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Autore: Sara Rossi    09/04/2017    1 recensioni
-Dobe, ti ho detto di alzarti!-, un colpo preciso in pieno petto mi fece cadere, meglio di una qualsiasi altra sveglia…
-Teme non è così che ci si sveglia…- mi stiracchiai percependo un secondo brivido percorrermi- e poi ho sonno. Non ho chiuso occhio per tutta la notte-.
Un brontolio del mio stomaco mi fece ricordare di non aver toccato cibo dal pranzo del giorno prima. E’ dura fare esercizio a stomaco vuoto.
Presi i pantaloni buttati in terra senza nessun riguardo.
-Non è certo colpa mia se il tuo cervello bacato ha dato retta ai tuoi ormoni impazziti da diciassettenne…-.
Gli lanciai uno sguardo infuriato - Come se ti fosse dispiaciuto...-
Piccola Storiella di una delle mie coppie preferite, un po' ooc e decisamente AU.
Non garantisco la velocità delle pubblicazioni, sotto esami sono fissa sui libri >__
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Chiedo venia ma in questo capitolo appaiono un paio di paroline volgari, per i semplice fatto che senza di essene non mi sembrava abbastanza scorrevole la frase.
Buona lettura e per favore non fucilatemi per il ritardo inmenso <3  

“Quel dobe… Non riesco a crede che lo abbia fatto sul serio”.
Cercai di tenere a bada l’erezione che mi si era creata fra le gambe. –Dobe, se non mi avessi fermato avrei rischiato di buttare al vento due mesi di fatica.
 

 
Richiusi la porta alle mie spalle –Dobe, sono a casa-. Scivolai silenziosamente tra le camere non trovando nessuno in casa, era un’ora tarda dovrebbe essere tornato ormai.
Poggiai la valigia e mi tolsi la giacca, notai solo all’ora la porta principale aprirsi con un cigolio fastidioso. –Teme, che ci fai ancora in piedi?- mi chiese togliendosi la giacca a sua volta.
Entrai in camera da letto seguito dal Dobe. –Piuttosto dove sei stato tu, Dobe?-
Si sedette sul letto fissandomi per poi scrollare le spalle e rispondere con un semplice “lavoro”.
“Ma che cavolo gli prende?! Lui? Il ragazzo più pigro che io conosca che fa gli straordinari??”
Sollevai un sopracciglio perplesso dalla sua risposta. Lo guardai con aria indifferente ed apatica.
Mi sedetti sul bordo del letto, per poi scostare le coperte e sdraiarmici sotto. Mi voltai dandogli le spalle e chiusi gli occhi fingendo di dormire.
Lo sentii muoversi dietro di me, sentii il suo fiato sul collo, poi due labbra per un breve e quasi impercettibile contatto sulla nuca. –notte Sas’ke- lo sentii sussurrare. “Notte Dobe”
 
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“Ogni mattina la stessa storia. Uno non può nemmeno sdraiarsi sul divano che quello comincia già a dare ordini su ordini” –Teme smettila di comportarti da mogliettina irritata. Oggi è domenica, giorno di riposo e ramen-, -se dovessimo dare retta a te sarebbe sempre giorno di riposo e ramen Dobe-, rispose lui non badando all’offesa.
-Passiamo tutto il giorno fuori casa, oggi è l’unico giorno in cui possiamo pulire i disastri che combini-, mi rigirai dalla mia posizione supina fissandolo in cagnesco, -io non combino mai disastri…-, mi guardò scettico a quell’affermazione, -ti devo ricordare della torta sparsa sui muri di tre settimane fa, oppure dei gavettoni che tu e quell’idiota di Kiba vi siete messi a lanciare per casa?-.
Mi misi in piedi per fissarlo dritto negli occhi, gli puntai un dito in faccia e risposi quasi urlando- la torta è stata tutta colpa di Kiba come anche i gavettoni, e non sei stato di certo tu a pulire ogni angolo della casa-.
-con questo dobe, stai ammettendo di aver combinato disastri in casa…- sorrise lui beffardo, ritirai il dito un po’ sconfitto.
-se vuoi posso fare altri esempi…- il suo sorriso si ampliò, -come il mio povero giornale distrutto dalla furia di un certo Dobe di mia conoscenza che non è capace di mantenere gli ormoni calmi-. A quella frase avvampi, -non sono solo io l’unico a perdere il controllo Teme- dissi facendogli ritornare in mente quell’assalto avvenuto all’entrata-ed è comunque colpa di quel tuo stupido lavoro, so’ benissimo perché hai scelto quel dannatissimo incarico ma non sopporto il fatto che tu non voglia ammetterlo-.
 
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“Ma è mai possibile che non esista giorno in cui il Dobe non sia così pigro?”. -Teme smettila di comportarti da mogliettina irritata. Oggi è domenica, giorno di riposo e ramen-, -se dovessimo dare retta a te sarebbe sempre giorno di riposo e ramen Dobe-, risposi stizzito. -Passiamo tutto il giorno fuori casa, oggi è l’unico giorno in cui possiamo pulire i disastri che combini-, si rigirò guardandomi con quel broncio adorabile.
–io non combino disastri…- “certo, come no… hai la mente che cammina al contrario o cosa Dobe?” -ti devo ricordare della torta sparsa sui muri di tre settimane fa, oppure dei gavettoni che tu e quell’idiota di Kiba vi siete messi a lanciare per casa?-. Scattò in piedi puntandomi un dito in faccia, “ sei dannatamente sexy da arrabbiato Dobe”, - la torta è stata tutta colpa di Kiba come anche i gavettoni, e non sei stato di certo tu a pulire ogni angolo della casa- mi urlò contro. -con questo dobe, stai ammettendo di aver combinato disastri in casa…- sorrisi beffardo, “faccio bene a chiamarti Dobe” -se vuoi posso fare altri esempi…-, -come il mio povero giornale distrutto dalla furio di un certo Dobe di mia conoscenza che non è capace di mantenere gli ormoni calmi- avvampò. “Dobe se non la smetti di essere cos’ dannatamente sexy rischio di saltarti addosso”.
-non sono stato solo io l’unico a perdere il controllo Teme-. Riportai alla mente il ricordo di quella mattinata, sentendo i miei pantaloni cominciare a stringere sul cavallo. “Cazzo”
-ed è comunque colpa di quel tuo stupido lavoro, so’ benissimo perché hai scelto quel dannatissimo incarico ma non sopporto il fatto che tu non voglia ammetterlo-.
Tutto il mio eccitamento svanì con quella frase, “cosa cazzo vuol dire?!”
-Di cosa stai parlando Dobe? Non ti seguo?- la mia domanda lo fece infuriare a tal punto che cominciò ad urlare a squarcia gola. –Teme, sei solo un Teme! Se vuoi lasciarmi almeno fallo da vero uomo e dimmelo, scappando non fai altro che dimostrare il tuo essere un Teme infantile-.
Non gli diedi neanche il tempo di riprendere fiato, mi allontanai da lui, presi il giubbotto ed uscii di casa sibilando un semplice “Dobe”.
 
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-Dobe?!- urlai a squarcia gola verso la porta ormai chiusa.
Corsi verso di essa spalancandola ed urlando verso il Teme–Io sarei un Dobe? Tu brutto stronzo hai il coraggio di dire a me Dobe?!-. Lo rincorsi non preoccupandomi di aver lasciato la porta aperta o meno.
-TEME!- Lo raggiunsi fuori dal cancello, camminava tranquillo cercando di ignorare le mie urla.
-Sai cosa ti dico Teme, non me ne frega niente se mi rispondi o meno!- rallentò di poco il passo non fermandosi però del tutto, -Volevo solo farti sapere che io con te ho chiuso, cercati un’altra persona da escludere dalla tua vita troppo perfette-.
Detto questo mi rigirai su me stesso cominciando a correre il più lontano possibile da quell’idiota, mentre le prime lacrime cominciavano a rigarmi le guance.
 
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“Dobe, non hai capito proprio un bel niente”

Salve personcine, ero indecisa se lasciar finire il capitolo così ma credo che renderà più intrigante il prossimo. Perdonatemi vi prego per eventuali errori e grazie mille per tutte le persone che hanno letto questi miei due brevi capito.
Ringazio
Ryanforever 
Supersara
Per aver recensito la storia
vorrei anche ringraziare per aver inserito la mia soria tra le storie seguite
Al prossimo capitolo <3
  
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