« Dimmi che cosa hai fatto i dieci minuti che io mi sono addormentato. » è un tono, questo, che sfiora l'esasperato.
« Michele, lo giuro su...Eros. Non ho fatto un accidenti di niente, stavolta »
« E allora perchè sono legato come un salame alla tua schiena, imbecille di un Russo?! »
« Non dovresti portare un po' più di rispetto per il principe che ti accompagna? » a parlare è una ragazza. La chioma di fuoco scomposta dal vento. La punta di una freccia puntata verso i due giovani.
« Senza offesa, ma se il Piccolo Zar è imbecille ogni tanto tocca chiamarlo per nome »
« Senza offesa ma se il Piccolo Zar è imbecille perchè un cavaliere delle fate lo accompagna? »
« Senza offesa eh, ma l'imbecille è qui e vi sente, tutti e due. » adesso è la voce del russo a risuonare come decisamente offesa dalla situazione che lo vede protagonista. « Se la fiducia che riponi in me è questa, Michele, tanto vale che mi lasci montare la guardia »
« Con una piccola dose d'offesa, Piccolo Zar, ma mica posso pensare che non sai stare sveglio per dieci minuti »
« A discolpa del vostro Piccolo Zar mi permetto di dirvi che non si è addormentato. Nero di seppia, immobilizza chiunque. Ad ogni modo, siete nella mia foresta. Che cosa vi porta qui? Con chi ho il piacere di parlare? »
« Con un coglione che s'è fatto portare via il nome dal Signore Oscuro e con il povero disgraziato che lo accompagna. »
« Il signore Oscuro? » la fronte della ragazza si aggrotta, l'arco che viene abbassato e la tesa allentata « E perchè il signore Oscuro si interessa di un Piccolo Zar? »
« Storia lunga, triste e anche abbastanza melensa. » taglia corto Michele « e noi non abbiamo tempo da perdere, quindi cortesemente, puoi slegarci? »
« Certamente non appena mi avret... » l'apparente accondiscendenza si spezza quando una voce, dalla foresta, urla il suo nome.
« MERIDA! » a correre a perdifiato è una donna. Svolazza sulle sue spalle un mantello dalle falde rosse , senza nemmeno sfiorare il suolo. Niente, in una figura che avanza fluida, arresta il suo andare. Non un ramo, non una foglia. Quasi fosse una creatura fatta della stessa sostanza della foresta. Le mani che si poggiano sulle braccia della ragazza dai capelli di fuoco « Gli uomini della Regina. Sono entrati nel villaggio e hanno messo sotto sequestro la casa del falegname. Minacciano di tagliargli la testa se non paga i suoi tributi. Sono venti uomini. Sono troppi persino per me. » ammette la ragazza che increspa le labbra in una smorfia amara « Tutti nel villaggio sono terrorizzati e...questi due chi sono? » domanda, mentre con occhi di cerbiatto comprende l'esistenza dei due giovani legati.
« Nessuno di importante, ma se gli uomini della Regina hanno attaccato il villaggio dubito che siano parte della sua armata »
« Ho una stramaledetta stella su una guancia, ti pare che possa essere un soldato della Regina? » sbuffa via l'italiano, prima di ritrovarsi di nuovo con la freccia al volto.
« Stavolta l'imbecille sei tu » commenta il russo, ricercando gli occhi dell'arciere. « Merida...giusto? » replica lui piano, quasi accarezzando il suo nome « Sei la seconda donna che incontriamo munita di arco nella nostra ricerca. Sono nella foresta perché, per una maledizione, ho dovuto perdermi per ritrovare il mio vero amore. Biancaneve ci ha affidato agli animali della foresta e, nel poco che io capisco delle storie di questo mondo, se è la Principessa ad avermi aiutato, automaticamente temo di essere un nemico della regina » parole pronunciate con un sorriso « Ma se non hai fiducia in noi puoi lasciarci legati qui e andare a risolvere il problema nel tuo villaggio »
« Ma sei deficiente dentro? Questa stella non mi resterà sulla mia faccia per sempre »
« Lo so ma...sento che è la cosa giusta da fare » una sensazione che germoglia all'altezza del petto, generando sul volto dell'italiano lo sguardo che muta ad una graduale comprensione. Si spalancano di contro gli occhi del Russo quando la ragazza dal cappuccio rosso si avvicina a lui, una mano sulla spalla e il naso, freddo, si porta a sfiorare la sua guancia, respirando l'odore che viene dalla sua pelle.
« Il piccolo Zar dice il vero. Ha addosso l'odore di Biancaneve » replica « Possiamo lasciarli andare »
« Veniamo al villaggio con voi. » ribatte il piccolo Zar.
« Ma... »
« Michele, ho la sensazione di dover andare in quel villaggio. C'è qualcosa che mi chiama. »
« Di cosa si tratta, piccolo Zar? »
« Una voce. Riesco a sentirla. Una voce che piange lontano. »
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In principio i nostri eroi (?) avrebbero dovuto incontrare Robin Hood. In seguito avevo pensato di convertirlo in Uncino. Poi semplicemente, scrivendo, Merida mi ha detto "Si, tutto molto bello ma scansatevi tutti".
Dato che sono in debito di un capitolo con CinderellaKun, promesso e non pubblicato ieri sera, oggi ne pubblico due, uno in fila all'altro!