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Autore: Charlie McGee    13/04/2017    4 recensioni
L'età adulta. Fuori da Hogwarts, nella vita che li ha portati ad essere esattamente tutto quello che si aspettavano, Hermione Granger e Draco Malfoy si scontrano, e si ritrovano inspiegabilmente a riconoscersi.
Dal primo capitolo:
"La Granger adulta è diversa da come te la ricordavi; chissà perché di lei hai solo l'immagine datata di una ragazzina bisbetica, che aveva scritto 'sanguesporco' in fronte così grande che ti era impossibile ignorarlo. In questa foto, la donna che hai davanti ha solo una vaga somiglianza con quella irritante saputella. Ha un lungo vestito chiaro, stretto sotto il seno, con maniche di broccato rigido; tiene i capelli legati di lato, in una coda che nel mondo magico non s'è mai vista; ha un viso pulito, la bocca rossa ben disegnata e due grandi occhi sgranati. Sono fissi sulla tua mano, ovviamente."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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6.

Vigilia di Natale.
Vorresti automaledirti.
Odi il Natale, odi le festività, e odi l’intero consesso dell’umanità magica.
Avresti dovuto aver sentore di sventure già quando Astoria ti ha comunicato serafica di aver invitato la Granger e sua figlia a trascorrere con voi le vacanze natalizie presso la residenza invernale dei Greengrass. Alla notizia, hai sentito la bile in gola.
“Perché?”, hai indagato sconvolto.
“Perché Rose non voleva lasciare la madre sola a casa e Scorpius ci teneva che la sua amica venisse. Lo sai che la loro situazione in famiglia è delicata.”
Il suo tono d’accusa era stata una stilettata nel fianco. L’avevi guardata col tuo miglior sguardo d’odio, cercando di ricordarle chi era il Lord in quella dannata casata. Astoria non aveva fatto una piega, sollevando di rimando un sopracciglio; quando l’avevi sposata avevi a malapena intuito quanto inscalfibile fosse la sua determinazione. Ora ne eri affascinato, malgrado il turbamento, perché nessun’altra strega riusciva a tenerti testa come faceva Astoria Greengrass.
Tranne una., avevi scacciato infastidito il pensiero.
“E non fare quella faccia.”, aveva ripreso Astoria centrando un soprammobile che un’elfa aveva allineato con malagrazia, “Siamo ospiti dei miei genitori e la decisione è già stata presa.”
“Tuo padre lo sa che si porta in casa una mezzosangue?”, puntualizzazione infida che ti eri gustato.
L’occhiataccia di tua moglie avrebbe potuto incenerire il salotto. “Mio padre sa che verrà un’amica di famiglia.”
Avevi sperato che la Granger possedesse la prontezza di spirito di declinare l’invito, invece con orrore hai scoperto che aveva accettato. Debole. Tu avresti preferito mille volte passare il Natale in solitudine, anche se forse il terrore della strega era stato quello di venir costretta con la forza a presenziare alla Tana.
Il peggio, naturalmente, doveva ancora verificarsi. Astoria è ammalata. È sempre stata cagionevole di salute, e da due giorni ha una febbre insistente che la tiene inchiodata al letto; ti sei offerto di rimanerle accanto (figurativamente parlando, s’intende), e disertare quella ridicola messinscena al castello dei Greengrass. Astoria è stata irremovibile: se non ci fossi andato, Hermione non si sarebbe mai azzardata a imporre la sua compagnia a un gruppo di sconosciuti, e nemmeno Rose sarebbe andata. Scorpius sarebbe rimasto solo in con i nonni.
E se non volessi che la Granger imponesse la sua compagnia a me?
Così ti ritrovi qui, e oltre che disattendere tutti i tuoi obblighi coniugali sei abbastanza certo che la rabbia ti stia rodendo buona parte del fegato.
Il ritrovo è nel parco del Manor, dove hai sistemato la Passaporta per la Scozia che vi condurrà al castello dei Greengrass. Hai spedito i bagagli qualche giorno fa, e con te hai solo il mantello foderato di pelliccia, l’orologio di tuo padre e il tuo esaltato figlio.
Lo schiocco di una materializzazione ti fa sobbalzare, ma prima che tu possa trovare le giuste parole di profondo disprezzo per chiunque si sia permesso di mettere alla prova i tuoi nervi già fragili, una voce leziosa ti apostrofa.
“Cognatino! Che bello vederti.”
L’ultima sciagura (non in ordine d’importanza) da segnare sulla pergamena: Daphne Greengrass.
È regale e insopportabile come sempre. Si è avvolta in un pretenzioso mantello sfoderato di velluto panna, con il cappuccio e il bordo di pelliccia, e ti viene incontro spalancando le braccia.
“Non ti azzardare.”, ringhi facendo rintoccare il tuo bastone da passeggio sulla pietra. Tuttavia il tuo incubo familiare ha appena trovato una nuova distrazione.
“Scorp!”, esclama raggiante intercettando il tuo rampollo che fa evoluzioni sulla scopa, “Campione, vieni a salutare la zia!”
Tuo figlio le si lancia addosso ignorando bellamente tutti i codici di comportamento.
Non capirai mai cosa Scorpius ci possa trovare in lei. Eppure hanno un legame stretto e indissolubile; hai tentato di tenere quell’odiosa strega lontano dalla vostra famiglia, giacché le voci sulla sua scostumata vita hanno raggiunto la Gran Bretagna intera.
È libertina, sfrutta senza remore il suo aspetto esteriore ed è sempre, insopportabilmente espansiva. Ai tempi della scuola potevi anche magari trovarla divertente, ma quell’infantilismo non è più tollerabile.
Arruffa i capelli di tuoi figlio e ti lancia un sorriso tagliente, che stride sul viso di porcellana.
È truccata., noti con orrore. Gli occhi bistrati come un’Incantatrice sono una delle sue orrende mode babbane.
Stai per intimarle senza mezzi termini di togliere quelle sordide mani da tuo figlio, quando arrivano le ultime due invitate.
“Ciao Rose! Salve signora Granger!”
Tu cerchi di ignorare il ghigno sulle labbra di Daphne e squadri dubbioso l’abbigliamento della Granger. Forse non ha afferrato dove esattamente state andando. Il suo soprabito è un cappotto rosso all’apparenza leggero, che la copre a stento fino alle ginocchia, e che le farà congelare le estremità in meno di dieci minuti.
“Granger, ti sembra questo l’abbigliamento per le altitudini?”
Non le dai il tempo di rispondere, perché Trasfiguri il capo in un molto più adatto mantello con l’interno di pelliccia.
“Ehi!”, protesta lei.
Tu le dai le spalle e indichi l’anfora di marmo davanti a te.
“Questa è la passaporta. Si attiverà a minuti.”
Stretti attorno al manufatto, hai un primo piano del sorriso di Daphne.
“Pazzesco, Granger!”, esclama, “Non avrei mai pensato di vederti in vacanza con noi.”
La Passaporta si attiva e nel riverbero del suo primo sfavillio tu realizzi che saranno dieci giorni lunghi e interminabili.

Le cime del Ben Nevis ti restituiscono una certa calma apparente. È merito, forse, della compagnia di Lord Greengrass. L’hai sempre apprezzato, malgrado un temperamento sanguigno distante anni luce dalla posatezza Malfoy; per la prima volta in lui la franchezza non è un difetto. È altisonante, imponente, spazza via i problemi con indifferenza.
Come ieri, quando ti ha chiesto di accompagnarlo nella caccia col falcone.
“Usiamo i Granion(1).”, ti ha informato entusiasta, ma tu hai declinato. L’attività fisica spinta, Quidditch escluso, non è cosa che si addica a un lord, checché ne pensino i Greengrass.
Sei seduto su una delle panchine in ferro battuto con cui hanno disseminato la proprietà, che osservi il vento far mulinare la neve fino alle guglie del castello. Stanotte ha nevicato e tutto è sepolto sotto uno spesso manto bianco. Scorpius e Rose fanno evoluzioni sulla scopa tra i cumoli di neve fresca.
Nel silenzio ovattato, non ti accorgi che Daphne ha tagliato tutto il parco e si sta avvicinando, fino a quando è troppo tardi per alzarsi e andarsene. Cerchi di ignorarla mentre prende posto accanto a te con un sorriso a trentadue denti.
“Ciao, Draco.”
“Daphne.”
Si accomoda meglio, accavallando le gambe sotto alla lunga gonna damascata.
“Me lo dici tu cosa succede con la Granger o devo scoprirlo da sola?”
Non ti stupisci dell’osservazione e non tradisci alcuna sorpresa. Ti limiti ad alzare gli occhi al cielo, insofferente.
“Queste illazioni non hanno neppure più il potere di infastidirmi.”
Ma Daphne, né più né meno della sorella, non è una donna facile.
“Ho visto come la guardi, zuccherino.”, decreta, allungandosi indolente sullo schienale della panchina.
“Deliri di una pazza.”
“Te la porti a letto?”
La domanda volgare e diretta ti fa avvampare di vergogna e ribrezzo.
“Basta così!”, ringhi, “Ti stai rendendo ridicola.”
Daphne si allontana con un sorriso angelico. “Non lo racconterò a Sissy, promesso.”
Le stupide insinuazioni di quella parente acquisita non ti preoccupano minimamente. Più di una volta ai ricevimenti ha allegramente chiesto davanti a tutti se tu e Pansy condividete il letto, suscitando le risate incontrollate di tua moglie. Allora perché sei così furioso per quell’ennesima stupida frase?

Per quanto puoi, eviti la Granger. Il castello dei Greengrass è sufficientemente grande per isolarti anche da tutti gli altri, ma non puoi esimerti dal presenziare a certe attività, come la recita di una tragedia babbana messa in piedi da Scorpius, Rose e Daphne.
Il tuo primogenito interpreta un inquietante principe alle prese con intrighi di corte, e dato che il padre viene assassinato quasi subito, trovi giusto rivoltarti a disagio sulla sedia, scoccando occhiate di fuoco a Daphne che allestisce i cambi di scena con colpi di bacchetta, fra risa convulse.
Anche la Granger, accanto a te, osa ridere.
“Granger, piantala.”
“Che c’è?”, sussurra lei, “Adoro l’Amleto.”
E poi la Granger peggiora catastroficamente la situazione come solo lei sa fare. Si ammala. Non si è protetta dall’implacabile clima montano e una sera Rose scende a riferire che la mamma è a letto, non se la sente di scendere e porge le sue scuse per l’assenza alla cena.
“Draco,”, vocia Lord Greengrass, “Sii cavaliere e controlla le condizioni di Miss Granger.”
È un’ingiunzione, malgrado il tono. Non si dice di no a tuo genero, in casa sua. Così ti alzi compassato, avendo cura di strisciare la sedia a terra quando l’elfo non è abbastanza lesto da scostarla, con un risucchio d’aria come se ti avessero scaricato uno schiantesimo in piena cassa toracica.
Però non dici nulla, ignori doverosamente il ghigno sardonico di Daphne e imbocchi la scalinata del salone principale come un condannato a morte.
La trovi, naturalmente, che legge. Figurarsi se la Granger è in grado di non fare nulla per cinque minuti.
Ha ammucchiato quasi tutti i cuscini imbottiti di piume morbidissime in un angolo del letto a baldacchino, tenendo per sé solo i due meno ricamati come sostegno per la schiena. La faccia è nascosta dalla copertina di un librone enorme e vedi solo le sue sopracciglia decise corrugate spuntare da sopra la costa del volume.
“Granger, metti giù quel libro. Non voglio doverti riportare a casa su una brandina.”
Non ti aveva sentito entrare e fa un salto tra i cuscini spaventata. Le coperte scivolano un po’ di lato scoprendo una camicia da notte di cotone e pizzo.
“Malfoy... Non sono nelle condizioni di vedere nessuno.”
Dovresti sentirti sollevato che non ti voglia lì, invece ti senti irritato, forse perché temi che pensi che sei venuto di tua spontanea volontà.
“Lord Grengrass mi ha chiesto di verificare come stessi.”, chiarifichi.
“Oh. Okay. Sto bene.”
Sei impalato sulla porta e cominci a sentirti vagamente stupido.
Lei lo nota, naturalmente, e volge gli occhi al cielo: “Non sei obbligato a rimanere. Sto bene, davvero.”
“Bene.”, replichi compassato, “Basta leggere.”
Anziché usare la magia, le togli il libro afferrandolo deciso e lo lanci ai piedi del letto.
“Ma...!”, tenta la Granger senza convinzione.
Non sai bene quando ti sei seduto sul copriletto. Ti sembra che Hermione trattenga il fiato per un secondo quando le tue mani inavvertitamente sfiorano il suo corpo, sotto le coperte.
“Ti aggrada il castello?”, domandi un po’ forzato.
“Si, milord, il castello mi aggrada.”, ti scimmiotta lei. Poi diviene seria.
“Draco... non ho avuto l’occasione di ringraziarti. Tu e i signori Greengrass siete stati di una gentilezza estrema.”
“All’inizio avevo pensato avresti presenziato comunque alla gigantesca farsa Weasley...”
Il suo viso pallido si adombra, ma capisci che non è per la battutaccia. Le sue dita strizzano il copriletto.
“Non ce l’avrei fatta.”, confessa con voce rotta, “Ronald è un tale idiota! Non sai quanto ha insistito. ‘Devi venire, Herm, ci saranno tutti. Vuoi che mi vedano da solo? Cosa racconto agli altri?’”
Fa una pausa. È rossa in volto. E poi soffia fuori:
“È un coglione, Draco! Stratosferico! E alla fine, tante belle parole, ma è solo un egoista, lui e...”
“Ssssh, Granger.”, la interrompi. E poi ti esce di bocca la frase più inappropriata che potessi mai pronunciare.
“Quello che conta è che ora sei qui con me. Noi. Volevo dire noi.”, ti correggi all’ultimo, e tuttavia non basta, comunque la frase suona lo stesso ambigua.
Stupida Granger, lei e il suo stupido momento confessioni!
Tra di voi cade un silenzio che si potrebbe affettare con un Recido. Ti sembra che i secondi si dilatino al cospetto di quel lapsus inopportuno, e osservi il suo petto alzarsi e abbassarsi con respiri veloci e affrettati.
Hai l’urgente bisogno di sparire dalla sua vista, perché qualcosa di troppo ingestibile per essere definito si fa strada nel tuo stomaco.
“Riposati. Non leggere. Se hai bisogno, manda Rose a chiamarmi.”
Le dai le spalle bruscamente, senza attendere una replica. Sei praticamente con un piede fuori dalla stanza, quando la sua voce sottile ti apostrofa.
“Draco?”
Non ti giri. Appoggi una mano allo stipite per impedirti di affatturarla.
“Sì?”, espiri nervoso.
“Ecco... so che è stupido, ma... potresti rimanere finché non mi addormento? Questo posto mette i brividi.”
Neanche per sogno!, pensi nel panico, ma qualcosa nella coordinazione mente-gambe non funziona. Non te ne vai.
“E va bene.”, ti senti pronunciare come se fossi in un’altra dimensione.  
Quando ti giri, lei è sepolta sotto le coperte e ti dà le spalle. Spegni la luce con un colpo di bacchetta e prendi una delle belle sedie istoriate che attorniano lo scrittoio.
Che stupida, la Grifonfessa ha paura del buio., eppure nei tuoi pensieri non c’è traccia di irritazione, di denigrazione o altro. In fondo, anche tu hai avuto una paura simile una volta.

Nella penombra della stanza, seduto sulla sedia, mentre senti il suo respiro farsi regolare, pensi.
A una passaporta di distanza tua moglie è nelle stesse condizioni, eppure tu sei qui. Contingenze.



Note dell'autore


(1)
Animali magici.
Eccoci con un altro capitolo, che mi piace molto, forse per l'ambientazione un po' diversa o forse perché, finalmente, Draco si sbilancia un po' più del solito (anche se so che sembra poco, pochissimo). Astoria sembra troppo ingenua, forse? Del resto, immaginatevela come una che non può neanche concepire di essere la seconda scelta di qualcuno!
Un grazie dal cuore a tutti quelli che trovano il tempo di recensire. A chi segue la storia. A chi anche solo ci dà un'occhiata per curiosità.
Alla prossima,

Charlie
   
 
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