Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: ___Page    13/04/2017    4 recensioni
"Trafalgar Law aveva un problema.
Un piccolo, compatto e decisamente incontenibile problema che non sapeva mai come gestire, il che era al di fuori della sua comprensione perché Trafalgar Law sapeva sempre qual era la cosa giusta da fare e come comportarsi, in ogni situazione.
Ma Trafalgar Law non l'avrebbe cambiata per niente al mondo."
A metà tra una long e una raccolta. Hope you'll enjoy.
*FF partecipante al Crack's Day indetto dal forum Fairypiece-fanfiction&images*
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Koala, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




 
Image and video hosting by TinyPic



 
Trafalgar Law era un soggetto altamente adattabile.
Ben lungi dal non amare le sfide o dall'essere abitudinario, Law doveva però ammettere di essere geloso della sua routine mattutina. Routine mattutina che, da qualche tempo ormai, aveva subito qualche piccola ma fondamentale variazione.
Adesso, quando la sveglia suonava, dopo averla spenta, non doveva più alzarsi per controllare che Koala non facesse tardi perché ora gli bastava girarsi verso l’altro lato del letto per controllare che Koala non stesse continuando a dormire a imperterrita. E quando accadeva ci pensava lui a svegliarla.
Aveva imparato a rinunciare alla sua doccia mattutina, perché crogiolarsi tra le lenzuola con il suo corpo bollente schiacciato addosso era mille volte meglio per iniziare la giornata. E non importava se dovevano aspettare di essere alla B.N.W. per bere il caffè perché sebbene Koala continuasse a essere muta e omicida al mattino a Law ora bastava incrociare i suoi occhi per strapparle un lieve sorriso, mentre sbocconcellavano al volo i biscotti prima di uscire.
Certo concentrarsi sul lavoro, quando capitavano quelle giornate che più che da compilare scartoffie non c’era, risultava improvvisamente difficile perché Koala era una particella in moto perpetuo, incapace di stare ferma e, ogni volta che si muoveva, una zaffata del suo profumo lo raggiungeva e la cosa era alquanto distraente, persino per un tipo come lui che era abituato a stare concentrato anche nelle situazioni più impensabili.
Non osava immaginare cosa sarebbe potuto succedere quando sarebbe arrivato il prossimo appostamento notturno, loro due soli. Ma se doveva essere sincero, non era come se la cosa lo turbasse o gli dispiacesse.
Trafalgar Law, a volte, non si riconosceva neanche più. Trafalgar Law era cambiato. Era diverso dal suo solito sé solo ed esclusivamente con lei ma ciò non toglieva che fosse un cambiamento e un cambiamento in meglio che gli piaceva.    
Era come se per la prima volta in tanti anni non si sentisse più obbligato a fingere e la cosa lo destabilizzava, perché spacciare per vero qualcosa che non lo era, era stato il suo lavoro per molto tempo. Ma Koala sapeva sempre come fargli ritrovare l’equilibrio, che fosse con una frase rassicurante, una battuta per farlo sorridere – ridere non era un’attività contemplata – o semplicemente uno sguardo.
Koala era il suo baricentro.  
Lo era anche in quel momento, mentre ruotava tra le lenzuola per voltarsi verso di lei e chiamarla piano, dopo aver spento la sveglia. Ma rimase con le labbra appena schiuse e non emise alcun suono quando si accorse, nel dormiveglia in cui ancora versava, che l’altra metà del letto era vuota.
Ora, a Koala la routine non piaceva e questo non era un segreto. Amava gli imprevisti, i cambi di programma improvvisi, le decisioni dell'ultimo minuto.
Ma che Koala fosse fuori dal letto prima del suo quarto d’ora canonico di risveglio, questo era un fuori programma alquanto strano, spiegabile solo con un imprevisto, come per esempio essersi svegliata alle cinque non poterne più di restare a letto ad aspettare l’alba, o con una decisione dell’ultimo minuto.
Law seppe di quale categoria si trattava e di che decisione dell’ultimo minuto si stava precisamente parlando quando sentì il chiasso che riecheggiava in tutta la casa dalla cucina.
Riappoggiò la testa al cuscino e inspirò profondamente per svegliarsi bene.
Era già la terza volta quel mese e si maledisse per essersi lasciato sfuggire una frase tanto infelice. Si rendeva conto che il momento non aveva contribuito ma se avesse immaginato di dare il via a quella mezza ossessione si sarebbe guardato bene dal parlare senza pensare persino in una situazione come quella.
Certo, avrebbe potuto approfittarne per fare la doccia ma si sentiva in parte responsabile e, anche se forse  suonava patetico, odiava svegliarsi senza di lei. Non gli piaceva l’idea di dover aspettare sera per un po’ di intimità, che fosse anche solo stare abbracciati dieci minuti tra le lenzuola.
Doveva porre rimedio a quella situazione, doveva trovare un modo per distrarla.
Riaprì gli occhi quando un’illuminazione lo colpì e ghignò storto, chiedendosi come avesse fatto a non pensarci prima. Anche perché per una volta che si alzava prima anche lei, sarebbe stato folle non approfittarne.
Scalciò via le lenzuola e si diresse scalzo in cucina, vestito solo di boxer e maglietta aderente. Non si soffermò nemmeno sulla soglia a verificare che Koala fosse effettivamente impegnata nell’attività che pensava lui, sapeva con matematica certezza cosa stesse facendo. Entrò e continuò a camminare a passo sicuro verso i fornelli, davanti ai quali Koala stava armeggiando con spatola e guanto, avvolta in una polvere di farina vanigliata.
Rapido e delicato, Law le sfilò la spatola e contemporaneamente spense il fornello sotto la padella, per poi avvolgerle il braccio intorno alla vita e sottrarla al piano cottura, sordo alle sue proteste.
«Law, no! Devo finire di cucin…»
«Koala non sei capace di fare i pancake.» le mormorò all’orecchio e la sentì fremere, nonostante il broncio che mise su all’istante.
«Se continuo a provare prima o poi ci riuscirò no?»
«Non è detto. È arrivato il momento di farsene una ragione.»
«Okay senti.» Koala si sfilò il guantone e si girò a fronteggiarlo. «Non sei costretto a mangiarli, non mi offendo ma fammi provare! Che ti costa?»
Law la fissò intensamente qualche secondo prima di chinare il busto e baciarla a labbra piene sul collo. Koala chiuse gli occhi e trattenne il fiato suo malgrado, aggrappandosi d’istinto alla maglietta di Law, altezza pettorali.
«Mi costa una doccia con te.» le rispose, sempre bisbigliando al suo orecchio.
Koala deglutì a vuoto, i pancake improvvisamente l’ultimo dei suoi pensieri. Lo fissò un paio di secondi interdetta e poi, tornata in sé lo stretto necessario a riprendere possesso delle facoltà motorie, girò intorno a Law e aprì lo sportello della colazione per estrarne un pacchetto di biscotti allo zenzero.
Prese due biscotti e ne ficcò uno in bocca a Law mentre lei sbocconcellava il proprio. Perché potevano anche essere giovani, belli e innamorati ma era pur sempre prima mattina.
Masticando a manetta, Koala lo prese per mano e partì decisa in direzione bagno, lasciandolo andare a pochi passi dalla soglia solo per portarsi avanti e cominciare già a sfilarsi la canotta di cotone che usava per dormire. Law la imitò, marcandola stretta, con un sorriso soddisfatto e malizioso sulle labbra.
Sì, Trafalgar Law non era affatto un tipo abitudinario, mai stato.
Da quando viveva con la sua partner, collega, amica, problema e donna era dovuto diventare ancora più bravo a far fronte agli imprevisti e a cambiare spesso la propria routine.
Ma mentre si esponeva al getto caldo e rigenerante della doccia con Koala tra le braccia, Law si sentì piuttosto certo che quell’abitudine avrebbe fatto l’impossibile per non abbandonarla mai.         











Angolo dell'autrice: 
Capitolo di una non-lunghezza spaventosa e siamo giunti alla fine anche di questa raccolta che ci ho messo un millenio a finire.
Una storia su cui sono stata indecisa per tantissimo tempo, anche mentre la pubblicavo ma che non ho mai perso la voglia e il divertimento di scrivere anche grazie a voi che l'avete seguita e soprattutto grazie all'appoggio di Luna, Anna, Daimler, Jules e Momo.  
Grazie di cuore a voi tutti e un saluto. Ci vediamo alla prossima! 
Page. 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: ___Page