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Autore: __Lily    19/04/2017    2 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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TRENTACINQUE

 

 

 

 

Dopo aver parlato con Bran era tornata nella sua stanza, aveva ordinato di accendere il camino e di farsi portare dell’acqua calda per il bagno.
Fuori nevicava, i vetri della camera erano appannati, tutto le ricordava Jon.
Due ancelle riempirono la vasca, lasciarono lì i teli bianchi e gli unguenti da massaggiare dopo il bagno sul suo corpo.
Immerse anche la testa, i suoi capelli lunghi e ramati divennero un po’ più scuri e le si incollarono al viso, li scostò con le mani e rimase nella vasca avvolta dal silenzio e dal caldo che proveniva dalla legna che bruciava nel grande camino, - illuminando le pallide cicatrici che Joffrey le aveva lasciato, le stesse cicatrici che l’uomo che amava tante volte aveva percorso con le sue dita, come lei faceva con lui - della stanza che era stata di Eddard e Catelyn Stark.
La sua pancia stava cambiando, ogni giorno Sansa notava qualcosa di diverso, minuscoli cambiamenti ma che la rendevano immensamente felice, le sembrò un pochino più grande, stava assumendo le rotondità proprie di una gravidanza e Arya aveva ragione non avrebbe potuto nasconderlo per sempre e non voleva.
Era certa che il bambino sarebbe assomigliato a Jon, avrebbe avuto i suoi capelli scuri e i suoi ricci e forse i suoi occhi blu, sarebbe stato perfetto, un misto di entrambi, aveva già scelto il nome e sapeva che Jon sarebbe stato d’accordo con lei.
Ma il suo ritorno la spaventava, sapeva già di averlo perso, ogni giorno che passava ne era certa.
In tutta la sua vita Sansa Stark non aveva mai davvero amato, nemmeno Joffrey; era stata una stupida ragazzina infatuata più del titolo di regina che del principe che avrebbe dovuto sposare.
Joffrey si era dimostrato un mostro crudele e Ramsay era stato anche peggio di Joffrey.
Sentiva ancora le sue mani percorrere il suo corpo, le sue unghie incidere la sua pelle, non avrebbe mai dimenticato quelle violenze.
E poi era arrivato Jon; Jon era stato la sua ancora di salvezza, la sua luce, Jon era la persona che amava davvero e ogni giorno ringraziava gli dei e il sacrificio che aveva fatto sua zia Lyanna, li ringraziava in silenzio per averlo al suo fianco.
Quando si alzò dalla vasca l’acqua cadde dal suo corpo come la rugiada dai fiori, acqua pura, non più calda, un po’ più scura forse, ma ancora acqua.
Si avvolse nel morbido telo bianco.
L’indomani si sarebbe occupata dei preparativi per ricevere al meglio Jon e i nuovi alleati del Nord tra cui Daenerys Targaryen e anche tre enormi draghi.
Fasciò i lunghi capelli ramati in un altro telo bianco, aprì la porta della camera e fece entrare Spettro che proprio come lei sentiva molto la mancanza del suo padrone.
«Tra qualche giorno sarà di nuovo a casa» disse accarezzando il suo pelo bianco, in Spettro spesso rivedeva Lady e Lady le era mancata davvero molto in quegli anni, poi si sdraiò nel grande letto che sembrava così vuoto senza Jon al suo fianco e Spettro saltò su e si mise accanto a lei.
La sua mano strinse la pelliccia del metalupo dagli occhi rossi come i rubini.
«Solo qualche altro giorno Spettro.»




Jon con Daenerys, il suo seguito e i tre draghi arrivarono a Grande Inverno una settimana più tardi, tutti erano fuori schierati, pronti a ricevere con tutti gli onori il re del Nord.
Sansa era in prima fila, i capelli acconciati in modo diverso dalla solita treccia austera, un vestito azzurro scuro con una manica decorata con delle rose, il suo cuore perse dei colpi quando finalmente la rivide, era ancora più bella di quando l’aveva lasciata, ricordava le loro mani unite che non volevano strecciarsi come un nodo impossibile da sciogliere.
I suoi occhi - i suoi grandi occhi - blu le erano mancati così tanto, lei le sorrise e Jon ricambiò anche se avrebbe voluto lasciare tutti indietro, correre da lei e baciarla; ma non lo fece, la guardò come se fosse la cosa più bella del mondo.
Sansa, non ho mai smesso di pensare a te.
Il sorriso di lei morì poco dopo quando Daenerys raggiunse il re, era davvero bella.
Capelli argentei, occhi viola, fisico perfetto.
Daenerys Targaryen sembrava nata per essere una regina, Sansa la invidiò, certo che Jon avrebbe preferito una donna perfetta come Daenerys a una donna usata come lei, nonostante tutto tentò di mantenere il sorriso e la compostezza propria di una lady, di una principessa, Sansa era questo ora, la principessa del Nord.
Daenerys si guardava intorno, non aveva mai visto la neve prima di allora, e mai tanta in quel modo, guardava tutto con meraviglia, come una bambina, era la prima volta che vedeva e metteva piede nel Nord.
I suoi occhi incrociarono subito quelli di Sansa Stark, era una ragazza molto bella proprio come l’aveva descritta Tyrion; alta, capelli ramati e profondi occhi blu, le sorrideva ma aveva capito che era solo un sorriso di circostanza ma lei ricambiò.
Jon si fermò d’avanti a lei.
«Maestà, ben tornato a casa» disse Sansa senza muoversi di un millimetro, senza fare nulla anche se avrebbe solo desiderato gettargli le braccia al collo, Arya la guardava scuotendo la testa mentre Gendry la fissava con i suoi grandi occhi scuri.
«Sansa» bastò il suo nome, il luccichio nei suoi occhi, Jon fece un passo e si avvicinò ancora di più a lei e finalmente lo abbracciò, non sopportava quella distanza era davvero troppo averla lì a due passi non poterla nemmeno abbracciare.
Si staccò da lei e abbracciò Arya scompigliandole i capelli, poi strinse la mano a Gendry, abbracciò Bran e Meera, ma i suoi occhi erano solo per la maggiore degli Stark.
Gli alfieri erano schierati ai lati di ciò che restava della sua famiglia, guardavano in modo torvo la giovane regina dei draghi, non si fidavano di lei ma di lui.
Baelish sorrideva tra se, era certo che quella sarebbe stata la fine per il re del Nord, che così si sarebbe sbarazzato di quei due, avrebbe preso Sansa e con lei avrebbe governato i Sette Regni, ma prima si sarebbe sbarazzato del futuro re del Nord.
«Lei è Daenerys Targaryen, la madre dei draghi e regina dei Sette Regni» disse Jon presentandola a tutti, Lyanna Mormont fece un passo in avanti, era una bambina ma l’ultima cosa che le mancava era il coraggio.
«Il Nord ti da il benvenuto, Daenerys Targaryen» disse lady Mormont senza smettere di osservarla.
«Grazie mia signora» rispose lei educatamente, aveva una voce cristallina come un ruscello di montagna - notò Sansa.
«Daenerys lei è lady Lyanna Mormont dell’Isola dell’Orso» disse Jon presentandogliela.
«Ho sentito parlare di te lady Mormont.»
«Anche io. Sappi che qui al Nord ci sono delle regole e sappi anche che il Nord non dimentica.»
«Lo ricorderò» le rispose prontamente Daenerys.
Jorah si avvicinò alla sua Khaleesi, non vedeva quella bambina da anni, l’ultima volta che l’aveva vista doveva avere all’incirca tre anni.
«Lady Lyanna, posso presentarti una persona?» chiese Daenerys voltandosi verso il suo cavaliere, il suo orso, «Probabilmente non lo ricorderai, ma lui è ser Jorah Mormont, mio cavaliere e consigliere. Gli devo molto» disse posando la mano sul suo braccio devastato dal Morbo Grigio.
«So chi è e so anche che non dovrebbe essere qui, lord Eddard Stark lo mandò in esilio.»
«E’ vero» rispose il cavaliere esiliato.
«Ser Jorah ha commesso degli errori, come tutti noi del resto ma io l’ho perdonato e ora il suo esilio è giunto al termine. E’ un mio consigliere e amico» ammise lei guardandolo.
«Khaleesi…»
«Voleva tornare a casa come me e ora finalmente entrambi stiamo per tornare a casa, vorrei che potesse avere anche il tuo perdono.»
«Io eseguo gli ordini del re del Nord» rispose la ragazzina fissando Jon intensamente, Daenerys alzò i suoi viola su i suoi scuri.
Lyanna Mormont era tosta, testarda e coraggiosa, non poteva avere un altro nome.
«Mia signora, ser Jorah è un nostro alleato ora, vorrei che potesse avere il tuo perdono» disse Jon.
«E sia, che il suo esilio si ritenga concluso ma non avrà altro da me. Sono io la lady dell’Isola dell’Orso» rispose con tono di sfida Lyanna.
«Puoi stare tranquilla, non desidero nulla solo servire la vera regina dei Sette Regni e poter rivedere la mia casa.»
Sansa si voltò verso su fratello, Bran aveva gli occhi fissi su una persona, avevano già parlato di ciò ma ritrovarsi Theon di fronte non era semplice.
«Non lo voglio a Grande Inverno» disse la voce di Bran, a Jon non servì altro, sapeva di chi stava parlando suo fratello.
Sansa guardò Jon, poi si spostò dal suo posto e lo raggiunse, posò la sua mano sopra alla spalla di lui.
«Bran, per favore…» provò lei.
«No, mi dispiace Sansa. Non posso» rispose lui quasi con le lacrime agli occhi.
«Bran, Theon è un nostro alleato ora» disse Jon raggiungendo i suoi fratelli.
«E’ un suo alleato, non nostro» obiettò lui.
«I miei alleati sono anche i vostri alleati, io e Jon abbiamo un accordo.»
«Non mi importa, non lo voglio a Grande Inverno. Ha ucciso ser Rodrik, Jon! Lo ricordi? Ricordi ser Rodrik?»
«Non potrei mai dimenticarlo, mi ha insegnato lui a combattere. Bran, Theon ha commesso molti sbagli e ti assicuro che anche io avrei voluto vendicarmi ma ha anche aiutato Sansa, è anche grazie a lui se lei è qui.»
«Mio fratello ha pagato un caro prezzo per i suoi errori» disse Yara Greyjoy.
«Non mi fido di lui.»
«Non hai molta scelta principe Brandon, i Greyjoy mi appoggiano e questo significa che appoggiano anche Jon e con Jon l’intero Nord. Non verrò meno al patto stretto con loro. Li aiuterò a riprendere le Isole di Ferro e loro aiuteranno me a riprendere i Sette Regni.»
«Mi dispiace Bran, per tutto.»
«Tu hai tradito Robb!» gli urlò furioso lui, «era tuo fratello Theon! Hai tradito mio padre e la sua fiducia prendendo Grande Inverno! Hai ucciso l’uomo che ti aveva insegnato a combattere e gli orfani che avevo mandato in quella fattoria!»
«Si! Si ho tradito Robb, e Eddard Stark, ho ucciso ser Rodrik e quei bambini. Ho fatto tutto questo Bran è vero. Spero solo che un giorno…»
«Scordatelo, non ti perdonerò mai Theon! Mai!»
Sansa tolse la mano dal braccio del fratello mentre un uomo lo sollevava per portarlo via dal cortile e Meera lo seguì subito, non conosceva Theon ma avrebbe sostenuto comunque Bran.
«Mi dispiace Jon, ero quasi riuscita a convincerlo.»
«Gli passerà, deve solo abituarsi all’idea.»
«Non gli passerà» disse Arya «e non puoi fidarti di lui. Bran ha ragione, ha tradito Robb cosa gli impedirà di fare lo stesso con te?» chiese indicando Theon.
«Ti vogliono bene qui, fratellino» rispose Yara.
«Non è stato l'unico a tradire Robb.»
«Si e chi lo ha tradito e ucciso ora è morto, me ne sono occupata personalmente» rispose Arya.
Gli alfieri rimasero in silenzio.
Sansa rimase in silenzio.
Come poteva giudicare Arya dopo ciò che aveva fatto a Ramsay?
Non ne aveva nessun diritto.
«Non vi tradirà, avete la mia parola» disse Daenerys cercando di dare sostegno a Jon, lui la ringraziò con lo sguardo e quel gesto non passò in osservato agli occhi di Sansa.
Un ringraziamento muto, un segno di complicità.
Jon, ti ho davvero perso, non è così?
Sansa chiuse gli occhi, si sentì mancare un'altra volta ma Gendry fu più veloce e la sostenne, Jon era preoccupato, cosa stava accadendo e cosa era accaduto durante la sua assenza?
«Non ti conosco, non mi fido ancora di te» rispose Arya.
«E di me?» chiese Jon.
«Sei mio fratello» rispose lei e il re del Nord le fece un debole sorriso.
«Sarà meglio rientrare ora» disse Jon, si avvicinò a Sansa e la aiutò a rientrare dentro il castello, la accompagnò nella stanza padronale e la fece sedere sul letto.
Si mise accanto a lei e le fece una carezza.
«Non sai quanto mi sei mancata Sansa» disse lui guardandola con i suoi occhi scuri.
«Anche tu, molto» rispose posando la testa sulla sua spalla, una lacrima cadde dai suoi occhi «so già tutto, so già di averti perso» disse stringendo la sua mano e con la voce che già sapeva di pianto, la saliva che le impastava la bocca.
«Non mi hai perso, non mi perderai mai.»
«Non mentirmi Jon, non ne sei capace» disse senza riuscire a guardare il suo volto, ancora con la testa poggiata sulla sua spalla.

  
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