Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Gremilde    21/04/2017    3 recensioni
Onestamente, le introduzioni non sono il mio forte. Corro sempre il rischio di dire troppo o troppo poco e, in entrambi i casi, perdo l'attenzione di un potenziale lettore. Vabbeh... Ci provo...
Cosa sarebbe successo se Harry avesse avuto una sorella gemella, Elizabeth. E se, con un gesto d'amore incondizionato, avessero sconfitto Voldemord salvando la vita ad entrambi i genitori...?
E... Cosa sarebbe successo se... uno dei due fratelli fosse finito tra i Serpeverde? Come sarebbe cambiata la storia?
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Primo capitolo

Il sole splendeva fiero nei Cieli dell’Inghilterra, sembrava quasi che volesse festeggiare il primo compleanno dei figli di James e Lily Potter: Harry ed Elizabeth.
A festeggiare il loro primo compleanno, erano intervenuti gli amici più stretti dei loro genitori e i professori della scuola di magia e stregoneria che li aveva fatti innamorare.
Il giardino di casa era stato addobbato magicamente dai padrini dei piccoli Potter; Sirius Black e Severus Piton che avevano dato il meglio di loro stessi per dare un tocco di originalità all’ambiente.
I due uomini erano in perenne competizione ed il giardino era un tripudio di divertimenti, artefatti e giochi pirotecnici magici che si susseguivano senza interruzione.
- Severus… - lo chiamò Lily – Alla fine non hai resistito, eh? Tra tutti i colori che potevi scegliere, hai usato argento e verde.
- Lily. – fece un rapido inchino lui – Sento che la mia figlioccia sarà una potete Serpeverde. Vedi che già ama le mie decorazioni? – il mago indicò la bambina che giocava affascinata con alcuni palloncini a forma di serpente.
- Ma zittati “Moccius”! – lo redarguì arrogante Sirius gonfiando il petto – I miei nipoti saranno entrambi Grifondoro, esattamente come noi.
- Come osi tu… - Severus strinse gli occhi offeso ma, prima che potessero dire o fare altro, la voce di Silente li zittì:
- Basta! I bambini saranno ciò che vorranno essere. Serpeverde, Grifondoro, Corvonero o Tassorosso. E voi non farete niente di niente per condizionarli, altrimenti pagherete le conseguenze del vostro comportamento, sono stato abbastanza chiaro?
- Sì, Preside. – annuì Sirius.
- Cristallino, signore. – bofonchiò Severus.
- Grazie signore. – lo gratificò con un ampio sorriso Lily – A me non danno ascolto.
- Cara Lily, tu sei troppo buona e non fai loro paura. – rise l’uomo baciandole la mano con galanteria.
- Non si lasci ingannare, signore. – rise James porgendo all’uomo un bicchiere di whisky incendiario – Lily non è buona come sembra.
- Jamie! – arrossì la donna.
Silente sorrise, alzò il bicchiere a mo’ di brindisi e si allontanò lasciando i coniugi Potter un attimo da soli.
- Lily Potter, - la abbracciò James – ti amo immensamente. Ed amo follemente i nostri figli.
- Ooh signor Potter! – gli cinse il collo con le braccia sottili lei – Così mi confonde. – si scambiarono un bacio ricco d’amore, ma furono interrotti dal pianto dirotto di uno dei bambini.
- Harry. – dissero in coro dividendosi.
- Ora perché starà piangendo? – sospirò James.
- Temo che sia colpa di mio nipote. – ammise Lily.
- Tua sorella e tuo cognato sono dei Babbani ingrati. – sibilò stringendo gli occhi l’uomo – E tuo nipote un grasso, perfido marmocchio.
- Non osare rivolgerti a Duddy in quel modo, sai! – squittì una voce alle loro spalle, era Petunia la sorella di Lily – Siete voi gli strani, gli anormali.
- Se siamo così anormali, perché sei venuta al compleanno cara “cognata”? – chiese James sentendo montare la rabbia.
- Perché sono la sua unica sorella.
- Quella normale. – concluse Lily a denti stretti – Perché tuo figlio ha fatto piangere il mio?
- Non è colpa di Dudley. – sobbalzò Petunia.
- Invece sì. – rispose Remus Lupin con Harry in braccio, il bambino aveva il segno di un morso sul polso – Quel botolo rosa lo ha morso, Harry giocava tranquillo con il trenino che gli ho regalato.
Lily prese in braccio suo figlio, lo cullò dolcemente e dopo aver recitato un breve incantesimo, il morso sparì portandosi sia il dolore e lo spavento.
- Mamma! – sorrise felice il bambino facendo brillare i suoi occhioni azzurri.
- La mamma ti ama tanto Harry. – lo baciò sulla fronte, facendolo ridere felice.
Harry ed Elizabeth erano due bambini sereni, amavano molto le coccole ed erano tremendamente legati. Avevano da poco imparato a camminare e, piano-piano, stavano iniziando a parlare.
Mentre Lily e Harry si coccolavano, Elizabeth li raggiunse sgambettando per mano a Minerva MacGranit, vice preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwards ed insegnante di trasfigurazione.
- Questa signorina reclama la mamma. – parlò la donna.
- Professoressa McGranit – sorrise James – Grazie.
- Oooh James. – scosse la testa la donna – Quando la smetterai di chiamarmi “professoressa”? Stai per diventare Auror, non sei più mio alunno. – lo baciò sulla guancia, facendolo arrossire.
- Minerva. – finse di offendersi Lily prendendo in braccio anche la bambina – E a noi niente?
- Ancora non ci credo. – sorrise la donna – La mia migliore alunna… Mamma…
- Suvvia Minerva. – la sgridò dolcemente Silente – Niente lacrime.
- Oooh Preside. – alzò gli occhi al cielo – E’ che sono felice. – sorrise ancora – E piena di emozioni.

I loro discorsi furono interrotti da una serie di “pop” all’interno del giardino che indicavano l’arrivo del resto degli invitati. Ex compagni di scuola, colleghi di lavoro, vicini di casa, tutti erano accorsi per partecipare al primo compleanno dei piccoli Potter.
La festa fu un enorme successo. Gli adulti si divertirono ed i bambini, grazie agli animatori magici, giocarono tra loro per tutto il tempo, lasciando ai genitori la possibilità di godersi una giornata di svago.
Gli ospiti, lasciarono il giardino della villetta di Godric's Hollow nel tardo pomeriggio. Andarono via soddisfatti e felici per la bella giornata trascorsa in compagnia della famiglia Potter e Lily li osservava rientrare alle rispettive case con un caldo sorriso sulle labbra.
Sospirando, quando anche Hagrid e Silente lasciarono il giardino, la giovane madre entrò in casa e, guardandosi attorno, mormorò:
- Ci vorranno ore per sistemare tutto, anche usando la magia.
- Dai amore. – le porse un bicchiere di succo di zucca James – Non pensarci adesso. Domani è domenica, non dobbiamo lavorare e avremo tutto il tempo di sistemare casa.
- Sai perché ti amo, James? – sorrise lei con gli occhi azzurri che brillavano di gioia.
- No, perché?
- Perché sai sempre come farmi stare bene. – e, senza aspettare la risposta maliziosa che aveva visto illuminare gli occhi di suo marito, lo baciò sulle labbra.
- Fai lo stesso effetto tu a me, mia piccola grande Lily. – mormorò emozionato lui, sulle labbra piene di sua moglie.
- Caro, dove sono i piccoli? – domandò d’un tratto preoccupata di quello strano silenzio.
- Stanno giocando nel soggiorno. – la prese per mano e la guidò fino al divano. I gemelli erano seduti sul tappeto impressionati dai giochi magici ricevuti in dono.
- Che strano vederli così… tranquilli… - ridacchiò la donna mettendosi seduta.
- Non hanno mai visto giochi così. – si strinse nelle spalle lui – E’ stato Albus a regalare loro questi giochi. Credo siano sue invenzioni.
- Sono molto belli.
- E istruttivi. – rise James osservando i suoi figli.
- Non mi sarei aspettata altro dal Preside. – si aggiunse alla risata del marito lei.
I bambini, osservarono i genitori sul divano e, dirigendosi verso di loro, chiesero di essere presi in braccio.
- Siete stanchi, eh? – li baciò dolcemente Lily sulla fronte – Siete stati bravissimi oggi. I miei cuccioli!!!
- Mamma… - gemette piano Elizabeth sbadigliando – Stanca io…
- Mamma nanna… - le fece eco il fratello Harry.
- Ora mamma e papà vi porteranno subito a fare la nanna. – li cullò James.
La famiglia Potter, restò teneramente abbracciata sul divano fino a quanto uno schianto ruppe il silenzio ovattato della notte estiva.
- James! – era la voce di Remus, spaventata – Lily. – li chiamò.
- Ehi. Lupin. – lo accolse James cullando la figlia che si era svegliata di soprassalto – Ma cosa diavolo ti prende?
- Scappate! – urlò raggiungendoli nel salotto, era ferito – Sta arrivando.
- Chi? – si alzò Lily stringendosi al petto Harry.
- Voldemord. – rispose Sirius materializzandosi vicino a Remus.
- L’Oscuro Signore? – chiese la giovane madre con voce tremante – Ma perché, cosa vuole da noi…?
- Vuole i bambini. – rispose Remus prima di venire schiantato da un potente incantesimo, i Mangiamorte erano arrivati.
- A causa della profezia di Sibilla Cooman.
- La Cooman? – Lily storse la bocca – Quella sta alla Divinazione come io ad Erbologia!
- Lily non è il momento di fare la saccente! – la sgridò Sirius – Prendete le vostre bacchette e prepariamoci a difendere i bambini. Remus è ferito e non può aiutarci. Silente e gli altri saranno presto qui.
- Accio bacchetta! – tuonò James seguito a ruota da Lily.

La battaglia tra i membri dell’Ordine della Fenice, capitanati da Silente, ed i Mangiamorte devoti a Lord Voldemord, fu cruenta lunga e sanguinosa.
Caddero molti Mangiamorte, colpiti dalle maledizioni dei maghi dell’Ordine delle Fenice e, quando sembrava che la battaglia volgesse a buon fine per il male, gli Auror del Ministero della Magia e alcuni Dissennatori, aiutarono il bene ad avere la meglio.
- Via. – tuonò il Capo del Ministero – Portate via tutti questi ridicoli Mangiamorte. La prigione di Azkaban li sta aspettando.
I membri dell’Ordine della Fenice, si guardarono intorno respirando a fatica. La casa di Lily e James era quasi completamente distrutta, ancora faticavano a credere di aver vinto. Di aver avuto la meglio su tutto quel male.
- Non cantante vittoria troppo presto sudici! – ringhiò Bellatrix nel suo delirio – L’Oscuro Signore non ha ancora finito con voi!
- Zitta pazza! – le rispose Sirius che odiava essere imparentato con lei – Arrendetevi, siete deboli, avete perso.
- Non esserne così sicuro. – rise ancora lei prima di essere portata via dagli Auror.
- Cosa… - ansimò Lily reggendosi il braccio – Cosa avrà voluto dire?
- Quella è una pazza. – tagliò corto Sirius – Non date troppo peso alle sue parole. Abbiamo vinto.
- Questa battaglia sì, Black. – annuì Silente – Ma dobbiamo tenere i bambini al sicuro. James, Lily…
- Non lo dica signore. – mormorò senza fiato James – Non lasceremo casa nostra per venire ad Hogwards!
- Ma lì sarete al sicuro. – protestò Minerva.
- Al sicuro? – inarcò un sopracciglio Remus ansimando dolorante.
Silente scosse la testa sconsolato, i coniugi Potter ed i loro amici erano dei ragazzi d’oro dei maghi eccellenti, ma delle teste calde che non davano ascolto a nessuno.
Si girò ad osservare i bambini che, per tutto il tempo della battaglia erano rimasti tranquilli a giocare nella loro sfera protettiva. Il Preside della scuola cercò di replicare, ma un potente sortilegio li fece cadere a terra come birilli.
- Ora vi ucciderò tutti! – tuonò Voldemort comparendo seguito dal suo enorme serpente Nagini.
- Maledetto! – si alzò traballante sulle gambe James – Non ti premetterò di fare del male ai bambini.
- E cosa vorresti fare, tu, pidocchioso Potter? Un Purosangue che ha procreato con una sudicia Babbana!
- Non osare chiamare la mia Lily sudicia! – il mago strinse i pugni e cercò nella stanza la bacchetta.
- Cruciooooo!!! – tuonò Voldemort senza alcuna pietà, James rantolò al suolo contorcendosi dal dolore, Lily e Silente scagliarono sull’uomo due attacchi, lui li schivò prontamente ma fu costretto a smettere di far del male a James con la maledizione.
- Arrenditi. – parlò ansimando la Mac Granitt.
- E vorresti battermi tu, professoressa?! – rise lui sguaiato e, mettendosi in guardia continuò – Ho ancora molti Mangiamorte dalla mia parte.
La battaglia riprese più cruenta di prima. Altri maghi passati dalla parte di Voldemord erano arrivati e lo stavano aiutando. Silente, che stava tenendo impegnato l’Oscuro Signore in un duello, venne scagliato da Voldemord contro una parete e, frantumandola, perse i sensi.
La bolla d’energia creata per proteggere i bambini si infranse permettendo agli stessi di vedere cosa stesse succedendo.
- Lily! – gemette James – I gemelli!
- Jamie! – mormorò lei – Corriamo!
Schivando e schiantando maghi nemici sul loro cammino, i coniugi Potter raggiunsero i figli nel momento stesso in cui Voldemord si avventava su di loro.
- Adesso niente e nessuno mi impedirà di uccidervi sudici mezzosangue! – ringhiò il Mago con un ghigno malefico a contrargli il viso.
I coniugi Potter si posero davanti ai figli per proteggerli dall’attacco di quel mago oscuro; ma furono spazzati via da un incantesimo muto.

I gemelli, spaventati dalla faccia cattiva di Voldemord e da quello che stava succedendo loro intorno, si avvicinarono senza mai smettere di guardarsi.
Tra loro, dai primissimi istanti di vita dentro la pancia di Lily era sempre stato così: comunicazione non verbale. Bastava che si guardassero negli occhi per comprendersi.
“Paura” stavano dicendo entrambi “Mamma e papà”. Nel loro cervello di unenni, si erano detti molte cose con tre banali parole.
Avevano capito che la mamma e il papà avevano paura, avevano intuito di essere in pericolo e avevano deciso che dovevano assolutamente fare qualcosa.
Osservando i loro genitori strisciare verso di loro per proteggerli, intuendo che stavano per sacrificarsi per non farli uccidere, i gemelli Potter si presero per mano ed affrontarono Voldemord mentre scagliava contro di loro una delle Maledizioni senza Perdono, l’Avanda Kedavra con lo scopo di ucciderli.

Nello stesso istante in cui l’Oscuro Signore lanciò la Maledizione senza Perdono verso i gemelli, Harry ed Elizabeth si presero per mano innescando un potente controincantesimo che rimbalzò tra le pareti della casa, distruggendo tutto al suo passaggio.
Una luce bianca si scontrò con quella verde dell’Avanda Kedavra, l’affetto sincero dei piccoli verso i propri genitori alimentò l’incantesimo più potente dell’Universo: l’amore incondizionato che disintegrò Lord Voldemord relegandolo ad una vita in un limbo parallelo, senza poteri né forza né corpo.

Quando l’incantesimo si dissolse, i bambini svennero stremati. Silente, si alzò su gambe tremanti e raggiunse James e Lily che erano poco distanti da lui.
- Lily… James… - li chiamò – Rispondete…
- Preside… - biascicò Lily con la bocca impastata – Io…
- Ahi la testa! – si lamentò James che, guardando la moglie, esclamò – I gemelli!
- Silente… - ansimò Lily – I bambini!
- Io… - iniziò l’uomo scuotendo la testa.
- Stanno bene. – parlò Minerva – Sono svenuti, ma stanno bene.
- Ma cosa è successo? – domandò Lupin massaggiandosi la testa – Io…
- Io ricordo un lampo di luce verde. – parlò Sirius.
- L’Avanda Kedavra. – sobbalzò Lily correndo dai suoi bambini.
- E un lampo di luce bianca. – mormorò Minerva portandosi una mano al petto.
- Una contro maledizione? – domandò James prendendo in braccio Harry.
- Un atto d’amore incondizionato. – spiegò Silente – I vostri bambini volevano sacrificarsi per salvarci tutti.
- Cosa? – balbettò Lily cullando con amore Elizabeth.
- Loro hanno fatto da scudo tra l’Avanda Kedavra e tutti noi. – annuì lentamente Minerva.
- Un gesto d’amore. – le fece eco Remus – Ci hanno salvato e…
- Hanno sconfitto l’Oscuro Signore. – concluse Sirius – Il regno del terrore è finito. Voldemord è morto! – esultò.
Un coro di voci si unì a quella di Sirius, la notizia che i gemelli Potter grazie al loro gesto d’amore, avevano sconfitto l’Oscuro Signore, si propagò a macchia d’olio nel Mondo Magico e in quello Babbano.

Un gemito interruppe il giubilo dei Membri dell’Ordine della Fenice, uno dei loro infiltrati tra le fila di Voldemord era rimasto ferito, intrappolato da cumuli di macerie di una parete.
- Severus! – lo chiamò Lily – Presto, aiutiamolo.
Minerva prese in braccio entrambi i bambini mentre tutti correvano verso Piton gravemente ferito.
- Si… - rantolò – Signore…
- Ssshhh Severus. – lo zittì Silente – Sta zitto e lascia che la miglior Medimaga del San Mungo si occupi di te.
- Sì… - tentò di sorridere il mago ferito – La mia Lily…
Lily, accarezzandogli la fronte, lo fece addormentare poi istruì i presenti su come liberarlo dalle macerie.

Non appena riuscirono a liberare Severus dalle macerie, Lily controllò con attenzione le sue funzioni vitali poi chiese a Remus e Sirius di trasportarlo in Ospedale perché doveva essere operato rapidamente.
I due uomini annuirono e si smaterializzarono da casa Potter all’Ospedale San Mungo.
- Perché non sei andata amore? – le chiese James.
- Ho scritto un messaggio per i medici che lo prenderanno in cura. – sorrise triste – Il mio posto è qua. Con i miei bambini e… - si girò verso quella che un tempo era casa sua ed emise un lungo e straziante gemito di dolore.
- Lilian. – la chiamò il Preside – Su, su mia cara…
- Oooh Silente. – iniziò a piangere lei – Siete tutti feriti gravemente. Lei e Severus siete quasi morti. – un singhiozzo la zittì – I miei bambini… La casa…
- Una cosa per volta, - le sorrise incoraggiante Minerva – ma aggiusteremo tutto.
Attorno a loro, si era creato un capannello di persone: maghi e streghe che avevano assistito alla battaglia e che erano accorse per aiutare.
- Signori Potter? – li chiamò una voce che non avevano mai sentito, Lily e James si voltarono lentamente – Io sono… Sono Molly Weasley. Mio marito è…
- Arthur Weasley. – concluse con un sorriso James – Io e suo marito abbiamo fatto lunghe e piacevoli chiacchierate al Ministero della Magia, signora Weasley. Lui è affascinato dal mondo Babbano.
- Ooh signor Potter. – arrossì deliziosamente la donna – Spero che non l’abbia importunata.
- Affatto. – sorrise ancora.
- Bene. – annuì con calore – Io volevo offrirvi un posto alla Tana. Ecco, a casa Weasley. Non è un’abitazione di lusso, ma ci sono bambini e campagna. Preside, lei cosa ne pensa?
- La sua proposta è molto gentile ed allettante signora Weasley, ma… - iniziò Albus con un sorriso.
- Non è abbastanza? – mormorò mestamente la donna.
- Grazie Molly. – sorrise Lily abbracciandola di slancio – La tua offerta è molto gentile. Deve essere una casa bellissima. Piena di amore e risate; ma non possiamo accettare.
- Perché no? L’Oscuro Signore è morto.
- Ma non i suoi Mangiamorte. – sospirò James –Noi siamo in pericolo e metteremo in pericolo tutti coloro che ci aiuteranno. Almeno i primi tempi sarà così. – spiegò.
Molly rifletté sulle parole del giovane mago, poi annuì brevemente: James aveva ragione, molti Mangiamorte avrebbero provato a vendicare la dipartita dell’Oscuro Signore e chiunque avesse ospitato i Potter sarebbe stato in grave pericolo.
- Avete ragione.  – annuì la donna con un caldo sorriso – Ma non siete soli. – concluse.
- Molly Weasley. – le sorrise Silente – E’ sempre una gioia vederti.
- Preside Silente. – arrossì deliziosamente – Sono venuta non appena Arthur mi ha avvisata.
- Signori, anche i coniugi Weasley fanno parte dell’Ordine della Fenice. Non ho coinvolto Molly perché il suo ultimo figlio, Ronald, ha l’età dei gemelli.
- Ero informata su tutto da Arthur. Mi sarei organizzata in ogni modo.
- È giusto che una madre stia vicino ai propri figli. – scosse la testa Lily – Non su un campo di battaglia. È bello vedere il tuo sorriso, Molly dona serenità e in questo momento Merlino sa se ne abbiamo bisogno. Sento che diventeremo grandi amiche.
- Permettetemi almeno di condurvi alla Tana fino a che avrete un altro alloggio. – guardò Albus e Minerva – I bambini non possono stare all’addiaccio. – sospirò.
- Molly ha ragione. – annuì lentamente Minerva – I bambini non possono dormire in tenda, per quanto una tenda magica sia paragonabile ad una casa. Dopo tutto quello che hanno passato oggi, hanno bisogno di calore umano.
- E la famiglia Weasly è famosa per il suo calore umano. – concluse Arthur che si era materializzato accanto alla moglie.
- Arthur. – gli sorrise stancamente James.
- Potter. – rispose al suo sorriso – Che brutta cera.
- Ahahahahah… - annuì – Ottimo uso del linguaggio babbano. – si strinsero le mani.
- Andiamo via da qui. – li pregò Albus – Stiamo attirando troppa attenzione. – fece notare – Tra tutte queste persone, potrebbero esserci anche dei fedeli all’Oscuro Signore.
- I bambini si stanno riprendendo. – annuì Lily – Vorrei portarli al San Mungo.
- Non è sicuro. Ho inviato un gufo a Madama Chips prima di venire qua. Ci sta aspettando alla Tana. – spiegò sbrigativa Molly.
- La mia signora. Che efficienza! – sorrise l’uomo dai capelli rossi.

Albus radunò tutti i maghi nel cortile di casa, poi si smaterializzarono e si ritrovarono nel giardino di casa Weasly. Lily e James si guardarono intorno, la casa era in aperta campagna; aveva una forma strana ma trasudava amore. Dalla Tana uscirono alcuni bambini, tutti con i capelli rossi.
- Ecco i nostri figli. – sorrise Arthur.
- William, Charles, Percy; Fred e George e l’ultimo nato Ron.
- Che belli… - sorrise tenera Lily stringendo al petto Elizabeth.
- Sono Weasly. – ridacchiò orgoglioso l’uomo osservando i suoi figli.
- Per me sono bellissimi. – annuì Molly spiccia – Adesso venite, entriamo in casa. Siete stanchi e feriti.
- Mamma! Mamma! – piagnucolò Ron trotterellando verso i genitori – Papà!
- Ron tesoro mio. – la donna lo prese in braccio – Hai fatto il bravo con i tuoi fratelli? – poi si sporse oltre la testolina rosso carota del figlio domandando – E voi? Avete fatto i bravi con lui?
- I gemelli no, mamma. – fece la spia Percy – Loro non sono miei fratelli.
- Non dare ascolto a Percy, mamma. – sospirò il figlio più grande – Sai che è sempre esagerato.
- Oooh Bill. Siete tutti esagerati. A volte ho come l’impressione di star crescendo dei selvaggi, non dei giovani promettenti maghi. – alzò gli occhi al cielo la donna.
Borbottando, la famiglia Weasly entrò in casa, facendo accomodare i Potter che li guardavano sorridendo.
- Vorresti anche tu una famiglia tanto numerosa, signora Potter?
- Morgana, Jamie. – scosse la testa lei – Non farti venire strane idee. – lo baciò – Non ti bastano loro due?!

Non appena entrarono nella Tana, Arthur lanciò una serie di incantesimi a protezione della casa e, dopo alcuni  minuti, i gemelli Potter si svegliarono.
- Mamma. Ma sono gemelli come noi due! – esclamò Fred.
- Sì, tesoro. – annuì la donna.
- Ma loro sono un maschio e una femmina. – fece eco George.
- Bleah! Una sorella! – mormorò Charlie.
- Non vorresti avere una sorellina? – lo guardò in tralice Molly che sperava di avere almeno una figlia femmina, dopo tutti quei maschi.
- Anche no mamma. – si strinse nelle spalle il bambino.
- Maschi! – sbuffò Molly che ricevette da Lily un’occhiata carica di comprensione.
- Oooohhhh… - mormorò Ron che era in braccio a suo padre – Bellaaaaa… - e indicò la bambina che si era appena svegliata.
Lily seguì lo sguardo rapito di Ron e sorrise alla figlia che si stava stropicciando gli occhi dolcemente.
- Amore mio… - l’apostrofò – Buongiorno.
- Mamma! – biascicò lentamente la bambina, Lily le baciò la nuca.
- Signora Potter. – la chiamò Bill – Cos’ha sua figlia sulla fronte?
- E suo figlio?! – gli fece eco Charles.
- Hm? Dove? – Lily osservò i figli, seguita a ruota ad James.
Sulla fronte di entrambi i figli c’era una cicatrice a forma di saetta,  Elizabeth aveva delle pagliuzze dorate negli occhi che la facevano assomigliare ad un serpente, che non aveva mai avuto prima.
- Deve dipendere dallo scontro con… - iniziò James prendendo la mano di Lily.
- Sì. – annuì – Lizzy, amore, hai la bua qua? – e le sfiorò la fronte.
- No. – la bambina sorrise, facendo brillare gli occhi.
- Bellaaaaaaaa!!! – ripeté Ron affascinato.
- Bimbo! – rise lei facendo scintillare gli occhi con mille stelline colorate, riuscendo così a  svegliare suo fratello.
- Lizzy… - sbadigliò Harry – Ciao…
- Harry! – Elizabeth scese dal grembo materno e raggiunse suo fratello.
Harry scese dal grembo paterno e strinse la sorella in un lungo e tenero abbraccio. Creando, con la loro magia involontaria, una bolla i fratelli Potter restarono così per un prolungato momento.
Arthur e Molly li guardarono a bocca aperta, così piccoli e già così potenti. Forse la Cooman non si era sbagliata su di loro.
Prima che Arthur potesse iniziare a parlare, Madama Chips li raggiunse in cucina con la sua enorme borsa piena di medicamenti.
- Signori Potter. – sorrise loro – Vorrei visitarvi.
- Può iniziare dai bambini? – domandò James educato.
- Non vedo come potrei. – ed indicò che erano ancora dentro la “bolla”.
- Inizi da me Madama Chips. – sospirò alzandosi Lily – Sono tutta indolenzita.
- Lo credo bene mia cara. – bofonchiò spiccia l’infermiera – Signora Weasly, c’è una stanza dove avere della privacy?
- Sì, seguitemi. – annuì Molly – Questa è la camera che abbiamo ricavato per voi. – spiegò – Non è niente di elegante ma…
- È perfetta. – sorrise grata la giovane madre abbracciando la donna – Non potrei chiedere di meglio. – annuì, Molly le strinse le mani con dolcezza poi uscì lasciandola alle cure di Madama Chips.
La visita durò una mezz’ora, l’infermiera della scuola di magia e stregoneria, fece molti esami magici diagnostici a Lily e, non avendo riscontrato lesioni gravi o altro, le dette una fiala con dentro un liquido rinvigorente e dell’antibiotico per evitare che i graffi e le escoriazioni si infiammassero.
- Grazie. – mormorò lei dopo averlo bevuto.
- Dovere, signora.
- Madame? – la chiamò.
- Sì?
- Ha saputo nulla di Piton? – domandò con un groppo in gola.
- È stato fortunato, dottoressa Potter. – le sorrise dandole un colpetto affettuoso sulla mano – Se lei non fosse stata lì, lui sarebbe potuto morire. Nonostante il momento, ha saputo usare gli incantesimi con lucidità.
- Sono molto in ansia. – ammise – Mi farà avere notizie?
- Lo consideri fatto. – annuì – Adesso mi mandi quel malandrino di suo marito. – le strizzò l’occhio – Poi mi occuperò dei vostri splendidi figli.
- Grazie… - Lily uscì sorridendole, raggiunse nuovamente la cucina dove trovò il marito seduto per terra che giocava con i bambini più piccoli.
- Ecco la mamma. – la accolse con un ampio sorriso – Tutto bene, amore?
- Sì. – annuì lei – Adesso è il tuo turno. Va che poi faremo vedere i bambini.
- Ok. – James si alzò e raggiunse la stanza dove l’aspettava Madama Chips.
Anche per lui la visita durò una mezz’ora, le sue condizioni erano peggiori rispetto a quelle della moglie. L’infermiera riscontrò un paio di costole incrinate e una lieve lesione che aveva creato sul suo fianco un ematoma violaceo.
Rapidamente, gli somministrò alcune pozioni e poi si raccomandò di stare il più possibile al risposo per permettere ai suoi organi interni di riprendere a funzionare correttamente.
James sbuffò, la donna lo guardò duramente dicendo che se non avesse seguito le sue indicazioni, la sua situazione avrebbe potuto aggravarsi e che un letto libero vicino a Severus lo stava già aspettando.
La minaccia sortì l’effetto desiderato e James promise che avrebbe evitato di fare il malandrino per le ventiquattro ore successive. Madama Chips sorrise, lo invitò ad uscire e portare i bambini. Mancavano solo loro.

La visita ai gemelli fu veloce e divertente. La donna riuscì a creare un clima sereno e visitò i bambini giocando con loro, distraendoli con piccole magie divertenti.
Lily osservava la scena un po’ da medico un po’ da mamma e si sentì sollevata quando l’infermiera disse che i bambini non avevano niente. Che stavano bene e che godevano di perfetta salute.
Lily e James chiesero cosa fosse quella cicatrice a forma di saetta che era apparsa sulle fronti dei figli e la donna scossa la testa dicendo che anche lei non lo sapeva. La ringraziarono e la lasciarono tornare alla sua infermeria.
- Adesso dove andrete a vivere? – domandò Arthur dopo che furono tornati in cucina.
- Non permetteremo ai Mangiamorte o chicchessia di portarci via la nostra casa. – borbottò James osservando i figli giocare con Ron sul pavimento.
- Non potrete tornare lì. – scosse la testa Molly – La casa è rasa al suolo.
- Ci vorrà tempo per bonificare l’area e ricostruire. – annuì lentamente l’uomo.
- I bambini hanno bisogno di protezione.
- Io credo che… - iniziò Lily, ma un “pop”, interruppe la sua frase a metà.
- Eccomi qua. – si annunciò Silente – Scusate, ho fatto tardi. – sorrise.
- Preside. – lo accolse Lily – Ben arrivato.
- Signore. – mormorarono gli altri.
- Ci ho messo molto a raggiungervi, ma abbiamo avuto il nostro bel da fare. Mentre siete venuti alla Tana, abbiamo catturato altri Mangiamorte in fuga. Alcuni sono stati rapidi a far perdere le proprie tracce o cancellarle.
- Non potranno essere accusati quindi. – bofonchiò Arthur rabbiosamente.
- Eeeh già! – annuì l’anziano mago – Ho parlato con Madama Chips. – sorrise – Mi ha detto che i bambini godono di ottima salute. – li osservò – La Cooman aveva ragione. – sorrise.
- Non del tutto. – rispose Lily – Lei non aveva previsto questo. – e mostrò la cicatrice sulle fronti dei figli.
- Ooh. – Silente osservò le saette a lungo, senza dire niente. Di tanto in tanto distoglieva lo sguardo, perso tra i suoi pensieri.
- Sa dire solo “oh”, signore? – chiese James abbracciando la moglie – Non è granché come spiegazione.
- Credo che… Credo che durante lo scontro tra il potere dei bambini e quello oscuro di Voi-Sapete-Chi, si sia creata una specie di frattura nell’incantesimo dei gemelli.
- Una “frattura”? – domandò Molly non capendo.
- I bambini sono piccoli. Hanno seguito il loro istinto. Hanno deciso di sacrificarsi per proteggere i loro genitori. – sospirò – Forse, durante lo scontro, hanno avuto paura.
- Hanno un anno. È pacifico che abbiamo avuto paura! – si arrabbiò Lily.
- Ma certo mia cara, certo. – le sorrise Silente – Questo calo di potere, ha fatto in modo che Voldemord potesse “toccarli”, ma non ucciderli. Quando loro si sono resi conto del pericolo che stavano correndo, hanno rinforzato l’incantesimo di amore e hanno sconfitto il male.
- Sconfitto definitivamente? – chiese James con un filo di voce, quasi temendo la risposta.
- Temo di no, signor Potter. Temo di no. – scosse la testa il mago facendo oscillare la lunga barba – Quel segno sulle loro fronti è un ammonimento per noi. Lui, adesso, è stato sconfitto. Ma non del tutto.
- Dov’è andato allora?
- Questo non mi è dato di saperlo. – ammise – Il potere primordiale dei gemelli, lo ha mandato in una specie di limbo senza tempo. Lui non ha più un corpo. Né poteri.
- Ma ha qualcosa che lo lega a questo mondo. – intuì James – Vero, signore?
- Esatto! – sospirò – Ma ancora non ho capito cosa!
- Adesso siamo in pericolo? – chiese Lily portandosi una mano sul cuore.
- No Lily. – la rassicurò l’uomo – Il potere di Voldemord si è dissolto, i suoi fedeli sono stati uccisi in battaglia, oppure catturati o dissolti come nebbia. Non c’è più oscurità fuori. Né il Marchio ad oscurare il sole.
- Abbiamo vinto. – mormorò James.
- Sì, abbiamo vinto. – confermò Silente – Ma non possiamo riposare sugli allori.
- Cosa vuol dire, signore? – domandò Arthur offrendogli del tea.
- I bambini hanno lasciato qualcosa a Voldemord e lui ha fatto lo stesso con loro. – sospirò criptico.
- Qualcosa in loro è cambiato. – annuì Lily – Soprattutto in Lizzy.
- Potrebbero sviluppare qualche caratteristica diversa. Poteri diversi.
- Questo non li renderà pericolosi, vero?
- No. Li renderà potenti. – sorrise Albus – Saranno gli unici a poter sconfiggere il male se dovesse ripresentarsi.
- È un peso enorme per due bambini tanto piccoli. – gemette Lily.
- I tuoi figli hanno cambiato il futuro. – sospirò l’uomo – Almeno una parte di ciò che aveva previsto Sibilla è cambiato.
- Allora dovranno essere addestrati. – annuì dopo un lungo silenzio James – Dovranno essere pronti per qualunque cosa.
- E dovranno essere liberi di essere loro stessi, Jamie. – mormorò la giovane madre – Senza imposizioni. – lo guardò.
- Cosa vuoi dire?
- Sento che Elizabeth sarà verde e argento. – rispose quasi in trance.
- Serpeverde? – sputò – No, mai.
- È il suo destino. E questo le permetterà di dare il meglio.
- E tuo figlio? Tassorosso? – domandò sprezzante.
- No. Grifondoro. E il suo nome diventerà leggenda. – concluse, poi svenne sfinita.
- Tua moglie è un’occlumante? – domandò Molly stupita.
- Onestamente non lo so. – scosse la testa nera James – A volte ha questa sorta di “visioni”.
- È un dono che non ha mai voluto ampliare. – sorrise Albus che, con un tocco di bacchetta, la fece riprendere – Come va mia cara?
- Spossata. – ammise – Ho nuovamente dato spettacolo?
- Un po’. – la abbracciò James.
- Mmmh, signor Potter… Ti amo sai?
- Anch’io signora Potter. – ridacchiò e si baciarono dolcemente.

La giornata in compagnia della famiglia Weasly passò in modo piacevole e disteso, la famiglia Potter si ritirò presto nella stanza per riposare, sfiancati dai fatti che avevo vissuto sulla propria pelle.
- Buon primo compleanno amori miei. – li baciò teneramente Lily rimboccando loro le coperte.
- Auguri miei tesori! – fece eco James sorridendo.
I bambini risposero con un sorriso ed uno sbadiglio, poi si presero per mano e si addormentarono stremati.
Lily e James li osservarono per alcuni istanti in silenzio; poi chiusero le tende attorno al letto al baldacchino e si lasciarono scivolare in un sonno ristoratore.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Gremilde