Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: __Lily    17/04/2017    1 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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TRENTATRE

 

 

 

 

Jorah l’Andalo arrivò all’alba, dopo cinque giorni di viaggio.
Roccia del Drago era lì, si stagliava alta e possente e lui si sentì tanto piccolo e inutile a confronto.
«Khaleesi» disse piano osservando con stupore quel luogo, il castello sul mare costruito dai primi Targaryen, gli antenati della donna che amava e che voleva vedere seduta sul Trono di Spade.
Daenerys era nella sala del trono con Jon Snow, stavano programmando il viaggio a Grande Inverno e l’imminente matrimonio.
Due soldati entrarono interrompendoli nonostante i suoi ordini, stavano scortando un uomo, quando Daenerys lo vide i fogli che teneva in mano caddero sul pavimento.
Guardò Jon poi si avvicinò a all’uomo che era appena entrato, quasi con le lacrime agli occhi, aveva temuto che il suo orso sarebbe morto, che non sarebbe sopravvissuto alla malattia contratta per tornare da lei.
«Khaleesi» disse la voce di lui.
Non aveva mai smesso di chiamarla così, Khaleesi, Daenerys si fermò poco prima di raggiungerlo.
«Ser Jorah» disse lei con voce bassa, temeva che quello fosse un sogno, un bel sogno, temeva di svegliarsi.
Jorah l’Andalo nonostante tutto le era mancato, le erano mancati i suoi consigli.
Lui la raggiunse e si inchinò alla sua regina, alla regina dei Sette Regni.
«Mi hai ordinato di guarire e di tornare da te e io ho obbedito. Sono qui Khaleesi, sarò con te quando conquisterai i Sette Regni, sarò con te quando finalmente sederai sul Trono di Spade.»
«Il mio orso, ho temuto che saresti morto» rispose lei aiutandolo a rialzarsi da terra.
«Non potevo morire, me lo avevi proibito.»
Daenerys gli sorrise e quel sorriso scaldò il cuore del cavaliere, tutte le sofferenze non contavano più, il sorriso di lei valeva tutto il dolore che aveva provato.
Allungò una mano per fargli una carezza, il suo volto era scavato, era più magro, stanco ma era lì, era tornato da lei.
«Grazie ser, per essere tornato da me. So che mi starai vicino e mi aiuterai come hai sempre fatto, nonostante tutto» disse, i suoi occhi viola si posarono sul suo braccio, era diverso, grigio, ma Jorah era vivo era ancora lui.
«Ser Jorah, posso presentarti il re del Nord?»
Jon si avvicinò a loro, scrutò quell’uomo, c’era qualcosa di familiare in lui e poi all’improvviso ricordò il nome.
«Sei Jorah Mormont?» chiese Jon, la sua mano finì involontariamente sul Lungo Artiglio.
«Si, sono io. Tu sei Jon Snow se non sbaglio.»
«Stark e no non ti sbagli.»
«Il tuo amico mi ha parlato di te.»
«Il mio amico?» domandò curioso Jon.
«Sam, è stato lui a curarmi.»
«Sam? Sta bene? Non ho sue notizie da molto tempo.»
«Sta bene, è diventato un Maestro ora. Anche la ragazza - Gilly - sta bene e il bambino.»
Jon sorrise, ne era felice, felice che Sam e Gilly e il piccolo Sam stessero bene.
Poi estrasse Lungo Artiglio e la mostrò a Jorah.
«Questa è tua» disse il re del Nord porgendogliela.
«Lungo Artiglio.»
Jorah la prese in mano, ricordava l’ultima volta che l’aveva vista, il giorno della sua fuga dall’Isola dell’Orso, non aveva potuto portarla via, non era giusto.
«Dove l’hai presa?»
«Me la diede tuo padre, il Lord Comandante Mormont. E’ tua.»
«No» disse Jorah dandola nuovamente a Jon.
«E’ la spada dei Mormont.»
«Si, ma mio padre l’ha data a te, doveva stimarti molto, più di quanto non stimasse me.»
«Ti prego lord Jorah.»
«Non sono più un lord.»
«Tornerai a esserlo, hai la mia parola.»
«No Khaleesi, ho perso questo onore molto tempo fa. Sai cosa ho fatto.»
«Hai commesso degli errori, ti ho perdonato per questo. Volevamo tornare a casa, ricordi ser Jorah? Tu hai creduto in me quando io stessa non ci riuscivo. Tornerai a casa.»
«Voglio stare al tuo fianco, è questo il mio posto. Non ti deluderò un’altra volta, lo prometto.»
«Lo so.»
«L’Isola dell’Orso ha una giovane lady, nonostante l’età mi è stato detto che svolge un buon lavoro.»
«Si, è grazie a lei se sono il re del Nord, ha rimesso in riga tutti i lord che non avevano dato il loro sostegno a casa Stark.»
Jorah sorrise, non era più il lord dell’Isola dell’Orso ma era felice che un’altra persone se ne stesse occupando.
«Sono lieto di sentire questo. Tienila, è tua ora.»
Jon riprese Lungo Artiglio e la rimise al suo posto.
«Sarai stanco dopo il viaggio» disse Daenerys, Jon capì che quell’uomo era importante per lei, molto importante.
«Lo sono ma ne è valsa la pena. Sam voleva che restassi alla Cittadella ancora un po’ ma il mio posto non era lì.»
«Sei guarito ser Jorah questo è tutto ciò che conta ora.»
«Con il vostro permesso io andrei, devo fare una cosa» disse Jon osservando la sua futura moglie.
Il pensiero di Sansa non lo aveva mai abbandonato, le avrebbe spezzato il cuore, l’avrebbe ferita anche più di Ramsay Bolton.
«Vai pure Jon, se ti serve qualcosa sai dove trovarmi.»
«Si, lo so.»
Jon salutò il nuovo arrivato e poi uscì da li per recarsi nella sua stanza.
Si mise a sedere e prese carta e inchiostro, doveva scrivere a Sansa, certo non le avrebbe detto una cosa simile per lettera ma doveva comunque avvisarla del loro arrivo a Grande Inverno, voleva che fosse pronta, che anche Arya e soprattutto Bran lo fossero, non sarebbe stato felice di rivedere Theon Greyjoy.




Il corvo nero arrivò a Grande Inverno un giorno più tardi, era pomeriggio e Sansa si trovava nella stanza padronale, osservava la neve cadere dal cielo grigio e posarsi ancora a terra, sopra alla altra che ormai era diventata sporca, andava a renderla di nuovo pura.
Vorrei poter tornare la ragazza di un tempo, un po’ meno stupida e superficiale - pensò osservando quei piccoli fiocchi volteggiare in aria come se stessero danzando.
Aveva avuto il piacere di incontrare Ditocorto altre volte durante l’assenza di Jon, sapeva di doverlo tenere buono ma era così difficile, l’odio che provava per lui cresceva ogni giorno di più.
Gendry bussò alla porta e Sansa gli diede il permesso di entrare.
«Come stai?» le domandò preoccupato.
Aveva notato che Sansa era sempre triste, malinconica, sorrideva poco e mangiava ancora meno.
«Al solito Gendry, cosa ti serve?» chiese forse troppo freddamente, non era in vena di visite.
«Nulla a dire il vero. E’ arrivato un corvo poco fa.»
Gli occhi blu di Sansa Stark si illuminarono, poteva essere solo una persona a mandare quel corvo.
Si avvicinò a Gendry e prese la lettera con il sigillo del metalupo ancora intatto, ci passò sopra le dita e poi guardò quel ragazzo che per quanto si sforzasse non le ricordava affatto suo padre, re Robert.
«E’ di Jon» disse con voce entusiasta.
«Cosa dice?» chiese curioso lui.
«Sta per tornare a Grande Inverno e non da solo a quanto dice.»
«Con la giovane Targaryen?»
«Si, lei e molte altre persone ed eserciti.»
«Allora è riuscito a convincerla!»
«A quanto pare si.»
Sansa strinse forte la lettera, c’era solo una ragione se lei aveva accettato di aiutarli.
Si avvicinò al suo letto e si mise a sedere.
«Sansa…» chiese Gendry preoccupato avvicinandosi a lei, si sedette sul grande letto accanto a quella fragile e caparbia ragazza, «cosa succede?»
«Nulla Gendry» rispose senza guardarlo.
Jon, a quale prezzo ci aiuterà?
«Non sarò molto istruito ma so riconoscere una bugia. Puoi fidarti di me.»
«Mi fido di te, altrimenti non ti avrei detto del bambino.»
«Allora lascia che ti aiuti.»
«Ma non puoi aiutarmi» disse lei, una lacrima cadde dai suoi occhi, quanto altro male sarebbe riuscita a sopportare? Non era stat abbastanza quello che aveva dovuto vedere e subire?
Suo padre, sua madre, due dei suoi fratelli erano morti; il male che le aveva fatto Joffrey, Baelish, Ramsay.
«Vediamo se è così.»
«Ho perso Jon» rispose con un filo di voce guardando gli occhi scuri di Gendry.
«Non puoi saperlo.»
«Lo so, ho vissuto abbastanza ad Approdo del re per sapere come vanno a finire certe cose.»
«Pensi che ti abbia dimenticata tanto facilmente?»
«No, non lo penso. Ma c’è solo una ragione se Daenerys Targaryen ci aiuterà, ho detto io stessa a Jon di accettare le sue richieste.»
«Forse ti stai sbagliando» cercò di consolarla Gendry, lui aveva vissuto tutta la sua vita a Fondo della pulci e Sansa aveva vissuto a corte, era più pratica di lui su certi aspetti e anche se aveva ignorato di essere figlio di Robert Baratheon, non era stupido, aveva capito perfettamente le parole di Sansa, Daenerys aveva chiesto qualcosa in cambio, qualcosa di duraturo e Jon… Jon doveva aver accettato la sua richiesta per un bene più grande.
«No, non mi sbaglio.»
«Cosa intendi fare?»
«Al suo ritorno deciderò, ma se ho ragione… Jon sposerà quella donna e un giorno governerà i Sette Regni al suo fianco. Io non potrei mai dargli tutto questo, ciò che è suo.»
«Hai qualcosa di più prezioso da dargli, qualcosa che vale più dei Sette Regni e del Trono di Spade» disse lui prendendo la sua mano.
Rimasero lì seduti sul letto in silenzio, Sansa apprezzò il suo gesto e il fatto che non avesse detto più nulla per confortarla, nessuno poteva confortarla, nessuno tranne Jon e lui non sarebbe mai più stato suo né sarebbe diventato suo marito un giorno come tanto desiderava.







 

Cosa farà la principessa del Nord? Parlerà con il suo re o tacerà la verità?
E come regalo di Pasqua vi lascio una piccola anticpazione:


«Ogni volta che ti sbarazzi di un nemico, ne spuntano tre e Tommen…»
«Non nominarlo! Tu non c’eri Jaime!» urlò furiosa lei posando la coppa sul tavolo.

 

  
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