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Autore: ineedofthem    19/04/2017    5 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 26
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Capitolo 26




Sabato arriva prima che me ne renda conto. Mi è difficile incontrare Luca e nascondere che ricordi il suo compleanno. L'avrei saputo indipendentemente dalla sorpresa svelatami, l'ho contato per tanti anni.
Lo trovo in stanza di Lucia e lui oggi è più felice che mai, sarà l'entusiasmo del compleanno?.
"Sai che giorno è oggi?" domanda alla piccola.
Lei lo osserva divertita e arricciando le labbra in una smorfia decisamente tenera. Cerca di capire cosa lo renda così ma non ci riesce e Luca si appresta a renderle le cose più facili.
"Anche se questo vuol dire spegnere una candelina in più, sono felice perchè oggi è il mio compleanno"le sorride dolcemente.
Lucia strabuzza gli occhi, portandosi una manina alle labbra."Che belli i compleanni, tanti auguri!".
Luca l'osserva con amore. "Grazie Luci".
Lei a quel punto si porta una mano al mento pensierosa. "Cosa fai per il tuo compleanno?" domanda curiosa.
Mi appoggio allo stipite della porta in modo tale che possa godermi meglio la scena.
Luca rimane un pò impacciato al suo posto, porta le mani nelle tasche e sposta il peso del corpo da un piede all'altro.
"Non so, penso di festeggiarlo con la mia famiglia. Magari prenderò una torta per spegnere le candeline" ammette divertito.
Oh Franzese, non hai idea di cosa la tua famiglia stia preparando per te e non vedo l'ora di godermi la faccia che farai, penso in un sorriso.
Lucia annuisce sorridendo a labbra chiuse. "A me sono sempre piaciuti i compleanni.
"Anche se l'ultimo l'ho festeggiato con la mia mamma e il mio papà, tre anni fa" aggiunge rattristandosi.
"Hei piccolina" Luca richiama la sua attenzione tendendo l'indice sotto il suo mento ma lei continua a raccontare giocando con le dita delle mani in grembo.
"I compleanni alla casa famiglia non erano mai felici, io speravo sempre che la mamma e il papà tornassero e mi portassero via da lì"proferisce tristemente.
Povera piccola...
Luca le sorride per incoraggiarla tenendole il viso tra le mani e le accarezza le guance con premura.
"Sai cosa faremo per il tuo compleanno? Organizzeremmo una festa tutta per te!" le promette.
Sorrido anche io; lui è così dolce e premuroso che se fosse possibile potrei innamorarmi ancora di più di lui.
Lo sguardo di Lucia si  illumina alle sue parole. "Lo faresti davvero?" domanda con le lacrime agli occhi.
"Certo che lo faremmo Luci. Per te, noi faremmo qualsiasi cosa" rispondo io al posto di Luca, entrando nella stanza.
Lucia incrocia il mio sguardo gioiosa. Luca sorride compiaciuto mentre io prendo ad accarezzarle i capelli.
La piccola si stringe a me, sfregando il nasino contro la mia maglia e io penso che potrei passarci la vita così, cullandola tra le mie braccia.
"Auguri"mimo con le labbra al ragazzo di fronte a me. Lui non dice niente, ma il suo sguardo si incatena al mio e sorride.
Il mio cuore prende a scalpitare forte nel petto.
Lucia a quel punto, ci stringe entrambi in un abbraccio. Il suo gesto è veloce e spontaneo che per poco io e Luca rischiamo di far scontrare le nostre fronti.
"Io vi voglio così bene!" sussurra mentre una sua lacrima va a bagnarmi la maglia. Ma le sue, sono lacrime di gioia.

In un modo altrettanto veloce arriva il momento di prepararmi per la festa. E' più che altro una preparazione pscicologica a quello che mi aspetta. Le ragazze si sono radunate a casa mia per aiutarmi.
Osservo il vestito blu appeso all'armadio e tiro un sospiro. "Ripetetemi perchè io stia facendo questa cosa"
Cristina soffoca una risata mentre mi acconcia i capelli. "Perchè hai fatto una promessa e sei tenuta a mantenerla. In ogni caso sai già come la penso a riguardo"ammette divertita.
"Oh certo, io non mi perderei mai l'espressione di Franzese quando ti vedrà"la scimmiotto.
"Anita!"mi richiama Giulia. "Una volta a scuola ho seguito un corso sulle tecniche di rilassamento. Beh, penso che l'unica cosa che io abbia imparato siano state il chiudere gli occhi, espirare e inspirare profondamente" si interrompe per ridere brevemente e io mi volto interessata.
"Ti dirò ai tempi ci guadagnai pure una bella dormita ma boh è probabile che possa aiutarti a mantenere la calma"aggiunge pensierosa.
"Oh grazie per l'arguta raccomandazione!" le faccio una smorfia con le labbra, senza nascondere quanto le sue parole mi abbiano dilettata, e Cristina mi segue a ruota.
"Ahi!" si lamenta però subito dopo, portandosi un dito alle labbra. "Mi sono scottata!". 
Io e Giulia sogghignamo divertite e lei non si risparmia dal lanciarci occhiate fulminee.
"Le avevo detto di lasciar fare a me" borbotta Giulia, ma la nostra amica non sta a sentirla.
Lottie sopraggiunge in quel momento con un vassoio di biscotti tra le mani. Silenziosamente la ringrazio, ho bisogno di mettere qualcosa nello stomaco. Forse questo calmerà il mio subbuglio.
"Wow, ragazza!" si ferma sulla soglia sbarrando gli occhi dalla sorpresa "stai proprio bene!".
"Oh e non hai ancora visto nulla!" si pavoneggia Cris.
Questo non fa altro che aumentare a dismisura la mia curiosità, ma non mi è permesso assolutamente specchiarmi, almeno non fino a quando la mia amica avrà finito.

Quando mi guardo finalmente allo specchio riconosco che abbia fatto proprio un bel lavoro. Insomma Cristina è la regina del make-up, ne ha fatto il suo lavoro, e il risultato allo specchio lo dimostra. Mi sembra quasi di non riconoscermi.
Ha reso il mio viso luminoso con la cipria e di quelle piccole imperfezioni non c'è traccia. Il mio trucco è naturale e sobrio ma valorizza i tratti del mio volto. I miei occhi a mandorla, soprattutto, assumono una forma più allungata del solito.
Passo ad ispezionare i miei capelli, lasciando giocare le mie dita tra di essi. Mi ricadono in morbidi boccoli sulle spalle e li adoro.
Non sono abituata a questa immagine di me stessa, ma mi piace.
Faccio una giravolta su me stessa, soddisfatta.
Giulia punta un dito nella mia direzione, divertita. "Ma ciao bella! Possiamo conoscerci?".
Mi porto una mano alle labbra, stando attenta a non far sbavare il rossetto rosato e nascondo un sorriso.
"Hei! Indossa queste scarpe!" Lottie mi passa un paio di tacchi color argento.
La osservo sorpresa mentre mi chiedo come abbia fatto a trovarli, penso siano lì dal mio diciottesimo compleanno e sono passati quasi 10 anni da allora. Menomale che mi vadano ancora!
Ringrazio il plateau per renderle estremamente comode e il tacco per regalarmi centimetri di altezza.
Scruto i visi delle mie amiche attraverso lo specchio e lascio che mi cingano le spalle. 
"Non so come farei senza voi" sorrido riconoscente.
"In bocca al lupo!" mi sussurrano.
Com'è che diceva Giulia? Chiudi gli occhi, espira e inspira.

Prima di andare via di casa mi ricordo del regalo di Luca adagiato sul divano del salotto.
Ho pensato fino all'ultimo a cosa potessi prendergli, insomma non abbiamo tutta questa confidenza, almeno sotto un punto di vista, ma non potevo nemmeno permettermi di fargli un regalo importante.
Poi mi era venuta in mente un'idea alquanto stupida e avevo optato per un berretto di lana. Blu, come alcune pagliuzze dei suoi occhi.
Non gliene avevo mai visto indossare uno ed era arrivato il momento che qualcuno glielo regalasse. Forse era stato il troppo freddo ad avergli congelato il cervello, non permettendogli di ragionare a dovere.
Avevo riso da sola nel pensarlo. Ma ero fiduciosa a riguardo, sarebbe stato proprio un bel gesto per Luca Franzese. Mi ero premurata anche di farglielo notare nel bigliettino di auguri.
Dopo quello avevo creduto di essere diventata matta.
Il mio sguardo era ritornato a quella nostra foto, che continuavo a custodire gelosamente e mi ero accorta ci fosse un periodo in cui lui indossasse il berretto.
Lui quel giorno ne indossava uno, esattamente blu come quello che gli avrei regalato.
E beh, il mio cuore aveva iniziato a battere furente e io avevo sorriso portandomi la cornice al petto.

Trovarmi nell'androne del palazzo dove Luca abita mi rende inquieta. Ricordo esattamente la sera in cui ci sono stata per la prima volta.
Mi sembra quasi di sentire ancora le sue mani sulla mia pelle. Una sensazione che ahimè mi sono imposta di tenere sotto controllo e di tener fede alla mia parte più razionale. Non posso permettermi di sospirare alla sua vista e ai suoi baci, non quando lui ha una fidanzata. 
Busso al campanello tenendo stretto tra le mani il pacchetto regalo.
Ad accogliermi è la stessa Eleonora. Impeccabile e bellissima come sempre. Mi sorride allegra, sfoggiando una fila di denti bianchi e dritti. Parliamone, non so se ci sia qualcosa che in lei non sia al posto giusto!.
"Ciao Anita, come sono contenta che tu sia venuta!.
Prima che me ne renda conto mi abbraccia. La sua presa è salda ed affettuosa. Mi ritrovo con le mani sospese prima di ricambiare, ma lo faccio volentieri.
"Vieni, entriamo. Gli altri sono ansiosi di conoscerti!" ingiunge appoggiando una mano alle altezze delle mie spalle e mi accompagna in casa.
Entrare in casa di Luca, mi fa uno strano effetto. Questa casa sa di lui, c'è il suo profumo. Mi sembra che ci sia anche quando è assente.
Qui ci siamo scambiati il nostro primo bacio e il mio sguardo corre a quel divano, lì dove adesso siedono degli invitati e sono costretta a distogliere gli occhi.
Mi accorgo che tutta l'attenzione sia posata su di me. Qualcuno si domanda io chi sia, qualcun'altro mi scruta con curiosità.
La mano di Eleonora rimane lì, tra le mie scapole, e sorride gentile.
Vorrei sapere anche io perchè mi trovi qui e perchè qualcuno sorride conoscendomi come da sempre.
E poi vedo sua madre. La madre di Luca cammina verso di me e sento di essere terribilmente in imbarazzo.
La signora Franzese è una donna dalla media stasura e corporamente robusta. La riconduco ad Eleonora perchè di viso si assomigliano tantissimo.
Sono bionde e chiare ma quegli occhi verdi lucenti e il suo sguardo mi fanno pensare a Luca. Mi chiedo se li abbiano ereditati tutti da lei.
Dicono che gli occhi siano lo specchio dell'anima e così è. Ha uno sguardo amorevole e sereno e io penso che sia davvero una bella persona.
Si mostra sorpresa di vedermi e io credo che possa abbracciarmi anche lei, però non lo fa. Ma i suoi occhi non smettono un attimo di scrutarmi.
"Anita, che piacere!" esclama allargando le braccia. "Sei anche più bella di come ti immaginavamo!".
Arrossisco fino alla punta dei piede mentre le sorrido cortese. Queste persone sanno troppe cose di me.
"Ho sentito parlare così tante volte di te, che non vedevo l'ora di conoscerti!"aggiunge poggiando una mano sul mio braccio.
Il suo sguardo si posa su sua figlia ancora al mio fianco.
"Eleonora!" le si rivolge con la voce velata di rimprovero. "Aiuta Anita a togliere il suo soprabito e portale qualcosa da bere!".
La ragazza annuisce senza scomporsi e mi aiuta nel togliere il cappotto e mi chiede di consegnarle il regalo per suo fratello, poi si allontana in corridoio.
La osserviamo allontanarsi e io penso che vorrei avere la sua stessa grazia nei movimenti. Quando distolgo lo sguardo, mi rendo conto che la madre di Luca mi stesse osservando già da tempo.
Si avvicina quanto basti per sussurrare al mio orecchio. "Non devi sentirti in imbarazzo, cara. Fai come se fossi a casa tua!" mi sorride cordiale.
Non sa che il solo stare in questa casa mi renda agitata. A quel punto ricambio il sorriso divertita e mi passo una mano sulla fronte, mortificata.
"E' un piacere conoscerla, anche per me".
Lei annuisce serena lasciando una carezza sul mio braccio. "Oh cara!"esclama."Sono Luisa e voglio espressamente che mi dia del tu".
Annuisco impacciata. "Certo, come vuole...come vuoi, Luisa!".
Dalle sue labbra scappa una risata breve e leggera e io la osservo portarsi una mano al petto, pensierosa. I suoi occhi mi scrutano bonari e con un velo di affetto.
"Sai Anita?"domanda assicurandosi che io la stia ascoltando. "Più ti guardo e più capisco che le parole di Luca non ti rendano giustizia. Tu sei sicuramente molto meglio di come ti immaginavo".
Le sue confidenze fanno sussultare il mio cuore, esso scalpita nel mio petto con vemenza. Luca ha parlato a lei di me!.
Eleonora sopraggiunge alle spalle di sua madre e io penso sia un sollievo, non perchè mi abbia salvato da sua madre ma più che altro dall'imbarazzo che le sue parole hanno provocato in me.
Mi porge un bicchiere di prosecco e mi sorride rassicurante.
"Mamma non dirmi che hai messo in imbarazzo Anita!" si rivolge a sua madre, rimprendendola divertita.
Luisa scuote il capo sorpresa. "Certo che no, tesoro!" si giustifica.
A quel punto nascondo una risata dietro il mio bicchiere, mentre ne bevo un sorso.
Conosco anche il padre di Luca, un uomo silenzioso, non fa molte domande,  ma allo stesso modo si mostra cortese.
Li guardo e penso siano una bella famiglia. C'è tanta complicità tra di loro e io ho bisogno di prendermi del tempo, da sola. Per assimilare tutte le informazioni ricevute e per prepararmi al suo arrivo.
"Avrei bisogno di andare al bagno. Dov'è?"chiedo ingenuamente.
Entrambe le donne di casa mi indicano la porta a destra infondo al corridoio e io mi allontano ringraziandole con lo sguardo.
Mi muovo come se questa casa la conoscessi già, il che sotto un piccolo aspetto è vero.
Mi chiudo la porta alle spalle e tiro un sospiro. Il mio viso appare stravolto nel riflesso dello specchio. Non ho nemmeno ancora visto Luca.
Mi bagno i polsi per rendere le mie pulsazioni più regolari e nel silenzio della stanza mi sembra che i miei battiti rimbombano.
Aspetto che riprendano ad essere più lenti e costanti e ritorno in salotto.
Il festeggiato è già arrivato e mentalmente ringrazio il mio tempismo per avermi permesso di essere assente al suo arrivo.
Qualcuno lo stringe ancora in un abbraccio divertito, facendogli gli auguri.
Tra tutti il suo sguardo incrocia il mio facendomi bloccare sul posto. A niente serve che io espiri e inspiri.
Leggo sgomento e sorpresa nei suoi occhi e per un piccolo istante mi sembra che tutto scomparga. Non esiste nessun'altro al di fuori di noi in questa stanza.
I suoi occhi che si incatenano ai miei e viceversa. Le voci si attudiscono, aleggia un silenzio quasi assordante intervellato dai battiti incessanti del mio cuore.

I miei tacchi ticchettano sul parquet mentre mi appresto ad unirmi agli altri. Lui non mi perde di vista nemmeno un attimo e dal modo in cui mi guarda capisco che voglia delle spiegazioni. Ma siamo in due, perchè anche io ne vorrei da lui.
Non faccio in tempo a pensare o a fare altro che una piccola riccioli d'oro saltella nella mia direzione.
"Anita" esclama stringendo le sue braccia attorno alle mie gambe.
Mi abbasso alla sua altezza lasciandole una carezza sulle guance.
"Ciao principessa".
E poi la guardo, stretta nel suo vestitino a balze e di tulle rosa e penso che Sofia una principessa lo sia, per davvero.
Lei sorride dondolando sul posto, lusingata dal mio complimento e mi poi mi abbraccia. Le sue manine si stringono attorno al mio collo con slancio e io premuro di fare lo stesso. Il mio abbraccio la ingloba, facendola scomparire nelle mie braccia. Le accarezzo la schiena.
"Sapevo saresti venuta"sussurra sulla mia spalla e lei non lo sa, ma io sorrido per la sua dolcezza.
Penso a Lucia e Sofia, alle compagne di giochi che potrebbero essere. Condividono questa spontaneità, la dolcezza e quando penso a loro non posso che paragonarle ai marshmallow e allo zucchero filato.
Il sorriso però svanisce dalle mie labbra nel momento esatto in cui mi accorgo di Vanessa. Abbraccia Luca tempestendalo di baci sulle guance.
Il braccio di lui le circonda la vita con premura, ma non si spinge più in oltre. La tiene a stretta a sè mentre sorride lusingato e la ringrazia.
Li guardo e spero che da un momento all'altro mi venga svelato che sia tutta una bugia, tutta una messinscena.
Vanessa oggi a differenza di quei vestiti grandi e sgualciti che indossava la prima volta che la vidi, è molto femminile. Indossa un vestitino di lana blu, blu come il berretto che io ho regalato a Luca, ed esso le pronuncia l'addome arrotondato. I suoi capelli lunghissimi e biondi, le ricadono in morbide onde sulla schiena.
Mi rendo conto di essere gelosa di lei, delle attenzioni che Luca le riserva.
Sofia prende una mia mano tra le sue e io riporto il mio sguardo su di lei. La piccola mi sorride a labbra chiuse, pronunciando le guancotte.
"Andiamo dallo zio Luchi. Sarà felice di vederti".

Luca non si mostra così felice di vedermi, in realtà. Mi rivolge uno sguardo fulmineo mentre tiene stretta ancora a sè Vanessa. Lei ci dà le spalle e sembra così agio tra le sue braccia.
Sofia sembra l'unica così entusiasta e smaniosa di ricevere le attenzioni di suo zio."Guarda zio, c'è anche Anita!" esclama.
Vanessa alza lo sguardo rimanendo però così vicina a lui, un suo braccio che ancora gli stringe il busto.
Non appena si accorge di me, mi rivolge un gran sorriso. Perchè sembrano tutti così contenti di avermi qui?.
Io la guardo di rimando, e penso che il suo viso mi sembri ancora una volta troppo familiare.
"Anita, che piacere rivederti!" esclama gentile.
Mi accorgo che mi sarebbe più facile non sopportarla se lei fosse antipatica, ma non lo è. E' sempre così carina e gentile.
La mia gelosia nei suoi confronti passa in secondo piano e ricambio il suo sorriso.
Luca saetta i suoi occhi da me e lei, come se volesse prevedere le mie azioni. Si aspetta che io faccia una scenata di gelosia?.
"Anche per me".
Accetto che mi dia due baci sulle guance. Poi il suo sguardo ritorna a posarsi su Luca, di nuovo. Di nuovo un  bacio sulla guancia e non sulle labbra.
"Vado ad aiutare tua madre, ci vediamo dopo" lo saluta sorridendogli.
Sorride anche a me e lascia una carezza a Sofia, congedandosi.
Gli occhi di Luca tornano su di me e prendono ad accarezzare il mio corpo con interesse e bramosia. Il suo sguardo è capace di farmi sentire nuda. Nuda in un senso più profondo, ovvio. Vulnerabile ed esposta.
Sofia fa dondolare la mia mano che tiene stretta ancora tra le sue e io mi accorgo che sia qui.
Ancora una volta mi è sembrato che ci fossimo solo io e lui.
Luca sfodera un sorriso impertinente."Ciao Anita".
Sì, ciao!
"Ciao Luca" replico atona.
Eleonora ci raggiunge sorridendo forzatamente e sembra che sia proprio lei quella a sentirsi di troppo, qui. Arriva con quella che sembra senza dubbio una scusa e cerca di portare via Sofia. La piccola fa storie, puntando i piedi a terra ma alla fine sua madre la prende tra le braccia e comincia a raccontarle una storia per distrarla. Il suo intento è quello di lasciarmi sola con Luca, lo capisco e me ne rendo conto ancor di più quando lei allontanandosi mi fa un occhiolino.
Le seguo con lo sguardo, vedendole andare via e mi rendo conto che sono davvero sola con Luca. Mi assale l'ansia.
Una sua mano si stringe attorno al mio polso attirandomi a sè, ma quanto basti a mantenere una certa distanza tra me e lui. Si guarda attorno quasi avesse paura che qualcuno ci osservi, ma sarebbe impossibile non attirare l'attenzione.
I suoi occhi saettano su di me.
"Perchè sei qui?"domanda con voce sommessa.
Abbasso lo sguardo al mio polso cercando di divincolarlo dalla sua stretta ma lui non me lo permette. Sbuffo infastidita e lui allenta di poco la presa.
"Per lo stesso motivo per il quale la maggior parte della gente si trova qui"gli rispondo tagliente.
Lui soffoca una risata nervosa e ripete la sua domanda con più decisione.
"Sono stata invitata, Luca" replico in difesa.
Ma lui non è affatto d'accordo e il suo viso si accosta al mio, in un affronto.
"Non hai pensato di non venire?" chiede provocatorio.
Ci ho pensato, ma questo non te lo dirò mai.
"No!" ribatto offesa. "Tua sorella e tua nipote mi hanno invitata e io non potevo venire meno alla promessa che avevo fatto".
Lui sorride indispettito e so che continuerebbe a replicare se non fosse distratto dall'arrivo di un ragazzo alle spalle. Lui lo circonda divertito.
"Auguri vecchio!" esclama prendendolo in giro. Sono quasi sicura che sia suo fratello minore.
Lo sguardo di Luca si imbroncia, ma so in realtà che sia dilettato dalle sue parole. Glielo si legge negli occhi.
"Riccà, smettila!" lo rimprovera pronto a sferrargli un buffetto sulla spalla, ma suo fratello è più veloce e lo schiva.
"Lo dico io che l'età incalza"sogghigna divertito.
Luca sbuffa risentito.
Gli occhi di Riccardo a quel punto si posano sorpresi su di me e mi rendo conto non ci sia niente di innocente nel suo sguardo.
Si morde un labbro avvicinandosi per stringermi una mano.
"Sono Riccardo, indubbiamente il fratello bello di Luca" si presenta con un sorriso malizioso e avvicinando le sue labbra alla mia mano.
Mi bacia le nocche e io sbarro gli occhi sussultando a quel contatto.
"Anita"replico sorridendo timidamente.
Luca al suo fianco lo fulmina con lo sguardo e lui sembra farsi forza della sua espressione.
Non riesco ancora a credere che Riccardo sia lo stesso bambino di cui Luca mi parlava. Non è possibile che sia lui lo stesso bambino ingenuo e timido, colui che si rifugiava nelle braccia di suo fratello durante un temporale.
I dieci anni di differenza si notano eccome, Luca ha lo sguardo vissuto e maturo ma Riccardo sembra solo la sua fotocopia più giovane.
La barba ispida gli conferisce qualche anno in più ma non fa comunque la differenza.
Hanno gli stessi capelli castani e mossi, acconciati in tagli diversi, certo. Ma credo che più di tutto siano quegli occhi verdi e biricchini, che adesso ne sono sicura abbiano ereditato tutti e tre, ad accomunarli inconfondibilmente.
Riccardo però porta gli occhiali, un paio tartarugato, dalla montatura rotonda e sottile e non so se la sua sia miopia o solo moda.
"Luca, ma perchè non mi hai presentato prima la tua amica?" domanda impertinente lasciando vagare il suo sguardo lungo il mio corpo.
Il fratello maggiore è infastidito, serra la mascella. Con la mano che prima stringeva il mio polso, mi attira a sè e prima che me ne renda conto finisco così vicina al suo corpo, le mie mani che si ancorano al suo petto in imbarazzo.
Una delle mie mani è così vicina al suo cuore, da sentirlo battere furente sotto le mie dita.
Il suo braccio passa attorno al mio fianco, la sua stretta è possessiva e protettiva.
Ma come fai a stringermi e a comportarti così, quando la tua fidanzata è a pochi passi da noi?!
Cerco di divincolarmi infastidita dalla sua presa ma lui non me lo permette, sono così vicina a lui.
"Smettila di flirtare con lei, Riccardo. E' troppo grande per te!" digrigna  tra i denti.
Riccardo ride divertito gongolando per quel suo accenno di gelosia.
Sei davvero geloso di me, Luca?.
"Avresti dovuto dirmi fin da subito che in ospedale ci fossero ragazze così carine. Non ci avrei pensato nemmeno un attimo ad iscrivermi a medicina"lo provoca, allora.
Leggo nei suoi occhi un divertimento tale da farmi capire che lo stia facendo apposta per scaturire una reazione da parte di suo fratello.
"Ah-ah"lo schernisce Luca. "Davvero divertente!".
Riccardo si apre in una risata lunga e fragorosa tenendosi la pancia con le mani. E' solo un ragazzino, infondo.
"Vorrei che tu potessi vedere la tua faccia. Sei rosso dalla rabbia e terribilmente geloso" ammette tra le risate.
Luca è davvero livido di rabbia e stringe un pugno lungo il  fianco.
Sofia arriva a salvare la situazione, perchè non sono sicura sarebbe finita tranquillamente e i fratelli si zittiscono ritrovando la calma. Avverto i muscoli di Luca stendersi.
Mi divincolo fugace dalla presa di Luca e torno a prestare attenzione alla piccola. La trovo che mi sta già guardando con un'espressione buffa e dolce.
"Anita, voglio farti vedere una cosa" ammette con un sorriso.
Ricccardo si unisce alla conversazione sorridendo e allargando le braccia.
"Principessina non saluti lo zio?".
Sofia fa finta di pensarci su, portandosi una mano alle labbra. "No!"replica con una linguaccia. "Ci vediamo dopo!".
Riccardo perde il suo entusiasmo ma senza nascondere che sia divertito dalla sua risposta.
Sofia mi prende con sè cominciando a saltellare per la casa e io la seguo a fatica con i tacchi.

La stanza dove arriviamo io e Sofia è rosa e piena di giochi ed io mi ritrovo ad ammirarla incantata. Il muro è tappezzato da una carta da parati tenue e delicata, e sulla parete centrale è rappresentato un unicorno rosa alato. Da ogni angolo di questa stanza traspare dolcezza.
"E' bellissima, Sofia" le sorrido. "Lo zio Luca ha fatto tutto questo per te?".
Lei annuisce entusiasta, le brillano gli occhi. "Oh sì. Quando sono dallo zio, passo tutto il tempo qui"racconta.
Mi fa cenno di seguirla e io lascio vagare ancora il mio sguardo tutt'intorno. Ci sediamo ad un piccolo e rotondo tavolino di plastica e io mi sento così bassa.
"Giochiamo a fare le principesse?" trilla elettrizata.
Mi passo le mani sulle ginocchia. "E princepesse, sia!" rido.
Assecondo ogni iniziativa, lascio che mi posi una coroncina sulla testa e ci caliamo completamente nella parte, attengiandoci a gran signore.
Sofia mette in mostra un servizio da tè e ridiamo mantenendo la tazzina con il mignolino in sù come se fossimo delle inglesine.
La piccola ride divertita e io penso che mi piaccia passare il mio tempo con lei.
"Sei perfetta"mi sorride ad un certo punto. "Sei una vera principessa".
"Vorrei che tu fossi la fidanzata di zio per poter giocare sempre sempre con te"ammette stringendosi a me. Rimango dapprima sorpresa dal suo gesto e poi passo ad accarezzarle la schiena con premura. Mi spiace deludere le sue aspettative.
"Tesoro, non credo sia possibile" ammetto con la voce sommessa.
Lei alza lo sguardo per puntarlo nel mio e assume un'aria pensierosa corruciando la fronte.
"Perchè? Tu sei bella e simpatica e dolce. Perchè non puoi essere la fidanzata di zio Luchi?".
Luca quasi come se si fosse reso conto stessimo parlando di lui, appare sulla soglia della stanza.
La porta è aperta ma lui appoggia un pugno sul legno facendo finta di bussare, per attirare le nostre attenzioni.
"E' permesso?" domanda sorridendo verso sua nipote.
Lei annuisce nascondendo una risata sulla mia spalla.  "Entra zio!".
Sofia scioglie il nostro abbraccio, indicandomi. "Guarda zio, guarda Anita come è bella! E' una vera principessa!" esclama spontanea.
Lo sguardo di Luca si posa su di me e lo fa in un modo completamente diverso dalle altre volte. Mi osserva con dolcezza.
"Si lo è" sussurra. "Anita è molto bella".
Abbasso lo sguardo imbarazzata alle sue parole.
Il mio io interiore gongola per il suo complimento.
Mi sono fatta bella per te!.
Lui a quel punto si avvicina a sua nipote, abbassandosi alla sua altezza.
"Sofi, lasceresti me e Anita, soli? Lo zio deve parlarle" le accarezza teneramente i capelli.
No Sofia, non andare!. Ma lei lo fa.
Annuisce vigorosamente alle sue parole e i suoi occhi brillano. "Vado dalla mamma. Ciao Anita!" mi saluta facendo ciao ciao con la manina ed esce trotterellando dalla stanza.
Sono di nuovo sola, con lui. E' il suo compleanno, nessuno reclama la sua presenza?.
Mi rimetto in piedi togliendo la coroncina e gli dò volutamente le spalle.
"Non hai niente da dirmi?" domanda dietro di me.
Mi volto di scatto, rimanendo con una mano a mezz'aria e corruccio la fronte curiosa.
"No, non ho niente da dirti" replico.
Lui incrocia le braccia al petto indispettito e so che non dovrei ma il mio sguardo cade sui suoi bicipiti che si contraggono.
"Potresti iniziare dal fatto che tu sia qui. Un invito si può sempre declinare!" mi provoca.
Lo scruto assottigliando gli occhi. "Sei sicuro che non sia tu a dovermi dire qualcosa? Potresti iniziare dal fatto che tutti qui dentro sembrano conoscermi così tanto!" lo accuso puntandogli un dito contro, ma so che non avrò risposta.
Lui sembra sorpreso dalla mia affermazione, i suoi occhi si sbarrano impercettibilmente, ma poi è lui a riprendere il controllo della situazione.
"Vorrei baciarti" proferisce in un sussurro.
E io non voglio!.
Mi raggiunge in due falcate e io mi ritrovo ad arretrare di uno, due passi. Ma questo non fa altro che avvicinarlo ulteriormente.
Ho paura che possa baciarmi, so che non me lo richiederebbe e lo farebbe davvero.
Ho paura di non riuscire a riprendermi da un suo bacio e ho bisogno che lui mi stia lontano.
Mi ritrovo intrappolata tra il muro e il suo corpo.
Deja-vù.
Ferma le mie mani tra le sue, impedendogli di sottrarmi.
Calcolatore.
I suoi occhi corrono alle mie labbra, famelici.
Sembra che con i suoi occhi lui già mi stia baciando, con l'intensità con cui mi guarda.
Sorride impercettibilmente abbassandosi e il suo viso raggiunge il mio.
Cerco di tenere a bada il mio cuore ma mi è impossibile controllarlo quando lui lascia scontrare i nostri nasi. Sospiro.
Anche i nostri corpi si sfiorano, facendomi rabbrividire.
I nostri occhi si scrutano in una muta richiesta.
No! gli gridano i miei!.
Ma la mia richiesta non è accolta, perchè le mie labbra sono già lambite dalle sue, così familiari.
Questo bacio è diverso da tutti gli altri, non c'è niente che si possa definire dolce o innocente in esso.
C'è irruenza e passione.
Le sue mani mi stringono con possessività imprimendosi sul mio corpo. Risalgono le mie braccia, e raggiungono il mio busto. Vanno a posarsi lì, in un angolo tra le mie costole e la mia schiena e io avverto la pelle bruciare sotto tutti gli strati dei vestiti.
Le sue labbra si muovono esperte sulle mie, saggiandole e mordicchiandole.
Sono completamente assuefatta da questo. Non riesco a ragionare e rispondere del mio corpo.
Lascio che faccia quello che vuole, che si prenda quello che vuole.
Lui sospira sulle mie labbra per riprendere fiato e io finalmente riprendo cognizione della ragione e lo allontano da me.
Le mie mani premono sul suo petto due volte, facendolo barcollare un pò all'indietro.
Lui fissa il suo sguardo nel mio, sorpreso e ancora sconvolto dal bacio.
Il suo petto si muove su e giù mentre cerca di regolarizzare il respiro e io gli tiro uno schiaffo.
Gli tiro uno schiaffo e lui si porta una mano alla guancia dolorante e soffocando un gemito, ma io anche se per poco mi prendo una piccola vittoria personale.
Mi ha soggiogata di nuovo, facendomi sentire terribilmente esposta e vulnerabile.
"Come puoi baciarmi così, quando nella stanza accanto c'è la tua fidanzata?!" gli urlo contro.
Mi accorgo dallo sguardo che mi rivolge che sia mortificato, ma non dice niente per discolparsi e io penso sia arrivato il momento di andare.
Lo sorpasso con foga, mentre mi prometto che non lo bacerò mai più. Provo vergogna per me stessa.
Non lo bacerò mai più, non quando lui ha una fidanzata e non quando io non voglio essere l'altra.
"Anita...io ti piaccio" le sue parole mi raggiungono come aghi sulla pelle ma io non mi volto più.

Reprimo le lacrime attraversando il corridoio con la convinzione di andare via, ma Eleonora arresta i miei passi. Adesso vorrei solo che lei mi lasciasse andare, ma non lo fa.
"Anita, va tutto bene?" domanda con preoccupazione.
Devo avere davvero una faccia sconvolta.
"Preferisco tornare a casa, mi sento poco bene" le sorrido incerta.
Lei annuisce e so che abbia capito ci sia molto di più, ma non fa ulteriori domande. Il suo sguardo si perde oltre le mie spalle e tira un sospiro affranta.
"Rimani almeno per la torta" mi supplica.
Alla fine mi lascio convincere.
Luca ritorna poco dopo e non mi degna più di uno sguardo. La sua attenzione è rivolta tutta a Vanessa; che coccola premurosamente ma di nuovo non c'è nessun bacio tra di loro; e alla sua famiglia.
Le luci si spengono, rimane accesa solo quella di una fioca abatjour e sua madre corre a prendere la torta in cucina.
Le candeline con il numero 30 creano strane ombre sul muro.
La poggia sul tavolo, sotto lo sguardo attento di suo figlio che le sorride.
"Tanti auguri a te, tanti auguri Luca" tutti intorno intonano la canzoncina mentre lui con lo sguardo emozionato si sporge per soffiare. Noto i suoi occhi chiudersi impercettibilmente e le sue labbra soffiare.
Esprimi un desiderio.
Intorno a lui c'è affetto e amore.
I suoi familiari lo circondano abbracciandolo stretto, compresa Vanessa. Sofia gli salta in braccio riempiendolo di baci mentre gli stringe la faccia tra le manine e lui ride divertito.
Una lacrima sfugge al mio controllo. Lui ha la sua famiglia, i suoi amici, qualsiasi persona qui dentro gli è legata  per un motivo e io chi sono per lui?.
Chi sono per te, Luca?
Mi sento quasi di troppo, una nota stonata in un pezzo impeccabile.

Nessuno mi vede mentre vado via e questo mi dà modo di farlo indisturbata.
Mentre lo faccio, però, il mio sguardo cade sulla stessa fotografia che mi capitò di guardare sere addietro e prendo consapevolezza di una cosa.
Ora capisco per quale motivo Vanessa mi sembrasse così familiare. Perchè lei assomiglia tantissimo a Giusy, la sua ex fidanzata, e adesso mi è chiaro perchè lui l'abbia scelta. Lei, gliela ricorda.

ANGOLO AUTRICE:
Dopo una settimana sono di nuovo qui a postare e non mi sembra vero!😂😂
Sono passate veloci anche le vacanze pasquali e si ritorna alla normalità. Spero abbiate passato una serena Pasqua.
Che dire di questo capitolo? Ce l'avevo in mente già da tempo e mi è stato facile scriverlo anche se fino all'ultimo non mi soddisfaceva.
La festa di Luca è l'argomento principale e penso abbiate compreso che si è rivelata essere molto movimentata. Ma lascio a voi qualsiasi commento.
Ringrazio le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e chiunque l'abbia aggiunta in una qualsiasi lista. Siete sempre di più e il mio cuore è colmo di gioia!❤
Vi abbraccio forte! Alla prossima!!























  
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