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Autore: EllynPhilips    23/04/2017    0 recensioni
Azalea è un'antichissima città isolata dal resto del mondo e invisibile agli occhi di coloro che non vi abitano : è quasi impossibile trovarla se non si è a conoscenza della sua esatta posizione.
Prisca Cavendish appartiene a una delle Quattro famiglie più antiche e potenti della città; fin da piccola lei e gli altri ragazzi delle famiglie sono stati addestrati per proteggere Azalea e tutti i suoi abitanti da una minaccia a Prisca sconosciuta.
Tutto inizia a cambiare quando suo padre le annuncia di aver stretto un accordo con il capo famiglia Driskoll : si legherà a suo figlio il più presto possibile. La ragazza aveva sognato quel momento fin da piccola, ma dopo 10 anni il loro rapporto non è più lo stesso, adesso lui la odia e Azura, la sua migliore amica, è segretamente legata a lui.
Prisca si rende conto che l'unica scelta che le rimane per non incatenare se stessa e i suoi amici a un'eternità infelice e vuota è solo la fuga.
Ma ad Azalea fuggire da una promessa del genere significa solo una cosa : morte.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo non revisionato.
È un po' più corto del solito perchè ho dovuto spezzare un capitolo che, altrimenti, sarebbe venuto esageratamente lungo!

Buona lettura.


I giorni passavano uno dopo l'altro, c'era la scuola, i compiti in classe, gli amici. E anche gli allenamenti da Cheerleader. Ebbene si, l'allenatrice le aveva proposto di entrarne a far parte. Prisca, a malincuore, aveva accettato, anche se non sapeva cosa fossero. Magari era il nome di una squadra di atletica... Invece, quando Rey le aveva detto cosa fossero veramente queste cheerleader, Prisca, che stava bevendo il solito succo di mirtillo, glielo sputò quasi tutto in faccia.
- Che cosa? - le aveva detto mentre lei si ripuliva il viso.
- Hai capito bene, ed oltre a dover tifare ad ogni singola partita di football, hai gli allenamenti ogni giorno della settimana scolastica! -
- Spero tu stia scherzando! -
- Affatto. -
- Io dovrei tifare alle partite, davanti a migliaia di persone, con una tutina aderente che copre a malapena il sedere? Non credo proprio! -
- Non sai quante persone farebbero a botte per entrare a far parte della squadra. Blanda è severissima durante le audizioni per cercare nuovi membri. -
- C'è pure lei nella squadra...di bene in meglio. - aveva osservato ironica.
Rey aveva alzato gli occhi al cielo. - Il lato positivo, è che le cheerleader sono invitate sempre alle feste. Non è fantastico? - le aveva risposto tutta eccitata. - E possono portare gli amici che vogliono! -
- Non capisco quale sia la parte bella... -
- Che verremo invitati tutti alla prossima festa. - aveva detto Karlie, entrando nella conversazione. - Che si terrà sabato prossimo. E' solo questione di tempo prima che ti invitino! -
- Che ci invitino. - l'aveva corretta Rey ridacchiando.
- Sentite, non vorrei farvi rimanere male - aveva puntualizzato - ma dubito fortemente di ricevere un invito per una festa a breve. Sono entrata appena nella squadra, non credo invitino le neo-cheerleader. - Non ne era sicura, ma sperava davvero che fosse così!
- Di solito è così. - aveva ammesso Karlie. - Ma tu sei un eccezione. -
- E perchè mai? -
- Perchè sei una dea, e le dea vengono sempre invitate. -
- Certo, se ti fa sentire meglio pensalo pure. Ma poi quando sabato prossimo saremo a casa a vedere la televisione, non stupirti troppo. -
E li era finita la conversazione, dato che la campanella aveva messo fine alla pausa pranzo.
Da quella conversazione erano passati otto giorni, e nessuno l'aveva invitata per la festa che, secondo le sue amiche, si sarebbe tenuta da li a due giorni a casa di un ragazzo della squadra di football.
Prisca era tranquilla. Ormai era troppo tardi per un invito a una festa, quindi non si sarebbe dotuta preoccupare di torvare un vestito adeguato o di aggiustarsi i capelli. Fu quello che pensò quando si sedette al solito banco nell'ora di chimica, preparandosi a un altra ora di scuola.
- Dopodomani festa a casa mia. - disse Lange sedendosi accanto a lei. - E tu sei invitata. Porta chi ti pare. -
Evidentemente in quella scuola, si invitavano le persone alle feste solo due giorni prima, e non con un po di anticipo!
- Non so se lo sai, ma ho lasciato la squadra di cheerleader. - disse alzando le spalle.
- Si, certo, come no. - disse ridendo. - So che non è così. -
- Beh ho intenzione di farlo. Quindi dato che non sarò più una cheerleader, non dovresti invitarmi. Non ti proeccupare, sopravviverò. -
- La festa non è solo per le cheerleader e per la squadra di football. Possono venire tutti e, anche se non fossi stata nella squadra, ti avrei invitato ugualmente. -
- E perchè questo onore? -
- Perchè siamo amici. - disse come se fosse ovvio. - Porta anche il tuo ragazzo, se ha voglia di venire. -
- Se avessimo da fare? -
- Se non ti vedo alla festa entro mezzanotte, vengo a prenderti a casa e ti ci porto in braccio! - detto questo le diede un leggero pugno sulla spalla e andò a parlare con i suoi amici, lasciando il banco accanto a lei vuoto. Non lo restò per molto. Due minuti dopo Frits varcò la porta, le diede un bacio sulla guancia e si sedette accanto a lei.
- Che voleva Lange? - chiese. Non sembrava arrabbiato, o teso. Solo curoso.
- Mi ha invitata alla sua festa dopodomani. O meglio, ci ha invitati. -
- E vuoi andarci? -
- Se rifiuto credo che tua sorella e Karlie mi uccideranno con le loro mani. - disse sospirando.
- Lo credo anche io. - disse ridendo.

Come previsto, quello stesso pomeriggio, le sue amiche le trascinarono in decine di negozi diversi a cercare vestiti e scarpe, e qualsiasi tipo di accessorio che Prisca credeva pressochè inutile. Rey e Karlie avevano già comprato tutto, mentre Prisca non aveva ancora trovato un solo vestito che le piacesse. Aveva quasi rinunciato a trovarlo, quandoKarlie si fermò all'improvviso richiamandole.
Girandosi, Prisca la trovò intenta a fissare qualcosa dentro una vetrina di un negozio. Avvicinandosi per vedere anche lei, restò letteralmente a bocca aperta.
In vetrina c'era un vestito blu. Il blu dei suoi sogni. Blu scuro quasi come i suoi capelli. Era composto da un corpetto, ricamato con disegni neri, e da una gonna che cadeva leggera fino al ginocchio.
Ecco, quello era l'abito perfetto.
Se fosse stato più lungo, sarebbe stato molto simile all'abito che aveva sempre sognato fin da piccola per il suo legame. Ma il vestito per quell'occasione non l'avrebbe mai avuto. Forse il fatto di trovarsi li, davanti a quella vetrina, a guardare quel vestito era un segno del destino. Qualcuno aveva voluto far si che lei potesse comprare il vestito quasi dei suoi sogni per ripagarla del vestito che non avrebbe mai avuto.
Chi era Prisca per rifiutare un regalo simile? Nessuno. Seguì Karlie più che volentieri dentro a quel negozio.
Quando uscì dal camerino, Rey fischiò, e Karlie si portò le mani alla bocca.
- Che ne dite? -
- Io dico che sei una bomba! - esclamò Rey avvicinandosi per guardarla meglio.
- Sommer questo è il tuo vestito! - disse Karlie, senza smettere di fissarla.
- Devi prenderlo. Assolutamente! -
- Ti immagini che faccia farà Blanda quando alla festa Sommer sarà ancora più bella del solito, e la farà sfigurare? - disse Rey ridendo come una matta. - Mi figuro già la scena. -
- Prendilo, prendilo! - continuava a dire Karlie, mentre Rey rideva.
Prima di comprarlo si grò verso lo specchio alle sue spalle. Lei, al contrario di loro, non si era ancora vista. Quando vide la sua immagine riflessa si portò una mano ai ricami del vestito, toccandoli lentamente con le dite. Le ragazze avevano ragione. Il vestito era stupendo e, dovette ammetterlo, le stava discretamente. La ragazza che lavorava al negozio e le aveva dato il vestito, entrò nel piccolo salottino dove si trovavano le tre amiche. Anche lei la fissò a lungo.
- Deve prenderlo! - esclamò senza sapersi contenere. - Questo sembra stato fatto apposta per lei! -
- La ragazza qui ci sa fare. - disse Rey indicando la commessa, poco più grande di loro.
- Concordo. - acconsentì Karlie.
- Signorina, lo prenda. Questo vestito è più unico che raro. Ne sono state fatte solo 5 copie da uno stilista famoso, che, gentilissimo le ha donate alla nostra catena di negozi. -
- Hai sentito Sommer? - disse Rey - Solo 5 copie! -
- Immagino quanto costi...- sussurrò Karlie, un po preoccupata.
- Ci penso un attimo, e nel caso le faccio sapere. - riferì Prisca alla commesse. Lei annuì, e se ne andò sorridendole.
- Sommer - disse Karlie una volta sole - Scommetto che costa tantissimo! -
- I soldi non sono un problema, vero? - intervenne Rey. - Insomma da quando sei qui hai cercato di spenderli il meno possibile. Io mi concederei un lusso ogni tanto. -
Karlie fu costretta ad annuire. - Se ce li hai prendilo, Rey ha ragione. Ti stà troppo bene, non puoi lasciare che lo prenda qualcun'altro. -
- E starebbe benissimo con queste scarpe. - intervenne Rey - proprio del tuo numero, che ho trovato nel negozio mentre tu ti stavi infilando il vestito. -
Le porse un paio di scarpe col tacco, blu scure come il vestito. Erano molto simili alle preferite che aveva a casa. La cosa che cambiava era il colore, e la fila di brillantini sul lato. Il modello era all'incirca uguale. Scarpe intere, chiuse fino alla caviglia. Notò che avevano anche una piccola cerniera all'interno, che prima non aveva visto. Alla fine prese tutto, incitata dalle sue amiche.
Quando tornò a casa, lei e Rey erano piene di borse...soprattutto Rey. Alla fine Prisca aveva comprato le scarpe, il vestito, un paio di calze color carne, una borsetta con le borchie, sempre abbinata al tutto, una molletta, con su un fiore nero di media grandezza, e una collana nera tipo di pizzo, da portare attaccata al collo. Non era proprio vero pizzo, però era abbastanza comoda e morbida. Gliel'aveva fatta comprare Rey a forza. Non era tanto male.

Constant e Frits, quando le videro si misero a ridere.
- Avete svaligiato un negozio? - chiese Frits aiutandole con le borse.
- Uno? Io direi tutti i negozi che c'erano in città! - esclamò Constant.
- Mi sa che hai ragione. -
- Simpatici... - disse Rey. - Abbiamo comprato solo qualche cosina da indossare...-
- Avete lasciato qualcosa per gli altri? - continuò Frits sghinniazzando.
- Pensa piuttosto a trovarti un vestito decente per la festa! Con quei vestiti sembri un barbone! - disse sua sorella trionfante.
- Divertente. - rispose Frits sbuffando.
- Te la sei cercata. - disse Prisca alzando le spalle.
- Io non mi vesto da barbone. - protestò.
- Se lo dici tu...- disse sua sorelle scomparendo per le scale. Si trascinò dietro il povero Constant, che le portava grand parte delle buste. Prisca sorrise. Era un gentiluomo. Aiutava la sua ragazza a portare le buste con i vestiti anche quando Rey era benissimo in grado di farlo da sola, dato che era un vampiro ed era molto forte. Però era carino da parte di Constant aiutarla. Ma forse Prisca si stupiva troppo. Insomma, forse quello era il comportamento di un ragazzo normale verso la sua ragazza. A lei poteva sembrare strano solo perchè nessuno si era mai offerto volontario di portarle qualcosa.
- Vado su anche io a portare le borse. - annunciò a Frits, afferrandole.
- Vuoi una mano? - chiese premuroso. Le aveva forse letto nella mente? Impossibile.
- Solo perchè Constant ha aiutato Rey, non devi farlo anche tu per forza. Lui è il suo ragazzo, dovrebbe essere suo compito aiutarla, tu non sei il mio, quindi non devi preoccuparti! - disse ridendo. - E poi ce la faccio benissimo anche da sola. -
La verità era che, nonostante avesse detto che poteva farlo da sola, ed era così, aveva apprezzato la sua proposta di aiuto.
- Lo so che lui è il suo ragazzo e in un certo senso lo deve fare, ma a me fa piacere aiutarti. - disse semplicemente, guardandola.
- Davvero? - chiese esitante.
- Certamente! - e le prese metà delle buste, salendo le scale.
Le appoggiò in camera sua ai piedi del letto, e così fece anche Prisca.
- Grazie, anche se non ce n'era bisogno. -
- Lo so che volevi lo facessi - disse alzando le spalle, e strizzandole l'occhio.
- Non è vero! -
- Si. -
- No.-
- Si. - ripetè.
- Beh... forse. - disse esitante. - Forse mi ha fatto piacere. Ma solo perchè nessuno l'ha mai fatto. -
- Nessuno nessuno? - disse lui sgranando gli occhi.
Prisca scosse la testa. - Nessuno. -
- Nemmeno il tuo ragazzo? -
Strinse le labbra. - Frits, io non ho mai avuto un ragazzo. - disse poi. - Pensavo lo sapessi. -
- Stai scherzando?!? -
Alzò le braccia al cielo con fare drammatico. - Ma che avete tutti qui? Anche Karlie ha avuto la stessa reazione quando le ho detto che prima di te non stavo con nessuno. Non capisco che problemi ci siano. -
- Non è che è un problema. Solo che ci sono ragazze, come dire...peggio di te che hanno avuto decine di ragazzi. - disse semplicemente.
- Mi stai dicendo che come ragazza brutta tra le brutte sono decente? -
- No, solo...-
- Che non sono nemmeno decente tra le brutte? - chiese.
- Ma perchè voi ragazze dovete capire sempre male? -
- Guarda che stò scherzando! - disse ridendo.
- Tu puoi scherzare, ma siete davvero così! Ogni qual volta un ragazzo cerca di farvi un complimento pensate sempre male e traete le conclusioni sbagliate. -
- Scusa se ho un autostima di me stessa molto bassa. -
- Non dovresti. Te l'ho già detto che sei bella, anche se non te ne accorgi. Quello che intendevo dire è che dato il tuo carattere e i tuo aspetto mi sembra strano che nessuno, prima d'ora si sia innamorato di te. E' difficile trovare ragazze così belle, che siano anche intelligenti, carine, simpatiche e non troie! - esclamò.
- Ma mica sono tutte così. - disse convinta. - Karie è bella, e mi sembra una persona fantastica, e anche tua sorella. -
- Rey sarà anche carina, ma è testarda da morire. -
- Non è sempre un male. -
- Non sempre, ma spesso si. -
Prisca ne sapeva qualcosa di persone testarde. Lei stessa lo era, e anche Camron non era da meno, anzi, forse era la persona più testarda del mondo...
- Quindi, dato che non hai mai avuto un ragazzo, non hai mai baciato nessuno? - chiese malizioso.
- Non sono affari tuoi! -
- Dai, dimmelo. -
- Io non ti chiedo se hai mai fatto sesso con qualcuno. - ribattè.
- Infatti io non te l'ho chiesto. Ti ho chiesto se hai mai baciato qualcuno. -
- E' importante? -
- Semplice curiosità. Anche perchè, se quella volta in cu Lange ci stava guardando, ti avessi baciato e ti avessi preso il tuo primo bacio, mi sarei sentito molto in colpa. -
- Non preoccuparti, il primo bacio è già partito. E anche quello dopo. -
E anche quello dopo ancora... pensò. Quante volte aveva baciato Camron? Due, tre? Si toccò le labbra era un ricordo tanto passato...Prisca non riusciva più a sentirne ne la pressione, ne il sapore delle sue labbra. Solo un vago ricordo del fatto che fosse successo, e di quello che aveva provato. Perchè i ricordi che non voleva erano radicati così in profondità nella sua mente, mentre dei baci che le aveva dato Camron, riusciva solo a ricordare come, e quando fossero accaduti? Forse la sua mente cercava di cancellarne automaticamente il ricordo, altrimenti non sarebbe sopravvissuta.
Dopo aver provato una cosa simile, non potevi più farne a meno, quindi la sua mente, dato che le voleva bene, aveva cancellato quello che l'avrebbe fatta soffrire troppo...giusto? Sbagliato. Perchè il non riuscire a sentire più il sapore delle sue labbra era stremante, sapendo che era riuscita a baciarlo più volte. La sua mente ce l'aveva proprio con lei!
Quando Frits se ne andò, pretese un bacio sulla guancia per il suo aiuto.
- Lo sapevo che non era altruismo. Tu volevi qualcosa da me! - gli disse ridendo. Però alla fine lo accontentò.
   
 
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