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Autore: fera_JD    14/04/2017    1 recensioni
Questa è la storia di una vita, che si intreccia con le vite di altri, crea legami e li spezza, cambia e influenza il mondo che la circonda come esso influenza lei. è una vita come tante altre, ma allo stesso tempo non lo è.
Dalla storia:"E per questo ti ritieni mia amica?"
"Non proprio per questo ma sì, ti ritengo un amico. O devo ritenere queste una amicizia unilaterale?" chiese lei con un cipiglio malizioso.
"No be... insomma... io..." balbettò lui in evidente imbarazzo. Di certo non era abituato a dichiarazioni di quel genere, be di nessun genere. Barbara nel vederlo così in difficoltà scoppiò a ridere, non riusciva neanche a guardarla negli occhi.
"Va bene così Smilzo! Non devi dire niente, ho capito." gli disse lei con un sorriso incoraggiante e Severus si arrischiò a incrociare il suo sguardo e all'improvviso l'ansia scemò via.>
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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3 Novembre 1981 15.12 PM
Il Ministero era in fermento, avendo da poco riconquistato il suo legittimo posto sotto la city di Londra e per questo Dumbledore non si stupì per la confusione che albergava già nella sala dell’Atrium: un fiume di maghi e streghe sembravano correre da una parte all’altra e gli ascensori erano stracolmi di persone che non facevano che parlare tra loro a gran voce. Ma il vecchio professore poteva vedere con felicità che tutti quelle persone avevano sui loro volti la serenità aperta in un caldo sorriso che per così tanto tempo non si era visto in tutta la comunità magica. L’unica persona a non sorridere in quel momento era una strega di mezza età attorniata da un gruppo di maghi che si parlavano gli uni sugli altri in modo concitato. La donna vestiva elegantemente con un lungo mantello verde scuro e decorazioni in oro, i capelli erano raccolti in una morbida crocchia tranne per un piccolo ciuffo color mogano che le ricadeva davanti agli occhi celati da un paio di occhiali dalla montatura rettangolare. Intorno a lei si leggeva un aria di rispetto e potere anche se in quell’istante la donna sembrava avere un’aria davvero stanca da come si torturava la radice del naso. Dumbledore sorrise comprensivo mentre camminava verso quel drappello arrivando esattamente alle loro spalle.
“Signori” disse il preside di Hogwarts interrompendo ogni conversazione, mentre tutti si giravano verso la sua alta figura irrigidendosi tutti all’istante. Dumbledore aveva sempre incuto un buona dose di rispetto e reverenza a chiunque, che fosse stato suo studente o meno. “Chiedo scusa per l’intrusione, ma credo che alla Signora Ministro serva un attimo di tregua. Posso rubarvela?”
In un coro di scuse e frasi di circostanza il gruppetto si allontanò permettendo ai due maghi di scostarsi dalla confusione dell’Atrium.
“Oh Albus non so come ringraziarti! Credo che sarei impazzita se fossi rimasta ancora un minuto lì in mezzo!” esclamò il Ministro della Magia mentre entravano in un ascensore lasciato libero appositamente per loro.
“Non ce né bisogno Millicent, posso immaginare che il tuo lavoro non sia facile. In momento simile per di più.” Disse Albus aprendosi in un sorriso intanto che l’ascensore compiva la sua breve corsa verso l’ufficio del Ministro al primo livello.
“E pensare che questo ruolo poteva essere tuo Albus…”
“Appunto, mi hai salvato da tutto questo stress Millicent cara!” esclamò Dumbledore ridendo.
“Non scherzare Albus, in molti ti avrebbero voluto a capo del Ministero, ma tu preferisci la scuola e sinceramente non posso darti torto… anche se a volte anche a me sembra di dover trattare con dei bambini.” Disse lei entrando nel suo ufficio. “Accomodati pure, così potrai dirmi cosa ti ha portato qui nel bel mezzo di una giornata scolastica.”
“Sai per cosa sono venuto Millicent.”
La Ministra si sedette pesantemente sulla propria poltrona dietro ad una scrivania stracolma di scartoffie di ogni genere. “Albus, mi dispiace ma non posso impegnare gli auror più di così. Stanno già facendo più che gli straordinari per riuscire a catturare tutti i Suoi seguaci e sinceramente non c’è nessuno di libero… vorrei che fosse altrimenti fidati io…”
“Signora Bagnold!” esclamò un giovane mago entrando di corsa nell’ufficio come se avesse il diavolo alle calcagna. “Piccadilly Circus è…”
“Signor Goldberg!” esclamò a sua volta la Ministra arrabbiata per quell’entrata improvvisa. “Sono occupata come vedi!”
“Ah… ecco…sì, mi scusi…. Oh professor Dumbledore… ehm buongiorno… però ecco io….” Farfugliò il giovane impiegato ancora con il fiatone.
Albus ridacchiò “Nessun problema signor Goldberg, anzi credo che lei abbia qualcosa di molto più urgente da dire alla Signora piuttosto che il sottoscritto.”
Goldberg passò in rassegna i volti dei due maghi più e più volte come ad essere sicuro di non essere di nuovo rimproverato da nessuno dei due prima di decidersi a parlare. “Sì ecco… insomma a Piccadilly Circus si sta tenendo un enorme festa e molti maghi stanno usando la magia, ma è pieno di muggle lì. È un disastro signora Ministro, è totalmente fuori controllo!”
Il volto della donna venne totalmente stravolto dalla notizia “Chi è il fautore di tutto questo?!” esclamò tra la rabbia e lo sconcerto.
“Non si capisce, molti dei maghi presenti che sono stati fermati dicono che passavano da lì per puro caso e che la festa era già iniziata da un pezzo. In più …”disse Goldberg fermandosi non del tutto sicuro di voler continuare la frase “… si appellano al diritto inalienabile alla festa, affermato da lei Signora…”
Bagnold si prese la testa fra le mani con fare sconsolato. “Rimpiangerò quella frase per il resto della mia vita. Comunque sia Goldberg avvisa una squadra di Obliviatori e anche la Squadra Cancellazione della Magia Accidentale. Che se ne occupino loro.”
“Ma Signora… non è magia accidentale…”
“Lo so! Ma gli Auror sono impegnati, va bene! Non posso spostarli per sedare una festa, per Rowena!” esclamò Bagnold facendo letteralmente scappare il giovane Goldberg fuori dall’ufficio.
Dumbledore ridacchiò seguendo con lo sguardo la figura del giovane che era corso via lasciando la porta totalmente spalancata.
“Bene allora, è meglio che mi avvii anch’io.” Disse il vecchio professore, andando anche lui verso la porta.
“Vai di già Albus?” chiese la Ministra quasi rattristata.
Dumbledore si volse verso la donna che era già sulla porta con un sorriso quasi malandrino dicendo “Certo, non mi perdo mai una festa.”
 
Neanche qualche minuto dopo il vecchio mago si era materializzato ad alcune vie di distanza dalla famosa piazza londinese, più precisamente in un vicolo dietro al Criterion Theatre che si affacciava direttamente sulla piazza. Piccadilly Circus era famosa soprattutto nel mondo muggle, più che per quello magico per questo Albus era curioso di sapere di chi fosse stata l’idea di tenere una festa di tali proporzioni proprio in un luogo così affollato, perché come aveva detto il giovane Goldberg, la festa doveva essere davvero immensa se sentiva la musica fin da quel vicolo. Infatti appena ebbe svoltato l’angolo si ritrovò davanti ad una vera e propria folla di persone che ballavano e danzavano incuranti dell’ingorgo che stavano causando in tutta la piazza.
“Pressure pushing down on me
Pressing down on you no man ask for

Under pressure that burns a building down
Splits a family in two
Puts people on streets…
Non era musica della comunità magica, di questo poteva esserne sicuro. Non conosceva la canzone, come non conosceva i giovani che cantavano arrampicati sulla fontana di Eros che spiccava al centro della piazza e dove la festa era maggiormente sentita dai folleggianti. La presenza dei maghi era evidente, fuochi magici venivano lanciati a più riprese verso il cielo azzurro di quel soleggiato pomeriggio londinese ma contrariamente a ciò che Albus si aspettava quegli incantesimi non creavano sconcerto o paura da parte dei muggle, ma anzi ne erano entusiasti. Era strano ma anche piacevole vedere uomini d’affari armati di ventiquattrore scatenarsi insieme ad un mago in mantello e cappello a punta, senza chiedersi spiegazioni o storcere il naso per l’abbigliamento o le stranezze di quelle che per loro erano davvero delle particolari persone. Il merito di tutto ciò non era di una magia o di un’illusione, ma della musica e delle voci di quei ragazzi sconosciuti.
“….Chipping around
Kick my brains on the floor
These are the days
It never rains bui t pours
People on the streets…”
Dumbledore fissò lo sguardo su di loro: erano in cinque sulla fontana, quattro ragazzi erano arrampicati sul bordo della vasca mentre battevano le mani e cantavano coralmente insieme ad altre voci dal tono possente e baritonale appartenenti a cantori nascosti tra la folla.  Ma la voce che più si sentiva alta e potente era quella della ragazza che più in alto di tutti si stagliava tra le ali della statua di Eros, perfettamente in cima alla fontana.
“…Turned away from it all like a blind man
Sat on a fence but it don’t work
Keep coming up with love
But it’s so slashed and torn
Why  Love….”
Era una giovane ragazza, vestita malamente e con abiti fin troppo leggeri per il mese di novembre anche se il freddo non sembrava tangerla in alcun modo, ma anzi felice e apparentemente senza pensieri continuava ad intonare quella canzone che parlava di amore. Albus sorrise davanti a quella voce che sapeva di speranza e di gioventù, era proprio di quello che il mondo aveva bisogno maggiormente, e in fondo era anche uno dei motivi per cui aveva scelto di rimanere ad Hogwarts: arricchire le nuove generazioni, guidarli verso l’età adulta e renderli dei grandi maghi era ciò che lo rendeva più felice oramai. I tempi in cui ricercava il potere erano ormai finiti e lo sapeva….
“…Can’t we give ourselves
One more chance
Why can’t we give love
That one more chance
Why can’t we give love…”
La ragazza cantava ancora, liberando il vecchio mago dai suoi cupi ricordi. Albus tornò a guardarla: non era una strega questo lo aveva capito ma non credeva nemmeno che fosse una semplice ragazza muggle. Il preside di Hogwarts ricercava nel suo volto dalla carnagione olivastra, incorniciato in una cascata di scompigliati capelli castani il segno che cercava per capire chi fosse quel gruppo. Poi Albus notò che spesso i ragazzi sembravano rivolgersi verso l’alto, ma non come se cantassero verso il cielo in  modo simbolico ma si rivolgevano proprio verso un punto specifico:  il tetto del famoso palazzo dalle insegne luminose di Piccadilly Circus.
Proprio sopra ad una insegna blu della Philips tv video & hi-fi system, due figure si stagliavano solitarie mentre osservavano la festa sottostante. Il vecchio mago non riusciva a vedere bene chi fossero per via della distanza e anche della sua miopia –in fondo aveva comunque la sua età- ma poteva ben percepire il potere che proveniva da quel tetto.
“…It’s the terror of knowing
What this world is about
Watching some good friends
Screaming let me out
Pray Tomorrow gets me higher
Pressure on people
People on the streets….”
La festa continuava crescendo in esuberanza e volume perciò nessuno si accorse della sparizione di un vecchio signore vestito con una tunica viola e una lunga barba bianca nel bel mezzo della piazza, ma certamente i due occupanti del tetto di Piccadilly sentirono il sonoro crack della materializzazione proprio dietro di loro.
Appena Albus mise a fuoco l’ambiente, si ritrovò davanti una coppia di un uomo e  una donna, ma quest’ultima in quel momento aveva poco di umano. Era girata verso di lui in posizione di attacco, schiena portata in avanti, gambe larghe e artigli sguainati. Sì, perché al posto delle mani quella donna possedeva degli artigli acuminati che trasformava quelle mani sottili in armi letali. Anche il volto era trasformato, come se indossasse una maschera animale, zanne che cambiavano la struttura della mascella, occhi gialli e luminosi che esprimevano ferocia mentre i lunghi capelli biondi si stavano facendo largo sulla fronte e sulle tempie creando una peluria fitta sul suo viso.
L’uomo invece si mostrava tranquillo,  aveva volto verso Albus solo lo sguardo rimanendo in una posizione ferma e quasi autoritaria. Se ne stava in piedi, dritto con la schiena e le braccia incrociate mettevano in bella mostra i possenti muscoli dei bicipiti e del petto racchiusi in una leggera maglietta nera. Il volto dell’uomo era quadrato come la sua figura, il naso leggermente arcuato, i neri capelli tenuti rigorosamente all’indietro e il taglio duro degli occhi che lo scrutavano fermi senza sbattere ciglio. Albus preferì non muoversi per non mettere in allarme la coppia che ormai aveva capito trattarsi di due licantropi, limitandosi così a sorridere benevolmente.
Alla fine quel momento di stallo venne sbloccato dall’uomo. “Allison, va tutto bene.”
La donna, anche se non del tutto convinta ritirò le zanne e gli artigli tornando a mostrare il bel volto di una giovane donna, anche se rovinato da un’espressione dura e scorbutica.
Il vecchio mago si arrischiò ad avvicinarsi di qualche passo vedendo che i due mannari non sembravano essere infastiditi della sua presenza.
“è una bella canzone.” Affermò Dumbledore.
L’uomo si aprì in un sorriso mentre spostava lo sguardo nuovamente verso la folla sotto di loro. “Sì, i Queen si sono davvero superati questa volta.”
Albus aveva capito che erano stati loro ad iniziare quella festa e pian piano questa era cresciuta a dismisura, anche se non credeva che loro ne fossero molto dispiaciuti. Ma perché?
 “Posso chiedere qual è l’occasione di una festa così bella?” chiese il vecchio mago, posizionandosi al suo fianco.
“Lo sa bene il motivo.” Disse l’uomo. “La guerra è finita e i ragazzi volevano festeggiare.”
Albus osservò i giovani arrampicati sulla fontana e ancora il suo sguardo venne catturato dalla ragazza sulla statua. Aveva davvero una voce meravigliosa, forte e potente ma anche  calda e benevola. Quella voce riscaldava i cuori di tutti…
“...Cause love’s such an old fashioned word
And love dares you to care
For the people
On the edge of the night
And love dare sto change
Our way of caring about ourselves…”
“è particolare che anche voi siate così felici della fine dei conflitti.” Continuò Dumbledore.
A rispondere fu la donna “Non solo voi maghi avete avuto dei problemi in questi anni” disse lei scura in volto “Anche molti di noi sono dovuti scappare o combattere per colpa dei vostri criminali.”
“Allison stai calma.” La rimproverò benevolmente l’uomo “ L’importante è che sia finita, giusto?” concluse rivolto al mago, come a chiedere conferma.
Dumbledore sorrise “Già, l’importante è questo. Ma purtroppo devo dirvi che il ministero ha mandato degli agenti per calmare le acque, non è il caso di attirare troppo l’attenzione dei muggle.”
L’unica reazione del suo interlocutore alla notizia di un intervento del Ministero fu una leggera risata.  
“è un po’ tardi non trova.” Disse indicando la folla “Loro non sanno il motivo di tanta felicità ma ci sembrava giusto comunque coinvolgere anche loro nei festeggiamenti. In questa guerra molti normali hanno perso la vita, forse più dei maghi.”
“ In effetti è vero.” Disse Albus rattristandosi al pensiero “ Ma comunque non  mi sono ancora presentato. Albus Dumbledore piacere lei è…”
“Benjamin, signore.” Rispose lui semplicemente e senza aggiungere cognomi o appartenenze di nessun tipo, a nessun Clan o gruppo.
“ Siete il loro capobranco vero?” chiese il mago a bruciapelo.
Benjamin rimase in silenzio per qualche secondo prima di rispondere, mentre scrutava il mago come se volesse leggergli nel pensiero. Alla fine però decise di rispondergli con una risposta affermativa “è esatto Albus.”
Il mago sorrise nel sentirsi chiamare per nome.
“Comunque la festa è durata abbastanza, meglio evitare gli agenti del ministero.” Disse Benjamin salendo sul cornicione del tetto. La canzone era quasi conclusa, ma i ragazzi non sembravano volersi fermare. 
“…This is our last dance
This is ourselves
Under pressure…”
Benjamin però non urlò per attirare la loro attenzione, a guardarlo da dietro le spalle sembrava solo stare in piedi fermo su un cornicione senza far alcun gesto, ma per un licantropo non servivano mosse evidenti per richiamare il proprio branco. Benjamin illuminò solo i suoi occhi di una luce scarlatta, facendo così percepire il suo potere ad ogni mannaro presente nella piazza. Infatti subito dopo i ragazzi scesero in fretta dalla fontana andando a disperdersi nella folla ancora festante. Albus cercò di seguire i movimenti della giovane cantante, ma ben presto la perse di vista.
Benjamin  ed Allison poi, voltarono le spalle alla piazza e al vecchio mago camminarono verso la parte opposto del tetto che si affacciava sul retro del palazzo.  
“ Spero di rivederla Benjamin.” Disse Dumbledore fermando il mannaro che si volse a guardarlo.
I due uomini si scambiarono un sorriso e uno strano sguardo di intesa.
“Altrettanto” rispose Ben prima di saltare giù dal tetto insieme alla compagna e sparendo alla vista di Albus Dumbledore.
 
* Millicent Bagnold (appartenente alla casata di Corvonero) è stata Ministro della Magia nel periodo che va dal 1980 al 1990. (HP PM e JRK.com)
È conosciuta nel mondo magico perché lei era in carica quando Lord Voldemort venne sconfitto per la prima volta da Harry Potter, e perché lasciò che la comunità magica britannica, nei giorni successivi a quello, festeggiasse la caduta del Signore Oscuro senza contegno, nonostante le molteplici infrazioni dello Statuto di Segretezza, pronunciando la famosa frase "Rivendico il nostro inalienabile diritto a festeggiare".
http://www.potterpedia.it/?v=Bagnold_Millicent&s=Bagnold,%20Millicent#ixzz4eApQvfYx
 
*La canzone intonata dal branco di Benjamin è Under Pressure dei Queen e David Bowie.


Note dell’autrice
Sì, lo ammetto me ne stavo dimenticando di postare il capitolo nuovo ma, ehi meglio tardi che mai no?! Non linciatemi!!!
Ok in questo capitolo Barb  si è vista poco, anzi pochissimo ma per introdurre ciò che avverrà nei prossimi capitoli serviva un punto di vista più esterno. (ovviamente Barb è la ragazza che canta sulla fontana per chi non lo avesse capito.) La versione cantata da Barb di Under Pressure è stata ispirata dalla cover in Happy Feet 2 cantata da Pink!
Per finire un enorme grazie a  Mar_1704 che ha messo “A life in the hidden world” tra le preferite!!! GRAZIEEEEEEEE!!!!!!!!! Ancora grazie grazie grazie!!!
Un ringraziamento a tutti che leggono e che ancora mi seguono! E…..
….ok io ci riprovo a chiedere una piiiiiiicola recensione…. per favore…. Come regalino pasquale?
Va bene la pianto di ciarlare  e vi auguro buonanotte visto che è l’una passata…. Ops!
Come regalo di Buone Feste, ci vediamo domenica con un capitolo nuovo!!!!
Ciao a tutti
JD
  
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