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Autore: lmpaoli94    22/04/2017    0 recensioni
Che cosa sarebbe successo se la figlia dello zar Pietro II e della zarina Aleksandra Fedorovna Romanova si fosse rifugiata in una delle più belle città del mondo? Non vi resta che scoprirlo leggendo!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia, Dimitri, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Andiamo Erik, ma cosa stai dicendo? L’imperatrice di tutte le Russie che alloggia in questo hotel? Ma non farmi ridere!»
«Ti dico che è vero! È proprio lei!» ribattè convinto Erik.
«Da cosa l’hai intuito? Dal suo accento russo?»
«Gregory, ti vorrei ricordare che sono stato io a salvarla. Quindi, se c’è qualcuno che ha voce in capitolo su di lei, quello sono proprio io»
«Voce in capitolo va bene. Ma dire che è proprio lei…»
«I suoi occhi. Sono proprio uguali a quelli che aveva la principessa Anastasija Nikolaevna Romanova»
«Ne sei estremamente certo, Dimitri? Non è che forse ti sei sbagliato? In fondo, l’hai vista soltanto una volta…»
«Ti prego di non chiamarmi con il mio vero nome. Qualcuno potrebbe sentirci, e non voglio far sapere a nessuno le mie radici russe»
«Non capisco perché rinneghi così la tua patria»
«Gregory, ne abbiamo già parlato!... Tornando a noi, ti dico che sono sicuro di quello che ho visto. Tra due giorni la rivedrò. Magari potresti venire anche tu. Solo per vederla»
«Tra due giorni? Mi dispiace, ma quel giorno ho il turno pomeridiano»
«Capisco. Vorrà dire che se non la vedrai, ti dovrai fidare di me»
«L’ho sempre fatto, Erik. Ma questa volta è diverso… Stiamo parlando della principessa Anastasia, colei che sarebbe riuscita a fuggire dalla minaccia bolscevica»
«Lo so. E per andare in fondo a questa storia, non ho niente da perdere. Solo da guadagnare»
«Già, ma intanto andiamo a guadagnarci il pane in tavola. Siamo in ritardo e se il direttore o il concierge non vede che siamo al nostro posto, siamo licenziati»
«Hai ragione. Andiamo»
Quando Anastasia tornò nella sua camera d’albergo, si sentì stranamente sollevata.
Aver parlato con quell’uomo sconosciuto gli aveva fatto ritrovare il sorriso che da tanto tempo non sfoggiava.
Però parlare del suo passato era troppo presto.
O forse non l’avrebbe mai fatto.
Passò la seguente giornata a leggere libri della sua infanzia e a leggere i quotidiani che ogni giorno l’albergo gli recapitava sotto suo preciso ordine.
Purtroppo non c’erano mai notizie sulla sua amata Russia.
Chissà cosa stava succedendo dopo la rivoluzione…
Anche se era curiosa di scoprirlo, aveva paura della verità.
Pensava che se il suo paese fosse caduto in disgrazia come lei credeva, era meglio rimanere nel dubbio.
Ma oltre a pensare al suo vecchio paese, i suoi pensieri erano rivolti anche ai suoi amati genitori, a suo fratello più piccolo e alle sue sorelle.
Ogni tanto scriveva alcune lettere su di loro, senza l’intenzione di spedirle mai.
Scrivendo i loro nomi e parlando delle loro abitudini, si sentiva più vicina a loro.
Come in quest’ultima lettera che aveva scritto:
Cara famiglia
E’ da molto tempo che non vi scrivo, quindi credo che sia venuto il momento di parlarvi un po’ di me.
Mi trovo rinchiusa al Plaza Hotel di New York in una specie di gabbia d’orata.
Qui sono servita e riverita come ero a Palazzo.
Ma ci sono molti cambiamenti rispetto a dove sono ora.
Anche se il personale d’albergo è molto premuroso, gentile e servizievole, qui mi mancate voi.
Mi manca la mia famiglia.
Vorrei tanto sapere dove siete finiti.
Se state bene e se siete ancora vivi.
Mi sono sempre ripromessa di tornare nel luogo in cui sono nata, ma chi me lo dice che la situazione si è finalmente placata?
Chi mi dice che se torno laggiù io non venga aggredita e magari uccisa?
Purtroppo correrei un sacco di pericoli.
Se solo sapessi dove trovarvi…
Comunque anche se non siete qui con me, vi porto sempre nel mio cuore, con la speranza che un giorno ci rivedremo tutti assieme.
Vi saluto e vi auguro buona fortuna per tutto.
Con affetto.
                                                                                                                                                              La vostra Anastasia

Ogni volta che smetteva di scrivere e parlare di loro, le lacrime inondavano i suoi bellissimi occhi, facendoli diventare tutti rossi dal dolore.
Parlare di loro era sempre più difficile.
La faceva continuamente soffrire.
Ma chi poteva aiutarla a uscire da questa spirale di dolore?
Ci sarebbe stato qualcuno che l’avrebbe aiutata e che l’avrebbe riportata ad assaporare la vita che un tempo amava?
Troppe domande e nessuna risposta.
E il tempo trascorreva inesorabilmente e la depressione galoppava senza mai fermarsi.
   
 
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