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Autore: Lights    07/06/2009    6 recensioni
Dal primo capitolo: Tutti noi abbiamo un sosia “dormiente”che può rimanere tale per tutta la vita oppure il destino decide di far incrociare la tua strada con la sua. Può essere l’occasione di un attimo, di un semplice scambio di sguardi che dopo neanche te ne ricorderesti, o ti ritrovi di fronte ad un altro te stesso senza sapere chi sia con l’unica cosa certa che è la copia di te. Cosa accadrebbe se il tuo sosia incrociasse la strada della tua vita, la tua famiglia, i tuoi amici, ma non incontrasse te perché tu ora non ci sei più? ----- Sono tornata con una nuova avventura!!! Si gira intorno a Gibbs e a una nuova presenza, ma ci sarà spazio per Tony&Ziva (come potrebbe essere il contrario ^_^)..... Buona lettura... Light
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi... con calma ... ma arrivo!

 

 

 

Buona lettura

 

 

 

Light

 

 

 

 

 

 

 

La donna rimase ferma nella sua posizione ad osservare l’uomo che aveva davanti chiedendosi il perché l’avesse chiamata “Kate”.

Non disse nulla, si soffermò solamente a guardare quegli occhi tremendamente attraenti, di un colore quasi indefinito, di un azzurro chiaro tendente al ghiaccio che facevano trapelare una freddezza apparente ma se li osservavi profondamente potevi scorgere il calore che celavano al mondo esterno e fu proprio quello che colpì maggiormente la donna quando se ne rese conto.

Le era bastato quella analisi superficiale per capire che la persona che aveva di fronte sarebbe stato un soggetto interessante da esaminare.

Ecco ci risiamo, l’ho fatto di nuovo, è più forte di me, non posso fare a meno di studiare le persone che incontro” pensò sorridendo di se stessa mentre finiva di considerare la figura dell’uomo e gli angoli della bocca si sollevavano leggermente verso l’alto manifestando il suo pensiero divertito.

Non può essere” pensò Gibbs nello stesso momento quando vide la donna di fronte a sé sorridere. Fece qualche passo avvicinandosi ancora di più a lei.

Jethro la vide sgranare gli occhi dalla sorpresa ma questo non lo fermò di soffermarsi a poca distanza dal suo viso, lui doveva sapere.

- Chi sei?- Le chiese quasi temendo la risposta mentre affondava il suo sguardo gelido in quegli occhi che risvegliano il passato in cerca della verità.

La donna era rimasta sorpresa dall’atteggiamento dell’uomo, l’aveva spiazzata, non si sarebbe mai aspettata che avrebbe fatto lui la prima mossa infrangendo il suo spazio avvicinandosi in quel modo così confidenziale dato il suo comportamento rigido iniziale.

Un senso di soddisfazione si insinuò in lei, nonostante che quell’atteggiamento la stesse innervosendo mettendola in soggezione, perché a quella breve distanza poteva osservarlo meglio. Lasciò vagare brevemente il suo sguardo sul viso dell’uomo accorgendosi di una lieve cicatrice sulla fronte, delle rughe di espressione vicino agli angoli degli occhi causate molto probabilmente dallo scarso utilizzo degli occhiali.

Sorrise di nuovo cercando di tenere a freno il suo senso di soddisfazione nello scoprire che ogni cosa nuova che notava in lui la attirava sempre di più verso quel individuo così imperscrutabile.

Sicuramente era un uomo caparbio che non ammetteva i suoi limiti, anzi, cercava ogni volta la scusa buona per superarli e non mollava di fronte a niente finché non raggiungeva l’obiettivo.

Ritornò a quegli occhi sempre e di più curiosa di leggervi ancora dell’altro.

- Non sono Kate.- Rispose dopo qualche istante in tono calmo e gentile. – La ringrazio per il suo intervento.- continuò tranquilla afferrando dalle mani dell’uomo la borsa per tirar fuori subito dopo il cellulare e comporre un numero.

- Polizia, si c’è stata un’aggressione. Tutto risolto l’Agente...- la donna si bloccò accorgendosi che aveva dimenticato di chiedere quel piccolo dettaglio.

Portò nuovamente la sua attenzione al viso dell’uomo che prontamente rispose a quella muta domanda rivoltagli con lo sguardo.

- Gibbs.-

- L’Agente Gibbs ha ammanettato l’aggressore al lampione. Si nessun ferito. Perfetto.- Chiuse la comunicazione, richiudendo il cellulare e mettendolo in borsa.

- Ebbene?- Le chiese Jethro infastidito da quella situazione.

Lei lo guardò prima disorientata non tentando neanche di distogliere lo sguardo da quegli occhi che avevano assunto un colore più scuro come se fosse ipnotizzata da loro.

Interessante” pensò subito quando se ne accorse.

- La polizia sta arrivando Agente Gibbs.- Si soffermò per un attimo sulla figura dell’uomo.

Gli abiti erano sgualciti, un accenno di barba era comparso sul viso e gli occhi erano segnati dalla stanchezza della giornata.

- Non si preoccupi rimango io ad aspettare gli agenti, vada pure a casa non deve essere stata una giornata facile per lei.- Lo guardò comprensiva.

Gibbs accorgendosi di quello sguardo non riuscì a determinare se in quel momento la donna che aveva di fronte gli suscitasse più fastidio o interesse per la sua capacità di intuire le cose, l’unica cosa certa che sapeva che quel atteggiamento intraprendente gli stava dando suoi nervi, così alla fine decise di ignorarla completamente e andò a sedersi sulla panchina lì vicino in attesa dell’arrivo della polizia senza darle nessuna spiegazione.

La donna rimase nuovamente spiazzata dal comportamento di lui.

Sorrise apertamente guardando le spalle dell’uomo.

A lei piacevano le sfide e lui gliene stava offrendo una troppo invitante per rifiutare.

Si avvicinò al ragazzo. Aveva un viso sofferente, sicuramente era da un po’ che non assumeva della droga. Si inginocchiò di fronte a lui e lo guardò attentamente.

Quanti anni poteva avere? 22 o 23 anni al massimo.

Respirò profondamente mentre nella sua mente prendeva forma la vita che fino ad ora poteva aver vissuto il ragazzo, le privazioni, i soprusi che aveva dovuto sostenere e chissà cos’altro.

Gibbs con la coda dell’occhio non la perse di vista neanche per un istante pronto ad intervenire se ce ne fosse stato bisogno.

La vide inginocchiarsi di fronte al malvivente e guardarlo con uno sguardo compassionevole. Nei suoi occhi non c’era paura, terrore, ma solo tristezza per quel ragazzo e la vita che aveva intrapreso.

Rimase affascinato dall’atteggiamento della donna, mentre il leggero venticello faceva muovere i suoi capelli e un ciuffo impertinente le accarezzava delicatamente la guancia.

“Kate” pensò di nuovo più tristemente non riuscendo ad impedire che i ricordi del passato si sovrapponessero al presente.

 

 

 

Il suono di pistola e poi nient’altro.

Silenzio.

Il senso di paura che si accentua e si infila nell’anima.

- GIBBS!!- Urlò Ziva svegliandosi dal suo stato vegetativo.

Con occhi sbarrati ispezionò la stanza cercando di capire dove si trovasse.

- Finalmente ti sei svegliata.- Le disse Tony entrando nella stanza con in mano un bicchiere di caffè.

- DiNozzo!- Lo chiamò allarmata cercando di alzarsi.

- Hei ferma! Che fai!- Le andò subito vicina bloccandola per le spalle e rimettendola distesa.

- Gibbs?- Gli chiese con la paura negli occhi di quello che poteva essere accaduto.

- Shhhh...- le rispose dolcemente appoggiandole un dito sulle labbra e facendolo scivolare subito dopo dalla guancia al collo. – Sta bene, gli hai salvato la vita.- Le sorrise calmo. – Sei stata un’incosciente.- L’ammonì con lo sguardo.

- Sta bene?- Gli domandò ignorando le ultime parole di lui.

Tony fece di si con la testa.

Ziva, tranquillizzata da quella informazione, si rilassò sul cuscino chiudendo gli occhi non prima di aver cercato la mano dell’uomo e averla stretta nella sua.

- Non ti azzardare a farlo mai più...- Iniziò il collega cercando di trattenere la paura.

- Tony non cominciare, ho fatto solamente il mio dovere, è il prezzo del nostro lavoro.- Dibatté Ziva a fatica.

L’Agente lo sapeva benissimo.

Le parole della donna erano maledettamente vere, eppure... per un attimo non aveva potuto impedire alla sua vita di fermarsi in quel istante quando tutto sembrava perduto.

DiNozzo strinse forte la mano della donna e con l’altra agguantò il lenzuolo cercando di tenere a freno la sua rabbia.

Non doveva accadere mai più, lui doveva proteggerla.

- Sono grande abbastanza, me la so cavare da sola, sono stata addestrata per questo.- Disse Ziva con un filo di voce come se stesse rispondendo a quelle mute riflessioni.

Tony sorrise meravigliandosi ancora una volta della loro perfetta sintonia.

- Ora riposati. Io sarò qui quando ti sveglierai.- Le disse dolce.

DiNozzo la guardò a lungo, esaminando i tratti del viso della donna, stanchi e provati da tutto quello che era successo, aspettando il momento che si rilassasse e si lasciasse andare.

- Mi hai fatto prendere uno spavento. Non so che cosa farei se ti succedesse qualcosa.- Confessò sottovoce più a se stesso che a lei osservando la donna con uno sguardo caldo consapevole che tutto era andato bene.

Si piegò sulla collega e le baciò la fronte soffermandosi per qualche secondo e respirando a fondo il suo dolce profumo di vaniglia e rosa.

Ziva mosse leggermente gli angoli della bocca in un sorriso nascosto, la voce del collega le era arrivata da lontano, ma era riuscita lo stesso a decifrarne le parole.

L’Agente David non fece più resistenza e si lasciò andare alla stanchezza con la consapevolezza che tutto era andato bene e Tony era al suo fianco.

DiNozzo rimase seduto sul letto di Ziva per diversi minuti e quando comprese che la collega si era addormentata avvicinò con l’altra mano la poltrona al letto e si sedette accanto senza mai lasciare il contatto con la sua mano, tenendola saldamente stretta nella sua.

 

 

 

- Mi aiuti la prego.- Disse sofferente il ragazzo rivolto alla donna.

- Non posso fare niente per te, solo starti accanto.- Cercò di rincuorarlo accarezzandogli la guancia – Ce la farai non ti preoccupare, devi solo resistere.-

- Loro mi uccideranno.- Continuò impaurito.

- Chi ti vuol far del male?- Gli chiese prestando più attenzione alla fisonomia del ragazzo.

Gibbs sentendo quella frase scattò in piedi e si avvicinò ai due.

- Mi uccideranno.- Ripeté preso dal panico.

- Non ti preoccupare ci siamo noi qui con te...- La donna alzò lo sguardo verso l’uomo come per avere conferma di quello che aveva detto e Gibbs le fece un leggero segno di assenso con la testa – Di noi ti puoi fidare. Come ti chiami?- Gli chiese con il suo tono pacato.

Jethro si avvicinò anche lui al ragazzo e lo liberò dalle manette.

Il ragazzo guardò entrambi, respirò profondamente, afferrando all’improvviso le mani della donna.

Gibbs stava per intervenire ma lei lo intimò con lo sguardo di stare fermo.

- Se svelo tutto io morirò.- Le disse tremante.

- Non lo permetteremo.- Gli strinse di più le mani.

- Mi hanno incastrato. Ho dovuto farlo mi avrebbero ucciso se avessi rifiutato.-

- Come ti chiami?- Gli chiese Gibbs più risoluto.

- James Stone, Guardiamarina James Stone, signore.-

- In cosa ti hanno coinvolto?- Continuò Jethro nell’interrogatorio.

Il ragazzo tolse lo sguardo dall’uomo e cercò gli occhi gentili della donna la quale gli sorrise incoraggiandolo a rispondere.

Gibbs represse uno sbuffo di disapprovazione e quel pizzico di fastidio creato dal fatto che la donna al suo fianco fosse già riuscita ad avere la fiducia del ragazzo.

- Importo di droga dalla Cina. Io non sapevo che cosa facevo...- Scattò in piedi nervoso -... mi hanno incastrato. Dovevo fare le consegne e accertarmi che la droga fosse di ottimo taglio ma con l’ultima importazione ci sono stati dei guai, nonostante che fosse mal tagliata l’hanno messa in circolazione lo stesso, io li avevo avvisati che sarebbe finita male, ma nessuno mi ha ascoltato e ora vogliono vendicarsi su di me.-

Il guardiamarina si prese la testa tra le mani stringendo tra le dita i capelli esasperato per il terrore di quello che sarebbe stata la sua punizione.

- Mi troveranno e voi non potrete farci niente.- Urlò disperato.

- Ora calmati.- Gli disse la donna con voce ferma, avvicinandosi a lui. – Vieni con me...- guardò brevemente Jethro con la coda dell’occhio accorgendosi dell’occhiataccia contrariata che le aveva rivolto e si corresse subito – ...con noi e risolveremo ogni cosa.- Gli propose porgendogli la mano.

Stone guardò la mano della donna indeciso sul da farsi, poi rivolse lo sguardo verso quell’uomo risoluto che si trovava vicino a lui, ai suoi occhi così duri e inflessibili ma che gli ispiravano fiducia.

- Va bene.- Acconsentì avvicinandosi alla donna.

Uno strano luccio attirò la sua attenzione e gli bastò poco a capire che cosa ne sarebbe stato della sua vita.

- Nooooooooo!!!!!!!!!- Gridò terrorizzato qualche secondo prima di essere crivellato da tre colpi di pistola e cadere all’indietro senza vita.

Era stata una frazione di un attimo ma era bastato ai due militari per comprendere che cosa stava accadendo.

Gibbs non aveva esitato neanche un momento, si era gettato addosso alla donna per proteggerla, buttandosi insieme a lei a terra difendendola tra le sue braccia.

Erano rimasti fermi per qualche secondo in attesa che la tempesta fosse passata in ascolto del respiro dell’altro.

Jethro aveva alzato appena lo sguardo ispezionando il perimetro accertandosi che tutto fosse sicuro e poi l’aveva posato sulla donna che teneva gli occhi chiusi mentre il suo viso era nascosto nel suo petto. Le concesse ancora qualche attimo per riprendersi e rendersi conto da sola che tutto era finito.

Lei accortasi del silenzio aveva alzato la testa dal suo rifugio sicuro e si era scontrata con quegli occhi di ghiaccio che la guardavano in quel modo così strano che si sentì invadere le guance di calore e arrossire.

Osservandolo meglio le sembrò che l’uomo si fosse reso conto del suo turbamento facendo scomparire il calore che emanava il suo sguardo e sostituendolo con quel misto di freddezza e tristezza.

- Tutto bene?- Le chiese Gibbs.

- Si grazie.- Rispose soffermandosi a guardarlo in viso come se una forza più forte la costringesse a farlo, ma in realtà era solo lei che non ne aveva mai abbastanza di rimirare quel uomo.

L’aiutò ad alzarsi, sistemandole poi la giacca del tailleur togliendo della polvere dalle spalle.

- Non serve che copra la visuale del cadavere con il suo corpo per non farmi impressionare. Sono grande abbastanza.- La donna si sforzò di sorridere intuendo le intenzioni dell’uomo.

- Ah... ah...- le rispose scettico Gibbs spostandosi di lato di qualche passo.

La donna guardò in direzione dove giaceva il corpo inerme del guardiamarina Stone. Lo osservò per qualche istante non riuscendo a frenare quel senso di impotenza per non essere riuscita a portarlo in salvo.

- Non è colpa sua.- Le disse Gibbs appoggiandole brevemente la mano sulla spalla, prese il cellulare, compose il numero e riferì posizione e l’accaduto al suo interlocutore.

- E’ un Agente del Ncis, non è vero?- Gli chiese serafica tenendo fisso lo sguardo sul marinaio.

Gibbs rimase in silenzio ad osservarla.

Ma come diavolo faceva quella donna a prevedere ogni sua mossa.

Era ferma davanti al cadavere, dritta e rigida nella sua posizione, con sguardo attento e lucido con occhi leggermente sgranati. Molto probabilmente stava lottando con tutte le sue forze per non lasciarsi andare. Le braccia erano serrate attorno al petto mentre le mani nascoste erano chiuse a pugno. Ogni tanto, ad un ritmo regolare si mordeva prima il labbro inferiore e poi l’interno della guancia.

“E’ nervosa, ma per che cosa?” si chiese Jethro quando finì di osservarla.

Si avvicinò silenziosamente e solo dopo qualche secondo la donna si voltò verso di lui facendogli segno con la testa di che cosa volesse.

- C’è qualcosa che vuole dirmi prima che lo scopra da solo?- Le chiese guardandola dritto negli occhi senza darle la possibilità di fuga.

Lo squillo del cellulare disturbò quella strana complicità che si era creata tra i due.

La donna lo prese, riconobbe il numero e se lo portò all’orecchio.

- Leon...- Disse dopo un attimo ma non poté finire di parlare che Jethro le rubò dalle mani l’apparecchio.

- Vance! Vuoi spiegarmi?- Chiese irritato.

- Tutto a tempo debito Agente Gibbs.- Rispose il direttore chiudendo la telefonata.

 

 

 

 

 

 

Continua....

 

 

 

 

 

 

 

Ragazze vi ho già detto che vi adoro???? Beh ve lo dico ora... siete meravigliose, è un vero piacere trovarvi di nuovo!

Pensavo di aggiornare un po’ prima, ma tra il fatto che non sto tanto bene e la storia che è complicata, mi tocca rivedere più volte i capitoli, mi tocca dedicarci un po’ di tempo in più.

Per ora rimaniamo sul vago ma già dal prox chap si scoprirà qualcosa su questa “donna”, che devo dire già la adoro.

Il prox chap è già in lavorazione ... incrociamo le dita e che non succedano intoppi ^_^

 

 

   
 
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