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Autore: giucri89    13/04/2017    0 recensioni
Lee ChoSo lavora per un'agenzia fotografica emergente, ciò che odia di più al mondo sono gli idol, a causa di un triste incidente che coinvolse suo padre in passato. Im JaeBum è un idol, lavora per la JYP, si impegna a fondo in quello che fa, forse anche troppo, rinunciando pian piano alle cose importanti della vita. Il destino farà incrociare le strade di ChoSo e JaeBum. Potrà l'amore superare il pregiudizio di lei e l'orgoglio di lui?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 2
 
 
Così freddo, un mondo senza te.
Così oscuro, non posso vedere nulla.
Ho dimenticato la sensazione del mio
cuore che batte?
Così solo, da solo, penso solo te.
Come se non fosse una coincidenza
vengo spinto verso di te.
Non distogliere lo sguardo da me.
Vieni più vicina così posso conoscerti.
Moonlight-GOT7
 
 
La sveglia ha iniziato a trillare nel piccolo appartamento, al centro di Seoul, in cui ChoSo vive da sola, da un bel po’. Con un occhio chiuso e l’altro a malapena aperto spegne con un gesto deciso quell’aggeggio infernale. Quali sono i piani del mattino? Alle 9 deve incontrare quel gruppo di ragazzetti, così come lei li definiva, in persona e spiegargli quello che il loro capo Park JinYoung aveva voluto per il photo book riguardante il nuovo album. Il loro capo aveva espressamente richiesto un photo book con bei paesaggi che risaltassero le figure dei suoi bei bambini. Bambini? Quel tipo era sembrato a ChoSo molto particolare. Quando si parlava di paesaggi, non poteva che esserne contenta. Almeno, in parte, avrebbe svolto il suo lavoro in modo confortevole circondata da ciò che amava da sempre, i bei paesaggi. Sperava in cuor suo di essersi sbagliata ieri, di non incontrare ancora quei tipi strani che si rincorrevano a vicenda. Brrr, al solo pensiero rabbrividiva. “Speriamo bene”, pensò entrando in doccia.
 
«JaeBum hyung[1], sono quasi le 9, non sarebbe meglio smettere di provare e andare in sala conferenze? Tra poco arriverà il responsabile del servizio fotografico per il nuovo album e…», chiese un po’ titubante il maknae[2] al leader. «Cos’è? Adesso sono i maknae a dare ordini?» chiese JaeBum senza neanche scomporsi e continuando a provare. «Non è un ordine hyung e solo che…». «Gli altri sono già lì?». «Si hyung». JaeBum si avvicinò alla radio, la spense e andò verso il maknae. «Che aspetti lì immobile andiamo, no?». Il ragazzo sorpreso decise di seguirlo senza proferire parola. Era quello l’effetto che ultimamente Im JaeBum faceva ai suoi membri, nessuno aveva il coraggio di parlargli apertamente, si limitavano a seguirlo in silenzio.
Sono le 9 in punto. Lee ChoSo entra nella sala conferenze, dopo qualche secondo anche JaeBum e YuGyeom fanno lo stesso. Dopo i formali saluti tutti si accomodano e il manager prende la parola per primo «Ragazzi, lei è Lee ChoSo, è la responsabile del progetto che riguarda il photo book per il vostro nuovo album, fa parte dell’agenzia PROD. Il suo capo, il signor Kim l’ha presentata come una delle sue migliori lavoratrici. Prendetevi buona cura di lei». Sono proprio loro, i ragazzi di ieri, pensa ChoSo, che a sua volta prende la parola «Come ha ben detto il vostro manager, sono Lee ChoSo, piacere, spero davvero di essere all’altezza delle buone parole del mio capo appena riportate, farò del mio meglio. Fidatevi di me». “Certo se voi non fosse stati idol sarebbe stato tutto più semplice ma… per stavolta mi accontenterò”, pensò ChoSo. «Bene adesso presentatevi ragazzi» disse il manager. «Bene allora inizio io, piacere sono Jackson Wang, vengo da Hong Kong e sono il rapper e la persona più affascinante del gruppo» completando il tutto con un occhiolino. «Il più affascinante? E da quando? Quello sono io ovviamente. Piacere sono Park JinYoung, si ho lo stesso nome del grande capo, ma questo lo saprai già… la storia che prima mi chiamavano Junior ma che da poco ho iniziato ad utilizzare il mio vero nome e non uno stage name…», ChoSo li guardò un po’ incredula, «È una cosa che dovrei sapere?» chiese ingenuamente. Tutti rimasero sorpresi, forse quella ragazza non sapeva davvero chi fossero? Non erano solo formalità queste presentazioni? Tutti restarono leggermente sorpresi. ChoSo si sentì alquanto a disagio. Forse avrebbe potuto informarsi su di loro prima di quell’incontro. “Che vergogna!”, pensò. «Ah! Vabbè continuiamo, io sono il più simpatico del gruppo, fidati. Io sono thailandese, non ti sto a dire il mio vero nome perché è un po’ complicato, ma qui tutti mi chiamano Bam Bam». ChoSo cercò di sorridere, in fondo non sembravano così male. «Io sono il main vocal Choi YoungJae» disse sorridendo. “Che sorriso carino” pensò ChoSo. «Io sono il più vecchio, vengo da Los Angeles e mi chiamo Mark Tuan» “Che denti particolari”. «Io sono il maknae del gruppo, Kim YuGyeom», disse un po’ imbarazzato. Alla fine dopo qualche secondo di silenzio dal fondo del lungo tavolo della sala conferenze si sentì la voce di qualcuno «Piacere io sono Im JaeBum e sono JB, il leader di questo gruppo». «Bene, possiamo considerare chiuse le present…», il manager fu interrotto dalla voce precedente. «Non ho ancora finito di parlare», disse Jaebum con tono aspro. Tutti si zittirono e la tensione cominciò a salire nella sala. «Oh, sì, scusami JaeBum-ah, parla pure», disse il manager cercando di risollevare la situazione. Jaebum si alza dalla sua sedia, si avvicina a ChoSo, forse un po’ troppo, tanto da far arrossire quest’ultima. JaeBum è un bellissimo ragazzo ma ChoSo non lo avrebbe mai ammesso per via del lavoro da lui svolto, e sicuramente dopo le parole che pronunciò un pensiero del genere non sarebbe mai più stato formulato dal suo cervello. «Che vuol dire che sarai tu la responsabile del progetto? Quanti anni hai? Sei sicura di aver finito le scuole superiori? Ah! Non scherziamo, cos’è? La PROD vuole prenderci in giro mandando una principiante? Il nostro photo book è una cosa importante, non un gioco per bambine». A quelle dure parole ChoSo non poté non controbattere «Ma come ti permetti tu! Io non ho solo finito le superiori ma sono anche laureata, e nella mia carriera scolastica ci sono sempre e solo stati i voti migliori se proprio vuoi saperlo. Tu non sai niente di me e del mio modo di lavorare, hai mai visto i miei lavori precedenti per caso?! Non credo proprio data la tua reazione. Non accetto critiche, soprattutto da persone come te». La situazione stava forse un po’ precipitando. «Persone come me? Ah, tu invece mi conosci vero? Dì la verità, non hai mai ascoltato una nostra canzone, non è vero?». Anche se era vero, non poteva rispondergli così, pensò ChoSo. «Ok, ok, cerchiamo di stare tranquilli», il manager cercò di prendere in mano la situazione. ChoSo si vergognò di aver alzato la voce a quel modo e si sedette mogia mogia, JaeBum ebbe una reazione simile e anche lui tornò a sedersi. «Per favore ChoSo-ssi illustraci qualcosa su questo photo book e ciò che ieri hai concordato con Park JinYoung». “Datti una calmata ChoSo! Puoi farcela, sii professionale!”, pensò ChoSo. «Bene, ho sentito che questo nuovo album è legato ai vostri due precedenti. La serie è intitolata Flight Log., nella prima parte, Departure, le foto, a quanto ho capito, riguardavano il cielo, nella seconda parte, Turbolence, le foto riguardavano il mare e adesso nell’ultima parte, Arrival, le foto dovranno riguardare la terra, come chiusura di un ciclo perfetto: cielo-mare-terra. A tal proposito ho proposto al vostro capo una location che fa proprio al caso nostro. Si trova a sud-est del paese, è una grande distesa di terra rossa. La terra rossa e il cielo limpido e sereno tipico di questo periodo ci permetteranno di fare delle foto perfette». Anche i più scettici si sarebbero convinti della bravura di ChoSo dopo un discorso del genere. È vero, ChoSo sembrava una ragazzina con la metà dei suoi anni, forse la sua piccola statura e il suo taglio di capelli corto e sbarazzino non la aiutano in questo, ma chiunque sentendola parlare all’istante si sarebbe ricreduto. Le sue parole sono quelle di una professionista che ama realmente il proprio lavoro. O perlomeno questo era il pensiero di tutti i presenti, tranne di uno. Inutile dire che quell’uno fosse l’esigente e incontentabile leader dei GOT7, JB.
 
Quella mattinata era stata alquanto difficile per ChoSo. Aveva bisogno di un’uscita per dimenticarsi di quell’insolente di JaeBum, aveva bisogno di raccontare tutto alle sue amiche di sempre. Mandò subito un messaggio su Kakao Talk[3] alle sue migliori amiche Lee MinYoung e Kang SoMi. - Ho bisogno di voi chingu[4] T.T, andiamo a bere insieme stasera, ho tante cose da raccontarvi. Incontriamoci alle 21 al solito posto -. La risposta positiva arrivò veloce e puntuale così come lei si aspettava. - Yuuuuh stasera notte fonda! - rispose SoMi. - Beviamooooo - fu la risposta di MinYoung. MinYoung, SoMi e ChoSo erano amiche fin dalle scuole superiori. Nonostante i vari impegni lavorativi e non, ogni scusa era buona per vedersi e andare a bere qualcosa insieme e raccontarsi delle cose belle e brutte che erano loro capitate. MinYoung è una ragazza intelligente, la mente del gruppo, lavora per una grande agenzia di video giochi e l’anno prossimo sposerà un ingegnere che lavora nella stessa azienda. SoMi è una ragazza allegra, è disoccupata, ma non ama definirsi così, preferisce utilizzare il termine “in cerca di occupazione”, al contrario di ChoSo, adora gli idol ed esce con un ragazzo diverso ogni settimana pensando che sia quello “giusto”. Un trio alquanto singolare ma sicuramente molto affiatato.
ChoSo e le sue amiche si erano ritrovate a bere già da un po’. «Allora ChoSo-ya, cos’è che ti affligge da richiedere il nostro aiuto?», la esorta MinYoung. «Sì, sì, sputa il rospo ChoSo-ya!» le fa seguito SoMi. ChoSo inizia il suo discorso con un lungo respiro. «Avete presente il mio odio maggiore, vero?», le ragazze la guardarono sorprese, «Gli idol!», risposero in coro. Ovviamente le sue amiche sapevano della triste storia di suo padre. «Esatto! Io che non volevo mai avere nulla a che fare con loro… dovrò invece lavorarci!». «Cooosa?» domandarono sempre in coro. «Triste verità» disse scoraggiata ChoSo. Alla parola idol le orecchie di SoMi si fecero più attente «Quale gruppo… parla!». Quando si parlava di idol SoMi sapeva tutto, chissà forse questa sua stranezza oggi sarebbe stata molto utile a ChoSo. «GOT7», disse tutto d’un fiato. «Kyyyyyyyaaaaaaah!» gridò SoMi. «Yah! C’è bisogno di gridare così SoMi-ya?!», la rimproverò MinYoung, che era l’unica in grado di calmarla. «Tu lavorerai con il mio piccolo YuGyeom! Non posso crederci! Ti prego presentamelo!». ChoSo porta le mani alla testa in segno di disperazione. «Lasciala stare sai com’è fatta quando si parla di idol», la consola MinYoung. «Quello di cui avevo più paura si è realizzato. O perlomeno per uno di loro. Sembrano tutti bravi ragazzi, ma il loro leader decisamente no!». «Intendi JB?», la interruppe SoMi. «Sì, proprio lui! Dovevate esserci per vedere come mi ha trattata male, ha iniziato ad insultarmi apertamente senza conoscermi minimamente! Ma come si permette! Mi fa troppo arrabbiare, si crede chissà chi!». «Ma sei sicura che stiamo parlando della stessa persona? JB non sembra così come lo dipingi, ai concerti, ai fansign non è mai successo niente di tutto questo. Neanche i membri hanno mai accennato a comportamenti del genere, è tutto così strano…», ChoSo la guardò sorpresa «Mi stai dicendo che sto solo raccontando bugie?». «Su Calmatevi, ritorniamo alla storia. Cosa hai detto dopo? Conoscendoti gli avrai risposto a tono», disse MinYoung. ChoSo abbassò lo sguardo «Sì, in effetti, gli ho risposto. Ma cos’altro potevo fare in quella situazione?». La serata continuò parlando dei problemi legati al nuovo lavoro di ChoSo per poi scadere in discorsi sempre più insignificanti, probabilmente per via dell’alcol che bevevano. MinYoung e SoMi sembravano già ubriache ma ChoSo no. Quando era arrabbiata non riusciva mai ad ubriacarsi. Voleva dimenticare tutto ma non ci riusciva, che destino beffardo!
Alla fine della serata, erano circa l’1:30, ChoSo chiamò un taxi per le sue amiche. Lei decise di andare a piedi, quel posto non era tanto lontano da casa sua. Stare con le sue amiche le era giovato per alleggerire un po’ il peso dei suoi problemi. Fece mente locale sulla giornata appena trascorsa. L’unica cosa cui non riusciva proprio a passarci su era il modo con cui JaeBum l’aveva trattata. Tutto questo non faceva altro che rafforzare le sue teorie sugli idol. “Stupidi palloni gonfiati che si credono chissà chi, pronti a sparare sentenze su tutto e tutti. Tsk”, pensò ChoSo. Nel cammino verso casa si era imbattuta nell’edificio della JYP. Avrebbe voluto urlargli contro. Lo avesse qui tra le mani quel damerino lo strozzerebbe di sicuro. Ah, quanto la mandava in bestia quel tizio. Ad un tratto tre sconosciuti le bloccarono la strada. «Hey bella bambina che ci fai qui tutta sola? Perché non fai compagnia a questi tre bei oppa?». ChoSo notò che quegli uomini puzzavano di alcol, cioè non che lei fosse messa meglio, ma almeno aveva ancora la mente lucida e decise di ignorarli e affrettare il passo. I tre uomini però non cedettero e iniziarono a seguirla.
 
JaeBum guardò l’orologio della sala prove. 1:40, segnavano le lancette. Oggi era decisamente troppo agitato per provare. Quella ragazza l’aveva innervosito fin dal primo momento che l’aveva vista. Quand’anche fosse stata brava era pur sempre una principiante. Sicuramente era anche più giovane di lui. Indubbiamente aveva fatto di tutto per ottenere questo lavoro perché c’erano degli idol in mezzo e girava addirittura la parte di non conoscerci! Ma a chi la voleva dare a bere! Tsk. Non poteva continuare ad allenarsi così, forse per oggi sarebbe stato meglio tornare in dormitorio. Del resto un po’ di riposo non gli avrebbe fatto del male, ormai aveva perso il conto di quante volte non era tornato in dormitorio a dormire su un letto vero e proprio e non in una brandina nella stanza adiacente alla sala prove. Prese il suo borsone e si avviò verso l’uscita.
Appena fuori, vide tre uomini, molto probabilmente ubriachi, che ci provavano con una ragazza indifesa che almeno ebbe il buon senso di ignorarli e allontanarsi da loro. Questi continuavano a seguirla. JaeBum odia davvero mettersi in mezzo agli affari altrui, ma ancora più di tutti odia chi se la prende con il più debole. “Maledizione! Sapevo che era meglio non uscire anche stanotte”. Si alzò la mascherina, abbassò il cappello e si lanciò sui tre uomini.
Riuscì fortunatamente ad allontanarli presto. Nel frattempo la mascherina che aveva sul volto cadde per terra, si girò verso la ragazza «Stai ben…», le parole gli si fermarono in gola. Non poteva credere ai propri occhi. «Jae-JaeBum-ssi?» gli chiese la ragazza ancora spaventata e quasi sul punto di piangere. «ChoSo-ssi…», disse più a se stesso che alla persona che gli stava dinanzi.
 
[1] Hyung: È un termine confidenziale coreano con il quale un ragazzo più giovane si rivolge ad uno più grande; letteralmente significa “fratello maggiore”.
[2] Maknae: Termine che indica il membro più giovane in un gruppo.
[3] Kakao Talk: Applicazione di messaggistica istantanea.
[4] Chingu: “Amico-amica-amici-amiche” in coreano.
  
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