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Autore: EuphemiaMorrigan    24/04/2017    6 recensioni
[Raccolta di Flashfiction MadaSaku]
Il segreto di un buon caffellatte sta nel rapportare in modo corretto la dose degli ingredienti, unendo al gusto forte e corposo del caffè la delicatezza e la dolcezza del latte caldo e, per i più golosi, una spolverata di cacao in polvere.
Il segreto di un buon rapporto di coppia è alquanto simile.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Madara Uchiha, Sakura Haruno
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-La vicina di casa racchia suona sempre due volte-

Angolo autrice: Alola <3
Allora, a me piacciono le, così dette, 'trashate'. Sono una vecchiarda anni '90, cresciuta con film dalle trame molto simili e, quando mi è venuta in mente questa flash, non potevo non scriverla. Avessi meno cose da scrivere e progetti d'uno spessore un pochino più 'serio' ne farei una long, lo dico sinceramente. Io per 'ste cazzate mi perdo in viaggi pindarici oltre ogni dire.
Vi lascio alla lettura <3
E grazie di cuore a chi segue queste mie storielle ^^

Da qualche tempo s'era trasferita al quinto piano d'una pacifica palazzina nella periferia di Konoha. L'appartamento trovato in affitto era spazioso, seppur adatto ad una sola persona; purtroppo la vista dalla finestrella del bagno non era di certo invitante, giacché dava sulla strada trafficata e, quindi, aveva dovuto montare una tenda nerissima, rendendo così l'ambiente molto più scuro. Però gli altri condomini sembravano piacevoli e gentili, almeno la maggior parte.
Tutti. Tranne il suo vicino di pianerottolo.
Lo aveva incrociato nel corridoio un paio di volte e, ammetteva, all'inizio ne era rimasta decisamente affascinata. Il classico uomo consapevole di essere attraente e che non avrebbe mai posato lo sguardo su di lei, potendosi permettere molto meglio di una donna dalle forme acerbe d'una ragazzina di quattordici anni, alla veneranda età di trenta.
Non che a Sakura importasse. Superato lo stupore della prima impressione, dovuto unicamente alla prestanza fisica, il suo giudizio su Madara Uchiha s'allontanava del tutto dallo sfociare in frustrante auto-erotismo su di lui. Dato ch'era un bastardo.
E non un bastardo qualsiasi: come il bambino paffuto, alle elementari, che le aveva appiccicato il chewing gum fra i capelli, oppure il ragazzino, alle medie inferiori, che si divertiva a prenderla in giro, o peggio la sua cotta, alle medie superiori, che aveva rifiutato sgarbatamente il regalo di San Valentino.
Il becchino era il peggiore della categoria: quello che godeva a spezzare il cuore delle donne.
E Sakura detestava avere pareti talmente sottili da sentire ogni fottuto gemito che usciva dalle labbra delle sue amanti. Una diversa alla settimana, se era fortunata.
Aveva provato di tutto! A stordirsi con litri e litri di tisane, le gocce per dormire, i tappi nelle orecchie, aprire e poi sbattere la porta d'ingresso con forza. Più volte.
Una notte aveva perfino finto di pulire il pianerottolo, cantando a squarcia gola. Un po' per non sentirli, un po' per far capire al buzzurro di tappare la bocca di quella cornacchia con qualcosa. Qualsiasi cosa!
Ma a nulla era valso. Più trascorrevano i giorni, più la sua insonnia peggiorava. E le sembrava, sinceramente, che lo facesse apposta a farle strillare come se avessero il Diavolo in corpo, e non era poi tanto lontana come metafora, soltanto per dar fastidio a lei.
Forse stava diventando complottista.
All'ennesimo gemito acuto e complimento urlato all'uccello del vicino puttaniere, Sakura scalciò via le lenzuola, alzandosi dal letto. Furiosa.
Se ne fregò di star indossando ancora il comodo e caldo pigiama, rosa, con stampati sopra dei muffin dalle faccine sorridenti e, spettinata e scalza, marciò a passo di carica alla porta di Madara Uchiha, il becchino stronzo.
Rischiò di sfondarla a calci e pugni, ma, nell'esatto istante in cui l'uscio si schiuse, bloccò i suoi movimenti, cominciando a sbraitare subito dopo “Ti pare il modo di comportati? Sopporto da mesi la tua inciviltà! Non mi importa un cazzo se ti consideri il Dio del sesso, mi rifiuto di passare un'altra notte in bianco ad ascoltare gli ansimi delle tue 'amichette'. Quindi, se non vuoi una denuncia per disturbo alla quiete pubblica, ti consiglio di uno... -Lo scrutò da capo a piedi, reprimendo il rossore sulle gote e digrignando i denti- Indossare un paio di mutande in mia presenza e due, smetterla di svegliarmi alle tre di notte con le tue prodezze sessuali. Fatti montare delle pareti insonorizzate, imbavagliale, vai a scopartele a casa loro! Lontano dai miei timpani abusati! Grazie” Concluse, provando a riprendere fiato.
Vide Madara soppesare le sue parole, incrociare le braccia al torace muscoloso ed accennare un mezzo sorriso; per un secondo credette davvero l'avrebbe compresa, magari scusandosi, tanto che si stava quasi sentendo in colpa ad essersi rivolta a lui in quella maniera talmente prepotente.
In fondo non lo conosceva, magari lo aveva giudicato male...
“Credo serva anche a te una bella scopata, ciliegina. Sempre se esistesse qualcuno abbastanza coraggioso”.
L'intera figura di Sakura s'irrigidì alla merda che gli uscì dalla bocca; le mani lungo i fianchi tremarono e, trattenendosi a fatica dal frantumargli l'orrenda faccia sogghignante con un pugno, fece dietrofront.
L'indomani mattina avrebbe rapito il cane con la dissenteria della vecchia inquilina del piano inferiore, lasciandolo sullo zerbino di quell'infame! Voleva la guerra, e lei non si sarebbe tirata indietro.

   
 
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