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Autore: Matthw883    06/04/2017    1 recensioni
Dopo che Chloe e Max si salutano sulla scogliera durante il tornado Chloe viene inspiegabilmente trasportata ad Arcadia Bay nel futuro, sette anni dopo per l'esattezza. Spaventata Chloe si fionda subito nella sua vecchia casa dove....(beh, il resto leggetelo voi, non voglio spoilerarvi troppo)
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield, Nuovo personaggio, Warren Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO 25     REALTA’ ALTERNATIVE


 
POV MAX


 
Vedo Warren, è seduto sul divano di casa, sta bevendo una bottiglia di Rhum mentre guarda la televisione, ma perché lo sta facendo ? Warren non beve mai. Devo sapere che cosa gli è successo.
Mi avvicino lentamente a lui e lo chiamo:
-Warren, perché stai bevendo ? Che cosa ti è successo ?-
 Lui non risponde. Lo voglio abbracciare, ma le mie braccia lo trapassano, è come se fossi diventata invisibile e trasparente. Non potendo in alcun modo interagire con lui rivolgo la mia attenzione verso il televisore, per capire che cosa sta guardando. E’ un film, o meglio dire il finale di un film, dove ci sono padre, madre e figlia che si allontanano verso il tramonto.
 Noto che mentre Warren guarda questo finale gli vengono gli occhi lucidi, sembra pronto a piangere:
-Max, Max, perché ? Perché mi hai lasciato qui da solo ? Non faccio altro che piangerti tutte le notti, sono distrutto, non riesco più andare avanti, dopo che te ne sei andata la mia vita ha perso di significato. Chissà  dove sei, chissà  cosa starai facendo. Probabilmente sarai in Europa, a Parigi, oppure a Roma, a Berlino, insieme ai VIP, insieme a gente che possa celebrarti degnamente. E-era tuo diritto essere felice, seguire la tua strada, prendere le tue decisioni, era tuo diritto lasciare questa cittadina per aspirare le stelle, è-è stato giusto lasciarci, e-eravamo diventati quasi due estranei. I-io ho cercato d-di aiutarti, d-di essere  lo stesso, un bravo fidanzato, di far finta di credere che tutto fosse come prima, m-ma non ci sono riuscito, purtroppo nulla a quel punto era più come prima. E-era tuo diritto non portare a termine la gravidanza per inseguire il tuo sogno, e-era tuo d-diritto, i-il corpo e-era tuo, la decisone poteva essere solo tua. M-ma il bambino e-era nostro, nostro. A-avremmo potuto essere una famiglia, una famiglia felice, n-non sarebbe stato facile, m-ma alla fine ce l’avremmo fatta, a-avrei fatto tutto il possibile, vi avrei amati tantissimo entrambi. Ma ora non ha più importanza, d-da quel giorno io non fui mai più felice, anzi, meglio farla finita subito.-
Parla in modo confusionario a causa delle lacrime e della commozione, i-io vorrei urlargli che non è vero, che io sono ancora con lui, e che Chloe è nata ed  è una bambina bellissima, ma dalla mia bocca non esce alcun suona:
-Che me frega ormai di voler diventare scienziato, senza Max non vale più la pena di fare nulla.-
Warren si alza in piedi e si dirige verso il laboratorio di chimica. Io lo seguo, sono molto preoccupata, non so cosa voglia fare. Una volta li mescola alcuni ingredienti per ottenere uno strano composto:
-Eccolo, una volta bevuto questo sarà tutto finito nel giro di pochi secondi. Chissà se esiste veramente un aldilà ? Non ci ho mai creduto, ma ora spero proprio di si, c-cosi almeno potrò vedere il mio piccolino. A-addio Max, sei stata l’unica donna che io abbia mai amato.-
Solo ora capisco veramente quello che vuole fare, voglio dirgli di non farlo, ma ancora una volta non mi esce la voce e cosi Warren beve quel veleno. Si accascia a terra in pochi secondi.
 
Avanzo lentamente nel cimitero di Arcadia Bay, sto andando al suo funerale. Nonostante non ci vedessimo da anni, sono triste per lui, dopotutto era mio amico, è sempre il padre di mia figlia, e poi non avrei mai pensato che sarebbe scomparso cosi presto. Di fianco a me, cammina con passo spedito Jean, so che gli ho chiesto un grande sacrificio nel venire qui, ma lui ancora una volta ha acconsentito alla mia richiesta.
Mi spiace non essere riuscita a venire in tempo per il suo funerale, tuttavia forse è stato meglio cosi, non so se avrei potuto reggere tutti i loro sguardi accusatori. Ci giriamo intorno cercando la sua lapide:
-Credo di averla trovata.-
Mi avvicino al punto da dove proviene la voce di Jean,  e li la vedo, è li grigia, senza nemmeno una fotografia. Di fianco alla sua tomba vedo quella di Chloe, dovevo immaginare che mia figlia l’avrebbe seppellito vicino alla mia migliore amica. Mi abbasso su di essa appoggiando dei crisantemi:
-Mi dispiace tanto Warren, riposa in pace.-
Mi rialzo dicendo in silenzio una piccola preghiera per lui, quando i miei pensieri vengono interrotti da una voce che mi rimprovera:
-Certo che hai proprio un bel coraggio a farti rivedere qui.-
Mi giro per vedere chi sia e come immaginavo altri non è che mia figlia:
-Chloe…è bello rivederti.-
Con stizza mi risponde:
-Peccato che io non possa dire lo stesso.-
La guardo attentamente, è passato tanto tempo dall’ultima che l’ho vista. E’ diventata una bella e giovane donna, assomiglia tanto a me quando avevo la sua età, solo che a giudicare dai vestiti che indossa sembra quasi la mia defunta amica sua omonima:
-Perché siete venuti qui ?
-Per dare un ultimo saluto a tuo padre ovviamente.-
-Strano, non ho mai sentito di un assassino che è venuto a portare dei fiori sulla tomba delle sue vittime.-
Immaginavo che Chloe mi avrebbe accolto con ostilità, dopotutto non mi sono più fatta vedere per anni. Io abbasso la testa, ma Jean per difendermi non esita a mettersi contro Chloe:
-Non accusarla di cose di cui non ha colpa, lo sai anche tu che Warren è morto per un cancro al fegato.-
Chloe risponde violentemente alle sue parole:
-Tu devi solo stare zitto, non sei nemmeno degno di pronunciare il suo nome. Tu che ne sai di mio padre ? Che ne sai tu di quanto ha sofferto, di quanto ? Era l’uomo più dolce, gentile e paziente che abbia mai conosciuto, aveva uno spirito di sacrificio non comune, nonostante il dolore andò avanti per me, ha sempre cercato di farmi felice, di non farmi mancare nulla. Ha iniziato a bere perchè a un certo punto non è più riuscito a sopportare i suoi demoni, ma non è stata allora che ha cominciato a morire…-
Chloe si interrompe per asciugarsi gli occhi ormai pieni di lacrime, poi riprendere rivolgendosi a me:
-Ha cominciato a morire il giorno in cui lo hai lasciato, cosi senza alcuna spiegazione valida, solo perché avevi trovato uno più ricco e più bello, lui non si è mai dato pace per questo, ha sempre pensato che fosse colpa sua, che avesse sbagliato qualcosa, che non era stato un buon marito.  Io l’ho visto spegnersi lentamente, giorno dopo giorno perdeva parte della sua allegria, perdeva parte della sua forza vitale, e io non sapevo cosa fare, mi sentivo impotente, inutile. S-speravo che prima o poi un giorno, tu saresti ritornata, e allora tutti noi saremmo tornati a essere quello che eravamo prima, una normale famiglia felice. Ma mi sbagliavo, non è mai successo.-
Chloe si rimette a piangere:
-Chloe, figlia mia io…
Mi avvicino per abbracciarla, deve aver sofferto tanto, avrei dovuto essere più presente, ma lei mi respinge:
-Non avvicinarti Maxine, io ti odio, ti odio con tutte le mie forze. Non sei più mia madre, hai smesso di esserlo il giorno in cui ci hai abbandonato, tu sei solo una puttana. Si, una puttana. E ora andatevene, non siete degni di porgere dei fiori sulla sua tomba. Anzi, sapete che faccio ?  Me ne vado io, sono contenta che papà sia morto poco dopo che ho compiuto 18, almeno in questo modo non sono costretta ad abitare con voi, è stato il suo ultimo regalo. Tu fai come hai fatto in questi ultimi anni Maxine, non cercarmi mai più, addio.-
Chloe si allontana infuriata dal cimitero, io vorrei seguirla ma Jean mi trattiene:
-Lasciala andare, ha fatto la sua scelta. E date che se ne è andata che ne dici di divertirci un po’.-
-Ma Jean, siamo in un cimitero.-
-Si, sarà molto eccitante farlo davanti alla tomba del tuo ex-marito. Dai non fare la difficile, tanto so che alla fine ti piacerà.-
Jean mi strappa i vestiti e comincia a toccarmi, a mettere le mani ovunque. Io non voglio, mi sento violata, umiliata, cosi urlo:
-Noooooooooo.-
In quel momento mi sveglio, per fortuna era solo un incubo, un cazzo di fottuto incubo, anche se dentro di me c’è la convinzione che forse queste cose sarebbero potute succedere realmente, se soltanto avessi fatto delle scelte diverse.
 
POV WARREN
 
Vengo svegliato dall’urlo di Max, mi giro subito verso di lei per vedere che cos’à. Sta tremando come una foglia ed è bagnata di sudore dalla testa ai piedi:
-Stau bene Max ? Che cos’hai ?-
-W-Warren, t-tu e-eri morto e-e-e Chloe era-era...-
Io la abbraccio e cerco di calmarla:
-Su, su Max, calmati, non è successo niente, era solo un sogno, solo un brutto sogno.-
Lei ancora è ancora molto agitata:
-No, no, è-è quello che sarebbe potuto succedere se avessi fatto scelte diverse.-
Non riesco a capire quello che vuole dire, è ancora confusa e spaventata:
-Max, qualunque cosa tu abbia sognato, stai tranquilla che non era vera, era solo frutto della tua immaginazione, frutta della tua fantasia, niente di quello che tu hai sognato è vero.-
La stringo stretta a me per qualche minuto finchè non si calma:
-Ora va meglio ?-
Lei annuisce, tuttavia la vedo ancora molto ansiosa, fa dei lunghi respiri affannosi e si tiene la mano sul petto. Devo trovare un modo per farla rilassare:
-Che ne dici di un bagno Max ?-
-Che cosa ?-
-Un bagno, sono sicuro che dopo che l’avrai fatto ti sentirai meglio.-
-Tu dici ?-
-Ma certo, ti sembrerà come rinascere.-
-N-non lo so Warren, e-e che io...-
E’ talmente prigioniera dell’ansia che non riesce nemmeno a muoversi, vedendola ancora spaventata e insicura decido di prenderla in braccio e portarla io in bagno. Per prima cosa mi metto i miei boxer (siamo ancora nudi da ieri sera) e un paio di pantaloni, poi vado nel bagno a preparare la temperatura della vasca, e quindi torno nella nostra stanza da letto dove Max sta ancora tremando, mi avvicino a lei e la sollevo delicatamente a mò di sposa insieme al lenzuolo per coprirla:
-Ma che fai Warren ? Mettimi giù.-
-No, visto che sembra per il momento non sei in grado di fare nulla, ho deciso che sarò io a lavarti. Tu non devi preoccuparti di nulla, penso a tutto io.-
Dopo quelle parole Max si lascia trasportare docilmente verso la vasca. Delicatamente le tolgo il lenzuolo e la deposito lentamente nella vasca da bagno:
-La temperatura va bene ? O è troppo calda per te ?-
-N-no Warren, va benissimo cosi.-
Inizio a insaponarle delicatamente le gambe per poi passare su tutto il resto del corpo, proprio come faccio con Chloe. Max sembra tranquillizzarsi, cosi mi lascia fare. Ci siamo visti nudi tante volte per cui non ci sono imbarazzi tra noi, tant’è che lei stessa mi chiede di entrare con lei nella vasca:
-Perché non vieni a fare il bagno insieme? Sarà più comodo per entrambi.-
Stupito le chiedo:
-Ma sei sicura ?-
Lei annuisce, io ancora incredulo mi spoglio ed entro nella vasca con lei, era da tanto tempo che non facevamo un bagno insieme. Mi metto dietro di lei e comincio a insaponarle la schiena, quando a un certo punto inspiegabilmente Max si mette a piangere:
-Che cos’hai Max ? Perché piangi ?-
Rimango senza risposta, noto che si sta toccando la guancia ferita, quella dove si trovano i punti. I medici mi hanno detto purtroppo quel segno le resterà per sempre e le deturperà il viso:
-Max, non piangere per la cicatrice, lo so che resterà per sempre, ma a me non importa, per me tu sei bellissima anche cosi.-
Lei si strofina gli occhi e poi mi dice:
-No, non piango per la cicatrice, anzi me la merito, mi servirà per ricordarmi l’enorme stronzata che stavo per fare.-
-N-non devi dire questo e…-
-Piango perché non mi merito niente di tutto questo. Non merito di essere qui, non merito di essere accudita da un marito amorevole e da una figlia fantastica, non dopo tutto il male che vi ho fatto. I-io ti ho tradito Warren, ho abbandonato la piccina, vi ho fatto soffrire tanto, i-io sono andata con un altro uomo. Sono una puttana Warren , è questo quello che sono, una puttana, per questo Pierrè mi ha quasi violentata. Avrebbe fatto bene, s-se non me ne fossi andata non sarebbe successo niente, s-se non ti avessi tradito ora staremmo a goderci la crociera che mi avresti voluto regalare per il nostro anniversario, anniversario che io ho dimenticato.-
Mentre Max ricomincia a piangere io ripenso alle parole che il dottore mi ha detto all’ospedale, non devo mai farle pensare che quello che è successo sia stata colpa sua:
-No Max, non è stata colpa tua, sei stata plagiata da quell’uomo, non sapevi quello che facevi. Eri confusa, incerta, e quello se ne è approfittato, non è stata colpa tua.-
-Come no ? E’ sempre stata colpa mia, sempre. I-io sono una sgualdrina, una che attira i maniaci, è già successo, prima Jefferson e ora Pierre.-
Io la abbraccio e la stringo sempre di più sul mi corpo
-No, non devi dire queste cose nemmeno per scherzo.-
-Hai ragione, la colpa è sempre stata solo della mia passione per la fotografia. Mi ha sempre cacciata nei guai, se non l’avessi avuta non mi sarei mai iscritta al corso di Jefferson, se non l’avessi avuta non avrei mai incrociato Pierre, non sarei mai stata violata e…
-…..e non saresti mai tornata ad Arcadia Bay, non mi avresti mai conosciuto, Chloe non sarebbe mai nata e non avresti mai più riallacciato i rapporti con la tua migliore amica. Non è colpa tua Max, ogni cosa porta con se cose negative e cose positive, qualunque azione, non pensare mai che la tua passione sia una cosa negativa, anzi è una cosa bellissima, è stata quella a muovere la tua vita, è stata quella che ci ha fatto incrociare, in fondo è stato anche grazie a lei se ora siamo sposati. E ora siamo insieme, io il cavaliere bianco e la mia SuperMax-
Lei ridacchia:
-Era da una vita che non mi chiamavi con uno dei tuoi soprannomi.-
-Lo so, pensavo che ormai li ritenessi infantili.-
-in realtà mi piacciono, mi fanno sentire speciale.-
-Allora tornerò a usarli, chissà, forse se ti avessi fatto sentire speciale più spesso forse non te ne saresti andata.-
Max sorride, sono finalmente riuscito a calmarla, ha pure voglia di scherzare:
-Su questo hai ragione tu.-
Ci scambiamo un bacio:
-Dai, ora usciamo, siamo stati in acqua anche troppo, tra poco Chloe si sveglierà e vorrà fare colazione.-
-Va bene.-
Usciamo dalla vasca, ci asciughiamo e poi riporto Max in camera da letto:
-Va meglio adesso ?-
-Si grazie.-
Le sorrido:
-E non è ancora finita, ora tu resta qui a riposare, io ritorno subito.-
-Dove vai ?-
-A portarti la colazione a letto.-


POV MAX


Sono fortunata ad avere un marito come Warren, mi ha addirittura portato la colazione a letto insieme a un giornale. Ora si trova di sotto a preparare la colazione per nostra figlia, io intanto mangio e dò una lettura al giornale, ovviamente la prima pagina è dedicata ai fatti di cronaca di cui ci siamo resi protagonisti. Per fortuna leggere queste notizie non mi crea problemi d’ansia, sono molto più tranquilla e serena rispetto a ieri. Sfogliando le pagine vedo un intervista fatta da un inviato a Warren:
-Allora signor Graham, ci dica, come sta sua moglie ?-
-Abbastanza bene, i medici la dimetteranno in giornata, poi potrà tornare a casa.-
-Come ha fatto a scoprire che quell’uomo era in realtà un maniaco ?-
Warren racconta quasi tutta la storia omettendo però alcuni dettagli:
-Avete fatto una cosa eccezionale.-
-Ho solamente lottato per salvare la persona che amo. Cosa che avrebbero fatto tutti, personalmente non ritengo di aver fatto nulla di eccezionale.-
-Lei è troppo modesto, non l’avrebbero fatto tutti, mi creda.-
-E ora cosa vuole fare ?-
-L’unica cosa che al momento mi interessa è ritornare ad avere una vita normale con mia moglie e mia figlia.-
L’intervista mi ha commosso, dai miei occhi scendo alcune lacrime, in quel preciso momento Warren rientra nella stanza:
-Eccomi Max, sono tornato, ho chiamato l’asilo di Chloe e il lavoro, ho spiegato la situazione e hanno detto che non ci sono problemi…ma Max tu stai piangendo.-
Warren nota il giornale posato sulle mie gambe e subito di avvicina per portarmelo via:
-Che idiota che sono stato, non dovevo portarti il quotidiano, è pieno di cose su Pierre, era ovvio che…-
Io lo fermo e poi mi asciugo le lacrime:
-N-no, non è stato per quello, ma per l’intervista che hai fatto, le cose che hai detto sono stata belle e…beh grazie.-
Warren sorride:
-Beh meno male, pensavo avessi avuto un altro attacco d’ansia.-
-No.-
Riprendo il giornale per fargli vedere la pagina dove lo intervista, e riguardando la data e solo ora mi rendo conto di che giorno sia, tutti noi abbiamo saltato un avvenimento importante:
-Warren, guarda la data, il tuo compleanno è già passato da una settimana e non abbiamo ancora festeggiato.-
Warren si gratta le testa:
-Ah già è vero, me ne ero dimenticato, avevo altre cose a cui pensare.-
-Beh forse è il caso di rimediare.-
Mi alzo in piedi e comincio a vestirmi:
-Max cosa vuoi fare ?-
-Voglio organizzarti una piccola festa.-
Mi sembra il minimo che posso fare per lui:
-No, non devi, non c’è bisogno e poi ti devi riposare.-
-Non sono un’invalida, e poi mi sono stancata di stare qui senza fare nulla.-
Warren non oppone altra resistenza, cosi scendo di sotto dove Chloe sta mangiando la sua colazione, non appena mi vede, viene verso di me per abbracciarmi con uno sguardo preoccupato:
-Ciao mamma, come stai ? Papà mi ha detto che non stai tanto bene e che devo aiutarti a farti stare meglio. Ti prometto che farò tutto il possibile per far si che tu stia meglio.-
Le sorrido:
-Sto bene tesoro, il papà e la mamma hanno sconfitto un orco cattivo, da lotta ha avuto delle conseguenzs su di me, ma ora sto meglio.-
Lei risponde al mio sorriso:
-Allora se è cosi posso chiederti di venire di giocare con me ?
-Ma certo Chloe, giocherò con te tutta la mattina, ma al pomeriggio ti va di aiutarmi a preparare una torta per il compleanno di papà che non abbiamo festeggiato, che ne dici piccola ? Ti va di farlo ?
-Va bene.-
 
 
La sera, ci ritroviamo in cucina a festeggiare il compleanno di Warren con una torta al cioccolato, insieme a noi c’è pure la mia migliore amica che in questo momento ci sta scattando una fotografia di me, Warren e la piccola Chloe dietro la torta.-
 
POV CHLOE


-Sorridete.-
La famiglia Graham sorride, e io le scatto molte foto:
-Grazie Chole.-
-Prego.-
Rimango qualche secondo a fissarli, sono una famiglia bellissima, e io mi sento di troppo, mi sento come se non facessi parte di tutto ciò. E infatti è cosi, io dovrei essere morta, dovrei essere sepolta sotto terra, e secondo Warren dovrei tornarci presto. Beh, non aspetterò la morte illudendomi che potrebbe nono arrivare mai , il poco tempo che ho voglio sfruttarlo bene. No, non posso restare qui a perdere tempo,  ho voglia di vedere il mondo, ho voglia di cercare mia madre a David, voglio vederli un ultima volta prima di lasciare definitivamente questo mondo. Io devo andarmene, non posso restare qui, devo farlo anche per Max, più resto, più sarà difficile per lei lasciarmi andare e più soffrirà quando me ne andrò per sempre. Prima me ne vado e meglio è per tutti. Sorrido pensando che però ora Max non ha più bisogno di me, è in ottime mani, è con la sua famiglia, con le persone che la amano, starà benissimo anche senza di me. Mi mancherai Max, ma è la cosa giusta da fare
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 E' stato un capitolo molto intenso, spero non ci siano troppi errori, finalmente Max, vi annuncio che siamo agli sgoccioli, ci sarà solo un altro capitoli più  un piccolo epilogo e poi la storia si conclude, Chloe ha deciso di partire, lo farà realmente ? O rimarrà ad Arcadia Bay ? Morirà ? NOn perdetevi l'ultimo capitolo. . Critiche (se giustificate) sono amichevolmente accettate perchè aiutano a migliorarsi. 
   
 
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