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Autore: adelhait13    17/04/2017    3 recensioni
La pioggia scendeva lenta e inesorabile sui vetri di una finestra di un bellissimo appartamento.
Il suo abitante era seduto su di una poltrona accanto ad un caminetto oramai spento, rendendo il luogo freddo e inospitale. Infondo a lui questo non importava. Il freddo era divenuto suo amico. Alleato.
Rivista e corretta
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5°: Il libretto.

 

 

Era disperata. Il suo adorato libretto era sparito chissà dove. Continuò a piangere, ma poi si alzò e si diresse in bagno a sciacquarsi il viso.

Maledizione, tutte a me capitano! Ma dove cavolo l’avrò perso?

Si asciugò il viso e scese al piano di sotto, dove l’attendevano per la cena.
Sospirando si sedette al suo posto, aveva il viso abbassato. Tutti la guardarono allarmati, il più di tutti suo fratello.

-Rin è successo qualcosa?-.

Lei alzò il viso, cominciò a piangere e tra i singhiozzi disse.

-Ho perso il libretto-.

Naraku si alzò e si avvicinò a lei e domandò allarmato.

-Il libretto di risparmi?-.

Rin lo guardò sbalordita. A che cosa pensava suo fratello in quel momento?

-No, ma che cavolo dici! Ho smarrito il libretto universitario!-.

Il fratello fece un sospiro di sollievo, mentre la moglie scosse la testa e alzò gli occhi al cielo.

Che deficiente. Pensò.

-Meno male, sai Rin mi avevi fatto spaventare-.

Rin sentendo quella frase si alzò furiosa, lo prese per il collo del maglione e gli urlò.

-Come meno male! Spero che tu stia scherzando? Sai che per me quel libretto è di vitale importanza, mi serve per annotarci gli esami che sostengo!-.

Cominciò a strozzarlo, mentre i bambini facevano il tifo per la zia. Ma poi Kikyo mise una mano sulla spalla di Rin cercando di tranquillizzarla.

-Rin non c’è al bisogno di strozzare questo deficiente, piuttosto domani andrai alla polizia e fai denuncia di smarrimento…e vedrai che alla segreteria degli studenti te ne daranno uno nuovo-.

Aveva ragione, lasciò la presa e abbracciò la cognata.

-Oh Kikyo, senza di te non so cosa farei-.

Intanto Naraku si massaggiava il collo, sua sorella era davvero pericolosa.

-Uffa, che peccato io volevo vedere un vero cadavere-.

Tutti si voltarono verso Hakudoshi che aveva messo il broncio, perché voleva vedere da vicino un morto.

-Naraku posso farti una domanda?-.

Disse Rin rivolta al fratello, che aveva ripreso colorito.

-Sì, dimmi?-.

-Ma, quando avete concepito i gemelli, per caso pensavi in quel momento a Jack lo Squartatore?-.

Naraku strabuzzò gli occhi e un po’ imbarazzato. A cosa diavolo pensava in quel momento?

-Rin, ma che dici e poi perché avrei dovuto pensare a quell’essere scusa?-.

-Beh, era solo e semplice curiosità-.

Infatti, il piccolo Hakudoshi adorava vivisezionare rane e lucertole, e non prova mai alcun rimorso, anzi si divertiva come un matto.

La serata passò veloce e fu il momento di andare a letto. Rin aiutò Kikyo a rassettare la cucina, mentre Naraku metteva a letto i gemelli.

-Rin posso farti una domanda?-.

-Sì-.

Le rispose, mentre lavava i piatti.

-Ma è successo qualcos’altro oggi?-.

Rin come sentì quella domanda fece cadere a terra un piatto.

-Oh mamma, scusa Kikyo io non…-

La cognata fermò la mano della ragazza che cercava di raccogliere i cocci.

-Lasciali perdere, ho indovinato non è vero?-.

Rin, tutta rossa in viso, annuì con il capo. Kikyo sorrise.

-Ma come hai fatto a capire che ho…-

-Intuito femminile e poi ti ho osservata tutta la sera, non credo che pensassi al libretto, mentre mangiavi-.

Rin fece un sorriso imbarazzato.

-Beh, sì…hai ragione-.

-Chissà, forse hai incontrato l’uomo dei tuoi sogni-.

Rin saltò e si scostò dalla cognata, era davvero imbarazzata.

-Ma…ma che stai dicendo…-.

Kikyo sorrise, aveva fatto centro, ma non volle continuare con le domande.

-Va a letto! Qui finisco io-.

-Sicura?-.

-Certo, ma adesso vai-.

Rin salutò la cognata e salì al piano di sopra, dopotutto era davvero stanca, si cambiò e si coricò nel suo caldo letto.


***


Era rientrato dopo una giornata di lavoro, si tolse il cappotto e lo poggiò su di una poltrona.
Entrò in cucina e trovò la cena che gli aveva lasciato la sua domestica, non la degnò neanche di uno sguardo. Prese un bicchiere dalla credenza e ritornò in salotto, era assetato.
Aveva un’impellente voglia di alcool, perciò prese dal suo mobile bar una bottiglia di whisky e riempì il bicchiere. Bevve avidamente quel liquido bruciante, che gli dava sollievo.
Ma d’un tratto riprese quel libretto.

Ho deciso domani glielo riporto.

Pensando a ciò si diresse verso lo studio a continuare il suo lavoro.


***


Si svegliò un po’ frastornata, non aveva avuto una bella nottata.

Uffa, stamattina non ho voglia di uscire dal letto…quasi, quasi rimango a poltrire…sì, ho deciso resto a letto.

Ma purtroppo, non fu così.
Infatti, un diavoletto bianco spalancò la porta e si lanciò sul suo letto, cominciando a saltellare su e giù, facendo venire il mal di mare alla zia.

-Zia Rin! Zia Rin! Sai papà oggi ci porta dalla nonna Kaede, vieni anche tu?-.

Rin con uno sforzo immane cercò di alzarsi, anche se, il corpo della nipotina la premeva.

-Kanna amore, potresti toglierti di dosso? Sai la tua adorata zia, rischia di morire soffocata-.

La piccola imbarazzata scese subito, ma attendeva una risposta dalla zia.

-No amore, vedi ho alcune faccende da sbrigare-.

La piccola aveva abbassato il capo.

Oh mamma, mi fa sentire in colpa ma oggi non posso.

Le accarezzò la guancia e le promise che la prossima volta sarebbe venuta anche lei dalla nonna, anche se, la cara Rin odiava la campagna.
Gli insetti, la terra e lo sporco non erano di suo gradimento. Ogni volta che ci pensava arricciava il naso.
Scese dal letto e decise a scendere di sotto dove, l’aspettava una scena a dir poco caotica.
Infatti, si trovò davanti un Naraku che cercava d’infilare il cappotto a Hakudoshi che urlava, come un pazzo. che non voleva metterselo. Dall’altra Kikyo che cercava qualcosa in un armadietto e non riusciva a trovarlo.
Rin sospirò e si diresse in cucina a prepararsi un buon caffè.
Finalmente dopo un paio di minuti, tutti sparirono lasciando la ragazza sola a casa.

Un po’ di pace. Sospirò.

Si diresse nel salotto e si mise sul divano, non aveva voglia di fare nulla, anche se, c’era sempre la questione del libretto. Accese la tivù e cominciò a fare zapping, ma non sapeva che tra po’ una persona sarebbe venuta da lei.
Senza rendersene conto si appisolò, dopotutto non aveva dormito molto, quando d’un tratto sentì il campanello della porta.

Uffa, chi è che rompe?

Pensò, mentre si stropicciava gli occhi. Aprì la porta e si trovò davanti lui. L’uomo del metrò.
Sgranò gli occhi, urlò e richiuse la porta, lasciando il ragazzo un po’ frastornato da quell’azione.

Che tipo bizzarro, mi ha chiuso la porta in faccia.

Pensò Sesshoumaru, dopotutto, una reazione del genere non se la sarebbe di certo immaginata.

Intanto Rin all’interno della casa era poggiata al portone.

Ma come ha fatto a capire dove abito? Forse è un malvivente che è, mi vuole rapire, oppure violentare…oh mammina no! Oppure è un agente segreto, ma che diavolo è? Non dovrei aprigli, ma che faccio?…chiamo la polizia, chiamo i pompieri, chiamo la protezione civile, chiamo l’esercito…aiuto povera fanciulla in pericolo.

Pensava a questo, mentre cominciava a sudare freddo.
Intanto Sesshoumaru, era alquanto scocciato dalla situazione perciò le disse.

-Non si preoccupi, non sono un malvivente, sono solo venuto a portarle il libretto universitario-.

Rin si calmò, aprì lievemente la porta. Beh, dopotutto non si fidava molto di quel tipo e sussurrò.

-Davvero?-.

Lui annuì e le mostrò il famoso libretto. Quando lo vide Rin, spalancò la porta e glielo strappò dalle mani e cominciò a gridare di gioia, lasciando Sesshoumaru stranito da quella reazione.

Questa ragazza è proprio strana.

Si voltò stava per andarsene, quando una mano lo afferrò per un braccio, si voltò e vide la ragazza che gli sorrideva.

-Dove va? La devo ringraziare per avermi riportato il libretto, la prego entra.

-No, grazie non c’è bisogno che mi ringrazi-.

Ma Rin non voleva sentire ragioni, lo tirò con forza dentro. Il povero sospirò. Aveva vinto.

Questa ragazza è un tipo testardo.

Lo portò dentro e subito lo fece accomodare in salotto, per poi sparire in cucina a preparargli una tazza di caffè.
Intanto Sesshoumaru cominciò a guardarsi intorno. Era una casa bella spaziosa, notò che vi erano molti giocattoli per la casa, poi il suo sguardo si soffermò sulle fotografie della famiglia, quando d’un tratto la voce della ragazza lo fece voltare.

-Ecco è pronto!-.

Gli porse la tazzina, e si sedettero rimando in silenzio.

Oddio, adesso che faccio, è la prima volta che mi sento così imbarazzata…beh, devo pur dir qualcosa.

-Sa non so come ringraziarla…se non mi riportava il libretto…-.

-Avrebbe fatto una denuncia di smarrimento-.

Rin abbassò il capo e annuì, lo sguardo di quel ragazzo la metteva in soggezione.
Restarono di nuovo in silenzio, quando lei ricominciò.

-Posso sapere il suo nome?-.

-Sesshoumaru Taisho e adesso se non le dispiace devo andare-.

Disse alzandosi dirigendosi verso la porta anche lei si alzò e disse, senza riflettere.

-Poveretto, che nome strano le hanno dato i suoi genitori, il ragazzo che uccide…piacere sono, il ragazzo che uccide-.

Si mise a ridere, lui si voltò e disse.

-Sempre megliore del suo…Rin, un nome così banale-.

Sentendo quella frase Rin andò su tutte le furie, si avvicinò a lui e urlò.

-Che cosa? Il mio nome non è banale, è dolce e carino…pezzo di cafone-.

Lui la guardò negli occhi e le disse.

-Grazie è un bel complimento, ragazzina-.

-Ra…rag…ragazzina! Ma come si permette esca fuori da casa mia-.

Lui rise, quella ragazza era davvero buffa.
Uscì, ma prima di sparire le disse.

-Grazie per il caffè, ragazzina insignificante-.

Rin non ci vide più e gli tirò dietro una ciabatta, peccato che lui la evitò.

-Cafone!-.

E chiuse la porta sbattendola. Era furente con lui, ma come si era permesso di trattarla così, neanche la conosceva e si diresse a passo spedito in camera sua.
Intanto Sesshoumaru, mentre saliva in macchina pensava a quella ragazza.

È proprio un bel tipo.

Ma non sospettavano che il destino li avrebbe uniti in eterno…


 

 

Continua…

______________
Oggi mi son detta? Aggiorniamo con un nuovo capitolo. Un bacio e Buona Pasquetta.

   
 
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