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Autore: EuphemiaMorrigan    15/04/2017    5 recensioni
[Raccolta di Flashfiction MadaSaku]
Il segreto di un buon caffellatte sta nel rapportare in modo corretto la dose degli ingredienti, unendo al gusto forte e corposo del caffè la delicatezza e la dolcezza del latte caldo e, per i più golosi, una spolverata di cacao in polvere.
Il segreto di un buon rapporto di coppia è alquanto simile.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Madara Uchiha, Sakura Haruno
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-L'allergia ai bambini si cura occupandosene-

Angolo autrice: Ben ritrovate/i.
Non avrei dovuto postare questa flash, ma ci tenevo (Nonostante non sia credente e non la festeggi), a farvi gli auguri... Ok, in verità (Senza farla troppo tragica), l'ho postata anche per spiegare alcune cosine: in questo periodo ho dei problemi personali che mi rallentano moltissimo, l'ispirazione è tanta, forse troppa, ma la scrittura è ingolfata da altri pensieri.
Non è mia intenzione sparire, o mollare, non ora soprattutto che la coppia che amo di più in assoluto (E mi pare inutile negare l'evidenza, ormai il mio amore è palese anche ai sassi lol) si sta conquistando una briciolina piccola piccola, quasi invisibile, di apprezzamento. Ma... Nulla, chiacchiere inutili come sempre ^^.
Questa flash è un extra di 'Mi hai fatto tremare tutta la notte'.
Menma (Dieci anni) è figlio di Naruto e Sasuke (Grazie alla fecondazione assistita); Satoshi (Quindici anni) è il pargolo dei suini. -Arata (Sedici anni) è il figlio di Hashirama e Mito-.
L'immagine in fondo è di (Santissima) Yomi, e rappresenta il piccolo Uchiha. Tutto i suoi genitori (Ovviamente è canonverse, le fanart MadaSaku son poche e mi adatto, è comunque uguale, senza Sharingan però lol) <3: https://twitter.com/yomi_gaeru
Seppur la sensei in questi giorni ha deciso di ammazzare l'intero fandom con le sue r-18, e per intero fandom intendo me e le mie ovaie!
Buona lettura <3

'Sakura-chan potresti occuparti di Menma quest'oggi?'.
Esattamente a causa di questa discutibile richiesta era iniziata la giornata peggiore di Madara Uchiha. Il Sabato. Unico giorno in cui, complessivamente, lui aveva il turno di notte in Caserma, la moglie non lavorava in ospedale ed il figlio, ormai adolescente, frequentava le lezioni soltanto la mattina.
Per tutti questi motivi, quel pomeriggio alla settimana, seppur mai lo avrebbe ammesso ad alta voce, era il momento preferito da Madara. Poiché poteva rimanere in compagnia di Satoshi e Sakura. Nessun altro. E non con una cazzo di pulce iperattiva in mezzo ai coglioni!!
Da quando Naruto aveva mollato lì il moccioso, con la scusa di dover accompagnare quel papero del marito dal dottore, e probabilmente era influenza aviaria, od almeno così sperava al suo interno Madara, il caos regnava sovrano.
Colpa dei vecchi nonni della peste, stranamente tutti ancora vivi che, giustappunto quel week-end, avevano deciso di andarsene in vacanza insieme. E Fugaku, dal preciso istante in cui Itachi gli aveva regalato, ed insegnato ad usare, uno smartphone, non dava un secondo di pace al il telefono di Madara. Inondato, come quello di ogni altro Uchiha, di fotografie che immortalavano spiagge, chalet, ristoranti, locali, musei, cibo... Neanche la cariatide fosse diventato un fottuto fashion blogger!
“Papà?! -Satoshi lo richiamò, scuotendolo da una spalla ed esponendo poi, stizzito- Potresti organizzare l'omicidio dei tuoi parenti più tardi e darmi un aiuto? Nemmeno mi pagate per fare da babysitter a Menma! E stasera devo andare a cena da Arata e gli zii, come se non fosse bastato uno di bambino. -Ironicamente si riferiva a suo zio Hashirama, non al figlio di questo- Non era meglio farmi un fratellino, invece? Oppure mamma aveva paura te lo saresti mangiato?” La logorrea con gli anni non era diminuita, anzi, in compenso ci aveva guadagnato in ironia e faccia tosta, però.
Madara, rigido come un fuso, dapprima adocchiò il ragazzo, subito dopo studiò il disastro ch'era diventato il salotto in quelle poche ore. Il suo salotto. Quello che avevano arredato con i suoi soldi. In casa sua.
Il tappeto ricoperto da fogli e pennarelli, macchinine, scovate da chissà quale anfratto per far divertire il bambino, sparse sul pavimento, ed il cellulare nuovo dell'adulto in mano a quel moccioso appiccicaticcio, intento a videochiamare i vecchi.
“Nonni, ciao!!”.
“Oh, sei a casa di Madara...”.
“Non farlo arrabbiare, Menma, sei il nostro unico nipote” Intervenne Minato, timoroso.
In quel momento Satoshi sorrise serafico al padre “Tu mi hai detto di togliertelo dai piedi, e per farlo ho dovuto sacrificare alcuni oggetti dalla dubbia importanza”.
Madara nemmeno rispose, lasciandosi andare contro la spalliera in pelle del sofà e maledicendo internamente Sakura. Quella faina! Lo aveva corrotto, non appena saputa la notizia di doversi occupare della prole demoniaca del suo migliore amico, ovviamente con il sesso; lo aveva rigirato ben bene su un dito, costringendolo a rimanere solo, mentre lei andava a divertirsi con le amiche. Fregandosene della crisi di nervi che sarebbe venuta al marito.
“Satoshiiiiiiii!! Saluta i nonni!” Strillò acuto Menma, non in grado di parlare in modo normale, poi saltò violentemente in braccio allo zio, ignorandolo, come fosse tutt'uno con l'arredamento. Sasuke lo aveva istruito bene.

Diverse ore dopo, quando Sakura rientrò a casa in punta di piedi, pregando di non ritrovare figlio e nipote appesi da qualche parte come prosciutti, ed il loro sangue a macchiarle le piastrelle del pavimento, si stupì genuinamente alla scena che le si palesò dinnanzi.
Surreale.
Madara, stravolto, aveva allungato le gambe sopra il basso tavolino in ventro, profondamente addormentato; accoccolato sopra di lui c'era Menma che sonnecchiava, stringendo una lunga ciocca di capelli neri, e Satoshi, invece, s'era assopito scomposto contro una spalla del genitore.
Al che lei sorrise intenerita, s'avvicinò piano, senza fare alcun rumore, e poi si chinò leggermente in modo da sfiorare le labbra sottili di Madara con le proprie, sussurrando dolce “Un po' mi spiace di non aver avuto un altro bambino”.
“A me no”.
Ne sarebbe morto.
“Ma nulla ci impedisce di provarci” Aggiunse, il solito porco.


 

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