Emma con il suo vestito ingombrante riuscì a raggiungere la sua camera da letto, inseguita da una Pina con l'affanno che diceva cose in siciliano
«EMMA, BEDDA MATTRI! UNNI TINNI 'STA FUIENNU!? RACCUSSÌ MI VENI N'INFATTU.»
La giovane bionda, ovviamente, non capì nulla oltre al proprio nome.
Aprì la porta delle sue stanze, lasciando la badante Pina fuori che diceva cose, e si buttò sul letto a braccia aperte, facendo letteralmente volare via le scarpe obbrobriose dai piedi.
«Madonna santissima, non ce la faccio più! I cinque minuti più lunghi della mia vita!»
Con la delicatezza di un elefante in piedi su una paperella asmatica si spostò al centro del letto sbadigliando sonoramente.
Si portò le mani dietro la schiena alla ricerca dei lacci del corsetto, non riuscendo a raggiungerli da seduta pensò intelligentemente di sdraiarsi a pancia sotto. La gonna non aiutava di certo i movimenti della giovane donna, che per girarsi completamente dovette nuotare fra tutti quei veli.
Portò le mani dietro la schiena e cercò i lacci ancora una volta.
«Ma dove diamine..»
Si girò leggermente verso destra per arrivare ai lacci, ne sfiorò uno con l'indice e un sorrisetto sbilenco si fece spazio sulla sua faccia.
«Swan.»
«OH PORCA PUTT...»
E cadde dal letto come un sacco di patate con i piedi all'aria.
Emerse dai veli e fissò Regina
«COME SEI ENTRATA!?»
Regina alzò gli occhi al cielo
«Dal camino come babbo Natale, ovviamente.»
Emma si arrampicò sul letto e vi saltò su con la stessa delicatezza precedente e fissò Regina confusa.
«Ma è ancora giugno...»
La bruna si battè una mano in faccia
«Ero sarcastica, idiota.»
«Oh.»
«Ooh?»
Regina le fece il verso inarcando le sopracciglia, Emma aggrottò la fronte
«Ma che ci fai qui?»
«Devo parlarti.»
La bionda strinse le labbra e poi alzò l'indice facendo per parlare, ma Regina la zittì subito
«No Swan, io devo parlare, tu ora stai zitta e muta. E ascolti.»
L'altra abbassò l'indice e si ammutolì.
«Bene.»
Fece Regina schiarendosi la voce
«Quegli idioti dei tuoi genitori mi hanno dato un compito, devo... Swan se dici qualcosa ti faccio a prendere a fuoco i capelli...»
Emma tenne per sè quello che stava per dire, ovvero "ora prendi ordini da Biancaneve e il principe?"
«Ecco, brava. Comunque, devo renderti una principessa come si deve e insegnarti un po' come funziona questo mondo.»
«Ah... intendi che andremo insieme a visitare la casetta di caramelle di Hansel e Grethel?»
«Swan.»
«Okay okay, ho capito...»
«Bene, perfetto, e ora farai le valigie e verrai con me senza fare storie.»
«Con ora intendi adesso?»
Regina fece un sorriso colmo di ironia
«Oh, allora vedo che non sei del tutto stupida.»
Emma la guardò aggrottando la fronte, la bruna uscì dalla stanza aprendo le porte che davano la vista su una Pina che faceva una calza con i ferri.
«Ci vediamo nel giardino con i tuoi genitori fra un'ora.»
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Un'ora bastò appena alla principessa, che aveva messo dentro ad una sacca da viaggio dei vestiti comodi (ovvero delle tenute da equitazione e camicie rubate a suo padre), Pina le ripeteva continuamente di mettere qualcosa di "cchiù finicchiu", cosa volesse dire Emma non lo avrebbe mai capito.
Il giardino era silenzioso, Regina le aveva detto che dovevano vedersi lì ma non le aveva detto il punto preciso, e i giardini reali erano grandi.
Emma cominciò a camminare prendendo stradine a casaccio tornando un paio di volte nel punto di partenza, passò vicino al laghetto con le ninfee e da lì sentì un "pssst".
Incuriosita si fermò, aspettandosi di vedere Regina sbucare dal nulla da un momento all'altro.
Ma niente.
Quando fece per andarsene sentì di nuovo "pssst", tornò a guardarsi intorno, guardò il laghetto e vide solo un ranocchio.
«Bah. Sto diventando una visionaria.»
E fece di nuovo per allontanarsi
«PSSSSST! Signorina!»
Emma si voltò per l'ennesima volta, e capì che a fare "pssst" era stato il ranocchio che ora stava ritto su due... gambe da rana, con i braccini viscidi poggiati ai "fianchi".
Sbattè più volte le palpebre confusa
«Nah, non è possibile...»
«Signorina siete forse una principessa?»
La bionda guardò a destra e a sinistra.
«Sisi, parlo proprio con voi!»
Emma si indicò aggrottando la fronte.
«Si... cioè no. Insomma sì.»
«Si o no?»
«Sisisi.»
Il ranocchio parve illuminarsi, fece un largo sorriso e poi un balzo finendo su una foglia a mezzo metro di lontananza dal viso di Emma.
«Mademoiselle, se mi date un bacio io mi trasformerò in un principe!»
E detto questo, l'anfibio protese le labbra inesistenti e viscide verso quelle di Emma che vide la sua vita scorrerle davanti in quel singolo momento e con una mossa della mano fece volare via il ranocchio dentro il laghetto con le ninfee.
«Che modi!»
Fece quello indignato.
«Non sono anfibio-sessuale!»
«Anfibio-sessuale?»
La voce di Biancaneve fece eco a quella di Emma che si voltò lentamente verso la madre che teneva a braccetto il marito, Regina messa dietro di loro con un sorrisetto divertito stampato sul volto.
«Non è come sembra...»
Cominciò Emma, il ranocchio si mise seduto su una ninfea incrociando le braccia.
«Mi ha schiaffato dentro l'acqua! Le avevo solo chiesto un bacio!»
Regina scosse la testa contrariata
«Signorina Swan, le sembra il modo di comportarsi?»
Emma la fulminò con lo sguardo, Biancaneve si scusò con il ranocchio a nome della figlia e poi si spostò dal laghetto per evitare eventuali innamoramenti da parte degli anfibi che vi abitavano.
«Bene. Quindi ora partirete...»
Fece James ad un certo punto
«Già.»
Emma fece un sorrisetto, e subito dopo si ritrovò stretta dalle braccia dei genitori.
«MA EHI... Non sto partendo per sempre!»
«Lo sappiamo cara. Ma ci mancherai tanto ugualmente.»
Disse Biancaneve senza staccarsi dalla figlia, così come suo marito
«E sei la nostra bambina, è normale che ti salutiamo così!»
Regina alzò gli occhi al cielo
«Tutto molto commovente, ma state rischiando di farmi venire il diabete e qua non ci sono le cure che esistono a Storybrooke; per cui evitiamo.»
La famiglia sciolse l'abbraccio ed Emma ricevette altri baci su entrambe le guance, si sentiva incredibilmente imbarazzata, e poi partì verso luoghi sconosciuti (da lei ovviamente), pronta ad assaporare il profumo dell'avventura.
Emma respirò a pieni polmoni e fece una domanda a Regina che le rispose subito continuando a camminare indisturbata
«Ma che è quest'odore?»
«Hai pestato sterco di cavallo.»