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Autore: JeremyGender    19/04/2017    1 recensioni
Jeremiah Pule è un mago italiano che si divide tra il lavoro di custode in una riserva magica di ippocampi e quello di insegnante di Cura della Creature Magiche nella scuola di magia siciliana.
Ma i guai non finiscono mai e nuovi misteri riaffioreranno dalle segrete di Kairawan portando Jeremiah e i suoi amici a vivere un turbine di avventure!
Genere: Commedia, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure di Jeremiah'
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In fondo al secondo corridoio dei sotterranei, attorniato dal nulla, una grande stanza piena di teche e scheletri ospitava il museo della scuola.
Un tempo era la classe di Tassidermia ma alla morte del Professor Hancock (che aveva chiesto, fortunatamente senza essere ascoltato, di essere imbalsamato insieme alle sue creature), a causa delle poche richieste d’iscrizione era stata chiusa rimanendo museo.
Entrare in quella stanza mi aveva messo sempre una grande ansia anche adesso che ci andavo per accompagnare Ismaele Estravago.
Mi fermo davanti un grande esemplare di Caladrio, un nobile uccello dalle lunghe piume bianche con eccezionali poteri curativi, quando mi giro verso la testa rossa del ragazzo che mi ha seguito in silenzio fino al museo.
‘Benvenuto nel museo di Kairawan. Come ti ha detto l’Emiro ti occuperai di fare l’inventario delle bestie. Anche se può sembrarti una scocciatura per via della festa vedila come un’opportunità, puoi vedere, studiare ed analizzare da vicino animali molto rari, come il Catoblepa e il Leucrotta che altrimenti avrebbero provato a mangiarti e… Ismaele la smetti?’
Ismaele esce la sua testa dalla bocca spalancata di una Biddrina, un grosso rettile di colore verde-blu, incrocio tra un drago e un coccodrillo, e mi guarda sorridente. ‘Questo posto è bellissimo. Ho fatto bene a fare il patto con l’Emiro.’
Mi rincuoro del fatto che era sì svitato ma non così tanto da fare apprezzamenti sul sedere dell’Emiro davanti tutta la scuola.
‘In cosa consiste il patto?’ chiedo curioso.
‘Io me ne sto qui a giocare con gli animali e in cambio ho ricevuto questi.’.
Dal mantello Ismaele estrae una piramide di plastica trasparente con dentro quelli che sembravo boccini d’oro.
‘Ti sei appassionato al Quidditch?’
‘Oh no, sono praline alla nocciola. Sono un dolce babbano e io ne vado pazzo.’
‘Contento tu… Adesso torno alla festa. Torno dopo a vedere come te la cavi e mi raccomando: non fare danni!’
Abbandono il museo e attraverso i sotterranei. La festa stava per iniziare e dovevo essere presente al discorso iniziale dell’Emiro.
Arrivo nell’Aula Magna, che sembrava una succursale di Faunalia, giusto in tempo.
Tutti i professori, alle spalle dell’Emiro, che per l’occasione indossava uno sfarzoso abito nero con delle trasparenze lungo tutto il fianco, sono in attesa del discorso.
‘Hey ciao. Come sta andando?’ chiedo sottovoce a Parmelia.
‘I gemelli sono già arrivati, me li aspettavo più belli, ma tutte le mie attenzioni sono andate a quel Ippostrello. Cosa gli farei…’
‘No i ragazzi dico, notato qualcosa di sospetto?’
‘Ah bho.’ mi risponde lei facendo spallucce. ‘Chi li ha guardati i ragazzi!’
L’Emiro Von Grable fa un passo avanti e le voci eccitate degli studenti si zittiscono all’istante.
‘Miei cari ragazzi buonasera. Se vi state chiedendo del perché stiamo festeggiando la risposta arriva subito. Oggi sono arrivate a scuola due comunicazioni tanto importante quando gradite: la prima è che due dei nostri studenti, Malek Basla e Veronica Trellune, che qualche mese fa hanno partecipato alle Olimpiadi della Aritmanzia, sono arrivati primi a livello Europeo portando un grande lustro alla scuola. Un grande applauso per loro.’
Uno scroscio di applausi sono rivolti a Malek che sorride imbarazzato e a Veronica Trellune che diventa rossa in volto fino a raggiungere il colore dei suoi lunghi capelli raccolti in un'alta coda.
‘La seconda è che il capitano della squadra di Quidditch Le Manticore Ruggenti, Reshard Gibson è stato contattato dalla Nazionale Italiana di Quidditch, diventando lo studente più giovane di Kairawan a ricevere questa gratificazione.’
L’applauso a Reshard è ancora più forte.
L’Emiro si assicura di riavere l’attenzione su di lei prima di continuare.
‘A adesso penso che siete impazienti di vedere salire sul palco i Gemelli Circe. Vi lascio allora a Cornelio Ipostrello che si è offerto di animare la serata. Buona serata a tutti e divertitevi.’
Un altro applauso accompagna l’arrivo su palco di Cornelio (che è davvero molto molto bello) che fa un baciamano all’Emiro prima di prendere il dominio del microfono.
‘Siete pronti a divertirvi?’ urla accompagnato dalle grida dei ragazzi.
Mentre scendiamo dal palco l’Emiro si avvicina a me.
‘Sai cosa fare.’
 
Quando entro nuovamente nel Museo vengo accolto da un’inquietante silenzio.
‘Ismaele! Ismaele!’
Nessuna risposta.
Giro tra le teche preoccupato fino a quando non trovo Ismaele messo a carponi intento a fissare un Crisomallo negli occhi.
‘Ismaele!’ dico preoccupato? Perchè non mi hai risposto?’
‘Shhh!’ mi zittisce lui. ‘Ho sentito il Crisomallo parlare ma è molto timido.’
‘Estravago alzati subito! Avrai tutta la sera per parlare con gli animali imbalsamati. Ti ho portato una cosa da bere.’ dico spazientito.
‘Oh!’ dice lui sorpreso. ‘Che cos’è?’
‘Latte di ofiotauro. Serve a… ehm… sentire meglio i Crisomalli imbalsamati parlare.’
‘Grazie Professore!’
Nella foga di prendere la boccetta una parte del liquido si versa sulla mia camicia.
Rinuncio a strozzare Ismaele con le mie mani solo per amore di far procedere il piano.
Accertatomi che il latte di ofiotauro fosse ben miscelato con quello di asina e che quindi non facesse nessun danno al ragazzo mi allontano pronto alla seconda parte del piano.
Esco dal museo e, dopo essermi accertato che nessuno stesse per arrivare, materializzo delle scale che salgono fino a una nicchia nascosta, scavata verso il tetto. Raggiunta la nicchia faccio scomparire gli scalini e mi posiziono come un vero professionista: ginocchia piegate, bacchetta in mano e sguardo attento e minaccioso; così avrei accolto l’assalitore.
I buoni propositi svaniscono pochi minuti dopo quando il dolore alle articolazioni mi convince a sedermi alla base della nicchia lasciando le gambe penzoloni; anche l’attenzione mi abbandona presto e mi unisco, almeno mentalmente, alla ninna nanna che Ismaele canta all’interno del museo:
Ninna nanna, la Borda
lega i bei bambini con una corda.
Con una corda e con una cordicella,
lega i bei bambini e poi li stringe,
con una corda e con un legaccio,
lega i bei bambini e poi li ammazza.
 
Il freddo nei sotterranei mi fa rinunciare anche allo sguardo minaccioso. Frugo nella mia borsa fino a trovare il mantello rosso che Raj Sundaram aveva usato per trasportare la muta del serpente e ci avvolgo il mio corpo. Trovo subito piacevole quel torpore, così piacevole che poco dopo mi addormento.
 
E’ uno strano suono a svegliarmi; un sibilio delicato.
Quando apro gli occhi mi ritrovo davanti a un volto mostruoso e animalesco.
Su una pelle squamosa verde, gialla e bianca delle fessure nere su in bulbo giallo mi fissano minacciose.
Provo a urlare ma dalla bocca non esce nulla. Indietreggio spaventato liberando le mani dal mantello stringendo forte la mia bacchetta proprio nel momento in cui la bestia umanoide spalanca le fauci e si avventa sul mio collo.
E’ forse in quel momento che il veleno di ofiotauro fa effetto.
La bestia si ferma stordita, sopraffatta dall’odore proveniente dalla mia camicia.
In una frazione di secondo succede il resto.
Gli artigli che la tengono salda alla parete cedono facendola cadere rovinosamente a terra.
Solo allora mi accorgo a pieno della natura della creatura.
Il corpo è ricoperto di squame e termina con una lunga coda serpentina.
La coda che i gemelli Estravago avevano visto subito dopo gli attacchi!
‘E’ una Lamia!’ dice Ismaele uscendo dal museo e dando voce ai miei pensieri. ‘Si sarà svegliata sentendo i miei canti’ continua euforico.
‘Ismaele allontanati da li, anzi chiama l’Emiro e falla venire subito qui!’
Con un’agilità che sorprende anche me, faccio un balzo e atterro ai piedi della creatura.
‘E ora vediamo chi sei!’ dico puntandole la bacchetta contro.
 
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