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Autore: Nephrite ekips    13/04/2017    1 recensioni
Fin da bambina ero una grande fan di questa coppia, e siccome nel contesto originale non hanno avuto il loro lieto fine ho voluto scriverlo per loro.
Premetto che non sono una scrittrice professionista, è la mia prima storia, dunque non mi insultate perché potrei piangere tantissimo. (xD ovviamente sono ironica)
Spero gradiate la mia storia e spero di non aver fatto troppi errori grammaticali. (E' stata scritta in tarda notte quando le persone normali dormono).
Ci terrei comunque a sapere tramite recensioni o messaggi se quantomeno la storia sia interessante o se vi stia coinvolgendo. Grazie mille e buona lettura.
Un ringraziamento particolare va a Medea Astra che mi ha sempre incoraggiata a scrivere, e che sempre mi ha sostenuta per ogni cosa, questa storia è dedicata a te.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naru/Nina, Shitennou/Generali
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più serie
Capitoli:
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Quella giornata era particolarmente calda, io e Bunny decidemmo di andare alla piscina comunale per passare un po’ di tempo assieme, mentre lei era intenta a nuotare io invece preferii rinfrescarmi pian piano, ero seduta sul bordo della piscina, ancora una volta mi persi nei miei pensieri. Non facevo altro che pensare al nostro ballo, alla sua voce e alle bellissime parole che ogni volta mi rivolgeva, possibile che fosse amore … quello vero? Tutti questi pensieri furono interrotti da Bunny che giocosamente schizzò un po’ d’acqua nella mia direzione.
 
 
 
«Dai tuffati.» Fui irritata da quel gesto, aveva dissolto la meravigliosa immagine del mio Maxfield.
Le lanciai un’occhiataccia. «Smettila di comportati come una bambina.» E mi voltai dall’altro lato,
 
 
 
si accigliò giocosamente e mi rivolse delle acide paroline. «Insomma chi ti credi di essere? Un’adulta.»
La guardai convinta di ciò che provassi. «E’ che, mi sono innamorata, proprio come succede agli adulti.» Risposi sognante, con le guance paonazze, ero c’erta d’aver assunto un’espressione abbastanza da ebete nel dire quella frase.
 
Bunny mi guardò sconvolta, perse, quasi l’equilibrio, per poco non affogava, poi assunse un’espressione da saputella, alzò anche il dito come per puntualizzare ciò che stava per dire. «Per innamorarsi bisogna essere in due, non lo sai?»
 
Mantenni la testa tra le mani con lo sguardo ancora perso nel vuoto.
 
«Ma certo che lo so cosa credi?» Assunse un’espressione ancor più sconvolta di prima e poi iniziò con qualche farneticazione. «COSA?!?!? Non dirmi che ti sei innamorata di Ubaldo? Oppure di Milord o Moran, beh in questo caso non è giusto, li ho visti prima io!»
 
La mia espressione continuava a non variare, ero totalmente imbambolata e sognante. «Non essere sciocca, non si tratta né di Ubaldo, né di Moran, né tanto meno di Milord. Il ragazzo che amo è molto più grande di loro.»
Mi presi qualche secondo per scandire bene il suo nome, volevo assaporare ogni sillaba. «E va bene te lo dico, mi sono innamorata di Maxfield Stanton.»
 
 
La reazione di Bunny mi lasciò totalmente basita, assunse un’espressione sconvolta ed iniziò ad urlare come se le avessi detto qualcosa di assurdo ed inconcepibile.
 
«Ma che ti prende, cosa c’è che non va? È vero che Maxfield ha qualche anno in più di me, ma se c’è l’amore di mezzo, l’età è insignificante.»
 
 
La sua espressione divenne improvvisamente preoccupata. «Ti prego Nina dimentica ciò che ho detto, puoi innamorarti di chi vuoi ok? Ma non di Maxfield.»
 
 
M’infastidirono terribilmente le sue parole, cosa poteva saperne lei di Maxfield, non lo conosceva per niente. La mia giornata era totalmente rovinata.
 
«Ora basta! Tu sei solo gelosa.»
 
 
Mi voltai e andai via. Poco dopo mi sentii dispiaciuta per la discussione con Bunny, ma lei non poteva parlare di qualcosa di così prezioso per me senza neanche sapere come andassero le cose, trovavo tutto così assurdo.
 
 
Mi recai verso casa e decisi di studiare quel pomeriggio, il giorno dopo avrei dovuto affrontare un compito importante.
Il pomeriggio passò tranquillo, ero totalmente immersa nello studio quando il suono del campanello distolse la mia concentrazione, andai subito ad aprire e mi ritrovai dall’altra parte Bunny.
 
«Oh, che bella sorpresa ciao Bunny.» Ero felice di vedere che la mia amica non fosse arrabbiata. Aveva ancora un’espressione preoccupata ma anche decisa.
 
 
«Apri le orecchie, mi dispiace per quello che sto per dire, ma è giusto che tu sappia come stanno le cose. Maxfield non è quello che credi, lui non è un essere umano. Cioè volevo dire che è una persona orribile, non merita il tuo amore quindi è meglio che te lo togli dalla testa al più presto! Lascialo andare, ti prego Nina dammi ascolto!»
 
Disse il tutto in maniera così rapida e confusa che neanche ero sicura di aver capito bene il concetto.
 
«Ma che dici Bunny, non capisco». Non mi diede neanche il tempo di dirle queste parole che era già di spalle per andarsene, mi fece un largo sorriso e mi salutò.
 
«Mi raccomando fa come ti ho detto». E andò via.
 
Tornai in casa confusa e dispiaciuta. Perché Bunny ce l’aveva così tanto con Maxfield, lei non lo conosceva nemmeno.
Tornai nella mia camera sconsolata e ripresi a studiare, benché la concentrazione fosse del tutto sparita.
 
Quello che aveva detto Bunny era molto grave ma Maxfield era così affascinante, aveva preso il mio cuore.
La sera era avanzata, ero intenta a posare i libri sullo scaffale quando mia madre mi chiamò dal piano inferiore.
 
 
«Nina, è per te. C’è un certo Maxfield al telefono.» Il mio cuore impazzì dalla gioia, mi catapultai come un lampo vicino al telefono. Mi chiese se potessi raggiungerlo al parco. Non me lo feci ripetere due volte, dissi a mia madre che sarei tornata presto e sgusciai fuori di casa.
 
 
Lo ritrovai vicino al parco comunale, c’era una piccola panchina grigia, era seduto lì ad aspettarmi.
Prima di avvicinarmi mi dedicai qualche secondo per osservarlo.
Aveva una giacca blu elettrico con un pantalone nero e la camicia bianca, era bellissimo, anche se a mio modesto parere qualunque cosa avesse indossato gli sarebbe calzata a pennello. Era così elegante.
Si accorse della mia presenza e mi venne incontro, prese la mia mano e mi condusse alla panchina ci sedemmo e mi guardò in modo tranquillo poi disse: «Mi dispiace per averti disturbato a quest’ora».
 
 
«Ma no, figurati! Mi ha fatto piacere la tua telefonata». Come poteva disturbarmi, non attendevo altro che vederlo e godere della sua compagnia.
 
 
La sua espressione variò e divenne notevolmente malinconico e pensieroso, distolse perfino lo sguardo da me e fissò il pavimento. «Nina … sono venuto per dirti addio.»
 
 
I miei occhi s’inondarono dalle lacrime e il mio cuore perse qualche battito. «Addio?» dissi balbettante, poi ebbi un’amara realizzazione. «Già … ho capito, io per te sono solo una seccatura, vero?»
 
 
Si voltò verso di me accigliato. «Non è vero, Nina ti sbagli! Il problema è che non voglio che tu corra inutili rischi. Forse non lo sai ma ci sono delle persone molto cattive che mi minacciano. Non voglio che tu sia in pericolo. Quindi addio, è stato bello conoscerti.»
 
 
Si alzò e stava per andarsene, non potevo permetterlo, dovevo trovare un modo per fermarlo, qualunque cosa. «Aspetta! Non posso fare proprio nulla per aiutarti». Rimase fermo per qualche minuto con le mani in tasca, abbassò leggermente lo sguardo con espressione frustrata.
 
 
«Il cristallo d’argento, se l’avessi, potrei difendermi dai miei nemici.. » Disse confuso. Poi mi guardò di nuovo. «Scusa, non dovevo dirlo.»
 
Cristallo d’argento? Ricordai che la mia mamma, un paio di giorni fa mi mostrò un cristallo dalle venature d’argento … che fosse quello? Mi girai verso di lui determinata.
 
«Aspetta un attimo! Torno subito.»
 
Lo lasciai lì e come un lampo tornai a casa, presi il cristallo dalla cassaforte  cercando di non farmi sentire, tuttavia mia madre mi colse in fragrante.
 
 
«Che cosa stai facendo Nina!» Mi disse con tono preoccupato.
 
 
«Mi dispiace mamma, torno subito». E ricorsi fuori di casa in direzione del mio adorato Maxfield.
 
Lo osservavo incantata mentre armeggiava con un altro cristallo, sembrava molto concentrato in quello che faceva, improvvisamente scostò gli occhi dal cristallo e li rivolse verso di me, la sua espressione era estremamente sorpresa.
 
 
«Poiché sei stata tanto premurosa con me, vorrei chiederti un altro favore, ti prego, seguimi.»
 
Appoggiò la sua mano sulla spalla, rabbrividii a quel contatto e lui se ne accorse. Mi dedicò un caldo sorriso e insieme ci stavamo incamminando, quando fummo interrotti bruscamente da Sailor Moon.
 
«E’ giunta l’ora che qualcuno ti insegni a non giocare coi sentimenti delle persone.»
 
«Non immischiarti vattene!» Disse con tono seccato, cosa voleva Sailor Moon da lui?
 
 
 Li guardavo interdetta e confusa. «Sailor Moon ma cosa dici? Maxfield non è cattivo è soltanto in pericolo.»
 
 
Mi guardò in modo autoritario. «Nina non devi assolutamente credergli, l’affascinante Maxfield non è altro che Nephrite, un servitore delle tenebre!»
 
Ero assolutamente sconvolta, cosa voleva dire un servitore delle tenebre, mi girai  verso di lui per carpire la sua reazione e di tutta risposta lo vidi intento a scagliare una sfera luminosa verso Sailor Moon, la colpii in pieno scaraventandola a terra, poi chiese aiuto alle stelle per scagliare un nuovo colpo. Ero assolutamente incredula a ciò che i miei occhi stessero osservando, che fosse tutto vero? Maxfield non era ciò che diceva di essere?
 
In aiuto di Sailor Moon arrivarono le altre guerriere, che tutte insieme attaccarono Maxfield, dopo una fiammata da parte di Sailor Mars, Maxfield cercò come poteva di scansare anche quel colpo ma cadde a terra.
 
Era visibilmente in difficoltà. «Va tutto bene Max?» Si girò verso di me sconvolto, evidentemente non si aspettava che fossi rimasta, ma come potevo lasciarlo lì da solo.
 
Fu poi il turno di Sailor Moon che caricò il suo colpo finale nella direzione del mio amato.
Era evidente che non avesse modo di difendersi, sarebbe finita davvero male.
 
Il suo sguardo era rassegnato e consapevole del destino al quale stava andando incontro, tuttavia non ero assolutamente d’accordo che finisse così, mi armai di tutto il coraggio che avevo in corpo e mi collocai davanti a Maxfield. Dovevano passare sul mio corpo prima di fargli del male!
Maxfield aveva il viso sconvolto e shoccato. «Nina, cosa fai?»
 
«Sta tranquillo Maxfield». Sailor Moon m’implorò di spostarmi, ma non lasciai neanche per un secondo la postazione in cui mi trovavo, non avrei permesso che gli fosse fatto qualcosa.
 
 
«Cristallo di luna fermati!!!» Urlò Sailor Moon disperata, ed in un lampo il diadema cadde davanti ai miei piedi. Lo so che probabilmente era sbagliato ma ero furiosa, era l’unica persona per cui provassi qualcosa e che anche solo apparentemente ricambiasse i miei sentimenti. Non potevano portarmelo via.
 
 «Lasciate in pace Maxfield! È chiaro? Andatevene!» Sailor Mercury sembrava molto preoccupata e ripeté l’identità di “Nephrite” nel caso non ne fossi informata, Sailor Mars invece m’intimidì di farmi da parte, ma non avevo assolutamente intenzione di lasciarle fare.
 
 
«Assolutamente no! Di qui non muovo capito?» Mercury confusa mi chiese per quale motivo lo stessi difendendo. Cercai di trattenere le lacrime e mi armai di coraggio per confessare ciò che sentivo per lui. «Perché ne sono innamorata … non lo avete capito?» Le lacrime scivolarono a fiumi sul mio viso, mi tremavano le braccia e le gambe, inoltre lui era lì dietro di me ad ascoltare ogni parola. «E dunque sono anche disposta a morire pur di salvarlo.» Sailor Moon quasi in lacrime rimase sorpresa per il mio coraggio.
Improvvisamente il cristallo nelle mani di Maxfield iniziò a brillare, si girò verso di me e mi osservò per qualche secondo.
 
Tutt’ad un tratto un mostro orribile attaccò Maxfield che si mise a lottare con lui, gli cadde il cristallo dalle mani ed in automatico lo raccolsi per metterlo al sicuro.
Quel mostro orribile si diresse verso di me, intento a strapparmelo dalle mani, quando l’urlo di Maxfield risuonò per la strada. «Nina!» E lanciò un'altra sfera luminosa fermando quel mostro.
 
 
Sailor Moon era sconvolta e sorpresa. «Nevius… l’ha salvata.»
 
 
Lo osservai per un secondo, sembrava sorpreso di quell’azione, fisso le sue mani con aria confusa.
Provai una profonda gioia, se aveva fermato quel mostro orribile, voleva dire che gli importava della mia incolumità, tuttavia quel mix di emozioni mi pervase e mi fece perdere i sensi.
 
Quando mi risvegliai Maxfield, era già andato via. Arrivò Bunny da lontano che mi disse che era stata chiamata da mia madre e informata di ciò che avevo fatto, mi accompagnò a casa mia, avevo il cristallo argentato fra le mani, dunque Maxfield me l’aveva restituito.
 
Quando tornai a casa, ebbi una fragorosa sgridata da mia madre, Bunny mi coprii dicendo che aveva insistito lei per volerlo vedere, tuttavia mia madre riprese dicendo che in primis era pericoloso, qualcuno avrebbe potuto farmi del male e come secondo punto avrei potuto avvisare invece di prenderlo di nascosto. Le chiesi scusa e le dissi che non avrei più fatto nulla di stupido e irresponsabile.
 Mia madre accompagnò Bunny a casa con l’auto mentre io salii in camera. Fortunatamente si era dimenticata della telefonata, dunque almeno su quest’aspetto non avrei dovuto dare alcuna spiegazione.
   
 
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