

L’attrice dallo sguardo penetrante si sedette proprio qualche poltroncina distante dal posto di Gaara, in quel momento portava solo un berretto per non farsi riconoscere, aveva scelto appositamente quella fila di sedie per scorgere le espressioni del Kazekage. Asami poteva vedere il ragazzo solo da lontano, questo lo teneva bene a mente, ma ciò che provava per Gaara la faceva soffrire. Per quanto volesse stargli vicino, Asami doveva evitarlo. Il rosso aveva ottenuto una posizione alta nel suo villaggio e stava facendo dei passi da gigante ad avere persone in grado di accettarlo per come era, ma il merito non era di Asami. Non era suo, si ripeteva la ragazza. Qualcun altro aveva colpito il cuore di Gaara prima del suo, tuttavia per quanto odiasse Naruto e i suoi amici non poteva biasimarli, in fondo avevano fatto solo ciò che era giusto per lui. Semplicemente lei non poteva cambiare lo stato delle cose né tanto meno tornare indietro nel tempo. Mentre nel film la protagonista rivangava il suo passato, Asami scacciava il flashback della sua infanzia così da non provare nostalgia e ulteriore dolore.

Quando arrivò il turno delle scene di Naruto e Sasuke in molti scoppiarono a ridere per le loro buffe interpretazioni; Gaara trovò simpatico Naruto, ma vedendo l’affiatamento con Sasuke s’intristì. Il ragazzo voleva davvero recuperare il rapporto d’amicizia con il biondino, ma ogni volta che guardava Sasuke credeva di non avere più un posto come suo amico.

Shuichi stava cercando tra gli spalti qualcuno e senza un minimo di esitazione si affiancò a Masturi che conosceva benissimo – Sono contento che ci sia anche tu. Allora, che mi dici dei miei primi piani? Sono bello, vero? – chiese spavaldo come faceva sempre.

- Non ti stanchi mai di fare il don Giovanni? Sai come la penso. – Matsuri riconosceva la bellezza del ragazzo che conosceva da tanto tempo, ma non ne era cotta, lo vedeva semplicemente come un amico e a lui non interessava perché ci provava gusto a corteggiarla.

- Mi sento davvero triste per mia sorella, eppure non capirò mai da dove attinge tanta forza. Trova sempre il coraggio di non crollare. – tornò serio Shuichi.

- Mantenere il segreto non è facile soprattutto quando si tratta di persone che si amano, ma lei sa bene come deve agire. – anche se erano parole fredde e crudeli, Masturi sentiva di doverle dire anche se in un cinema le aveva quasi sussurrate. Se le avesse dette ad alta voce avrebbe certamente ritirato tutto perché non poteva credere davvero che un dolore così sarebbe scomparso con l’indifferenza e le bugie. In fondo Asami tratteneva da tempo dei sentimenti profondi da non poter apparire sempre razionale e incurante di non essere riconosciuta dalle persone che amava di più.

- Per quanto andrà avanti questa storia? – Shuichi era stufo di mantenere segreti.

- Fino a quando sarà necessario. – era seria, ma fiduciosa per il futuro che li aspettava.

I fili del destino si stavano allineando poco alla volta, ma la verità era ancora lontana per i tre fratelli che ignari di tutto si godevano le ultime scene del film.

Quando terminò la visione del film, la Mizukage fece ovviamente un accorgimento che si sentì per tutta la sala – Possibile che anche nella finzione ci si sposa e invece io ancora nulla! –

I bodyguard scortarono la donna fuori del cinema per tentare di calmarla.

Successivamente Shuichi e Asami furono chiamati a presentare il loro nuovo progetto, che consisteva nel girare un videoclip, sempre a Konoha, su una canzone composta per la colonna sonora del lungometraggio in questione; interpretato ovviamente dalle due celebri star.

Gaara posò lo sguardo su Asami e lei ricambiò per un po’, ma subito dopo lo spostò altrove; doveva concentrarsi su qualcos’altro e smetterla di pensare sempre a lui.

Tornata nel suo appartamento, Asami lanciò la sua giacca sopra la sedia della scrivania e si accomodò sul letto ripensando a ciò che aveva provato rivedendo i tre fratelli.

Dopo essere trascorsi tutti quegli anni i suoi sentimenti non erano cambiati; doveva odiarli, ma non ci riusciva per quanto tentasse disperatamente di cancellarli dalla sua testa e dal suo cuore.

- Non è difficile capire che sei innamorata di uno dei tre. – irruppe il fratellino minore.

- Shuichi! Insomma, quando imparerai a bussare? – incrociò gli occhi maliziosi di Shuichi che parlavano più della sua boccaccia.

- Che intendevi con innamorata di uno dei tre? – ritornò sull’argomento la sorella.

- Voglio dire che giurerei di aver visto il tuo sguardo sempre in direzione di Gaara. Non che sia geloso, ma dovresti celare i tuoi sentimenti o qualcuno potrebbe intuire che sei perdutamente cotta del Kazekage. –

- Cosa? Ok, beh, io non sono innamorata di Gaara. Ora puoi lasciarmi sola! – non credeva seriamente di provare amore per qualcuno con cui aveva legato solo da bambina, però la stessa ragazza riconosceva che c’era qualcosa di più tra di loro.

- E’ sicuramente amore. – disse piano Shuichi prima di andare via.

- Come? Non ho sentito. – era distratta Asami.

- Niente. –

La star cercò di riposarsi, dopo una giornata impegnativa sotto i riflettori, ma forse aveva bisogno di prendere un po’ d’aria e scaricare i suoi pensieri al vento che quel pomeriggio soffiava forte. Ad aspettarla fuori, tuttavia, c’era Sasuke con un bel mazzo di fiori multicolori.

- Ciao. – disse lui cercando di non mostrarsi troppo stupido e nervoso.

- Che ci fai qui? – chiese lei, ma aveva già il presentimento di ciò che il ragazzo le stava per chiedere.

- Ti ho preso questi fiori per festeggiare la prima del film e volevo anche chiederti se ti andava di uscire con me, quando sei libera. –

Asami odiava quando doveva rifiutare eventuali pretendenti e questo era certamente un caso, ma non poteva fare finta di nulla. Ogni volta che qualcuno le chiedeva di essere più di un’amica lei trovava mille scuse per non sembrare troppo snob o antipatica, ma non poteva mentire a Sasuke ora che aveva rivisto Gaara che aveva riacceso qualcosa dentro di se.

- No. Il mio cuore è già occupato da qualcun altro, quindi regala quei fiori a una donna che ti ama davvero. –

L’Uchiha rimase sconvolto e amareggiato, per una volta che provava dei sentimenti forti per una ragazza doveva rinunciare. La vide di spalle mentre si allontanava da lui con indifferenza e gli si spezzava il cuore. Forse doveva conquistarla col tempo, pensò; doveva provare a non arrendersi proprio come Naruto, così s’incamminò pensando che quella non sarebbe stata la fine.

Karin che intanto aveva ascoltato solo la confessione di Sasuke ad Asami corse da Sakura e Ino per raccontare la storia generando gelosia nelle ragazze.

Sakura, in particolare, non accettava quella situazione e credendo che la superstar avesse accettato la proposta di uscire con il suo amato Sasuke, inventò una soluzione drastica decidendo chi delle due fosse perfetta per stare accanto all’Uchiha con una sfida e la famosa attrice accettò poiché la divertiva quella competizione insulsa. Inoltre Asami non diceva mai di no ad una sfida e soprattutto cercava sempre di vincere al di là della posta in gioco.

I fiori danzavano al ritmo regolare del vento e i loro profumi si diffondevano in tutto il villaggio; arrivarono perfino a svegliare qualcuno in una clinica d’ospedale.

L’uomo alzò lentamente le palpebre dei suoi occhi che non vedevano il mondo esterno da molto tempo. Gli sembrava che fossero passati secoli dall’ultima volta in cui poteva percepire la presenza del suo corpo, provò a stringere le mani e flettere le ginocchia in un letto bianco che non era il suo. Quando finalmente i suoi occhi cominciarono ad abituarsi alla luce di quella stanza si accorse di essere in un ospedale, coperto da fili e tubi che gli spuntavano dal lenzuolo. I macchinari seguivano il pulsare del suo cuore ed emettevano dei suoni percettibilmente dolci, ma insistenti.

Le vetrate che davano all’esterno erano grandi abbastanza da poterci passare attraverso; l’uomo intuì subito che era ad un piano terra ed ebbe l’impulso di scendere da quel letto e saltare fuori per capire in quale luogo si trovava.

Balzò oltre la finestra e ciò che vide furono solo distese verdi e fiorenti. C’erano fiori dappertutto, ma gli altri pazienti adoravano passare il tempo lì, all’aria aperta, giocando tra loro o prendendosi cura della natura circostante.

Una telecamera posta all’interno della stanza che aveva abbandonato l’uomo, però, era collegata a uno dei computer di sorveglianza che possedeva il capo di quel villaggio che infatti assistette alla fuga.

Il fuggiasco che invece era ignaro di tutto cercava di trovare l’uscita da quel posto che gli appariva come un paradiso terrestre, troppo bello e perfetto per essere vero che a suo parere poteva nascondere delle insidie, ma Tooru arrivò in tempo per fermare la sua inutile evasione.

- Lei chi è? Mi faccia andare via di qui e non ne farò parola con nessuno. – l’uomo era debole, ma cercava di mostrarsi sicuro di se.

Tooru, capo del villaggio della Rosa, rise di gusto – Aspetta, prima di prendere decision affrettate. Inoltre lei mi deve la vita, Jiraya sensei. –

Jiraya era irriconoscibile dall’aspetto dimagrito e i capelli non più lunghi come una volta bensì tagliati fino alle orecchie, eppure era lui vivo e vegeto.

- Come fa a conoscere il mio nome? –

- Oh, lei è famoso ovunque. So che te lo stai chiedendo perciò, io sono il capo di questo villaggio e mi chiamo Tooru. –

- Quel Tooru? Il capo - villaggio della Rosa? – era sbalordito il ninja leggendario e anche preoccupato.

- Esatto, benvenuto nel mio villaggio, anche se in ritardo. –

- Come…come ci sono arrivato qui? L’ultima cosa che ricordo era lo scontro con i sei Pain, ma perché sono qui? – chiese con foga, ma il brontolio del suo stomaco risuonò più forte delle sue domande.

- Che ne dice se parlassimo davanti a un po’ di cibo? –

Jiraya lo guardò imbarazzato e sorpreso – È serio? –

- Certo, non scherzo mai quando si tratta di mangiare. Nella stanza ci dovrebbero essere degli abiti puliti. Quando sarà pronto io la aspetterò qui e dopo potrà pormi tutte le domande che vorrà. –

- Corro a cambiarmi, dunque. – jiraya non era certo di quella gentilezza, non era nemmeno sicuro che quello fosse il vero capo – villaggio della Rosa, ma non aveva altra scelta. Non aveva la forza di combattere perché si sentiva troppo debole e quindi decise di fidarsi.

Nello stesso momento Tsunade aveva accettato la richiesta di Gaara, Temari e Kankuro di eseguire delle analisi mediche personali, così mentre prelevava qualche campione di sangue e controllava lo stato dei loro chakra si ricordò della prima volta che incontrò i tre; più di dieci anni fa.

- Finalmente l’abbiamo trovata! – dissero euforici Temari e Kankuro spiando nel locale dove Tsunade si gustava dei piatti prelibati che le venivano portati di continuo, conversando con Shizune.

Il ninja medico appena vide i due ragazzini che si avvicinarono per esporre il loro problema li liquidò in fretta dicendo loro che era impegnata in quel momento, mentre Shizune faceva di tutto per mandarli via perché stavano disturbando il loro pranzo. Temari, però, agguerrita e testarda insistette talmente a lungo che Tsunade cedette a dedicargli un po’ del suo tempo.

Kankuro gentilmente chiese alla donna se fosse stato possibile parlare al più presto di una questione importante, ma in privato.

Dopo aver pranzato velocemente, poiché sollecitata dai due bambini, Tsunade chiese a Shizune di lasciarli soli.

- Non avete fame, bambini? – domandò cordialmente la donna.

- No, abbiamo mangiato poco prima di incontrarla. – rispose prontamente la piccola Temari.

- Ok…potrei sapere i vostri nomi? –

- Siamo fratelli, io mi chiamo Temari e lui e Kankuro abitiamo da queste parti e infatti quando abbiamo saputo che lei era in questo piccolo villaggio siamo corsi subito a trovarla. –

La ragazzina aveva certamente mentito perché il lungo viaggio che aveva intrapreso con Kankuro era una loro missione in solitaria e personale che avevano nascosto al loro stesso padre e quindi riteneva inevitabile mentire soprattutto riguardo l’essere figli del IV Kazekage, perciò i due avevano condotto tutte le ricerche da soli facendosi aiutare da persone che indicavano loro i luoghi dove era stata Tsunade; facilmente rintracciabile perché lei amava i giochi d’azzardo.

- Ma dove sono i vostri genitori? –

- I nostri genitori stanno lavorando in questo momento, ma a noi serve davvero un aiuto medico, adesso. – trovò una buona scusa Kankuro per togliersi d’impiccio.

- Perché avreste bisogno del mio aiuto? –

- Perché lei è il ninja medico più esperto che ci sia al mondo! – dissero in coro i bambini e la donna ne fu lusingata che quasi si sentiva appagata per quel complimento.

- Abbiamo bisogno che lei ci faccia delle analisi mediche. – continuò Temari.

- Cosa e per quale motivo? – era sorpresa di quella richiesta, poteva aspettarsi una curiosità sulle pratiche ninja che sapeva utilizzare per curare la gente e invece si trovava proprio davanti ad una situazione che rasentava l’assurdo.

- Credo siano dei vuoti di memoria, ma strani. –

- Spiegati meglio. –

- Ci sono ricordi di posti che non abbiamo mai visitato e a volte scompaiono all’improvviso come se ci fosse una calamita, nel nostro cervello, che li risucchiasse. – cercò di farsi capire Temari.

- E poi sono molto cupi, pezzi di memorie che ci rendono tristi senza sapere il perché. – continuò Kankuro.

- Non credo di potervi aiutare con questo tipo di problemi cerebrali, ma potrei provare a farvi lo stesso delle analisi per capire se non ci sia stato un quale trauma infantile, ma non ne avete mai parlato con i vostri genitori? –

I due si guardarono tra di loro, avevano già tentato di parlare del problema con il loro papà, ma ovviamente li aveva ignorati e depistati con altri discorsi.

- Non ne abbiamo mai parlato perché abbiamo il timore di farli preoccupare, perciò abbiamo agito di nascosto. – mentirono, ma non potevano fare altro e aspettarono la tanto sperata risposta positiva da parte del ninja medico mostrando anche delle monete d’oro grazie alle quali avrebbero pagato la donna.

Tsunade era incerta se aiutare quei ragazzini, era quasi sicura che le stavano nascondendo qualcosa soprattutto quando le avevano consegnato un sacchetto di svariate monete d’oro; eppure non riuscì a dire di no a quei due che avevano uno sguardo tanto serio quanto compassionevole. La donna pertanto si fece aiutare dai medici di una clinica di quelle parti e cominciò a visitare Temari e Kankuro.

Al villaggio della Sabbia il Kazekage venne raggiunto di corsa da un ninja al suo servizio che piuttosto agitato gli annunciò la brutta notizia che Temari e Kankuro erano spariti.

- Da quanto tempo? – volle sapere il padre dei due.

- Non si sa. Forse da ore. –

- No, conoscendoli potrebbero essere scomparsi da giorni. Possibile che nessuno li abbia visti? – il Kazekage si accorse solo in quel momento che non vedeva i suoi ragazzi da una settimana a causa di una missione importante e le pratiche da sbrigare.

- L’ultima volta erano in biblioteca, qualche giorno fa. –

- Di sicuro stavano cercando qualcosa. – rimuginò il IV Kazekage – Trova una squadra e andate a cercarli fuori dal paese io vi raggiungerò appena possibile e un altro gruppo setacciasse nuovamente il villaggio. –

Dopo aver impartito gli ordini necessari, il Kazekage si recò immediatamente in biblioteca per scoprire qualche indizio utile per trovarli in fretta.

La donna che lavorava lì riferì che i due bambini stavano cercando i migliori medici che esistevano e avevano trovato particolare interesse per una donna, la migliore in campo medico, chiamata Tsunade.

A sentire quel nome, fu terrorizzato dalla sola idea che i due avessero trovato il ninja medico perché aveva certamente intuito le loro intenzioni e doveva arrivare in tempo prima che Temari e Kankuro potessero scoprire la verità.

Mentre si accingeva a uscire da Suna vide Gaara che ammirava il cielo sopra il terrazzo di un’abitazione.

- Tu sai dove sono andati Temari e Kankuro? –

Gaara lo guardò indifferente e poi rispose di no, però, era curioso di come sarebbe finita la faccenda. Conosceva le intenzioni dei suoi fratelli, ma non volle impicciarsi nei loro piani, in fondo a lui non importava ciò che combinavano in segreto.

Il padre non insistette e andò via seguito dallo sguardo attento di Gaara che non sapeva se andare insieme a spiare la situazione oppure infischiarsene. Alla fine optò di seguirlo.

A fine analisi, Tsunade controllò personalmente i risultati e scoprì che i sospetti negativi avuti durante i controlli medici erano fondati. Da quello che emerse il ninja ipotizzò che qualcuno avesse tolto in loro dei ricordi forzatamente, tramite una tecnica ninja proibita e rara. Mentre rileggeva ancora quei pezzi di carta, la donna fu raggiunta e circondata da molti uomini vestiti con abiti pesanti e coperti in volto che misero in allarme Tsunade.

- Cosa volete? State forse cercando guai? –

Sopraggiunse di lì a poco il IV Kazekage – Lei è la famosa ninja medico Tsunade, vero? –

- Che cosa volete da me? –

- I miei figli. Ditemi dove sono. –

- Mi faccia capire, lei crede che io abbia i vostri figli? Dunque quei due ragazzini che sono venuti da me oggi sono vostri? –

- Già, sono stati davvero in gamba a trovarvi. Ora, però, sono tornato a riprendermeli. Sono scappati di casa a causa vostra e non mi perdonerei mai se capitasse qualcosa di male ai miei figli. –

- Certo, posso capirlo, ma voi chi siete? A me sembra che mi stiate minacciando e con quale diritto? –

- Moderate i termini, state parlando con il nobile IV Kazekage. – s’intromise una delle scorte del Kage.

Tsunade si stupì non poco di quella rivelazione, quello significava che i due bambini erano i figli dell’attuale Kazekage e che ovviamente le avevano mentito per tutto il tempo, inoltre si domandava perché lo avessero fatto.

- Non capisco perché i suoi figli siano venuti spontaneamente da me senza il vostro consenso o forse la ragione è perché non si fidano di lei. Non crede? –

- Lo so questo, ma lei non si deve intromettere in questioni che non la riguardano. Si tratta di segreti pericolosi che nessuno deve conoscere o scoppierebbe l’inferno. Datemi anche quelle analisi, se andassero in mani sbagliate non potrei perdonarmelo, ma immagino che lei le abbia lette. –

- Infatti e le darò queste analisi, ma spiegatemi la perdita di memoria parziale dei ragazzini. Cosa c’è sotto? –

- MI creda, è meglio che lei non conosca altro. I ricordi torneranno è solo questione di tempo, non si deve preoccupare di ciò e quando tutto verrà svelato cambierà ogni cosa di questo marcio mondo. –

Tsunade non proferì altre parole e lasciò andare il Kazekage a recuperare i suoi figli alla clinica, le dispiaceva di non poter riferire nulla ai due che avevano fatto tanta strada per trovarla e senza avere risposte. Forse, pensò, che un giorno avrebbe potuto confessare ogni cosa a Temari e Kankuro personalmente.

Gaara vide in tempo Tsunade, non era riuscito ad ascoltare il discorso tra lei e il padre, che la guardò con uno sguardo vuoto e spento mentre gli altri due s’incamminavano con il loro papà sfiduciati e tristi per non aver ottenuto le risposte che cercavano.

Anche quando si rincontrarono Tsunade mantenne il silenzio sulla faccenda, ma solo perché i due fratelli avevano messo una pietra sopra quella fatidica questione in quanto non avevano più avuto problemi di memoria e anche per non rivangare il passato.

Jiraya sospettava un legame tra lei e quei ragazzi infatti fu proprio Tsunade, scoperta in fallo, a chiedere all’amico di indagare maggiormente su di loro e in particolare sulla famiglia di cui si sapeva davvero poco.

Dopo qualche ricerca in segreto al villaggio della Sabbia Jiraya era arrivato a scoprire qualcosa sulla madre dei tre, ovvero la possibilità che lei non fosse nata al villaggio della Sabbia. Sui certificati che il ninja aveva spulciato vi era sempre un luogo che compariva tra le righe, il villaggio della Rosa. Quel villaggio indipendente che per ignote ragioni era piuttosto legato al quarto Kazekage. Questo fatto che la moglie del Kazekage non apparteneva originariamente a Suna lo incuriosiva, c’era una sorta di segreto che in molte carte istituzionali era ben celato, in più il Kazekage era quello più sospetto perché nemmeno lui era nato al villaggio della Sabbia. Il foglio in questione apparteneva ai documenti dell’ormai defunto terzo Kazekage e il luogo di nascita era sbarrato, inesistente, vi era solo il nome del padre dei tre fratelli che all’età di otto anni era già stato candidato come futuro quarto Kazekage.

Ecco perché Jiraya fu sorpreso di essere accolto dal capo del villaggio della Rosa dove lui aveva già provato a insediarsi, ma non aveva trovato tracce di informazioni utili per la sua ricerca. Le scarse informazioni, più la preoccupazione dell’Akatsuki, lo fecero desistere nel continuare le ricerche sulla famiglia del quarto Kazekage, ma il pensiero di essere tornato al villaggio della Rosa gli fece tornare alla mente quei segreti di cui voleva saperne il contenuto, la verità e poi andare da Tsunade e riferire tutto quanto. Quello, però, che lo tormentava mentre indossava dei vestiti un po’ scomodi, per lui, era quanto tempo fosse rimasto in quel letto d’ospedale e cos’era successo con l’Akatsuki mentre lui era privo di coscienza.

Tooru gli spiegò che il ninja fu salvato perché veniva sempre pedinato dai suoi uomini da quando lo avevano sorpreso, a insaputa di Jiraya, rovistare tra i documenti segreti e personali del capo – villaggio.

Le spie avevano il preciso compito di tenere in vita e sotto controllo il ninja leggendario perché sapeva perfettamente che aveva scoperto qualche segreto che non doveva in alcun modo conoscere e che poteva andare in mani sbagliate.

Con tutta la calma che riusciva a trovare Jiraya cercò di carpire qualcosa in più, ma ovviamente senza alcun risultato concreto poiché Tooru era molto astuto e intelligente.

- Come fate a sapere che io ho cercato di rubare dei segreti intoccabili? –

- A Suna ho piazzato alcuni uomini che sorvegliano delle informazioni pericolose per chiunque. –

- Allora perché non sono stato attaccato dalle vostre spie? Potevate fermarmi o forse ero troppo forte per loro? –

- Niente del genere, le informazioni più segrete sono state conservate con cura e voi, Jiraya, non ne siete a conoscenza fortunatamente. –

- Si tratta forse di segreti compromettenti sul quarto Kazekage? Perché tenere segreto qualcosa che non ha più senso nascondere, il quarto Kazekage è morto. Forse temete che qualche segreto possa danneggiare il villaggio della Sabbia o i figli stessi? –

Al sentire pronunciare i figli del quarto Kazekage, Tooru si agitò per poco e Jiraya colse quel particolare. Era troppo curioso, questa fatica di nascondere delle informazioni troppo pericolose lo intrigava e allo stesso tempo ne provava paura.

- Non posso rivelare nulla, anzi sai già fin troppo. Non mi aspettavo che avessi tanta curiosità verso delle persone che ormai non ci sono più. –

- In realtà il problema si pone sulla discendenza. Gaara e i suoi fratelli sono davvero in gamba, ma sapere che anche a loro vengono nascosti dei segreti… - non riuscì a terminare la frase.

- Dei segreti più grandi di loro e non devono conoscerli, almeno per ora. – Tooru sembrava un disco rotto, ma era il suo dovere proteggere ciò che non si poteva rivelare.

- Ok, allora…cosa mi sono perso, per tutto il tempo che ero in coma? –

- Sarà passato circa un anno e ovviamente per non destare sospetti sul nostro villaggio, di come ti spiavamo, nessuno sa che sei ancora vivo. In realtà le possibilità che tu ti saresti potuto svegliare erano minime, ma oggi non ha importanza. La guerra contro l’Akatsuki è andata bene, i tuoi amici hanno vinto. Puoi stare tranquillo su questo. –

- Quindi per tutti coloro che mi conoscono io sarei morto? – era incredulo e triste Jiraya che voleva tanto ritornare al suo villaggio per dare la buona notizia.

- Esatto. –

- E ovviamente non mi lascerete andare via da questo villaggio, dico bene? –

- Non proprio. Se vuoi tornare a Konoha puoi farlo, ma non dovrai accennare il nostro coinvolgimento. –

Tornare dalle persone che amava era il suo desiderio primario, ma il ninja aveva una missione più importante che non poteva lasciare al caso, cioè trovare indizi sui segreti che, a quanto aveva intuito di capire, erano qualcosa di cui fare molta attenzione perché risultavano essere dei problemi giganteschi.

- Sapete, vorrei davvero tornare a casa, ma sono troppo curioso di sapere cosa state nascondendo di così grosso. –

- Ogni cosa ha il suo tempo e qui le regole le decido io. Non mi piace essere antipatico o troppo autoritario, ma sono soprattutto una persona sincera quindi ti dirò una cosa. Se tu lavorerai per me, ti dirò ogni cosa. Ovviamente aspetterò che tu ti ristabilisca al meglio. –

- Con lavorare intendi ottenere informazioni o missioni? –

- Si, missioni rischiose che hanno a che fare con i segreti che non posso ancora rivelare. –

Jiraya rifletté prima di dare una risposta e, seppur molto in fretta, accettò – Ne vale davvero la pena mantenere segreto quello che sta nascondendo? –

- Mi creda, quando lei verrà a sapere ogni cosa mi darà ragione riguardo al fatto che non ci si debba intromettere in questa questione. Comunque, siamo arrivati! –

Tooru aveva portato Jiraya ad una sfida di dolci. Chi ne mangiava di più avrebbe vinto una provvista di dolci per due mesi.

- Questo sarebbe il posto dove avevate intenzione di farmi abbuffare di cibo? – chiese il ninja che non sapeva più che dire. Ancora una volta in quella giornata era rimasto sbalordito dalle situazioni assurde in cui si trovava.

- Tranquillo, non devi per forza ingozzarti e vincere, ma almeno mangi a sazietà e gratis! Tu non credi che sia fantastico? Per me tutto questo è normale, partecipo ogni volta che posso a questi eventi. – era entusiasta Tooru che contagiò anche Jiraya e quasi lo distolse dalle varie preoccupazioni. Quello di cui aveva bisogno il ninja, in quel momento, era mangiare e in quello strano paradiso chiamato villaggio della Rosa poteva affermare con certezza che le sorprese non sarebbero finite lì.







ANGOLO AUTRICE: Scusate per l’enorme assenza, ma sono tornata con un capitolo ricco di rivelazioni anche se ancora per ora molto frammentate. Spero che vi sia piaciuto il capitolo e che non vi abbia tediato, come avete notato ho resuscitato un personaggio che era morto nella serie originale. In questa mia fanfiction, però, Jiraya ha avuto una parte importante ed era un mio desiderio inserirlo, in vita, nella mia storia. Spero vi sia piaciuta l’idea. Non so quando riuscirò a scrivere il prossimo capitolo, forse a breve, ma non vi assicuro nulla. Grazie a tutti coloro che leggono la fanfiction e che mi seguono :). Un abbraccio e alla prossima!
   
 
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