Cap. 5 – Segreti intoccabili
La sala del cinema era pronta per ospitare i pochi e selezionati
spettatori che avrebbero avuto la fortuna di assistere, in anteprima, al nuovo
film interpretato dalle due celebri star Asami e Shuichi del villaggio della
Rosa. Gli invitati speciali, ovvero i cinque Kage dei cinque grandi paesi
ninja, erano arrivati a Konoha accompagnati dalle loro rispettive guardie del
corpo e Tsunade li faceva da guida verso il cinema.
Durante il tragitto, tuttavia, Gaara si fermò ad osservare un negozio
pieno di fiori e le margherite erano in bella mostra quasi a suscitare in lui
il ricordo di quel sogno ricorrente dove la bambina dai capelli d’oro, che lo
tormentava da giorni, si presentava circondata dagli stessi fiori. Il rosso
perciò si staccò dal gruppo e indisturbato si avvicinò alle margherite per
osservarle più da vicino, erano davvero molto curate e si complimentò con il
gestore del negozio, ma una voce a pochi passi da lui lo costrinse a girarsi.
Un intero mazzo di rose rosse volarono disordinate nell’aria e Gaara
prontamente le raccolse una ad una con la sua sabbia di scorta, ritrovandosi in
mano delle rose. La proprietaria di quel mazzo di fiori era proprio Asami che
riconoscendo il ragazzo da lontano aveva perso l’equilibrio e anche quelle rose
regalatele da un fan.
Asami era talmente rossa in volto che anche gli occhiali da sole
faticavano a nasconderle l’imbarazzo. Gaara non capiva lo strano comportamento
della ragazza e ovviamente non poteva sapere la sua identità, però sentiva
dentro di se di averla già incontrata prima.
- Ti ringrazio per aver recuperato queste rose per me. – disse Asami che
doveva sbrigarsi ad allontanarsi da quella situazione imbarazzante. Non si era
accorta fino ad allora che poteva percepire i battiti del suo cuore, riempito
di emozioni intense e tristi per il ragazzo che aveva rivisto. Doveva mettere
in conto quelle sensazioni perché le avrebbe provate ancora.
Gaara si era dimenticato per qualche secondo di avere ancora in mano i
fiori e con molta naturalezza li riconsegnò ad Asami – Fai attenzione. Sono
molto belli, ma ci vuole poco per rovinarli completamente. –
Prima che potesse mostrarsi in lacrime, Asami recuperò le rose facendo
attenzione a non sfiorare la sua mano e a non guardarlo dritto negli occhi, si
allontanò in fretta senza voltarsi.
Gaara non aveva domande su quella ragazza, non aveva nemmeno incrociato
i suoi occhi eppure la sua presenza lo aveva reso più sereno del solito.
Temari e Kankuro gli corsero incontro per capire come mai fosse rimasto
indietro e ovviamente raccontò dell’accaduto. Intanto Naruto notò i fratelli
del deserto, mentre si accingeva ad entrare nel cinema e li incrociò strada
facendo.
Gli sguardi di Naruto e Gaara si incontrarono subito e il rosso pareva
abbastanza infastidito.
- Non so se hai saputo che nel film ci siamo anche io e Sasuke. Vorrei
che non ci fossero risse tra di noi, ok? –
- Sappiamo perfettamente delle vostre apparizioni nel film, visto che
tutti i giornali di Konoha ne hanno fatto pubblicità. – fece Temari.
- In effetti non voglio immaginare quanti problemi abbiate dato nella
realizzazione di questo lungometraggio. – cercava di provocare Kankuro e il
biondo s’irritò non poco.
- Sempre molto simpatici voi due, eh? -
- Adesso basta. – Gaara fermò la discussione tra i ragazzi e continuò –
Capisco che tu ci tenga molto al tuo amico Uchiha e che sei preoccupato per
lui, ma non avere timore. Non ho intenzione di dare spettacolo inutilmente. Sai
come la penso su di lui, ma non mi permetterei mai di scatenare una lite per
una stupidaggine e inoltre…Sasuke non è l’unica persona al mondo o perlomeno,
non per quanto mi riguarda. Perciò adesso non mi interessa minimamente. –
Naruto si voltò da un’altra parte e procedette spedito ad avviarsi nel
cinema entrando da una delle porte laterali perché non voleva rivedere quei
tre.
Nel prendere posto Temari fece caso a Shikamaru e anche lui le sorrise –
E’ la prima volta che guardate un film al cinema? –
- Si, ho notato che queste sedie morbide sono proprio comode. –
- Già, immagino che siederai con i tuoi fratelli. –
- Immagini bene, perché? – Temari aveva il sospetto che il ragazzo volesse
sedere insieme a lei, ma non poteva certo farglielo notare e così l’imbarazzo
era arrivato sul viso di entrambi.
- Per caso hai visto Naruto? Lo stavo cercando perché mi aveva chiesto
di riservargli dei posti in prima fila. – si affrettò a cambiare argomento, il
ninja.
- Si, in effetti poco fa l’ho visto e non ero da sola. –
- Non mi dire che anche Gaara si è imbattuto in Naruto! Accidenti! –
- Beh, sai una cosa? Pensavo che avrei dovuto dividerli o una cosa
simile. Invece quello maturo è stato proprio mio fratello. –
- Sono sollevato, comunque ultimamente lo vedo molto strano Naruto.
Forse ha a che fare con il litigio tra lui e tuo fratello. –
Temari non voleva parlare di quel biondino, ma pensare che persino Shikamaru
fosse preoccupato; doveva essere una cosa seria.
- Ah! Ho visto Naruto. Scusa, ma ti devo salutare perché se non lo raggiungo
adesso mi sfuggirà di nuovo. Ci vediamo dopo! –
- Ok. – tirò un sospiro la ragazza. Era felice di aver parlato un po’
con lui.
Quando le luci si spensero il film cominciò, partendo da riprese mozzafiato
di luoghi mai visti ad Asami, la protagonista, che riempiva lo schermo di primi
piani da urlo.
Temari fissava curiosa il viso della ragazza e dava colpetti a Kankuro
per chiedergli se anche a lui pareva di conoscerla. È vero che Asami era una
star mondiale, ma Temari aveva la sensazione di conoscere molto bene
quell’attrice al di là della sua popolarità. Forse si erano incontrate in
passato e non lo ricordava, voleva delle conferme.
Il fratello a fianco poteva dire di capire ciò che provava Temari a
vedere Asami, ma anche Kankuro percepiva un vuoto nella sua memoria riguardo
quella ragazza.
Gaara era incantato dal volto di Asami e pensò alla ragazza che aveva
incrociato prima di entrare nel cinema. Erano la stessa persona, capì al volo
il rosso. Quello che sperava era di poterle parlare ancora perché i suoi occhi
verdi non smettevano di ammirare gli occhi azzurro chiaro di Asami. Quelle
stesse iridi e il perfetto taglio di occhi che assomigliava a quello della
bambina che affollava i suoi sogni.
L’attrice dallo sguardo penetrante si sedette proprio qualche
poltroncina distante dal posto di Gaara, in quel momento portava solo un berretto
per non farsi riconoscere, aveva scelto appositamente quella fila di sedie per
scorgere le espressioni del Kazekage. Asami poteva vedere il ragazzo solo da
lontano, questo lo teneva bene a mente, ma ciò che provava per Gaara la faceva
soffrire. Per quanto volesse stargli vicino, Asami doveva evitarlo. Il rosso
aveva ottenuto una posizione alta nel suo villaggio e stava facendo dei passi
da gigante ad avere persone in grado di accettarlo per come era, ma il merito
non era di Asami. Non era suo, si ripeteva la ragazza. Qualcun altro aveva
colpito il cuore di Gaara prima del suo, tuttavia per quanto odiasse Naruto e i
suoi amici non poteva biasimarli, in fondo avevano fatto solo ciò che era
giusto per lui. Semplicemente lei non poteva cambiare lo stato delle cose né
tanto meno tornare indietro nel tempo. Mentre nel film la protagonista
rivangava il suo passato, Asami scacciava il flashback della sua infanzia così
da non provare nostalgia e ulteriore dolore.
Quando arrivò il turno delle scene di Naruto e Sasuke in molti
scoppiarono a ridere per le loro buffe interpretazioni; Gaara trovò simpatico
Naruto, ma vedendo l’affiatamento con Sasuke s’intristì. Il ragazzo voleva
davvero recuperare il rapporto d’amicizia con il biondino, ma ogni volta che
guardava Sasuke credeva di non avere più un posto come suo amico.
Shuichi stava cercando tra gli spalti qualcuno e senza un minimo di
esitazione si affiancò a Masturi che conosceva benissimo – Sono contento che ci
sia anche tu. Allora, che mi dici dei miei primi piani? Sono bello, vero? –
chiese spavaldo come faceva sempre.
- Non ti stanchi mai di fare il don Giovanni? Sai come la penso. –
Matsuri riconosceva la bellezza del ragazzo che conosceva da tanto tempo, ma
non ne era cotta, lo vedeva semplicemente come un amico e a lui non interessava
perché ci provava gusto a corteggiarla.
- Mi sento davvero triste per mia sorella, eppure non capirò mai da dove
attinge tanta forza. Trova sempre il coraggio di non crollare. – tornò serio
Shuichi.
- Mantenere il segreto non è facile soprattutto quando si tratta di
persone che si amano, ma lei sa bene come deve agire. – anche se erano parole
fredde e crudeli, Masturi sentiva di doverle dire anche se in un cinema le
aveva quasi sussurrate. Se le avesse dette ad alta voce avrebbe certamente
ritirato tutto perché non poteva credere davvero che un dolore così sarebbe
scomparso con l’indifferenza e le bugie. In fondo Asami tratteneva da tempo dei
sentimenti profondi da non poter apparire sempre razionale e incurante di non
essere riconosciuta dalle persone che amava di più.
- Per quanto andrà avanti questa storia? – Shuichi era stufo di
mantenere segreti.
- Fino a quando sarà necessario. – era seria, ma fiduciosa per il futuro
che li aspettava.
I fili del destino si stavano allineando poco alla volta, ma la verità
era ancora lontana per i tre fratelli che ignari di tutto si godevano le ultime
scene del film.
Quando terminò la visione del film, la Mizukage fece ovviamente un
accorgimento che si sentì per tutta la sala – Possibile che anche nella
finzione ci si sposa e invece io ancora nulla! –
I bodyguard scortarono la donna fuori del cinema per tentare di
calmarla.
Successivamente Shuichi e Asami furono chiamati a presentare il loro
nuovo progetto, che consisteva nel girare un videoclip, sempre a Konoha, su una
canzone composta per la colonna sonora del lungometraggio in questione;
interpretato ovviamente dalle due celebri star.
Gaara posò lo sguardo su Asami e lei ricambiò per un po’, ma subito dopo
lo spostò altrove; doveva concentrarsi su qualcos’altro e smetterla di pensare
sempre a lui.
Tornata nel suo appartamento, Asami lanciò la sua giacca sopra la sedia
della scrivania e si accomodò sul letto ripensando a ciò che aveva provato
rivedendo i tre fratelli.
Dopo essere trascorsi tutti quegli anni i suoi sentimenti non erano
cambiati; doveva odiarli, ma non ci riusciva per quanto tentasse disperatamente
di cancellarli dalla sua testa e dal suo cuore.
- Non è difficile capire che sei innamorata di uno dei tre. – irruppe il
fratellino minore.
- Shuichi! Insomma, quando imparerai a bussare? – incrociò gli occhi
maliziosi di Shuichi che parlavano più della sua boccaccia.
- Che intendevi con innamorata di uno dei tre? – ritornò sull’argomento
la sorella.
- Voglio dire che giurerei di aver visto il tuo sguardo sempre in direzione
di Gaara. Non che sia geloso, ma dovresti celare i tuoi sentimenti o qualcuno
potrebbe intuire che sei perdutamente cotta del Kazekage. –
- Cosa? Ok, beh, io non sono innamorata di Gaara. Ora puoi lasciarmi
sola! – non credeva seriamente di provare amore per qualcuno con cui aveva
legato solo da bambina, però la stessa ragazza riconosceva che c’era qualcosa
di più tra di loro.
- E’ sicuramente amore. – disse piano Shuichi prima di andare via.
- Come? Non ho sentito. – era distratta Asami.
- Niente. –
La star cercò di riposarsi, dopo una giornata impegnativa sotto i
riflettori, ma forse aveva bisogno di prendere un po’ d’aria e scaricare i suoi
pensieri al vento che quel pomeriggio soffiava forte. Ad aspettarla fuori,
tuttavia, c’era Sasuke con un bel mazzo di fiori multicolori.
- Ciao. – disse lui cercando di non mostrarsi troppo stupido e nervoso.
- Che ci fai qui? – chiese lei, ma aveva già il presentimento di ciò che
il ragazzo le stava per chiedere.
- Ti ho preso questi fiori per festeggiare la prima del film e volevo
anche chiederti se ti andava di uscire con me, quando sei libera. –
Asami odiava quando doveva rifiutare eventuali pretendenti e questo era
certamente un caso, ma non poteva fare finta di nulla. Ogni volta che qualcuno
le chiedeva di essere più di un’amica lei trovava mille scuse per non sembrare
troppo snob o antipatica, ma non poteva mentire a Sasuke ora che aveva rivisto
Gaara che aveva riacceso qualcosa dentro di se.
- No. Il mio cuore è già occupato da qualcun altro, quindi regala quei
fiori a una donna che ti ama davvero. –
L’Uchiha rimase sconvolto e amareggiato, per una volta che provava dei
sentimenti forti per una ragazza doveva rinunciare. La vide di spalle mentre si
allontanava da lui con indifferenza e gli si spezzava il cuore. Forse doveva
conquistarla col tempo, pensò; doveva provare a non arrendersi proprio come
Naruto, così s’incamminò pensando che quella non sarebbe stata la fine.
Karin che intanto aveva ascoltato solo la confessione di Sasuke ad Asami
corse da Sakura e Ino per raccontare la storia generando gelosia nelle ragazze.
Sakura, in particolare, non accettava quella situazione e credendo che
la superstar avesse accettato la proposta di uscire con il suo amato Sasuke,
inventò una soluzione drastica decidendo chi delle due fosse perfetta per stare
accanto all’Uchiha con una sfida e la famosa attrice accettò poiché la
divertiva quella competizione insulsa. Inoltre Asami non diceva mai di no ad
una sfida e soprattutto cercava sempre di vincere al di là della posta in
gioco.
I fiori danzavano al ritmo regolare del vento e i loro profumi si
diffondevano in tutto il villaggio; arrivarono perfino a svegliare qualcuno in
una clinica d’ospedale.
L’uomo alzò lentamente le palpebre dei suoi occhi che non vedevano il
mondo esterno da molto tempo. Gli sembrava che fossero passati secoli
dall’ultima volta in cui poteva percepire la presenza del suo corpo, provò a
stringere le mani e flettere le ginocchia in un letto bianco che non era il
suo. Quando finalmente i suoi occhi cominciarono ad abituarsi alla luce di
quella stanza si accorse di essere in un ospedale, coperto da fili e tubi che
gli spuntavano dal lenzuolo. I macchinari seguivano il pulsare del suo cuore ed
emettevano dei suoni percettibilmente dolci, ma insistenti.
Le vetrate che davano all’esterno erano grandi abbastanza da poterci
passare attraverso; l’uomo intuì subito che era ad un piano terra ed ebbe
l’impulso di scendere da quel letto e saltare fuori per capire in quale luogo
si trovava.
Balzò oltre la finestra e ciò che vide furono solo distese verdi e
fiorenti. C’erano fiori dappertutto, ma gli altri pazienti adoravano passare il
tempo lì, all’aria aperta, giocando tra loro o prendendosi cura della natura
circostante.
Una telecamera posta all’interno della stanza che aveva abbandonato
l’uomo, però, era collegata a uno dei computer di sorveglianza che possedeva il
capo di quel villaggio che infatti assistette alla fuga.
Il fuggiasco che invece era ignaro di tutto cercava di trovare l’uscita
da quel posto che gli appariva come un paradiso terrestre, troppo bello e
perfetto per essere vero che a suo parere poteva nascondere delle insidie, ma Tooru
arrivò in tempo per fermare la sua inutile evasione.
- Lei chi è? Mi faccia andare via di qui e non ne farò parola con
nessuno. – l’uomo era debole, ma cercava di mostrarsi sicuro di se.
Tooru, capo del villaggio della Rosa, rise di gusto – Aspetta, prima di prendere
decision affrettate. Inoltre lei mi deve la vita, Jiraya sensei. –
Jiraya era irriconoscibile dall’aspetto dimagrito e i capelli non più
lunghi come una volta bensì tagliati fino alle orecchie, eppure era lui vivo e
vegeto.
- Come fa a conoscere il mio nome? –
- Oh, lei è famoso ovunque. So che te lo stai chiedendo perciò, io sono
il capo di questo villaggio e mi chiamo Tooru. –
- Quel Tooru? Il capo - villaggio della Rosa? – era sbalordito il ninja
leggendario e anche preoccupato.
- Esatto, benvenuto nel mio villaggio, anche se in ritardo. –
- Come…come ci sono arrivato qui? L’ultima cosa che ricordo era lo
scontro con i sei Pain, ma perché sono qui? – chiese con foga, ma il brontolio
del suo stomaco risuonò più forte delle sue domande.
- Che ne dice se parlassimo davanti a un po’ di cibo? –
Jiraya lo guardò imbarazzato e sorpreso – È serio? –
- Certo, non scherzo mai quando si tratta di mangiare. Nella stanza ci
dovrebbero essere degli abiti puliti. Quando sarà pronto io la aspetterò qui e
dopo potrà pormi tutte le domande che vorrà. –
- Corro a cambiarmi, dunque. – jiraya non era certo di quella
gentilezza, non era nemmeno sicuro che quello fosse il vero capo – villaggio
della Rosa, ma non aveva altra scelta. Non aveva la forza di combattere perché
si sentiva troppo debole e quindi decise di fidarsi.
Nello stesso momento Tsunade aveva accettato la richiesta di Gaara,
Temari e Kankuro di eseguire delle analisi mediche personali, così mentre
prelevava qualche campione di sangue e controllava lo stato dei loro chakra si
ricordò della prima volta che incontrò i tre; più di dieci anni fa.
- Finalmente
l’abbiamo trovata! – dissero euforici Temari e Kankuro spiando nel locale dove
Tsunade si gustava dei piatti prelibati che le venivano portati di continuo,
conversando con Shizune.
Il ninja medico
appena vide i due ragazzini che si avvicinarono per esporre il loro problema li
liquidò in fretta dicendo loro che era impegnata in quel momento, mentre
Shizune faceva di tutto per mandarli via perché stavano disturbando il loro
pranzo. Temari, però, agguerrita e testarda insistette talmente a lungo che
Tsunade cedette a dedicargli un po’ del suo tempo.
Kankuro
gentilmente chiese alla donna se fosse stato possibile parlare al più presto di
una questione importante, ma in privato.
Dopo aver
pranzato velocemente, poiché sollecitata dai due bambini, Tsunade chiese a
Shizune di lasciarli soli.
- Non avete fame,
bambini? – domandò cordialmente la donna.
- No, abbiamo
mangiato poco prima di incontrarla. – rispose prontamente la piccola Temari.
- Ok…potrei sapere
i vostri nomi? –
- Siamo fratelli,
io mi chiamo Temari e lui e Kankuro abitiamo da queste parti e infatti quando
abbiamo saputo che lei era in questo piccolo villaggio siamo corsi subito a
trovarla. –
La ragazzina
aveva certamente mentito perché il lungo viaggio che aveva intrapreso con
Kankuro era una loro missione in solitaria e personale che avevano nascosto al
loro stesso padre e quindi riteneva inevitabile mentire soprattutto riguardo
l’essere figli del IV Kazekage, perciò i due avevano condotto tutte le ricerche
da soli facendosi aiutare da persone che indicavano loro i luoghi dove era
stata Tsunade; facilmente rintracciabile perché lei amava i giochi d’azzardo.
- Ma dove sono i
vostri genitori? –
- I nostri
genitori stanno lavorando in questo momento, ma a noi serve davvero un aiuto
medico, adesso. – trovò una buona scusa Kankuro per togliersi d’impiccio.
- Perché avreste
bisogno del mio aiuto? –
- Perché lei è il
ninja medico più esperto che ci sia al mondo! – dissero in coro i bambini e la
donna ne fu lusingata che quasi si sentiva appagata per quel complimento.
- Abbiamo bisogno
che lei ci faccia delle analisi mediche. – continuò Temari.
- Cosa e per
quale motivo? – era sorpresa di quella richiesta, poteva aspettarsi una
curiosità sulle pratiche ninja che sapeva utilizzare per curare la gente e
invece si trovava proprio davanti ad una situazione che rasentava l’assurdo.
- Credo siano dei
vuoti di memoria, ma strani. –
- Spiegati
meglio. –
- Ci sono ricordi
di posti che non abbiamo mai visitato e a volte scompaiono all’improvviso come
se ci fosse una calamita, nel nostro cervello, che li risucchiasse. – cercò di
farsi capire Temari.
- E poi sono
molto cupi, pezzi di memorie che ci rendono tristi senza sapere il perché. –
continuò Kankuro.
- Non credo di
potervi aiutare con questo tipo di problemi cerebrali, ma potrei provare a
farvi lo stesso delle analisi per capire se non ci sia stato un quale trauma
infantile, ma non ne avete mai parlato con i vostri genitori? –
I due si
guardarono tra di loro, avevano già tentato di parlare del problema con il loro
papà, ma ovviamente li aveva ignorati e depistati con altri discorsi.
- Non ne abbiamo
mai parlato perché abbiamo il timore di farli preoccupare, perciò abbiamo agito
di nascosto. – mentirono, ma non potevano fare altro e aspettarono la tanto
sperata risposta positiva da parte del ninja medico mostrando anche delle
monete d’oro grazie alle quali avrebbero pagato la donna.
Tsunade era
incerta se aiutare quei ragazzini, era quasi sicura che le stavano nascondendo
qualcosa soprattutto quando le avevano consegnato un sacchetto di svariate
monete d’oro; eppure non riuscì a dire di no a quei due che avevano uno sguardo
tanto serio quanto compassionevole. La donna pertanto si fece aiutare dai
medici di una clinica di quelle parti e cominciò a visitare Temari e Kankuro.
Al villaggio
della Sabbia il Kazekage venne raggiunto di corsa da un ninja al suo servizio
che piuttosto agitato gli annunciò la brutta notizia che Temari e Kankuro erano
spariti.
- Da quanto
tempo? – volle sapere il padre dei due.
- Non si sa.
Forse da ore. –
- No,
conoscendoli potrebbero essere scomparsi da giorni. Possibile che nessuno li
abbia visti? – il Kazekage si accorse solo in quel momento che non vedeva i
suoi ragazzi da una settimana a causa di una missione importante e le pratiche
da sbrigare.
- L’ultima volta
erano in biblioteca, qualche giorno fa. –
- Di sicuro
stavano cercando qualcosa. – rimuginò il IV Kazekage – Trova una squadra e
andate a cercarli fuori dal paese io vi raggiungerò appena possibile e un altro
gruppo setacciasse nuovamente il villaggio. –
Dopo aver
impartito gli ordini necessari, il Kazekage si recò immediatamente in biblioteca
per scoprire qualche indizio utile per trovarli in fretta.
La donna che
lavorava lì riferì che i due bambini stavano cercando i migliori medici che
esistevano e avevano trovato particolare interesse per una donna, la migliore
in campo medico, chiamata Tsunade.
A sentire quel
nome, fu terrorizzato dalla sola idea che i due avessero trovato il ninja
medico perché aveva certamente intuito le loro intenzioni e doveva arrivare in
tempo prima che Temari e Kankuro potessero scoprire la verità.
Mentre si accingeva
a uscire da Suna vide Gaara che ammirava il cielo sopra il terrazzo di
un’abitazione.
- Tu sai dove
sono andati Temari e Kankuro? –
Gaara lo guardò
indifferente e poi rispose di no, però, era curioso di come sarebbe finita la
faccenda. Conosceva le intenzioni dei suoi fratelli, ma non volle impicciarsi
nei loro piani, in fondo a lui non importava ciò che combinavano in segreto.
Il padre non
insistette e andò via seguito dallo sguardo attento di Gaara che non sapeva se
andare insieme a spiare la situazione oppure infischiarsene. Alla fine optò di
seguirlo.
A fine analisi,
Tsunade controllò personalmente i risultati e scoprì che i sospetti negativi
avuti durante i controlli medici erano fondati. Da quello che emerse il ninja
ipotizzò che qualcuno avesse tolto in loro dei ricordi forzatamente, tramite
una tecnica ninja proibita e rara. Mentre rileggeva ancora quei pezzi di carta,
la donna fu raggiunta e circondata da molti uomini vestiti con abiti pesanti e
coperti in volto che misero in allarme Tsunade.
- Cosa volete?
State forse cercando guai? –
Sopraggiunse di
lì a poco il IV Kazekage – Lei è la famosa ninja medico Tsunade, vero? –
- Che cosa volete
da me? –
- I miei figli.
Ditemi dove sono. –
- Mi faccia
capire, lei crede che io abbia i vostri figli? Dunque quei due ragazzini che
sono venuti da me oggi sono vostri? –
- Già, sono stati
davvero in gamba a trovarvi. Ora, però, sono tornato a riprendermeli. Sono
scappati di casa a causa vostra e non mi perdonerei mai se capitasse qualcosa
di male ai miei figli. –
- Certo, posso
capirlo, ma voi chi siete? A me sembra che mi stiate minacciando e con quale
diritto? –
- Moderate i
termini, state parlando con il nobile IV Kazekage. – s’intromise una delle
scorte del Kage.
Tsunade si stupì
non poco di quella rivelazione, quello significava che i due bambini erano i
figli dell’attuale Kazekage e che ovviamente le avevano mentito per tutto il
tempo, inoltre si domandava perché lo avessero fatto.
- Non capisco
perché i suoi figli siano venuti spontaneamente da me senza il vostro consenso
o forse la ragione è perché non si fidano di lei. Non crede? –
- Lo so questo,
ma lei non si deve intromettere in questioni che non la riguardano. Si tratta
di segreti pericolosi che nessuno deve conoscere o scoppierebbe l’inferno.
Datemi anche quelle analisi, se andassero in mani sbagliate non potrei
perdonarmelo, ma immagino che lei le abbia lette. –
- Infatti e le
darò queste analisi, ma spiegatemi la perdita di memoria parziale dei
ragazzini. Cosa c’è sotto? –
- MI creda, è
meglio che lei non conosca altro. I ricordi torneranno è solo questione di
tempo, non si deve preoccupare di ciò e quando tutto verrà svelato cambierà
ogni cosa di questo marcio mondo. –
Tsunade non
proferì altre parole e lasciò andare il Kazekage a recuperare i suoi figli alla
clinica, le dispiaceva di non poter riferire nulla ai due che avevano fatto
tanta strada per trovarla e senza avere risposte. Forse, pensò, che un giorno
avrebbe potuto confessare ogni cosa a Temari e Kankuro personalmente.
Gaara vide in
tempo Tsunade, non era riuscito ad ascoltare il discorso tra lei e il padre,
che la guardò con uno sguardo vuoto e spento mentre gli altri due
s’incamminavano con il loro papà sfiduciati e tristi per non aver ottenuto le
risposte che cercavano.
Anche quando si
rincontrarono Tsunade mantenne il silenzio sulla faccenda, ma solo perché i due
fratelli avevano messo una pietra sopra quella fatidica questione in quanto non
avevano più avuto problemi di memoria e anche per non rivangare il passato.
Jiraya sospettava un legame tra lei e quei ragazzi infatti fu proprio
Tsunade, scoperta in fallo, a chiedere all’amico di indagare maggiormente su di
loro e in particolare sulla famiglia di cui si sapeva davvero poco.
Dopo qualche ricerca in segreto al villaggio della Sabbia Jiraya era
arrivato a scoprire qualcosa sulla madre dei tre, ovvero la possibilità che lei
non fosse nata al villaggio della Sabbia. Sui certificati che il ninja aveva
spulciato vi era sempre un luogo che compariva tra le righe, il villaggio della
Rosa. Quel villaggio indipendente che per ignote ragioni era piuttosto legato
al quarto Kazekage. Questo fatto che la moglie del Kazekage non apparteneva
originariamente a Suna lo incuriosiva, c’era una sorta di segreto che in molte
carte istituzionali era ben celato, in più il Kazekage era quello più sospetto
perché nemmeno lui era nato al villaggio della Sabbia. Il foglio in questione
apparteneva ai documenti dell’ormai defunto terzo Kazekage e il luogo di
nascita era sbarrato, inesistente, vi era solo il nome del padre dei tre
fratelli che all’età di otto anni era già stato candidato come futuro quarto
Kazekage.
Ecco perché Jiraya fu sorpreso di essere accolto dal capo del villaggio
della Rosa dove lui aveva già provato a insediarsi, ma non aveva trovato tracce
di informazioni utili per la sua ricerca. Le scarse informazioni, più la
preoccupazione dell’Akatsuki, lo fecero desistere nel continuare le ricerche
sulla famiglia del quarto Kazekage, ma il pensiero di essere tornato al
villaggio della Rosa gli fece tornare alla mente quei segreti di cui voleva
saperne il contenuto, la verità e poi andare da Tsunade e riferire tutto
quanto. Quello, però, che lo tormentava mentre indossava dei vestiti un po’
scomodi, per lui, era quanto tempo fosse rimasto in quel letto d’ospedale e
cos’era successo con l’Akatsuki mentre lui era privo di coscienza.
Tooru gli spiegò che il ninja fu salvato perché veniva sempre pedinato
dai suoi uomini da quando lo avevano sorpreso, a insaputa di Jiraya, rovistare
tra i documenti segreti e personali del capo – villaggio.
Le spie avevano il preciso compito di tenere in vita e sotto controllo il
ninja leggendario perché sapeva perfettamente che aveva scoperto qualche
segreto che non doveva in alcun modo conoscere e che poteva andare in mani
sbagliate.
Con tutta la calma che riusciva a trovare Jiraya cercò di carpire
qualcosa in più, ma ovviamente senza alcun risultato concreto poiché Tooru era
molto astuto e intelligente.
- Come fate a sapere che io ho cercato di rubare dei segreti
intoccabili? –
- A Suna ho piazzato alcuni uomini che sorvegliano delle informazioni
pericolose per chiunque. –
- Allora perché non sono stato attaccato dalle vostre spie? Potevate
fermarmi o forse ero troppo forte per loro? –
- Niente del genere, le informazioni più segrete sono state conservate
con cura e voi, Jiraya, non ne siete a conoscenza fortunatamente. –
- Si tratta forse di segreti compromettenti sul quarto Kazekage? Perché
tenere segreto qualcosa che non ha più senso nascondere, il quarto Kazekage è
morto. Forse temete che qualche segreto possa danneggiare il villaggio della
Sabbia o i figli stessi? –
Al sentire pronunciare i figli del quarto Kazekage, Tooru si agitò per
poco e Jiraya colse quel particolare. Era troppo curioso, questa fatica di
nascondere delle informazioni troppo pericolose lo intrigava e allo stesso
tempo ne provava paura.
- Non posso rivelare nulla, anzi sai già fin troppo. Non mi aspettavo
che avessi tanta curiosità verso delle persone che ormai non ci sono più. –
- In realtà il problema si pone sulla discendenza. Gaara e i suoi
fratelli sono davvero in gamba, ma sapere che anche a loro vengono nascosti dei
segreti… - non riuscì a terminare la frase.
- Dei segreti più grandi di loro e non devono conoscerli, almeno per
ora. – Tooru sembrava un disco rotto, ma era il suo dovere proteggere ciò che
non si poteva rivelare.
- Ok, allora…cosa mi sono perso, per tutto il tempo che ero in coma? –
- Sarà passato circa un anno e ovviamente per non destare sospetti sul
nostro villaggio, di come ti spiavamo, nessuno sa che sei ancora vivo. In
realtà le possibilità che tu ti saresti potuto svegliare erano minime, ma oggi
non ha importanza. La guerra contro l’Akatsuki è andata bene, i tuoi amici
hanno vinto. Puoi stare tranquillo su questo. –
- Quindi per tutti coloro che mi conoscono io sarei morto? – era
incredulo e triste Jiraya che voleva tanto ritornare al suo villaggio per dare
la buona notizia.
- Esatto. –
- E ovviamente non mi lascerete andare via da questo villaggio, dico
bene? –
- Non proprio. Se vuoi tornare a Konoha puoi farlo, ma non dovrai
accennare il nostro coinvolgimento. –
Tornare dalle persone che amava era il suo desiderio primario, ma il
ninja aveva una missione più importante che non poteva lasciare al caso, cioè trovare
indizi sui segreti che, a quanto aveva intuito di capire, erano qualcosa di cui
fare molta attenzione perché risultavano essere dei problemi giganteschi.
- Sapete, vorrei davvero tornare a casa, ma sono troppo curioso di
sapere cosa state nascondendo di così grosso. –
- Ogni cosa ha il suo tempo e qui le regole le decido io. Non mi piace
essere antipatico o troppo autoritario, ma sono soprattutto una persona sincera
quindi ti dirò una cosa. Se tu lavorerai per me, ti dirò ogni cosa. Ovviamente
aspetterò che tu ti ristabilisca al meglio. –
- Con lavorare intendi ottenere informazioni o missioni? –
- Si, missioni rischiose che hanno a che fare con i segreti che non
posso ancora rivelare. –
Jiraya rifletté prima di dare una risposta e, seppur molto in fretta,
accettò – Ne vale davvero la pena mantenere segreto quello che sta nascondendo?
–
- Mi creda, quando lei verrà a sapere ogni cosa mi darà ragione riguardo
al fatto che non ci si debba intromettere in questa questione. Comunque, siamo
arrivati! –
Tooru aveva portato Jiraya ad una sfida di dolci. Chi ne mangiava di più
avrebbe vinto una provvista di dolci per due mesi.
- Questo sarebbe il posto dove avevate intenzione di farmi abbuffare di
cibo? – chiese il ninja che non sapeva più che dire. Ancora una volta in quella
giornata era rimasto sbalordito dalle situazioni assurde in cui si trovava.
- Tranquillo, non devi per forza ingozzarti e vincere, ma almeno mangi a
sazietà e gratis! Tu non credi che sia fantastico? Per me tutto questo è
normale, partecipo ogni volta che posso a questi eventi. – era entusiasta Tooru
che contagiò anche Jiraya e quasi lo distolse dalle varie preoccupazioni.
Quello di cui aveva bisogno il ninja, in quel momento, era mangiare e in quello
strano paradiso chiamato villaggio della Rosa poteva affermare con certezza che
le sorprese non sarebbero finite lì.
ANGOLO AUTRICE: Scusate per l’enorme assenza, ma sono tornata con un
capitolo ricco di rivelazioni anche se ancora per ora molto frammentate. Spero
che vi sia piaciuto il capitolo e che non vi abbia tediato, come avete notato
ho resuscitato un personaggio che era morto nella serie originale. In questa
mia fanfiction, però, Jiraya ha avuto una parte importante ed era un mio
desiderio inserirlo, in vita, nella mia storia. Spero vi sia piaciuta l’idea.
Non so quando riuscirò a scrivere il prossimo capitolo, forse a breve, ma non
vi assicuro nulla. Grazie a tutti coloro che leggono la fanfiction e che mi
seguono :). Un abbraccio e alla prossima!