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Autore: Petricor75    08/04/2017    1 recensioni
Questa fanfiction è una serie di oneshot, non seguono uno stile rigido e si muove tra missing moments, intermezzi tra episodi, scene particolari viste negli episodi, Xena e Gabs POV, sono narrati in diverse forme, l'intento è esplorare a modo mio i pensieri, le emozioni e l'evoluzione sia dei due personaggi che della loro storia d'amore. Ringrazio le mie beta, AwkwardArtist e GirlWithChakram. Sono graditi i feedbaks, di qualsiasi tipo, grazie. Disclaimer: ma ce n'è ancora bisogno?
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO QUATTORDICI - DEATH MASK

"Xena?", ha gli occhi chiusi, il mio bardo, mentre fa danzare la sua staffa con movimenti lenti e armoniosi, seguendo con religiosa condotta tutte le mosse che ha voluto che le insegnassi, lamentandosi del fatto che Eponin l'avesse introdotta solo alle basi del combattimento con l'arma da lei scelta. "Gabrielle, è ora di andare." La informo gettando l'acqua sulle braci ancora calde. Una nuvola di vapore mi ostacola la sua vista per qualche attimo, ma faccio in tempo a scorgere una nota di disappunto nel suo linguaggio corporeo e mi scappa una risatina divertita. "Mi hai fatto perdere la concentrazione!", protesta, "Come puoi pretendere che impari a fermare le frecce come fai tu, se ogni volta che provo a concentrarmi diventi più laboriosa di una formica operaia, vaghi per tutto l'accampamento spostando cose a destra e a manca e mi metti fretta!", ok... la ragazzina si è svegliata col piede sbagliato! Emetto un sospiro più grave del solito, mentre marcio nella sua direzione con una postura a metà tra l'annoiato e il minaccioso, appena percepisce la pesantezza dei miei passi, spalanca finalmente gli occhi e leggo una nota di timore in quelle due pozze verde smeraldo. Sopprimo una risata a fatica, fermandomi proprio di fronte a lei. "Allora, primo, ti ho già detto giorni fa che devi smettere di provarci, è una reazione istintiva.", la informo in tono divertito alzando il pollice della mano in un gesto che ha un ché di teatrale.

Era stata una sorpresa anche per me, quando qualche giorno prima, aveva alzato la sua staffa e bloccato una freccia diretta proprio al mio fianco. Una freccia che non avevo 'sentito'... già... perché proprio mentre si parlava di prendere frecce al volo, la mia mente stava ancora ripensando a quel bacio... Mi sono accorta troppo tardi che qualcosa non andava e se non fosse stato per la sua prontezza... beh... ad ogni modo... Ecco perché cerco di tenermi più occupata del solito, ultimamente... perché mi distraggo più facilmente del solito! E questo non deve accadere. Per la mia sicurezza, e soprattutto per la sua. Ma posso dirle: 'Gabrielle, sei tu che mi distrai?', no! Lei non fa nulla di sbagliato. E così... lei si concentra sui suoi movimenti del Tartaro, e io mi concentro a tenermi occupata. Non c'è nulla a cui ripensare. Era un momento difficile per me e lei si stava solo prendendo cura della mia anima... se mai io ne abbia davvero una... Mi vuole bene e nel suo bisogno di essermi d'appoggio, è successo. Non per niente, non ne abbiamo mai più parlato. Non vuol dire nulla, per nessuna delle due. Fine della discussione!

Scuoto il capo per riprendere il filo del discorso, mi sono persa di nuovo, dannazione... "Secondo, sbaglio o eravamo d'accordo che saremmo ripartite stamattina?", l'indice si è unito al pollice, mentre la guardo con un sopracciglio alzato, con la staffa in appoggiata al proprio corpo, affonda entrambi i pugni sui fianchi, "Hah, come se chiedessi il mio parere!", la sento borbottare tra sé, pondero un attimo quello che è appena giunto alle mie orecchie... lasciamo correre, riprendo a parlare, "Ti metti a giocare con la tua staffa, a me tocca disfare il campo e caricare tutto da sola, e oltretutto ti lamenti che non ti faccio concentrare?", solo una luna fa se la sarebbe presa a morte per questa mia commediola da quattro denari, ma ultimamente ha imparato a capire meglio il mio modo di esprimermi, le bastano poche parole e pochi gesti per 'sentire' se sto scherzando o se sto facendo sul serio. È più attenta anche quando viaggiamo, capisce quando qualcosa non mi torna ed è pronta a reggermi il gioco, proprio come il giorno in cui abbiamo incontrato Toris, nel bosco.

Come si fa a non essere rapiti dal suo modo di narrare storie? Era tutta presa a raccontarmi come aveva bloccato quella freccia, come se io non fossi stata lì con lei. Le sue espressioni, i suoi movimenti enfatizzati, le emozioni che trasparivano dai suoi bellissimi occhi, perdevo costantemente l'attenzione su quello che ci succedeva intorno, ricordo di essere scesa da Argo e di essermi imposta di stringere più saldamente del solito le redini, solo per ricordarmi di stare attenta all'ambiente attorno a noi. Poi ho captato qualcosa, un attimo dopo lei mi ha guardata, e ci siamo capite, è stata lei che ha cominciato a parlarmi in codice, per capire cosa stava succedendo e darmi il tempo di valutare la situazione. Se ci ripenso adesso, sapendo che è stata la prima volta, Dei, è stato un momento unico, a dispetto del potenziale pericolo che si parava di fronte a noi.

"Non stavo giocando con la mia staffa!", protesta scoppiando in una risata fragorosa, il suo braccio si leva verso di me, nel tentativo di cogliermi di sorpresa e colpirmi la spalla con un pugno, stavolta, però non ho la guardia abbassata e la blocco a poca distanza dal suo obiettivo, stringendo la mia mano sul suo polso, alza gli occhi al cielo in un gesto di frustrazione, sbuffa sonoramente e si sottrae alla mia presa, infastidita dalla sconfitta. Questo spettacolo unico non può far altro che provocarmi un'altra risata, piena di calore e affetto per lei. È vero, quell'episodio non ha voluto dire nulla, ma ha voluto dire tutto, in quel momento. Non c'è nulla di cui parlare, tuttavia... Ah... basta Xena! "Basta giocare, andiamo, ragazzina!", la incoraggio con una pacca sulla spalla, salgo sulla mia fedele giumenta, prendo le redini e faccio due giri stretti attorno alla mia mano... tanto per essere sicura, ecco.

XOXOXOXOXOXOXOXOXOXOXOX

"Gabrielle?", alzo lo sguardo nella sua direzione, senza preoccuparmi di risponderle verbalmente, mi sorride dall'alto della sua sella e sento che ha qualcosa d'importante da dirmi. Spero che non voglia parlare di quella notte. Non so ancora cosa mi sia preso, per il Tartaro, io volevo solo esserle di conforto, non avrei dovuto approfittarmi del suo stato emotivo, mi ha sconvolta vederla così fragile, è stato qualcosa che ho fatto senza rendermi conto, senza pensare! Avrei dovuto chiederle scusa, dovrei chiederle scusa, forse... Ma... oh Zeus! Era solo un bacio di conforto! Di che cosa dovrei mai scusarmi? Hah, che confusione! "Gabrielle!", ecco... non ho sentito nulla di quello che mi ha detto, bella figura, Gabs, hah, e tu vorresti prendere le frecce al volo! Complimenti! "Scusa, Xena, stavo pensando a una cosa...", "Non hai sentito nulla di quello che ti ho detto?", è divertita, meno male! Alza gli occhi al cielo e prende fiato, "Ricordi quando abbiamo incontrato Toris?", "Certo.", strizzo un occhio per pararmi dalla luce del sole, che filtra dai rami degli alberi proprio alle sue spalle, "Hai capito il mio linguaggio prima che potessi avvertirti, hai fatto in modo che ti dicessi cosa stava accadendo intorno a noi, senza destare alcun sospetto ad orecchie estranee, sei stata molto, molto brava.", ad ogni sua parola sento le mie labbra che si allargano sempre di più in un sorriso orgoglioso, "Mi ero dimenticata di dirtelo prima.", aggiunge addolcendo il tono. "Beh, grazie, ho un buon istruttore...", rispondo, meravigliandomi del mio stesso imbarazzo e sentendomi avvampare le guance. Una piccola stretta dei talloni sui fianchi di Argo e riprendiamo la marcia, "Grazie a te.", risponde con referenza, "Per cosa?", adesso sono confusa. "Per averci forzato a confrontarci.", "Hah, siete così testardi, voi due! Non è stata una passeggiata, sai?!", la informo guardandola di sottecchi.

Non posso che farmi un'altra sonora risata, ripensando a quel giorno al campo, io e Toris ci guardavamo in cagnesco e ci studiavamo a vicenda, e lei davanti al fuoco ad arrostire una pernice, che cercava in tutti modi di farci fare una conversazione tra fratelli, peccato che la monopolizzava lei, la conversazione, come fa sempre, del resto, "Lila ed io di qui, Lila e di quà...", al momento ero troppo infuriata con Toris per essersi messo alle dipendenze di Cortese, per rendermi conto della comicità di quella situazione, ma a ripensarci adesso era davvero esilarante! Ma quando si è opposta al mio tentativo di allontanarla dal pericolo, oh Zeus! In quell'occasione, il mio bardo, è stata ridicolosamente imbarazzante, ricordo ogni parola che le è uscita di bocca, ricordo il tono, ricordo il suo linguaggio del corpo...

"Oh no! No, no... questo è il tuo modo per dirmi 'Gabrielle, è troppo pericoloso starmi intorno in questo momento.'. Beh, ti è mai passato per la testa che non c'è mai un momento sicuro per starti intorno? Ora, quel villaggio non ha bisogno di me, ma tu potresti, e io vengo con te! Ora, se non c'è altro, farò un po' di pratica con la mia staffa. Fine della discussione. Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a questa scenata, Toris.', oh Dei! Non hai idea della fatica che ho fatto per non ridere, perché in quel momento sarebbe stato come mancarti di rispetto, ma eri così... sembravi proprio una mogli... Ok, Xena, BASTA! Stringi queste redini del Tartaro e falla finita per tutti gli dei dell'Olimpo!

   
 
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