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Autore: BlackNeko    06/04/2017    3 recensioni
Tanto tempo fa in un paese lontano lontano della fredda Russia, un giovane principe viveva in un castello splendente. Benché avesse tutto quello che poteva desiderare, il principe era viziato, egoista e cattivo.
Accadde però che una notte d’inverno, una vecchia mendicante arrivò al castello e offrì al principe un paio di pattini in cambio del riparo dal freddo pungente. Lui, che provava repulsione per quella vecchia dal misero aspetto, rise del dono e la cacciò. La vecchia, che in realtà era una fata, lo punì per questo, lanciando una maledizione su di lui e sul suo castello.
Se avesse imparato ad amare e fosse riuscito a farsi amare a sua volta prima che fosse caduto l’ultimo pezzo di colore, l’incantesimo si sarebbe spezzato; in caso contrario, sarebbe rimasto una bestia per sempre.
Con il passare degli anni, il principe cadde in preda allo sconforto e perse ogni speranza.
Chi avrebbe mai potuto amare una bestia?
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jean Jacques Leroy, Un po' tutti, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Yuuri aveva indossato un vestito di un blu che sfumava nel lilla, molto elegante, per quell’occasione. Da quando era arrivato al castello si era sempre dimostrato estremamente diffidente nei confronti di Viktor, rifiutando qualsiasi tipo di pranzo o cena, e con essi anche gli abiti estremamente raffinati. Ma quell’occasione era speciale: Yuuri avrebbe potuto pattinare di nuovo. Erano passati soltanto pochi giorni dall’ultima volta che Yuuri aveva toccato la familiare durezza del ghiaccio con la tagliente lama dei suoi pattini.
  Yuuri ricordò con tristezza i suoi vecchi pattini. Li aveva persi quando i lupi lo avevano attaccato, nel bosco. Vi era molto affezionato, e il pensiero di non averli più, neanche come ricordo, lo rendeva triste. Cercò però di non pensarci troppo a lungo, altrimenti avrebbe finito per rattristarsi. E quella serata non aveva affatto bisogno di sentimenti negativi.
  Quando Yuuri raggiunse il luogo in cui Viktor lo aspettava, notò con un sorriso che anche lui aveva prestato maggiore attenzione verso il suo aspetto fisico: il pelo della criniera era pettinato all’indietro, privo di nodi; indossava vestiti finemente decorati con piccole pietre preziose, indubbiamente disegnati su misura. “Salve, Yuuri” lo salutò. “Avete indossato il vestito che ho fatto preparare per voi, ne sono contento”. Yuuri rispose con un piccolo cenno di assenso del capo, accompagnato da un timido sorriso. “Grazie, Viktor”
 “Non ringraziarmi, ti dona molto” disse, accogliendo lo sguardo sorpreso di Yuuri con calma.
“Miei cari signori, che le danze abbiano inizio” la voce di Christophe annunciò improvvisamente. Yuuri lo vide su un piccolo cespuglio innevato e lo salutò con una mano, Christophe rispose con un sorriso. Aspettò che Yuuri mettesse i pattini prestatigli da Viktor e sfilasse sul ghiaccio davanti a quest’ultimo prima di far partire la musica.
 Sento una voce che piange lontano, anche tu sei stato forse abbandonato?
“Sai pattinare, Viktor?” chiese. Non vedeva l’ora di correre sul ghiaccio e saltare, piroettare, tutto quello che non aveva potuto fare in quei giorni. Viktor lo guardò per alcuni secondi prima di rispondere. “Più o meno”
Orsù finisca presto questo calice di vino
“Ti aiuterò io!”
 “Yuuri, veramente io…”
Adesso fa’ silenzio
“Forza, prendi le mie mani!” Yuuri rise al verso gutturale che Viktor emise quando Yuuri li portò a scivolare sul ghiaccio insieme. Viktor si aggrappò alle mani di Yuuri cercando di trovare un minimo di equilibrio. “Finiremo per cadere entrambi in questo modo!” Viktor provò. “Non fa niente, vuol dire che ci rialzeremo e cominceremo di nuovo! Non puoi arrenderti, Viktor!”
Con una spada vorrei tagliare quelle gole che cantano d’amore
  In qualche modo riuscirono a trovare un equilibrio e cominciarono a danzare sul ghiaccio, Yuuri con il sorriso stampato sulle labbra e anche Viktor, dapprima titubante, si era lasciato andare alla leggerezza che scivolare in modo così armonico sul ghiaccio gli regalava.
Vorrei serrar nel gelo che esprimono quei versi d’ardente passione
  Gli occhi di Viktor brillavano di una luce diversa al chiarore lunare, e sembravano colorarsi del grigiore metallico dei raggi di luna. Yuuri li trovava ancora incredibilmente belli. “Sai pattinare piuttosto bene, Viktor”
 “Grazie, anche tu sei così leggero ed aggraziato, sembri appartenere al ghiaccio più che al terreno solido”. Yuuri si sentì arrossire, provò ad abbassare il capo verso il basso ma Viktor glielo impedì sollevandolo con delicatezza prima di riportarlo di nuovo sul ghiaccio.
Questa storia che senso non ha, svanirà questa notte assieme alle stelle
  Se potessi vederti, dalla speranza nascerà l’eternità
 Stammi vicino, non te ne andare
 Ho paura di perderti

“Mi dispiace di essermi comportato in modo così scortese” Yuuri lesse pentimento nei suoi occhi e sentì qualcosa premergli sullo stomaco all’oscurarsi della luce che prima accendeva quelle iridi cristalline. “Scuse accettate” disse. “Sei diverso stasera”
 “Ci sto provando” Viktor emise un basso verso, Yuuri pensò che se fosse stato umano sarebbe stato una risatina. “Per te”
Le tue mani, le tue gambe
  Le mie mani, le mie gambe
  I battiti del cuore si fondono tra loro

  La musica raggiunse il suo culmine e Yuuri e Viktor presero a volteggiare.
 Partiamo insieme, ora sono pronto
  La canzone scemò fino a raggiungere la sua fine. Viktor e Yuuri erano senza fiato, ma nonostante la pesantezza di non aver abbastanza ossigeno nei polmoni, si sentivano leggeri e felici come piume.
“Qual è il titolo della canzone, Viktor?”
 “Stammi vicino, non te ne andare

 “Padrone, è terribile! E’ terribile!”
Viktor e Yuuri furono interrotti improvvisamene da Yuri, che correva in modo impacciato sulla neve. Viktor si separò da Yuuri, raggiungendo Yuri a metà strada. “Cos’è successo, Yuri?”
 “Il castello, padrone! Il castello è stato attaccato!”

“Prendete tutto quello che desiderate, compagni miei!” gridò JJ alla folla che entrava dalle porte spalancate del castello. “Prendete pure tutte le ricchezze che riuscite a trovare, ma non toccate la bestia! La bestia è mia!” JJ ricevette in risposta un unico forte grido. Con un ghigno stampato sulle labbra, si avviò verso la scala che sembrava più minacciosa, immaginando che la bestia si nascondesse lì.

“Yuuri, resta qui” Viktor cercava di convincere Yuuri a lasciarlo da solo, fermi fuori al grande terrazzo dell’ala ovest, nella stanza in cui Viktor gli aveva assolutamente proibito di entrare. “Resta qui al sicuro”
 “No! Sono gli abitanti del mio villaggio, sono venuti a cercare me ed uccidere te!” sbottò, la paura gli faceva tremare le mani, ma a differenza di queste la sua voce era ferma e risoluta mentre pronunciava quelle parole. “Resterò con te, è una mia responsabilità!”. Viktor lo guardò, la disperazione evidente nei suoi occhi. “Yuuri, se io dovessi…”
 “Bestia, togli subito le tue sudice zampe da lui!”
Viktor e Yuuri si voltarono contemporaneamente verso la persona che si parava davanti a loro: JJ, armato di spada, sorrideva vittorioso.
“Yuuri ti ho trovato, finalmente!”
 “JJ, tornatene subito al villaggio e porta tutti gli altri con te!” Yuuri avanzò di alcuni passi, prima che Viktor lo afferrasse per un polso. “Lascia Viktor in pace, non mi ha fatto nulla di male!”
 “Viktor…?” JJ ripetè, non credendo alle sue orecchie. “Chiami per nome quella…quella bestia? Lo difendi, addirittura?!”. Yuuri lo fissò con sguardo duro: Viktor si era dimostrato aggressivo all’inizio, neanche Yuuri avrebbe creduto che Viktor non gli avrebbe fatto del male; ma Yuuri l’aveva conosciuto meglio, si era dimostrato una persona un po’ impacciata, si arrabbiava spesso, ma gentile.
“Sì, tu non lo conosci, JJ!” continuò. “Va’ a casa!”. JJ scoppiò a ridere, portandosi la mano che non reggeva la spada sul viso. “Non ci credo…Ho fatto tutto questo per trovarti, affinché tu mi sposassi e… cosa? Ti sei innamorato di una bestia?” terminò con disprezzo. “Non posso accettarlo! Non lo farò mai!”
Successe tutto in una frazione di secondo: JJ prese la rincorsa, puntando la spada verso il petto di Viktor, Yuuri provò a spostarsi davanti a lui, senza nemmeno pensarci, ma fu spinto di lato dalle braccia possenti di Viktor. Mentre Yuuri cadeva, ed osservava con orrore la lama della spada trafiggergli il petto, il muso di Viktor sembrò piegarsi in un sorriso.
  Quello che successe dopo fu altrettanto veloce: l’urlo di Yuuri, Viktor che prendeva JJ e lo scaraventava dal parapetto del terrazzo prima che riuscisse ad avvicinarsi a Yuuri. Viktor riuscì a restare in piedi per pochi secondi prima di accasciarsi al suolo. “Viktor!” Yuuri lo raggiunse, prendendogli una zampa e stringendola tra le sue mani, così piccole in confronto. “Viktor, ti prego!”
 “Yuuri” Viktor portò una zampa contro il suo volto, poggiandola contro una guancia con delicatezza. “Sei così bello, Yuuri”
 “Viktor…”
 “No, aspetta, Yuuri” Viktor lo interruppe e Yuuri rabbrividì per la calma innaturale della sua voce. “Sei la persona più bella che io abbia mai visto. Non solo esternamente, Yuuri” portò la mano che Yuuri stringeva tra le sue dita contro il suo petto. “Hai un animo gentile e generoso” riprese. Tossì alcune volte, respirare gli risultava sempre più difficile con il passare dei secondi. “Sono felice che tu sia entrato nel mio castello senza permesso, quella volta”
 “Viktor, ti prego…” iniziò a piangere, le lacrime cadevano sul vestito di Viktor, bagnandolo. Viktor gli strinse le mani un’ultima volta, mentre l’altra scivolava contro il suo volto come una carezza. Dopo, il corpo di Viktor fu immobile.
  Yuuri sentì il respiro fermarsi in gola ed impedirgli di respirare.
Tutta colpa sua.
  Era tutta colpa sua: la morte di Viktor, l’assalto al castello. Tutta colpa sua.
“Viktor, ti prego” mormorò, accasciandosi sul suo petto.
 Yuuri, la faccia premuta contro Viktor, non vide il bagliore sempre più forte che aveva iniziato a crearsi dai pattini coperti dalla teca. La luce si espanse e al centro del suo nucleo di luce, apparve il volto di una donna sconosciuta. Ella pronunciò alcune parole e il corpo inerme di Viktor iniziò a sollevarsi.
  Il volto della donna sparì, la luce circondò Viktor. “Viktor?!” Yuuri si alzò di scatto dal pavimento, le mani ancora strette intorno alla zampa di Viktor. Sentì quella stessa zampa cambiare inspiegabilmente forma, anche se non poteva vederla perché avvolta dalla luce, così come il resto del suo corpo.
  Quando la luce iniziò ad affievolirsi gradualmente e con essa il corpo di Viktor, che tornò alla posizione precedente per terra, Yuuri non stava stringendo più una zampa, ma delle dita. Lunghe, pallide e affusolate dita. Yuuri le guardò, sconcertato.
Dita?
“Yuuri” una voce, vellutata e profonda, pronunciò il suo nome. Yuuri alzò lo sguardo, puntandolo sull’uomo più bello che Yuuri avesse mai visto: lunghi capelli grigi, pelle candida e pallida, e gli stessi magnifici occhi, di quell’azzurro vivido, che Yuuri era abituato a vedere. “V-Viktor?!” Yuuri disse il suo nome in un rantolo. Viktor guardò le sue mani strette intorno ad un’altra mano, la sua mano. Portò entrambe davanti al proprio viso, esaminandole con incredulità.
“Yuuri!” disse improvvisamente, Yuuri sobbalzò sentendosi chiamare così all’improvviso. “Sono io, Viktor!” Viktor gli prese il volto in entrambe le mani, sorridendogli ed esibendo denti diritti e candidi. “Oh Yuuri, ti amo così tanto!”
Viktor fece incontrare le loro labbra troppo velocemente, rise contro la sua bocca prima di scusarmi e baciargli le labbra piano.
“Viktor? Ma la bestia…! E…E la tua ferita!” Yuuri balbettò. Tra il bacio, la trasformazione in quell’uomo meraviglioso, Yuuri faceva fatica ad articolare frasi di senso compiuto. Poi un pensiero si fece spazio nella sua mente: Viktor era lo stesso ragazzo del quadro. “Tu…” Yuuri si coprì la bocca spalancata dallo stupore con mani tremanti. “Viktor, sono così felice!”
Nel castello, ora abitato da persone in carne ed ossa e non più da oggetti inanimati, che si abbracciavano e salutavano, liberato finalmente dagli abitanti del villaggio che avevano cercato di depredarlo, rieccheggiò la risata di Viktor mentre, abbracciato da Yuuri, cadeva all’indietro.
“Stammi vicino” Yuuri mormorò contrò le sue labbra, sorridendo come non sorrideva da molto tempo.
“Non te ne andare” Viktor completò, sorridendogli di rimando prima di baciarlo con dolcezza.

Fine.

 

Spazio Autrice.
  Okaaay, quindi sì, questa è la prima storia che scrivo per un contest, quindi sono un po' nervosa, spero di aver seguito bene il regolamento! Ed ovviamente spero possa piacervi! :)

  
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