Stiles
era sdraiato sul divano, con i piedi
appoggiati sulle gambe di Cora che invece si era messa seduta per
evitare di
addormentarsi (di nuovo) sui libri di scuola. Cora stava ripassando
chimica per
l'interrogazione del giorno dopo, mentre Stiles stava rileggendo il
saggio che
avevano scritto insieme durante il pomeriggio, in attesa che arrivasse
la
pizza; e siccome era concentrato nella lettura, per cercare qualsiasi
errore
che fosse sfuggito ai due, non alzò neanche lo sguardo
quando quello che
pensava fosse il fattorino suonò alla porta. Cora invece si
alzò e andò ad
aprire.
"Ciao
Fratellone! Non pensavo tornassi
così presto!" disse Cora tutta felice abbracciando il
fratello.
"Si
oggi ho finito prima e sono subito
venuto a controllare se stavi davvero studiando"
"Certo
che stavo studiando, mica mi
invento storie"
"Sarà,
ma dici sempre che stai
studiando eppure continui a prendere insufficienze"
"Questo
perchè i professori sono tutti
imbecilli, mica colpa mia. E comunque oggi è venuto anche ad
aiutarmi il mio
amico, quello di cui ti ho parlato. Dai, vieni di là
così te lo presento!"
Cora
trascinò il fratello nel salotto, e
richiamò l'attenzione di Stiles.
"Stileeees!
Ehi Stiles dai metti un
attimo giù quel quaderno che voglio presentarti mio
fratello. Stiles lui è
Derek, Derek lui è Stiles."
Stiles
a quel nome ebbe un piccolo colpo al
cuore, e si prese un attimo per convincersi che era assurdo avere un
attico di
panico solo perchè il fratello di Cora aveva il nome uguale
al suo; perchè era
semplicemente impossibile che il suo lui fosse il fratello della sua
amica. Si
concentrò sul fatto che Cora di cognome faceva Suarez e il
suo Derek di cognome
faceva Hale, sul fatto che il suo Derek sia era trasferito mesi prima e
aveva
detto che non sarebbe più tornato a Beacon
Hills...perciò prese due profondi
respiri e si decise a spostare il quaderno da davanti la faccia e ad
alzare lo
sguardo.
Era
lui.
In
quel momento nella sua testa si
scatenarono mille pensieri contemporaneamente. Dolore, rabbia, amore,
sorpresa,
felicità, tristezza...e vide i suoi occhi confusi riflessi
in quelli
altrettanto spaesati di Derek. Ma erano passati mesi, e nonostante
Stiles in un
momento realizzò che non la aveva superata così
bene come pensava, ebbe la
forza di riprendersi in un batter d'occhio e mettere su una maschera
indifferente, perchè l'ultima cosa che voleva era far
trapelare una di queste
emozioni davanti all'uomo che gli aveva strappato via il cuore e aveva
lasciato
un vuoto incolmabile. E inoltre c'era Cora, che si entusiasmava per
poche cose,
ma era entusiasta di fargli conoscere il fratello e lui sapeva quanto
questi
era importante per la sua amica, e non voleva assolutamente deluderla.
Percio
si azzardò anche a tentare un sorriso e dando un'occhiata
veloce a Cora e
assicuratosi che niente di quello che stava passando nella sua testa
fosse
visibile agli altri, allungò la mano in direzione di Derek.
"Piacere,
io sono Stiles."
Derek
lo guardò confuso, ma si riprese
quando la sorella lo guardò in attesa di una risposta e
quindi decise di
seguire anche lui la recita. Riuscì però a
sussurrare solamente un veloce
"Piacere"
prima
di tornare a focalizzare la sua
attenzione su Cora.
"Abbiamo
ordinato la pizza! Mangi con
noi?"
"No
grazie, non ho fame."
"Tu
che non hai fame? Impossibile. Dai
mangia con noi! Già ci vediamo poco, non andare subito a
rinchiuderti in camera
tua come fai di solito, brutto musone che non sei altro! Sono sicura
che Stiles
riuscirebbe a far sorridere persino te!"
I due
ragazzi sapevano che Stiles era stato
davvero uno delle poche persone al mondo che era riuscito a far sentire
realmente felice Derek e quanto quindi quella affermazione fosse vera.
Ma se
Derek non voleva passare un attimo di più in quella
situazione pesante, Stiles
durante il corso della conversazione tra i fratelli si era scoperto man
mano
più tranquillo e anzi la sua parte vendicativa si stava
svegliando in lui (o
almeno questo è quello di cui si stava cercando di
convincere, perchè
sicuramente, almeno in parte, non voleva vederlo andare via
così presto).
Perciò con tutta la serenità di cui era capace,
si aggiunse anche lui alla
conversazione per cercare di convincere Derek a unirsi alla cena.
"Si
dai, mangia con noi!" disse
con un sorriso.
Derek
lo guardò confuso, spiazzato all'idea
che l'altro non volesse anch'egli evitare quella assurda cena. Cora
però preso
quel silenzio per un sì e, quando pochi attimi dopo
suonò il campanello, mando
Derek ad aprire al fattorino e si fece accompagnare da Stiles a
apparecchiare
la tavola.
La
pizza era sul tavolo e i tre stavano
mangiando silenziosamente ognuno la propria fetta. Finchè
Stiles decise che se
doveva comportarsi come se stesse semplicemente conoscendo il fratello
di un
amica doveva fare qualche domanda.
"Allora
Derek, ti sei appena
trasferito?"
"Si,
sono qui da un paio di
giorni"
"E da
dove vieni?" "Sono
nato qui, ma qualche mese fa ho deciso di andare via per un po'. Poi ho
scoperto che quella peste di mia sorella era in città
perciò sono dovuto
tornare"
A
queste parole lo sguardo di Derek, che
fino a quel momento era stato coperto da un velo di confusione e
tristezza?
malinconia? Stiles non era sicuro, si posò sulla sorella e
brillò per un
attimo. Poi tornò a fissarsi su Stiles con fare
interrogativo e minaccioso. Ma
Stiles non voleva rinunciare a metterlo in difficoltà, anche
se si rendeva
conto perfettamente che un paio di domande scomode erano niente in
confronto a
quello che gli aveva fatto passare lui. Nonostante questo
continuò:
"Ah
si e come mai ti eri
trasferito?"
Ochhiataccia
di Derek, Stiles doveva sapere
che l'essersi trasferito il giorno dopo la loro rottura non doveva
essere un
caso.
"Motivi
di lavoro."
"Derek
scrive. Aveva bisogno di andare
in ritiro da solo a scrivere, o almeno questo è quello che
ha detto ma secondo
me non mi sta raccontando qualcosa."
Cora
disse con fare inquisitorio in
direzione del fratello.
"Non
c'era sotto niente Cora, non
essere paranoica."
"Sarà,
ma hai sempre scritto qui a BH
e i tuoi libri non ne hanno mai risentito. Perche questa improvvisa
voglia di
scappare?"
Derek
non rispose, si limitò a guardare
male la sorella. Stiles invece, non demorse:
"Ah
scrivi libri? Bello. Qualcosa che
magari posso aver letto?"
Stiles
gli aveva già fatto questa domanda
anni prima e così Derek gli aveva mostrato orgoglioso tutti
i suoi lavori;
perciò, stufo di questo giochetto, decise di rispondergli
per le rime.
"Non
penso sai. Scrivo per gente di un
certo livello, io."
"Hai
ragione, effettivamente fino a
qualche tempo fa avevo gusti pessimi, mi accontentavo di trascorrere il
mio
tempo in compagnia di personaggi mediocri, la cui storia era destinata
a finire
nel dimenticatoio. Ma ora sto cercando di migliorare sai? Ho capito che
non ho
tempo da sprecare, io."
Derek corrugò le
sopraciglia, e aggiunse quasi
un ringhio davanti al sorriso sereno di Stiles. La tensione si
percepiva, ma
Cora, all'oscuro di tutto, pensò che semplicemente cambiare
argomento avrebbe
allergito la tensione; peccato che scelse l'argomento più
sbagliato tra tutti
quelli a disposizione:
"Allora
Derek, come è andato
l'appuntamento di oggi? Con Amanda, vero?"
Stiles
quasi si strozzò con la pizza e
divenne paonazzo; Cora gli passò la bottiglia di bibita non
prestando
attenzione al fatto (effettivamente Stiles era talmente maldestro che
cose di
questo genere erano all'ordine del giorno).
"Bene,
abbiamo preso un caffè."
"Wow
un appuntamento? - Stiles non si
riuscì a trattenere - un appuntamento con un ragazza?"
"Si,
con una ragazza ovviamente."
"Ovviamente..
- fece verso Stiles - e
dimmi un po' a te come piacciono le ragazze? Questa Amanda per esempio
com'è?
Molto femminile? Un bel davanzale? Lunghi capelli e sguardo attraente?
Dolce?
Sexy?"
"Stiles!!!"
per fortuna
intervenne Cora
"Devi
scusarlo Der, Stiles è solo
molto curioso. E loquace. E poi lui è gay, quindi stai
tranquillo che non
chiede queste domande per rubarti la ragazza!" aggiunse ridendo.
Stiles
si ricompose e passo da uno sguardo
omicida a un sorriso canzonatorio:
"Esatto,
pulcino. Sono gay e non ho
nessun problema ad ammetterlo, io"
E fu
di nuovo il turno di Derek a esibire
lo sguardo assassino.
In
quel momento suonò il telefono di Stiles,
che magicamente alleggerì per un attimo la tensione di nuovo
creatasi. Il
ragazzo rispose al primo squillo:
"Ehi
Scott. Ciao amico dimmi"
Derek
alzò gli occhi al cielo. Durante la
loro relazione era sempre stato un po' geloso di questo Scott
perchè non era
mai riuscito a capire la amicizia fraterna che li univa; ma ogni volta
che
Derek iniziava a lamentarsi di questa storia, Stiles lo zittiva dicendo
che se
lo avesse conosciuto avrebbe capito, cosa che Derek si rifiutava,
ovviamente,
di fare.
"Stiles
dove sei?"
"Da
Cora. Perchè?"
"Come perchè?
Stasera dovevamo passare la
serata insieme! Torneo di Fifa visto che tuo padre ha il turno di
notte!
Ricordi?! Sono sulla porte di casa tua ad aspettarti!"
"Oooh
cavolo hai ragione! Mi sono
completamente dimenticato! Scusa scusa scusa. Arrivo subito"
Stiles chiuse il telefono e
si maledisse,
aveva concentrato la sua attenzione su Derek e si era dimenticato dei
suoi
impegni. Perciò gli mandò un occhiataccia e disse
a Cora:
"Pulcino
scusa devo andare. Scotty mi
sta aspettando! Grazie per la pizza e per il pomeriggio"
le
disse abbracciandola.
"Nessun
problema. Buona serata, ci
sentiamo domani!"
Poi
Stiles cercò di sfoderare lo sguardo
più gelido di cui era capace e aggiunse, con tono
sarcastico:
"Derek,
è stato davvero un piacere
conoscerti."
E se
ne andò senza aspettare una risposta.
Era
quasi arrivato alla sua jeep quando
sentì dei passi dietro di sè, e prima ancora che
potesse fare qualcosa, si
ritrovó una mano al collo e la schiena schiantata contro la
portiera. Il viso
di Derek era a due centimetri dal suo e gli stava urlando qualcosa
contro:
"Che
diavolo pensi di fare eh? Venire
a casa di mia sorella e lanciare tutta la sera frecciatine del genere?
Pensi di
essere spiritoso?"
"Tua
sorella mi ha invitato, mica mi
sono intrufolato dalla finestra! E mica era programmato sai? Cosa ne
potevo
sapere io che era tua sorella? Avete due cognomi diversi!! E se proprio
vogliamo dirla tutta tu cosa diavolo pensi di fare? Cosa ci fai qui eh?
Avevi
giurato di non tornare mai! Almeno questo me lo dovevi..."
A
queste parole Derek si calmo un poco e lascio andare Stiles, prese un
respiro e
rispose:
"Sono
tornato perchè Cora ne aveva
bisogno, non so cosa ti ha raccontato della sua vita prima di
trasferirsi qui
ma ha passato un brutto periodo e le volevo stare accanto."
"Si
me lo ha raccontato: era andata a
conoscere sua madre biologica dopo aver scoperto di essere stata
adottata...aspetta un attimo: è per questo che avete il
cognome diverso? Ha
preso quello della sua famiglia biologica?"
"Esatto."
Derek
fece un passo indietro e guardo
Stiles dritto negli occhi.
"Non
avevo previsto di
rincontrarti."
Stiles
ricambiò lo sguardo:
"Giusto
per mettere le cose in chiaro,
questo succederà ancora e finché tua sorella
vorrà passare del tempo con me io
saró in giro, non mi nasconderò mai
più per causa tua."
Poi, senza aggiungere altro entró nella jeep e si allontanò, mentre dallo specchietto retrovisore poteva scorgere Derek immobile guardarlo allontanarsi. Era una bella metafora di quella che era stata la loro relazione, pensò con un sospiro.