Capitolo 13
L’improbabile convivenza che nacque sulla Waverider fu inevitabilmente dettata dalla missione che
accomunava i due schieramenti. Da una parte la Legione e il loro scopo di
trovare e fermare tre vigilanti senza tempo e senza passato che stavano
portando morte e distruzione ovunque andassero e dall’altra le Leggende che
dovevano fare i conti con le conseguenze di una tempesta temporale che non
sapevano nemmeno di aver causato.
Le menti di tutti erano state riscritte così come i tre mondi morti e poi
rinati in uno solo.
Ora tutto era nato di nuovo e da quell’imprevedibile team-up dipendevano le
sorti dell’universo intero.
«Novità sui nostri fuggitivi?» fu la frase con la quale Mia fece notare la
sua presenza entrando nella stanza nella quale Ray
stava facendo manutenzione alla propria suit. Era
passata una settimana da quella convivenza forzata nella quale erano saltati da
un’epoca all’altra quasi senza respiro per via dei continui balzi dei loro
nemici. Non avevano nemmeno ben capito il motivo per cui facessero salti così
corti. A che scopo?
«Nessuna purtroppo, seppur Stein e Rip si sono
messi a studiare i salti che hanno compiuto finora e la loro durata. Sperano
magari di trovare uno schema e anticipare le loro mosse…»
«Speriamo. Sta divenendo molto complicato stare dietro loro quanto più
comprendere la ragione delle loro azioni…»
Nel mentre Mia aveva preso posto su uno dei tavoli da lavoro spostando
alcuni attrezzi da lavoro. Prese a giocare con un cacciavite osservando Ray si sentì in poco tempo a disagio per le sue attenzioni.
«Cosa fa arrossisce Dottor Palmer?»
«E’ difficile non farlo se tu mi fissi…» osservò lui fermandosi dal fare
quello che stava facendo solo per voltarsi verso di lei e sorridere. Da che era
arrivata avevano subito sviluppato una strana empatia che li aveva fatti
entrare in sintonia. E pensare che tutto era nata da una tazza di cioccolata
che lei gli aveva preparato…
«Sai è strano ho come la sensazione di averti già incontrato…» Ray ci aveva provato a tornare al lavoro, ma poi era finito
per tamburellare un dito sul proprio mento pronunciato con fare pensieroso. Si
perse per un attimo nello sguardo di Mia osservandola, quando quella balzando
giù dal tavolo gli si avvicinò per osservare più da vicino il suo lavoro.
«Io potrei dire lo stesso, ma avrei una spiegazione per questo…» visto e
considerato che veniva dal futuro e lo conosceva.
Aveva sempre avuto un certo interesse per lui, insomma nella sua epoca era
un uomo di poco più di trent’anni più grande di lei e si era sempre tenuta per
sé le sue considerazioni e la sua attrazione, ma in quel contesto era più difficile.
Lì lui era sempre più grande, ma di molto poco, cosa che non aiutava Mia a
mantenere la giusta lucidità e distanze in merito.
«E se ti aiutassi con panello solare che stai costruendo? Da quanto ho
capito vorresti sfruttare l’energia solare o sbaglio?»
Ray
sgranò gli occhi dimenticandosi un attimo di stare lì a rimirarla e si
concentrò sulle sue conoscenze. Sorrise infatti mostrandole l’idea che aveva
avuto e come avrebbe voluto sfruttarla con lei che pendeva praticamente dalle
sue labbra.
Connor nel mentre, dietro la porta, aveva visto tutta la scena. Una pesante
espressione disappunto apparve sul suo volto, era chiaro che avrebbe dovuto
fare qualcosa quanto prima.
«Esiste un segreto nascosto nelle pieghe
del tempo… non capite che la vostra missione era rivelarlo?»
Sara aprì gli occhi di colpo con ancora quelle parole che le rimbombavano
nella testa, non le piaceva per niente continuare a fare quei sogni anche
perché con il passare del tempo ormai la stavano privando della forza
necessaria per affrontare la missione e il suo ruolo di Capitano senza contare
che ormai sapeva di aver Rip addosso e farlo
preoccupare era l’ultima cosa che voleva. Si massaggiò dunque la tempia e alzandosi
dal letto ove si era buttata per qualche ora di riposo raggiunse il ponte di
comando dove vi era solo Mick che l’aggiornò su dove erano tutti a differenza
di lui che con una birra in mano era in pieno relax ad osservare il flusso
temporale. Fu in quel momento che un grande scossone alla Waverider
fece presente a tutti che c’era qualcosa che non andava.
«Gideon cosa sta succedendo?» chiese il Capitano
Lance aggrappandosi a uno dei sedili per non cadere a terra e riuscire così ad
assorbire lo scossone, lo stesso che aveva attirato l’attenzione del resto
dell’equipaggio che raggiunse il ponte di comando.
«Un’anomalia temporale a Central City, anno 2017. L’epicentro viene dalla
casa di Lily Stein» a quella frase dell’intelligenza artificiale Martin drizzò le
orecchie andando in pieno panico, mentre prendendo posto sul sedile incitò
immediatamente tutti a partire.
La prima cosa che Lily aveva notato una volta arrivata a casa era stato che
il giorno della sua scomparsa e del suo ritorno combaciavano. Come se fosse
uscita solo poche ore prima, cosa alquanto strabiliante che mostrava quanto il
luogo ove fossero stati aveva una struttura temporale totalmente a sé. Altra
cosa interessante era stato usare quei giorni per fare delle ricerche
approfondite su quel mondo, ancor più considerando tutto quello che in un anno
aveva appreso e soprattutto per il fatto che Leonard le aveva raccontato di
essere morto. Lei era una scienziata, credere nell’aldilà o nell’inferno non
era per lei e dunque aveva studiato una soluzione alternativa. Quei giorni però
erano serviti anche a riprendersi oltre al fatto di dare un posto ove stare a Snart che sapeva benissimo di essere fuori contesto. Così
aveva quanto meno cercato di rendersi utile nelle ricerche di Lily sempre con
quella imperturbabilità e freddezza che per la donna erano sinonimi del suo
calore e trasporto.
Appena arrivati di fronte alla casa di Stein fu inevitabile per Martin
scattare in avanti, deciso ad entrare, ma Jax lo
prese per un braccio. Non sapevano cosa avrebbero potuto trovare dentro e se i
vigilanti da loro ricercati erano lì? Agendo d’impulso avrebbero solo rischiato
di mettere Lily in pericolo.
Oltre alle due metà di Firestorm erano presenti
anche Laurel, Sara, Dawn e Connor. Fu proprio quest’ultimo a suggerire di agire d’astuzia.
Lui e la sua ragazza sarebbero entrati dal retro, Jax
e Laurel avrebbero coperto i lati e Sara e Martin
sarebbero entrati. E fu esattamente così che andarono le cose.
Lily e Leonard in quel momento erano in camera da letto a cui muri avevano
attaccato fogli e fili per ricostruire ciò che era successo loro e dare un
senso al tutto, quando i loro sensi iper sviluppati
percepirono immediatamente il movimento di qualcuno. Snart
fece dunque segno a Lily di far silenzio e con uno sguardo d’intesa entrambi
recuperarono la propria pistola dai cassetti dei comodini. Lui sarebbe sceso al
pian terreno e lei avrebbe controllato il primo piano. Si muovevano silenziosi
come predatori, ormai temprati dagli eventi, ma fu quando giunto in salotto che
l’uomo abbassò l’arma quasi divertito a chi si trovò davanti.
Lo stesso divertimento però non c’era sul viso di Martin e Sara che
saltarono sull’attenti. L’avevano appena incontrato un Leonard con la League of
Doom e non era per nulla amichevole e considerando
che lui doveva essere morto, non potevano fare l’errore due volte.
«Devono essere stati i vigilanti… ultimamente hanno continuato a saltare da
un tempo all’altro e se hanno fatto come la League of Doom?»
«Peccato che già una volta abbiamo sconfitto lo Snart
del passato…»
Disse una Sara divertita. Forse era meglio che facessero i compiti a casa i
loro nemici perché quello stratagemma con loro l’avevano già usato. In quel
momento un onda d’urto sbatté al muro Snart senza che
poté rendersi conto in tempo per evitarla, si trattava dell’urlo di Laurel che con Jax avevano appena
fatto irruzione nella casa.
Nello stesso momento però anche Dawn e Connor giunsero nella stanza, quest’ultimo tenendo bloccata
Lily che avevano trovato gironzolare con la cucina e aveva puntato l’arma conto
di loro. L’avevano disarmata, ma questa si liberò facilmente dalla loro presa,
stupendo Martin per le sue abilità, e corse da Leonard aiutandolo a rimettersi
in piedi.
«Ma cosa diavolo vi è saltato in mente? E chi si-» ma le parole le morirono
in gola quando vedendo Sara e il padre corse incontro a quest’ultimo
abbracciandolo. Per lei era passata una vita intera dall’ultima volta che
l’aveva visto e il terrore che non avrebbe più potuto rivederlo l’aveva
straziata.
Ciò che successe successivamente fu un dejà vù
per Martin e Jax che guardandosi l’un l’altro per un
attimo rimasero storditi.
C’erano loro seduti sul divano, c’era Lily e perfino il vassoio con una
tazza di caffè per tutti i presenti.
Il professore sbatté le palpebre più e più volte come per svegliarsi da un
sogno.
«Ti prego non mi dire adesso che sei sposata con lui e avete dei figli!»
sbottò dal nulla facendo calare il silenzio nella stanza e gli occhi di tutti
addosso. Nemmeno lui sapeva perché lo aveva detto ad essere sincero. Snart fu l’unico a ridacchiare divertito, mentre Lily
sembrava preoccupata per la salute mentale del padre.
«Tutto bene grey?» gli chiese dunque Jax, prima che la figlia scuotendo il capo cercò di riprendere
il discorso che aveva iniziato.
«Come vi stavo dicendo… io e Leonard ci siamo incontrati in un’altra
realtà…»
Per quanto Sara aveva accordato di non prendere provvedimenti contro di
lui, perché Lily insisteva che potevano fidarsi, ciò non toglieva che i suoi
occhi erano sempre ben fissi sulla sua figura che con le braccia incrociate se
ne stava appoggiato alla colonna del salotto osservando tutti i presenti.
Incuriosito soprattutto dalle mini-Leggende.
«Quindi tu non sei il nostro Snart?»
«Oh no, sono proprio io ad essere sincero. L’idiota che si è immolato per
distruggere l’Oculus… peccato che Hunter si è
dimenticato di dirci che quell’aggeggio non controllava solo il libero arbitrio
del tempo…»
«Ehm… cosa?» chiese Jackson che ormai si era totalmente perso.
«Quello che Leonard vuole dire…» cercò di metterci una pezza Lily «… è che
l’Oculus è un micro cosmo a sé. Un mondo a sé. Lo
stesso in cui lui ci è finito quando lo ha distrutto e nel quale io sono stata
prigioniera per un anno… in definitiva l’Oculus è…»
«Un segreto nascosto nelle pieghe nel tempo…» concluse infine Sara che si
era estraniata da tutti e a cui era tornata in mente una delle frasi che
ultimamente la tormentava nei suoi incubi e di cui adesso era certa: erano molto
più di semplici sogni.
Incredibilmente direi che la storia sta
prendendo forma nella mia mente e credo lo si noti da come contro ogni
previsione stia postando anche relativamente in fretta. Questo vuol dire che la
storia c’è anche se nemmeno io so che sviluppi avrà xD
Diciamo che questa è una mia terza stagione che come sempre prevede, in un modo
o nell’altro, il ritorno di Snart. E pensare che ero
convintissima che in questa seconda parte lui e Lily non ci sarebbero stati, ma…
a quanto pare non so stare senza di loro!