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Autore: _Qwerty_    08/04/2017    5 recensioni
Tutti amano Neville, ma quasi nessuno parla di Hannah: cosa hanno fatto nei primi tempi dopo Hogwarts? Come hanno iniziato a frequentarsi, fino a decidere di stare insieme e sposarsi? Com'è che Hannah è arrivata a gestire lo storico Paiolo Magico? E Neville non è certo diventato subito professore di Erbologia a Hogwarts: cosa ha fatto nel frattempo?
Questo è il mio nuovo esperimento, una mini-long su Hannah e Neville, principalmente dal punto di vista di lei, il più possibile canon (che per me NON comprende The Cursed Child) e spero non troppo sdolcinata o melodrammatica.
Leggete e recensite numerosi!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ernie Macmillan, Hannah Abbott, Neville Paciock, Tassorosso | Coppie: Hannah/Neville
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Camini-7
Natale 2002, sala da pranzo di Augusta Paciock


“Devo dire che all’inizio ero un po’ scettica, sai, Neville si è rivelato piuttosto bravo con le piante, ma non ce lo vedevo proprio a fare lezione a un’orda di ragazzini e adolescenti scalmanati. Insegnare a Hogwarts è un grande onore e chi pensa il contrario non ha memoria storica” disse la signora Paciock ad Hannah, dopo averle raccontato altri svariati aneddoti che Neville avrebbe volentieri evitato di riascoltare.
“Tu piuttosto, cara, non ti ho mai chiesto come sei finita a gestire il Paiolo Magico…”
“È avvenuto abbastanza per caso, all’inizio del duemila: all’epoca stavo facendo il corso per Medimago, sa, non avevo i requisiti di scuola per essere presa fra i Guaritori, e…”
“Se non ricordo male tuo padre era un Guaritore, non è così? Ed è stato ucciso dalle canaglie di Voldemort” chiese la signora Paciock senza scomporsi, come se avesse chiesto se era pronto il tè.
“Sì, mio padre ha pagato con la vita il suo impegno per aiutare i Nati Babbani, e mia madre prima di lui” rispose Hannah con serietà.
“Un Purosangue col cervello, direi. Di questi tempi sono una specie rara. Sono proprio contenta che Neville non si sia messo dietro ad un’oca Serpeverde con la nostalgia della purezza del sangue” concluse decisa.
Hannah sorrise educatamente e scambiò uno sguardo complice con Neville.
Era il primo Natale sereno che passava da diversi anni ormai, con qualcuno che la faceva sentire parte della famiglia. Aveva ricordi bui del Natale degli ultimi anni di scuola e anche i successivi li aveva passati al Paiolo Magico, cercando di distrarsi nel sistemare le varie faccende del locale e condividendo la sensazione di solitudine con i rari avventori che capitavano in quella giornata, anche loro evidentemente senza qualcuno con cui passare il giorno di festa.
Adesso però le cose erano finalmente cambiate. In Neville aveva trovato la persona che la faceva stare bene e con cui sentiva di non doversi nascondere nel personaggio “la giovane e agguerrita locandiera del Paiolo Magico”, come l’aveva descritta sull’omologo svizzero del Profeta un amico di Ernie, perché sapeva che poteva lasciarsi andare senza essere giudicata, e ogni giorno cercava di fare lo stesso per Neville. Alla fine, era andato a Hogwarts come professore e in effetti all’inizio aveva dovuto impegnarsi alquanto per entrare nel ruolo, ma alla fine quella strega brasiliana, per quanto antipatica, aveva ragione: era importante trasmettere ai giovani maghi le conoscenze sulla natura e il valore dell’ambiente, e Neville era la persona che poteva farlo meglio di chiunque altro. Durante quei primi mesi di scuola potevano vedersi solo nel finesettimana e ormai Neville praticamente viveva da lei il sabato e la domenica, così, arrivato Natale, era venuto naturale passarlo da lui, che le aveva presentato, con entusiasmo ma non senza una punta di imbarazzo, sua nonna e tutti gli zii e prozii presenti. Dire che si sentiva del tutto a suo agio sarebbe stato mentire: sapeva quanto per Neville fosse importante l’opinione di sua nonna e quanto forte fosse il loro legame e non poteva negare di sentirsi un po’ sotto pressione, tanto ci teneva a fare all’anziana strega e a tutti i parenti una buona impressione. Anche se dover gestire un locale e stare sempre a contatto col pubblico l’aveva fatta crescere molto, facendole imparare anche a non farsi buttare giù da critiche gratuite, commenti e gossip malevoli che inevitabilmente nascono nei locali molto frequentati, un’altra cosa era il valore dell’opinione delle persone che sapeva importanti per Neville. Da questo punto di vista lui non aveva mancato di rassicurarla, scherzando sul fatto che anche lui continuava a sentirsi comunque un po’ sbagliato di fronte alla nonna, e aveva anche cercato di farla sentire parte del gruppo ogni volta che uscivano insieme ad Harry e gli altri. Hannah sapeva che molti dei suoi timori erano infondati, perché sia Harry che gli altri non l’avevano mai fatta sentire fuori posto, ma lei era consapevole che quanto avvenuto ai tempi della scuola aveva cementato un legame unico fra Neville, Harry, Hermione, Ron, Ginny e Luna, rispetto al quale lei era un’ospite, e forse era giusto così. Sapeva per esperienza personale che occorre del tempo per tutte le cose: tempo per elaborare la perdita dei propri cari, tempo per costruire un progetto di realizzazione personale e di vita con qualcuno, e lei non avrebbe certo forzato i tempi suoi e di chi le stava intorno.


Maggio 2003, La Tana


Alla fine, Ron e Hermione si erano sposati davvero, con tanto di festa nel grande giardino di casa Weasley, anche se i due vivevano già da tempo insieme poco fuori Londra, e stavolta anche Hannah aveva partecipato assieme a Neville. Frequentando gli ex-Grifondoro negli ultimi mesi aveva avuto modo di apprezzare altri lati di Ron e Hermione, sui quali sicuramente non si sarebbe fermata a riflettere ascoltando solo i racconti di Neville o ripensando a Hogwarts.
Ron da tempo lavorava col fratello George nel negozio di scherzi a Diagon Alley e non mancavano le occasioni di incrociarsi per commissioni varie, in farmacia o in fila alla Gringott. Ron aveva sofferto molto la condizione di fratello più piccolo e anche andare a lavorare nel negozio col fratello sembrava apparentemente un ripiego, un non poter fare altro, a confronto con Harry Auror, Hermione lanciata nella carriera al Ministero all’Ufficio Applicazione della Legge Magica e una sorella già star del Quidditch. In un certo senso, Hannah avvertiva della somiglianza con la sua situazione, pensando a Ernie già brillante rappresentante in missione per la Cooperazione Magica, Susan trasferitasi alla Metropolvere elvetica dopo aver sposato un ragazzo svizzero presentatole da Ernie stesso e Justin rivelatosi abile esecutore di incantesimi di Occultamento Edile e Architettonico dai Babbani, con cui si manteneva da libero professionista. Lei si era ritrovata in effetti davvero per caso al Paiolo Magico e chiunque avrebbe pensato che per una ragazza così giovane era comunque un sacrificio chiudersi in un locale che richiedeva lavoro sette giorni su sette ventiquattro ore su ventiquattro, ma anche che forse non aveva saputo trovarsi di meglio. Invece non era così, lei amava il locale e anche il sacrificio che richiedeva, così come per Ron non era un ripiego lavorare nel negozio di scherzi, ma un modo per restare unito alla famiglia e alla memoria del fratello Fred.
Con Hermione le cose erano un po’ diverse. L’aveva sempre vista come la prima della classe a scuola e non la invidiava per questo, perché sapeva riconoscere che alcuni hanno per natura una marcia in più in determinati contesti, e inoltre immaginava che doveva essere stata dura essere così brava con qualcuno che la chiamava sempre Sanguesporco, o che, anche se non lo diceva a voce alta, trovava comunque scandaloso che ad essere così dotata fosse una Nata Babbana. Di sicuro ad Hermione negli anni di scuola era stato richiesto un surplus di forza e determinazione che ai suoi compagni purosangue, a lei stessa, non era mai stato richiesto, pensava Hannah. Adesso dava il massimo nel suo lavoro al Ministero e quella non era altro che la continuazione del percorso iniziato a scuola.
“Ma a voi non va di ballare?”
La voce squillante di Rolf, il compagno di Luna, la ridestò dalle sue riflessioni. Anche Neville parve ricordare all’improvviso dov’erano.
“Già, ecco la musica, Neville che dici, andiamo?” fece lei titubante.
“Lo sai che non mi piace ballare” rispose lui, vagamente implorante.
“Neanche a me, ma tanto non ci guarda nessuno. Guardano tutti gli sposi, oppure Luna e Rolf.”
Hannah e Neville presero posto insieme alle altre coppie, mentre gli strumenti stregati attaccavano un lento.
“Mi sono sempre chiesto come abbia fatto una persona delicata come Luna a trovare un tipo come Rolf” commentò Neville.
“Forse perché sono fuori di testa allo stesso modo, e hanno in comune più di quello che sembra dall’esterno – rispose Hannah – Come noi, alla fine.”
Si guardarono negli occhi, per qualche secondo in più, e risero insieme.
“Stasera a casa però devo controllare la Cloronia, il vaso era ancora pieno della seconda versione di concime sperimentale, non vorrei che non si fosse nutrita a sufficienza…”
“Neville, quella pianta sta bene, è sopravvissuta all’inverno inglese quando era ancora un germoglio, sopravviverà anche a un paio di giorni senza concime!”
“Lo so, lo so… Sai cosa dovremmo fare, però, metterla di sotto, nella sala comune del locale, vicino al corridoio per entrare a Diagon Alley, invece di tenerla sempre su. Soffre di solitudine se non riceve attenzioni e col fatto che io sono sempre a scuola e tu sempre di sotto sta rallentando la crescita… Non guardarmi in quel modo, non è una diceria, ci sono prove che la Cloronia abbia bisogno della presenza umana per crescere e fiorire al massimo!”
“Non ne dubito, ma se poi dovesse sfuggirci di mano e crescere troppo? Non credo sia una buona idea trasformare la sala comune in un angolo di foresta amazzonica, per il momento!”
La musica sfumava e i due videro Luna e Rolf tornare alla carica verso di loro.
“Beh, devo ammettere che le vostre feste di matrimonio non sono male, anche se siete inglesi” commentò Rolf.
“E lo hai detto davanti a Ron e Hermione?” chiese Neville, stupito ma non troppo.
“Certo, sono stati molto aperti all’impressione di un non-britannico” rispose Luna.
Hannah e Neville si guardarono, sicuri di stare immaginando la reazione di Ron e Hermione allo stesso modo.
“Comunque, il nostro matrimonio sarà diverso – continuò Rolf – Sarà da me, nella zona dei grandi laghi, con spazio per volare, alberi che cantano…”
“Non credo proprio che sarà da te, se sarà” lo interruppe Luna, col tono di chi commenta le previsioni del tempo.
“Dobbiamo prima vedere com’è la steppa.”
“Sapete, a luglio andiamo in Kazakhstan con una spedizione a cercare Pterocini – spiegò Luna cogliendo lo sguardo interrogativo di Hannah e Neville – Grigorj, la guida con cui un amico di Rolf ci ha messo in contatto, ci ha già scritto un sacco di cose meravigliose sulla bellezza dell’ambiente naturale, come la steppa che dice bionda come i miei capelli. Quindi potremmo anche sposarci là” concluse sognante.
“Grigorj terrà la bocca chiusa e la bacchetta a posto quando saremo lì, altro che steppa bionda” rispose Rolf, tutt’altro che sognante.
“Invece voi quando vi sposerete?” chiese Luna.
Hannah e Neville si guardarono, arrossendo appena.

Ops.


***

NdA: eccoci davvero alla fine! Lo so, magari era più logico che descrivessi anche il matrimonio di Hannah e Neville, magari potevo inserire qualche scenetta con i due alle prese con la quotidianità, ma… Preferisco lasciarli all’immaginazione di qualcun altro: so che rovinerei con castronerie iper-romantiche e iper-banali un racconto che vorrebbe mantenere la cifra della delicatezza. Tutto qua! Non ho nemmeno altre parole conclusive, se non quelle per ringraziare tutti i lettori e i recensori, e in particolare Elsinor che ha recensito ogni capitolo incoraggiandomi ogni volta! :) 
  
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