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Autore: hart    06/04/2017    2 recensioni
Nella Foresta Incantata c’è un nuovo Oscuro che farà da guida alla giovane Regina. Ma non tutto è come sembra. Il passato potrebbe cambiare il futuro, o forse è il contrario.
SwanQueen what if con accenni alla sesta serie.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si riunirono tutti a casa di Mary Margaret: David, Emma, Regina, Henry e Killian. Regina era seduta sul divano, dopo la notte precedente, aveva scelto il posto più lontano da Emma.
Emma li guardò uno a uno, più pallida di quanto fosse umanamente possibile. Era ancora vestita da Oscuro. Per qualche ragione, esitava a nascondere il suo aspetto, anche se lo desiderava. Forse si era abituata a portare quella pelle, ormai. Erano passati anni, dopotutto. 
Si schiarì la voce.
«Non sarà piacevole...» disse.
David le posò una mano sulla spalla sorridendole, anche se era evidentemente teso.
Henry le sorrise incoraggiante.
L'Oscuro sospirò, cercando di calmare il battito impazzito del suo cuore. Ruotò le mani coni palmi verso l'alto, porgendole verso gli altri. Mary Margaret e David ci misero un secondo a capire, ma poi presero le sue mani. Henry fece da ponte tra David e Regina. Killian esitò, guardando Regina di sottecchi.
«O formiamo un cerchio, o non vedrete niente.» li avvisò Emma, guardandoli con preoccupazione.
Regina roteò gli occhi per poi prendere la mano del pirata, senza evitare di nascondere il suo disgusto.
Killian strinse la mano di Regina e porse l'uncino a Mary Margaret, che vi strinse attorno le dita. Emma annuì, soddisfatta. Lanciò un'occhiata preoccupata a Regina, poi sospirò di nuovo. 
«Non vi chiedo se siete pronti, perché io non lo sono.» disse. Chiuse gli occhi e, senza più esitare, lanciò l'incantesimo. I suoi ricordi si materializzarono inizialmente come una grande sfera di fumo nero al centro del cerchio. Il fumo si divise in propaggini simili a tentacoli che si avvicinarono ad ognuno dei presenti, tranne Emma. La Salvatrice lo osservò, spaventata e tesa. Guardò Regina negli occhi. 
«Potete rompere il cerchio. Toccate il fumo.» disse senza distogliere lo sguardo da lei.
Regina la guardò solo per un istante poi distolse lo sguardo e toccò il fumo nero davanti a lei, lasciando che i ricordi invadessero la sua mente
 Gideon la disarma. Emma cerca di usare la magia contro di lui, ma l'incantesimo della regina glielo impedisce. Le trema la mano, ma reagisce all'attacco di Gideon che ha visto mille e mille volte nella sua mente e schiva la spada, riuscendo a tirargli un calcio dritto in pancia e atterrandolo. La regina si infuria e le impedisce di respirare con la magia. Emma sta soffocando mentre Gideon si sta rialzando. La sua vista di appanna per un istante. 
Regina appare alle spalle del suo doppio. Guarda Emma, la guarda negli occhi. Si strappa il cuore. Emma capisce, il panico che fino ad ora non l'ha toccata la assale. Cerca di fermarla, ma è troppo tardi. Regina frantuma il proprio cuore, e sia lei che l'altra crollano a terra. Emma, libera dall'incantesimo, urla il proprio dolore, ma Gideon è di nuovo in piedi. Solleva la spada ma Emma gli si scaglia contro e gliela strappa di mano. Lo trapassa da parte a parte, poi corre da Regina, cerca inutilmente di svegliarla.
Lo scenario cambia.
Emma è a casa di Zelena. La strega ha due profonde occhiaie, sembra distrutta. «E' impossibile» le dice. Emma le rivolge un'occhiata fosca. «Tu fallo.» 
La scena cambia di nuovo. Emma sta preparando quella che sembra una pozione nella cripta di Regina. Zelena entra portando degli oggetti, antichi artefatti, una bacchetta. Le due sistemano il tutto, poi si guardando negli occhi. Pochi istanti dopo evocano i loro poteri attivando un incantesimo devastante.
«Vai!» le urla Emma nel vento magico creatosi. Zelena annuisce e scompare nel suo fumo verde. Emma entra nel vortice e appare nella Foresta Incantata, trentasette anni prima.

Regina si alzò di colpo dal divano, gli occhi pieni di lacrime, guardò Emma, aprendo appena la bocca come se volesse dire qualcosa ma le parole le morirono in gola...
Emma rimase in silenzio, lo sguardo basso, le lacrime che iniziavano ora a rigarle il viso.
Henry la guardava a bocca aperta, gli occhi sgranati.
«Non...dovevi farlo..» sussurrò infine Regina, continuando a fissarla.
 Emma sembrò crollare su se stessa, anche se rimase in piedi. La guardò con la disperazione negli occhi.
«Forse, ma non potevo lasciarti morire. L'unico modo che avevo per salvarti era evitare che ti dividessi di nuovo, e per farlo e fare in modo che stessi bene dovevo... cambiare il passato, senza modificarlo davvero.» le disse, il fiato corto come se avesse corso fino ad un istante prima. «Prendere il posto di Rumplestiltskin era l'unico modo per evitare che uccidessi più del necessario. Dovevi superare abbastanza limiti da scagliare il sortilegio, ma non abbastanza da disprezzarti come facevi prima.»
Mary Margaret, David e Hook le guardavano completamente confusi, più di prima. 
«Hai cambiato il passato?» le chiese Killian. Emma annuì verso di lui. 
Henry alternava lo sguardo sconvolto tra le sue due mamme.
 «Tu...non dovevi farlo... Hai rischiato di cambiare il futuro... Se qualcosa fosse andato storto...Henry non sarebbe mai nato... E non dovevi farlo perché non dovevi tornare ad essere l'Oscuro...» continuò Regina, ignorando Hook.
Emma tornò a guardarla negli occhi.
«Ho passato settimane a progettare tutto, non potevo farvi vedere anche quello. Quando sono andata da Zelena era passato un mese, e avevo creato un nuovo incantesimo per viaggiare nel tempo studiando sui tuoi libri. Ma sapevo che era un viaggio di sola andata....» mormorò abbassando lo sguardo. Lo rialzò sul figlio, la sofferenza negli occhi.
«Credevo che non avrei ricordato niente, che semplicemente sarei stata l'altra Emma, qui...»
Guardò i suoi genitori, e si dipinse un piccolo sorriso sul suo volto.
«Vi ho visti. Ho visto me stessa appena nata, tu che mi difendevi dalle guardie nere…» disse al padre, che le sorrise nonostante fosse confuso, e così Snow. Emma riportò gli occhi su Regina.
«Invece non è stato così. Mi sono pugnalata un attimo prima che il sortilegio arrivasse...» Henry sobbalzò a quelle parole. «..ma Zeus mi ha riportata qui, con tutti i miei ricordi.»
«Sei un idiota!» Regina esclamò dandole uno schiaffo per poi svanire in una nuvola viola.
Emma incassò lo schiaffo, sebbene la stupì. Abbassò lo sguardo, ferita. Henry si avvicinò a lei e la abbracciò forte.
«Sei una vera eroina, mamma.»
Emma ricambiò l'abbraccio lasciando le lacrime libere di scorrere. Si strinse a lui nascondendo il viso sulla sua spalla. Dio, quanto era cresciuto.
«Tua madre non la pensa allo stesso modo...» rise amaramente lei. Lui la strinse più forte.
«Si sente responsabile...» intervenne debolmente Mary Margaret. 
Emma annuì contro la spalla di Henry.
Incontrò lo sguardo di Killian, che la fissava. Sciolse l'abbraccio con Henry e cercò di avvicinarsi a lui, ma il pirata la evitò.
«Stattene con la tua regina. Io e te abbiamo chiuso.» le disse guardandola dritto negli occhi, lasciandola senza parole.
«Hook...» intervenne David, ma il pirata lo fulminò con lo sguardo.
«Stanne fuori, amico.»
«Killian, aspetta...» provò a dire Emma, ma Hook le piantò uno sguardo di fuoco negli occhi.
«Sono stanco di essere messo dopo di lei.» disse prima di uscire dall'appartamento sbattendo la porta.
Snow fece un passo verso la figlia, e stava per dirle qualcosa quando la casa oscillò come se un gigante la stesse scuotendo. Emma tenne Henry stretto a sé finché la scossa non passò. Tutti le indirizzarono sguardi spaventati.
Ma Emma aveva percepito esattamente la fonte e la causa di quel terremoto.
«Devo andare.» disse un attimo prima di svanire. Si materializzò a casa di Regina, a pochi passi da lei.
La donna si girò di scatto.
«Che fai qui?» le chiese facendo un passo indietro
 Emma esitò.
«...La magia. Eri tu, il terremoto. Che è successo?» le chiese, preoccupata.
Regina schivò il suo sguardo.
«Nulla....Ho perso il controllo per un attimo.» rispose velocemente.
La Salvatrice rimase a guardarla per qualche istante in silenzio. Poi abbassò lo sguardo sul pavimento, evidentemente in imbarazzo.
«Non devi sentirti in colpa. È stata una mia scelta.» disse dopo un po'.
«Che non avresti dovuto fare...Che diavolo ti è saltato in mente?» urlò di colpo la mora.
 Emma arretrò, presa alla sprovvista dallo scatto d'ira.
«Regina...»
«Regina cosa? Hai pensato prima di farlo? Se qualcosa fosse andato storto? Henry.... E tu che sei di nuovo l'Oscuro...»
Emma si avvicinò di un passo a lei, istintivamente.
«Sì, ci ho pensato! Ci ho riflettuto, ho pianificato... » Lo slancio si affievolì. «... anche l'omicidio di Gold. Pensi davvero che non sapessi a cosa stavo andando incontro?» le chiese alzando la voce anche lei. «Henry è sempre stata la priorità per me. Non ho sottovalutato neanche il minimo dettaglio, ho imparato il libro a memoria per evitare conseguenze che potessero cambiare il futuro dopo il sortilegio a parte il motivo per cui ho fatto tutto questo!»
Regina la guardò negli occhi, una strana espressione nei suoi.
«Avevi ucciso Gideon! Perché l'hai fatto? Eri riuscita a sconfiggerlo...»
 Emma esitò nella risposta.
«Ma avevo perso te.» mormorò guardandola negli occhi.
 Regina si bloccò a guardarla.
«Non capisco perché fosse così importante per te...» mormorò.
Un sospiro quasi impercettibile mosse la figura dell’Oscuro. Abbassò di nuovo gli occhi, rintanandosi in se stessa. Si strinse nelle spalle.
«Henry ha già perso suo padre, non volevo perdesse anche sua madre.» bofonchiò.
 «E avere una madre che sia l'Oscuro non può che fargli bene visto che una è già la Regina Cattiva...»
 «Meglio così che senza di te.» sussurrò Emma rialzando gli occhi su di lei.
 Regina sostenne il suo sguardo senza nascondere la rabbia che provava.
«Non è vero... Lui dovrebbe avere almeno una persona buona nella sua vita... Quella dovevi essere tu.»
La fronte dell'Oscuro si increspò. 
«Io? Regina, tu non sei cattiva. Io ti ho portato a comportarti a quel modo, ricordi? Io e tua madre. E Gold. Tu non avresti fatto male ad una mosca senza di noi.»
«Forse senza mia madre...» ammise dopo qualche istante la mora. «Ma questo non cambia... Tu potevi decidere e hai preso la decisione sbagliata. Dovevi lasciarmi morire come avevo deciso di fare.»
«Non potevo.» disse piano l’altra, muovendosi per la stanza, senza guardarla.
«Perché?» le chiese Regina con una punta di esasperazione nella voce. «E stavolta cerca di dirmi la verità...Non sei l'unica che capisce quando le persone mentono...»
Emma la guardò con la paura negli occhi.
«Sei...» provò a dire, ma si bloccò per qualche istante. «...Tu sei parte della mia famiglia, Regina. Io...» Non riuscì ad andare avanti. C'era troppo da dire, anche se poteva sintetizzarsi in poche parole ancora. Ma c'era troppo da dire. I suoi occhi dardeggiarono in giro, in cerca delle parole.
 «Ci sono altre persone che fanno parte della tua famiglia...Avresti dovuto pensare ai tuoi genitori...al tuo pirata...» obiettò Regina, addolcendo appena il tono.
Emma scosse la testa.
«Ma è senza di te che non riesco a respirare.» sbottò, e sbiancò un attimo dopo, appena si rese conto di quello che aveva detto. Fece un passo indietro, gli occhi grandi di paura.
Regina si bloccò a quelle parole, il cuore che le martellava nel petto
«Cosa...?» sussurrò, incredula.
Emma indietreggiò ancora, nel panico.
«Io...» mormorò confusa.
«Emma...cosa stai dicendo?» insistette Regina cercando di guardarla negli occhi.
La Salvatrice abbassò lo sguardo, pallida più del solito.
«Ti amo.» sussurrò, senza guardarla.
Il cuore di Regina iniziò a battere furiosamente nel suo petto, dopo un attimo di smarrimento fece un passo verso di lei.
«E Hook?» chiese, la voce che tremava.
Emma alzò lo sguardo su di lei solo per un istante. La sua domanda la infastidì.
«È questo tutto quello che sai dirmi?» le chiese, rialzando solo ora definitivamente lo sguardo spaventato e dubbioso su di lei. «Davvero?»
Regina sostenne a stento il suo sguardo.
«Voglio sapere quanto valgono le tue parole, visto che fino a ieri le dicevi a lui...» ribatté, incerta.
Emma le rivolse uno sguardo ferito. 
«Non ho vissuto cinque anni lontana da mio figlio per lui, però...» replicò in un mormorio.
«Emma... sei andata all'inferno per lui... volevi dargli il tuo cuore...»
Emma annuì abbassando lo sguardo.
«Lo so. Non ragionavo. Ero... dipendente da lui. Non perché lo amassi, ma proprio perché non l'ho mai amato.» confessò a bassa voce, senza guardarla. «Era semplice, perché lui mi riempiva di attenzioni, e io non dovevo essere terrorizzata all'idea di perderlo.» Rialzò lo sguardo su di lei. «Ma, per quanto cinico possa essere, non ho sentito la sua mancanza in questi anni. Ho sentito quella di Henry, dei miei genitori, ma non la sua.»
Regina strabuzzò gli occhi, esterrefatta.
«Allora ti sei messa con lui solo perché ti dava attenzioni? Non mi sembra una buona motivazione...»
Emma sorrise.
«Non lo è, infatti...» Si strinse nelle spalle arrossendo appena. «Per questo non voglio più illuderlo.»
«Vuoi lasciarlo?» chiese stupita la mora.
L'Oscuro annuì.
«Sì. Stavo solo aspettando di parlargli in privato. Davanti ai miei non sarebbe carino.»
«Certo...» rispose Regina. Continuava a guardarla negli occhi come se si aspettasse qualcosa da lei, e allo stesso tempo ne avesse paura. «Immagino che dovresti andare...» continuò.
 Emma la guardò come se le avesse puntato una pistola contro. Annuì sbattendo più volte le palpebre nel tentativo di trattenere le lacrime.
«Sì.» rispose seccamente, la voce arrochita dal pianto represso.
«Dopo che avrai parlato con lui, e l'avrai lasciato... Vorrei che tornassi qui... per parlare di noi...» continuò esitante Regina.
Emma rialzò di colpo lo sguardo su di lei, una scintilla di speranza negli occhi lucidi. Annuì, poi svanì nel fumo nero.
Regina la guardò svanire e un sorriso apparve sul suo viso.
   
 
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