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Autore: Blue Owl    09/04/2017    2 recensioni
AU. Viaggi nel tempo. Piton torna indietro nel tempo, con la consapevolezza di ciò che accadrà nel caso in cui fallisse. Senza più serbare rancore, cerca di modellare Harry per renderlo il più grande mago di tutti i tempi, a partire dal giorno in cui Hagrid condusse Harry a Diagon Alley.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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To Shape and Change - Modellare e cambiare
di Blueowl

tradotto da Mezzo_E_Mezzo


Rinuncia: né io né l’autrice possediamo Harry Potter.

Capitolo 7: [Healing] Guarigione

Severus fu piacevolmente sorpreso e meravigliato di quanto in fretta la popolazione studentesca fosse passata oltre l’intera bravata di Raptormort. Suppose che il detto: “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore” fosse vero. Senza nulla che ricordasse loro quello che era accaduto, andarono avanti, tornando a chiacchiere su argomenti triviali, come chi aveva detto che cosa, e che cosa il tal dei tali aveva deciso di indossare quel giorno.
Fu grato che i ragazzini fossero fatti così.
Il personale, sfortunatamente, non faceva lo stesso.
«Siamo sicuri che non tenterà qualcos’altro?» Chiese Minerva.
Stavano tenendo una riunione non ufficiale. Era mercoledì sera.
«Non possiamo esserne sicuri, Minerva, ragion per cui non abbiamo cambiato nulla nei nostri precedenti piani e preparativi,» rispose Albus.
«Oh, sono grato del fatto che abbiamo optato per il Fidelius,» affermò Filius.
«Anch’io,» mormorò Severus.
«Bene, gli scudi saranno posti quest’estate, ho la parola del Consiglio che ci daranno i permessi e forniranno i fondi necessari non appena saremo pronti,» affermò il Preside, proseguendo.
«Era ora. Anche senza la minaccia di Voi-Sapete-Chi, è da troppo tempo che gli scudi avevano bisogno di essere rafforzati,» disse Minerva tirando su col naso.
«Sì, ma non ci limiteremo a rafforzarli, ne aggiungeremo altri,» si inserì Filius.
«È stato deciso che cosa aggiungeremo esattamente?» Chiese Pomona, prendendo la parola.
«Ho alcune idee, oltre al semplice rafforzamento degli scudi esistenti, ma vorrei le vostre opinioni in proposito prima di dirvi le mie,» rispose Albus, guardandoli tutti.
Prima di riuscire a fermarsi, Severus parlò. «Scudi anti-travestimento, inclusi quelli che individuano gli animagus e l’uso di Pozione Polisucco.»
«Sì, sono d’accordo,» confermò Filius, comprendendo al volo i meriti di una tale precauzione, mentre Severus si rilassò internamente.
Non aveva parlato troppo all’improvviso.
«Molto bene,» disse Albus, scrivendolo su un foglio di pergamena davanti a sé.
«Hmm, forse anti-Passaporta, per prevenire partenze non autorizzate da Hogwarts?» Chiese Pomona.
«Sì, ma avendo qualche Passaporta permessa da lei o da un professore autorizzato, con cui poter entrare,» aggiunse Minerva.
Silente annuì, scrivendo anche quello.
Stettero seduti in silenzio per un po’, pensando a qualsiasi debolezza che Hogwarts potesse avere. Rimasero così per un minuto buono, tutti tentando di pensare ad altri modi di implementare le protezioni.
Severus stava pensando furiosamente a come far aggiungere un altro scudo che desiderava disperatamente, senza attirare di nuovo l’attenzione su di sé.
«Dissennatori,» sussurrò tra sé.
«Che cosa hai detto, Severus?» Chiese Albus.
Severus si sforzò di non sollevare gli occhi con improvviso allarme. Invece, guardò lentamente Silente con un’espressione pensierosa sul volto.
«Dissennatori. Stavo solo ripercorrendo mentalmente tutti gli alleati che il Signore Oscuro avrebbe se ritornasse alla sua forza originaria. Se dobbiamo creare gli scudi per lo scenario peggiore possibile, allora sarebbe saggio averne anche contro di loro. E, ora che ci penso, perché non uno scudo che avverta lei, Preside, su chiunque abbia un Marchio Nero?»
«Ma i Dissennatori sono sotto il controllo del Ministero,» puntualizzò Filius.
«Le parole ‘Ministero’ e ‘controllo’ sono mai state bene insieme?» Rimbeccò Minerva.
Silente si tirò la barba, guardando intensamente Severus.
«È solo un suggerimento, Preside,» affermò lui.
«Un suggerimento molto curioso,» replicò Albus, fissando ancora Severus pensierosamente. «E anche molto saggio.»
Severus decise di tentare una nuova tattica e abbassò lo sguardo, come se esitante. Voleva deviare i sospetti del Preside da dovunque si stessero dirigendo. «Dopo quello che è da poco accaduto… Credo che dovremmo prepararci a tutto. È stato… molto frustrante per me che un uomo come Raptor sia stato capace di… ingannarci. Mi sentirei più al sicuro sapendo che siamo equipaggiati nel modo migliore per proteggere Hogwarts da qualunque cosa il Signore Oscuro potrebbe essere in grado di usare contro di noi, a prescindere di quanto improbabile possa sembrare.»
Silente continuò a fissare Severus per un istante, prima di annuire, adesso capendo le motivazioni della propria spia. «Sono d’accordo, Severus. Forse se fossimo stati così attenti e cauti, questo primo incidente non ci sarebbe stato.»
Severus rilasciò mentalmente un sospiro di sollievo. Crisi evitata, per ora.

O o O o O

Harry e Neville si unirono agli altri ragazzi del primo anno fuori dal castello per la loro prima lezione di volo. Molti tra loro erano eccitati e volevano già volare, mentre il povero Neville era fuori di sé dalla paura.
«Andrai bene, Neville,» lo rassicurò Harry. «L’insegnante è qui e non lascerà che ci succeda nulla.»
«Sono portato per gli incidenti, Harry. Nessuno mi salverà.»
«Oh, piantala di essere così drammatico, Paciock,» fece Draco, raggiungendoli alle spalle. «Non morirai. Fa’ solo quello che ti dicono e andrai bene.» Aveva sul serio un tono rassicurante - o almeno stava tentando di averlo.
Neville e Harry si scambiarono una breve occhiata. Draco stava davvero facendo il gentile…con Neville? Non che fosse stato mai esattamente sgarbato con lui; lo aveva solo snobbato un po’ e in altre occasioni lo aveva ignorato. Forse Draco non aveva voluto comportarsi così apposta, finora. Forse era stato nervoso per l’inizio della scuola e non era molto consapevole degli altri finché non attiravano la sua attenzione, come Harry. Forse?
«G-grazie, Malfoy.» Riuscì a farfugliare Neville.
Draco agitò la mano in un cenno di noncuranza verso il ringraziamento e guardò Harry. «Tuo padre era Cercatore per Gryffindor, lo sapevi?»
Harry spalancò gli occhi. «Davvero? Wow.»
«Già,» rispose lui mentre Madama Bumb diceva a tutti di avvicinarsi alle scope.
Neville rimase al fianco di Harry, che era a fianco a Draco. Vince e Greg erano dall’altra parte vicino a Draco.
Dopo aver sentito le istruzioni e essere riusciti a richiamare la propria scopa nella mano, erano pronti a volare.
«Al mio fischio, tre-due-uno-» Madama Bumb soffiò nel fischietto, e la maggior parte degli studenti si sollevò da terra.
Dopo alcuni momenti, l’insegnante annuì e disse che potevano volare lentamente se lo desideravano.
«Neville, perché non provi?» Chiese Harry, poiché Neville non si era ancora nemmeno sollevato da terra.
«Scusa, Harry, t-tu va’ pure avanti. Ho bisogno di un momento per riprendermi.»
«Okay, Neville.»
Con ciò, Harry iniziò a volare lì intorno, ma continuò a guardare Neville sotto di lui, che era troppo nervoso anche per mettersi correttamente sulla scopa. Ogni volta che provava, inciampava e per poco non cadeva.
Harry si abbassò e atterrò accanto a lui. «Neville, che c’è che non va?»
«Mi dispiace, Harry, ma guardandovi tutti volare… non posso fare a meno di immaginarmi mentre schizzo in alto e poi precipito. Sul serio, non amo l’altezza.» Ammise, per la quarta volta quel giorno.
«Beh, allora fai molto piano e prova,» lo incoraggiò Harry.
Madama Bumb stava aiutando alcuni Gryffindor ad aggiustare la presa sulla scopa, una decina di metri più in là, ma si era accorta di loro e stava per venire ad aiutare Neville.
Neville sospirò, le mani tremanti mentre cercava di tenere la scopa.
Draco volò improvvisamente verso il basso e atterrò accanto a lui, prendendo la scopa di Neville. «Ecco, Paciock, Potter e io ti facciamo vedere,» disse. «Fammi usare la tua scopa. Ti mostrerò che non hai niente di cui avere paura.»
Esitando, Neville permise a Draco di scambiare la propria scopa con la sua. Harry guardò Draco, domandandosi se il suo piano avrebbe funzionato. Apprezzò comunque lo sforzo che stava facendo, anche se magari non sarebbe stato veramente d’aiuto.
«Bene, Paciock, dovresti usare una scopa che conosci,» fece Draco con tono scherzoso, ma non troppo duramente.
Neville fece come gli era stato detto, dopo aver ricevuto un cenno da Harry.
«D’accordo, decolliamo tutti insieme, facile facile,» disse Harry.
Contarono fino a tre e si diedero la spinta.
Neville e Harry riuscirono a sollevarsi, mentre Draco schizzò improvvisamente in alto e in avanti.
«Ahhhhh!» Draco non poté evitare di gridare dallo spavento per la repentina accelerazione.
Al sentire la paura nella voce del giovane Slytherin, Harry gli sfrecciò immediatamente dietro.
«Draco!» Urlò Harry, spingendo la scopa a volare più velocemente per raggiungerlo.
«AAAIIIUTOOO!» Gridò lui. «NON SI FERMA!»
:Vai, Harry!:, lo esortò Coral, mentre il vento le sferzava le squame colorate, e faceva svolazzare furiosamente i vestiti di Harry.
Harry non sapeva che cosa fare, ma pregò che Draco riuscisse a resistere abbastanza da dargli il tempo di avvicinarsi a lui e aiutarlo. Pensò di tirare fuori la bacchetta, ma decise rapidamente di no. Non conosceva nessun incantesimo che potesse davvero essere d’aiuto, e non voleva fare nulla che potesse far del male a Draco o peggiorare la situazione.
«Resisti, Draco!» Urlò Harry, prima di boccheggiare sonoramente quando si accorse che Draco stava andando dritto contro una delle torri di Hogwarts. «STERZA, DRACO, STERZA!»
«NON RISPONDE AI COMANDI! AAAAIUTOO!» Gridò Draco, provando tutto quello che poteva per far girare la scopa, ma senza risultato.

CRASH!

Harry non si fermò quando vide Draco schiantarsi violentemente contro la pietra, non rallentò quando vide la scopa distruggersi contro la parete, e non batté ciglio quando il corpo di Draco si accartocciò e cominciò a cadere. Mantenne la rotta, forzando con la magia la scopa a volare più velocemente di quanto i suoi creatori avessero creduto possibile.
«RESISTI!» Urlò, senza pensare al fatto che probabilmente Draco non poteva sentirlo mentre il suo corpo continuava a precipitare.
D’improvviso, Harry lo raggiunse, e acchiappò immediatamente col braccio destro la figura inerme di Draco.
«Ti ho preso,» disse Harry, mentre il peso del secondo ragazzo tendeva in aria la scopa intatta, mentre Harry rallentava la caduta di Draco.
Harry controllò rapidamente le condizioni di Draco, capendo con facilità che il braccio destro dell’amico si era rotto perché aveva cercato di ammortizzare con esso l’impatto contro la parete, ma quella non era la ferita più grave. No, era il volto di Draco.
:Coral! Coral, dimmi tutto quello che riesci a sentire!: Sibilò Harry, sull’orlo dell’isteria.
Madama Bumb e alcune matricole disobbedienti si stavano avvicinando a loro, ma Draco e Harry si erano allontanati molto.
:È ancora vivo, ma la sua forza vitale è debole. La sua magia sta cercando di aiutarlo, ma…: Coral non finì la frase e proseguì. :La testa è messa molto male. La sua magia sta provando a radunarsi lì per cercare di guarirlo, ma il danno…:
Harry respirava affannosamente ora, tamponando il sangue che fuoriusciva dalla testa di Draco e dal largo taglio sulla sua guancia destra. L’occhio da quel lato si stava già chiudendo per l’eccessivo gonfiore, e sembrava che gli zigomi fossero storti. Harry fece una smorfia mentre continuavano a scendere. Era certo che Draco si fosse fratturato, se non rotto, le ossa facciali.
Con l’adrenalina che pompava ancora e la magia che gli fischiava nelle orecchie, atterrarono dopo quelli che gli erano sembrati minuti di discesa, ma in realtà si trattava di secondi.
Accovacciandosi accanto a Draco dopo che lo aveva gentilmente adagiato a terra, Harry non esitò a sfilarsi il mantello di Hufflepuff e iniziò a pulire con prudenza la faccia di Draco dal sangue, così da poter vedere dove fossero le ferite peggiori.
:Preparati, Coral: Sibilò Harry appoggiandosi con la mano destra alla parete della torre, e prendendo un respiro profondo.
:Sono pronta, Harry. Non possiamo aspettare. Sta già cominciando ad andarsene. Riesco a sentire la sua magia diminuire ora:
Harry annuì e spostò la mano insanguinata dalla parete, per metterla dietro la nuca di Draco prima di chinarsi su di lui.
Non sapeva del tutto che cosa stava facendo, ma sentì che era la cosa giusta e Coral non gli suggerì di fare nulla di diverso, così proseguì. Chiudendo gli occhi, fece del suo meglio per ricordare tutto quello che poteva del libro e di quello che diceva sulle ferite gravi. Serrando la mascella, seppe che non poteva usare la magia di Draco - avrebbe dovuto usare la propria. Stavolta non sarebbe stato come quando aveva curato Neville. Stavolta sarebbe stato pericoloso. Ma che altro poteva fare? Sapeva che Coral aveva ragione. Se non avesse fatto nulla, Draco sarebbe morto. Era meglio tentare e fallire piuttosto che tirarsi indietro e non fare nulla.
Focalizzandosi su quella che pensava fosse la sua magia, sentì Coral sibilare d’approvazione mentre si srotolava un po’ dal suo polso e sfiorava il volto ferito di Draco con le squame inferiori. Incoraggiato, Harry continuò a richiamare la propria magia.
Nessuno di loro udì le grida di Madama Bumb “Sta’ indietro, Signor Potter, sta’ indietro!” Mentre correva verso di loro, essendo ora a portata d’orecchio, e nemmeno quelle di Neville a lei “Lasci che lo aiuti! Lasci che lo aiuti!”
Mentre si metteva in mezzo tra lei e loro.
Coral e Harry erano già troppo concentrati, come dovevano essere.
:Squarci e fratture, aggiustatevi; tagli, chiudetevi; ferite, guarite!: Urlò Harry, spingendo tutta la magia che poteva nella sua mano destra e poi nella testa e nel collo di Draco, in quello che credeva fosse un incantesimo più controllato.
Coral brillò intensamente, e le sue squame divennero bollenti intorno al suo polso. Così roventi, infatti, che una parte di lui voleva togliersela di dosso, ma non lo fece. Poteva e voleva resistere, perché sapeva che Draco al momento non ne era in grado.
Harry aprì gli occhi, guardando il profondo taglio sulla guancia dello Slytherin e le altre ferite sul lato della sua testa che si chiudevano, senza lasciare nemmeno una cicatrice. E poi il gonfiore intorno all’occhio sparì e l’orrendo livido scomparve poco dopo. Ma Harry sapeva che non era finita.
Harry non smise di riversare la propria magia, anche quando sentì Draco irrigidirsi e lo vide riaprire gli occhi.
Abbassando la mano sinistra sul volto quasi guarito di Draco, facendo attenzione alla guancia ancora distrutta, Harry continuò a guidare la propria magia.
:Guarisci: sussurrò.
E allora vide lo zigomo, al di sotto della pelle ricostruita, che si rimetteva nella posizione corretta con un rumore attutito. Draco urlò, ma il suo grido si spense subito mentre boccheggiava per la sensazione della sua propria magia che tornava dentro di lui.
Harry lo prese come un segnale per spostare le mani e metterle invece sul braccio contorto, inconsapevole della piccola folla a bocca aperta che si stava radunando qualche passo dietro di lui.
:Fermati, Harry: Disse improvvisamente Coral, strizzandogli il polso infiammato.
Harry la guardò, confuso, sbattendo le palpebre per scacciare l’oscurità che formicolava ai margini del suo campo visivo.
:Anche il suo braccio: Protestò Harry, indicando l’arto leggermente accartocciato.
:Hai fatto il necessario. L’infermiera può curare il resto: gli consigliò Coral, :non ti permetterò di farti del male se non ce n’è bisogno:
Harry fece una smorfia, prima di ondeggiare all’improvviso, chiedendosi come mai si sentiva la testa così leggera e le braccia così pesanti.
«Harry!» Gridò Neville, il suo volto apparso all’improvviso al suo fianco mentre Madama Bumb incombeva ai piedi di Draco. C’erano altre figure tutto intorno, ma Harry era troppo confuso per riconoscere chi fossero.
Cercando di girarsi verso Neville, Harry finì per crollare tra le braccia incerte, ma volenterose dell'amico. Poco dopo, gli si chiusero gli occhi e l’oscurità lo reclamò. Non sentì nemmeno che veniva sollevato da un paio di braccia morbide.

O o O o O

«Notevole,» sussurrò Albus.
Severus fece un breve cenno d’assenso col capo mentre continuava a guardare Harry, che dormiva nello stesso letto che aveva reclamato nel futuro, se Severus ricordava bene.
I genitori di Draco se ne erano appena andati. Erano stati comprensibilmente in allarme al sentire che il figlio si era ferito in un incidente, ed erano immediatamente arrivati a scuola. Furono orripilati al sentire quali ferite avesse subito Draco, ma erano rimasti confusi quando avevano visto che Draco stava già bene e in stadio avanzato sulla via del pieno recupero.
Severus aveva quindi sostituito Pomfrey nel parlare con loro, raccontandogli brevemente che era stato Harry Potter che aveva guarito Draco e gli aveva salvato la vita. Li informò che Pomfrey non avrebbe fatto in tempo a riparare il danno e a fermare l’emorragia. Draco sarebbe deceduto a causa delle sue ferite, se non fosse stato per l’Hufflepuff Rettilofono.
Narcissa era chiaramente più che colma di gratitudine, e sebbene Lucius fosse sollevato che suo figlio fosse sopravvissuto, Severus sapeva che era preoccupato. Suo figlio ora doveva la vita a Harry Potter, di tutti i maghi possibili, e così voleva dire che anche tutta la famiglia Malfoy era in debito con Harry.
L’insegnante di pozioni sapeva che Albus era un po’ compiaciuto dalla cosa, e, se doveva essere onesto con sé stesso, lo era anche lui. Comunque, aveva altre cose per la mente piuttosto che le conseguenze del fatto che Harry avesse salvato la vita a Draco.
Continuò a guardare il figlio di Lily, ben consapevole che il Preside li stava guardando entrambi, lui e Harry. Coral sibilò piano, ancora arrotolata attorno al polso di Harry nonostante i timori di Pomfrey.
«Avrà bisogno di un addestramento vero.» Affermò Severus dopo un lungo momento.
Erano da soli nell’Infermeria; beh, erano i soli due maghi svegli, comunque. Harry e Draco dormivano sonoramente, e con il leggero incantesimo fatto da Severus, non avrebbero comunque sentito nulla anche se si fossero svegliati casualmente.
«Sì, un talento così grande come il suo non dovrebbe essere trascurato,» concordò Silente con un cenno. «Ma sfortunatamente, non ci sono altri noti Rettilofoni qui intorno che potrebbero fargli da insegnante.»
«Allora suggerisco la pratica.»
Il Preside si voltò totalmente verso di lui. «Che cosa stai suggerendo esattamente, Severus?»
«Gli dia l’opportunità di insegnare a sé stesso, gli permetta di svilupparsi -qui,» disse, indicando il pavimento dell’Infermeria. «Pomfrey sarà in grado di prevenire l’occorrenza di qualsiasi danno serio, anche se con il suo talento naturale nella magia, credo che l’unico che avrà bisogno di essere monitorato sarà il Signor Potter stesso, dato che è chiaro che non sa quando è ora di fermarsi e deve essere il suo famiglio, Coral, a dirglielo.»
«Un talento naturale nella magia, Severus?» Chiese Albus, sollevando un sopracciglio, il suo interesse chiaramente stuzzicato.
Severus avrebbe voluto prendersi a pugni da solo per aver fatto uno scivolone del genere. E ovviamente doveva succedere col suo mentore che lo aveva sentito e colto immediatamente.
Avrebbe dovuto dire, “talento naturale nella magia curativa”. Si sforzò di non mostrare alcun segno esteriore di auto commiserazione. Adesso doveva pensare in fretta. Che cosa avrebbe dovuto fare? Deviare i sospetti di Silente? Che cosa sarebbe stato sufficiente a soddisfare la curiosità del Preside? Improvvisamente, seppe la risposta; sperò solo che non gli si sarebbe ritorta contro.
«Io ho...» Si concesse di interrompersi. Doveva fare le cose per bene. Doveva sembrare abbastanza esitante da suscitare la preoccupazione di Silente, ma non così tanto da renderlo sospettoso di qualunque cosa stesse per rivelargli.
«Sì, Severus?» Lo incitò il vecchio mago, come parlando a un bambino spaventato.
Severus aveva voglia di ghignare di trionfo; invece, scostò il viso e guardò la forma addormentata di Harry.
«Quando ho accompagnato il Signor Potter ad acquistare le sue cose per la scuola, abbiamo iniziato a… parlare, discutendo delle lezioni che avrebbe frequentato e simili.» Severus continuò a evitare il contatto visivo, come se fosse un po’ nervoso su quale sarebbe stata la reazione di Albus a quello che stava per dire. «Beh, mi ha chiesto se sapessi in quali materie sarebbe andato male, perché io gli avevo suggerito che sarebbe potuto andare bene in Pozioni. Con questa domanda, ho visto un’occasione. Lo ammetto, ero anche curioso, e, visto che lo aveva richiesto specificamente, non ho visto alcun male nel fare ciò che ho fatto. Anche ora, sono convinto che sia stato per il meglio,» disse, ora fissando una Coral assopita, che teneva la testa nascosta tra il pollice e l’indice di Harry.
«Severus?» Domandò Silente, la voce che ora rivelava una leggera preoccupazione per il suo ex-studente.
«So che ora è diventato proibito, cancellato da tutti i libri di incantesimi da quando lei era un bambino, ma ha i suoi benefici, Preside. E sono convinto che, in questo caso, i benefici sorpassino di gran lunga la sua orribile storia.»
Silente fece una smorfia, provando a seguire il discorso del suo insegnante di pozioni.
Severus sospirò, come se stesse trasportando il grande peso del suo segreto dalla propria mente fino alle labbra.
«Ho lanciato su di lui l’Incanto dell’Eredità, Preside.»
Ci fu una lunga pausa. Severus non riusciva nemmeno a sentire il suo mentore respirare.
«Hai informato Harry che lo stavi lanciando?» Chiese Albus dopo un lungo istante.
«Sì, e gli ho chiesto di tenere il fatto per sé. Gli ho anche detto che gli avrei parlato delle sue capacità quando fosse stato pronto. Ha accettato.»
«Hai corso un grande rischio, Severus. Se qualcuno nel Ministero scoprisse quello che hai fatto...» Albus scosse la testa. «Dove hai imparato la formula, comunque?»
Severus provò a sembrare offeso. «Sul serio, Preside, chiunque con una basilare conoscenza del Latino potrebbe ricostruire la formula. Devi solo sapere che esiste e lanciarla tenendo in mente lo scopo.»
«E con quale scopo l’hai lanciato tu?» Chiese dolcemente Silente. Non era un’accusa, ma una semplice domanda.
«Per capire quali fossero i limiti del potenziale del Signor Potter,» rispose Severus dopo una breve pausa.
Albus sbatté le palpebre. «E questo… potenziale, che cosa hai scoperto su di esso?»
Severus spostò gli occhi da Harry e incrociò quelli dell’uomo più vecchio, tentando di decidere come meglio rispondere a questa domanda. Stava entrando in un territorio pericoloso adesso, ma forse sarebbe stato meglio avvertire Silente di quello che aspettava Harry - di ciò di cui sarebbe stato capace. Naturalmente, Severus non avrebbe rivelato che possedeva conoscenze del futuro, sarebbe stato da pazzi, ma forse mostrargli che sapeva più di quanto avesse detto finora sarebbe stato adatto ai suoi piani?
«Il Signore Oscuro aveva ragione nel.. nell’essere allarmato dal ragazzo,» affermò.
«Come mai?»
«È un Arcimago Dormiente.»
Silente spalancò gli occhi guardando Harry, che stava ancora dormendo sonoramente con Coral accoccolata accanto a lui. Era così piccolo nel letto dell’infermeria, così insignificante che era difficile immaginare che un ragazzo del genere potesse diventare il più potente tipo di mago che esistesse - un mago così in sintonia con la magia che non la maneggiava soltanto, ma era fatto di essa.
«E questo è solo una parte del suo essere,» aggiunse piano Severus.
Albus espirò lentamente.
«Sono stato… riluttante a dirglielo, Preside, non solo a causa dell’illegalità dell’incantesimo, ma perché credevo che il Signor Potter non dovesse essere trattato in maniera differente rispetto agli altri più di quanto sia già, anche da lei.» Continuò Severus.
«Tu ‘credevi’, allora che cosa è cambiato ora?*» Chiese Silente perplesso, chiedendosi se aveva sentito bene le parole di Severus.
«Il Signor Potter non è uno studente comune, e non lo sarà mai, con o senza l’appellativo idiota di ‘Ragazzo-che-è-Sopravvissuto’.»
«Sfortunatamente, sono d’accordo con te. Speravo di dargli un’infanzia normale con i Dursley, ma ho fallito. E prima che arrivasse, ho sperato, per il suo bene, che gli sarebbe stato permesso di essere solo uno studente come gli altri, con niente che attirasse ulteriore attenzione su di lui. Ma sembra che non fosse proprio destino che accadesse.» Albus guardò tristemente Harry prima di tornare a guardare Severus. «Parlerò con Madama Pomfrey per permettergli di assisterla nei fine settimana. Se lei acconsente, informerò io stesso Harry della cosa, e gli farò scegliere se desidera trarne vantaggio.»
«Accetterà,» commentò Severus con sicurezza.
«Sono sicuro che lo farà, ma è bello avere la possibilità di scegliere.»
L’insegnante di pozioni annuì. «E per le sue altre necessità, Preside?»
«Quando comincerà a mostrare i segnali, gli procurerò ulteriore addestramento.»
«Gli insegnerà lei?»
«Potrei.»
«Non credo che sarebbe saggio affidare un tale compito a nessun altro oltre a lei.»
«Che mi dici di te, Severus? Sono convinto che saresti un’ottima scelta.»
«Gli darò istruzioni avanzate in Pozioni quando sarà il tempo giusto. Sta già eccellendo, molto di più di quanto mi sarei aspettato inizialmente,» disse lui, ed era la verità. Chi poteva immaginare che un piccolo incoraggiamento e delle aspettative espresse in maniera esplicita avrebbero portato un ragazzino a impegnarsi così duramente come stava facendo Harry?
«Oh, davvero?»
«Sì.»
«Che cos’altro hai scoperto con l’incantesimo?» Domandò Albus, decidendo di spingersi oltre.
«Come è noto per gli Arcimaghi, ha alcuni doni,» fece Severus, la voce calma come se stesse parlando di qualcosa di normale. «Ma… il suo corpo ha inconsciamente messo un sigillo sulla sua magia. Credo che scomparirà quando il ragazzo avrà raggiunto un controllo magico e una forza adeguati; comunque, a causa dei Dursley, quel sigillo potrebbe rimanere più a lungo.»
Silente spalancò gli occhi. «Le pozioni. Sono più che mere pozioni nutrienti, vero?»
«Sì.»
«Quando pensi che potrai fargli smettere di prenderle?»
«Forse per le Vacanze di Natale, ma non ne sono ancora sicuro.»
Albus annuì. «Quali sono i suoi doni?»
«Preferirei non dirlo, Preside.» Severus osservò lo sguardo del vecchio che si incupiva. Deglutì, non per paura o nervosismo, ma cercando di mascherare le sue vere emozioni sul modo in cui si stavano mettendo le cose, perché era estremamente compiaciuto. Aveva portato Silente dove voleva, e gli stava facendo fare dei ragionamenti nelle direzioni di cui lui aveva bisogno.
«Severus...» Non era minaccioso, ma la sua postura era quella di un mago potente. La magia del vecchio rimase calma, come Piton si era aspettato, ma aveva su di essa una strana sensazione. La sua magia era… inquisitoria, forse?
Severus non poté evitare di essere impressionato. Era già cambiato così tanto che Silente stava rivalutando sé stesso per le situazioni in cui era coinvolto?
«Per favore, Severus. Perché ti ha toccato così tanto?»
Piton sbatté le palpebre. Forse il suo approccio stava funzionando un po’ troppo bene. Beh, un altro po’ di recitazione avrebbe dovuto sistemare le cose. Raddrizzò la schiena. Era il momento di utilizzare tutto quello che aveva imparato dall’essere una spia.
«Non posso spiegarle come è successo, ma attraverso l’incantesimo mi è stata data un’immagine del potenziale futuro del Signor Potter, un’immagine di chi potrebbe diventare.»
Albus fece una smorfia. Anche se ciò di cui stava parlando Severus non era senza precedenti (in quanto dei genitori anticamente avevano detto di aver avuto una visione di coloro che i loro figli sarebbero potuti essere se avessero raggiunto il proprio pieno potenziale), era piuttosto raro. Oh, come avrebbe voluto lanciare lui stesso l’Incanto dell’Eredità su Harry, ma il vero svantaggio dell’incantesimo era che poteva essere lanciato su un individuo una sola volta. Evidentemente, per leggere la magia di una persona si doveva avere una singola occasione.
«Ho visto un grande uomo, Preside,» affermò Severus, non sicuro se dovesse esporre una descrizione oppure no. Non sapeva fin dove poteva spingere questa parziale bugia.
Aveva avuto una visione di chi e che cosa Harry sarebbe potuto diventare, ma era una sua ricostruzione personale. Quello che lui sperava che Harry diventasse, quello che lui pregava disperatamente che sarebbe diventato.
Silente tornò a guardare Harry, che si era mosso nel sonno, inconsapevole del mondo e della loro conversazione.
«Dimmi, Severus.» Sussurrò dopo un momento.
Severus espirò lentamente, sapendo che ora si stava spingendo davvero in fondo, e non sarebbe potuto tornare indietro. Quello che avrebbe detto ora avrebbe ulteriormente modellato l’opinione che Silente aveva di Harry e il modo in cui lo avrebbe trattato e in cui avrebbe interagito con lui.
«L’ho visto come un saggio guerriero di pace, e un Arcimago che superava lo stesso Merlino.»
Albus si tirò la barba, ora profondamente assorto. Dopo un lungo momento, parlò, avvicinandosi al letto di Harry e dando le spalle a Piton.
«Grazie per essere stato sincero con me, Severus. Ho commesso abbastanza errori riguardo il giovane Harry. Sono grato che tu sia qui per impedirmi di farne ancora.» Si voltò e guardò negli occhi il suo insegnante di pozioni, lo sguardo colmo di una grande riconoscenza. «Forse, insieme, aiuteremo il Signor Potter a diventare quello che hai visto.»
«Questo è il mio desiderio, Preside. Da quando mi è stato mostrato che cosa potrebbe divenire, questo è stato il mio principale obiettivo,» disse Severus con sincerità.

O o O o O

La Sprite sorrise ai propri studenti, all’apparenza come se non ci fosse nulla che non andava, all’apparenza come se la sua mente non fosse presa dalla dozzina di altre cose che avevano catturato la sua attenzione.
Era appena tornata dall’Infermeria e aveva appena finito di parlare col Preside a proposito del suo Hufflepuff più giovane. Sì, il Signor Potter era in realtà il più giovane della sua Casa e quasi il più giovane studente in tutta la scuola.
Si sedette al suo solito posto nella Sala Grande, mentre Albus era in piedi e dava il via alla cena.
Le voci su quanto era successo durante la lezione di volo delle matricole si erano già diffuse come un incendio, e le era stato chiesto già molte volte dove potevano essere spedite delle cartoline di auguri di buona guarigione per Harry. Sorrise. I suoi Hufflepuff si prendevano davvero cura l’uno dell’altro… beh, di solito.
Si riscosse mentalmente, concentrandosi su tutto quello che Albus le aveva detto.
La magia di Harry era parzialmente sigillata, era un Arcimago Dormiente, e avrebbe probabilmente aiutato Pomfrey all’Infermeria nei fine settimana dopo che le cose si fossero sistemate. Albus le aveva anche detto quello che Harry sapeva e quello che non sapeva su sé stesso, in particolare che non era al corrente del suo stato di Arcimago Dormiente.
Per Pomona, era un po’ troppo da digerire, e sebbene avesse acconsentito ai piani di Silente per l’educazione del ragazzo, era leggermente insicura su come metterli in atto. Harry era un gran lavoratore, questo lo aveva reso evidente sin da quando era arrivato. Svolgeva sempre tutti i compiti a lui assegnati, a detta dei suoi compagni, e non solo, ma si portava anche avanti con lo studio. Neville imitava il suo comportamento, cosa che ricordò a Pomona di un’altra questione sollevata da Albus.
Doveva parlare con Augusta Paciock della bacchetta di Neville. Evidentemente, la bacchetta che gli era stata data non era adatta a lui. Silente se ne era accorto durante la lezione di DADA tenuta in precedenza quella settimana. Pomona era grata che Silente avesse scoperto il problema e che se ne fosse preoccupato. Nessun ragazzo sarebbe mai dovuto essere costretto a usare una bacchetta inadatta, in particolare un ragazzo che avesse già problemi di autostima.
Gli occhi le caddero su Neville che ora sedeva tra Justin Finch-Fletchley e Susan Bones. Era preoccupato per Harry e stava cincischiando con il suo purè. Vide che alcuni degli altri Hufflepuff cercavano di tirarlo su, ma non erano realmente d’aiuto.
Sperò che Harry potesse lasciare presto l’Infermeria, ma finché Pomfrey non avesse deciso che stava bene, non gli sarebbe stato permesso di andare da nessuna parte.
La spossatezza magica poteva essere un problema difficile da risolvere; l’unico fattore positivo era che non si era spinto troppo oltre nello sfinimento. Per quello ci sarebbe voluta almeno una settimana prima di riprendersi.
«Come sta il Signor Potter, Pomona?» Chiese dolcemente Minerva.
«Starà bene. Si è solo stancato un po’ troppo,» replicò Pomona, improvvisamente ricordandosi di come aveva sollevato Harry dalle braccia tremanti di Neville e di come lo aveva portato lei stessa in Infermeria.
«C’era da aspettarselo, dopo quello che ha fatto. Devi essere molto orgogliosa di lui.»
Pomona sorrise. «Sì.» Lanciò un’occhiata a Severus, che sembrava assorto nei propri pensieri. Si domandò a che cose stesse pensando.
«Si è già risvegliato?» Chiese Filius, attirando la sua attenzione.
«Non ancora. Poppy ha deciso che fosse meglio per lui restare addormentato,» rispose Pomona.
Filius annuì con comprensione. «È stata davvero un’impresa notevole per un mago così giovane e inesperto. Sono grato che sia stato capace di aiutare il giovane Malfoy.»
«Non lo ha solo aiutato, gli ha salvato la vita,» precisò Minerva. «Le sue ferite erano davvero gravi. Un secondo più tardi e credo che non ci sarebbe stato più niente che nessuno potesse fare.»
«Merlino,» sussurrò Filius.
Pomona prese una cucchiaiata di cibo dal piatto, pensando silenziosamente a cosa avrebbe dovuto fare in futuro con Harry Potter. Albus aveva ragione, aveva bisogno di una seria formazione, ma Pomona sapeva anche non doveva sentirsi accerchiato.
Doveva trovare un intermediario ideale.
Deglutendo, guardò nuovamente verso Severus, decidendo qualcosa. Il Capo Casa di Slytherin sembrava avere sempre l’idea giusta quando si trattava di Harry. Forse era arrivato il momento di allearsi veramente con lui, almeno in questo.


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Note della traduttrice:

* Non ho capito il senso della frase originale, forse c’è un errore di digitazione ma probabilmente è solo ignoranza mia ("You 'believed,' as in used to?"), quindi ho reinterpretato basandomi sul contesto del discorso.


Grazie a chi legge e a chi recensisce! Siete una grande motivazione per me :)

A presto con il prossimo capitolo, Contraccolpo.




   
 
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