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Autore: luis    12/04/2017    5 recensioni
Edward e Bella umani. Lei dolce sensibile e desiderosa di essere amata per ciò che è. Lui il più popolare della scuola che si nasconde dietro una maschera di apparente superficialità. Riuscirà la nostra Bella ad abbattere le barriere per arrivare nel profondo della sua anima?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 29
Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo TRENTESIMO

  POV BELLA

La Sera dopo la partita siamo riusciti a salutare la squadra per brevi istanti, prima del loro rientro a Forks con il pulmino della scuola. Edward e io ci siamo lanciati solo qualche sguardo e  parola di circostanza eppure l’elettricità tra noi era cambiata: esistevamo solo noi. Il capitano si è raccomandato con Alice, perché mi scortassero senza problemi a casa, non si fidava del mio macinino.

Storco ancora il naso, il mio fedele pick up non mi ha mai abbandonato finora.

“Ehi, bella addormentata” mi canzona una sorridente Rosalie. Sbatto le palpebre e ritorno alla realtà. Siamo in palestra e stiamo cercando di mettere insieme il nostro pezzo. Siamo partite dalla coreografia, secondo Alice, dato che Love me like you do è una canzone molto popolare e ben conosciuta almeno da noi quattro, avremmo dovuto concentrarci sulla coreografia: un conto è ballare da soli, un altro in gruppo, avremmo dovuto essere meglio coordinate tra noi. Alice si sta rivelando un vero mastino.

“No Rose” urla durante l’ennesima esecuzione “sei in anticipo, e tu Angela più morbida  sembri un pezzo di legno” le uniche a non essere state richiamate siamo io e Leah che sogghigniamo, nei giorni scorsi abbiamo già ricevuto la nostra dose di richiami.

Sono giorni che proviamo senza sosta, la festa è tra tre giorni e noi siamo ancora in alto mare. I passi li abbiamo memorizzati, abbiamo anche concordato i  punti della canzone che avremmo cantato; ancora, però, non siamo riuscite a trovare la giusta armonia. Il sogghigno dal mio viso scompare e tutto mi sembra così lontano da realizzare. A Phoenix abbiamo impiegato un mese intero per raggiungere un grado decente di presentazione e noi quattro eravamo già abituate a coordinarci dagli allenamenti con le cheers.

“Alice ora stai esagerando!” sbotta Rose visibilmente irritata e Angela non è da meno.

“Alice” richiamo la sua attenzione con una mano sulla spalla “Non ho idea di che ore siano, sono sicura che sono più di due ore che siamo qui” rivolgo il volto verso le vetrate della palestra al cui esterno il buio la fa da padrone. “Direi che per oggi possiamo fermarci qui, domani magari più riposate potremo riprendere con maggiore enfasi, eh?” non può che annuire. Rose e Angela sono molto tese e l’ennesima interruzione di Alice le ha particolarmente inquietate, non sarebbero riuscite neppur volendo a fare qualche progresso.

Raccogliamo le nostre cose e usciamo da lì. La scuola è deserta e il parcheggio fa quasi paura. Mi blocco davanti la porta della scuola.

“Bella vuoi che ti accompagniamo noi?” chiede Angela che scruta il mio viso dal mio fianco.

“Salve ragazze” ci viene incontro un sorridente Jacob con la sacca degli allenamenti in bella mostra.

Dietro di lui si avvicinano altre figure, che riconosco una volta illuminati dall’unico lampione dell’area. Jasper, Ben, Edward e con mia sorpresa anche Emmet e Steven cosa ci fanno tutti qui? Gli allenamenti devono essere finiti già da un po’ considerando anche i loro capelli leggermente umidi per la rinfrescante doccia. Un sospiro lascia le mia labbra al pensiero di una calda e tonificante doccia. Percepisco i miei muscoli indolenziti.

“Merda!” esclama Alice alle mie spalle quando si rende conto di chi stia arrivando. Mi volto nella sua direzione e ammetto di essere perplessa nel notare il cipiglio sul suo viso e lo sguardo fisso in direzione del fratello, quello di mezzo ovviamente, il mio demonio dagli occhi verdi. Anche Edward sembra fissare la sorella. Alzo gli occhi al cielo: i fratelli Cullen e le loro conversazioni telepatiche!!!

“Salve ragazzi” esordisce alla fine. Salutiamo anche io e le ragazze e facciamo finta di niente.

“Ciao bellezze” esordisce Jacob mentre schiocca un sonoro bacio sulla mia guancia e quella di Leah lasciandoci completamente basite.

Alzo gli occhi al cielo e quando ritorno al presente noto Edward poco distante che mi fissa, non ha proferito neanche una parola, mi squadra da capo a piedi con sguardo indecifrabile. Alza un sopracciglio e rivolge lo sguardo alla sorella in una muta domanda. Sono sicura che ha notato il rossore delle mie guance il riverbero delle goccioline di sudore appiccicate al mio volto, benché sia coperta fino al collo a causa delle temperature basse della piovosa cittadina il volto è l’unica parte che non ho coperto. La sacca con il cambio stretta in pugno. “Merda!” non voglio che scopra cosa stiamo combinando, voglio che sia una sorpresa, una piacevole sorpresa mi auguro.

“Bene, è stato un piacere ragazzi. Ci vediamo” saluto le mie amiche e corro verso il pick up incurante di ciò che lascio alle spalle. Se fossi rimasta sono sicura avrebbero capito tutto. Lascio indietro ogni cosa, come le domande che vorticano a ritmo folle nella mente e cerco di concentrarmi sulla guida.

Una volta giunta a casa il trillo del telefono mi fa sobbalzare, mi precipito a rispondere. Con il cuore in gola mi accingo a rispondere. Mio padre non è ancora tornato e uno strano peso sullo stomaco mi blocca quasi il respiro.

“Casa Swan”

“Ciao Bella, disturbo?” mia piccola amica sempre discreta

“No, a dire il vero avevo voglia di parlare con te, mi manchi” la mia voce si addolcisce

“Tutto bene?” chiede Cheryl dall’altra parte della comunicazione.

“Sì tranquilla è che sono sorpresa da questa tua chiamata” rispondo

La risata cristallina della mia amica stira le mie labbra in un sorriso carico di calore. È bello sentirla ridere.

“Come mai avevi il desiderio di parlarmi?” chiede.

“Ecco volevo chiedere il tuo permesso”

“Per cosa?” chiede curiosa

“Ecco, vedi… “ cerco bene le parole, poi sbotto tutto d’un fiato

“Stiamo preparando uno spettacolo qui a scuola e avevo pensato di partecipare con delle amiche e ho preso in prestito la tua coreografia” percepisco chiaramente il fiato trattenuto. Attimi di silenzio seguono e mi rendono inquieta. Passo la mano tra i capelli e attendo. Non riesco a percepire alcun suono.

“Cheryl ci sei ancora?”

“Sì” risponde flebile

“Sei arrabbiata?”

“No” esala “no” riprende più decisa “mi hai spiazzato, ecco. Certo che puoi usare la mia coreografia, fai riprendere qualcuno voglio vederla, sono curiosa di vedere l’effetto su un palco” gli occhi mi si inumidiscono.

“Potresti venire e vederla di persona se vuoi” butto lì.

Il pianto di neonato spezza il silenzio

“Mi piacerebbe, davvero, ma non posso”

“E’ per Thomas? come sta il piccolo?”

“Oh bene, mangia, dorme, ogni tanto si lamenta per le colichette, ma è davvero un caro bambino, il mio piccolo angelo” dice con un tono di voce che non so decifrare, un misto tra commozione, calore, malinconia.

“Puoi portare anche lui” continuo.

“Bella” tentenna.

“Davvero non posso” continua. Non riesco a comprendere cosa la freni, forse..

“E’ Brian che non vuole?” chiedo un po’ irritata. Da quello che  mi ha raccontato Cheryl lui le è stato praticamente addosso per tutto il tempo della gravidanza, l’ha seguita, l’ha confortata si è comportato come un fidanzato. Ricordo di averle chiesto, dopo le rivelazioni in ospedale, se loro si fossero messi insieme ma lei ha negato. “Non potrà mai esserci nulla tra noi” mi aveva detto con voce modulata e un dolore straziante negli occhi.

“No” risponde di getto, con la stessa enfasi che mette ogni volta che si tratta di difenderlo. Massaggio le tempie, quando il flash della festa torna prepotente a bussare nella testa. Quel ricordo pulsa più degli altri.

“Non posso parlare ora,  devo andare da Thomas. Appena posso ti chiamo e ti spiego” sospira “forse … a presto” chiude la chiamata senza permettermi di replicare. Sbatto le ciglia e fisso incredula il mio telefono. Stringo le labbra per il disappunto. Non riesco a capire cosa stia succedendo. Cheryl si comporta in modo strano. Perché mi ha chiamata? Scrollo il capo come a voler scacciare via tutto il peso che lo opprime e corro al piano di sopra e mi fiondo nella doccia. Ne ho davvero bisogno.

Il giorno seguente riesco a scoprire da Rosalie e Angela che i ragazzi si sono dileguati  in palestra in modo frettoloso, probabilmente dovevano provare il loro numero. Splendido! Avevo avuto la conferma definitiva ai miei sospetti. Ho cercato di fare qualche domanda, ma loro non avevano alcuna idea di cosa stessero combinando le hanno tagliate fuori.

“Sta tranquilla, Bella, non sanno nulla di quello che stiamo facendo, anche se forse dopo il nostro incontro potrebbero sospettare qualcosa” mi tranquillizza Angela.

Non avevo pensato affatto che quelle due avrebbero potuto spifferare qualcosa ai loro fidanzati. Alice non lo avrebbe fatto, sapeva che volevo fosse un segreto, anche per questo ha organizzato le nostre prove alla fine dei turni di tutti. Ci ha anche iscritto con un nome di gruppo. “Nessun sospetterà mai di voi” mi aveva assicurato. Tutto il resto lo avremmo saputo alla fine. Apro la bocca per parlare, ma Rosalie mi blocca

“Davvero, Bella, non avrai pensato che avremmo detto qualcosa a quegli scellerati? Loro ci hanno tenuto fuori e noi abbiamo fatto lo stesso. Ma al contrario di loro noi sappiamo della loro partecipazione, loro no” ghigna con una luce dispettosa negli occhi. Mi apro in un enorme sorriso. Che si spegne non appena Kate, Tanya, Jessica, Lauren e un’altra cheers attirano l’attenzione al loro tavolo in mensa con delle risatine. Dei ragazzi nessuna traccia come sempre nell’ultimo periodo. Fisso Tanya e mi chiedo se sappia che la bionda al suo fianco e che tratta come un’amica di vecchia data vuole mettere le proprie unghie laccate sul suo ex ragazzo cui ancora non ha rinunciato, stando alle voci di corridoi. Stupidi pettegolezzi!  Le osservo bene e devo dire che sono davvero belle entrambe, come posso mai competere con un simile grado di grazia e bellezza? Io non possiedo la stessa grazia nelle movenze, non possiedo la loro angelica bellezza, non possiedo la perfezione dei loro corpi. Un sospiro frustrato esce dalle mie labbra. La mia mano viene avvolta da una piccola e calda, mi volto e fisso i miei occhi in quelli scuri di Angela.

“Non fare pensieri stupidi, Bella” mi rimprovera Rosalie. Mi volto a guardarla, le guardo entrambe e mi fissano serie.

“Tu sei cento volte meglio di loro” continua la mia amica bionda. Alzo gli occhi al cielo. Detto da lei, poi, che è la quinta essenza della perfezione assoluta. “E non fare quella faccia. È la verità. Tu sei bella: qui e soprattutto qui” indica il cuore “E a tu sai chi queste doti non sono indifferenti, credimi” sogghigna. Entrambe mi sorridono furbe. Sbarro gli occhi: sono nei guai! Il calore invade le mie guance lo percepisco prepotente.

“Pensavi davvero che non avessimo capito nulla? Pensavi davvero che non avessimo capito il tuo tentativo di attrarre il nostro bel capitano con questa idea dello spettacolo?” chiede retorica Angela. Resto a bocca aperta a fissarle.

“Per favore Bella, la canzone che hai scelto parla da sola” ammicca Rosalie nella mia direzione. No nella direzione alle mie spalle. Mi volto e inorridita vedo Edward, Ben e Jasper sopraggiungere. Il cuore batte a mille. Jacob alle mie spalle sogghigna e ammicca. Spero che sia l’unico ad aver ascoltato la conversazione, perché dal sorriso che ha stampato in faccia, ha ascoltato eccome.

“Salve, ragazze” ci salutano in coro i quattro ragazzi che si siedono al nostro tavolo. Jake al mio fianco, Edward di fronte, Ben di fianco Angela e Jasper accanto a Edward. Quest’ultimo mi fissa attento e inarca un sopracciglio. Si apre in un sorriso sghembo e sento la sua bellissima voce dopo un tempo che sembra infinito.

“Abbiamo interrotto qualcosa?”

“A dire il vero sì” esordisce Rosalie. La fisso inorridita “ stavamo prendendo in giro Bella” continua imperturbabile. Io la uccido! Le mie guance si infiammano ancora di più

“Ah sì?” chiede curioso Edward. “Lei e il suo precario equilibrio” ridacchia e con lei tutti i presenti, compreso il mio migliore amico al mio fianco. Il cuore batte come un pazzo. Edward mi guarda divertito i suoi occhi sono illuminati e sereni e questo mi fa sciogliere ancora di più. Le risatine fastidiose delle cheers rompono questo idillio. Rivolgo lo sguardo alle spalle del capitano e le osservo sogghignare e guardare nella nostra direzione. Mi rabbuio. Di chi staranno sparlando? Di cosa? Mi paralizzo quando Kate rivolge uno sguardo languido in direzione di Edward, che incuriosito dal mio si è voltato nella loro direzione. Le sue spalle si irrigidiscono, si volta il suo volto è divenuto una pietra, immobile e freddo. Le sue mani accarezzano la mia stretta a pugno, ottenendo la mia completa attenzione. Forse spinto dal mio non ritrarmi la circonda con la sua calda e grande. Osservo la sua mano che avvolge la mia. Rabbrividisco. Quanto mi è mancato il suo tocco! È l’unico pensiero che aleggia nella mente in questo momento. Alzo lo sguardo e incrocio il suo di nuovo sereno. “Non dar peso a quelle” sussurra appena. Porta la mia mano vicino la sua bocca, pericolosamente vicino e la sfiora con un bacio. Il battito del cuore si ferma, non sono sicura se le mie orecchie hanno percepito sospiri esterni, la mia attenzione è tutta per quegli occhi talmente intensi che l’unico desiderio è annegare nel suo mare.

“Ragazze, eccomi!” la voce squillante di Alice rompe la bolla in cui sono immersa, la mano di Edward lascia la mia, il freddo torna ad avvolgermi. La nana siede con la sua esuberanza sulle ginocchia del suo ragazzo, gli schiocca un plateale bacio sulle labbra. Passo una mano sulla faccia. “Voi” fa cenno a noi tre ragazze “Stasera, casa di Bella, dopo tutto quello che avete da fare oggi” continua elusiva. Faccio per replicare “Non azzardarti ad aprir bocca mia cara” mi rivolge il suo bellissimo indice affusolato perfettamente laccato di rosso contro. Chino il capo rassegnata. Il suono della campanella mette fine allo strano teatrino. Poco prima di varcare la soglia della mensa, Edward mi affianca e mi sussurra “Che lezione hai?” sbatto le palpebre incredula e inchiodo all’istante. Mi volto a guardarlo. Non mi rivolgeva la parola da una vita se non per lo stretto necessario, come mai ho la sensazione che stia cercando di riportare le cose al loro posto?

“Non c’è nulla che desideri che rimettere le cose al giusto posto, non ora. Non oggi. Non capisci che sono ancora su di giri? Potrei rovinare tutto e non voglio”

Lo stralcio di una conversazione che pensavo di aver sognato si fa strada nei meandri della memoria.

“Storia” rispondo “ Storia e poi ginnastica” mugugno l’ultima frase. Ginnastica il mio incubo. Lui mi sorride sghembo

“Buona fortuna, allora” sogghigna e mi lascia un bacio sulla guancia. Gesto inaspettato che mi lascia paralizzata incurante degli studenti che mi scansano in malo modo per uscire da quel luogo.

“Bella, muoviti” Alice, tornata indietro, mi strattona verso la nostra lezione. “Ho preparato tutto per stasera, sono finalmente arrivati i vostri costumi” dice esuberante. Sorrido e prima di varcare definitivamente la soglia noto Kate e Tanya fissarci con un cipiglio scuro in volto. Troppo stravolta per le emozioni provate per il bacio di Edward le ignoro decisamente.

Il cuore batte a mille, l’adrenalina scorre impetuosa nelle vene. Traggo un respiro profondo e lo rilascio lentamente. Ho bisogno di calmarmi. Finalmente la tanto attesa serata è arrivata. Avvolta dal telo da bagno i capelli ancora umidi della doccia fisso il costume di scena diligentemente sistemato sul mio letto. Storco leggermente il labbro al solo pensiero di indossare quella tuta striminzita e attillata come una seconda pelle. “Nessuno vi riconoscerà con questo abbigliamento” aveva ripetuto Alice più volte per convincerci ad indossare ciò che aveva scelto, almeno la maschera da gatta nasconderà le nostre identità. Una volta indossato mi osservo allo specchio e devo dire che il risultato non è niente male, infilo la maschera, un’ultima occhiata allo specchio quasi a trarre coraggio da quell’immagine e mi accingo ad uscire.

“Tranquilla Bella, andrà tutto bene” cerca di rassicurarmi Rosalie per l’ennesima volta. Le esibizioni sono già iniziate, i partecipanti sono stati relegati tutti sul retro e mano mano che arriva il proprio turno sono chiamati. Occhi indiscreti e curiosi non lasciano le nostre figure troppo curiosi nel capire chi si cela dietro le nostre maschere. Più di tutti sono gli occhi di Edward che continuano a fissarmi. Bellissimo nella sua tenuta da vampiro: anfibi neri, maglietta bianca, pantaloni stile militare, sempre neri, e una blaser lungo, poggiato spalle ad uno dei pilastri e braccia conserte, non smette un attimo di fissarmi. Il cuore batte all’impazzata. Faccio forza su me stessa per evitare di guardarlo a mia volta, non voglio che mi riconosca. Sono una codarda sì, ma ho così tanta paura di essere ridicola ai suoi occhi che davvero in questo momento vorrei essere da tutt’altra parte.

Siamo quasi alla fine delle esibizioni, restiamo in quattro. Ora è il turno delle cheers che percorrono il corridoio come fossero ad una sfilata di moda. Dalla nostra angolazione c’è la possibilità di vedere lo spettacolo e devo dire che sono davvero bravissime, sensuali, ammiccanti e con mio sconcerto anche brave a cantare. Un gemito strozzato esce dalle mie labbra. La presa consolatrice di Angela e il suo sguardo implorante mi chiede di non mollare. Loro sono qui per me, sono qui perché vogliono appoggiarmi in questa follia. Le batto una mano sulla sua e le sorrido per tranquillizzarla. Un boato si alza dalla platea, allunghiamo lo sguardo e i Vampire’s Knights lanciano il la alla loro esibizione. Devo dire che hanno saputo scegliere anche il nome della band è d’effetto.

Meravigliosa, stupenda, ricca di armonizzazioni musicali, colori, luci e anche un supporto coreografico penso di qualche compagno di squadra o altre cheers. Emmet strepitoso alla batteria, Ben e Jasper alle chitarre e Edward alle tastiere. Meravigliosi ritmici coinvolgenti. Porto una mano davanti la bocca per cercare di contenere l’emozione forte che sembra voglia uscirmi dall’anima e strapparla in due. Non ho idea se sia stata la mia immaginazione ho avuto la sensazione di avere gli occhi color ambra del Vampiro puntati contro.

“Bella, ehi Bella” sussurra Leah al mio orecchio “ tocca  a noi”. Mi ridesto dal mio sogno ad occhi aperti. Saliamo sul palco e prendiamo ognuna le proprie postazioni. Cerco di concentrarmi per trovare il coraggio di iniziare e alla fine lo trovo negli occhi verde ambra del mio vampiro che nei pressi del palco mi scruta con sguardo indecifrabile. La musica parte e le mie corde vocali partono da sole come pilotate da vita propria. Mano mano che una di noi si aggiunge alla parte cantata questa viene illuminata dalla luce. Alice ha pensato davvero a tutto. Al termine dell’esibizione ho il cuore praticamente in gola. Il pubblico applaude, ma non vedo più il mio vampiro. Scendiamo dal palco e ci abbracciamo felici che sia andato tutto bene, Alice fa segno di ok dalla sua postazione. Mi sento completamente su di giri, mi allontano un attimo ed esco dalla palestra in cerca di un po’ d’aria fresca. Ne ho bisogno per quanto mi senta frastornata. Non riesco neanche a trarre un respiro e qualcosa di massiccio si scaglia contro il mio corpo e mi schiaccia alla parete. Eccolo il mio vampiro, continua  a fissarmi senza proferire neanche una parola e poi accade: le sue labbra si scontrano con le mie in un bacio che sa di passione, brama, dolcezza. Perdo completamente il nume della ragione e rispondo al bacio. Il mio primo bacio. La frenesia ci assale, i corpi si scontrano uno contro l’altro e le mani vagano dappertutto. Ad un tratto avverto una presa salda e calda stringersi intorno un seno. Non ho idea di come abbia fatto ad infilarsi lì sotto e il fuoco tra le mie gambe divampa impetuoso. Qualcosa di duro preme contro le mie parti intime, dato che non so né quando e né come le mia gambe sono avvinghiate ai fianchi di lui. La sua bocca si stacca dalla mia per prendere ossigeno e comincia la sua discesa lungo il mio collo, morde il lobo dell’orecchio e il suo alito caldo sussurra: “Mi hai fatto impazzire dal primo momento che ti ho vista”. E l’incantesimo si rompe. Non mi ha riconosciuta. Mi crede un’estranea, una che gli è piaciuta e che pensa di prenderla per una sera, una qualsiasi. Mi divincolo dalla sua presa e quando lui mi permette di allontanarmi cerco di raggiungere la porta con il cuore in frantumi. Tutto quello che ho fatto non è servito a niente!

“Non ti permetterò di fuggire ancora” ringhia mentre mi afferra per un polso “Non fuggire ancora da me, Bella, non farlo” la sua preghiera quasi una supplica mi bloccano. Mi ha chiamata Bella. Mi volto sconvolta. E scorgo il suo sorriso sghembo.

“Davvero credevi non ti avrei riconosciuta?” un passo, un altro e io immobile a fissarlo. Ci separano pochi centimetri ormai. “Ti ho riconosciuta non appena hai varcato la soglia della palestra” afferra una ciocca dei miei capelli e li porta al naso. “Non voglio più che scappi via, voglio te e ti voglio ora, adesso” non mi lascia il tempo di rispondere, le sue labbra sono di nuovo sulle mie. Il bacio consapevole, dolce, morbido, sensuale tutto labbra. “Non voglio più andare via” sussurro la frazione di secondo libera per prendere aria. No non andrò più via ora che ho trovato finalmente la strada verso casa.

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Note Autore:

Un ringraziamento di cuore a tutti voi lettori vecchi e nuovi e tutti voi che avete inserito la storia nei preferiti, ricordate, seguite. Grazie per il vs sostegno!!!

P.S.: le frasi sottolineate ed evidenziate in rosso segnalano il collegamento al video dell'esibizione, se siete curiosi basta un semplice click!!!

Vi chiedo perdono per la lunga assenza, ma sono stata senza telefono e internet per più di quattro mesi, questo per aver effettuato il cambio operatore telefonico!!!!
   
 
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